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Autore: Barrie    08/09/2007    3 recensioni
Questa one-shot è un omaggio a miss Rosalie Hale, che ho imparato ad apprezzare dopo New Moon e senza la quale a quest’ora i nostri eroi sarebbero ancora separati, vagando come due anime in pena. Spero di rendere in modo dignitoso il sentimento che la lega al suo Emmett…
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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l'apparenza Questa one-shot è  un omaggio a miss Rosalie Hale, che ho imparato ad apprezzare dopo New Moon e senza la quale a quest’ora i nostri eroi sarebbero  ancora separati, vagando come due anime in pena. Spero di rendere in  modo dignitoso il sentimento che la lega al suo Emmett…

e dedico questa ff alla mia A&A, grazie per tuo il sostegno…

 


Il vento mi sferzava il viso, continuavo a correre ad una velocità incredibile, incredibile per qualunque essere umano, ma non per me e per quelli della  mia specie… i vampiri, ovvero dei mostri… ecco quello che eravamo, quello che ero diventata da due anni a questa parte…

Da quando Carlisle mi aveva trovata in fin di vita e aveva deciso di donarmi una nuova esistenza… perché è questo che ha fatto, mi ha permesso di continuare ad esistere, ma non mi ha salvata, no! Questo, no! Ero dannata!!! E lo sarei stata per l’eternità… che tempo lungo l’eternità… e l’avrei passata da sola…
Si, avevo la mia “famiglia”: Carlisle, Esme e Edward… Edward… mi venne da ridere ripensando a quando Esme  credeva che noi saremmo diventati come lei e Carlisle… io e il mio fratellone, lui che crede che io sia solo una ragazza viziata e superficiale, perché è questo che faccio trapelare in sua presenza, quando so che sta setacciando la mia mente in cerca di qualcosa di interessante, gli nascondo i  miei pensieri più intimi e profondi…
Correvo, correvo senza fermarmi…

Però la  solitudine mi faceva paura anche se non l’avrei mai  detto a nessuno.       
La bellissima e altezzosa Rosalie che metteva a nudo i suoi sentimenti, come dire che i vampiri non si nutrono di sangue.                      
Al pensiero del sangue rabbrividii, odiavo la  mia condizione, odiavo dovermi nutrire di altri esseri viventi per sopravvivere!!            
Ma non avevo mai bevuto sangue umano, sebbene più di una volta ne fui tentata, no, questo mai! Si, ero un mostro ma non sarei mai arrivata a tanto, no, mai e poi mai! Me l’ero ripromessa ogni qual volta la tentazione avesse tentato di sopraffarmi.

Continuavo a correre tra gli alberi senza una meta…

Poi lo percepii a chilometri di distanza, era l’odore più buono che avessi mai sentito e in balia dell’istinto mi lasciai guidare, seguii inebriata quel delizioso profumo, senza sapere che mi stava guidando verso la salvezza...                                                                                                                                                                                                                                             Poi lo udii… un urlo straziante… e gli corsi incontro, realizzando che il possessore di quel sangue afrodisiaco e chi aveva lanciato l’urlo dovessero essere la stessa persona e che probabilmente era in pericolo.                                                                                
Quando arrivai vidi un enorme orso che sovrastava una figura umana completamente ricoperta di sangue e agonizzante di dolore, l’odore forte del suo sangue mi pungeva il naso, ma mi avventai sull’orso ringhiando e lo misi in fuga. Poi mi voltai verso quel corpo lacerato e mi accorsi che era un ragazzo enorme con un viso da bambino, mi incantai a guardarlo, era così tenero… poi un sussulto del suo cuore mi riscosse e senza pensarci due volte me lo caricai in braccio e corsi a più non posso verso casa, senza fermarmi mai, senza un attimo di esitazione, conscia che il suo cuore avrebbe potuto cessare il battito da un momento all’altro.            
Osservai quel volto di bambino ricoperto di sangue, i rivoli che sputava dalla bocca e non potei fare a meno di chiedermi cosa avesse spinto quello sciocco tra i boschi delle Ande...                                                                                                                                                                                                                   
Sentii i battiti del suo cuore diminuire e la mia ansia aumentare. Cercai di correre più veloce e per la prima volta benedissi la mia natura di vampiro, ma sembrava che non arrivassimo mai. Finalmente riuscii a raggiungere casa e Carlisle mi venne incontro avendo fiutato il l’odore del sangue, Esme ed Edward ci osservano a distanza, senza respirare. Mai fui più felice di vederli. Poi Carlisle mi guardò e il mio sguardo fu eloquente.                                                               
Lui si chinò e dopo pochi attimi il ragazzo fu in preda a violenti spasmi e cominciò a urlare, nel frattempo lo portammo nella mia stanza ed io presi a ripulirlo.       
Quando perse conoscenza Carlisle mi si avvicinò sorridendo e mi disse: “Rose, sei stata davvero brava, l’hai portato fin qui nonostante tutto quel sangue. Hai sviluppato un grande autocontrollo. Sono fiero di te!!” ed io lo guardai stupita: “Non so come ho fatto, so soltanto che quando l’ho visto ho sentito qualcosa e sapevo solo che quando l’ho visto ho sentito qualcosa e sapevo solo che dovevo salvarlo a qualunque costo!” finii col dire, accorgendomi solo in quel momento che il ragazzo era sveglio e mi stringeva la mano. Se avessi potuto arrossire l’avrei fatto...                                     
Lui mi fissava ed io mi guardai in torno in cerca di Carlisle, ma era sparito. Il ragazzo perse conoscenza.                                                          
Gli stetti accanto e di tanto in tanto gli accarezzavo la fronte con  la mia mano gelida cercando di alleviagli il dolore.                        
I giorni passarono e a volte quando il dolore diminuiva  mi fissava, poi all’alba del secondo giorno mi sorrise e disse: “Devo essere in paradiso! Perché tu sei un angelo…” e prima che perdesse conoscenza riuscii solo a dirgli: “Sei ancora sulla terra…”. Passò ancora un giorno e poi cominciò a riprendersi.                              
“Grazie”  lo sentii sussurrare mentre gli accarezzavo i capelli, lo guardai negli occhi e poi abbassai lo sguardo: “Non farlo… io ti ho reso un mostro, come me!”         
Lui rise e disse ansimando: “No, tu sei troppo bella per essere un mostro…” .
“L’apparenza inganna!”  risposi malinconica.                                                                   
“No, i mostri non hanno questo occhi!!!”  replicò lui sfiorandomi la guancia con le dita di ghiaccio.
E in quel momento fu come se il mio cuore avesse ricominciato a battere, anzi fui quasi certa di averlo sentito sussultare a quel dolce contatto.
 
“Non sforzarti…” lasciai la frase in sospeso quando mi resi conto di non sapere ancora il suo nome.                         
“Emmett” rispose come se mi avesse letto nel pensiero “Il mio nome è Emmet, ma anche gli angeli hanno un nome… Il tuo qual è?” sussurrò in modo che solo il mio udito di vampiro mi permettesse di capire.
“Rosalie… e non sono un angelo!” sospirai.
“Allora qualcosa che gli assomigli… Rosalie” ribattè lui ed io scuotendo la testa gli dissi: “Non sai quello che dici… io sono una creatura dannata, che non merita nemmeno di esistere! Sono il peggiore tra tutti gli esseri!! Ed ora ti ho condannato alla mia stessa sorte…” e lui cocciuto continuò: “Se tu sei l peggiore degli esseri allora sono morto ed ora sono in paradiso!”, sconsolata gli accarezzai il viso e sussurrai:    “Tu sei morto Emmett..."                                                                  
“L’avevo detto” mi interruppe.                
“Ma sei sulla terra… perché io ti ho reso come me… un vampiro!” continuai sofferente. Mi prese la mano e me la baciò: “Non importa cosa sono! Io ce la farò solo se tu mi rimarrai accanto, perché io ti amo Rosalie e l’ho capito dal primo attimo in cui ti ho vista, ho capito che non avrei mai più potuto vivere senza di te da quando ho incontrato i tuoi occhi per la prima volta”.
Oh se solo avessi potuto piangere… quello sarebbe stato il momento giusto.
Mi uscirono solo poche parole: “Anch’io Emmett, anche io ti amo e o che non potrei più vivere senza di te”, mi buttai addosso a lui e lo abbracciai con tutta la forza di cui ero capace”. Finalmente dopo tanto tempo, forse per la prima volta nella mia vita non mi sentivo più sola.                       
Per la prima volta avevo qualcuno che amavo più di me stessa e che mi amava.                          
Rosalie-cuore-di-ghiaccio si era sciolta davanti a gli occhi dolci di quel ragazzone.
Ricordo ancora adesso quella sensazione come se la stessi vivendo in questo momento, anzi credo che non mi abbia mai abbandonata da quel giorno e mai lo farà, fino alla fine dei tempi e forse anche oltre perche questo è AMORE.
Per la prima ed unica volta in tutta la mia esistenza io, Rosalie Lillian Hale mi ero innamorata ed era successo proprio quando credevo che il mio cuore non avrebbe mai più potuto battere… ma evidentemente mi sbagliavo…

 
 
 
Spero di essere riuscita a rendere omaggio al loro amore…

  
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