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Autore: Zafira    22/02/2013    4 recensioni
scorcio di una vita che purtroppo è quella di molte... e a cui nessuno però vuole mai pensare...
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non voglio essere qui. Non voglio.
Mio figlio è a casa, a dormire accanto alla mia sorellina... ha solo 3 anni, avrebbe bisogno della sua mamma anche durante la notte... ma tutto questo è per lui, non faccio che ripetermelo.
Quando sono stata licenziata, 4 mesi fa, sono andata in crisi, perchè quel lavoro mi permetteva di mantenere sia il mio Luka che Camila, mia sorella. Sono un'insegnante di danza, ma quei 60 euro a settimana non mi aiutano con l'affitto, o con la scuola dei bambini...
Sono sola e sono al verde, mi hanno liquidata dicendo semplicemente " Ci dispiace, signora, sono tagli necessari al personale". Tagli al personale. Solo questo per giustificare il fatto che mi avrebbero lasciata senza un soldo per vivere...
A Camila ho detto che faccio la barista, e che è per questo che passo le notti fuori... ha solo 15 anni, non capirebbe. Nessuno capirebbe perchè lo faccio.
La gente mi chiama puttana, io dico che sono solo disperata.
Mi chiamo Samira, sono africana, ho 33 anni e faccio la prostituta.
Mi sono fidanzata con Guido, 5 anni fa, un ex collega di lavoro che mi ha lasciata sola dopo la nascita di Luka. Diceva che al massimo poteva sopportare Camila, che due bambini in casa erano troppi, che non era pronto a fare il padre... e in questo coro di scuse se ne è andato chiudendosi dietro la porta.
Ripenso a tutto questo, ora, mentre l'aria fredda penetra attraverso le calze a rete e arriva a gelarmi le ossa. Mi stringo nel cappotto, cercando di distrarmi. Si avvicina una macchina col finestrino abbassato. "Quanto vuoi?" solita domanda. " In bocca 80, cosce 100". Mi faccio schifo... ma cerco di sorridere, non penso a nulla mentre salgo in auto, concentrandomi sul tepore del riscaldamento acceso. Questo cliente in particolare vuole tutto,così lo accontento. Semplicemente mi spengo, perdendomi nei silenzi rotti da piaceri che sono solo suoi, sospiri, parolacce e , qualche volta, da forza bruta. Per loro non siamo donne, ma oggetti. Siamo qualcosa che si compra, qualcosa di cui ci si può dimenticare una volta tornati a casa dalla moglie. Nessuno pensa a noi come persone, e se qualcuno c'è non l'ho ancora trovato...
"Puttana, sei solo una lurida troia, lo sai?" mi sussurra all'orecchio. Intanto su e giù, su e giù... "Si, lo so" penso tra me e me, e quasi mi scappa da piangere.
Su e giù. Strizzo gli occhi e penso a Luka. Su e giù. A Camila, che è a casa e ignora tutto... Su e giù. Spengo di nuovo i pensieri. Un ultimo solo, spero che finisca presto...
Di nuovo su e giù, su e giù, su e giù... e finalmente la calma.
Mi sistemo la gonna, mentre lui apre il portafoglio. Mi allunga qualche banconota e mi apre la portiera, sussurrando un "Ciao bella...". Di nuovo all'aria fredda, guardo l'orologio: il tutto non è durato neanche 20 minuti. Nell'altra mano stringo 180 euro, l'equivalente di tre settimane di corsi di danza...
Si ferma un'altra macchina. Nuovamente penso alla pelle morbida di Luka, alle lentiggini di Camila... penso che mi aspetteranno per la colazione, domattina...
Un'altra volta mi spengo, sorrido meccanicamente e mi avvicino al finestrino abbassato. Mi danno di nuovo della puttana.
Si è vero, lo sono. E sono anche sola, sono sempre Samira.
Altri 180 euro. Il prezzo della mia dignità.






Buona sera a tutti! :) premetto che è la prima volta che mi cimento in un racconto del genere,
quindi mi farebbe molto piacere sentire una vostra opinione o commento, per capire in cosa posso migliorare o cosa ho potuto fare giusto... :) :)
Grazie in anticipo! :)
Un bacio, 
Zafira :)
  
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