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Autore: JunoEFP    21/02/2013    1 recensioni
Bene, questa è la prima storia che scrivo su Naruto, è tremendamente OOC, quindi se il genere non vi piace non vi consiglio di leggerla.
Ma adesso vi lascio alla trama:
Sakura Haruno, alunna del terzo anno delle superiori è una ragazza timida, e con una sola amica: Karin.
Innamorata da tempo di Sasuke Uchiha, un ragazzo simpaticissimo, allegro e solare, che una volta la difese da Naruto Uzumaki, un ragazzo chiuso e scorbutico.
La sua vita scolastica è sempre stata ostacolata da Hinata, la ragazza più popolare della scuola. Strafottente e bellissima.
Vedrete una serie di amori non corrisposti, amicizie distrutte e rivalità.
Il tutto, in una confusione terribile che giusto una mente idiota come la mia poteva inventarsi.
Premetto che detesto Sakura ed adoro Hinata, ma in questa fic ho deciso di far avere ad entrambe un ruolo pieno di sofferenza per motivi completamente diversi, ma allo stesso tempo piena di colpi di scena, e la serenità di un finale felice.
Spero possa piacervi!
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
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Antiche verità celate




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No questo era troppo. Un colpo basso bello e buono.
Hinata si voltò bruscamente, andandosene irritata. Anzi no, furibonda.
 
-Hinata! Hinata, ehi!- Naruto continuò a seguirla, ma lei non ne volle proprio sapere di fermarsi. Poi decise che era meglio dargli retta e si fermò, girandosi e fissandolo in una maniera strana. -Hinata, cosa ti prende? Si può sapere come mai mi sei venuta vicino, mi hai dato una botta e te ne sei andata? Che è successo?-
Lei volse lo sguardo altrove, stringendo forte i pugni: -Dimmi una cosa, Naruto. Che cos’ha quella di tanto speciale? Perché prima la trattate male e poi, appena si fa avanti, diventate tutti suoi amici? E’ forse una nuova moda?- Naruto non capì, ovviamente, ritrovandosi senza niente da dire. -Beh? Perché non mi rispondi?-
 -Hinata io non capisc- si voltò nuovamente, riprendendo a camminare. Stavolta è più veloce, più arrabbiata. Naruto se ne accorse, ma questa volta si limitò a camminarle accanto. Se avesse deciso di parlargli bene, altrimenti sarebbe stato con lei tutta la giornata a costo di farla parlare.
Probabilmente erano quasi due ore che camminavano e Naruto era evidentemente stanco. -Ehi! Avanti è da troppo che camminiamo e abbiamo anche saltato il turno di pulizie in classe, per quanto ancora hai intenzione di tenermi il broncio? Io non ti ho fatto niente.- Hinata si voltò, incerta. Si fermò poi, chinando il capo e portando le braccia al petto.
-Anche Ten… maledetta! Anche lei mi ha presa in giro.- Lui la guardò, non riusciva proprio a capire cosa stesse dicendo. Forse era per la voce bassa di lei, o più semplicemente non centrava niente in quella storia e Hinata ce lo stava mettendo in mezzo. -Hinata non riesco proprio a capirti, mi dispiace.- Lei alzò nuovamente lo sguardo, fissandolo: -Vuoi sapere cosa mi è successo? Cosa ha fatto quella maledetta?- Naruto annuì, leggermente spaventato.
-Tsk. Succede che quando sta con me la prendiamo in giro e ne parliamo male, e quando non ci sono, invece, ci gioca e ci scherza insieme!- per Naruto l’argomento era ormai chiaro, quello che non riusciva a capire era chi riguardava. -Capisco, machi ti ha fatto questo? Di chi stiamo parlando?- la ragazza fece un sorriso forzato e poi sussurrò: -Tenten… la mia migliore amica. E di Sakura.-
 
-Dici davvero? Cavoli, mi dispiace Hinata… ma sei sicura che fossero loro? - lei annuì, sconsolata. -Te l’ho detto, stavano sedute nel giardino della scuola e parlavano ridendo. Ti dirò Naruto, non mi sono mai sentita più stupida in tutta la mia vita. Sai cos’è che mi da più fastidio? Il fatto che non mi abbia detto nulla… era la mia migliore amica, capisci? Se me l’avesse detto l’avrei lasciata fare. Insomma, non posso mica vietarle di fare amicizia se lei lo vuole, mi sarei adattata. Secondo te perché l’ha fatto? Nell’amicizia il fattore più importante non è forse la sincerità?-
Naruto pensò per un attimo, poi capì che non c’era risposta più semplice: -Vedi Hinata, quando si vuole bene a qualcuno, si ha sempre paura di sbagliare. Tenten sapeva bene della tua forte antipatia verso Sakura, e temeva che ti saresti arrabbiata se te l’avesse detto. Io non ne so molto di queste cose, ma quel poco che ho imparato credo basti per affermare ciò che ho detto.- Hinata sorrise, rimandando indietro alcune lacrime che cercavano di uscire; -Devo essere proprio una pessima amica, non è così?- Naruto si stupì della domanda e rimase in silenzio, non aveva la benché minima idea su cosa rispondere.
Ma evidentemente Hinata non si aspettava nessuna risposta perché, dopo poco, riprese a parlare: -Sono arrivata addirittura al punto in cui la mia migliore amica ha paura di confidarsi con me. Prima ho quasi perso del tutto te, e adesso anche Tenten. Sai? Ho intravisto qualche volta anche Sasuke parlare con lei. Sto perdendo tutti i miei amici. Uno ad uno…- Naruto non sapeva cosa dire, gli dispiaceva vederla così, ma non aveva idea di cosa fare per tirarle su il morale. Decise così di confortarla a parole. O di provarci, almeno.
-Sai, Hinata, io non penso che tu sia una persona cattiva. O pessima, come credi di essere. Trovo invece che tu sia molto altruista, anche se non lo dai a vedere. Vedi, pur di non far dispiacere i tuoi amici, non hai detto a nessuno della tua fantomatica partenza per Tokyo, hai continuato a portare quel fardello da sola, senza chiedere aiuto. Io penso che tu sia una persona molto buona. Al posto tuo io avrei subito scaricato i miei problemi su qualcuno, lamentandomi in continuazione. Tu sei forte Hinata, ma devi capire che, alcune volte, si è più forti chiedendo aiuto.- Le sorrise e poi se ne andò.
-Parlerò con Tenten domani, devo farlo assolutamente.-
 

* * *

 
-Itachi quante volte dovrò ancora dirti che non devi mai entrare nella mia camera? Mi infastidisce saperti qui dentro. Adesso, se non ti dispiace, ti pregherei di uscire immediatamente.- Itachi non fece nemmeno un passo, anzi, si sedette comodamente su una sedia al centro della stanza, invitando il fratello a fare lo stesso.
Sasuke sbuffò, incrociando le braccia al petto, stizzito. -Ho detto che devi uscire. Subito.- il maggiore scosse la testa, deciso. -Siediti, fratellino. Io e te dobbiamo parlare.- un altro sbuffo ed anche il piccolo Uchiha decise di sedersi: -Dimmi pure, ma fai in fretta. Ho voglia di dormire.-
-Riguarda nostro padre. E la mamma.- Sasuke scoppiò in una breve risata di scherno, tornando poi improvvisamente serio: -I nostri genitori ci hanno abbandonati, ormai non fanno più parte della nostra vita. Non vedo come potrebbe interessarmi parlare di loro. Adesso puoi anche andartene, non ho alcuna voglia di riaffiorare eventi del passato, è tardi per queste cose.- Itachi si alzò, afferrando il fratello per un braccio.
-Ma cosa ti prende? Lasciami in pace.- lo strattono che ricevette Sasuke fu forte, e lo scaraventò dritto sul letto di fronte. -Ti ho detto che dobbiamo parlare, e parleremo.-
 
-Ma che cazzo stai dicendo? Senti Itachi, non ho voglia di sentire una parola di più. E’ passato troppo tempo ormai, non ho bisogno di balle per voler di nuovo bene ai nostri genitori. Sono estranei per me, adesso. Smettila quindi di raccontarmi frottole e inventatene un’altra, perché sei veramente poco credibile.-
Itachi non mollò: -Sasuke non mi sto inventando proprio niente. E’ la verità. E se non mi credi, dai una letta a questa lettera, vedrai che diventerò molto più credibile una volta che l’avrai fatto. Un solo avvertimento: quando avrai finito di leggerla non potrai fare niente di quello che, sicuramente, ti verrà in mente di fare.- Sasuke non diede peso alla parole del fratello e, con un gesto secco, afferrò la lettera dalle mani del fratello, incominciando a leggerla con poco interesse.
Bastarono poche righe, e i suoi occhi si spalancarono lentamente:

“Caro Sasuke,
Se stai leggendo questa lettera, significa che purtroppo i  nostri sforzi non sono serviti a niente.
Bene credo di doverti delle spiegazioni, non è così? Ebbene incominciamo. Dall’inizio, come è giusto che sia.
Vedi figliolo, prima che tu nascessi, quando tua madre ed io aspettavamo ancora la nascita di tuo fratello Itachi, il nostro denaro si ridusse pian piano ad una piccola somma. Riuscimmo comunque ad andare avanti per ben 10 anni, facendoci aiutare da una cara famiglia nostra conoscente.
Quando arrivasti tu, però, i nostri averi vennero spazzati via con una semplice folata di vento. Così, da un giorno all’altro. Eravamo disperati, non sapevamo come fare per poterti mantenere, per vederti crescere sano e forte. Non sapevamo nemmeno se saremmo riusciti a farti sopravvivere.
Purtroppo tua madre, essendo fisicamente troppo debole, non poteva sopportare un aborto, così decidemmo di portare avanti la gravidanza. Questo però ci costrinse ad andare verso una dura scelta, che avrebbe cambiato per sempre la vita di tutti quanti.
Non appena tu nascesti, io e tua madre commettemmo qualcosa di molto grave: svaligiammo la piccola banca del quartiere di Konoha. Noi non ci saremmo mai aspettati di arrivare a tanto, ma per amore tuo e di tuo fratello decidemmo che era la cosa più giusta da fare.
Riuscimmo a nasconderci per diversi anni ma, una volta arrivati al tuo ottavo compleanno, era ormai impossibile per noi sfuggire alla polizia. Devi capire che non avevamo scelta, l’alternativa sarebbe stata quella di portarvi in un orfanotrofio dove vi avrebbero mal denutriti e non ci avreste mai più rivisto.
Capisco che ti è difficile crederci, ma permettimi di finire il mio racconto.
Quando al telegiornale arrivò la notizia che avevano finalmente trovato un modo per riconoscere le due figure riprese dalle telecamere della banca, capimmo che era il momento di andarcene. Non potevamo portare anche te e tuo fratello con noi, perché avreste vissuto come dei criminali, e noi non volevamo che qualcuno vi additasse per crimini che non avevate commesso.
Così arrivò quel giorno. Quel maledetto giorno che tu ricordi sicuramente molto bene.
Ti mentimmo, dicendo che eravamo stufi di voi e lasciandoti alle cure di tuo fratello che aveva soltanto 10 anni. Scappammo via quel giorno, ci rifugiammo in America. Vi comprammo una bella casa e ce ne andammo, riuscendo così a permettervi una vita dove non mancasse nulla.
Sapevamo che prima o poi avresti scoperto la verità, ma speravamo comunque che continuassi a credere per sempre che fossimo soltanto dei vigliacchi e che ci odiassi al punto di tagliarci completamente fuori dalla tua vita, dai tuoi pensieri.
Abbiamo telefonato tutti i giorni per sapere come stavate in questi ultimi otto anni, e pregammo tuo fratello di non dire niente e di essere forte, cosicché tu potessi goderti la tua vita senza pensare a noi. Senza sentirti responsabile di tutto ciò.
Sappiamo bene che adesso starai male, sarà sicuramente impossibile per te credere ad una verità tanto assurda, ma ti prego, qualunque cosa tu scelga di fare, non cercarci.
Non incolpare tuo fratello, non smettere di odiarci. Ma soprattutto, non buttare via la tua vita come abbiamo fatto io e tua madre.
Spero tanto che tu possa capirci, ma non ci aspettiamo nulla da te. Non preoccuparti di niente, fa soltanto quello che ti senti di fare.
Un grande bacio

Mamma e papà.”

 
-Q-questo è assurdo… n-non è possibile. E’ uno scherzo, non è così? Stai scherzando!- Itachi rimase impassibile, non si mosse minimamente. -Tu… per tutti questi anni mi hai fatto credere che si fossero stufati di noi, che non ci volevano più fra i piedi. Ti sei preso gioco di me, mi hai mentito. Hai osato tenermi nascosta una verità del genere! Sei un bastardo, un vero bastardo!- Sasuke si avvicinò pericolosamente, e fu forte il colpo che inflisse sul volto del fratello maggiore.
L’odio era tanto, per Itachi era quasi palpabile.
“Sfogati, Sasuke. Non lasciare nessuna traccia di questo terribile odio dentro di te. Sputa tutto fuori.” E Sasuke lo fece davvero. Non si erano mai picchiati, mai toccati per l’esattezza.
-Tu! Papà, la mamma! Mi fate schifo, non meritate di vivere!- continuò a tirare pugni, ed Itachi non si oppose in nessun modo. -Siete tutti e tre dei vigliacchi, schifosi vigliacchi!-
E le lacrime uscirono, implacabili come non mai.
“Finalmente, Sasuke.”
Lui non aveva mai pianto. Sasuke non piangeva mai nemmeno da piccolo. Quando cadeva e si sbucciava un ginocchio tratteneva anche i gemiti di dolore e faceva finta di nulla, quando a scuola veniva sgridato incassava i rimproveri senza reagire, capendo di meritarseli.
Non si era mai sfogato, non aveva mai liberato l’odio che covava dentro di sé. Si lasciava consumare da esso, senza ribellarsi. Sapeva che era giusto così, e aveva tenuto fede alla sua convinzione per tutta la vita.
Sasuke non piangeva mai, perché lui non poteva permettersi di piangere.
Un ultimo pugno, ma il braccio si fermò improvvisamente davanti al volto di Itachi, pronto ormai ad incassare il colpo.
Questi si sorprese, ma non poté dire niente, perché il minore lo precedette con la voce soffocata dai singhiozzi: -Adesso basta. Sparisci immediatamente. Vattene da questa casa…- Sasuke si alzò ed Itachi fece lo stesso -…per sempre.- gli occhi spalancati e la voce strozzata.
Non può essere…
Sasuke fu veloce: tutti i vestiti e gli oggetti del fratello erano adesso in una grande valigia. Scese le scale portandosela dietro, mentre il fratello cercava di farlo ragionare.
-Non puoi mandarmi via così, gli assegni per pagare la casa papà li ha sempre mandati a me, come pensi di sopravvivere senza?- Sasuke lo squadrò, duro. -Papà manda gli assegni a questo indirizzo, sarai tu a doverti arrangiare.- Itachi accolse la sfida: -Questa è anche casa mia.- -Itachi, mi hai mentito per troppo tempo. Non mi fido più di te. Se non te ne vai tu, me ne vado io. Scegli pure.-
Il maggiore digrignò i denti. -E va bene. Preferisco andarmene anziché saperti in giro per il Giappone chissà dove.- Itachi era ormai sull’uscio della porta.
-Addio Ototuo… stammi bene.-
. . .
-…addio, fratellone.-
 

 
 
 






Note dell’autrice:
Buonasera a tutti quanti, carissimi lettori!
Bene, come al solito il capitolo è in perfetto anticipo e il contenuto è assai intrigante e succoso. (Ah si? E di quale storia staremo parlando, si può sapere?)
…ok va bene, lo ammetto! Sono in super ritardassimo, il capitolo è corto e fa schifo, ma cosa posso farci? Sono una pessima scrittrice :(
Chiedo umilmente scusa a tutti quanti e mi inchino di fronte al glorioso (?) popolo di EFP. Chiedo perdono!
Comunque!
Mh, mh, mh… non è super yoyo questo capitolo? Drammatico al 100% *----------------------*
La splendida fine di un’amicizia e di un rapporto fraterno. Cosa c’è di meglio?
Ammetto che è tutto molto breve, ma non so perché, quest’oggi mi sono sentita stranamente capace di risolvere tutto in quattro e quattr’otto. Di solito mi ci vuole un’eternità per descrivere un semplice passo >.<
Spero comunque che, nonostante la brevità (?) del capitolo, vi sia piaciuto.
Sapete ultimamente sono molto impegnata e non riesco quasi nemmeno a recensire. Questo mi dispiace molto, ma non so proprio come rimediare… questa sera troverò un po’ di tempo, va! (Ma perché lo dici a loro? O.o)
…non lo so eh eh!
Vabbé vi sto facendo perdere tempo e non credo nemmeno che ci sia qualche psicopatico che legge questo spazio… perciò vi saluto!
Un grande bacio dalla vostra (?) piccola (????) Juno! ^^
 
Ops! Quasi dimenticavo, che sbadata! Dedico questo capitolo a _sweetygirl_ ed a HellGirl96 che hanno indovinato nel capitolo 17 “Un pomeriggio tra amici” chi fosse l’uomo ricercato al telegiornale.
E’ stato così facile indovinare? D: Caspiterina, dovrò rivedere il mio modo di mettere suspance in un racconto… mannaggia a me!
Beh adesso ho finito veramente! Un bacione grandissimo!! ♥

Ah! (Ma non avevi finito?) lasciami in pace. Comunque! Non so se è una buona o una cattiva notizia -a seconda dei casi-, ma devo informarvi che questo, signori e signore è... *rullo di tamburi* esattamente il penultimo capitolo di "Un fiore pieno di speranza"! (Finalmente...)
Per alcuni sarà sicuramente una bella notizia, per altri -spero- invece no.
A prescindere da questo però, è proprio come ho detto in precedenza. Di conseguenza, il prossimo capitolo sarà esattamente l'ultimo! Vi avverto in anticipo che non sarà affatto come voi tutti ve lo immaginate! (Questa volta le do ragione) Ma davvero? O:
Beh, spero riusciate a resistere fino all'ultimo come avete sempre fatto :')
 
P.S: mi scuso per il linguaggio che in un certo punto del racconto assume Sasuke. Il motivo è semplice: sono convita che Sasuke reagirebbe così in una situazione simile, per cui, se per caso lo avete trovato fastidioso vi prego di perdonarmi.

P.S.2: avete notato come, insolitamente, la mia personalità abbia parlato poco? Uh che figo! (Ma smettila, cretina -_-)
Oh, come non detto...


 
   
 
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