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Autore: Hey J    08/09/2007    2 recensioni
Akane; la stessa ragazza energica di sempre, trasformata finalmente in donna, è sola; il ricordo di chi ha amato di più è travolgente, specie in un treno.. specie se il soggetto dei suoi pensieri è..
Ranma; in cammino dopo un lungo viaggio, il giovane artista marziale ha deciso di tornare, con nel cuore vividi i suoi sentimenti per un "violento maschiaccio privo di sex-appeal".. ma con nella mente il ricordo di un importante incontro, avvenuto durante il suo allenamento.
Ai; una giovane fuggita da un destino già scritto a cui non voleva sottostare.
Hope; in lotta tra la vita e la morte.
Joe; un ragazzo, un tempo spensierato, che ha lasciato tutto per seguire il suo cuore.

Quella forza oscura, quella corrente inarrestabile che vien detta "fato", volle intrecciare i loro destini in modo indissolubile. -- Revisionato Nono Capitolo --
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akane Tendo, Altro Personaggio, Ranma Saotome
Note: Alternate Universe (AU), OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: Incompiuta
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Ciao ragazzi! Finalmente sono tornata! Dopo otto mesi di assenza sono tornata! Eh gli esami sono tosti ma ce l’ho fatta! Questo capitolo ha una storia piuttosto complicata... avevo finito di scrive ben tre capitolo che avrebbero concluso tutta la fic, purtroppo andandoli a postare mi si è bloccato il computer ed io tonta non avevo salvato così mi si è cancellato tutto!! Non vi dico quanto ero depressa!!! Poi mi si è ricancellato (ma solo questo) per cinque volte in pratica questo cappy l’ho scritto per sei volte ^^’’ bene ora vi lascio a questo cappy che finalmente è tornato ad avere una lunghezza decente (anche se la prima volta che l’ho scritto era 3400 parole sigh)va bene! Ora vado e vi lascio alla lettura!e a fondo pagina i ringraziamenti!!


Capitolo 9: Ricordati che...

Mare. Un porto. La luce irradiava il paesaggio e lo rendeva ancor più bello.
Un ragazzo fermo, immobile, da sopra il promontorio guardava il mare, e sospirava quasi piangente da lassù, coi capelli biondi scompigliati dalla brezza marina e con le iridi smeraldine ormai lucenti sotto l’incombenza delle lacrime.
Il cuore batteva forte, correva, scalpitava come un cavallo selvaggio. Era in tempesta, il suo cuore, ma per cosa, per chi?
Si volse verso un punto indefinito nel blu. Chissà cosa cercava, chissà cosa guardava, chissà cosa pensava...
*Quante cose sono successe... Ed ora devi partire così, senza preavviso, senza darmi occasione di parlare con te...*

Ambulatorio del dott. Tofu, stanza numero 707.
Il dottor Tofu stava parlando ai ragazzi, tutti riuniti nella stanza di Ai.
“Bene ora che abbiamo un donatore, dobbiamo solo trovare le strutture.”
“Cosa? Strutture? Qui a Nerima non ci sono strutture?” Gridò sconcertato Ranma.
“Proprio così, Ranma: non ci sono. Inoltre credo che, a causa dello stato avanzato della leucemia di Ai, sia il caso che il trapianto si svolga a New York al “Holy Heart Hospital”, dove lavora un mio caro amico oncologo di fama mondiale, il dottor Kevin Kazua, specializzato proprio in questo tipo di trapianti.” Rispose serio il medico.
“Cosa? Ma è dall’altra parte del mondo!” Esclamarono Akane e Aya all’unisono.
“In realtà è dall’altra parte del mondo solo se vai verso ovest.” Puntualizzò Ryoga, comparso da chissà dove.
“E tu da quando in qua sai qualcosa di geografia?” Lo rimbeccò Ranma, scettico.
“Beh, me l’ha suggerito Ukyo.” Rispose l’altro, cacciando fuori Ukyo dal medesimo ‘chissà dove’.
“Ciao Ranchan! Come stai, tesoro?” Disse la ragazza, gettando le braccia al collo del malcapitato.
“Che fai, stupida lagazza con la paletta! Giù le mani dal MIO Lanma!” Strillò Shan-pu apparendo anche lei misteriosamente; poi imitò Ukyo e si gettò anche lei fra le braccia di Ranma, che aveva cominciato a sudare freddo a causa di una Akane inferocita dallo sguardo omicida.
Ma, ovviamente, non era finita!
Kodachi, l’indomita secondogenita Kuno, fece la sua entrata, e per non essere da meno si appiccicò anche lei come una cozza al povero ragazzo, cominciando puntualmente a litigare con le altre pretendenti. Intanto Hope e Joe guardavano divertiti la scena che si era creata: Akane era furiosa ed era sul punto di scoppiare; Aya e Nadja tentavano di trattenerla per quel che potevano, mentre le tre squilibrate avevano cominciato a combattere seriamente attorno ad un Ranma sconcertato che si era ritrovato in un fuoco incrociato.
E, siccome il tutto sembrava troppo tranquillo, Happosai, Kuno, Mousse, Sasuke, Obaba, la famiglia Tendo al completo, Taro, Sentaro con moglie, nonne e serve al seguito e molta altra gente spuntarono dal nulla, come funghi in autunno, creando un enorme pandemonio.
Approfittando della confusione generale Joe prese Hope per mano, le fece indossare, pantofole, vestaglia e mascherina, e la portò via da quello che ormai era un campo di battaglia.
La portò sul terrazzo (inciampicando con il portaflebo) dove poterono stare un po’ più tranquilli.
Entrambi volsero lo sguardo verso il tramonto, che con i suoi raggi dorati impreziosiva tutto ciò che toccava.

Joe si girò verso di lei, che ancora ammirava estasiata il paesaggio.
La guardò, e non poté fare a meno di pensare che fosse davvero bellissima, così, anche pallida e debole, anche con la mascherina a coprirle il volto. Rimaneva sempre stupenda.
Secondo i normali canoni di bellezza stabiliti dalla gente comune sarebbe apparsa sfiorita, ‘brutta’ addirittura, per lui era semplicemente la creatura più bella che la Terra avesse mai avuto il privilegio di veder nascere.
Inaspettatamente, Ai si voltò verso di lui, e si accorse di essere osservata. Rise, ridestando finalmente Joe dal suo torpore contemplativo e facendolo arrossire fino alla punta dei capelli.
“A cosa stavi pensando?” Gli chiese, ridendo.
“A-a nulla” Rispose Joe imbarazzato. “E tu? A cosa stavi pensando?” Rigirò la domanda per sviare il discorso.
“Pensavo a cosa potrebbe accadere se l’operazione andasse male. Immagina.. quante cose non fatte, quante cose non dette...”
Nel sentire quelle parole Joe sussultò: non aveva mai pensato ad una simile eventualità.
Allora, presto avrebbe dovuto decidersi...
“Joe! Joe!” La voce di Hope lo riportò nuovamente alla realtà. “Joe! Ti eri incantato di nuovo! Tieni!” Esclamò la ragazza porgendogli l’auricolare di un lettore CD. “Ascoltala... non è bellissima?”
“Questa canzone…è perfetta!” Pensò ad alta voce il biondino.
“Per cosa è perfetta?” Chiese, sorpresa.
“ Nulla... nulla... Andiamo dentro... credo che il pandemonio sia ormai passato!” La spinse all’interno, con fare sbrigativo. Fece per chiudere, ma prima dette un ultimo sguardo a quel mondo incantato, quel mondo dorato, irreale e magico che accende i sentimenti e fa brillare gli occhi di una nuova luce.

*È passata una settimana e tu devi già partire, ma oggi il mio sarà un saluto speciale che ricorderai per sempre*. Il ragazzo si voltò e corse via.


Aeroporto di Tokyo

Hope stava per partire, il suo aereo sarebbe partito tra dieci minuti. Tutti l’avevano salutata, dal primo all’ultimo, tranne l’unica persona che avrebbe voluto rivedere un’ultima volta. Joe...

Nadja la stava strattonando: era ora di andare verso il gate.
Si volse ancora in cerca dei suoi occhi, in cerca di almeno un ultimo sorriso, un ultimo sguardo, ma niente. Abbassò lo sguardo e fece per andare, quando una mano forte e muscolosa la fermò.
Hope alzò lo sguardo e vide che era Joe, vicinissimo al suo viso, sorridente e radioso come non mai. Il suo cuore cominciò a battere all’impazzata e lucenti stille le rigarono il viso cinereo, che cercò di coprire con le mani.
“Credevi che ti avrei lasciata partire senza salutarti?” Sussurrò dolcemente Joe, con una insolita sicurezza che meravigliò il lui stesso.
“Tieni... Ascolta... Capirai da sola.” Farfugliò in modo sconnesso, porgendo un auricolare ad Hope che lo indossò.
Subito, dopo aver ascoltato le prime note della canzone, lei arrossì e nuove lacrime sgorgarono dai suoi occhi neri.
“Cosa devo capire?” Bisbigliò, tentando di nascondere il volto dietro i palmi.
“Ascolta le parole e capirai di certo.” Ripeté Joe, cominciando a canticchiare a sua volta.


Ricordati di scrivermi
ogni tanto da Los Angeles
E mandami il tuo numero di casa
se vuoi
Sei mesi non son pochi sai
Divertiti e fai ciò che vuoi
È giusto allontanarci poi vedremo
Che sarà di noi
Io proverò a combattere
tristezza e solitudine
Uscendo un po’ più spesso con gli amici
di sempre
Ma adesso resta ancora un po’
ascolta quello che dirò
Regalami un secondo di silenzio
Ssssshhhhh


“Senti Hope? La senti? Questa è la canzone che mi hai fatto ascoltare sulla terrazza. Mi sono deciso. Questo è il mio modo per dichiararmi, per dirti che mi mancherai e che devi lottare perché devi vivere, vivere per me! Io ti aspetterò qui, non ti seguirò, ti lascio andare. Resto qui perché devo dare speranza ai nostri nuovi amici, ora che tu sarai lontana. Tu sei il nostro sole e se sei lontana da noi non possiamo vedere la strada, perché non c’è più la tua luce che irradia il cammino. Così ho deciso che resto qui, rubando un tuo raggio per riuscire a guidare i nostri amici mentre sei via.” Le sussurrò all’orecchio con dolcezza. Lei lo guardò con gli occhi pieni di lacrime, emozionata più che mai.
Stava davvero succedendo? Davvero Joe le voleva bene? Chissà, forse una speranza c’era...


Ricordati che quando ti cercherai
in una canzone che parla di noi
E si impiglierà tra le tue ciglia una lacrima
Ricordati che quando tu piangerai
con le gambe strette seduta sul letto
Io sarò lì accanto a te
ti rispecchierai negli occhi miei


“Ricordati di questa canzone quando sarai a Los Angeles perché ti ricorderà che sono lì con te. Se piangerai io sarò lì ad asciugarti le lacrime. Pensa che ti voglio bene, che non potrei mai abbandonarti, pensa che veglierò il tuo sonno. E alla fine pensa che sono lì accanto a te e che ti aspetterò per sempre.” Continuò Joe, emozionato anche lui.
Hope lo guardava e sapeva che era la verità. Lo sentiva nel suo cuore, sentiva soprattutto che lui l’amava, era così felice, poteva specchiarsi nei suoi occhi verdi come la speranza che era nata nei loro cuori...


Non preoccuparti mai per me
io me la so cavare sai
Piuttosto abbi cura di te stessa
di più
Ti giuro non ce l’ho con te
non c’è nessun colpevole
Adesso dai non abbassare gli occhi
chiuditi il paltò
E scusami per le idiozie
che ti hanno fatto piangere
Ma dopo era stupendo fare pace
ridendo
Hanno chiamato il volo dai
aspetta non lo perderai
Ancora un secondo di silenzio
Ssssshhhhh


“ Non devi preoccuparti, me la so cavare, Joe. Io ce la farò. Piuttosto sei tu che devi cercare di stare allegro, di non soffrire troppo se io...” Iniziò Hope, ma lui la zittì poggiandole un dito sulle labbra.
Sollevò lo sguardo, e vide infinite lacrime solcargli il volto, silenziose e inarrestabili.
“No! Tu ce la farai, lo so! E non darti pena per me, pensa solo a guarire in fretta, altrimenti non te lo perdonerò!” Disse.
I due stettero in silenzio per un paio di minuti, poi il biondino mormorò: “Scusami.”
Hope lo guardava confusa e chiese: “Di cosa ti dovresti scusare?”
“Quante volte ti ho ferita a scuola, quante volte ti ho insultata, quante volte ti ho fatto star male e non ti ho mai chiesto perdono...” Continuò lui con lo sguardo basso, ma la ragazza gli alzò il viso e sorrise. “Ma ora possiamo fare pace sorridendo, dimenticando tutto quello che è stato, no?”
Joe rispose con un altro sorriso.
“Hope, l’aereo!” Gridò Nadja da lontano.
“Arrivo!” Fece Hope di rimando. Stava per andarsene, quando Joe la fermò.
“Aspetta ancora qualche minuto, non perderai il volo.”
Va bene.”


Ricordati che quando camminerai
distratta nel traffico e ti volterai
Perché una parola un ombra un gesto
Ti emozionerà
Ricordati che quando ti spoglierai nel buio
Vestita dei nostri ricordi
Io sarò li accanto a te ti rispecchierai


“Ascolta la canzone, Hope. Questo ritornello vuol dire... ricordati di noi che siamo qui, che ti aspettiamo, mentre passeggerai viva per le strade di Los Angeles, guardati intorno e ritrova i tuoi amici osservando le strade, la gente che passa... ricordati di noi che ti aspettiamo.
Hope, ricordati di me...”


Solo il tempo per noi sa la verità
se domani io e te ritorneremo qua
Incapaci di vivere lontani
anche un giorno di più
Solo il tempo dirà se era una bugia
o era giusto per noi cercare un’altra via
Ora vai devo mordermi le labbra
per non piangere più.


Hope dovette scappare, ma prima sfiorò le sua labbra con le proprie.
“Mi ricorderò di te. Per sempre.”
La vide andar via, accompagnata da sua sorella. Via da lui.
Il ragazzo si morse il labbro per non piangere, e comincio a cantare a squarciagola con la sua voce bellissima per farsi sentire dalla sua Hope...


Ricordati che quando ti cercherai
in una canzone che parla di noi
E si impiglierà tra le tue ciglia una lacrima
Ricordati che quando tu piangerai
con le gambe strette seduta sul letto
Io sarò lì accanto a te ti rispecchierai
Negli occhi miei
Ssssshhhh


Intanto anche gli altri si erano uniti al suo canto; dapprima Ranma, poi Akane, Aya e tutti gli altri. Alle prime note cantate da Joe, Hope si era voltata e aveva rincominciato a piangere, ma quando sentì le voci di tutti i suoi amici, corse loro incontro, e li abbracciòtra le lacrime, gridando.
“Grazie, grazie, non lo dimenticherò, non vi dimenticherò MAI!
E corse di nuovo via, ma stavolta per davvero.
Tutti guardarono l’aereo partire e tutti si unirono alle lacrime di Joe e Ranma.


Ringraziamenti:
Voglio ringraziare Sashi per il suo commento, non ti preoccupare questa fic non è finita ;)
Inoltre voglio ringraziare Hankochan e Stray cat’s eye che sono state molto buone con me, hanno betato una mia fic per il concorso (che poi non è mai arrivata, ma fa lo stesso9 e per essermi state vicine per tutto questo tempo! Grazie a tutti!
Questo cappy lo voglio dedicare interamente a loro due perché poco tempo fa abbiamo “festeggiato” un anno di amicizia!!! Grazie ragazze!!!!!! Vi voglio un casino di bene!!

  
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