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Autore: _pat__xD    22/02/2013    0 recensioni
Hermione Granger ha vissuto molto intensamente la sua adolescenza, ha avuto molti problemi, tante - forse troppe - avventure e sempre più guai ai quali bisognava rimediare. La guerra è finita e con essa, subito dopo, anche la scuola. Hermione si ritrova a fare una scelta che nessuno mai avrebbe mai immaginato che lei fosse capace di fare: torna nella Londra babbana, si applica con mille corsi, studiando giorno e notte, rimediando tanti attestati che le serviranno per un lavoro lì. In poche parole? Decide che di avventure ne ha anche avute troppe, così vuole provare a vivere la sua vita in modo normale. Peccato che non le sarà possibile. Incontrerà qualcuno che la illuderà e che le darà l'ennesimo 'guaio' da risolvere, ovvero due bambine da mettere al mondo e crescere da sola. Cosa succederà?
***
Ci tengo a dirvi che su Harry Potter scrissi solo una volta e tanto tempo fa...una cavolata. Ora sono migliorata, penso, e spero che questa storia possa piacere. Saluti, Pat.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: George Weasley, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Due gemelle ad Hogwarts.1

 

Prologo.

 

Le dita lunghe e delicate della ragazza si muovevano velocemente su quei piccoli tasti neri del computer situato sul lungo ripiano in legno della scrivania. Le tende color avorio erano scostate, lasciando così che la luce del mattino penetrasse senza alcun problema. Un sospiro uscì dalle labbra sottili e leggermente screpolate di lei, la quale si passò in fretta la lingua su di esse, inumidendole e mordendosele subito dopo. Era stressata, molto. Troppo. Niente andava come doveva, niente era al proprio posto, a partire dal suo lavoro. Vivere da semplice umana, cercando un lavoro che fosse adatto a lei, non era facile come poteva sembrare agli occhi dei suoi amici o a quelli di tutte le altre persone che, senza alcuna fatica, entravano nella sua vita, criticavano il suo modo di vivere e poi uscivano da lì con la stessa facilità con la quale erano entrati. La ragazza sbuffò pesantemente, allontanandosi con uno scatto dalla scrivania, e automaticamente anche dal suo banale curriculum, passandosi subito dopo una mano tra i capelli ricci e leggermente crespi. Nulla era cambiato in quegli anni. Assolutamente nulla. Bé, a parte...

«Mamma!»

Un urlo acuto proveniente dal piano di sotto non la stupì più di tanto. L'ennesimo sospiro uscì dalle labbra della ragazza, la quale spostò la mano sulla sua fronte, massaggiandosela piano, mugugnando qualche parola senza senso. Si trovava d'avanti ad una scelta: fingere di non averla sentita e continuare a spremersi le meningi per non scrivere nel proprio curriculum che era stata partecipe di una Guerra Magica, oppure scendere e vedere cosa fosse successo?

«Mamma!»

Un altro urlo, ancora più acuto del precedente, le fece fare quella scelta senza neanche che se ne rendesse conto, infatti si alzò dalla sedia, togliendosi gli occhiali che usava per scrivere e posandoli sulla scrivania. Lenta, a passo sicuro, uscì dallo studio e, subito dopo, scese le scale, gradino per gradino, avvicinandosi sempre di più a quella che, ne era sicura, sarebbe stata la fine della minima speranza di potersi rilassare anche solo per cinque minuti. Non appena scese anche l'ultimo gradino dovette trattenersi dal mettersi le mani tra i capelli e urlare come una pazza. Prese un respiro profondo e si avvicinò con estrema lentezza, solo di qualche passo.

«Cos'è successo?»

Chiese tra i denti, sperando di non sembrare troppo arrabbiata – cosa in realtà era – e di non spaventare così i bambini. Anche se aveva tutte le ragioni del mondo per urlare e staccare a morsi la testa del bambino che era seduto a terra con le gambe divaricate e un sorriso sornione sulle labbra.

«Stavamo giocando»

Rispose lui, con il suo solito tono tranquillo e perennemente sarcastico. Il ragazzo – perché si, alla fine non era un bambino – si alzò e si passò una mano tra i capelli rossi, spettinandoseli maggiormente, poi si avvicinò alla ragazza, di un solo passo, tenendo le mani nelle tasche.

«George Weasley»

Fece lei, per poi prendere un respiro profondo, l'ennesimo, e buttare fuori l'aria dal naso, digrignando i denti e assottigliando lo sguardo, assumendo quell'espressione che intimoriva chiunque...o quasi. Infatti il rosso alzò semplicemente un sopracciglio, allargando il sorriso.

«So come mi chiamo, Hermione»

Disse tranquillo, per poi avvicinarsi ancora, piegarsi su di lei e schioccandole un bacio sulla guancia sinistra. La ragazza ebbe un fremito. Un fremito di pura rabbia. Posò il dorso della mano destra sul braccio di lui, spingendolo di lato e facendo si che non le coprisse la visuale della figlia che, comodamente seduta su i rimasugli dei cuscini, i quali erano stati completamente squarciati da chissà quale furia, sorrise ampiamente e la salutò con la mano.

«Mary-Kate2 Granger»

Iniziò a parlare, portando due dita a massaggiarsi le tempie, chiudendo appena gli occhi. La bambina deglutì. Sapeva cosa le aspettava quando la madre iniziava una frase usando il suo nome di battesimo, infatti si strinse nelle spalle, accennando un sorriso quasi timido.

«Dov'è tua sorella?»

Chiese in un sussurro, aprendo poi gli occhi e puntandoli in quelli dolci della piccola, la quale, giocando lentamente con i suoi capelli legati in una tenera treccia – tutta spettinata per via del gioco fatto poco prima –, si limitò ad allargare il sorriso e ad alzare le spalle. Hermione non ebbe neanche il tempo di dire altro che, dalla cucina, si udì un tonfo sordo e il rumore di qualcosa che si rompeva. La giovane donna sgranò gli occhi, poi corse fino a raggiungere la stanza, fermandosi sotto la porta, incrociando le braccia al seno e puntando il suo sguardo accusatore sulla bambina, la quale era in piedi vicino al tavolo e guardava la madre con un sorriso dispiaciuto, mentre attorno a lei giacevano i pezzi di un antico vaso, cimelio di famiglia.

«Ashley2, cosa...»

Iniziò a parlare, dopo aver preso il solito respiro profondo, cercando di non prendere a pugni il ragazzo che, al suo fianco, ridacchiava senza ritegno.

«Ehi non vale!»

Si lamentò la bambina dietro di lei, superandola e mettendosi di fronte, portando le mani sui fianchi e facendo una smorfia di dissenso. Hermione alzò un sopracciglio, confusa.

«Perché con me usi il tono da sei nei guai signorina e con lei invece solo quello da l'hai combinata grossa, ma non fa niente

La ragazza sospirò e si voltò verso l'amico, quasi come se gli volesse chiedere aiuto. Lui sorrise tranquillo e si avvicinò alla bambina ancora circondata dai cocci, prendendola in braccio; tornò poi alla postazione iniziale, prendendo delicatamente la manina dell'altra piccola nella sua, incamminandosi con le due verso il salone. Si piegò e fece scendere Ashley, per poi inginocchiarsi d'avanti alle due e guardarle negli occhi, serio come nessuno lo aveva mai visto.

«Che ne dite di andare di sopra a lavarvi e a vestirvi? Così poi vi porto a vedere la fiera di casa Weasley, ci sono tanti animali...come zio Percy, zio Ron...ah, non dimentichiamoci di zia Ginny e Harry Porc...»

La sua frase venne interrotta da uno scappellotto – neanche tanto leggero – che Hermione gli diede dietro la nuca, portando poi la mano sul fianco e guardandolo male. Il ragazzo si schiarì la voce, poi sorrise e fece cenno alle due di andare. Le bimbe annuirono sorridendo e fecero come li era stato detto. La ragazza, non appena le vede sparire sulle scale, si lasciò andare sul divano, sospirando pesantemente e portandosi una mano sulla fronte, chiudendo gli occhi. Si, era tremendamente stressante la sua vita. George si sedette al suo fianco, in silenzio, poi si voltò verso di lei, sorridendo appena e guardandola in modo talmente insistente che le fece aprire nuovamente gli occhi.

«Cosa c'è?»

Chiese lei, con voce stanca, facendo solo allargare il sorriso divertito dell'altro.

«Come si dice quando qualcuno ti toglie dai guai?»

Fece per tutta risposta il ragazzo, senza neanche provare a nascondere l'ironia nelle sue parole. La ragazza non si fece prendere in giro, si limitò ad alzare il sopracciglio e guardarlo seria.

«Il mio guaio sei tu, George Weasley.»

Disse, per poi alzarsi e uscire fuori la bacchetta dalla tasca dei pantaloni, sussurrando un semplice incantesimo, facendo così in modo da sistemare tutta la stanza senza doversi sforzare poi troppo.

«Potevi evitare di venire qui e distruggermi casa»

Continuò, stando attenta a non alzare troppo la voce. In fondo cose come quelle le succedevano ogni giorno a partire da quel maledetto giorno di nove anni prima, quando si era lasciata abbindolare dal sorriso dolce di uno stupido ragazzo babbano conosciuto ad un corso di informatica. L'aveva illusa, usata per i suoi scopi, fatto credere che l'amava e che per lui esisteva solo lei. Hermione non aveva paura quando scoprì di essere incinta, si fidava del suo ragazzo, peccato che si sbagliava di grosso. Infatti quel viscido verme la lasciò sola, sparendo dalla circolazione, partendo da un giorno all'altro e lasciandola con un singolo e squallido messaggio sul cellulare.

«Se non fossi io a, come dici tu, distruggerti casa, lo farebbero le bambine e sicuramente in modo più disastroso di come potrei farlo io»

Si difese sorridendo divertito, come suo solito. La riccia sbuffò, passandosi ancora una mano tra i capelli, rendendoli ancora più spettinati di quanto non lo fossero già di loro. Il ragazzo si avvicinò a lei e la strinse in un abbraccio fraterno, baciandole la testa.

«Sei davvero una brava mamma, Hermione, sei forte, ma ogni tanto chiedere aiuto non significa essere deboli»

Sussurrò dolcemente, poi si staccò e, sorridendo, salì di sopra dalle bambine, lasciando la giovane donna lì, al centro del salone con i suoi pensieri, riflettendo sulle parole appena dette dall'amico.

 

1Due gemelle ad Hogwarts: il titolo l'ho iniziato con 'Due gemelle' perché ho preso spunto dalla maggior parte dei film fatti dalle gemelle Olsen.

2Mary-Kate e Ashley sono i nomi che ho deciso di dare alle due gemelle, figlie di Hermione. Loro hanno il prestavolto di, appunto, Mary-Kate e Ashley Olsen.

  
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