THE HOOLIGAN AND
THE GOOD GIRL
CAPITOLO 28
Un
uomo guidava, stanco, il taxi giallo. Fissava i bordi delle strade, in cerca di
un possibile cliente. Quella sera pareva che nessuno volesse farlo lavorare.
Poi...
“Buonasera!”
esclamò, fermandosi.
Fissò,
dapprima allegro e poi stupito, i due ragazzi che salirono a bordo. Lei aveva i
capelli rosati ed era vestita in modo elegante. Lui...aveva una faccia
famigliare. Molto.
“TU!!”
esclamò, indicandolo.
Il
moro spalancò gli occhi, interdetto. La ragazza accanto a lui, inarcò un
sopracciglio.
“Lo
conosci?” domandò, in un sussurro.
“Mai
visto in vita mia!”
“Invece
si! L’ultima volta eri con una biondina bella ed elegante!! Vi siete messi ad
amoreggiare senza ritegno sul mio taxi!!”
La
rosa si voltò, furente, verso di lui.
“ITACHI!!!!”
urlò, arrabbiata.
Il
giovane spalancò gli occhi, preoccupato. Biondina? Quale biondina?
“Ma...ma...si
sbaglia! Non ero io!!”
L’uomo
lo osservò ancora un attimo, per poi sussultare.
“S-scusi!!
Non è lei!! Ho sbagliato!! In effetti, l’altro ragazzo aveva i capelli molto
più corti dei suoi. Inoltre aveva un viso più dolce.” Si scusò, prendendo
subito in mano il volante.
Sakura
aggrottò le sopracciglia.
“Sta
parlando di Sasuke?” chiese, ingenuamente.
Itachi
osservò curioso, i taxista.
“Bhe...non
so il nome. So solo che ho lasciato quei due davanti alla casa degli Yamanaka.”
I
due ragazzi sorrisero.
“Bene.
Grazie.”
L’uomo
sorrise, imbarazzato.
“Non
mi dovete nulla! Vi ho accusato!!” proclamò, quando Itachi fece per porgergli i
soldi.
Il
ragazzo sorrise, ringraziandolo.
Osservarono
il taxi scomparire dietro l’angolo, e poi si girò.
Sakura
non c’era già più.
Sorrise
malizioso, entrando in casa. Quella strega doveva aver rubato le chiavi dalla
sua tasca.
“Sakura?”
la chiamò, comparendo in salotto.
Nessuna
risposta. Doveva immaginarlo.
Poi...
“Perché
non provi a cercarmi?”
Sentì
il respiro caldo di Sakura sul collo. Gli stava legando qualcosa davanti agli
occhi.
“Vuoi
giocare a mosca cieca?” domandò, giocoso.
Sentì
la risata cristallina di lei.
“Direi
di si...”
La
ragazza gli fece fare tre giri, per poi allontanarsi.
Vide
il sorriso farsi largo sul volto di Itachi.
“Mh...direi
che posso seguire il tuo profumo.”
La
ragazza trattenne la risata. Si era tolta il vestito, rimanendo in sottoveste.
“Mh...oppure
posso seguire il mio istinto.”
Trattenere
la risata era sempre più difficile.
“Oppure
userò il mio love power.”
Non
ce la fece a trattenersi oltre. Scoppiò a ridere, facendo avvicinare il
ragazzo.
Lui
l’afferrò, e l’attirò a se. Si slacciò il foulard e lo legò sugli occhi di lei.
La
fece scivolare lungo la parete, senza staccarsi da lei.
“Itachi...?”
lo chiamò.
Lui
sorrise, e la baciò.
“Dimmi...”
Sakura
si aggrappò alle forti spalle del giovane.
“Ti
amo...”
“Lo
so...”
Itachi
vide il sospetto farsi largo sul viso di Sakura, anche se lei aveva gli occhi
bendati.
“Lo
giuro.”
“Anche
io...davvero.”
La
ragazza rise, buttandosi su di lui.
“Sbagliato!
Quella è la mia guancia!”
Lei
cercò, divertita le labbra di lui.
“Aspetta
che ti aiuto...” le sussurrò.
Girò
il volto verso di lei, facendo incontrare le due bocche affamate e vogliose.
“Hiashi?”
Mikoto
si era portata davanti all’uomo, con sicurezza.
“Si?”
Anche
in un momento come quello non abbandonava la falsa immagine che tanto
faticosamente si era costruito.
“Non
voglio che mio figlio sposi la tua.”
Lui
le sorrise, amabilmente.
“Ormai
abbiamo un contratto...” sibilò.
Non
si arrendeva nemmeno di fronte a manifestazioni d’amore così sincere come la
fuga di Hinata, tre ore prima, con Naruto e al bacio di Sasuke ed Ino.
“Voglio
disdirlo.”
Erano
soli. Mikoto aveva raggiunto l’uomo nel salone in cui si era rintanato.
“Non
puoi.”
Mikoto
indurì lo sguardo.
“Si
che posso! E devi volerlo anche tu! Non vorrai che Hinata soffra come Hikari!!”
esclamò, avvicinandosi.
Lui
sussultò, sentendo il nome della donna, pronunciato in un momento come quello.
“Non
la tirare in ballo...” sibilò.
“Perché?
Perché hai forse paura di ammettere quello che lei ha fatto?” domandò, con
sarcasmo, la donna.
“Lei
non...”
“Cosa?
Non ti tradiva? Ma fammi il piacere! Sappi che anche Hinata lo farà! Non ama
Sasuke, come anche lui non ama lei.”
Hiashi
spalancò gli occhi.
“Non
vorrà stare con quel...”
“Quel
cosa? Naruto è un ragazzo adorabile! La
ama veramente, mentre Sasuke...” lasciò la frase in sospeso.
“Non
è all’altezza di Hinata!”
“È
lei a non essere all’altezza di sua figlia!!” urlò, una voce femminile,
facendoli voltare.
Sulla
soglia, disordinati e sporchi, c’erano Hinata e Naruto. Dietro di loro, Fugaku
Uchiha e i coniugi Yamanaka. Infine, Sasuke ed Ino. Quest’ultima aveva
pronunciato quella frase, arrabbiata.
“Stai
zitta, piccola ragazzina!” ordinò, lo Hyuga.
Ino
fece per ribattere, ma fu fermata dalla voce di Hinata.
“Non
ti rivolgere così alla mia amica!!” urlò, arrabbiata. Naruto la fissò stupito,
come il resto dei presenti.
“Tappati
la bocca, sciocca...”
Hanabi
aveva attraversato l’elegante salone, con sguardo annoiato. Si posizionò
accanto al padre.
“Stai
zitta tu, maledetta mocciosa!!” sibilò, tagliente, Ino.
Hanabi
la guardò male.
“Hinata.
Tu sposerai Sasuke come deciso.” Sbuffò, Hiashi.
La
corvina scattò di nuovo.
“No!
Non voglio! Non puoi obbligarmi!!”
La
risata gelida di Hanabi, fece ghiacciare il sangue nelle vene perfino a Miyu,
che in quanto a risata maligna, ne sapeva qualcosa.
“E
cosa pensi di ottenere, ribellandoti a papà? La sua...ammirazione?” domandò “O
forse, vuoi solo farti bella agli occhi di tutti. Hinata, affronta la realtà.
Tu sei nata solo per obbedire. Una come te non può ribellarsi.”
Naruto
fece per avvicinarsi alla giovane, ma fu anticipato da Ino, che raccolse tutta
la sua forza nella mano destra e schiaffeggiò la mora.
“Brutta
mocciosa arrogante!!”
Miyu
Yamanaka, nascosta, sorrise soddisfatta. Se non l’avesse fatto Ino, l’avrebbe
presa a schiaffi lei stessa.
“Non
dire mai più che Hinata è nata per obbedire, o giuro che ti ricreo quella
brutta faccia che ti ritrovi...”
Hanabi
era seduta a terra e si teneva una guancia, arrossata.
Hiashi,
anche se stupito, rivolse nuovamente l’attenzione sulla sua primogenita.
“Hinata?
Devi fare quello che ti dico.” Proclamò.
La
corvina sussultò. Quel tono le faceva paura. Le aveva sempre fatto paura, e le
avrebbe sempre fatto paura. Era una cosa segnata nel destino. Come il fatto che
lei non si sarebbe mai ribellata.
“Io
non penso che lo farà. Vero, Hinata?” la voce dolce di Naruto la fece
sussultare.
“Tu
non ti immischiare, ragazzo.” Borbottò, l’uomo.
“Invece
si. Hinata è la persona più importante della mia vita. La amo, e voglio stare
con lei. Forse, come ha detto lei, non sono alla sua altezza...” Ino fece una
smorfia “...ma penso che saprò renderla felice. Più di Sasuke.”
La
bionda, borbottò sottovoce (Ovvio, Sasuke è un cretino).
Hinata
aveva gli occhi spalancati per lo stupore. Fece per abbracciarlo, però, la
risata di Hiashi la bloccò.
“Oh
Hinata! Non vorrai credere a queste parole?! Sicuramente le aveva preparate
precedentemente. Questo ragazzo punto solo alla tua eredità.” Sibilò.
Se
Ino non fosse stata trattenuta da Miyu, probabilmente avrebbe picchiato pure
Hiashi.
“Gli
credo.” Sussurrò, Hinata, abbastanza forte da farsi sentire.
Il
padre spalancò gli occhi.
“Che
hai detto?”
“GLI
CREDO!!!” un urlo disperato.
Hiashi
si avvicinò alla figlia.
“Hinata
Hyuga! Tu non puoi ribellarti a me! Non l’hai mai fatto e non lo farai mai!!”
urlò, irato.
La
ragazza socchiuse gli occhi. Si voltò alla ricerca di qualcosa. Individuato si
avvicinò ad esso decisa. Lo afferrò, portandolo all’altezza del collo.
Un
coltello affilato.
“Hina-chan...?”
I tuoi capelli sono troppo
corti. Devono crescere.
Si papà.
Ma, Hinata, tu non odiavi i
capelli lunghi?
Oh, no Neji. Ti sbagli.
Naruto
osservò stupito la massa corvina che cadde a terra.
Hinata
rialzò il volto, arrabbiata.
“Ho
detto che non voglio sposare Sasuke. E non voglio più sottostare alle tue
regole. Basta!” strillò, lanciando a terra il coltello.
Ino
si lasciò cadere, stupita, su una poltrona.
Hiashi
Hyuga la imitò.
“Da
quando...” sussurrò, poi “...sei così forte?”
La
corvina sorrise, avvicinandosi a Naruto ed Ino.
“Da
quando loro hanno iniziato ad avere fiducia in me.” proclamò, stringendo la
mano al ragazzo.
Hiashi,
seppur stupito, sorrise.
“Assomigli
a tua madre. Ma non è giusto che tu soffra come lei. Non è potuta rimanere
accanto all’uomo che amava. Tu puoi farlo e devi farlo.”
Lo
Hyuga voltò il viso verso Mikoto.
“Annulliamolo...”
sussurrò.
La
donna sorrise, per poi correre ad abbracciare il figlio.
Sasuke,
rimase rigido, fra le braccia della madre.
“Oh,
piccolo mio! Come sono felice! Puoi stare con lei...” bisbigliò, commossa.
Il
moro sorrise, e ricambiò l’abbraccio.
“Grazie,
mamma.”
“Falla
felice...è un ordine.”
Il
giovane Uchiha alzò lo sguardo verso la bionda; stava parlando, con un sorriso,
con Hinata e Naruto.
“Ci
puoi contare...”
Mikoto
Uchiha sorrise, fiera di suo figlio.
Ino
comparì sul balcone della propria stanza mentre teneva fra le mani due tazze di
cioccolata calda. Ne porse una al giovane moro, seduto su una sdraio,
esattamente di fronte a lei, dopodichè si sistemò accanto a lui.
Rimasero
in silenzio ad osservare il cielo, troppo felici per quello che era successo
poco prima.
“Sai,
sono felicissima...” sussurrò, la ragazza, interrompendo quel silenzio.
Sasuke
si voltò ad osservarla, con un sorriso.
“Mh.
Ti sono mancato così tanto, Ino?” domandò, sarcastico.
Lei
rise, dandogli una lieve sberla sul braccio.
“Scherzi
a parte. Ero davvero distrutta.”
Lui
annuì.
“Lo
so. Me l’hai dimostrato...” disse, guardandola negli occhi.
Ino
arrossì. Lo sguardo carico di passione e desiderio di lui le aveva sempre fatto
quell’effetto.
“Mh...”
non aveva parole per trarsi fuori da quell’imbarazzo.
Il
moro sorrise. La fissò, silenzioso, per qualche minuto.
Fissò
il suo profilo, perfetto. Amava quel naso leggermente all’insù e quelle labbra
rosse.
Fissò
i suoi capelli, sciolti. Avevano il potere di incantarlo, perché lui amava i
capelli lunghi. Era sempre stato attratto dalle ragazze dai capelli lunghi.
Sempre.
Fissò
il suo fisico fantastico. Le curve giuste nei posti giusti, o almeno nei posti
che lui preferiva.
Infine
fissò i suoi occhi. La parte che preferiva di lei. Così chiari e profondi. Per
lui quegli occhi erano magnifici. Ogni volta che li guardava ne rimaneva
incantato e si perdeva a contemplarli. Probabilmente ne sarebbe rimasto
ammaliato anche il quel momento, se non che li vide scomparire dalla sua
visuale.
Rimase
leggermente interdetto, ma quando sentì un peso sul proprio corpo, sorrise.
“Che
fai?” domandò, in un bisbiglio.
Ino,
per tutta risposta, lo baciò.
Sasuke
si abbandonò al contatto di quelle labbra, lasciandosi guidare dai movimenti
languidi di lei. Perfetta ammaliatrice.
Sentì
le mani della giovane scorrere lungo il suo petto, che gli provocarono brividi
lungo la schiena. Dea della seduzione.
Le
afferrò la nuca, approfondendo maggiormente quel bacio.
La
ragazza gli sollevò la maglietta...
“Ragazzi?
Ops...”
I
due si staccarono, imbarazzati.
Kiba
era in piedi, sulla soglia della porta, con un mazzo di carte in mano.
“Ehm...disturbo?”
lo sguardo omicida di Sasuke gli bastò come risposta “Volevo solo dirvi che io
e gli altri stiamo facendo una partita. Oh, Ino...tua madre ci ha proposto di
rimanere a dormire, e abbiamo accettato!!” esclamò, scomparendo.
Sasuke
aveva la bocca spalancata. La bionda, ancora seduta accanto a lui, scoppiò a
ridere.
Si
alzò, e tirandolo, lo avvicinò a se.
“Andiamo...”
ordinò, abbracciandolo.
Sasuke
sospirò, afflitto.
Quando
entrò in salotto vide Kiba scatenarsi sul tavolo, insieme a Gaara, in un
balletto.
Ino
lo abbandonò, per correre dalle ragazze.
Lui
si avvicinò, lentamente, a Shikamaru.
Il
ragazzo con la coda lo guardò, per poi voltare il capo verso Ino. Vedendo il
sorriso sul volto della giovane, si voltò compiaciuto verso “l’amico
ritrovato”, ghignando.
“Ben
tornato, amico!!”
Il
moro rise, dando una pacca a Shika, che lo imitò.
* *** *
Miyu
Yamanaka si sventolava un ventaglio davanti al viso, sudato.
“Mamma...che
caldo...” sussurrò, facendo annuire concorde, le tre donne davanti a lei.
Mikoto
Uchiha, Yoshino Nara e Sanae Haruno.
Era
strano quel maledetto caldo. Tecnicamente erano ancora a marzo, quindi non si
doveva soffocare in quel modo.
Eppure
sembrava che le temperature fossero sballate.
“Come
vorrei essere al loro posto...” sussurrò, afflitta, Yoshino Nara, indicando i
ragazzi che sguazzavano allegramente in piscina.
Sanae
annuì, poggiando il mento su una mano.
“Piuttosto,
Sanae...Yukito quando ritorna?” domandò, Miyu, fissando l’amica.
La
donna sorrise, felice.
“Non
lo so di preciso!!! Ma uno di questi giorni!!” esclamò.
“NARUTO UZUMAKI! FERMATI O TI AMMAZZO!!!”
Le
quattro donne si girarono stupite.
Kiba
stava rincorrendo Naruto, che a quanto pareva aveva gettato il primo in acqua
di sorpresa.
Miyu
spostò lo sguardo sulle ragazze, sdraiate sotto il sole, con i libri in mano.
“Si
stanno impegnando...” sussurrò, Mikoto, con un sorriso.
Shikamaru
sbuffò, appoggiato al bordo della piscina. Osservava annoiato Gaara, Itachi e
Temari giocare a palla. Sembrava che si divertissero.
“Shi-ka-ma-ru?”
Sorrise,
voltandosi. Ino era inginocchiata dietro di lui, con un sorriso malizioso, in
bikini. Esageratamente sexy anche per uno super impegnato e Mr. Indifferenza
come lui.
“Che
vuoi, Ino?”chiese, seccato.
Il
fatto che ci fosse anche Temari davanti a lui, in bikini e bellissima, era un
enorme vantaggio per i suoi ormoni completamente sballati.
La
bionda rise, divertita. Si sedette accanto a lui, rimanendo solo con le gambe
in piscina.
“Mi
ero stufata di studiare, così ti ho raggiunto...” spiegò, fissandolo.
Lui,
dopo aver fatto spallucce, alzò lo sguardo verso il cielo rimanendo incantato
dalla bellezza delle sue nuvole, così candide e innocenti.
Lei
lo imitò, incuriosita.
“Shika?
Perché ti piace il cielo?” domandò, infine.
Lui
ci pensò su.
“Penso
perché è uguale da tutte le parti. Ma non è proprio il cielo a piacermi, ma le
nuvole...”
“E
perché?”
“Bhe...possono
viaggiare qua e la indisturbate.”
Lei
spalancò gli occhi.
“Vorresti
viaggiare?” domandò, totalmente scandalizzata da quella rivelazione. Pensava
che Shikamaru fosse un menefreghista, sempre annoiato e che non si sarebbe mai
alzato dal letto, se non fosse stato obbligato.
“Bhe...diciamo
che mi piacerebbe cambiare aria, qualche volta...” disse, imbarazzato.
“Perché
non ne parli a Temari?” chiese, allegramente, la bionda.
Lui
spalancò gli occhi inorridito.
“Sei
matta? Mi prenderebbe per un pazzo e mi mollerebbe seduta stante!!”
L’espressione
stupita di Ino fece largo ad un malizioso sorriso.
“Ma
che carino...sei cotto...”
Il
ragazzo boccheggiò, stupito dalla malizia della giovane.
“EHI! TEMARI?? SHIKA TI DEVE PARLARE!!!”
Ovviamente
Ino Yamanaka faceva sempre di testa sua. E non ascoltava nemmeno il suo
migliore amico.
“Ino,
ti ucciderò...”
“Sissi...voglio
souvenir, chiaro?”
Si
diresse verso il gazebo, dove le madri sedevano, con un sorriso divertito.
“Ino,
tesoro...non andare in giro così! Potresti scottarti!!” esclamò, la madre,
apprensiva.
Ino
sorrise rassicurante. Si chinò sulla bibita della madre e succhiò su per la
cannuccia.
“Scroccona...”
Lei
rise, girandosi verso il ragazzo che aveva parlato.
“Grazie...anche
io ti voglio bene.”
Sasuke
rise, divertito.
“Sasuke!
Insomma! Si può sapere dove eri finito?” Mikoto osservava il figlio,
arrabbiata.
Lui
sbuffò, per poi chinarsi e darle un bacio. L’espressione della donna mutò
subito.
“Oh,
mi vizi, tesoro...”
“Che
lecchino...”
“Grazie
fratellino...”
Itachi
li aveva raggiunti, accompagnato dalla fidanzata.
“Mamma!
Dammi un goccio di aranciata!!” la rosa si era buttata sulla bibita, sudata e
accaldata.
Sanae
rise divertita.
“Senti?
Come al solito non sono cambiate! Chiacchierano e non stanno mai zitte!!”
Inoishi
apparve in giardino, elegante nel suo completo nero. Dietro di lui un bell’uomo
dai capelli castani e gli occhi verdi.
“PAPA’????”
Sakura
era subito corsa vicino a Yukito, e dopo averlo guardato meglio gli era saltata
in braccio.
Sanae
imitò la figlia, facendo ridere divertiti gli altri.
“I-Ino...quello
è....”
La
ragazza annuì, fissando Itachi incuriosita.
“Allora,
confetto, chi è il famoso Itachi di cui mi hai parlato?”
Lei
sorrise, e indicò il giovane, che era più teso di una corda di violino.
Yukito
gli si avvicinò, con calma, studiandolo.
“Mh...”
Si
fermò davanti a lui.
Itachi
deglutì, agitato.
Mikoto
trattenne il respiro, preoccupata.
Un
silenzio carico di tensione.
“Piacere.
Io sono il padre di Sakura. Sono felice di conoscerti...”
Yukito
sorrise, allungando la mano al ragazzo, che sollevato l’afferrò.
“È
un onore per me conoscerla...”
Ino
sorrise, battendo le mani. Sasuke, sorridente, la prese in braccio per poi
correre verso la piscina e buttarla dentro.
Il
resto dei ragazzi risero divertiti.
Quando
Ino riemerse, fissò Sasuke, in piedi sul bordo piegato in due dalle risate.
“Maledetto...”
Si
sollevò, e lui, lasciandosi andare si fece buttare dentro, portandola con se.
Quello
stesso giorno, Naruto e Hinata rimasero addormentati sul materassino,
nonostante le urla di tutti.
Quello
stesso giorno, Sakura e Itachi parlarono per ore con Yukito.
Quello
stesso giorno, Karin e Kiba si dichiararono ufficialmente fidanzati, davanti a
tutti.
Quello
stesso giorno, Temari saltò al collo di Shikamaru, accettando la proposta del
giovane di compiere insieme un viaggetto.
Quello
stesso giorno, Sasuke ed Ino lottarono in acqua per un ora, con la vittoria
finale di lei, aiutata da Gaara.
Quello
stesso giorno, Sasori e la sua banda, raggiunsero i ragazzi a villa Yamanaka,
invitati da Ino.
Quello
stesso giorno, Sasuke accettò la pace del rosso, con un sorriso sulle labbra.
Quello
stesso giorno la felicità si poteva sentire benissimo. Ed era forte e
indissolubile come non mai...
E voi pensate che è finito, vero? E
invece no!! Perché sta stronza dell’autrice vuole fare pure un epilogo!!! Che
poi tanto epilogo non è...dico solo una cosa: che faticaccia scrivere sto
capitolo!!!
Ringrazio di cuore tutti quelli che
hanno recensito!! ;_; Vi adoro tantissimo!!!
Bene...allora ci ritroviamo tutti nel
prossimo capitolo!!! (L’ultimo....XD)
Per Rukia Hatake: Hikarigaoka, oltre
che personaggio di Ufo Baby, è anche un quartiere che compare in Digimon! XD
BACIOZZI
A DOMENICA
MIMI18