22/02/2013
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"Now I'm here, here with you."
La pioggia scendeva imperterrita dal cielo, infrangendosi prima sui tetti delle case, e subito dopo, sul terreno gelido delle prime mattinate invernali. Respiravo regolarmente, inspirando il più lentamente possibile per accogliere a pieno l'aria gelida di quelle mattine, nei miei polmoni, quasi fosse un rito speciale per accogliere il mio tanto amato e bramato inverno, nella mia tanto amata New York.
Uno. Due. Tre tuoni.
Sentivo il vento aumentare la sua potenza, spazzando via le foglie che l'autunno aveva lasciato sul terreno e che nessuno aveva spazzato via. Lasciai la finestra ancora aperta, per gustarmi a pieno l'aria gelida, coperta dal mio amato maglione blu, me lo strinsi così addosso, mentre un brivido mi percorreva lento la schiena. Sentii la porta della mia stanza, aprirsi lentamente, quasi scricchiolando, e pensai che fosse stato il vento, a farla aprire, così, non vi prestai molta attenzione. Rivolsi nuovamente tutta la mia attenzione al temporale che a breve sarebbe arrivato, costringendomi quindi a richiudere la finestra. Dopo qualche istante sentii due mani cingermi la vita.
"Buongiorno principessa." disse Zayn "o meglio, signora Malik." disse lui continuando la frase precedente, e sorridendo dopo averla conclusa. Mi voltai verso di lui e gli rivolsi un enorme sorriso, uno di quelli fatti con il cuore, uno di quelli che quando li fai, doni anima e corpo alla persona a cui sono rivolti. "Fa ancora un po' effetto, sentirselo dire." dissi io, facendo spallucce e dopo aver riflettuto qualche istante, su cosa rispondergli. Sorrisi ancora, e mi gettai tra le sue possenti braccia, e accoccolandomi a lui, poggiai la testa sul suo petto, ascoltando il battito del suo cuore, e respirai piano, inspirando a pieno il profumo di pino che faceva la sua pelle. Alzai pochi istanti dopo, la testa dal suo petto, e gli scoccai un bacio a fior di labbra.
"Ti ho già detto che ti amo?" gli dissi, sorridendo ancora.
"In realtà sì, me lo dici ogni giorno, ogni minuto, ogni secondo. Ma amo sentirtelo dire." Disse lui, rivolgendomi un enorme sorriso, e baciandomi nuovamente.
"Ti amo, ti amo, ti amo e ti amo, Zayn Jawaad Malik." dissi io, ridendo.
"Anche io, da morire." disse lui, prendendomi in braccio a mo' di bambina, e facendomi volteggiare per aria.
Poco dopo, mi fece scendere, facendomi poggiare nuovamente i piedi a terra, e baciandomi lievemente le labbra disse un'altro "Anche io."
Sorrisi piano, mentre le mie labbra erano ancora sulle sue, quando, sentì un pianto provenire dalla stanza accanto, mentre lui, con le labbra ancora sulle mie, sorrideva dolcemente. Quel pianto che tanto amavo, continuava, così io e Zayn ci dovemmo staccare l'un dall'altra, per rivolgere la nostra attenzione alla nostra bambina.
"Stephenie." dicemmo insieme, io e Zayn, sorridendo.
"Dobbiamo averla svegliata!" affermò lui, quasi sussurrandolo a sé stesso. Sospirò, quasi dispiaciuto per il fatto che il pianto della nostra bambina, avesse interrotto uno dei pochi e brevi momenti, che potevamo concederci per noi due.
"Dai, andiamo." disse lui, sospirando un'altra volta, e rivolgendomi un altro dei suoi meravigliosi sorrisi.
"Arrivo." dissi io, staccandomi da lui, per chiudere la finestra alle mie spalle. Sospirai anch'io, quasi amaramente, mentre la richiudevo, poi gettai un'ultimo sguardo al temporale che era appena arrivato, e gettando un ultimo sospiro, mi girai, presi la mano a Zayn e insieme andammo nella stanza accanto. Non appena fui nella stanza della piccola, mi avviai verso la culla e la presi in braccio, mentre Zayn lentamente si avvicinava a noi. Iniziai a cullarla tra le mie braccia, placando il suo pianto da "mamma-mi-sono-svegliata-dove-sei?"
"Ha i tuoi occhi," disse Zayn sospirando e sorridendo "Gli stessi occhi che mi hanno fatto innamorare, gli stessi occhi azzurro cielo, che non mi stanco mai di guardare."
"Perché, vogliamo parlare del tuo, di sguardo?" dissi io voltandomi verso di lui con un enorme sorriso "angelo mio, non credo di essere l'unica persona che riesce a vederci tutto dentro i tuoi occhi, e che li ama, da morire. Hai lo sguardo più bello che io abbia mai visto, e non mi sarebbe dispiaciuto se Stephenie avesse avuto il tuo di sguardo."
"Ssh, sta' zitta." disse lui, baciandomi e poi sorridendomi mentre rivolgeva uno sguardo pieno d'amore alla creatura a cui avevamo dato la vita.
"E comunque ha il tuo sorriso, quel tuo meraviglioso sorriso. Lo riconosco già adesso, nonostante non abbia ancora i dentini. Quando ride si illumina tutto, proprio come quando ride il suo bellissimo, affascinante e stupendo papà." dissi io, guardando la piccola che giaceva silenziosa fra le mie braccia.
"Mi fa ancora strano, sai?" disse lui, tranquillo.
"Cosa?" gli chiesi apparentemente confusa.
"Sentirmi chiamare papà, sapere che sono diventato papà. E' successo così in fretta. E la parte migliore di tutto questo è che è successo con te. Ti amo, Natasha, ti amo. E amo tutto questo, amo che è successo con te, amo che lo scorso anno ho sposato la donna che amo, e che ho avuto una bambina che amo almeno quanto amo la madre. Sei tutto quello che cercavo, davvero." disse lui, pensando bene a cosa diceva e scandendo più o meno tutte le parole.
"Ti amo, e tu sei tutto questo per me. Lo sei stato dal primo giorno, e lo sarai probabilmente, per sempre. Ti amo." dissi io.
A quel punto lui mi baciò, e mi cinse con un abbraccio, facendo attenzione alla nostra bambina, che era ormai nuovamente addormentata. Decisi di rimetterla nella culla, e la guardai per qualche istante con Zayn dietro. Restammo lì, immobili per un tempo che mi parve infinito, a contemplare la bellezza della creatura che avevamo dato alla luce insieme. Ed era questo ciò che volevo di più al mondo, Zayn, Stephenie e tutto ciò che potevamo avere ancora, insieme.