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Autore: Flurry    22/02/2013    2 recensioni
E se Kurt e Blaine non si fossero conosciuti sulla scalinata della Dalton? Sette one-shot sulla struttura dell'alternate meeting; sette prompt, sette AU, sette possibili modi in cui i nostri amati fringuelli si sarebbero potuti conoscere, secondo i prompt della KLAINE WEEK. Enjoy! ;)
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Salve! E ancora una volta ritorno dall'oltretomba, ormai non si sorprende più nessuno =P
Purtroppo la mia vita è stata un caos negli ultimi mesi e non ho avuto il tempo e la tranquillità per lavorare su questa raccolta (o su Ashes' Blues >.<), negli ultimi giorni ho potuto riprendere un pochino fiato e finire questa os che avevo scritto per il prompt Winter In NY. =)
Non so se c'è ancora qualcuno interessato, ma ci tengo a postarla lo stesso perchè mi è piaciuto molto scriverla e ci sono affezionata.

Spero vi piaccia, buona lettura!


PROMPT: Winter In NY


RATING: Giallo


PERSONAGGI: Kurt Hummel, Blaine Anderson, Wesley Montgomery


WARNINGS: Blind!Blaine



***



Una volta qualcuno aveva detto che Londra è un quadro dipinto ad acquarelli, New York invece ad olio. Kurt non si ricordava chi l'aveva detto, Kurt non era mai nemmeno stato a Londra, ma pensava di poter essere d'accordo con quello sconosciuto pensatore. Ci rifletteva spesso, su come quella città fosse un essere in continuo divenire, in continuo mutamento, nella grana sfumata di una vecchia fotografia, nei colori pastosi e sfumati, densi e aspri al respiro di un dipinto ad olio. Un posto dove dove potevi considerare tuo concittadino chiunque sapesse respirare, chi sapesse capire le sue strade, i suoi odori come te, non importa quale fosse la sua nazionalità di origine.

Il posto dove nessuno va a morire, dove tutti vanno a cercare una nuova nascita, una nuova identità, un nuovo paio di occhi, più consapevoli, più reali, diversi.

Nemmeno lui, come il migliore dei newyorkesi, era nato lì. Lui aveva scelto di rinascere tra le sue strade pericolose e sudice, abbagliato dalle sue luci senza sonno, avvolto dal suo calore asfissiante d'estate, pizzicato dal suo gelido abbraccio d'inverno. Amava quel posto, lì aveva trovato la realizzazione che aveva sempre cercato, l'energia che aveva sempre sentito correre frenetica nelle sue vene finalmente a suo agio in quella città veloce, violenta.

Solo una cosa mancava all'appello della sua vita; l'amore.

L'amore, quello semplice, banale, quello delle commedie romantiche, o forse anche dei film strappalacrime. Quello che ti regala un angolo di tranquillità, un sorso di pace, che ti acciambella sul petto come un gatto e ti fa sentire al sicuro, anche in un posto così vasto. E probabilmente era infantile da parte sua desiderare così ardentemente una cosa tanto complicata da trovare, soprattutto in uno posto come quello, dove tutti corrono veloce, e ognuno tende a pensare a se stesso prima che a tutto il resto.

Certo, New York era bellissima, New York era il suo primo amore, ma in quel pomeriggio gelido di metà dicembre il suo abbraccio ventoso, la sua energia non sembravano abbastanza per riempire il vuoto che sentiva di avere nel petto. Sentiva più freddo del solito, forse era più solo del solito e se, scendendo dalla metropolitana strinse ancora un po' il cappotto intorno a sé, era solo per il freddo, o almeno così cercò di illudersi.


Arrivò al Wollman Rink con dieci minuti di anticipo sul suo turno. Quello non era il giorno giusto per perdersi a scrutare il panorama di Central park, con le sue coppiette a braccetto, avvolti l'uno nell'altra per ripararsi dal freddo.

Salutò i colleghi, strinse le cinghie dei suoi pattini preferiti e si preparò ad un altro lungo pomeriggio di bambini iperattivi ed eccitati a cui badare. Anche quel giorno non mancò di ghignare al paradosso che era l'aver trovato e accettato quel posto alla pista di pattinaggio sul ghiaccio. La prima volta che Rachel ce lo aveva trascinato -perchè a quanto pareva, era un must della sua lista di cose da fare a NY- era caduto almeno quattro volte, ed aveva imprecato contro i ragazzini che sfrecciavano intorno a lui esibendosi in figure ambiziose. Forse era stato proprio quel primo tentativo disastroso a spingerlo a riprovarci una seconda volta, e poi una terza, e ancora una quarta e una quinta, fino a quando non era diventato un piacere, più che una sfida contro se stesso.

Così, quando le audizioni scarseggiavano e i conti delle spese si facevano sempre più difficili da pagare, non aveva esitato ad accettare il posto di controllore prima, di istruttore poi.

E a dirla tutta, cinque anni dopo, continuava ad essere grato per quello stipendio forse un po' magro, ma costante.


Il suo turno fu stranamente tranquillo per essere la metà di dicembre, il periodo di solito più affollato dell'anno e, quando anche l'ultimo cliente fu uscito dalla pista, decise di rimanere qualche minuto in più e godersi lo spazio a sua disposizione. Proprio mentre stava pensando di esercitarsi un po' sulle figure più complicate, Holly gli fece cenno di avvicinarsi alle transenne che limitavano il perimetro della pista.

Kurt, per favore non odiarmi, ma devo chiederti un favore.” Gli disse una volta che si fu avvicinato abbastanza. “Avevo promesso a Wesley che sarei rimasta dopo l'orario di chiusura per una lezione con un suo amico, ma credo di avere le febbre e vorrei davvero andare a casa...” Kurt annuì, intuendo dove sarebbe andato a parare il discorso. “Il fatto è che gliel'ho promesso un sacco di tempo fa e so che è una cosa davvero importante per questo ragazzo. Non posso dargli il biglietto per un'entrata normale perchè ecco.. vedi, lui è cieco e, anche se Wes mi ha assicurato che sa pattinare piuttosto bene, di certo non può farlo in mezzo alla folla e...” finì lei, spostando lo sguardo verso due ragazzi avvolti nei loro cappotti pesanti a poca distanza da loro.

Uno dei due era alto, dai lineamenti asiatici, Kurt ricordava di averlo visto un paio di volte con Holly. L'altro era più basso, aveva capelli ricci e folti che gli cadevano davanti agli occhi ed un sorriso che, Kurt poteva già dirlo, era tanto luminoso da far invidia alle luci della città addobbata per Natale. Aveva una mano in tasca e l'altra allungata a tenere il guinzaglio del golden retriver che sedeva pacifico ai suoi piedi, un cane guida, realizzò Kurt.

Tranquilla, ti sostituisco volentieri.” disse senza spostare lo sguardo dal ragazzo. “Ricordati di farmi trovare un cappuccino caldo e un bagel domani quando arrivo.” concluse, sorridendo appena a Holly prima di pattinare veloce dall'altra parte della pista, lasciandosi dietro il “grazie” riconoscente della ragazza.

Quello che non disse fu che tanto non ci sarebbe stato comunque nessuno ad aspettarlo nel suo appartamento, nessuno che avrebbe notato il suo ritardo, che avrebbe sentito la sua mancanza. Tanto valeva usare il suo tempo per aiutare qualcuno, soprattutto se quel qualcuno aveva un sorriso gentile come quello del ragazzo ricciolo.


Salve, tu devi essere Wes.” disse avvicinandosi. Entrambi si voltarono al suono della sua voce. “Io sono Kurt. Holly mi ha detto che vi aveva promesso una lezione privata; lei sta male, quindi temo che dovrete accontentarvi di me per questa volta.” concluse, allungando una mano verso Wes. “Piacere di conoscerti Kurt, in realtà la lezione è solo per il mio amico, Blaine.”

Smettila di chiamarla lezione, Wesley, sono più che capace di andare sui pattini, grazie tante.” replicò subito il ragazzo, sorridendo. “Ciao Kurt, io sono Blaine. Il tipo cieco e pedante che rovina i tuoi programmi per il sabato sera e ti costringe a lavorare due ore in più.” allungò la mano, voltandosi del tutto verso di lui e continuando a sorridere di quel suo sorriso gentile. I suoi occhi erano dorati, caldi, era come se qualcuno avesse deciso di mescolare i colori dell'autunno a Central Park su una tavolozza e regalarglielo. Guardavano nella sua direzione senza in realtà riuscire a vederlo. Erano bellissimi, erano tragici.

Kurt strinse la sua mano tesa, percependone il calore anche sotto lo strato pesante della lana dei mezziguanti.

Non è un problema, davvero. Non c'è nessun programma da rovinare e avevo già deciso di rimanere un pochino a pattinare; se sei bravo come dici di essere, almeno mi farai compagnia.” rispose lui, sentendo un leggero rossore diffonderglisi sulle guance.


Accompagnare Blaine a mettersi i pattini non fu difficile come Kurt aveva temuto, il cane guida -Xena, come la principessa guerriera, hai presente?- stava al suo fianco e lo aiutava nell'aggirare gli ostacoli meglio di quanto sarebbe mai riuscito a fare lui, e in men che non si dica salutarono Wes e si ritrovarono sulla pista, le mani intrecciate e le guance rosse per il freddo e forse un po' anche per l'imbarazzo.

Allora, Blaine, pensavo di iniziare mantenendoci vicino al bordo, così puoi abituarti ai pattini e riprendere confidenza. Quando tempo è passato dall'ultima volta in cui hai pattinato?” chiese, mantenendosi al fianco del ragazzo e osservandolo prendere confidenza con il movimento.

La sua presa sul bordo era salda ed il suo equilibrio piuttosto precario, ma il sorriso sul suo volto non faceva che allargarsi ad ogni tentativo passo in avanti. Era affascinante da osservare, così tanto che per poco Kurt non si perse le sue parole.

Uh, è passato tanto tempo... Almeno tre anni.” disse, e quelle parole ebbero sul suo volto lo stesso effetto che avrebbe una nuvola di pioggia sul sole d'agosto. Kurt quasi si pentì di averglielo chiesto.

Il mio ex amava pattinare e ogni anno andavamo al Rockfeller.” continuò con un sorriso che aveva l'aria di sapere d'amaro. “Scelta sua, se posso dire, io ho sempre preferito Central Park, il Rockfeller è sempre stato troppo imponente, troppo abbagliante. Immagino che adesso non avrei lo stesso problema, ma comunque... Era diventata una tradizione, ma dopo l'incidente le cose tra noi sono cambiate, io ho perso la vista e... diciamo che i suoi piani non comprendevano un fidanzato cieco di cui doversi occupare. Così ci siamo lasciati e... beh, a quel punto andare a pattinare, da solo poi, non era più nella lista delle cose che potevo fare.” concluse, scrollando le spalle e inclinando appena il volto verso Kurt. Il movimento, seppur leggero, lo distrasse e ruppe il suo equilibrio precario e si sbilanciò all'indietro, rischiando di cadere. Kurt, vigile dopo anni di esperienza, reagì immediatamente e riuscì ad afferrarlo prima che cadesse, attirandolo verso di sé.

Fu il movimento di un attimo, ma sentire le mani grandi di Blaine poggiarsi sul suo petto, talmente vicino che i suoi riccioli scuri gli solleticavano il mento invadendo le sue narici di un profumo dolce, speziato, talmente vicino che la risata imbarazzata sembrava risuonare anche dentro il suo petto, fece salire di nuovo alla gola quel groppo che lo tormentava da giorni. Prese un respiro profondo, cercando di ignorare il suo stupido istinto, facendo finta che il vuoto che aveva sempre sentito nel petto non fosse per un secondo stato riempito da una sensazione di calore, e mise di nuovo tra loro un distanza rispettabile. Quei miseri centimetri che pochi decidono di attraversare, quei pochi centimetri che l'avevano sempre protetto, gli stessi che forse lo facevano sentire solo.

Mi dispiace, forse non sono bravo come ricordavo.” si scusò Blaine, riprendendosi le sue mani calde.

Tranquillo. Devi solo riabituarti.” rispose lui, la voce appena incrinata. “Blaine, mi.. Mi dispiace per il tuo incidente...”

Grazie. Ma non c'è bisogno di intristirsi. D'altronde le farò sapere, Mr. Hummel, che non me la cavo affatto male e poi, detto in confidenza, Xena è molto più incline alle coccole del mio ex.” lo interruppe Blaine con un sorriso sincero. Lui rise e pensò a quanto fossero rari un ottimismo e una positività del genere.


Continuarono a pattinare lungo il bordo, fino a quando Blaine non si sentì abbastanza sicuro da farsi condurre al centro della pista, le mani intrecciate a quelle di Kurt, seguendo le sue direttive. Non ci volle molto prima che prendesse abbastanza confidenza, e Kurt si trovasse a pattinare al suo fianco, invece che di fronte. La mano di Blaine era ancora calda nella sua, la presa salda e sicura; il volto sorridente e al contempo concentrato nel calcolare le distanze, nel calibrare i movimenti. Aveva un equilibrio invidiabile e l'unica cosa che doveva fare Kurt era guidare e correggere la sua traiettoria.

Pattinarono per un po' in silenzio, godendosi la presenza e il calore l'uno dell'altro. Il silenzio che li avvolse non era forzato, imbarazzante, al contrario sapeva di fiducia, di amicizia; era come un insolito regalo, un angolo di quiete nel bel mezzo del caos perpetuo della città. Se Kurt avesse voluto non ci sarebbe voluto molto per immaginare di essere a pattinare in mezzo alla folla, per mano con il suo fidanzato.


Scusa, ma devo chiedertelo, come fai a sopravvivere senza guanti? Io credo che mi stiano per cadere le dita della mano sinistra ed ho i guanti, mentre tu sembri essere immune al gelo.” disse alla fine Kurt, rompendo il silenzio. Blaine rise, tirando appena indietro la testa, i riccioli che gli danzavano impazziti sulla fronte. Kurt sentì le guance colorarglisi appena e un sorriso curioso stenderglisi sulle labbra; quel ragazzo sembrava davvero capace di gioire anche della cosa più piccola. Era come se ci fosse sempre un sorriso dietro le sue labbra, che aspettava solo una nuova scusa per manifestarsi, era uno spettacolo insolito e affascinante.

In effetti ho sempre sopportato il freddo piuttosto bene.” cominciò poi “In più da quando ho perso la vista, il tatto è diventato un senso fondamentale, non potrei davvero privarmene in cambio di un paio di guanti, non importa quanto sia freddo l'inverno newyorkese.” concluse, rallentando fino a fermarsi, continuando a tenere Kurt al suo fianco. Il suo sorriso ampio si trasformò in qualcosa di più piccolo, timido e si portò la mano libera a grattare il retro del collo, in un gesto imbarazzato. Per la prima volta da quando Kurt l'aveva incontrato sembrava essere insicuro.

Uhm... A questo proposito, volevo chiederti una cosa. Non a tutti fa piacere, quindi se per te è un problema, sì insomma non esitare a dirmelo, ma, uhm... ecco, mi chiedevo s-se posso vederti. Cioè, se posso toccare il tuo viso, sai, per tracciare i lineamenti, associare una faccia alla tua voce.. Però se la cosa ti mette a disagio no-”

Blaine.” Lo interruppe Kurt, sorridendo appena di quella sua insicurezza, incerto se trovarla adorabile.

Uhm, scusa...”

Non scusarti, non c'è nessun problema, davvero.” concluse, poi prese di nuovo le mani di Blaine tra le sue e se le portò sulle spalle, con la speranza vana che il calore delle sue guance non tradisse il suo imbarazzo.

Blaine sorrise, appena più sicuro e fece correre piano i palmi lungo la stoffa morbida della sciarpa di Kurt, fino ad avvolgere la sua mascella con un tocco delicato, riverente, come se stesse carezzando la seta più preziosa e delicata dell'Oriente. I suoi polpastrelli erano stranamente caldi contro la pelle ghiacciata del naso di Kurt, sulle sue guance rosse, estranei e al contempo familiari, confortanti. Kurt si trovò a prendere un respiro profondo, chiudere gli occhi e a perdersi per un attimo nella dolcezza di quel tocco. Sentì chiaramente il cuore accelerare i battiti, e il calore delle mani di Blaine propagarsi attraverso i suoi circuiti nervosi fin dentro la sua cassa toracica, a riempire quel vuoto che gli pesava sullo stomaco.

Sapeva che era stupido, infantile perdersi così in quei gesti confortanti, travestirli dalle carezze di un amante che non era mai arrivato, ma non poteva impedirsi di reagire a quello che sembrava essere un contatto fin troppo intimo per due sconosciuti.

Tenere tutti a distanza di sicurezza era un meccanismo difensivo che aveva dovuto imparare fin troppo presto e che ormai era diventato la modalità standard con cui interagiva con le persone; lo proteggeva, certo, impediva agli altri di avvicinarsi di quel che tanto che sarebbe bastato per ferirlo, ma lo rendeva al contempo anche più solo. Poteva mentire a se stesso quanto voleva, ma non poteva negare che il brivido che gli percorse la schiena in quel momento, era lo stesso che certe volte lo teneva sveglio la notte, la pelle che sembrava troppo stretta per contenere i suoi muscoli, fredda, percorsa fisicamente dal desiderio, dal bisogno di essere stretto tra braccia calde e confortanti, di avere qualcuno che lo tenesse stretto e gli mormorasse tra i capelli che era al sicuro, che era a casa. E, per quanto assurdo fosse, fu così che si sentì sotto il tocco gentile di Blaine, a casa.

Quando percepì le mani del ragazzo smettere di muoversi, si costrinse ad aprire gli occhi. Il volto di Blaine davanti a lui era diverso, le sue labbra piene non erano più curvate in un sorriso, tra le sue sopracciglia si era creata una piega, tutto era disposto in una smorfia di dispiacere, di tristezza e forse di disappunto.

Blaine...” disse, chiedendosi perchè la cosa lo turbasse tanto, e Blaine subito tolse le mani dal suo viso, stringendole a pugno e lasciando le braccia inerti ai suoi fianchi.

Mi dispiace, Kurt, io non...” Cominciò, poi prese un respiro profondo “Non sono uno di quelli che si fanno abbattere facilmente, non odio la mia vita e ho imparato a convivere con quello che mi è capitato, ma... Ci sono momenti in cui desidero davvero tanto poter vedere di nuovo...” Fece una pausa e inclinò appena la testa di lato, un sorriso piccolo e amaro sulle labbra “Hai un volto perfetto Kurt, mi avrebbe reso felice poterlo guardare.” concluse, scollando le spalle.

Il silenzio che calò su di loro stavolta non fu confortevole, ma forzato, pieno di tutte le parole che avrebbero voluto dire, ma non sapevano come. Perchè entrambi si sentivano come se ci fosse molto di più sepolto sotto la superficie delle parole, un sentimento inesplorato e giunto troppo all'improvviso per sembrare davvero reale.


Fu Blaine ad interromperlo poco dopo, offrendo scuse tanto sincere, quanto non necessarie per aver reso l'atmosfera pesante.

Voglio provare una cosa” disse poi, fermandosi al lato della pista.

Magari iniziamo da non troppo lontano, non voglio farti ricredere sulle mia abilità di pattinatrice, o peggio, perdere il mio titolo di Ice Princess,” e quel sorriso timido era contagioso, come faceva Kurt a non ridere?

ma... Pensavo che potresti allontanarti un po', magari restando lungo il bordo e poi parlare, non so magari descrivermi l'ultima collezione di McQueen, così posso usare il suono della tua voce per capire dove sei e pattinare verso di te, da solo.” concluse, il tono speranzoso, appena tinto di incertezza, come se avesse avuto paura di aver chiesto troppo, di essere un disturbo. Kurt sorrise e strinse appena la mano calda ancora nella sua.

Va bene, Blaine, bella idea, mi sposto subito; avrebbe voluto dire, ma le parole che uscirono dalla sua bocca apparentemente traditrice, furono: “E se invece di parlare, cantassi?”

Non ebbe neanche il tempo di mordersi il labbro e darsi dello stupido, prima che il sorriso di Blaine si aprisse così ampio e sincero sul suo volto, da dare l'idea di far male.

Woah, sai anche cantare?! Cioè... Volevo dire, uhm, perfetto! Iniziamo?” e per quanto le sue guance fossero arrossate per il freddo, una nuova ondata di rossore imbarazzato salì a colorarle.


Kurt non perse tempo e si allontanò di qualche falcata, mantenendosi vicino al bordo, curioso di vedere il ragazzo pattinare da solo, ma al contempo un po' preoccupato.

Con i classici non si sbaglia, giusto? Pensò quando dovette scegliere cosa cantare.


Blackbird singing in the dead of night
Take these broken wings and learn to fly
All your life
You were only waiting for this moment to arise


Le falcate di Blaine nel raggiungerlo furono precise, solo appena incerte, il suo volto concentrato e allegro.

Non appena furono a pochi centimetri di distanza, le mani di Blaine sui suoi avambracci, come ad accertarsi che era reale, che era ancora lì, che ce l'aveva fatta, non era caduto; Kurt sorrise e si allontanò di nuovo, stavolta appena più lontano.


Black bird singing in the dead of night
Take these sunken eyes and learn to see
all your life
you were only waiting for this moment to be free


Anche la seconda volta Blaine non ebbe problemi, sempre più sicuro nei movimenti, il sorriso sul suo viso che da timido si trasformava in qualcosa di diverso, l'espressione di una gioia, di un senso di libertà, il brivido di euforia che devono provare i bambini che compiono i primi passi.

Essere in qualche modo partecipe di un momento del genere fece sentire Kurt caldo fin dentro le ossa.


Continuò a cantare, ad allontanarsi, a farsi rincorrere da Blaine; era la prima volta che scappava solo perchè voleva essere raggiunto, perchè voleva sentire quelle mani calde aggrapparsi a sé, vedere la soddisfazione negli occhi dorati di Blaine. Non era un estraneo che osservava dall'esterno, era parte anche lui di quella gioia, ed era una sensazione esilarante.


Black bird singing in the dead of night
Take these sunken eyes and learn to see
all your life


Ed erano finalmente arrivati dall'altra parte della pista, Blaine a solo pochi metri da lui, che rallentava fino a raggiungerlo, le labbra socchiuse intorno ad un respiro affannato, i lineamenti arrangiati in un'espressione dolce, timida.


you were only waiting for this moment to be free


Ed erano faccia a faccia, le mani di Blaine di nuovo sui suoi avambracci, calde, sicure.


you were only waiting for this moment to be free


Kurt avrebbe potuto smettere di cantare, ma era sicuro che il suo cuore stava battendo talmente forte contro la cassa toracica che se avesse chiuso la bocca il suo rumore avrebbe rimbombato per tutta la pista, Blaine avrebbe saputo, non avrebbe potuto nascondersi, non avrebbe saputo cosa dire.


you were only waiting for this moment to be free.


Concluse, la bocca secca, il respiro affaticato. Blaine era così vicino che poteva di nuovo sentire il suo odore particolare, così vicino che i loro respiri si condensavano insieme, così vicino che avrebbe potuto contare le ciglia folte che circondavano quegli occhi spenti, e al contempo così vivi. E all'improvviso Blaine non era più solo vicino; Blaine era , sulle sue labbra, dentro la sua bocca, appoggiato al suo petto; e lo baciava con una dolcezza infinita, lento, delicato, come a chiedere il permesso. Presto fu Kurt a dover appoggiarsi a lui, ad aggrapparsi alla stoffa morbida del suo cappotto, stringendosi a lui come per accertarsi che non svanisse all'improvviso, infondendo tutto ciò aveva nel movimento lento delle loro labbra.

Quando dovettero separarsi per riprendere fiato, Kurt si fece ancora più vicino e incastrò il viso nello spazio caldo tra la mascella e la sciarpa di Blaine, impaurito che se avesse aperto gli occhi la magia di quel momento si sarebbe spezzata.


Per un po' rimasero così, abbracciati, le mani di Blaine che carezzavano piano la schiena di Kurt, il naso gelido di Kurt che si scaldava contro la pelle calda del suo collo, avvolti e cullati dal silenzio, fino a quando una sferzata di vento gelido non li distrasse.

Quando Kurt alzò di nuovo lo sguardo, Blaine era ancora lì, le labbra rosse e umide, l'espressione aperta, piena di speranza, fiducia. Esalò un respiro tremante, posando un bacio leggero sulle sue labbra.

Ti piace il caffè, Blaine?” chiese poi “Conosco un posto qui vicino, se vuoi.”, il sorriso con cui cui rispose Blaine era così caldo che Kurt si chiese se avrebbe mai più sentito freddo nella sua vita, probabilmente no.

***


Sooo... Spero che vi sia piaciuta, e che non vi sia sembrata troppo strana per via della cecità di Blaine. Ho messo questo particolare perchè mi affascinava vederli interagire tramite il tatto, introdurre nel momento dell'approccio dei temi diversi dal solito. =)
Grazie mille (anzi DUEMILA! =P) alla cara Haley che si è sorbita la creazione della prima parte di questa os in tempo reale, love u! <3

Spero di tornare presto con Ashes' Blues, chi ancora la segue non perda la speranza, ci sto ancora lavorando! E poi ho in cantiere anche la traduzione di WWWR di beautifuwhatsyourhurry, può sembrare che sparisca nel nulla, ma poi torno sempre ;)


PS: Se avete in mente qualche prompt per l'alternate meeting non esitate a mandarmelo, qui su EFP, sulla mia pagina autore su fb (http://www.facebook.com/Flurryefp), o chiedetemi l'amicizia sul mio profilo autore (http://www.facebook.com/flurry.efp.7)


Baci, Sara

   
 
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