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Autore: Milk 92    07/09/2007    5 recensioni
Cosa è successo dopo che Goku se ne è andato con le sfere del drago? Come passeranno i protagonisti gli ultimi giorni della loro vita? Chi sarà il primo ad incontrare Goku nell'aldilà? E una volta tutti insieme, cosa succederà? Dal quinto capitolo la fic è scritta a due mani.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Bulma, Chichi, Goku, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La limousine correva veloce lungo la strada. Al suo interno, Bra, Trunks e la sua famiglia restavano in silenzio.

Il dolore provato per la perdita dei genitori dei due Brief era lacerante, e Baloon non sapeva tirare su il morale dei due neanche per un minuto. Ma sapeva che in situazioni del genere la cosa più salutare era sfogarsi, e almeno Bra lo stava facendo.

La ragazza, stretta tra le braccia del fratello, era scossa da singhiozzi. Lui cercava di confortarla, carezzandole i capelli, mentre lei era aggrappata alla camicia dell’uomo.

I quattro bambini non avevano conosciuto in modo approfondito i nonni, ma avrebbero partecipato al funerale sotto costrizione della madre. Baloon non avrebbe in nessun modo abbandonato il marito in una situazione del genere, mai e poi mai.

Trunks sentiva il rimorso crescergli dentro. Doveva capirlo, quando aveva percepito l’aura del padre svanire. Invece aveva pensato che l’avesse azzerata, equivocando la scomparsa dell’energia. Come aveva fatto a sbagliarsi in questo modo? L’aura della madre era difficile da percepire, ma quella del padre no. Invece era venuto a sapere della morte dei suoi genitori grazie ad una telefonata dell’amico Yamcha, tornato a casa per la noia che gli procurava stare dal genio. Come aveva potuto fallire, in una cosa riguardante la vita dei genitori? Come?

Bra invece era devastata dalla tristezza. Il marito si era rivelato essere un farabutto, ed ora i genitori l’avevano abbandonata. Sarebbe stata totalmente sola, se non fosse stato per Trunks e per Pan. Tutti la lasciavano, prima o poi. Tutte le persone che amava o che aveva amato. Ma sapeva di non poter contare per sempre sul fratello e sull’amica; loro avevano le loro famiglie, loro avevano qualcuno. Lei invece no.

Intanto, Pan era nel salotto della casa della nonna, insieme ai genitori e allo zio.

- Mi dispiace, ma io vi raggiungerò un po’ più tardi… - mormorò quest’ultimo, dispiaciuto, pensando alla dolce consorte che violentemente aveva richiesto la sua presenza. Poi si alzò, pronto a tornare dalla famiglia, che attendeva in breve il suo ritorno.

Si avviò alla porta, dopo aver salutato tutti, e fu seguito da Pan.

- Mi raccomando, vieni. Trunks ha bisogno di noi. – gli disse, perentoria.

Goten annuì, immaginandosi l’amico perso nella sua sofferenza. Ma poi si scosse, dicendosi che Trunks non avrebbe mai reagito in modo simile.

La ragazza tornò in casa, prendendo tra le sue braccia l’innocente Farah, mentre Oscar era in braccio al padre.

- Tra un po’ dobbiamo andare. – mormorò cauta Chichi all’amica C18. Lei annuì.

La donna non avrebbe partecipato al funerale, anche a costo di sembrare insensibile. Suo marito aveva più bisogno della sua presenza, e a suo parere una persona in fin di vita era più importante di due persone morte.

La donna Son si avvicinò alla nipote, e questa si alzò dalla sedia dove si era accomodata. Anche Dylan si era avviato alla porta, trascinando il figlio con se.

Tutti salutarono C18, che fece un cenno con il braccio, per poi abbandonare la casa.

Entrarono tutti nell’auto, stringendo bene la cinghia ai piccoli, e poi Dylan si mise al posto di guida. Erano pronti per partire, per andare a dare l’ultimo addio ai coniugi Brief. Il motore si accese, e la macchina schizzò verso la meta.

Dopo qualche minuto di viaggio, il mezzo parcheggiò nel luogo in cui, dopo un lungo viaggio, erano arrivati Trunks e Bra, insieme a Baloon e ai figli.

Appena scesa dall’auto, Pan corse da Trunks, per abbracciarlo. Non l’aveva visto, dopo la morte dei genitori, e voleva far sentire all’uomo la sua presenza il prima possibile.

Chichi, con in braccio Farah, si avvicinò ai due fratelli, con vicino Dylan e Oscar. Si salutarono in silenzio, poi senza dire una parola si avviarono tutti verso il prato dove Yamcha si trovava, vicino alle bare, insieme al genio, Tenshinhan, Lunch, la tartaruga, Pual e Oolong.

Arrivato, il gruppetto si avvicinò all’amico. Trunks fu il primo a rivolgergli la parola.

- Tu li hai visti, negli ultimi tempi. – mormorò, malinconico. – Com’erano? – chiese, con voce speranzosa. Yamcha capì che Trunks voleva sentirsi dire solo cose belle dei due, perciò scelse attentamente le parole.

- Tua madre era testarda e manesca. – gli disse, sorridendogli comprensivo. – Invece Vegeta era… Vegeta. – disse, semplicemente.

Trunks sorrise, triste. I suoi amati genitori avevano passato gli ultimi giorni di vita sereni, e questo bastava a farlo sentire sollevato.

- Ho portato le cose di Bulma in una borsa. – continuò Yamcha. – Era una persona fantastica… - sibilò, triste.

- Lo so. – rispose il figlio, abbassando la testa, e stringendo nuovamente le spalle della sorella, che a sentire quelle belle parole sulla madre stava per tornare a piangere.

- Tra un po’ inizia la cerimonia. – disse il moro, posando una mano sulla spalla della ragazza in segno di conforto. – Direte qualcosa sui vostri genitori? -

Trunks annuì; lui e Bra ne avevano parlato, in uno dei rari momenti di lucidità della ragazza.

Le buche erano già state scavate, restava solo posare le bare all’interno di esse.

Immersero nella fossa la prima tomba, quella di Vegeta. Bra si avvicinò alla cassa, dinanzi al gruppo che la guardava afflitto.

- Mio padre – parlò, iniziandosi a commuovere fin dal principio. – era un uomo stupendo, a dispetto di quello che molti credevano. Molte persone non riescono a cambiare se stessi, ma lui c’è riuscito. E’ diventato un uomo buono, rimanendo pur sempre burbero. È stato il mio papà, il mio eroe. La persona da cui volevo essere protetta. La persona che desideravo al mio fianco nei momenti di debolezza. – le lacrime corsero sul suo viso. – Lui e la mamma mi hanno dato una casa, mi hanno dato affetto. Mi hanno dato tutto quello che potevano darmi, ma io non li ho mai ringraziati abbastanza. Erano, e sono tutt’ora, tutto per me, e spero con tutto il cuore di non averli delusi. Mi hanno dato la vita, ma adesso loro l’hanno persa, perciò io voglio dedicare la mia a loro due. Alle due persone più importanti della mia vita. Papà… - mormorò, chinandosi per prendere in pungo un po’ di sabbia. Si alzò, con il braccio dritto davanti a se, aprì il palmo, lasciando cadere la sabbia sopra alla tomba del defunto padre. - …addio. – sussurrò, lasciando andare le lacrime che premevano sugli occhi.

Si allontanò dalla fossa, portandosi le mani sul viso. Era sconvolta, quello era l’ultimo addio che diceva ai genitori, e ciò la straziava. Pan, accortasi della debolezza dell’amica, le corse incontro, stringendola in un abbraccio. Pian piano, la condusse verso il gruppo, proprio mentre Trunks si avvicinava alla bara della madre, addolorato al pensiero del padre.

Anche per lui quello era l’ultimo addio, e non voleva sprecarlo.

- Non ci sono parole per descrivere quello che provo per lei. – disse, malinconico. – Le volevo un bene infinito, e mi mancherà dal più profondo dell’anima. Era testarda, comprensiva, affettuosa, determinata e… unica. Adesso non c’è più. Ma per me non scomparirà mai, perché sarà sempre nei miei pensieri. – si bloccò, con un groppo alla gola. Non riusciva più a dire nulla, il dolore gli scavava dentro. – Addio…- mormorò.

Anche lui, come la sorella, era sconvolto. Ma il suo turbamento era molto superiore a quello di lei, e lui non era più riuscito a nasconderlo. Non riusciva a sopportare il male che la morte dei genitori gli aveva provocato. Le persone che lo circondavano lo cercavano di confortare, ma lui era come chiuso dentro ad una gabbia, e non riusciva ad essere toccato da nessuno perché le sbarre erano troppo lontane da lui. Tutti erano troppo lontani da lui. Le uniche persone che avevano la chiave per aprire quella prigione erano morte, e lui sarebbe rimasto per l’eternità rinchiuso in solitudine.

Poi però, da lontano, l’uomo vide una persona e capì che esisteva una terza chiave, una terza persona capace di aprire ed entrare nel suo cuore, comprendendolo a fondo e come nessuno aveva fatto fino ad allora.

Gli corse incontro, abbandonando tutti quelli che lo circondavano di attenzioni. Appena furono uno di fronte all’altro, si guardarono, felici di essersi rincontrati dopo tanto tempo. Quella persona scavò a fondo nell’animo distrutto dell’amico, e vide cose invisibili agli altri. Lui sapeva più di qualsiasi altra persona cosa significava vivere senza un genitore.

Dopo un lungo sguardo i due si abbracciarono, e Trunks scoppiò in lacrime per la prima volta; sentiva di poter essere se stesso, con quell’uomo. La sua altra metà, il suo migliore amico.

Goten.

 

 

Ciao, siamo Milk 92 e Sirene Chan. ç_ç

Questo capitolo è stato difficile da scrivere, anche perché era veramente dura esprimere i sentimenti di Bra e Trunks per i genitori a parole. Dopo aver spremuto le nostre menti, questo è quello che ci è uscito. Speriamo di essere riuscite a trasmettervi almeno in parte ciò che volevamo comunicare.

Milk 92 e Sirene Chan

 

 

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