Salve a tutti, belle anime! Sono tornata con una nuova Larry, ho avuto da fare (è tutta colpa di Emma Watson e Noi siamo infinito, prendetevela con Logan Lerman!) e ho un paio di cose da dire:
- no, non fatevi spaventare dall'inizo: questa è una Larry bella e buona! (bella non lo so, ma buona di sicuro, mica morde)
- è un AU, si svolge in un Alternate Universe, quindi i Larry non sono famosi.
- Non ridete per il nome dell'insegnante, pliz. E no, scusate, ma non finirà bene. Per niente.
- È una OS troppo lunga divisa in quattro capitoli... beccatevi il primo!
When two hearts beating at unison
Era appena suonata la campanella della quarta ora, e stavano studiando scienze.
Ma dopo qualche commento buttato lì sul più e sul meno, erano scivolati a parlare del soprannaturale. Era saltato fuori che tutto quello che pensava la loro insegnante, miss Riddle, sull'argomento, non era altro che un banale punto di vista piuttosto cadente ed opinionabile. - Non sono cose per voi, bambini.- aveva cominciato. -Vi basti sapere che il soprannaturale è tutto quello che non trova una spiegazione razionale. Ma è ovvio che non esistono fenomeni del genere, gli unici che possono credere a queste scemenze sono quei vecchi col destino già segnato, o alcune madri represse che si divertono a fantasticare.- esordì così, sfoderando la sua totale inflessibilità sull'argomento. La classe di piccoli eroi non poteva fare altro che assorbire. - Non esistono né vampiri, né maghi, né nessun altro tipo di creatura con qualche sottospecie di superpotere. E ora, aprite tutti il libro, e non voglio sentire volare una mosca.- concluse, liquidando l'argomento con un gesto della mano.
Miss Riddle non era altro che una vecchia maestra rugosa, con dei serpenti come capelli e una feroce spada al posto della lingua. Era brutta da far spavento, e cieca in un occhio. I bambini le lanciavano spesso languide occhiate in cerca d'affetto, e lei ricambiava sputando torbido veleno.
Olivia, invece, era una piccola donna.
Nonostante avesse solo otto anni, la sua tenera età le permetteva di vedere il mondo come voleva vederlo lei. Miss Riddle era la sua insegnante, ma non sarebbe mai riuscita a spezzarle le ali.
Olivia aveva un'ipotesi tutta sua sui superpoteri: tutti ne avevano uno.
Ci credeva fortemente, tutti per lei erano speciali. Immaginava spesso quali abilità speciali avessero i suoi compagni di classe: Margaret aveva di certo due occhi di falco, non le sfuggiva nulla. Ronald godeva di una super mandibola, con cui riusciva a masticare caramelle per ore senza mai stancarsi, e Suzanne aveva uno stomaco di ferro: non mangiava poi così tanto, ma per quanto orribili fossero le sue azioni, la pancia non le doleva mai per il rimorso.
Olivia aveva pensato tante volte a questo, cosa la rendeva speciale?
E l'unica risposta era la stessa da sempre: lei sapeva leggere tra le righe.
In qualsiasi circostanza intuiva sempre tutto alla perfezione.
Quante?, troppe volte avrebbe voluto sfidare le idee della sua insegnante. Quante volte avrebbe voluto portarla oltre l'ovvietà e spronarla a rivelare la sua personalità mediocre. Quante volte avrebbe voluto gridarle in faccia la sua ottusità.
Ma non lo aveva mai fatto.
Eppure, qualcosa dentro quella bambina, si lamentava delle storie che non avevano mai un lieto fine.
Durante il cammino per tornare a casa, Olivia si imbatteva spesso negli scontri dei bambini di quinta, che dopo qualche metro lasciavano posto a quelli un po' più violenti dei giovani liceali. Si teneva semplicemente alla larga da quegli scimmioni sottosviluppati convinti di risolvere i problemi con sputi al sapore di sangue e cannonate nello stomaco. Il suo valoroso viaggio tra le spinte durava appena un attimo, giusto il tempo di arrivare nel suo quartiere. Malgrado la conoscesse meglio delle sue tasche, si perdeva spesso negli immensi vicoli tappezzati di murales in ogni angolo, vagando lì forse ore prima di tornare a casa.
Quella volta però, sarebbe rimasta più del previsto.
- Andiamocene da qui! Potrebbe vederci qualcuno. -
Si era appena infilata in un vicolo che sembrava non finire mai, quando sentì questa voce.
- Tranquillo Harry, stiamo solo parlando.... e poi non c'è nessuno qui. - Ci sono io, pensò Olivia quando udì un'altra voce maschile rispondere alla prima. Starò qui solo un attimo, pensava, in fondo non c'è nulla di male.
- Mi sei mancato, oggi, Louis. - Olivia capì che era Harry, il ragazzo dalla voce vellutata, a parlare. La bambina pensò subito che erano delle parole così dolci da dire al tuo amico del cuore: le avrebbe dedicate a Lucy il giorno seguente.
- Quando torni a scuola? -, era sempre Harry a parlare. Suonava come una supplica.
- Lo sai che lì non ci metto più piede. -, ringhiò Louis, che in attimo era diventato furioso. Capì dalle voci quasi adulte, che erano ragazzi più grandi di lei.
- Non capisco Louis, non puoi farci niente. Non ti accetteranno mai... - Harry sospirò, poi aggiunse: - Non ci accetteranno mai. -.
Olivia guardò l'orologio: era decisamente tardi, a casa la aspettavano.
Li salutò in silenzio, nella mente, prima di mettersi la giacca e correre.
Ed era già lontana, quando Louis sussurrò: - Ma io ti amo lo stesso . -.
forse non vi aspettavate una cosa così idiota, ma io la posto lo stesso, gnè. Perchè Louis ha abbandonato la scuola? Che c'entra Olivia? E voi, come ci siete finiti qui? xD Se volete lasciate una recensione, mi piacerebbe sapere che ne pensate... ci vediamo al prossimo capitolo! :3
Breakeven