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Autore: lerigheditommo    22/02/2013    2 recensioni
‘MAMMA, NON MI INTERESSA NIENTE DI QUELLO CHE TU PENSI! BASTA, ME NE VADO DA QUESTA CASA!’
Pensavo ancora a quelle parole che erano uscite dalla mia bocca. Parole reali, ma dolorose. Oramai quello che è fatto, è fatto. Mia nonna mi ha sempre insegnato a non piangere sul latte versato! Questi 16 anni passati in quella casa, erano stati glia anni più brutti. Passavo il tempo chiusa in camera mia a piangere, e a passare le mani su quelle ferite che ormai, sarebbero rimaste sulla mia pelle. Questo era il prezzo della verità. Mia mamma era cambiata da quando mio padre fuggì di casa, evidentemente anche lui non ce la faceva più a sopportare quella donna.
Io ho sopportato questi ultimi infernali giorni, aspettando il giorno del mio 18 compleanno, il giorno in cui ero libera di poter lasciare casa.
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi chiamo Melanie, ma odio il io nome, perciò preferisco farmi chiamare Mel. Ho 18 anni appena compiuti. Sono una ragazza solare, ma chiusa in se stessa per le cose orribili che mi sono capitate, non ho più fiducia negli altri.. Ho preso il diploma, ma ho scelto di restare a casa aspettando i miei 18 anni. Tutto quello che ho passato mi è servito per diventare una donna, per crescere e per sapermi difendere. Da quando mia mamma iniziò a fare uso di droghe, io non la riconoscevo più! Mi picchiava, mi maltrattava e mi prendeva a male parole, e poi, quando l’effetto svaniva, dovevo essere io a prendermi cura di lei.
 
Ora sono su un treno per il Galles, con la testa poggiata al finestrino bagnato di pioggia, con lo zaino sulle spalle e la chitarra nelle mani. Sperando che il mio futuro sia migliore del mio passato. 


'Puoi iniziare la tua vita nei migliori dei modi, ma succederà sempre qualcosa che rovini tutto'


 
La pioggia batte forte sul finestrino del treno.  Il viaggio dalla Scozia al Galles è abbastanza lungo, ma è giunto quasi alla fine. Sono in viaggio da circa 3 ore e sono appoggiata a quel finestrino a pensare se la mia scelta sia quella giusta. Ma anche se non lo fosse, ormai, è la scelta che ho fatto, e sarebbe troppo tardi per tornare indietro. Sono contenta di aver avuto il coraggio di lasciare tutto e partire, senza una casa e con pochi euro in tasca. Ma sono sicura che me la caverò, come ho sempre fatto. L’inverno non era la stagione più adatta per partire,  ma non sarei riuscita a stare un altro giorno in quell’ inferno! La pioggia mi faceva rilassare tantissimo, vedere quelle gocce che cadevano lente sul finestrino. Mi rilassai così tanto, che finalmente dopo 3 ore di viaggio, mi addormentai.
Mi svegliò la voce metallica dell’altoparlante che urlava: ‘ PROSSIMA FERMATA: STAZIONE  DI FAIRBOURDEN’. Mi stiracchiai aprendo gli occhi e vedevo tutti i passeggeri che raccattavano i propri bagagli, pronti a scendere. Io con me avevo solo uno zaino, come quelli che si usano per andare in campeggio con gli scout. Dentro c’era un sacco a pelo, una coperta, vestiti e altre cose che mi sarebbero servite: in pratica, avevo svaligiato casa. Chiusi con cura la chitarra nella sua custodia nero pece e mi alzai, ci eravamo appena fermati. Mi misi in fila nel corridoio aspettando che il mio vagone si fosse svuotato e fosse arrivato il mio turno per scendere. La gente davanti a me era tutta felice, c’erano bimbi che giocavano tra di loro e cani che scodinzolavano. Ad un certo punto sentì qualcosa che mi bagnava la scarpa. Abbassai lo sguardo e vidi un cane che aveva appena fatto la pipì sulle mie converse. *cazzo! Questo ci mancava!* pensai. Le mie converse di pezza si erano bagnate di pipì, perfetto, sta andando tutto nel migliore dei modi!
 
’Brit! Vieni qua!’ disse la proprietaria del cane davanti me. Era una ragazza un po’ più grande di me, sulla ventina, con i capelli biondi fino alle spalle. Poi si girò verso di me e si scusò per il danno che il suo cane aveva fatto
‘Figurati sono cose che capitano!’ dissi io cercando di mantenere la calma. Era un cane, ed era nella sua natura ‘’pisciare’’ sulle cose!
‘Tieni, asciugati se vuoi!’ disse la ragazza.
‘Grazie mille’ Dissi io, accettando il fazzoletto offerto e piegandomi per arrivare alla mia scarpa. L’asciugai accuratamente. La fila si era mossa e quindi riuscì a scendere dal treno.
La ragazza che mi aveva aiutato era già andata via e quindi mi incamminai per la mia strada.
Uscì dalla stazione e mi diressi verso la strada. La pioggia per fortuna, cadeva molto più lentamente. Vidi un ponte in lontananza riparato dalla pioggia, e decisi che quella notte avrei dormito lì, visto che mancava poco prima che il buio calasse. Posizionai il sacco a pelo su una parte di cemento e lo zaino fungeva da cuscino. Cercavo di chiudere gli occhi per dormire, ma ero troppo eccitata all’idea della mia nuova vita.
Ma il viaggio mi aveva davvero stancata quindi chiusi gli occhi e mi addormentai.
La mattina dopo ero davvero riposata, mi svegliai alle dieci perché il sole sbatteva sulla mia faccia, finalmente quelle nubi scure erano sparite!
L’acqua del fiume era limpida e vedevo i pesci che saltavano sul pelo dell’acqua. Decisi che quello sarebbe stato il giorno perfetto per suonare per la prima volta.
Misi tutta la mia roba nello zaino e mi diressi sulla strada in cerca di un posto buono dove sistemarmi, dove molta gente passava per andare a lavoro. Trovai un incrocio perfetto: da un lato c’era un centro commerciale e dall’altro lato una banca. Mi sedetti a terra e tolsi la chitarra dalla sua custodia e la iniziai ad accordare. Per primo suonai ‘someone like you’ di Adele. Poche persone si erano fermate ad ascoltarmi. Oltre a suonare, me la cavavo anche molto bene a cantare. Il tempo passò, e all’una e mezza vidi tante bambine che ritornavano da scuola. Un gruppetto si fermò davanti a me, avevano tutte delle magliette uguali con i One Direction stampati di sopra. Bhè, io amavo quel gruppo. Era l’unica boyband che mi aveva fatto innamorare di questo genere di musica.
 ‘Ciao, potremmo chiederti di suonarci un pezzo? Ci dobbiamo allenare per la gara scolastica, ma non abbiamo nessuno che ci accompagni’ disse una bambina di quel gruppo. Probabilmente era la ‘’LEADER’’.
‘Certo, dimmi cosa ti serve e io te lo suono’ dissi io con un sorriso stampato in faccia.
‘Sai Gotta be You?’ Disse lei, con gli occhi lucidi, speranzosa che la sapessi.
‘Ovvio!’ Abbassai gli occhi sulle corde della chitarra e iniziai a suonare l’intro. Le bambine cantavano e si divertivano. Quando la canzone finì, tutte se ne andarono ringraziandomi, e dicendomi che sarebbero passate anche il giorno dopo. Ero felice di poter aiutare qualcuno.
Ora la voglia di suonare le canzoni dei 1D era diventata moltissima, e quindi passai il tempo a suonare ‘One Thing e I wish’.
Si era fatto tardi e decisi di andarmene. Però prima suonai What Makes You Beautiful: acora non l’avevo imparata molto bene e quindi, mi stavo esercitando. Quando finì di suonare, un ragazzo si avvicinò a me per darmi uno spicciolo. Alzai gli occhi per ringraziarlo. Non ebbi il tempo di farlo, che mi persi in due occhioni verde smeraldo.




SPAZIO AUTRICE:
allora che ne dite? spero vi piaccia questa storia, lasciatemi una recensione per sapere cosa ne pensate.

kisses xx
  
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