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Autore: I am in love with a train    22/02/2013    2 recensioni
Allora... queste saranno quattro one-shot che parleranno della misteriosa (ma neanche tanto) trasformazione di Billie in un micino (non in senso letterale, ma solo per quanto riguarda il carattere u.u) :3 è ambientata nel 2002 e... beh, se avete voglia entrate a dare un'occhiata e fateci sapere cosa ve ne pare :3
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Billie J. Armstrong, Mike Dirnt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2- OH BABY BABY IT'S BATH TIME!


Mi trovo nel mio studio, con la mia principessa in mano (la mia chitarra) mentre tento di accordarla ad orecchio, operazione che fallisce miseramente tanto è lo stress che ho accumulato in questi giorni. Mi rassegno al fatto di dover alzarmi e prendere l’accordatore, che puntualmente è scomparso nel nulla. Se scopro che l’ha preso quella sottospecie di puffo…
Mh, menomale, era su uno degli scaffali. Adesso potrò rilassarmi, magari riesco anche a comporre qualcosa, tanto ora che aspetto che lo faccia Billie…
Non faccio neanche in tempo a recuperare il plettro da terra che sento la porta aprirsi e i passetti leggeri del mio amico avvicinarsi, seguiti dai suoi versi affaticati per via del continuo camminare a quattro zampe.
Inizia a fissarmi con i suoi occhioni verdi, mentre conati di vomito mi salgono su per la gola.
-Dio Billie! Ma ti sei rotolato nel letame? Puzzi peggio di un cammello morto!- urlo allontanandolo con un piede; potrei svenire a sentire ancora questo tanfo.
-Miaow…- ha la stessa espressione di un bambino colto con le mani nel barattolo dei biscotti, vuole farmi sentire in colpa per averlo sgridato il bastardo…
-Da quando non ti fai un bagno?- “che cos’è un bagno?” mi suggerisce il suo sguardo vacuo e confuso.
-See, ho capito… su, vieni con me, facciamo il bagnetto…- un grido mi suggerisce che non ne abbia molta voglia, ma siccome non ho intenzione di avere la casa che puzza di cadavere da qui fino al mese prossimo, me lo carico sulle spalle e mi dirigo verso il bagno.
Billie si agita e continua a rivolgermi miagolii di disapprovazione e, anche se essendo gatto non dovrebbe, qualche insulto di quelli pesanti.
-Smettila di dimenarti che cadiamo entrambi così!-
-Meglio, così posso scappare da te!! Cioè, miaaaaoww!!-
-È inutile, tanto non mi scappi! E ora ti conviene infilarti nella vasca e lavarti, o sarò costretto a infilartici a forza! E sai che la cosa giocherebbe a tuo sfavore!- lo poso a terra permettendogli di tenersi in piedi sulle sue gambe, stando però ben attento che non scappi.
Incrocia le braccia e se le stringe al petto, sbuffando; mi sfida con lo sguardo, è come se mi dicesse “vieni a prendermi se ci riesci”. Ok, se è quello che vuoi, che guerra sia.
Gli vado incontro e gli blocco i polsi, per poi togliergli la maglietta; lui si lagna scongiurandomi di lasciarlo andare, neanche lo stessi violentando!
Con uno strattone riesce a liberarsi dalla mia presa e scompare dalla mia visuale, fuori dalla stanza.
-Cazzo!!-
Lo rincorro finche non perdo le sue tracce, lo cerco in ogni angolo della casa, in giardino, nel seminterrato: Billie Joe Armstrong si è ufficialmente dissolto nel nulla.
Alla fine lo trovo, si è rifugiato in garage, è avvolto in una coperta che ha trovato chissà dove e trema, povero.
-Billie, dai vieni che ti preparo un bel bagno caldo… non è così terribile come pensi!- provo con un approccio gentile, non sia mai che riesco a convincerlo.
Come pensavo, se ne rimane lì, a fissarmi spaventato: rientro in casa, devo escogitare un piano…
Quando anche il mio amico rientra, trova una fila di biscotti ad attenderlo: gli si illuminano gli occhi dalla gioia e inizia a seguire quel percorso tracciato appositamente da me, che lo riporta nel luogo da lui tanto odiato.
Senza accorgersene, si ritrova con una mano sul pelo dell’acqua e in precario equilibrio: si appende con tutte le sue forze al davanzale della finestra che sporge poco sopra la vasca, per non rischiare di finirci dentro e uscire da questa situazione bagnato come un pulcino.
-Su su, deentro!!- calco l’ultima parola dandogli una spinta sulla schiena, ma a quanto pare il piccoletto a delle doti da acrobata, visto che riesce ad issarsi con la sola forza delle braccia sul davanzale e tirarsi su senza toccare l’acqua che si estende a pochi centimetri sotto di lui. Sfortuna mia che la vasca è troppo ampia, e tentare di raggiungerlo significherebbe lavarsi dalla testa ai piedi, e ora non mi sembra il momento adatto.
-E ora che avresti intenzione di fare, stare tutta la giornata lì?- vedo che fa leva sulla maniglia per aprire l’infisso, e la cosa mi fa sudare freddo: siamo al primo piano, ha intenzione di buttarsi giù?!
-Billie, ma c-che… no, no! Bì, vieni qua, prometto che… no!!- bene, si è buttato. Se si è fatto male giuro che lo lascio morire lì. Vabbè dai, andiamo almeno a vedere come sta… e se si è rotto qualcosa? Questi pensieri non mi aiutano a star calmo, anzi, l’unica cosa che agevolano è un imminente attacco di panico… calmo Mike, inspira, espira… pensieri felici e unicorni coccolosi… ok, ora va meglio.
Quando esco in giardino, scorgo Billie dietro ad un cespuglio, in un tentativo fallito di nascondersi.
-Billie, guarda che ti vedo, vieni qua!- i suoi occhi si accendono di una strana luce, sembra quasi felice di vedermi.
 -Sto venendo lì!!- incazzato più che mai mi avvento contro di lui, buttandogli addosso tutto il mio dolce peso: peccato che poco prima che gli atterri addosso corra via, facendomi ritrovare con la faccia nel fango.
Il mio amico mi si avvicina e mi tocca con una mano, per niente spaventato da una mia possibile reazione, al contrario mettendosi a ridere: -Ti sei fatto male? Su su, vieni con me!- mi canzona.
Per essere un gatto parla un po’ troppo. Ma sempre meglio così che in stile pentola di fagioli petulante, in continua ebollizione e pronto ad esplodere da un momento all’altro.
Mi trascina fin dentro casa e poi in bagno, indicandomi la vasca ancora piena.
Questa volta gliela do vinta, anche perché sono sudicio e puzzo peggio di un sacco di letame: lo caccio fuori dalla stanza con suo grande disappunto (e per quale motivo poi chi lo sa, vorrebbe vedermi nudo? Boh, a volte fatico a comprenderlo…); mi spoglio e mi immergo in acqua, rilassandomi, quando sento la porta aprirsi e vedo Billie entrare: si è portato appresso una paperella di gomma presa da chissà dove, si piazza di fianco a me e improvvisa un balletto di gioia. 



The end
 

  
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