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Autore: Queen_Dair    22/02/2013    1 recensioni
La verità è che credi di dover mantenere quella promessa. Credi che per te non ci sia altra soluzione. Ti sei arresa all'idea che questa sia la tua vita e come tale devi rispettarla, ma sai che c'è? Nessuno è legato ad un destino già scritto. Il destino ce lo creiamo da soli, con le scelte che facciamo ogni giorno. Scelte che possono anche cambiare ed evolversi per farci vivere meglio. Quando lo capirai potrai finalmente iniziare a vivere per te stessa e non per gli altri.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blair Waldorf, Chuck Bass, Dan Humphrey, Quasi tutti | Coppie: Blair Waldorf/Chuck Bass, Blair Waldorf/Dan Humphrey
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Nel futuro
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L’estate era passata molto lentamente per Blair. Doveva imparare a gestire la Waldorf Design nel più breve tempo possibile, ma si rendeva sempre più conto che gestire una casa di moda non era poi un’impresa così semplice. Inoltre aveva passato l’estate intera ad aiutare Chuck e suo zio Jack a fare ricerche su Bart Bass e su quello che aveva fatto nel periodo in cui aveva finto di essere morto, ma nemmeno quello era stato poi così semplice. I complotti e le vendette sembravano non interessarle più come una volta e forse era per questo che non era più così brava a metterli in atto. Aveva persino abbandonato l’idea di vendicarsi contro Serena dopo aver letto su Gossip Girl che la sua ex migliore amica aveva abbandonato New York e che forse aveva ricominciato a farsi. Pensava tra se e se che il karma avesse già lavorato per lei, dando la giusta punizione a quella oca bionda.

Quando rientrò nel suo appartamento Dorota la accolse con un grande entusiasmo e B. ne fu molto felice.

«Signorina Waldorf è bello riavervi a casa.»

«Beh prima o poi dovevo tornare, d'altronde la Waldorf Design non si gestisce da sola e noi dobbiamo pensare ad una nuova collezione che sbalordisca i critici e che allo stesso tempo faccia dire loro che sono la degna erede di mia madre.»

«Signorina, sono sicura che ce la farà, d'altronde nessuno ne capisce di moda più di lei.»

«Lo so Dorota, lo so, ma ora basta con le chiacchiere, porta le valigie in camera mia e preparami un bagno caldo. Ho bisogno di rilassarmi un po’ dopo un volo così lungo.»

«Sì signorina, vado subito.» Dorota salì i primi tre gradini e poi si girò nuovamente verso Blair che si stava godendo la vista tranquilla del suo appartamento.

«è davvero bello riaverla a casa.» Blair le lanciò un bellissimo sorriso che Dorota contraccambiò poco prima di salire al piano di sopra.

B. andò a sedersi sul divano fintanto che aspettava che la vasca fosse pronta per il suo bagno, ma da quando era entrata in casa aveva una sensazione strana allo stomaco. Sì sentiva felice di essere tornata a New York, eppure sentiva che le mancava qualcosa o … qualcuno. Caccio via dalla mente quel pensiero in un secondo e sì girò con la testa a guardare la porta d’entrata. Per un attimo gli parve di veder entrare un ragazzo con i capelli neri un po’ lunghi e dei bellissimi occhi castani che l’avevano sempre affascinata ma quando sentì un rumore provenire dal piano di sopra si accorse che stava di nuovo sognando ad occhi aperti e infuriata salì le scale.

«Signorina, la vasca non è ancora pronta.»

«Non importa. Faccio io. Ora ti prego, lasciami sola, ho davvero bisogno di fare un bel bagno.»

«si signorina.» Blair aspettò che Dorota chiudesse bene la porta prima di far uscire un lungo sospiro. Si appoggiò al lavandino e si guardò allo specchio. Una lacrima le stava scendendo sulla guancia destra ma lei la cacciò via con il dorso della mano e si asciugò il viso con un asciugamano prima di togliersi i vestiti per entrare in vasca. Non era ne il momento di piangere, ne di compatirsi. Aveva fatto una scelta mesi prima e avrebbe continuato su quella strada per sempre. Questo si era ripromessa a Monaco e questo si era ripromessa prima di tornare nel UES, per cui non c’era più tempo ne per i dubbi ne tantomeno per i ripensamenti. Ormai era una donna potente e come tale si sarebbe comportata davanti al Mondo intero. Fece un respiro profondo e sì lasciò sprofondare con la testa sotto l’acqua per annebbiare tutti i suoi pensieri, quando risalì, si sentì molto più calma e sicura di prima. I suoi obbiettivi ora erano chiari. Sarebbe diventata una grande stilista e donna d’affari. Avrebbe aiutato Chuck a riconquistare il suo impero e se lui glielo avesse chiesto, si sarebbero sposati. Questi erano gli obbiettivi, e questi, e soltanto questi sarebbero stati i suoi pensieri da quel momento in poi.

****

Quando Dan rientrò nel loft degli Humphrey, si sentì pervadere da una sensazione di calore che solo casa sua gli sapeva dare. L’Italia era stupenda e aver passato l’estate intera circondato da bellissimi monumenti storici, visitando ogni singolo angolo di Roma e seguendo anche dei corsi di scrittura gestiti da scrittori famosissimi in tutto il Mondo lo aveva davvero aiutato a superare il trauma che gli avevano causato le ragazze del UES, o almeno così credeva. Suo padre gli corse incontro e lo abbracciò forte quando si accorse che era tornato.

«è bello riaverti qui.»

«è bello essere a casa.»

«allora, com’è l’Italia?» gli chiese Rufus con un entusiasmo sincero.

«beh è davvero stupenda. Non è nulla di paragonabile a quello che vedi in televisione. I monumenti, le persone, il cibo, è davvero tutto fantastico!»

«Con persone intendi ragazze, vero?» Dan gli lanciò uno sguardo acido ma poi ridendo ammise che sì, aveva ragione.

«In Italia ci sono delle ragazze bellissime, intelligenti e divertenti, lontane anni luce dalle ragazze di New York.»

«e bravo il mio ragazzo. Ti sei dato da fare?» Gli chiese sorseggiando del caffè e passandogliene una tazza. Dan prese la tazza e se la girò tra le mani guardando il liquido nero al suo interno.

«Dan?»

«Ah sì, le ragazze. No, in verità, non sono uscito con nessuna ragazza, beh a parte Georgina, sempre che si possa considerare una ragazza e non un demone a tre teste.» Il padre alzò un sopraciglio in segno di disapprovazione e Dan cercò quindi di spiegargli il suo punto di vista. «Non è che non abbia avuto occasione di uscire con qualcuna di loro, solo che, non ho avuto tempo. E con Georgina non è accaduto nulla, tranquillo. Era lì solo per aiutarmi con il libro, tutto qui.»

«Ok, non ti chiederò altro a riguardo, almeno per il momento. E il libro? Lo hai finito?»

«che tu ci creda o no, nonostante tutto sono riuscito anche a finirlo. Devo solo sistemarlo, giusto per correggere gli eventuali errori, ma è finito. E se devo essere sincero ne sono molto orgoglioso.»

«Beh l’importante è questo. Ascolta io devo uscire un attimo, ma tornerò presto, così potrai continuare ad aggiornarmi sull’Italia e sul tuo libro. Non vedo l’ora di leggerlo.»

«Tranquillo, appena sarà sistemato, sarai il primo a leggerlo.»

«Ci conto.» Rufus si mise la giacca e prima di uscire ripeté al figlio quanto era felice di riaverlo a casa. Dan portò le valigie in camera sua e lì vide Cedric, il cabbage patch con cui Blair scherzava di continuo e in un istante i ricordi riaffiorarono alla mente. Si ricordò di quando lei era entrata per la prima volta in camera sua, quando andavano ancora al liceo e lui stava con Serena e di come lo avesse preso in giro. Della volta in cui, dopo essersi messi assieme e aver fatto una colazione piuttosto imbarazzante assieme a Rufus e ai genitori di Serena, Cedric fosse stato testimone di un loro piccolo fallimento d’amore e di molte altre cose. Dan alzò lo sguardo al cielo e scosse la testa per cacciare quei pensieri e solo allora si rese conto di aver preso Cedric in mano. Lo guardò intensamente per un minuto e poi lo lanciò sul letto, pensando che forse era meglio andare a farsi una doccia ristoratrice. In Italia si era ripromesso di cambiar vita e di non pensare più a lei e questo sembrava aver funzionato, eppure, era bastato rientrare in casa e lanciare uno sguardo in uno dei tanti oggetti toccati da lei per far riaffiorare i ricordi e questo non poteva permetterselo. Non ora che lei aveva scelto un altro. Non ora che aveva scritto un libro che avrebbe distrutto l’immagine di tutti loro. Non ora che voleva tornare felice … come avrebbe potuto farlo se continuava a pensare a lei? Il getto gelido d’acqua lo fece calmare un po’ e mentre si risciacquava sotto la doccia decise che non l’avrebbe più rivista.

   
 
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