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Autore: MORFEa    07/09/2007    6 recensioni
E' una one shot un pò strana. Non saprei neanche io come presentarla... Ron, Harry e Hermione devono compiere l'ultimo passo, ancora insieme. (nessuna battaglia, solo un triste evento)
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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triste

 

Sempre insieme

17 Ottobre.

Il Sole stava sorgendo da dietro la collina e i suoi raggi dorati andavano mescolarsi con i colori caldi della natura. Si alzò una fredda brezza mattutina che accompagnò a terra le poche foglie secche rimaste sugli  alberi e scompigliò i capelli già disordinati di tre persone che arrancavano con fatica su per il pendio.

Giunsero in cima nello stesso momento in cui il sole era sorto. Avevano gli abiti stracciati e sporchi, e in più punti sul corpo erano scoperte vecchie e nuove ferite.

“E’ arrivato il momento” esordì il giovane uomo con una stramba cicatrice sulla fronte.

“Già”

All’improvviso la donna crollò a terra. Subito i suoi due compagni furono al suo fianco e l’aiutarono ad alzarsi, passandole                         le braccia sotto le ascelleb per sorreggerla.

“Forza. E’ l’ultima compito, poi saremo liberi per sempre” la incoraggiò il rosso.

“Non siete obbligati. Voi…” iniziò a parlare il moro.

“Amico, smettila. Questa è una nostra scelta. Noi ti seguiremo fino alla fine.”

“Sempre insieme” sussurrò la riccia, trovando la forza di mostrare un sorriso rassicurante.

Il moro sorrise, sollevato di avere i suoi due migliori amici al suo fianco ancora una volta.

“Insieme, come sempre”

E la battaglia finale ebbe inizio.

 

31 Ottobre

I professori giravano a bacchetta alzata tra la moltitudine di sedie bianche poste in ordinate file davanti al Lago Nero.

Le persone giungevano a centinaia da ogni angolo della Gran Bretagna per partecipare al funerale , l’ultimo di una lunga serie, ma la maggior parte di loro era tenuta fuori dagli alti cancelli in ferro battuto per precauzione.

Erano ammessi solo studenti, familiari, amici e persone di potere, nonché giornalisti che rendevano pubblico questo evento così importante e triste.

Come al Professor Albus Percival Silente, anche a questi giovani eroi, morti in battaglia, era stato concesso il privilegio di essere custoditi dalle sacre acque del Lago Nero, dove governavano le antiche creature marine.

Il discorso di elogio in onore a questi eroi durò a lungo e non venne tenuto da un’unica persona ma, a turno, chiunque vantasse di aver potuto realmente conoscere questi giovani ebbe la possibilità di parlare.

Terminato l’elogio, venne il momento di rendere gli ultimi saluti agli eroi.

Hermione , ancora commossa dalle splendide parole pronunciate da Neville, avanzava tra le sedie, ormai quasi tutte vuote e sparse in disordine, a passo lento, osservando il paesaggio circostante.  

“Hai visto Harry?” udì Lavanda sussurrare alla vicina di posto, Calì.

“Non ancora”

“Io sì. Dovevi vedere i suoi capelli. E’ la prima volta che li vedo così in ordine. Deve essere stata Ginevra Weasley. Sai, la sua fidanzata.”

Hermione storse la bocca in una smorfia disgustata.

“Signorina Brown, le sembra il caso?” esclamò una voce fredda, appartenente all’austera professoressa di Trasfigurazione e nuova preside di Hogwarts “E’ a un funerale. Porti rispetto.”

Lavanda chinò il capo, visibilmente dispiaciuta “Mi scusi”

La donna le lanciò un’ultima occhiata di rimprovero, poi riprese il suo giro di controllo.

Hermione sgranò gli occhi.

Erano lacrime quelle che bagnavano gli occhi di Minerva McGranitt?

Certo, non se lo sarebbe mai aspettato.

Continuò a camminare finchè non giunse alle prime file di sedie bianche poste di fronte al lago Nero. Inginocchiata a terra, Ginny fissava il vuoto davanti a sé, mentre i capelli erano scompigliati da una leggera brezza. Il viso era pieno di lividi, come il collo, e le braccia coperte da rosse escoriazioni.

La guerra aveva colpito tutti.

Hermione continuò a fissarla, impotente, mentre Luna avanzava dall'altra parte sulla sua sedia a rotelle.

“Bel vestito” esordì la bionda ragazza “Non glielo avevo mai visto indosso.”

“Non ne ha mai avuto l’opportunità.” Fu la laconica risposta.

Calò il silenzio tra le due, rotto solo dal rumore delle onde del lago che si infrangevano sugli scogli.

“A-avrebbe dovuto indossarlo per il fidanzamento.”

Una lacrima, forse la prima che versava quel giorno, scivolò lungo la pallida e scarna guancia di Ginny fino a cadere e bagnare l’ anello d’oro che portava all’anulare.

Hermione si voltò, non più in grado di sopportare quel dolore, e incrociò lo sguardo di Ron che le rivolse un sorriso malinconico.

Era inginocchiato a terra, davanti ai suoi genitori, seduti e abbracciati l’uno all’altro. Poteva vedere, nonostante la distanza, la bocca della Signora Weasley muoversi e ripetere le stesse parole come una mantra. Erano i loro nomi, accompagnati da molte lacrime. Vide Ron poggiare la testa sul grembo della madre, poi gli voltò le spalle e si incamminò verso tre bare aperte, levitanti sopra le acque mosse del lago.

Verso ognuna di quelle si allungava un incantato tappeto d’oro che permetteva alle persone di rendere loro l’ultimo saluto.

Fece vagare lo sguardo su ognuna di quelle tombe bianche.

Intorno alla prima si era ammucchiata molta gente, la maggior parte della quale sconosciuta, curiosa solo di poter vedere l’eroe, uno degli eroi, che aveva salvato il mondo magico.

Tra quelle persone ipocrite, spiccava la figura di un alto e grosso uomo che, attraverso le lacrime, cercava di allontanare quella folla dalla bara del suo più caro amico.

“Non ci avete niente da vedere. Andatevene!” lo sentiva dire con la voce arrochita dal pianto.

Poco più indietro, sulla terraferma, Harry stava in piedi davanti al lungo tappeto, occupato dalla folla. I suoi occhi fissavano tristi la scena e le mani erano strette in pugni, irato per la sua impotenza.

Esattamente pochi passi dietro di lui, Ginny era ancora seduta a terra, sola, con lo sguardo perso nel vuoto.

E’ più dura di quanto pensassimo

Ron l’aveva raggiunta e sul suo viso era disegnata un’espressione malinconica, così sbagliata su di lui.

Hermione si limitò ad annuire, riscaldata dalla sua vicinanza.

Vado vedere cosa combinano i miei fratelli e indicò con un cenno di capo una coppia di giovani uomini dallo stesso volto che stava posando all’interno della seconda bara uno strano involucro.

Mentre lui si avviava lungo il tappeto d’oro, lei volse il capo verso la terza bara.

Vide due persone accanto ad essa.

Si stringevano la mano.

I suoi occhi si colmarono per la prima volta di lacrime e con una corsa oltrepassò velocemente il tappeto.

Poi, con passo lento, quasi instabile, si avvicinò alla coppia.

“Hermione, piccola mia.”  Singhiozzò la donna, prima di nascondere il volto tra le braccia del marito.

Le lacrime della riccia, prima trattenute, iniziarono a sgorgare lungo le guance e la paura si impossessò del suo corpo.

Mamma. Papà.

“Avremmo voluto dirti quanto siamo orgogliosi di te, piccola streghetta.” Sussurrò il padre con occhi lucidi “Ma non c’è stato il tempo.”

Papà! Sono qui, davanti a te. PAPA’!

Hermione tentò di abbracciarlo, di abbracciare i suoi genitori, ma le sue braccia trapassarono i corpi solidi della coppia.

“Tua madre è incinta. Eh, sì. Aspetta un bellissimo maschietto” continuò ancora a parlare l’uomo, rivolgendosi alla figlia distesa nella bianca bara "Saresti stata una meravigliosa sorella per lui."

Hermione spalancò la bocca, sorpresa.

“Scusa se non te lo abbiamo detto, ma doveva essere una sorpresa per il tuo ritorno.”

Una lacrima scivolò lungo la guancia del padre fino a perdersi nella folta barba nera.

La paura e il dolore dentro di lei acquistarono un’altra forma; divennero felicità e tristezza.   Felicità per la nuova vita, per il suo fratellino e per i suoi genitori, e tristezza per l’impossibilità di vivere quell’evento, di non poter essere accanto al fratello nascituro.

“Bambina mia, se puoi sentirmi, volevo dirti che io e tua madre ti ameremo sempre.”

La donna, prima accucciata tra le braccia del marito, si scostò da lui con il volto ancora rigato dalle lacrime e si chinò sul viso della figlia, dandole il suo ultimo bacio.

Poi, crollò a terra, troppo provata.

Hermione non potè sopportare di più e corse via, fino a raggiungere la riva.

Lì, si andò a sedere sotto le fronde del salice piangente che cresceva vicino al lago.

I miei fratelli hanno messo nella mia bara una scopa. Credevano che mi sarebbe servita lassù. 

La voce del rosso ebbe il potere di quietare il suo dolore.

Avrò un fratellino  lo informò lei, invece, con voce atona.

Auguri

Grazie

Calo il silenzio. Si fecero cullare dal suono dei rami accarezzati dalla fresca brezza e dal rumore dell’acqua. Il rumore dei pianti giungeva ancora da lontano.

Chi è quel pazzo che ha riempito la mia bara di fotografie?

Spezzò l’amaro silenzio un giovane moro che si avvicinava a passi lenti.

Colin Canon  fu la risposta laconica.

C’era d’aspettarselo! Almeno se fossi venuto bene in quelle foto …

Con quella risposta, Harry riuscì a strappare un sorriso alla riccia amica.

E non hai ancora visto tutto! Esclamò Ron, mentre cercava di afferrare un ciuffo d’erba Al posto della croce, sulla tua bara c’è una saetta. Originale non trovi?

Come la scopa nella tua cassa. Certo che i gemelli non si smentiscono mai.

Il silenzio prese nuovamente il sopravvento.

Fa male esordì Harry, mantenendo lo sguardo fisso davanti a sé Mi sembra che il mio cuore sia andato in mille pezzi come uno specchio  e i suoi frammenti affilanti mi feriscono  dal dentro ad ogni pianto a cui assisto. E provo rabbia e… mi appare tutto così ingiusto. Liberò una risata amara. Noi, coloro che hanno definitivamente sconfitto Lord Voldemort, coloro che hanno sofferto tanti dolori e fatiche, che si meritavano una vita felice, siamo morti. Ingiusto.

Fece una pausa, poi riprese a parlare.

Però… però sono anche felice perché siamo stati capaci di dare una nuova vita a tutto il mondo. Pensa, Hermione, tu hai regalato a tuo fratello e alla tua famiglia la possibilità di vivere una vita fatta di pace. Quando entrerà nella scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts quel ragazzo non sarà più etichettato come un essere inferiore perché di nascita babbana ma sarà pari agli altri, e potrà frequentare le lezione senza paura di attacchi oscuri.  Ron, tu hai dato la possibilità a Fred e Geroge di continuare a fabbricare i più pazzi manufatti magici che faranno divertire migliaia di bambini, a Percy di intraprendere una nuova carriera al ministro, a Charlie di sposarsi finalmente, a Bill di godere della sua nuova carica a papà e ai tuoi genitori di festeggiare i loro quarant’anni insieme. 

Il sole iniziò a calare lentamente dietro l’imponente castello di Hogwarts.  

E tu, Harry? Hermione gli strinse la mano, rincuorata dalle parole del ragazzo.

Il moro non rispose e fece vagare il suo sguardo fino a farlo posare sulla figura di una donna dai capelli rossi in piedi davanti alla prima bara.

Tra le sue mani faceva scivolare un piccolo anello dorato, ma quando fece per rimetterlo sull’anulare della sua mano sinistra qualcuno la bloccò.

Era Luna.

“No, Ginny.”

A quelle parole le guance della giovane rossa furono rigate nuovamente dalle lacrime e si gettò tra le braccia aperte dell’amica, che la strinsero a sé in un abbracciò confortante.

Hermione strinse la presa della sua mano.

E’ forte.

Vorrei solo rivedere il sorriso di nuovo sul suo volto.

Sospirò Harry, distogliendo lo sguardo e alzandosi in piedi.

Lo ritroverà. Per te.

Il moro tornò a  posare il suo sguardo sulla sua giovane fidanzata.

“E comunque,  Harry non si sentirà solo lì sotto” le stava dicendo Luna, accarezzandole con lentezza i capelli “Ci saranno i Pulskin, dolci animaletti antistress, e le sirene gli terranno compagnia con le loro voci melodiose, che incantano chiunque le ascolti.”

“Ma non preoccuparti” si affrettò a proseguire la biondina”Harry è forte e ti amerà sempre, come è inciso sull’anello.”

“E’ vero” e Ginny sollevò il capo dal grembo dell’amica e sorrise.

Sorrise, dopo tanti giorni di sola tristezza,verso il sole calante, dando l’addio a quel giorno doloroso, e accogliendo la notte e l’alba di un nuovo giorno.

E Harry sorrise con lei.

Forza andiamo. Lassù ci aspettano.  Esclamò, tendendo le mani ai suoi due migliori amici.

Nello stesso istante uno strano rumore attirò la loro attenzione.

L’acqua del lago si era divisa a metà e isi era nnalzata sopra le tre bare, ora chiuse, fino poi a lasciarsi andare e portare con sé le bianche casse.

Tutto intorno c’era silenzio.

Certo però che è un’ingiustizia. Borbottò Ron, voltando le spalle alla scena e prendendo a camminare dal lato opposto.  Ci hanno ficcato sott’acqua e nessuno potrà mai vedere la mia splendida immagine. E magari la piovra gigante userà le nostre bare come stuzzicadenti.

Harry emise un risolino mentre Hermione sospirò esasperata.

Quanto sei tonto, Ronald. Neanche la morte ti ha cambiato. Replicò la ragazza. E’ impossibile smuovere le nostre bare perché, come quella di Silente, sono circondate da potenti incantesimi di protezione.

Il rosso, intanto, alle sue spalle la scimmiottava.

Certo che neanche tu, Mione, sei migliorata. Sei la solita saccente.

Almeno io un cervello però ce l’ho.

Ma prima che potesse replicare qualcosa di velenoso, Ron venne interrotto da Harry.

Buffo, non trovate?

Cosa?

Sono passati esattamente otto anni dal giorno in cui il Magico Trio si è formato.

E’ vero esclamò Ron Oggi è il 31 Ottobre.

E come allora, siamo insieme.

I due amici si limitarono ad annuire, continuando a camminare, ora in silenzio, in mezzo alla verde radura e perdendosi nei loro ricordi.

All’improvviso un’alta scala apparve davanti a loro.

Era tutta d’oro e si allungava verso il cielo, oltre le dorate nuvole.

Cosa?!  E  noi dovremmo fare tutti questi scalini?! Ma sono pazzi, lassù?!

Ron gemette sconsolato.

Non è detto che dobbiamo farcela a piedi! Esordì Hermione, avanzando di qualche passo

E sentiamo, sapientona, come dovremmo fare? Volando?

Esatto.

Eh?! Vedi per caso delle scope qua in giro?!  Le domandò ironico.

No, ma vedo un paio di ali sulle nostre spalle.

Cosa?!

Ron girò il capo e sgranò gli occhi quando notò due ampie ali fatte di piume bianche muoversi sulla sua schiena.

Hai ragione! Ma sono bellissime! esclamò Harry, saggiando subito l’emozione di volare senza scopa.

Fece un piccolo giro di prova, poi tese la mano ad Hermione, restia ad afferrarla.

Non aver paura. Affronteremo ancora una volta  insieme questa ultima prova che ci spetta.

Hermione rispose con un caloroso sorriso e afferrò la sua mano.

Forza allora. E si innalzarono in volo, seguendo la scia d’oro dell’alta scalinata lasciata dietro di sé mentre si ritirava.

Ah-Ah! Le mie ali sono più grandi delle tue, Harry. Si pavoneggiò Ron, volando davanti a lui per poi affiancare l’amica. Mi danno un’aria più virile, non trovi Mione?

La ragazza sbuffò mentre accoglieva la mano dl rosso tra la sua.

Almeno le mie non sono ricoperte da macchie. Lo rimbeccò Harry, dalla parte opposta.

Cosa?!  Noo!! Le lentiggini anche sulle ali, noooo!

Ridevano spensierati quando scomparirono oltre le nuvole.

:::::::::::::::::::::::::::::: fine::::::::::::::::::::::::::::::::

E’ UNA ONE SHOT MOLTO STRANA, MA MI È PIACIUTA MOLTO SCRIVERLA.

NON SO COME MI SIA SALTATA IN MENTE, È UN MISTERO, MA SPERO CHE VI SIA COMUNQUE PIACIUTA.

LASCIATEMI UN COMMENTINO, PLEASE (POSITIVO O NEGATIVO NON MI INTERESSA. VORREI SOLO CONOSCERE LA VOSTRA OPINIONE! ^__-)

GRAZIE!

BACIONI

MORFEa

(PS: CI VEDIAMO SABATO CON UNA NUOVA FANFIC, RIGOROSAMENTE DI STAMPO COMICO/ROMANTICO, SULLA COPPIA HERMIONE E RON.)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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