5.
“
E questa? ”
Sobbalzai
sentendo la sua voce dal nulla. Jane mi guardò e sparì in camera sua. Era una
bambina giudiziosa nonostante la tenera età.
Lui
indicò la foto del ballo studentesco: due giovani si stringevano e sorridevano pensando
che niente li avrebbe mai divisi. Si sbagliavano di grosso.
“
Ehm… Non è niente, curiosavo ”
“
Casualmente nel sito della scuola in quell’anno, durante quel ballo. “
Invece
di spegnere il computer l’avevo semplicemente bloccato e la pagina era lì, che
troneggiava su tutte le altre, la foto aperta e tutto il resto oscurato.
Che
cosa avrei dovuto dirgli? Una stupida canzone mi ha riportata a pensare a lui?
Come se in fondo non ci pensassi tutti i giorni.
Ero
costretta a convivere con il pensiero che un giorno mio figlio avrebbe visto
uno dei suoi tre idoli e io sarei stata lì, ammutolita a sperare che non mi
riconoscesse. Ma per quanto potessi ingannare con un aspetto differente, gli
occhi sono immutabili e identificabili, soprattutto quando un’altra persona li
ha guardati a lungo, e proprio per questo lui mi avrebbe riconosciuta.
Poteva
anche essere diventato a tutti gli effetti un adulto, eppure quello sguardo
nocciola aveva ancora sopito il giovane ragazzo che io conoscevo. E in fondo a
quelle iridi verdi-azzurre ereditate da mia madre c’era ancora quella ragazzina
dai capelli rossi e il sorriso beffardo, per questo mi avrebbe subito individuata tra la folla.
Ciò
che mi domandavo a volte era che uomo fosse diventato.
“
E’ stato un caso… ”
“
Sì, Josie, certo. “
Come
al solito infuriato si stese sul divano mordicchiandosi le labbra.
Un
tempo avrebbe preso lo skate e sarebbe corso da qualche parte, ma ormai si
considerava troppo vecchio per farlo.
Il
giovane ragazzo spensierato che conoscevo mai avrei pensato potesse diventare
un adulto tanto serio.
Mi
avvicinai e accovacciandomi vicino al divano iniziai ad accarezzargli i
capelli. Aprì gli occhi e per me fu come ogni volta una morte certa.
Ora
vedevo ancora l’adolescente preoccupato, quello colmo di rabbia e gelosia, che
si strisciava le ginocchia al suolo e sorrideva come se niente fosse.
“
Scusa, è stata una scenata inutile. Hai il diritto di vedere le foto che vuoi
quando e come ti pare… “
Sapevo
che ciò che pensava era l’esatto opposto. Non aveva mai dimenticato.
“
No, non dovrei pensarci… sono passati tanti anni in
fondo. E’ acqua passata. “
“
Non sarà mai acqua passata. “
Si
sedette e cercai di trattenerlo dall’alzarsi ma fu piuttosto inutile. Presi la
sua mano.
“
Andrew… “
Scrollò
la mia e se ne andò nel suo studio.
Mi
voltai verso il computer e mio figlio scese le scale. Era impossibile
sbagliarsi.
Sorrisi
con gli occhi colmi di lacrime, e fu inutile cercare di nascondersi.
“
Mamma? “
Era
un giovane uomo ormai. I capelli erano di un biondo-castano, li detestava e
voleva tingerli a tutti i costi. Aveva grosse spalle e due occhi verde scuro.
Un bellissimo sorriso.
“
Non è niente, non preoccuparti… dimmi. “
Cercai
di ricompormi agli occhi di mio figlio, era pur sempre una cosa triste da
vedere.
“
Hai ascoltato le canzoni? “
Annuii
e per un po’ rimasi a sentire le sue opinioni. Gesticolava molto quando
parlava, tendeva a mordersi le labbra o corrugare la fronte e usava molti
intercalari per esprimersi.
“
Ehm, quindi niente, ehm, avrei una.. uhm.. proposta. ”
“
Dimmi. ”
Prese
fiato e coraggio, chissà cosa doveva domandarmi di così importante. Sicuramente
c’entravano in qualche modo i blink o non avrebbe
preso come pretesto l’uscita del cd per parlarmene.
“
L’anno prossimo faranno un tour americano… posso uhm… andarci con gli altri? ”
Da
un lato la cosa mi colpì, dall’altro mi sentii sollevata dall’esonero di dover
sorbirmi un concerto. Avrei mandato sicuramente mio marito piuttosto di mettere
piede in un’arena, teatro, o qualsiasi posto dove avrebbero suonato loro.
“
Va bene. ”, vidi il suo voltò illuminarsi ma il mio sguardo lo spense. “ Ma
verrà papà. ”
“
Uhm.. perché non tu? Anche gli altri sono accompagnati, i genitori ti faranno
compagnia! ”
“
No, Matt, no! Queste sono le condizioni. ”, mi alzai chiarendo che per me la
faccenda era chiusa.
Tuttavia
era noto che l’arrendevolezza di un adolescente è pari all’importanza del suo
scopo, e in questo caso mio figlio non voleva demordere.
“
Mamma, per favore! Ehm… Farò i piatti e la tavola
fino all’anno prossimo! “
“
Abbiamo la lavastoviglie Matt… “, mi seguiva per
tutta la casa, qualsiasi cosa facessi.
“
Allora la tavola e porterò fuori più spesso il cane! “, si inginocchiò mentre
tentavo di uscire dalla lavanderia.
“
Levati di torno! Tanto la risposta rimane uguale! “
Sospirò
e mi fece passare, rimase alle mie spalle probabilmente con aria affranta.
Ad
un certo punto però cantò e lì mi paralizzai: “ Josie,
you’re my source of most frustation…
”
“
Cos’hai detto? ”
“
Ehm… è Online Songs. ”
Probabilmente
sbiancai. Non sapevo tutte le canzoni dei blink da
molto tempo ormai, preferivo ascoltarne alcune e poi lasciare che Matt mi
raccontasse tutte le sue conclusioni, senza addentrarmi nei particolari. Quella
doveva essere una delle sconosciute alle mie orecchie.
“
Ah. Chi la canta? ”
“
Mark.. se vuoi te la faccio sentire! ”
Non
feci in tempo a rispondere che si catapultò nel computer in sala, dove io
solitamente lavoravo, per metterla su. Ogni pc aveva
il suo predominio e inseriva le canzoni che ascoltava.
Ma
in quel momento fui più colta dallo spavento che impegnata a pensare quanto
dovessi limitare mio figlio. Fu invano correre, lo trovai con la faccia
imbambolata sul pc e le mani nei capelli.
Mi
avvicinai e la foto era ancora lì. Due ragazzi sorridenti che pensavano che
niente li avrebbe mai divisi.
“
Pronta per il grande giorno? “
Jane
mi scrutava dal retro dei suoi occhiali da sole mentre stese su un morbido
prato verde ci godevamo uno dei primi e numerosi caldi della California.
Avrei
voluto mangiarmi le mani piuttosto di dover parlare ancora una volta
dell’argomento ‘ ballo scolastico ’.
“
E’ inutile che non mi rispondi, mancano pochissimi giorni ormai. ”
Ne
ero consapevole. Mia zia aveva un calendario apposito su cui da un mese era partito
il countdown. Lei, la mia migliore amica, me ne parlava sempre.
Ed
infine il mio ragazzo non faceva altro che organizzare chissà cosa per la
fatidica serata alle mie spalle.
“
Thomas ha preso il vestito? ”
“
Sì, Jane, sì. E smettila di chiamarlo Thomas… ”
Jane
non l’aveva preso considerevolmente in simpatia e non osava entrarci in
confidenza. Io e lui ormai avevamo chiarito il nostro rapporto da un paio di
settimane, sempre nella mia camera che ormai era il nostro rifugio, e lei
ancora non si arrendeva all’idea che potesse essere solo una di quelle
relazioni passeggere e poco impegnative.
“
Chissà se arriverete al ballo… ”
Le
mollai un destro innocuo sulla spalla e lei mi diede un pizzicotto,
scompigliandomi successivamente i capelli.
“
Vuoi dire che dureremo ancora meno di una settimana? ”
“
Esattamente. ”
“
Confortante… ”
Proprio
in quel momento sentii un clacson e sapevo già chi fosse venuto casualmente a
prendermi.
“
Allora parlane con lui dato che è qui! ”
Mi
alzai per andarlo a salutare guardando la mia amica con l’aria di chi aveva
trionfato, e lei scosse il capo.
Mi
avvicinai all’auto e lui mi aspettava appoggiato allo sportello. Dallo stereo
una canzone di molti anni prima intonava qualcosa come «Oh, you’ve got
green eyes, oh, you’ve got blue eyes,
oh, you’ve got grey eyes!»
Lui
sorrise e ci baciammo a lungo.
“
Buongiorno bellezza. ”
Mi
sentivo come una di quelle ragazzine dei film squallidamente romantici in cui
casualmente il ragazzo per cui perdevano la testa finiva per essere il loro
fidanzato. Speravo di non trasformarmi in una triste versione zuccherosa e
romantica di me stessa come quelle protagoniste.
“
Che diavolo ascolti? Non pensavo ti piacesse roba del genere…”
Si
voltò e prima che potesse spegnere la radio dal finestrino si sentì chiaramente
«And I never met anyone quite
like you before..».
Chiamale canzoni azzeccate, pensai.
“
Era una stazione a caso.. a te piace? ”
Fondamentalmente
a parte i baci e i momenti di intimità o tenerezza, tra me e lui le cose non
erano per niente cambiate. Il rapporto di base si era semplicemente evoluto nel
meglio che entrambi avevamo cercato di reprimere. Come se finalmente avessimo
più libertà e potessimo ‘ respirare ’ sul serio mentre eravamo insieme.
“
A me non dispiace… ma come diavolo mi hai trovata? ”
“
Io so sempre dove trovarti! ”
“
Inquietante… ”, feci una facci schifata e mi diede un
colpetto sul naso mugugnando.
“
Devi stare qua a lungo con miss sotuttoio? ”, indicò
Jane e entrambi sforzarono un saluto. Risi e lo cinsi per la vita. Mi guardava
dall’alto del suo metro e ottanta e ciò che mi chiesi era se anche a me
brillassero gli occhi in quel modo o se fosse semplicemente il suo sguardo ad
essere così.
“
Pazienta. Ci vediamo stasera. ”
Mi
passò una mano tra i capelli e baciandomi la fronte sospirò.
“
Okay… Ma solo perché hai quei due occhi che… mamma mia, ti mangerei! ”, e detto fatto mi morse
dolcemente una guancia.
Iniziò
a riempirmi la faccia e il collo di baci e dopo una serie di moine e smorfie
stupide mi lasciò tornare da Jane con l’appuntamento per la sera stessa,
ovviamente a casa mia.
Quando
sfrecciò via la mia amica scoppiò a ridere e io non potei che imitarla.
“
Mai avrei pensato di vederti così, sul serio! ”
“
Eh già… nemmeno io. Sono diabetica, vero? ”
“
Un po’… ma no dai, siete teneri. ”
Ottenuta
finalmente anche la sua approvazione, passammo il pomeriggio a spettegolare su
persone della scuola, a indagare su vite sentimentali altrui - compresa la mia
- per finire a fare discorsi umani e filosofici.
Tornai
a casa stravolta e senza aver letto una pagina di Otello, ma pensai che erano
giornate così che mi davano la forza di sorridere.
“
Perché? ”
Sapevo
che cosa mi stesse chiedendo. Ritrovarsi davanti agli occhi un’istantanea in
cui la propria madre è al ballo scolastico con Tom DeLonge
non era esattamente tra i primi pensieri di mio figlio; spesso mi rimproverava
di non averlo mai conosciuto nonostante frequentassi la sua stessa scuola, e
ora si ritrovava sotto gli occhi quella foto.
Tentai
di trovare un escamotage e alzai le spalle dicendo “ Cosa? “
“
Lo sai, mamma. “
Si
alzò in piedi ed era alto almeno cinque centimetri più di me. Deglutii.
“
No, non lo so… “
“
Quello è Tom! Quel Tom, mà… “
Forse
la mia aria da finta tonta l’aveva convinto. In fondo la storia della mamma che
era amica o addirittura fidanzata con il tuo idolo era una fantasia facile da
smantellare.
“
Ah. Era un ragazzo che fece la foto con me… Buono a
sapersi! “
Matt
represse tutto lo sconcerto scrollando il capo e infine scoppiò a ridere.
“
Mia madre ha conosciuto Tom DeLonge e io no! Non ci
posso credere! “
Ridacchiai
anche io, irrequietamente. Avevo i nervi a fior di pelle. Per fortuna il mio trucchetto era riuscito a eludere ogni sua immaginazione,
per quanto fervida potesse essere.
Non
disse più niente e probabilmente un po’ sbalordito dalla faccenda se ne andò in
camera sua.
Jane
tornò proprio in quel momento e come se non bastasse vide anche lei la
fotografia.
“
Chi è mamma? “
“
Un… vecchio amico. “
Si
concentrò sull’immagine e rimase a pensare per un po’.
“
Quella sei tu quindi? “
Annui
mentre studiava alternativamente me e il mio volto nella foto. Mi avvicinai al
computer e le accarezzai i capelli.
“
Ah. “
“
Sono diventata vecchia, lo so. “
Mi
sorrise e andò in cucina mentre io chiudevo e spegnevo definitivamente
quell’infernale aggeggio che per oggi mi aveva causato fin troppi guai.
Mia
figlia disegnava tranquilla sul tavolo. La cena era quasi pronta. Tutto
sembrava quasi tornare alla normalità, finalmente. Feci appena in tempo a
tirare un sospiro di sollievo, quando mi chiamò.
“
Dimmi Jane… “
I
bambini spesso notano quei particolari che nessuno riesce a vedere. Ti lanciano
le frecciatine che mai vorresti sentire, ma lo fanno ingenuamente e con innocenza.
Dicono
sempre la verità, ecco qual è il loro pregio. Non sempre i pregi però riescono a
fare del bene.
“
Comunque quel tuo amico assomiglia a Matt. “
Shapespace: ci ho messo un’infinità
di tempo ad aggiornare perché purtroppo mi si era rotto il pc
D: per fortuna avevo salvato la storia anche su chiavetta e non ho perso
niente! Scusate per non aver postato prima e spero che questo capitolo vi
piaccia (:
Alla prossima~