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Autore: OneShotMaker    22/02/2013    2 recensioni
-Tesoro, sono sicura che ce la farai. Io credo in te e nel tuo talento e so che non mi deluderai, me lo sento -, mi disse. E quando mia madre si fidava del suo istinto, non sbagliava mai.
Soprattutto quel giorno.
Il tempo mi sfuggì dalle mani poco a poco e mi ritrovai a vivere un’esperienza unica ed emozionante ad X-Factor, con la paura e l’insicurezza che mi divoravano. Ma fino all’ultimo, non mi ritrovai solo: la giuria decise di unirmi con altri quattro ragazzi, così da formare una band, i One Direction. Non ebbi che qualche minuto per decidere. Un “si” significava continuare il mio sogno, anche se non nel modo in cui l’avevo immaginato, “no” era un rifiuto netto a quell’opportunità, che mi veniva offerta su un piatto d’argento.
Alla fine mi dissi che non avevo nulla da perdere, e accettai.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il concerto inizierà tra mezz’ora e, come sempre, la mia adrenalina è a mille.
Dopo aver scambiato quattro chiacchere con i miei compagni di band - nonché le quattro persone che più riescono a capirmi al mondo - mi rintano nel bagno, con la scusa di voler stare un po’ da solo. Loro non mi hanno rivolto molte domande: del resto, credo che avessero altro di meglio a cui pensare.
Una volta entrato, mi chiudo la porta alle spalle. Faccio qualche passo e mi ritrovo davanti allo specchio. Osservo la mia immagine riflessa, lasciando che il cervello ne registri ogni minimo dettaglio, da quello più grande e apparente, a quello più sfuggente e insignificante: i ricci sapientemente acconciati dal parrucchiere, l’iride verde, che a seconda della luce cambiava colore, sfumando dal grigio sino all’azzurro, le labbra dal contorno perfetto, il naso perfetto e proporzionato. Tutto sommato, sono soddisfatto di me stesso, nonostante il mio aspetto fisico mi lasci piuttosto indifferente. Ma le ragazzi urlanti fuori dall’arena, non sono chiaramente dello stesso avviso. Ormai sono passati due anni e mezzo dal mio primo provino e sto cominciando a farci l’abitudine.
Forse è opportuno che io mi presenti e che vi parli un po’ di me, anche se non c’è molto da sapere. Il mio nome è Harold, Harold Edward Styles, ma preferisco semplicemente Harry. Sono nato il 1° febbraio 1994 in una piccola cittadina del Cheshire, Holmes Chapel.
I miei si sono separati quando io avevo 7 anni, ma non ho sentito sulle spalle il peso del loro divorzio. A me importava - e importa ancora tuttora - solo ed esclusivamente la felicità di mia mamma, l’unica che si è presa cura di me, ed è per questo che non le ho rinfacciato mai nulla. Anzi, lei è stata la prima ad appoggiarmi nella mia passione per il canto e fu proprio lei ad accompagnarmi al mio primo provino per X-Factor.
Ricordo che era più ansiosa del solito, forse anche più di me. Ma nonostante questo, riusciva a confortarmi e a sorridermi.
-Tesoro, sono sicura che ce la farai. Io credo in te e nel tuo talento e so che non mi deluderai, me lo sento -, mi disse. E quando mia madre si fidava del suo istinto, non sbagliava mai.
Soprattutto quel giorno.
Il tempo mi sfuggì dalle mani poco a poco e mi ritrovai a vivere un’esperienza unica ed emozionante ad X-Factor, con la paura e l’insicurezza che mi divoravano. Ma fino all’ultimo, non mi ritrovai solo: la giuria decise di unirmi con altri quattro ragazzi, così da formare una band, i One Direction. Non ebbi che qualche minuto per decidere. Un “si” significava continuare il mio sogno, anche se non nel modo in cui l’avevo immaginato, “no” era un rifiuto netto a quell’opportunità, che mi veniva offerta su un piatto d’argento.
Alla fine mi dissi che non avevo nulla da perdere, e accettai. Ed ora eccomi qui, a guardare per l’ennesima volta il mio volto allo specchio, con la consapevolezza che nel frattempo, tra una memoria e l’altra, il tempo è trascorso inesorabile.
Il concerto sarebbe iniziato di lì ad una decina di minuti e forse, la cosa migliore da fare sarebbe raggiungere gli altri, per prepararsi ad essere accolti da una folla di ragazze, che per me sono più di semplici fans che assistono al concerto del loro idolo. Per me sono ossigeno, sono la ragione per la quale la mia vita è cambiata in un batter d’occhio, lo stimolo a migliorarmi per non deludere mai me stesso, ma soprattutto loro.
Anche se non è sempre stato facile affrontare il successo improvviso, tutto ciò mi piace. Anche adesso, in questo preciso istante, non c’è una cosa che vorrei cambiare. E’ tutto perfetto, così com’è.
Pure il mio cuore, che sta cominciando a battere forte al ritmo della  musica che mi pulsa nelle vene, rende il tutto ancora più incantato, rinnovando le mie emozioni e rendendole più intense del solito, come se questa fosse la mia prima esibizione.
Non perdo neanche un attimo. Mi dirigo verso le quinte, dove ci saranno sicuramente i ragazzi ad aspettarmi. Non vedo l’ora di stringere quel microfono, e vedere gli occhi delle “mie” ragazze brillare di gioia, la stessa che io provo nel cantare le mie canzoni. E ognuna trascina fuori un pezzo di me, per donarlo a chi lo avesse voluto.
Io e i ragazzi ci scambiamo dei sorrisi e poi ci stringiamo nel classico abbraccio, prima di mettere piede, finalmente, sul palco e scatenarci insieme al nostro adorato pubblico, al quale dobbiamo tutta la nostra felicità. E non importa quanto stanchi saremo alla fine di questo concerto perché saremo sì privi di energia, ma il cuore si sarà riempito dei loro sorrisi, della loro dedizione, del loro affetto, delle loro instancabili voci che ci hanno accompagnato ad ogni canzone. E a noi, a me, basta tutto questo. Davvero, non voglio altro, perché qualcosa di più grande ed immenso di questo proprio non esiste.
 
 


My space :)
Ho scritto questa one shot quasi un anno fa e la pubblico solo ora perchè sono stata occupata con l'elaborazione di un'altra one shot, che a breve pubblicherò :) 
Inizialmente ero indecisa se postarla o no, dato che non mi convinceva molto. Poi però ho pensato che alla fine ci avevo comunque messo del tempo a scriverla, e non mi piaceva l'idea di buttarla in un angolo e di lasciarla ad impolverare. Così, eccola :) Non c'è qualcosa in particolare che mi abbia portato a scrivere questa storia, semplicemente mi annoiavo e ho preso carta e penna. Non l'ho ricontrollata prima di pubblicarla, quindi se ci sono errori comunicatemelo :)
Baci,
Monica xx
  
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