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Autore: memi    08/09/2007    7 recensioni
Un viaggio a New York un po' particolare rischia di minare l'equilibrio psicofisico di Taichi, Yamato, Sora e Koushiro, i quali mossi dall'invitante idea di far visita a sorpresa a Mimi incappano in una serie di tragicomiche circostanze in grado di provare anche l'ultimo brandello di raziocinio. Tra valigie, hotel e magliette, ecco defilarsi una singolare vacanza all'insegna del Welcome To New York!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Koushirou Izumi/Izzy, Mimi Tachikawa, Sora Takenouchi, Taichi Yagami/Tai Kamiya
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Welcome To New York

Epilogo

“Benvenuti”, li salutò con voce atona l’hostess, un ragazzo alto e dinoccolato, al loro ingresso nel velivolo.

“Salve”, biascicò a stento Taichi, sfoderando due occhiaie degne dello zombie più in forma.

“Ciao!”, esclamò invece raggiante Koushiro, mostrando un sorriso smagliante che persino l’hostess gli invidiò.

“La smetti di sorridere?! Stai diventando monotono!”, lo apostrofò di malumore il digiprescelto del coraggio mentre si faceva senza troppi complimenti largo tra la folla per raggiungere il suo maledetto sedile.

“Lascialo stare, Taichi. È innamorato”, intervenne da dietro Yamato che, trascinandosi dietro la valigia di Sora, avanzava impedito lungo il corridoio dell’aeroplano.

Nonostante le suppliche non c’era stato proprio verso di convincere la ragazza ad imbarcare il suo bagaglio come invece avevano fatto i ragazzi. L’esperienza negativa dell’andata era troppo recente e toccante per farla capitolare sulla questione, sebbene la grandezza della valigia avesse più volte procurato loro dei problemi.

“E vai…”, mormorò per nulla entusiasta Taichi, sbuffando seccamente quando, suo malgrado, si vide interrompere la propria corsa da un uomo che tentava disperatamente di sistemare il proprio bagaglio nello scomparto superiore.

“Che c’è di male nell’essere innamorati?!”, Sora decise di accorrere in favore di Koushiro, chiedendosi nel contempo come facessero quei due ad essere così…insensibili.

“Niente, se solo questo amore non ci avesse costretti a scorrazzare in giro per New York”, sbraitò a quel punto Yagami, le cui piaghe sotto i piedi erano troppo dolorose per dimenticarsi della sfacchinata in onore della nuova unione nata tra due digiprescelti.

Ma chi glielo aveva fatto fare di aiutarli a dichiararsi?! Da quando stavano insieme, Mimi non aveva fatto altro che portarli in giro raggiante come una Pasqua a mostrare ora questo ora quello incitata da Koushiro che, pur di stare con lei, non aveva badato a chilometri. Il tutto ovviamente approvato dalla dolce Sora che, quando si trattava di sentimentalismi, proprio non ce la faceva a dire di no a discapito anche dei due amici più antitetici del mondo.

“Possibile che abbiate sempre da lamentarvi voi due?”, alzò gli occhi al cielo la ragazza, zigzagando tra due passeggeri.

Al che i due, nonostante la valanga di risposte pronte sulla punta della lingua, pensarono bene di lasciar correre l’intera faccenda con un sospiro. Dopotutto le donne erano un mondo a sé stante, stare a combatterci equivaleva a rimetterci soltanto di fiato, lo sapevano bene. Allora tanto valeva lasciar perdere e concentrarsi piuttosto su altre cose.

“Ad ogni modo credo proprio che non partirò più senza Jyou. Non a caso è il digiprescelto dell’affidabilità!”, decretò convinto Taichi, parlando liberamente perché tanto di giapponesi ce n’erano davvero pochi.

I più erano americani che decidevano di concedersi qualche periodo di vacanza in Giappone, a Tokyo in special modo. Certo c’erano poi anche degli giapponesi, come loro, che quindi capivano la lingua ma il ragazzo era in verità troppo spossato per mettersi a ponderare su certe sottigliezze.

Quando Sora gli aveva prospettato quel viaggio, lui era subito andato col pensiero alla concezione di vacanza. Due intere settimane a crogiolarsi al sole newyorchese consumando hamburger e ingurgitando le più svariate schifezze prima di fare ritorno alla genuina – forse fin troppo! – cucina di mamma Yagami. E invece…

Altro che vacanza, quel viaggio era stato piuttosto un massacro bello e buono! Dall’inizio alla fine, nonostante il felice rincontro con la loro amica Mimi.

“Siamo arrivati”, disse ad un tratto Yamato e solo allora gli altri tre si accorsero di aver raggiunto i propri sedili nella fila di quattro.

Fortunatamente quella volta erano riusciti ad arrivare in anticipo e quindi a farsi preservare quattro posti vicini in modo da non dover per forza passare il lungo viaggio di fianco ad uno sconosciuto – tranne ovviamente per Taichi che invece era stato ben lieto dell’estranea con cui aveva viaggiato – come era accaduto per l’andata.

Koushiro fu il primo a sedersi, seguito a ruota dal fratello di Hikari mentre Sora e Yamato si premurarono prima di sistemare la valigia nell’apposito scomparto. Dopo ripetuti tentativi, riuscirono infine nell’impresa e poterono accomodarsi come avevano già fatto in precedenza i loro due amici.

“Comunque”, disse ad un tratto Taichi, spezzando il silenzio intercalato tra loro. “Devo ammettere che questo viaggio ha dell’incredibile, sul serio!”

Koushiro non dovette rifletterci molto per ritrovarsi d’accordo.

“Già”, annuì difatti con il sorriso ebete che campeggiava sul suo volto ormai da giorni mentre la mente ricorreva involontaria al volto sorridente di Mimi.

“Non mi trovi più d’accordo”, si accodò pure Sora, ripensando con un sorriso all’inizio del loro singolare viaggio.

“Quando pensavo di aver toccato il fondo…c’era sempre qualcosa pronta a smentirmi!”, continuò imperterrito Taichi, adesso quasi divertito nonostante la sfibrante stanchezza. “Devo ancora riuscire a togliere il vomitato sulla mia t-shirt!!”

“E io devo archiviare la mia maglietta welcome to New York!”, replicò Takenouchi, con una smorfia sdegnata al pensiero dell’obbrobrioso indumento che era stata costretta ad acquistare.

“Credo che i miei non la prenderanno bene la storia dell’arresto”, intervenne Koushiro, accantonando per un istante Mimi per rimembrare la terribile esperienza americana vissuta.

“Non dirlo a me”, ingoiò amaro Yamato al pensiero di come avrebbe potuto reagire suo padre.

E del signor Ishida tutto si poteva dire meno che fosse diplomatico in certe questioni. Lo avrebbe strozzato, c’era da aspettarselo. Né d’altro canto poteva biasimarlo giacché per nessun sano di mente sapere che il proprio figlio è stato etichettato come delinquente nella Capitale del Mondo è una cosa di cui vantarsi.

“Beh, c’è un lato positivo in tutto ciò”, esordì a quel punto Taichi, rianimandosi.

“E sarebbe?”, lo scrutò di sottecchi Koushiro.

“Abbiamo una prenotazione per quattro a settembre!”, spiegò con un sorriso il brunetto, ricevendo occhiatacce fulminee dai restanti tre che ancora si interrogavano sulla sua integrità morale senza tuttavia riuscire a darsi risposta.

“Davvero confortante, non c’è che dire”, ghignò ironico Yamato, non trovando nulla di rassicurante nelle terribili esperienze che si erano trovati a vivere in terra straniera.

“Oh, andiamo! Tu hai pure fatto conquiste!”, gli fece l’occhialino Taichi, salvo poi pentirsene l’istante dopo sotto l’occhiataccia in cagnesco che Sora gli rivolse.

“Non parlatemi più di Lagna, per favore”, disse, ma più che una supplica il suo parve un ordine.

Lana, avrebbe voluto correggerla Yamato spinto più da una stupida questione di rigore che per altro, ciò nonostante si trattenne bene dal farlo. L’ultima cosa di cui aveva bisogno e che desiderava fare, era litigare con lei. Aveva già saggiato quella situazione appena due settimane addietro e, sicuramente, non era stato piacevole. Affatto.

“Comunque a parte lo smarrimento della valigia”, ordì a quel punto Koushiro.

“E il vomito sulla mia maglia!”, gli venne in aiuto Taichi.

“Sì, e…”

“La prenotazione sbagliata all’albergo”, continuò per lui Yamato.

“Già, e…”

“E la bacucca alla vecchia casa di Mimi che, tra parentesi, non ho ancora capito cosa c’entrassero le caramelle!”, intervenne di nuovo il digiprescelto del coraggio, pensoso circa l’ultimo quesito.

“Uhm…”

“E Lagna!”, apostrofò pure Sora, gettando occhiate dardeggianti a destra e a manca verso un ignoto destinatario.

“Sì…”

“E l’arresto”, sbuffò Yamato, pensando per l’ennesima volta a cosa avrebbe potuto raccontare al padre in sua discolpa.

“Già, l’arresto, e…”

“E??”, lo fissarono trepidanti di un suo continuo Taichi, Yamato e Sora.

Koushiro arrossì, sentendosi vagamente in imbarazzo. Anzi, molto più che vagamente e il motivo sopraggiunse dalle sue successive parole.

“E niente! Insomma, quello che volevo dire è che a parte tutte questo cose, alla fine è stato un bel viaggio, no?”, disse, riferendosi più che altro alla sua nascente storia d’amore con Mimi.

A quelle parole Taichi ripensò alla sfacchinata che proprio la digiprescelta gli aveva fatto fare, Yamato al modo losco in cui il suo migliore amico gli aveva impedito di controllare la sua dieta come assicurato al padre oltre che sfruttato a proprio vantaggio – le due promesse strappate all’inizio, dannate loro! – e Sora semplicemente alla stanchezza accumulata.

“Già”

“Come no”

“Da ripetere”

Intanto l’aereo aveva già effettuato la consueta manovra e dopo i soliti controlli, aveva iniziato il decollo. Dieci minuti dopo erano già in volo sopra le nuvole a godere del panorama distinguibile dai finestrini del velivolo.

“Beh, a questo punto è proprio il caso di dirlo”, proferì ad un tratto parola il solito Taichi, fugando via anche l’ultimo sprazzo di silenzio sceso.

“Cosa?”, domandò distrattamente Koushiro, mentre Yamato alzava un sopracciglio con espressione interrogativa e Sora lo fissava curiosa.

“Goodbye New York!”

The End J

 

 

[Disclaimer: Digimon e i suoi personaggi non mi appartengono ma sono copyright © del rispettivo autore e della casa editrice. Ogni riferimento a cose, persone o fatti è puramente casuale ed in entrambe i casi non vengono ivi utilizzati da me a scopo di lucro ma per puro diletto.]

 

Ed eccomi infine giungere ai saluti e agli ovvi ringraziamenti! Innanzitutto ringrazio la mia “sorellì” Sae alla quale dedico questa fanfic e che ringrazio di cuore per tutto l’appoggio mostratomi. Ti voglio bene, tesoro! ^^

Poi voglio ringraziare tutti coloro che mi hanno recensito, seguita e che continuano a leggere le mie storie, perché davvero senza di voi non avrebbe senso scrivere! Ed in particolar modo un grazie particolare va alla cara Sora89 che non si stanca mai di perdonare i miei ritardi (ancora auguri per i diciotto anni!), alla dolce DarkSelene89Noemi che pure mi ha incoraggiata molto in questo tempo e alla mia amica HikariKanna che mi spinge sempre ad aggiornare le mie fanfic. Poi, ovviamente, un ringraziamento particolare va a DenaDena (grazie, grazie, grazie per i complimenti! Sei proprio carissima nelle recensioni! *.*), a Hoang Dung (ed infine l’ultimo capitolo! Che dire, ancora grazie per le recensioni e per i complimenti. Fammi sapere se questo epilogo è degno della storia!), a Smartgirl (hai recensito dall’inizio e ne sono molto felice perché sei stata molto carina con me. Sono stra-felice che Welcome ti sia piaciuta! ^^), a Ieia92 (eh, direi che dopo quello che hanno passato ci voleva un lieto fine per loro, no? Più che altro per Koushiro!), a mimi taki (ebbene che mi dici? Ti è piaciuto il resto della storia? E che dire di questo epilogo? Fammi sapere! Spero che ti sia divertita in vacanza anche se, come notavamo io e Sae, in vacanza si ha meno tempo che non nel resto dell’anno!), a beba (dopo i guai di Koushiro, ecco anche il suo happy ending con tanto di baci! ^.- E adesso, come è giusto che sia, si fa ritorno a Tokyo!), a burgos (anche per la coppia Sorato le cose si sono sistemate, no? Grazie per le recensioni!), a emily (Taichi si è fatto riconoscere anche stavolta, non ti pare? Spero di avergli reso giustizia, con il suo carattere estroso è un’impresa intercalarsi in uno come lui! Grazie mille per gli apprezzamenti!), a chiara (come vedi nemmeno la parentesi Lana, o “Lagna” come direbbe Sora, può scalfire la coppia Sorato! Che ci vuoi fare, io li adoro insieme!) e a tutti coloro che hanno semplicemente letto e, forse, sorriso. Nella speranza di non aver dimenticato nessuno e soprattutto di essere riuscita a strapparvi un sorriso, soprattutto ora che si ricomincia con la solita routine, alias scuola!

Per quanto riguarda le traduzioni dell’inglese da me utilizzato nella fanfic, sono frutto di traduttori online e nel caso di errori vogliate gentilmente perdonarmi giacché non era davvero mia intenzione cascare in simili defaillance. Eppure ciò nonostante ho provato lo stesso a cimentarmi con la lingua inglese un po’ perché consona all’idea che avevo per questa fanfic e un po’ per una sorta di sfida personale che, alla prima stesura della fanfic, non aveva neanche trovato esistenza.

Vi lascio aggiungendo soltanto che, per chi aspetta il seguito di “Good Boys”, prometto di postare al più presto altri capitoli, anche se già da adesso ne stanno succedendo delle belle! ^.- E adesso è davvero il momento di salutarci e di ringraziarvi ancora una volta di tutto cuore! Baci.

Memi J

  
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