8. Galà e novità
- One day baby, we’ll be old...Oh
baby, we’ll be old and think about the stories that we could have
told – cantavamo come due scemi Logan ed io in macchina. Stavamo
andando a prenderci qualcosa di caldo, in un locale a Porta Genova,
il martedì della settimana a seguire dell'epica sbronza di
gruppo.
Ci stavamo ancora frequentando, e vedendoci tutti i giorno
a scuola, ovviamente non passavamo tutti i pomeriggi insieme, ma quel
giorno ne avevamo approfittato. Avevamo stabilito un equilibrio, e
tutto sembrava andare nel verso giusto.
- Ci credi che è un uomo
a cantare.?? - commentai basita come al mio solito per quella
consapevolezza.
- Ma va, è una donna scema – ribatté lui.
-
No, no, ti giuro.!!Guarda dopo ti faccio vedere su internet.! -
insistetti convinta delle mie parole.
- Va bene, dopo vediamo sul
telefono. Io ho le mie perplessità – insistette lui - Comunque
venerdì sera hai progetti.?? - domandò poi curioso.
- Più o
meno – risposi vaga.
- Più o meno cosa vorrebbe dire.?? -
chiese ancora.
- Vuol dire che a mezzanotte vorrei esser in piazza
che Mariamarta compie 18 anni e stappiamo lo spumante per festeggiare
– gli dissi più precisamente.
- Mhmm...quindi se tipo ti
rubassi alle 18,30 e ti portassi in piazza per mezzanotte meno dieci,
per te andrebbe bene giusto.? - continuò a domandare.
- Logan
parla chiaro – cercai di tagliar corto io, ma giusto in quel momento il
ragazzo si parcheggio e con un veloce – Ne parliamo dentro – e un
sorriso, scese dalla macchina.
In poco meno di 5 minuti eravamo
già seduti ad un bel tavolino a scegliere qualcosa di buono da
bere.
- Io una bella cioccolata bianca e una fetta di strudel, te
signorina.? - disse posando il menù sul tavolo.
- Cioccolata
classica con una fetta di torta cioccolato e fragole – affermai
sorridente.
- Mi scusi lei, ieri non affermava di esser a dieta.?
- mi prese in giro.
- Ssssh.!! dettagli... - replicai – Spara
piuttosto cosa hai in mente per venerdì – ritornai sull'argomento
precedentemente inconcluso – di quel che mi ricordo dovresti esser
a un gala con tua sorella, zii ecc per l'inaugurazione della filiale
dell'azienda. qui a Milano. Per l'evento arriva pure Jackson, il
ragazzo di Anne dall'America – gli feci notare.
- Esatto. Cavoli
sei informata...fatto sta, vorrei che mi accompagnassi – disse
semplicemente.
- Stai scherzando.? - domandai stupita.
- No.
Perché dovrei.?? - chiese in replica perplesso lui.
- Logan, Anne
è da Berlino che mi parla di questa serata, è una cosa seria,
importante – cercai di fargli notare.
- Lo so, e vorrei che tu
fossi affianco a me, come per Anne ci sarà Jack – constatò
semplicemente. Rimasi senza parole. Era da pazzi paragonarmi a Jack,
dato che lui ed Anne stavano insieme da più di tre anni, mentre io e
Logan non eravamo nemmeno una coppia – Ti prego Vicky... mezzanotte
meno dieci siamo in piazza così da fare gli auguri a Mariamarta. Per
me è importante è voglio te al mio fianco - mi supplicò
dolcemente. Resistergli fu impossibile.
- Ok, va bene. Chiedo a
mamma se posso venire – mi arresi.
- Perfetto.!! - disse
vittorioso – Mi scusi, qui avremmo scelto – richiamò a seguire
l'attenzione di una cameriera.
Mercoledì mattina Alice,
Felicia ed io avevamo deciso di saltare scuola per dedicarci allo
studio. Mentre trascrivevo al meglio i miei appunti di Inglese e Cici
cercava di ripetere la lezione di arte, Alice d'un tratto distaccò
lo sguardo dal suo libro di francese e dichiarò – Mi sto sentendo
con Simone –
Ovviamente io e la mia amica ci guardammo
immediatamente spaesate, per poi posare il nostro sguardo su Alice.
-
Scusa ma Simone chi.?? - chiese perplessa Cici.
- Parli di
Simetti.?? - domandai nel frattempo anch'io.
- Simetti.?? e chi è
questo.?? - richiese Felicia.
- Ferme, ferme...adesso vi spiego –
ci calmò l'altra ragazza – Si Vicky, parlo di Simetti – mi
confermò inizialmente, poi si girò verso Felicia – Settimana
scorsa alla Mondadori io, Vicky e Teo abbiamo incontrato questo
Simone Simetti, un mio vecchio carissimo amico. Come Vicky sa, io e
lui avevamo perso i contatti negli ultimi anni, ma una volta eravamo
legatissimi. Anzi, in verità ci piacevamo pure, e non poco, ma io
ero piccola e la differenza di età, ai tempi era troppa – raccontò
per iniziare – Fatto sta che da quando ci siamo rivisti l'altra
settimana abbiamo iniziato a scriverci, prima su FB poi via
messaggio. L'ho sento praticamente ogni qual volta abbiamo due minuti
di tempo per scrivere – disse in seguito.
- Mhmhm....e Fabri.??
già scordato e tutto.?? - domandò titubante l'amica.
- No, certo
che no... Fabri è Fabri, ma è finita. È finita anche da prima che
chiudessimo. Non sto dicendo che mi sto già frequentando con Simo e
che abbia già dimenticato Fabri, vi volevo solo dire che ho iniziato
a sentirmi con questa persona, e che nel momento in cui io scrivo con
lui, sto bene, non penso a quanto mi venga da piangere per la fine
della mia storia, e che se per caso mi chiedesse di uscire,
sicuramente non gli direi di no. Ecco tutto -cercò di spiegarci
nervosa. Non le piaceva l'idea che si pensasse male dei suoi affari,
e soprattutto non le piaceva l'idea di esser considerata come una
facile da noi che eravamo le sue migliori amiche, ma ovviamente dopo
l'iniziale incomprensione sia io che Felicia cercammo subito di darle
il nostro appoggio.
- Tesoro non intendevo quello. Volevo
semplicemente capire come stava per bene la situazione – si
giustificò l'amica.
-Quoto Cici. Ma comunque, se sei felice di
questa cosa, io sono felice per te. Davvero. Non saremo noi
sicuramente a giudicarti. Chiaro.? - le confermai io. Alice annuì
sorridendo e tornammo tutte al nostro studio intenso.
Era
incredibile quanto rilassante fosse studiare in loro compagnia.
Per
l'una ordinammo cinese e davanti a una puntata di “Grey's Anatomy”
ci concedemmo finalmente una pausa. Era il finale della 2° stagione,
dove veniva organizzato un grande ballo in ospedale per la nipote del
primario: ci fu impossibile non commentare i lunghi e meravigliosi
abiti dei personaggi.
- Vedete, ogni volta invidiamo come pazze il
fatto che in America ci sia questa tradizione dei balli e dell'abito
lungo, e adesso che abbiamo sabato l'occasione di metterne uno, siamo
in crisi più totale – disse alterandosi Cici.
- Ahahah questo è
vero. Cavoli, Mariamarta non poteva scegliere un altro tipo di
obbligo per la sua festa.? - domandò retorica Alice – Comunque,
voi l'avete trovato il vestito.? - chiese a seguire.
- Io non
ancora, vado domani pomeriggio in centro a vedere qualcosa –
rispose Felicia.
- Io si, me l'ha prestato un'amica di mamma. Il
problema è piuttosto che me ne serve un altro per venerdì – dissi
preoccupata. Non potevo mettere due sere di seguito lo stesso
vestito, e poi desideravo qualcosa di speciale per quel venerdì
sera. Non era una festa privata come quella di Mariamarta: ci
sarebbero state persone importanti, la stampa, e avrei finalmente
conosciuto gli amorevoli signori Calligan.
- Perché per venerdì
sera.?? - domandarono in coro le mie amiche.
- Logan mi ha chiesto
di accompagnarlo al party di inaugurazione – annunciai.
- Che
cosa.?? Ma allora è ufficiale.!! -esclamò in credula Felicia.
-
Ufficiale.?? Di cosa parli.?? - chiesi perplessa.
- Andiamo
Victoria. Sta volta ho capito pure io – iniziò Alice – è
ufficiale che voi due stiate insieme - mi spiegò sorridente.
-È.??
Ma va, cosa dite. Non ha detto assolutamente niente del genere, mi
ha solo chiesto di accompagnarlo – replicai convinta.
- Tesoro,
ci sarà la stampa internazionale. Pensi davvero che una persona come
Logan Calligan, si possa presentare davanti a tutti con una persona
che non è la sua ragazza.? Ma dai... - mi fece notare Cici. Io
rimasi perplessa, e non ebbi più parole per controbattere.
-
Fatto sta che non ho un vestito per l'occasione – aggiunsi
solamente, tornando a concentrarmi sul film.
- No ragazze.!!
Cavoli l'avevo scritta quasi giusta – mi lamentai buttandomi sulla
panca.
Giovedì, sesta ed ultima ora di scuola. Avevamo appena
finito il compito in classe di matematica e ci stavamo preparando per
la lezione di ginnastica.
- Cosa avevi scritto quasi giusto.?? -
Chiese Anne entrando nello spogliatoio.
- La definizione di limite
per x che tende a 0 di f di x uguale a L – spiegò Ilenia al posto
mio.
- Bhè, dai è solo una definizione... a parte questo
com'è andata.?? - domandò ancora speranzosa la ragazza.
- Na
merda – rispondemmo in coro io e l'amica.
Quell'ultimo anno
matematica, per me ed Ilenia, era diventata ancora più un supplizio
rispetto al solito. Non avevamo ancora visto una sufficienza, e
stentavamo a credere di vederle in arrivo. Peccato che quell'anno
l'opzione debiti a settembre non esisteva data la maturità.
- C'è
ragazze io sono veramente preoccupata. In matematica ho la media del
2/3... come cazzo mi ammettono alla maturità così.?? - dichiarò
disperata Ilenia sedendosi accanto a me.
- Bhè almeno tu hai solo
matematica sotto. Io cosa devo dire.?? Rischio matematica, che
comunque almeno è una materia che è quasi sicuro non ci sia
quest'anno, ma ho ben due lingue sotto. C'è renditi conto,
Matematica potrebbe passare, ma le lingue ragazze.?? Ce io rischio
seriamente di non esser ammessa – constati seria e preoccupata. Non
era mai stata tanto la maturità a spaventarmi, quanto l'ammissione,
e nelle condizioni in cui mi trovavo era veramente in dubbio.
-
Victoria per l'amor del cielo. Siamo al 18 di ottobre, non al 18 di
maggio. Hai ancora non so quanti mesi davanti per recuperare tutto. E
pure tu Ile con matematica – ci rimproverò Ester.
- Quoto
quello che ha detto – concordò Melissa.
- Si bhè ragazze, va
bene che abbiamo tutto il tempo del mondo però è comunque il caso
di metterci sotto. Alla fine è la pagella del primo trimestre che va
in mano alla commissione – ci fece notare Valentina. Non era stata
sicuramente una frase rassicurante, ma cosa si poteva fare, lei era
così. La secchiona della classe, quella che per un 7 rispetto a un
8, in un compito doveva la media della classe era 3, si metteva a
piangere. Non era cattiveria, era però una cosa, a detta mia,
masochista e insana per chi le stava accanto, me compresa.
-
Grazie Vale, devo dire che così la tiri su di morale sicuramente –
la rimbeccò Caterina.
- Era solo per darvi un consiglio realista
– le rispose lei rifacendosi la coda e finendo quindi di preparasi
per la lezione.
- Smettetela tutte quante. Bisticciare così tra
di noi non ha senso. Dobbiamo semplicemente riprenderci e
tranquillizzarci tutte. Vedrete che ce la faremo. Ok.?? - propose
diplomatica Elena. Tutte, anche chi non aveva preso parte alla
conversazione, sorridemmo e annuimmo, e ordinate uscimmo dalla
stanzino.
Il pomeriggio seguente, dopo le ultime due ore
passate a esser interrogate con la severa e temibile Cavallero,
professoressa di arte, e dalla pazza ma simpatica Fassari, mi dovetti
anche sorbire un giro in centro, poco fruttuoso, alla ricerca di un
vestito per l'importante serata.
Ovviamente non avevo trovato
nulla di adeguato all'occasione o al mio portafoglio, e rassegnata
tornai a casa pronta a chiamare Anne per supplicarla di prestarmi
qualcosa di suo, oppure come ultima spiaggia di usare il vestito che
avrei dovuto indossare anche la sera seguente al compleanno di
Mary.
- Ciao ciccina – mi sorprese mia madre entrando in casa.
-
Mamma ciao – le dissi abbracciandola – Cosa ci fai in casa.?? Non
dovresti esser al lavoro.? - chiesi stranita. Il venerdì sera
solitamente non rincasava prima delle 21.
- Mi ero dimenticata di
avvisarti, scusami tesoro – mi spiegò velocemente lei –
comunque, com'è andata oggi.?? Scuola.?? Shopping.?? - iniziò
subito a indagare.
- Mhà...scuola bene, mi ha interrogata in arte
e bho...la sufficienza dovrei averla, ma lo sai com'è la Cava, il
voto me lo dice la prossima volta. Italiano invece 8 – iniziai a
raccontarle.
- Brava amore. Ma va bhè in Italiano e storia hai
sempre buoni voti – constatò lei con quel luccichio di fierezza
che speravo non si spegnesse mai.
- Già...mentre lo shopping uno
schifo. Non ho trovato niente. Anzi devo subito chiamare Anne perchè
Logan sarà qui per le 18, e sono già le 16,45. Se Voglio farmi
prestare qualcosa da lei mi devo muovere – constatai rassegnata.
-
Non credo ce ne sarà bisogno sai?? - mi disse mamma attirando la mia
attenzione. Sorrise divertita, e mi fece segno di seguirla in camera.
Arrivata guardai istintivamente sul letto dove vi era un immenso
pacco bianco avvolto da un nastro azzurro. Sul fiocco un bigliettino.
Lo presi immediatamente tra le mani e lessi mentalmente “Anne
dice che capirai e apprezzerai. Io nel vederlo ho solo pensato che ti
starà divinamente. Con affetto L.”
Guardai istintivamente mia madre stupita e perplessa e aprì il
pacchetto. Dentro, incredibilmente, l'abito blu di Valentino, che
avevo visto e di cui mi ero innamorata a Berlino insieme ad Anne. Lo
tirai fuori con cautela e lo feci aderire al mio corpo in modo da
contemplarlo al meglio. Lungo, senza spalline, con una delicata
scollatura a cuore. Aderente fino a sotto il sedere e poi a morbido
con uno strascico di circa un metro. Schiena totalmente scoperta.
-
L'ha portato Anne verso le 16. Ha detto che questo ti sarebbe
sicuramente stato utile. Cavoli...devo dire che ha gusto la ragazza –
spiegò e commentò eccitata mia madre.
- No mamma tu non puoi
capire. Questo vestito l'ho visto con Anne a Berlino. Ce ti rendi
conto.?? E non è un regalo suo ma di Logan... - le precisai ancora
basita.
- Bhè allora devo dire che Logan ci tiene al quanto a una
tua impeccabile presenza sta sera. Ti consiglio di prepararti sai.?
Sono quasi le 5 e ti conosco: devi lavarti, farti i peli, i capelli,
truccarti...un'ora non ti basterebbe mai. Quindi su, muoviti, fila in
bagno.!! - disse mamma prendendomi il vestito dalle mani e
spingendomi fuori dalla camera.
Non riuscivo a ricordare
l'ultima volta che mi fossero tremate così tanto le mani.
Erano
le 18,40 e da ben 10 minuti le mie mani non facevano altro che
tremare.
- Nervosa.? -mi chiese dolcemente Logan prendendomi una
mano. Lo guardai imbarazzata e accennai un falsissimo no con la testa
– Ahahah non riesci a mentire sai.? - continuò lui retorico.
-
E che stavo rimunginando su delle cose che mi ha detto Cici...sai la
stampa, i tuoi zii, le persone importanti...e io con un vestito sui
cui ho paura di rovesciare accidentalmente qualcosa o inciampare:
tutti casi in cui finirei di metter non solo in imbarazzo me stessa
ma anche te e la tua famiglia – cercai di spiegargli.
- Vicky,
ma smettila. Non succederà nulla di tutto questo. Se starai per
cadere io ti sorreggerò e se invece ti macchierai...bhè quello so
per certo che mia sorella avrà qualche suo magico rimedio a portata
di mano. ok.?? - mi cercò di rassicurare lui, e io cedetti alle sue
parole. Mi avvicinai lentamente e gli posi un dolce bacio sulle
labbra.
- Quando scenderemo da questa limousine prometto che non
ti lascerò un attimo...a meno che non debba andare in bagno è ovvio
– aggiunse divertito e io non potei che ribattere con un pugno
sulla spalla.
- Ahia...vaccino piano piccola, sai che fai male.??
- si lamentò il ragazzo massaggiandosi la spalla.
- Era quello il
mio intendo – constatai divertita.
- Sei proprio una
peste...Comunque vada, Arthur si è preso il compito di spostare poi
la tua borsa con i vestiti di ricambio per dopo, nella mia macchina,
almeno quando arriverai in piazza noi distoglierai l'attenzione di
tutti dalla festeggiata. Credo che chiunque, vedendoti vestita in
questo modo potrebbe morire d'infarto per quanto sei bella. O
d'invidia, soprattutto le ragazze – mi disse poi sorridendo.
-
Vedo che hai pensato proprio a tutto. Grazie – risposi sincera.
Sapere che primo o poi quella serata sarebbe finita, e che
fortunatamente l'avrei passata anche tra qualche faccia amica mi
rasserenò un sacco.
Qualche minuto dopo l'autista ci avvisò
gentilmente che tra a breve saremmo arrivati all'entrata del Park
Hyatt, lussuoso albergo milanese situato a pochi metri dalla galleria
Vittorio Emanuele. Quando la macchina si fermò Logan si porse
velocemente per accarezzare le mie labbra con le sue e dopo di che la
portiera si aprì.
Per primo ovviamente uscì il ragazzo, e subito
dopo mi porse la mano per far scendere dalla Limousine anche me.
Quello a cui mi ritrovai davanti fu uno scatto dopo l'altro di Flash,
che incredibilmente non davano poi nemmeno così fastidio, quanto
l'avrebbe fatto uno singolo.
Logan, sempre stretto alla mia mano
fece qualche passo verso il centro del tappeto rosso, e io lo seguì
attentamente a ruota, senza mai smettere di sorridere (come avevo
imparato dalle varie celebrità sulle riviste di moda). Lì ci
fermammo per qualche istante, in modo da immortalarci come meglio
avrebbero potuto fare i paparazzi. A quel punto la mano di Logan non
avvinghiava più saldamente la mia, ma ben sì il mio fianco, e
nell'attimo prima di riprendere il passo verso l'entrata e verso la
fine degli scatti, sorprese tutti, me compresa, posandomi un veloce
ma dolce bacio sulle labbra.
Non commentai al momento il gesto,
preferì rimanere in silenzio sull'accaduto, sopratutto perché il
ragazzo fin da subito dopo aver varcato le porte del palazzo, iniziò
a presentarmi donne e uomini che di quel che avevo capito lavoravano
per l'azienda.
Quando finalmente arrivammo alla Cupola, ovvero il
luogo principale dove si svolgeva l'intero gala, riuscì a sentirmi
più tranquilla nel vedere l'allegro e decisamente amichevole volto
di Anne avvicinarsi nella nostra direzione.
- Tesoro.!!! Che bello
vedervi, temevo non arrivaste più.!! - disse la ragazza
abbracciandomi – Comunque, Vicky vorrei presentarti una persona:
Jack amore questa è Victoria. Vicky questo è Jackosn il mio ragazzo
– Proclamò Anne indicandoci l'un l'altro.
- È un piacere
conoscerti finalmente – dissi sincera stringendoli la mano – ho
sentito tanto parlare di te – aggiunsi.
- Il piacere è mio
Victoria, posso dire esattamente la stessa cosa su di te -replicò
lui. Sorrisi gentilmente, quando mi accorsi che avevo appena tenuto
una conversazione in Italiano, con un ragazzo che teoricamente doveva
sapere solo l'inglese.
- Scusa se te lo chiedo, ma com'è
possibile che noi due stiamo parlando in italiano.?? O più che
altro, che tu lo parli così bene – chiesi curiosa. I tre
scoppiarono a ridere bonariamente.
- Mia madre è innamorata
dell'Italia. Studio l'italiano da quando avevo 6 anni - spiegò
semplicemente Jack.
- Scusate, noi vi abbandoniamo un attimo, c'è
ancora qualcuno che freme dal conoscere Victoria – Disse Logan
prendendomi per mano e mi trascinò con se verso il piano bar. Era
arrivato. Il momento che più mi intimoriva dell'intera serata:
conoscere gli zii di Logan. Erano tutto ciò che più si avvicinava
alla figura dei genitori per i due ragazzi, e spesso e volentieri
Logan ne parlava come i loro salvatori e non riusciva a non
idolatrarli. Significavano davvero molto per lui, e per quello
conoscerli mi mise così in soggezione. Gli riconobbi da lontano,
grazie alle foto viste su Vouge, ma dal vivo, come i nipoti erano di
una bellezza indescrivibile. Lei alta, slanciata, con le curve al
punto giusto. Dei capelli color rosso fuoco che le arrivavano fino
alla vita, mossi come le onde del mare e due occhioni azzurri che
risaltavano sul suo viso che sembrava di porcellana. Lui invece, era
la copia di Logan, alto muscolo, ma non troppo, capelli neri,
pettinati per l'occasione e quelle due pozze verdi smeraldo come
occhi. Se lo zio gli assomigliava così tanto, non riuscivo a
immaginare come avesse potuto assomigliarli il padre.
- Oh ecco il
nostro ragazzo – esclamò l'uomo aprendo le braccia verso Logan –
allora caro, pronto per il discorso.?? È tutto in mano tua lo sai,
sta sera io non mi metto in mezzo – disse abbracciandolo.
-
Tesoro, ti prego... sarà già agitato per i fatti suoi, così li
metti solo più ansia addosso – lo rimproverò la donna.
-
Tranquilli, mi sono preparato psicologicamente oramai – disse
scostandosi dallo zio e abbracciando la moglie – Però prima del
grande momento, ci tenevo a presentarvi una persona. Zio, Zia questa
è Victoria. Victoria loro sono mio Zio Richard e mia Zia Phoebe –
strinsi la mano alle due figure e fui subito folgorata dalla loro
gentilezza.
- Finalmente ti conosciamo cara. Oramai pensavamo che
Anne avesse un'amica immaginaria – commentò divertita la donna.
-
Ma soprattutto che iniziasse ad avere pure le visioni – aggiunse
l'uomo – Piacere Victoria – concluse poi lasciandomi la mano.
-
Il piacere è mio signori, ma in che senso visioni.?? - domandai
perplessa.
- Il nostro Logan non ci rende troppo partecipe della
sua vita privata diciamo. Ma fortunatamente abbiamo la sua cara
sorellina che ci spiffera sempre tutto. Diciamo che se avevamo dato
per scontato che Logan ti portasse qui, non era sicuramente grazie a
lui – mi spiegò zia Phoebe guardando con finto rimprovero il
ragazzo.
- E su queste simpatiche rivelazioni, io andrei a fare un
altro giro, non ho ancora salutato tutti. Vieni con me Vicky.?? -
cercò di svignarsela il ragazzo porgendomi il braccio. Scossi la
tessa sconsolata, saluti Richard e Phoebe, e me ne andai con il
ragazzo.
- E così non parli di me in giro...- chiesi tra il
curioso e il perplesso.
- Non è che non parlo di te in giro,
semplicemente non sono mai stato un tipo da gossip. Mi faccio gli
affari miei, non spiattello tutto in giro. Chi sa di noi due, l'ha
capito, l'ha visto o saputo da te. I miei zii non ci hanno visto, non
l'hanno saputo da te e io mi sono fatto gli affari miei; invece Anne
gli ha detto un po' di cose. Non è stata cattiveria – iniziò
subito a giustificarsi il ragazzo, quasi con fare arrabbiato.
-
Hej frena stallone – dissi divertita – mica mi sono offesa. E poi
mi pare che oggi io sono qui e tu me gli abbia appena fatta
conoscere, tra l'altro in un momento in cui mi sento estremamente
carina, con un vestito di Valentino addosso. Potrei mai lamentarmi.??
- conclusi sorridente. Il ragazzo finalmente si rilassò e come già
aveva fatto in precedenza si sporse per baciarmi dolcemente,
stupendomi ancora una volta del gesto.
- Siamo in luogo pieno di
giornalisti, e paparazzi. Se continui a baciarmi così davanti a
tutti, finiranno per pensare che stiamo ufficialmente insieme – gli
feci notare.
- E chi ti dice che non sia esattamente ciò che
voglio.?? - rispose lui sicuro, prima di dedicarsi a una
chiacchierata con i Jefferson.
Un paio di drink, foto,
discorsi ufficiali, centinaia di applausi e brindisi dopo, mi
ritrovavo finalmente nella amata BMW di Logan, insieme ad Anne e
Jack. Per una volta ero seduta nei sedili posteriori insieme alla mia
amica, intente a cambiarci da quei meravigliosi abiti per infilarsi
in dei comodi jeans e canotta.
- Ore.?? - chiesi infilandomi la
maglietta.
- Meno 20. Vai tranquilla 5 minuti e siamo in piazza –
mi rassicurò Logan.
Dopo la sua ambigua frase durante il
ricevimento, mi ero un po' persa sul nostro rapporto. Non riuscivo a
capire se fosse stata un'ufficializzazione il fatto di avermi portata
a quel party, avermi presentata a tutti, e essersi fatto fotografare
sempre con me, anche nelle foto di famiglia, oppure solo un passo in
avanti verso un rapporto serio.
Qualche minuto dopo eravamo in
piazza insieme al resto delle persone della zona, tutti pronti a
festeggiare la nuova diciottenne.
Mariamarta aveva portato le
torte, le bottiglie di champagne e alla mezzanotte iniziammo a
cantare tutti in coro uno stonato “tanti auguri”
- Buon
compleanno bionda – dissi abbracciandola una volta che la
situazione si era calmata, ed erano tutti presi a mangiare la propria
agognata fetta di torta.
- Sai che mi devi raccontare tutto di sta
sera vero.?? - disse in risposta la ragazza.
- Ahahah che scema –
commentai divertita – faccio domani pomeriggio davanti a un
caffè.?? Oggi è la tua serata, chiaro.? A me non si pensa – la
rimproverai.
- Ok, ok...aspetterò fino a domani – accettò con
un velo di protesta nella voce. Ci sciogliemmo dall'abbraccio e mi
affiancai al mio accompagnatore.
- Allora piaciuta la serata.?? -
mi chiese circondandomi le spalle.
- Si, direi di si, ma...-
inizia a dire titubante.
- Ma.?? - chiese curioso lui, posando una
mano sotto il mio mento in modo da spostare il mio volto nella sua
direzione.
- Logan. Cosa siamo noi due adesso.? - domandai
titubante.
- Sapevo che te lo saresti chiesta, nonostante abbia
fatto di tutto per rendere abbastanza chiare le mie intenzioni –
ammise divertito il ragazzo scoppiando in una fragorosa risata. Poi
si fece incredibilmente serio – Victoria Aleksandra Minowska, vuoi
esser la mia ragazza.?? - mi chiese fissandomi intensamente negli
occhi. L'unico modo con cui seppi rispondere fu buttandomi tra le sue
braccia e riempiendolo di baci.