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Autore: xingchan    20/02/2013    3 recensioni
Un nuovo alchimista si presenta alle porte dell'esercito. Con una nuova alchimia, tutta da scoprire...
Mark Johnson. Alchimista di Legno.
-Capitoli in revisione-
Genere: Azione, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Nuovo personaggio, Roy Mustang
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Al era immobile. Non poteva crederci, eppure suo fratello non poteva essersi sbagliato.
 
L'alchimista di Legno utilizzava le piante per le sue trasmutazioni.
 
-Utilizza le circonferenze presenti all'interno degli alberi per...-.
 
-Già. Ma...- e qui Ed si fermò. -Ma quel tipo di alchimia ha molti punti deboli. Mi chiedo come mai i piani alti dell'esercito hanno considerato di renderlo un alchimista di stato...-.
 
Alphonse giustificò la sua nomina dicendo che, nonostante utilizzasse una forma di potere così debole, era pur sempre un alchimista e l'altro gli diede ragione. Inoltre Edward sostenne che quell'anno non si erano candidati in molti all'esame per diventare un cane dell'esercito.
 
Sbuffando per la stanchezza, si rintanò nell'albergo militare per riposarsi. Si buttò sul letto, sentendosi improvvisamente tutto dolorante. Si ricordò della spalla sinistra, e di Winry che, dopo la sua solita sfuriata, aveva compreso che non era il momento delle lamentele. E sorrise.
 
***
 
Tutti sapevano che il laboratorio numero cinque era... andato in fumo.
 
Ma nessuno sapeva che fu ricostruito subito dopo per ordine di alcuni pezzi grossi affiliati con il generale Basque Grand.
 
O quasi.
 
Mark fu appena informato dai suoi stessi superiori che i lavori erano finalmente terminati e il nuovo laboratorio cinque fu detto 'Laboratorio di Ricerca Avanzata', per non destare sospetti a coloro che furono coinvolti nel disastro che vide come protagonista l'alchimista d'Acciaio. Naturalmente, solo alcuni colonelli, tranne Mustang, e la maggior parte dei generali ne erano a conoscenza.
 
Inoltre, gli fu ordinato di sviluppare la propria alchimia vegetale all'interno del nuovo edificio, senza dirlo ad anima viva.
 
Poteva avere accesso a materiale top secret in cambio della condivisione delle sue conoscenze. Seppur titubante a fare un passo del genere, non avendo mai avuto a che fare con laboratori ufficiali, era entusiasta di poter far parte dei ricercatori. Non perchè sarebbe stato utile all'esercito, bensì per poter ampliare le facoltà di quella pietra incompleta e, se possibile, concluderne la creazione.
 
A modo suo.
 
Sapeva che gli ingredienti base della Pietra Filosofale altro non erano che le vite umane.
 
Ed era per questo che aveva dedicato i suoi studi a un'alchimia differente, pur mantenendo intatti i risultati conseguiti fino a quel momento. Sarebbe stato soltanto inutile sprecarli iniziando tutto daccapo.
 
Indossò un camice bianco sopra la divisa militare, ravviandosi i capelli corvini davanti ad uno specchio dei bagni. Si lavò il viso e le mani con l'acqua gelida per prepararsi al primo incontro con gli altri scienziati che dovevano far parte di quella squadra.
 
Il lavoro di cui avrai l'onore di eseguire sarà indispensabile per il nostro paese, era questo che gli avevano riferito. Ma purtroppo, molti soldati non sapevano nemmeno di cosa stessero parlando quando ci si riferiva a degli esperimenti di laboratorio.
 
Prima che potesse arrivare nel cuore dell'edificio, Mark Johnson dovette percorrere un lungo corridoio, simile a quello del primo laboratorio cinque. Si stava innervosendo ed inquietando al tempo stesso man mano che i minuti scorrevano senza che lui giungesse a destinazione.
 
Poi la vide.
 
La stanza principale, dove si sarebbero effettuati esperimenti sulla Pietra Filosofale molto più sofisticati. Le pareti, di un grigio scuro, seguivano la circonferenza tracciata per terra, mentre il soffitto era talmente alto da non poterne definire il termine.
 
Probabilmente era un effetto ottico causato dalla penombra.
 
Sul pavimento era disegnato un enorme cerchio di trasmutazione, sulle cui punte vi erano disegnati dei simboli che Legno riconobbe come urobori.
 
Dal centro, si diramavano delle linee sinuose che terminavano poco prima di toccare i pentagoni all'interno del cerchio.
 
Mentre Johnson cercava di memorizzare i dettagli della struttura ai suoi piedi, uno degli uomini in camice come lui gli si avvicinò presentandosi.
 
-Benvenuto nella nostra élite, Alchimista di Legno. Io sono il responsabile di tutto ciò che avviene qui... Ti direi il mio nome, ma non ne posseggo. Però puoi chiamarmi Blue...-. Era slanciato, con capelli castani un po' lunghi e portava un paio di occhialetti, che cercava ripetutamente di mantenere sul naso, nonostante essi insistevano per rispettare la legge di gravità.
 
La prima cosa che Mark pensò fu che doveva essere un tipo strano, se non fosse stato per il portamento elegante, tipico di un uomo sui quarant'anni. Si portò le mani in tasca, continuando a guardarsi intorno. Probabilmente gli era consentito fare alcune domande riguardo alle ricerche che erano fatte lì, perciò cominciò a parlare, sentendosi autorizzato a farlo per la sola ragione di dover lavorare in quel posto già abbastanza lugubre e animato solo da alcuni scambi di cartelle e mormorii provenienti da un gruppo di ricercatori che si trovavano dalla parte opposta.
 
-So già cosa sei in grado di fare- proseguì Blue, facendolo voltare verso la sua direzione. -Il tuo metodo di eseguire trasmutazioni però è assai limitato. Noi possiamo renderlo a prova di bomba, se decidi di aiutarci offrendoci ciò che possiedi e le tue conoscenze più recondite. Anche i segreti che ogni alchimista custodisce per sé...- puntualizzò, enfatizzando le sue parole divaricando le braccia.
 
Tutto questo Mark lo aveva già accettato, ma sentirsi praticamente costretto a cedere ogni cosa non era una sensazione piacevole, anzi.
 
Volevano anche i suoi appunti! Proprio da lui, che cercava di estrapolare i segreti alchemici degli altri alchimisti di stato cercando di sconfiggerli a duello!
 
Il suo volto non lo tradì affatto, e almeno di questo ne era fiero e sollevato. Dopo pochi minuti di estremo silenzio, Blue lo condusse in un'altra stanza molto più piccola di quella precedente. Non vi erano cerchi di trasmutazione disegnati sulle pareti, ma al contrario una lunghissima scrivania sulla quale giaceva un'immensa quantità di scartoffie e, di là da essa, una grossa libreria a muro.
 
-Questi sono documenti riservatissimi.- gli spiegò lo scienziato. -Se proverai anche solo a toccarli dovrai rispondere di ciò che sei venuto a conoscenza grazie a loro...- e qui si sistemò gli occhiali -... e rimanere qui per il resto della tua vita, anche se non posso accertarti che durerà a lungo...-.
 
L'espressione del giovane alchimista si fece sempre più sospettosa, e durò finchè non raggiunse l'uscita, accompagnato dal più anziano. -Comincerai domani! Mi raccomando: non farne parola con nessuno.-.
 
L'altro intervenne prima che Blue potesse finire. -Neanche al colonello Mustang?-.
 
-No!- ruggì l'uomo con gli occhiali.
 
-E come farò a spiegare la mia assenza quasi perenne?- chiese sbuffando Legno.
 
Si ricordava dell'avvertimento del tenente Hawkeye, quello di rimanere pronto per qualsiasi incarico che gli si fosse stato assegnato. Probabilmente qualcun altro si sarebbe preso il fastidio di riferirlo all'alchimista di Fuoco, ma poi si convinse che non gli importava. Era stato ingaggiato da uomini molto più in alto di Roy Mustang, e sicuramente nessuno avrebbe avuto nulla da ridire.
 
Infatti.
 
-Non si dia pena per questo piccolo dettaglio...-.
 
***
 
Nell'arco di due giorni alcuni cittadini scomparvero.
 
La polizia non aveva la benché minima idea di cosa fosse successo, nonostante si affannasse nel tentativo, alquanto vano, di cercarli.
 
Per di più le sparizioni avvenivano in modo alquanto strano. Le vittime erano sempre coinvolte in qualche fenomeno, in maggioranza per cause naturali. Ma per un motivo o per l'altro, non se ne trovavano mai i corpi.
 
Ciò che fece insospettire Edward Alphonse e Roy erano soprattutto i lampi di luce alchemica che si propagavano dai luoghi in cui si verificavano i disastri. Secondo i testimoni oculari, si verificavano strane trasmutazioni poco prima di ciascun evento.
 
Senza contare che di segni alchemici non ce n'era nemmeno l'ombra.
 
Che avessero ideato un modo per renderli invisibili, almeno all'occhio umano?
 
Roy, Edward e Alphonse erano con alcuni sottoposti del colonello di Fuoco nei pressi di quello che sembrava una semplice colluttazione avvenuta la notte precedente. Non c'era nulla sull'asfalto che potesse constatare l'accaduto, ma i due ragazzi protagonisti del fatto di cronaca erano spariti come tutti gli altri, con le stesse modalità.
 
-Siamo arrivati a dodici, con quei due...- informò Mustang.
 
-Già...- confermò Havoc. -E probabilmente non è ancora finita...-.
 
Il colonello fece segno al tenente di avvicinarsi e gli sussurrò qualcosa nelle orecchie. Ma i fratelli Elric erano troppo scioccati per dedicarsi a loro.
 
-Potrebbe c'entrare il nuovo laboratorio?- proseguì Jean a Roy.
 
-Non possiamo escludere niente per il momento- rispose l'altro per poi avviarsi verso Edward e Alphonse ancora immersi nelle loro considerazioni.
 
-Potresti renderti utile, Acciaio...- esordì riferendosi al giovane alchimista, che per un attimo lo guardò in cagnesco, non sopportando quel suo tono di superiorità, poi chiese di cosa si trattasse.
 
-Dovrai setacciare il laboratorio di Ricerca avanzata, e portarmi il tuo rapporto. Magari potrebbero esserci dei collegamenti con...-.
 
-ASPETTI! Un nuovo laboratorio?- chiese incredulo Edward.
 
-E dove sorge?- lo seguì Alphonse.
 
-Nel luogo nel quale prima si ergeva il famoso laboratorio 5, penso sia interessante! Senza considerare che...-. Guardò la faccia del ragazzo con la treccia e quasi sembrò divertirsi tenerlo così sulle spine. -L'alchimista di Legno è stato incaricato di lavorarci dentro dai piani alti dell'esercito; è plausibile che il Comandante Supremo stesso ha a che fare con questa decisione...-.
 
Li scrutò ancora, poi li condusse verso l'altro lato della strada, dove c'era Riza Hawkeye all'interno dell'automobile del colonello. Li fece entrare e, senza dar loro il tempo di accomodarsi sui sedili posteriori, la soldatessa porse loro alcuni libri, tre per la precisione. Uno aveva una copertina di pelle e gli altri due erano di un bel colore verde acido.
 
-Che cavolo sono? Libri di alchimia?-.
 
Roy annuì, sedendosi sul sedile affianco al conducente e sporgendosi verso l'indietro con l'aiuto di un braccio poggiato sul sedile.
 
Ed ne lesse i titoli.
 
L'alchimia della Terra.
 
La trasmutazione linfatica.
 
Clorofilla alchemica.
 
Però, gli appariva strano. L'alchimia che conosceva era differente da quella che usava Mark Johnson. Espresse i suoi dubbi al colonello.
 
-Quello che non capisco- esordì Ed -è come mai viene trattata l'alchimia della Terra se l'alchimia stessa si basa sui movimenti tettonici.-.
 
-Perchè sicuramente è diversa da quella normalmente utilizzata dagli alchimisti di Amestris...- constatò Roy.
 
-Già! Perchè normalmente la nostra alchimia non si serve direttamente della vita vegetale...- appurò infine Alphonse.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Mi scuso per il ritardo, ma ho altre ff da proseguire (una l'ho appena terminata e già che ci sono mi faccio anche pubblicità: è la raccolta di flash fic sulla famiglia elric) e avevo perso di vista questa.
Naturalmente ho intenzione di continuarla, quindi per chi la sta seguendo, niente paura! :P
Un caloroso ringraziamento a chi mi segue! :)
   
 
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