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Autore: exitwounds    22/02/2013    3 recensioni
[jalex; accenni lisex]
«Non avrei mai voluto dirtelo cosí, Jack, peró mi ci hai costretta.» esordí Lisa sedendosi sul divano accanto a lui. «Ascoltami. Siamo innamorati della stessa persona ed Alex non é gay. Fattene una ragione. Ha dovuto affrontare tanti problemi, tanti casini, ci manca solo il migliore amico gay che dice di essere innamorato di lui. Quindi, lascialo perdere, ti prego. Se non vuoi farlo per me, per te stesso oppure per la band, fallo per lui.»
Jack strinse i denti, mentre l'alcol continuava a bruciargli lo stomaco. "Colpito e affondato, Barakat", diceva una vocina nella sua testa.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alex Gaskarth, Jack Barakat
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I know I sound crazy, don't you see what you do to me?

(1)

Stella.


«feels like I'm falling in love
when I'm falling to the bathroom floor.»


Buio. Silenzio.
«Alex, sei sveglio?» sussurrò al suo ragazzo steso accanto a lei, ma ricevette solo un mugolio scocciato in risposta. Tipico. Lo prese per un 'no'.
Lisa spostò il braccio dal suo petto lentamente, per paura di svegliarlo. Scostò la coperta e piano piano si alzò e si diresse verso il bagno.
Conosceva casa di Alex come le sue tasche, quindi non ebbe neanche bisogno di accendere le luci per trovare la stanza corretta.
Stava per aprire la porta quando sentì un rumore secco, ripetuto ad intervalli regolari, e si fermò.
Tac, tac, tac.
Sembrava qualcuno che girava le chiavi nella toppa. Ma chi diavolo poteva rientrare a casa a quell'ora nel bel mezzo della settimana? Erano le due di un mercoledì notte - o sarebbe meglio dire giovedì mattina? - non di venerdì o sabato. Quelle sì che erano giornate plausibili per tornare a casa ad orari improponibili.
Dubitava che fossero i vicini - come poteva un'adorabile coppietta di ottantenni rientrare a quell'ora?- ed era sicura che nessuno oltre lei ed Alex avesse le chiavi di quella casa.
Il pensiero che fosse un ladro impegnato nel cercare di forzare la serratura la sfiorò e la fece rabbrividire. Per un attimo sorrise, pensando che sarebbe stato quasi impossibile scassinare una porta blindata, ma subito tornò cupa in volto: i ladri erano capaci di tutto.
valutò le possibili opzioni: svegliare Alex oppure avvicinarsi alla porta brandendo una mazza da baseball e sfoggiando lo sguardo più cattivo che sapesse fare.
Optò per la seconda, ricordandosi di quanto Alex potesse essere intrattabile se svegliato di soprassalto.
Con la mazza da baseball in mano si posizionò davanti alla porta, pronta a colpire in testa il 'ladro.'
Con un ultimo scatto la porta si aprì, e grazie alla luce che filtrava dal pianerottolo, Lisa ebbe la possibilità di vedere in faccia chi aveva di fronte.
Altro che un ladro, quello era Jack!
«Lisa, perché hai una mazza da baseball in mano?» le chiese il ragazzo sorpreso.
«E tu perché sei qui alle due del mattino?»
«Perché sei in intimo?»
«Perché sono a casa del mio ragazzo! E non rispondere alle mie domande con altre domande. Che ci fai qui?»
«Si da il caso che il tuo ragazzo sia anche il mio migliore amico e che mi abbia dato una copia delle chiavi di casa.» le rispose Jack con assoluta calma. «Ma rivestiti, ti prego.»
Lisa arrossì e filò in camera a prendere una delle magliette di Alex, che le facevano quasi da vestito, poi tornò dal ragazzo.
«Comunque, il fatto che tu abbia le chiavi di casa non ti da il diritto di entrare qua all'improvviso, alle due del mattino poi!»
Jack rimase in silenzio, tirò fuori una bottiglia di birra dallo zainetto da cui non si separava mai, la aprì con i denti e la bevette tutta d'un sorso, pulendosi le labbra con il dorso della mano.
«Jack...» lo richiamò la ragazza. «Devi smetterla. E non solo con la birra... La tua é un'ossessione. Basta.»
Il ragazzo rimase ancora in silenzio, anzi, si alzò di scatto e si diresse in soggiorno, aprendo esperto i cassetti e tirando fuori una bottiglia di vodka liscia. Anche lui conosceva casa di Alex come le sue tasche.
E stava completamente ignorando le parole della ragazza, preso com'era a bere il più in fretta possibile quella bottiglia.
«Io non ti reggerò la testa quando correrai in bagno a vomitare l'anima, ricordatelo Barakat.» scosse la testa divertita.
Sulle labbra di Jack spuntò un sorriso amaro, mentre sentiva la lucidità venir meno. Si abbandonò sul divano con un tonfo, la testa che cominciava a girargli.
In fin dei conti le parole di Lisa l'avevano colpito. Forse la sua era solo un'ossessione, che nel giro di poco tempo sarebbe passata. Oppure no. Oppure era davvero amore, un sentimento puro, quello che provava nei confronti del suo migliore amico.
Buttò giù l'ultima sorsata di vodka, che scese per la sua gola bruciando. La testa aveva preso a giragli sempre di più, e quando provò ad alzarsi per prendere la bottiglia di whiskey che lui e Alex avevano aperto qualche settimana prima, le forze gli vennero meno, costringendolo a rimanere seduto. Era perso.
«Non avrei mai voluto dirtelo così, Jack, però mi ci hai costretta.» esordì Lisa sedendosi sul divano accanto a lui. «Ascoltami. Siamo innamorati della stessa persona ed Alex non é gay. Fattene una ragione. Ha dovuto affrontare tanti problemi, tanti casini, ci manca solo il migliore amico gay che dice di essere innamorato di lui. Quindi, lascialo perdere, ti prego. Se non vuoi farlo per me, per te stesso oppure per la band, fallo per lui.»
Jack strinse i denti, mentre l'alcol continuava a bruciargli lo stomaco. Colpito e affondato, Barakat, diceva una vocina nella sua testa.
Lui e Lisa rimasero in silenzio per qualche secondo, poi la ragazza si alzò.
«Dormi qua sul divano, ti prendo una coperta. Io torno da Alex.»
Quando gli ebbe portato la coperta e se ne fu tornata in camera di Alex, Jack cominciò a rimuginare a lungo sulle parole della ragazza, mentre i conati di vomito si facevano sempre più frequenti.
Quando fu sicuro che la 'felice coppietta' stesse dormendo, andò in bagno e, come previsione di Lisa, vomitò l'anima, con nessuno a reggergli la testa.
Dopo che si fu ricomposto, con passo il più silenzioso possibile, entrò nella stanza di Alex. Dormiva con un sorriso sereno stampato sul volto e Lisa stretta accanto a lui. Quant'era bello.
Doveva davvero lasciar perdere Alex? Doveva proprio?
Tornò a sdraiarsi sul divano con queste domande che gli frullavano per la testa, preparato a passare una notte insonne, ma non per colpa dell'alcol.



myspace.
beh, questa é la prima cosa che pubblico in questo fandom e boh, spero vi piaccia e di postare il secondo capitolo non fra un'eternitá. (come mio solito,lol)
se scrivo qualche cosa assurda sui ragazzi perdonatemi, non li conosco da molto ma mi hanno presa da morire.
é una Jalex (capitan ovvio), come si fa a non shipparli? sono troppo teneri asdfghjkl
al prossimo capitolo!
fabi.
  
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