Welcome To
Epilogo
“Benvenuti”,
li salutò con voce
atona l’hostess, un ragazzo alto e dinoccolato, al loro
ingresso nel velivolo.
“Salve”,
biascicò a stento Taichi,
sfoderando due occhiaie degne dello zombie più in forma.
“Ciao!”,
esclamò invece raggiante
Koushiro, mostrando un sorriso smagliante che persino
l’hostess gli invidiò.
“La
smetti di sorridere?! Stai
diventando monotono!”, lo apostrofò di malumore il
digiprescelto del coraggio
mentre si faceva senza troppi complimenti largo tra la folla per
raggiungere il
suo maledetto sedile.
“Lascialo
stare, Taichi. È
innamorato”, intervenne da dietro Yamato che, trascinandosi
dietro la valigia
di Sora, avanzava impedito lungo il corridoio dell’aeroplano.
Nonostante le
suppliche non c’era
stato proprio verso di convincere la ragazza ad imbarcare il suo
bagaglio come
invece avevano fatto i ragazzi. L’esperienza negativa
dell’andata era troppo
recente e toccante per farla capitolare sulla questione, sebbene la
grandezza
della valigia avesse più volte procurato loro dei problemi.
“E
vai…”, mormorò per nulla
entusiasta Taichi, sbuffando seccamente quando, suo malgrado, si vide
interrompere la propria corsa da un uomo che tentava disperatamente di
sistemare il proprio bagaglio nello scomparto superiore.
“Che
c’è di male nell’essere
innamorati?!”, Sora decise di accorrere in favore di
Koushiro, chiedendosi nel
contempo come facessero quei due ad essere così…insensibili.
“Niente,
se solo questo amore non
ci avesse costretti a scorrazzare in giro per New York”,
sbraitò a quel punto
Yagami, le cui piaghe sotto i piedi erano troppo dolorose per
dimenticarsi
della sfacchinata in onore della nuova unione nata tra due
digiprescelti.
Ma chi glielo
aveva fatto fare di
aiutarli a dichiararsi?! Da quando stavano insieme, Mimi non aveva
fatto altro
che portarli in giro raggiante come una Pasqua a mostrare ora questo
ora quello
incitata da Koushiro che, pur di stare con lei, non aveva badato a
chilometri.
Il tutto ovviamente approvato dalla dolce Sora che, quando si trattava
di
sentimentalismi, proprio non ce la faceva a dire di no a discapito
anche dei
due amici più antitetici del mondo.
“Possibile
che abbiate sempre da
lamentarvi voi due?”, alzò gli occhi al cielo la
ragazza, zigzagando tra due
passeggeri.
Al che i due,
nonostante la valanga
di risposte pronte sulla punta della lingua, pensarono bene di lasciar
correre
l’intera faccenda con un sospiro. Dopotutto le donne erano un
mondo a sé
stante, stare a combatterci equivaleva a rimetterci soltanto di fiato,
lo
sapevano bene. Allora tanto valeva lasciar perdere e concentrarsi
piuttosto su
altre cose.
“Ad
ogni modo credo proprio che non
partirò più senza Jyou. Non a caso è
il digiprescelto dell’affidabilità!”,
decretò
convinto Taichi, parlando liberamente perché tanto di
giapponesi ce n’erano
davvero pochi.
I
più erano americani che
decidevano di concedersi qualche periodo di vacanza in Giappone, a
Tokyo in
special modo. Certo c’erano poi anche degli giapponesi, come
loro, che quindi
capivano la lingua ma il ragazzo era in verità troppo
spossato per mettersi a
ponderare su certe sottigliezze.
Quando Sora
gli aveva prospettato
quel viaggio, lui era subito andato col pensiero alla concezione di
vacanza.
Due intere settimane a crogiolarsi al sole newyorchese consumando
hamburger e
ingurgitando le più svariate schifezze prima di fare ritorno
alla genuina –
forse fin troppo! – cucina di mamma Yagami. E
invece…
Altro che
vacanza, quel viaggio era
stato piuttosto un massacro bello e buono! Dall’inizio alla
fine, nonostante il
felice rincontro con la loro amica Mimi.
“Siamo
arrivati”, disse ad un
tratto Yamato e solo allora gli altri tre si accorsero di aver
raggiunto i
propri sedili nella fila di quattro.
Fortunatamente
quella volta erano
riusciti ad arrivare in anticipo e quindi a farsi preservare quattro
posti
vicini in modo da non dover per forza passare il lungo viaggio di
fianco ad uno
sconosciuto – tranne ovviamente per Taichi che invece era
stato ben lieto
dell’estranea con cui aveva viaggiato – come era
accaduto per l’andata.
Koushiro fu il
primo a sedersi,
seguito a ruota dal fratello di Hikari mentre Sora e Yamato si
premurarono
prima di sistemare la valigia nell’apposito scomparto. Dopo
ripetuti tentativi,
riuscirono infine nell’impresa e poterono accomodarsi come
avevano già fatto in
precedenza i loro due amici.
“Comunque”,
disse ad un tratto
Taichi, spezzando il silenzio intercalato tra loro. “Devo
ammettere che questo
viaggio ha dell’incredibile, sul serio!”
Koushiro non
dovette rifletterci
molto per ritrovarsi d’accordo.
“Già”,
annuì difatti con il sorriso
ebete che campeggiava sul suo volto ormai da giorni mentre la mente
ricorreva
involontaria al volto sorridente di Mimi.
“Non
mi trovi più d’accordo”, si
accodò pure Sora, ripensando con un sorriso
all’inizio del loro singolare
viaggio.
“Quando
pensavo di aver toccato il
fondo…c’era sempre qualcosa pronta a
smentirmi!”, continuò imperterrito Taichi,
adesso quasi divertito nonostante la sfibrante stanchezza.
“Devo ancora
riuscire a togliere il vomitato sulla mia t-shirt!!”
“E
io devo archiviare la mia
maglietta welcome to New York!”,
replicò Takenouchi, con una smorfia sdegnata al pensiero
dell’obbrobrioso
indumento che era stata costretta ad acquistare.
“Credo
che i miei non la
prenderanno bene la storia dell’arresto”,
intervenne Koushiro, accantonando per
un istante Mimi per rimembrare la terribile esperienza americana
vissuta.
“Non
dirlo a me”, ingoiò amaro
Yamato al pensiero di come avrebbe potuto reagire suo padre.
E del signor
Ishida tutto si poteva
dire meno che fosse diplomatico in certe questioni. Lo avrebbe
strozzato, c’era
da aspettarselo. Né d’altro canto poteva
biasimarlo giacché per nessun sano di
mente sapere che il proprio figlio è stato etichettato come
delinquente nella
Capitale del Mondo è una cosa di cui vantarsi.
“Beh,
c’è un lato positivo in tutto
ciò”, esordì a quel punto Taichi,
rianimandosi.
“E
sarebbe?”, lo scrutò di
sottecchi Koushiro.
“Abbiamo
una prenotazione per
quattro a settembre!”, spiegò con un sorriso il
brunetto, ricevendo occhiatacce
fulminee dai restanti tre che ancora si interrogavano sulla sua
integrità
morale senza tuttavia riuscire a darsi risposta.
“Davvero
confortante, non c’è che
dire”, ghignò ironico Yamato, non trovando nulla
di rassicurante nelle
terribili esperienze che si erano trovati a vivere in terra straniera.
“Oh,
andiamo! Tu hai pure fatto
conquiste!”, gli fece l’occhialino Taichi, salvo
poi pentirsene l’istante dopo
sotto l’occhiataccia in cagnesco che Sora gli rivolse.
“Non
parlatemi più di Lagna, per
favore”, disse, ma più che una supplica il suo
parve un ordine.
Lana,
avrebbe voluto correggerla Yamato spinto più da una stupida
questione di rigore
che per altro, ciò nonostante si trattenne bene dal farlo.
L’ultima cosa di cui
aveva bisogno e che desiderava fare, era litigare con lei. Aveva
già saggiato
quella situazione appena due settimane addietro e, sicuramente, non era
stato
piacevole. Affatto.
“Comunque
a parte lo smarrimento della valigia”, ordì a quel
punto Koushiro.
“E
il vomito sulla mia maglia!”, gli venne in aiuto Taichi.
“Sì,
e…”
“La
prenotazione sbagliata all’albergo”,
continuò per lui Yamato.
“Già,
e…”
“E
la bacucca alla vecchia casa di Mimi che, tra parentesi, non ho ancora
capito
cosa c’entrassero le caramelle!”, intervenne di
nuovo il digiprescelto del
coraggio, pensoso circa l’ultimo quesito.
“Uhm…”
“E
Lagna!”, apostrofò pure Sora, gettando occhiate
dardeggianti a destra e a manca
verso un ignoto destinatario.
“Sì…”
“E
l’arresto”, sbuffò Yamato, pensando
per l’ennesima volta a cosa avrebbe potuto raccontare al
padre in sua discolpa.
“Già,
l’arresto, e…”
“E??”,
lo fissarono trepidanti di
un suo continuo Taichi, Yamato e Sora.
Koushiro
arrossì, sentendosi
vagamente in imbarazzo. Anzi, molto più che vagamente e il
motivo sopraggiunse
dalle sue successive parole.
“E
niente! Insomma, quello che
volevo dire è che a parte tutte
questo cose, alla fine è stato un bel viaggio,
no?”, disse, riferendosi più che
altro alla sua nascente storia d’amore con Mimi.
A quelle
parole Taichi ripensò alla
sfacchinata che proprio la digiprescelta gli aveva fatto fare, Yamato
al modo
losco in cui il suo migliore amico gli aveva impedito di controllare la
sua
dieta come assicurato al padre oltre che sfruttato a proprio vantaggio
– le due
promesse strappate all’inizio, dannate loro! – e
Sora semplicemente alla
stanchezza accumulata.
“Già”
“Come
no”
“Da
ripetere”
Intanto
l’aereo aveva già
effettuato la consueta manovra e dopo i soliti controlli, aveva
iniziato il
decollo. Dieci minuti dopo erano già in volo sopra le nuvole
a godere del
panorama distinguibile dai finestrini del velivolo.
“Beh,
a questo punto è proprio il
caso di dirlo”, proferì ad un tratto parola il
solito Taichi, fugando via anche
l’ultimo sprazzo di silenzio sceso.
“Cosa?”,
domandò distrattamente
Koushiro, mentre Yamato alzava un sopracciglio con espressione
interrogativa e
Sora lo fissava curiosa.
“Goodbye
The End J
[Disclaimer:
Digimon e i suoi personaggi non mi appartengono ma sono
copyright © del rispettivo autore e della casa editrice. Ogni
riferimento a
cose, persone o fatti è puramente casuale ed in entrambe i
casi non vengono ivi
utilizzati da me a scopo di lucro ma per puro diletto.]
Ed
eccomi infine giungere ai saluti e agli ovvi ringraziamenti!
Innanzitutto ringrazio la mia “sorellì” Sae
alla quale dedico questa fanfic e che ringrazio di cuore per tutto
l’appoggio
mostratomi. Ti voglio bene, tesoro! ^^
Poi
voglio ringraziare tutti coloro che mi hanno
recensito, seguita e che continuano a leggere le mie storie,
perché davvero
senza di voi non avrebbe senso scrivere! Ed in particolar modo un
grazie
particolare va alla cara Sora89 che
non si stanca mai di perdonare i miei ritardi (ancora auguri per i
diciotto
anni!), alla dolce DarkSelene89Noemi
che pure mi ha incoraggiata molto in questo tempo e alla mia amica HikariKanna che mi spinge sempre ad
aggiornare le mie fanfic. Poi, ovviamente, un ringraziamento
particolare va a DenaDena (grazie,
grazie, grazie per i
complimenti! Sei proprio carissima nelle recensioni! *.*), a Hoang Dung (ed infine l’ultimo
capitolo! Che dire, ancora grazie per le recensioni e per i
complimenti. Fammi
sapere se questo epilogo è degno della storia!), a Smartgirl (hai recensito
dall’inizio e ne sono molto felice perché
sei stata molto carina con me. Sono stra-felice che Welcome ti sia
piaciuta!
^^), a Ieia92 (eh, direi che dopo
quello che hanno passato ci voleva un lieto fine per loro, no?
Più che altro
per Koushiro!), a mimi taki (ebbene
che mi dici? Ti è piaciuto il resto della storia? E che dire
di questo epilogo?
Fammi sapere! Spero che ti sia divertita in vacanza anche se, come
notavamo io
e Sae, in vacanza si ha meno tempo che non nel resto
dell’anno!), a beba (dopo
i guai di Koushiro, ecco
anche il suo happy ending con tanto di baci! ^.- E adesso, come
è giusto che
sia, si fa ritorno a Tokyo!), a burgos
(anche per la coppia Sorato le cose si sono sistemate, no? Grazie per
le
recensioni!), a emily (Taichi si
è
fatto riconoscere anche stavolta, non ti pare? Spero di avergli reso
giustizia,
con il suo carattere estroso è un’impresa
intercalarsi in uno come lui! Grazie
mille per gli apprezzamenti!), a chiara
(come vedi nemmeno la parentesi Lana, o “Lagna”
come direbbe Sora, può scalfire
la coppia Sorato! Che ci vuoi fare, io li adoro insieme!) e a tutti
coloro che
hanno semplicemente letto e, forse, sorriso. Nella speranza di non aver
dimenticato nessuno e soprattutto di essere riuscita a strapparvi un
sorriso,
soprattutto ora che si ricomincia con la solita routine, alias scuola!
Per
quanto riguarda le traduzioni dell’inglese da me
utilizzato nella fanfic, sono frutto di traduttori online e nel caso di
errori
vogliate gentilmente perdonarmi giacché non era davvero mia
intenzione cascare
in simili defaillance. Eppure ciò nonostante ho provato lo
stesso a cimentarmi
con la lingua inglese un po’ perché consona
all’idea che avevo per questa
fanfic e un po’ per una sorta di sfida personale che, alla
prima stesura della
fanfic, non aveva neanche trovato esistenza.
Vi
lascio aggiungendo soltanto che, per chi aspetta il
seguito di “Good Boys”, prometto di postare al
più presto altri capitoli, anche
se già da adesso ne stanno succedendo delle belle! ^.- E
adesso è davvero il
momento di salutarci e di ringraziarvi ancora una volta di tutto cuore!
Baci.
Memi
J