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Autore: Dahmer    22/02/2013    3 recensioni
-Mamma, papà! Mi hanno presa! Mi hanno presa!- esultò esaltata.
Rylee era figlia di una graziosa coppietta di Canton, Ohio. La madre era casalinga e il padre un piccolo commerciante. Aveva due fratelli. Il più grande, Derek, impegnato nell’esercito americano da due anni e l’altro Jeremy all’università. Lei era l’unica rimasta con i genitori. Era una ragazza modestamente alta e magra, dalla pelle olivastra che faceva risaltare gli occhi verde smeraldo attorniati da lunghe ciglia nere. I lineamenti del viso erano delicati, il naso era leggermente alla francese e le labbra moderatamente carnose e sul labbro inferiore sfoggiava un piccolo anellino d’argento. Aveva i capelli mossi lunghi fino alle ultime costole e il loro colore noce accentuava gli zigomi alti.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Let the fun begin !-

Salirono su due Volkswagen, una nera e una grigio fumo. Si divisero. Sulla prima Oliver, Amanda, Tom, Tommy e Barnes alla guida e sulla seconda Josh accanto a Felix, autista e dietro Ry, Godfrey, Dani e Layla ammassati l’uno contro l’altra. I membri dei BMTH non erano presenti poiché da molto non partecipavano più ai photoshoot come modelli.

Percorsero la strada principale per poi proseguire per una stradina secondaria che portava dove avrebbero alloggiato. L’auto si arrestò in un grande spiazzo con un immenso giardino ricco di giochi per bambini e con una grande piscina con una vasca più piccola adibita all’idromassaggio. Accanto a un laghetto vi era un gazebo con due amache. Scesero tutti all’unisono e rimasero incantati dalla bellezza moderna dell’immensa villa che li avrebbe ospitati. L’intero edificio era rivestito  da immense vetrate che facevano entrare la calda luce estiva. Scaricarono eccitati le valige e si avventurarono all’esplorazione di quell’alloggio magnifico. Entrarono.

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Il primo luogo che li ricevette fu una vasta sala da pranzo con una cucina a muro, regno di Felix, che adorava cucinare. Vi era un mastodontico frigorifero fornito di ogni tipo di cibo e bevanda.

Proseguirono e vennero accolti da uno smisurato salotto con un open space azzurro pastello dotato di un piccolo caminetto automatico e una parete lilla pallido che sfoggiava un fantastico acquario a muro con dei graziosi pesciolini rossi, mentre le altre pareti erano dipinte in bianco candido. Sulla sinistra vi era una scala in legno che portava al secondo piano. Il soggiorno ospitava due grandi sofà viola. Dietro a uno dei due vi era una libreria in canapa con uno stereo e le casse, oltre che un computer fisso. Al centro della stanza vi era un tavolino basso nero collocato su un tappeto persiano su un parquet di rovere chiaro. La sala era illuminata da due finestre che davano sul giardino e, di conseguenza, sul mare. In un angolo remoto si accomodavano tre poltrone e dei cuscini color panna posizionati a terra.

Continuarono per il corridoio che portava alle stanze. Sulla destra c’era la prima con un divanetto rivolto verso una grande televisione, con un piccolo bagno e fornita di due letti matrimoniali. Subito Dani e Layla si precipitarono sul primo, attaccato al muro lilla, mentre dell’altro, adiacente alla finestra, se ne appropriarono Oliver e Amanda, già pronti a una folle notte di sesso. Gli altri visitarono la seconda camera. Era arrivato il momento di decidere le coppie per ogni letto. Tom Barnes con scatto felino, per quanto possibile vista la corporatura, si impossessò dell’unico letto singolo, così agli altri rimasero i due matrimoniali. Josh e Tommy decisero che, da buoni amici, avrebbero dormito insieme, mentre nell’altro letto avrebbero riposato Godfrey e Ry che aveva accettato di dormire con lui a patto che il letto venisse diviso in due parti da una linea immaginaria che lui non avrebbe dovuto oltrepassare. Il ragazzo ovviamente aveva accettato, terrorizzato dall’aria minacciosa dell’americana. Anche in questa stanza vi era un bagnetto personale e un televisore al plasma.

Tom guardò Felix, suo amico da una vita, poi lo abbracciò e sussurrò –Allora questa sera sarai mio, tesoro- assumendo una posa assurdamente femminile.

Il sibilo di Tom fece scoppiare a ridere Felix che, subito dopo, gli lanciò un’occhiata sensuale che fece ridere di gusto anche gli altri ragazzi. I due avevano un buon rapporto. Tom era stato uno dei primi ad accogliere Felix quando era diventato un modello della DD, quindi tra i due c’era una vera e propria amicizia anche se coltivavano, nel vero senso della parola, “interessi” diversi: Tom infatti usava l’erba per quelli da lui definiti come “spinelli di roba buona” e l’altro per dare sapore a ciò che cucinava, ma a parte questo andavano davvero d’accordo. 

I due uscirono mano nella mano, sculettando e si diressero all’ultima camera, al piano di sopra, aspettandosi di trovare un altro immenso letto matrimoniale, ma rimasero delusi. Nella stanza vi erano due letti singoli.

-NOOO!- si sentì gridare Tom imitando la voce di una donnina isterica. Dalle altre camere provennero diverse risatine divertite dalla scenetta dei due complici.

-Ci sono i letti separati!- proseguì.

-Vorrà dire che li uniremo amore mio!- lo rassicurò Felix.

-Scusate, ma se ci sono due letti separati, volendo non è che potrei …- cominciò Ry, apparsa improvvisamente sulla soglia.

-NO!- gridarono gli altri due all’unisono con il sorriso sulle labbra, smascherando il teatrino. Per la prima volta erano riusciti a trovarsi due letti separati e non li avrebbero ceduti per niente al mondo, nemmeno se a domandarlo fosse stata quella bellezza mozzafiato.

-Dannazione- bofonchiò la ragazza abbandonando la stanza decisa a continuare il tour della casa da sola, lasciando riposare gli altri, già accovacciati sui rispettivi letti.

Sullo stesso piano vi erano altre due porte. La prima portava a un bagno completamente azzurro con una grande doccia e una sorta di lavanderia, quindi lavatrice e asciugatrice. La seconda si apriva su una grandissima sala svago in cui emergeva un grande divano ad angolo color miele rivolto verso un enorme monitor al plasma. Diversi dipinti abbellivano le pareti paglierine. Il centro della stanza era occupato da un tavolo da calcio balilla e altri giocattoli erano sparsi qua e là. Una porta a vetro permetteva di uscire per raggiungere una sorta di giardino rialzato con il minigolf, dall’altro lato il parco si ricollegava allo spiazzo in cui avevano lasciato le auto.

L’americana tornò al piano di sotto, ritrovando tutti nel salotto, accasciati, stravolti dal viaggio, sul divano. Il grande televisore trasmetteva immagini di un film probabilmente comico, poiché Josh, ma solo Josh, rideva di gusto per ogni singola parola. Oliver e Amanda non erano nella stanza, quasi certamente si stavano già dando da fare nel nuovo letto, per fortuna il volume era altissimo e sovrastava anche un rumore esagerato. Ry si sedette accanto a Felix e gli poggiò la testa sulla spalla, sentì le palpebre pesanti, era stanchissima, chiuse gli occhi e si addormentò accoccolata al modello.

Con il passare delle ore il soggiorno si svuotò e i ragazzi si coricarono nei rispettivi giacigli, tranne Ry, che rimase sul divano persa nel mondo dei sogni.

Alle tre una porta si aprì e Oliver attraversò la casa diretto in cucina per prendere un bicchiere d’acqua. Passò davanti alla ragazza abbandonata sul sofà. Si fermò a guardarla. Prese una coperta zebrata e gliela mise. I loro visi erano tremendamente vicini e ciò fece risvegliare improvvisamente la parte in lui rimasta bambino. Prese un pennarello nero e cominciò a scrivere e disegnare sul viso della sfortunata, completamente addormentata. Sapeva che così facendo avrebbe scatenato la vendetta di quello splendore e l’ira della fidanzata, esageratamente gelosa e possessiva, che quindi si sarebbe infuriata di quelle attenzioni, seppur negative. Non sapeva perché lo stava facendo, ma voleva in qualche modo attirare la sua attenzione, poiché non era abituato a essere ignorato come stava facendo lei. La modella continuò a dormire, ignara di ciò che il cantante stava combinando. Inaspettatamente si svegliò, trovandosi faccia a faccia con l’espressione fanciullesca e allo stesso tempo soddisfatta che dominava il volto del moro. Si mise a sedere, tirandosi su di scatto, appena notò il pennarello. Rimase immobile a fissarlo, incredula. Per la prima volta infatti era stata preceduta. Ancora assonnata tentò di mettere a fuoco la situazione e quando ci riuscì si gettò addosso al tatuato, stringendo un lembo della sua canotta in un pugno. 

-TU!- gli gridò puntandogli il dito a pochi centimetri dal naso.

Il ragazzo ridacchiò, zittendola.

-E’ tardi, non ti conviene svegliare gli altri, ti vedrebbero così e non sarebbe carino-

La mora tacque, ancora scioccata dallo scherzo di pessimo gusto dell’altro. Un sorrisetto le segnò il viso, facendo brillare il piercing sul labbro, in fondo era ciò che desiderava, che uno dei due cominciasse a scherzare, solo così si sarebbe potuta davvero divertire.
-L’hai voluto tu ... È guerra- gli sussurrò con un sibilo talmente provocante da farlo rabbrividire.

Lasciò la maglietta e si avviò verso il bagno, decisa a guardare il capolavoro notturno dell’improvvisato artista. Una volta davanti allo specchio notò diversi scarabocchi su tutta la faccia, ma la sua attenzione fu attirata particolarmente da un pene disegnato sulla guancia destra e da una frase che diceva:

Amo Oliver perché è davvero un mito, poi è anche fanatico!

Il ragazzo spuntò sulla porta.

-Non male eh?! Mi sono impegnato- la derise.

-Chiariscimi questa cosa: ti sei dato del fanatico da solo?- domandò lei incuriosita, cominciando a pulirsi con una saponetta.

-Fanatico?!- chiese lui, sconcertato.

-Già, proprio qui- fece lei indicando la scritta.

-Oh! Intendevo scrivere fantastico!-

-Sei stupido forte eh!- rispose fredda Ry, sfregando più forte con la saponetta.

-Era buio e …- tentò di giustificarsi l’altro.

-Si, si, tutte scuse, Analfabeta. Vai a letto, domani ti aspetta la mia vendetta- consigliò l’americana con aria superiore.

Il ragazzo uscì e tornò a dormire. Si mise nel letto, stendendosi accanto alla fidanzata. Poco dopo sentì Rylee passare per il corridoio per andare a dormire. Sorrise ripensando alla faccia della ragazza quando aveva visto il suo capolavoro.

Il mattino seguente ci furono le prime foto del servizio. Il paesaggio si vedeva meglio dalle alture su cui erano state scattate. Ry aveva approfittato della situazione per elogiare le sue doti di arrampicatrice.

Dopo pranzo tutti si sistemarono a bordo piscina a prendere il sole.

Ry cominciò a leggere il suo libro preferitoHannibal Lecter di Thomas Harris. Vide l’ombra di Oli passargli davanti. Alzò lo sguardo da sotto gli occhiali e gli lanciò un’occhiata ostile, prima di tornare alla lettura. Il cantante si diresse verso la fidanzata, lasciandole un bacio a fior di labbra sulla bocca, poi si accomodò sullo sdraio al suo fianco, a pancia in giù, addormentandosi dopo l’ardua scalata mattutina.

Il sole iniziava a picchiare forte, così i modelli rientrarono in casa, piazzandosi davanti al televisore. Dani e Josh si assopirono e come loro anche Barnes, Amanda invece si chiuse in stanza a spettegolare di gossip con Layla, mentre Oliver rimase fuori, sotto i raggi cocenti delle prime ore del pomeriggio. Rylee lo vide dalla finestra. Uscì.

Si avvicinò al corpo caldo del ragazzo e notò accanto alla sdraio la crema di protezione 70, scorta personale di Dani che, essendo molto chiaro di pelle, necessitava di una difesa maggiore. Afferrò il tubetto e iniziò a scrivere con il liquido sulla schiena del cantante.

-Mi hai colpito mentre dormivo?! Beh, ora tocca a me- bisbigliò tra sé. Si limitò a scrivere una frase stupida, ma di grande effetto:

Mi piace il cazzo.

La scritta copriva tutta la schiena. Doveva solo aspettare che il sole lo ustionasse e, solo allora il suo scherzo sarebbe stato degno di nome. Tornò in casa, sedendosi con gli altri, con aria indifferente, in attesa.

Passarono tre ore e finalmente Oliver si svegliò e raggiunse i modelli. La schiena gli bruciava terribilmente. Doveva essersi scottato, era completamente rosso. Una volta nel salotto propose la visione di un film e si diresse verso il televisore, sotto cui vi era una vasta raccolta di dvd. Si inchinò per prenderne uno, dando la schiena agli altri. Alle sue spalle percepì una sonora risata collettiva. Si voltò di scatto, chiedendo quale fosse il problema, senza ricevere risposta, dato che tutti erano senza fiato impegnati a deriderlo. Gli bastò guardare il viso appagato di Rylee per capire di chi fosse la colpa.

Si precipitò in una camera vuota, cercando di vedersi la schiena riflessa nella specchiera. Riuscì a intravedere la frase, unica parte rimasta chiara su tutta la schiena. Sbiancò. La ragazza era davvero brava a vendicarsi. Ry lo raggiunse.

-Piaciuto?!- domandò sarcasticamente.  

Il cantante l’avrebbe voluta uccidere. –PER NIENTE!- sbraitò adirato.

-Siamo pari ora- lo informò lei lasciandolo solo.

-Non credo proprio- mormorò lui, pronto alla vendetta.

 
Weeeee! :) spero che questo capitolo vi sia piaciuto, era un po’ che ci lavoravo, ma volevo fosse tutto perfetto. Bye :) *Black Devil*
 
  
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