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Autore: _GrAzZiElLa_    09/09/2007    10 recensioni
Draco Malfoy è il più sexy, incantevole, attraente, seducente e affascinante studente di Hogwarts. Ce la farà a conquistare l'ultima studentessa che non ha ammaliato? Blaise Zabini vincerà la scommessa? Tutto per 200 galeoni e un bacio appassionato alla McGranitt.
Genere: Romantico, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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di

 _GrAzZiElLa_

 

 

 

 

 

Prologo:

 

 

 

 

 

 

- Tra noi è finita. -

 

Marietta Edgecombe non credeva ancora a quello che aveva appena sentito.

 

La sala degli Slytherin era completamente deserta, solo pochi studenti del primo anno si stavano riscaldando davanti al camino ardente.

 

Era entrata in quel luogo solo per rivedere il ragazzo che le stava di fronte e che sorrideva beffardo.

Voleva passare un’altra serata come la precedente, ma, purtroppo per lei, lo Slytherin le aveva dato un due di picche.

 

Draco Malfoy era seduto sulla poltrona più vicina al caminetto e fissava, palesemente annoiato, l’espressione stupita sul volto di Marietta.

 

- Come può essere finita? Ieri dicevi che mi amavi, che avresti fatto di tutto per avermi, che il nostro rapporto avrebbe funzionato… - la ragazza aveva la voce strozzata, si sforzava di non piangere davanti a lui, ma i suoi occhi la tradirono facendo calare qualche lacrima.

 

- Hai detto bene, Marietta... Ieri. – Malfoy sbuffò - Oggi ho cambiato idea. Ho intenzione di trovarmi una nuova ragazza. -

 

La ragazza venne accecata dalla rabbia. Dentro di lei si alternavano stupore, amore, rabbia e speranza che quella fosse l’ennesima bugia.

 

- Certo! Che stupida che sono… Io, per te, sono solo un oggetto da sfruttare. Dopo Daphne, Pansy, Millicent, Katie, Susan e tutte le altre… Aggiungi anche me alla tua lunga lista di conquiste?! -

 

Marietta parlava a raffica senza riprendere fiato. Aveva elencato tutti i nomi di alcune delle ex di Malfoy con disprezzo. Dal suo modo di parlare e dalla sua sicurezza, sembrava che lo osservasse anche da prima della loro finta relazione.

 

- Vedo che hai pienamente inquadrato la situazione. Hai ragione, ti ho usata per divertirmi un po’. -

 

- Sei un bastardo, Draco! Hai approfittato di me… - la voce della ragazza era scossa da singhiozzi, ma si fece forza per l’ultima volta - Se per caso cambiassi idea, io… Io non ci sarò più per te! -

 

- A dire il vero, non ci contavo più di tanto. - rispose freddo di fronte a quell’attacco.

 

- Io... Io... - Non riusciva più a controbattere e ciò le dava molto fastidio

Provava così tanto disagio, che il flusso delle lacrime si fece ancor più intenso.

 

- Sono o non sono bastardo? - Si chiese compiaciuto Draco.

 

Marietta, nonostante fosse accecata dalla rabbia, lo sentì.

 

- Lo sei, eccome se lo sei! Tu…Tu… - Provò a giocare la sua ultima carta - Ti prego Draco, torniamo indietro, parliamone… Non puoi essere tanto sicuro di non amarmi, dopotutto, stavamo bene assieme… -

 

Draco le piaceva dal terzo anno, e quella relazione l’aveva attesa giorno e notte con tutte le sue forze. Ma non pensava che quella dolce proposta fosse in realtà una trappola.

Dopotutto, quasi nessuna diceva di no a Malfoy…

Marietta era stata sedotta come tante da Draco. Le faceva cadere tutte ai suoi piedi, si divertiva a giocare con i loro sentimenti e, infine, le piantava in asso senza dare loro una spiegazione.

 

- Non credo che tu abbia capito. Noi-non-stiamo-più-insieme. – Disse scandendo le ultime parole.

 

Marietta si mise le mani sul volto e continuò a piangere in silenzio.

 

- Cosa pretendi più di così? Vuoi che ti faccia un disegnino? -

 

Draco iniziò a fissare lo scoppiettio delle fiamme.

Il loro sussultare, lo aveva sempre incantato. Amava osservare il caminetto, assorbendone tutto il calore e la vitalità che esso emanava.

Era come se fosse uno scambio: lui gli prestava attenzione, lo osservava, lo scrutava per interminabili momenti, ed esso, lo ripagava con la sua bellezza.

 

- Credi che questa sia una ragione sufficiente? - Urlò improvvisamente la ragazza esplodendo in uno scoppio di singhiozzi.

 

- Per quanto mi riguarda, sì. Adesso vattene. - Concluse Malfoy mentre si alzava in piedi ed imboccava le scale lo avrebbero condotto fino alla sua stanza.

 

Marietta rimase immobile per qualche minuto, con il volto nascosto dalle mani.

Alcune lacrime le cadevano irregolarmente delle fessure tra un dito e l’altro.

 

Continuò a piangere per un tempo che le sembrava interminabile.

Alla fine decise che era ora di raggiungere la torre di Corvonero, e così, scossa dai soliti singhiozzi, si allontanò dal caminetto ormai spento, colmo di legna nera, carbonizzata.

 

 

 

? Ì ?

 

 

 

Quella sera, Hermione, non era rientrata ancora nel dormitorio Gryffindor a causa dei suoi continui e stancanti incarichi da prefetto. Questa volta, purtroppo, era stata mandata a fare il giro di perlustrazione nei sotterranei, a partire dall’aula di Pozioni, fino all’entrata della sala comune di Slytherin.

 

Solitamente, quel compito spettava a Pansy Parkinson, anche se quella sera, la ragazza si trovava in infermeria, ricoperta da capo a piedi da strane macchioline, che cambiavano colore a seconda del suo stato d’animo. Non si stupì che, quando andò a trovarla (unicamente per informarla che la McGranitt aveva fatto quel momentaneo cambiamento) le innumerevoli macchie erano diventate da azzurro a rosso vivo, e avevano imbrattato le coperte di un liquido simile alla Puzzalinfa.

 

Quel compito, a rigor di logica, doveva passare a Draco, che tuttavia, informato dell’accaduto, era scomparso dalla circolazione, evitando così che gli fosse affidato tale incarico.

 

I sotterranei, quella sera, erano uguali a com’erano sempre.

I muri di pietra, illuminati da torce incantate, erano ricoperti da lunghe ombre fredde, che sembravano colare dalle fessure, per riversarsi sul pavimento, anch’esso gelato.

Solitamente percorreva brevi tratti di quei corridoi assieme ai suoi amici, perciò non badava particolarmente a ciò che li circondava.

Ma quella volta era diverso, era sola, circondata da un’oscurità e da un’inquietudine opprimenti.

 

A volte, un paio di studenti Slytherin del primo e del secondo anno, guizzavano rapidi verso i loro dormitori, senza degnarla di un minimo sguardo.

Ogni tentativo di rimprovero per il tardo orario veniva dissolto nel nulla perché gli Slytherin, furbi, scappavano via ridendo e ghignando.

 

Le suole rigide delle sue scarpe, risuonavano ad ogni suo passo, e il rumore, rimbombava negli sconfinati sotterranei.

 

Aveva appena sorpassato lo studio di Piton e l’aula di Pozioni.

 

In quei corridoi si congelava; rispetto ai piani superiori, il sotterraneo era un freezer.

Conosceva qualche incantesimo utile per riscaldarsi, ma, se non voleva ritrovarsi completamente carbonizzata, era meglio che ne evitava l’utilizzo.

 

Ormai la pattuglia notturna era arrivata alla sua fine, infatti, poco dopo, passò un piccolo Slytherin, che non tentò nemmeno di sgridare: sarebbe stato tutto inutile.

 

Udì un leggero bisbiglio, molto probabilmente doveva essere la parola d’ordine recitata dallo studente e successivamente un piccolo cigolio, seguito a sua volta da un tonfo sommesso.

 

Appena girò l’angolo, si rincuorò. Era finalmente giunta al capolinea. L’entrata della sala comune di Slytherin era totalmente diversa da quella di Gryffindor.

 

Nessun ritratto nei paraggi, nessuna porta incantata, niente di niente, solo uno squallido tratto di muro debolmente illuminato da un’unica torcia.

 

Hermione non diede particolare importanza a tale scoperta, si limitò a girarsi su se stessa, e ripercorrere rapidamente i bui sotterranei.

 

- Fortunatamente è tutto a posto… - Sospirò stanca.

 

Era quasi a metà corridoio che una figura che singhiozzava la superò con velocità. Fortunatamente la riconobbe: era Marietta Edgecombe.

 

- Marietta, fermati! - Gridò Hermione impulsivamente.

 

Sia perché le era stato ordinato da un prefetto, sia perché voleva sfogarsi con qualcuno, Marietta si arrestò all’istante.

 

- Cos’è successo? Perché sei qui? Perché piangi? - Domandò d’un fiato Hermione.

 

- D…Dra… - E scoppiò in un vigoroso singhiozzo.

 

La ragazza le si gettò al collo piangendo. Il prefetto iniziò ad accarezzarle il capo, dolce.

Hermione si ricordava molto bene cosa aveva fatto Marietta Edgecombe all’intero ES pochi anni prima, ma vederla così distrutta, le faceva un certo effetto.

Così decise di ascoltarla, e, se poteva, anche di consolarla.

 

Non era la prima volta che consolava una ragazza, umana o fantasma che fosse, lei provava un moto di solidarietà verso i cuori affranti.

 

- Non capisco Marietta… Parla più forte… - Disse calma Hermione.

 

- È stato... Dra... Draco! – Urlò.

 

Hermione ritenne che non fosse il caso di rimproverarla nuovamente sul tono della voce, se non voleva ritrovarsi con un possibile timpano liquefatto.

 

- Cosa c’entra Malf… Ehm…Draco? - Chiese .

 

- Draco… Draco mi ha… Mollata! - E scoppiò in una serie così fitta e sconnessa di gemiti e singulti, che Hermione non riuscì a cavarne più un ragno dal buco.

 

- Su Marietta… Non e’ poi così tragico. Draco ti ha lasciata, e allora? Ci sono centinaia di ragazzi qui ad Hogwarts! -

 

Marietta tacque per un istante, poi ricominciò a piangere con maggior vigore di prima.

Ormai Hermione capì che l’argomento “Draco” era tabù.

 

Il prefetto accompagnò la ragazza dal cuore spezzato al secondo piano.

 

- Ascoltami, Marietta. Se hai bisogno di sfogarti e di piangere più che puoi, ti consiglio di andare da Mirtilla Malcontenta. In bagno troverai sempre qualcuno che ti consoli, o che comunque ti faccia compagnia. – Disse Hermione con dolcezza.

 

Appena concluse la frase, Marietta aprì la porta del bagno, salutò Hermione e si richiuse la porta alle spalle.

 

Evidentemente, aveva bisogno di piangere.

 

 

 

? Ì ?

 

 

 

La mattina seguente, Hermione, udì gli stessi gemiti della sera precedente, provenire dall’aula d’incantesimi, che a quell’ora era vuota.

 

Bussò e, dopo esser entrata, vide Marietta Edgecombe tremante, abbracciata Cho Chang, che evidentemente tentava la vana impresa di consolarla.

Al suo ingresso, Cho, le fece un’occhiata che era piuttosto esplicita: “Non ora…”.

 

Traboccante di rabbia per Malfoy si avviò a grandi passi verso la Sala Grande.

 

Una volta entrata, si sistemò, come al solito, accanto a Ron e a Harry, e incominciò a raccontar loro tutto quello che aveva visto.

 

Inizialmente, l’interesse dei due, non era molto elevato, ma la ragazza, non si accorse che circa a metà del suo racconto, colmo di particolari, l’attenzione dei ragazzi, scese sotto lo zero.

 

Improvvisamente sentì la voce di Malfoy alle sue spalle che chiacchierava allegramente con Blaise Zaini. E, colta da un’improvvisa curiosità, si mise ad ascoltarli di nascosto, facendo finta di leggere la Gazzetta del Profeta.

 

- Cosa?! L’hai già mollata? - Chiese Blaise Zabini, imburrando una fetta di pane tostato particolarmente croccante.

 

- Esattamente. E non me ne frega niente se sta frignando come una mocciosa. – Rispose Draco, incurante dell’espressione sorpresa dell’amico.

 

Era proprio quello che Hermione non voleva sentire.

Odiava il modo in cui Malfoy si prendeva gioco delle ragazze.

 

- Sei proprio un bastardo! - Urlò la ragazza incamminandosi verso il tavolo degli Slytherin.

 

- C-cosa hai detto, Blaise? – Chiese Draco turbato.

 

- Non sono stato io, mon ami, ma la ragazza qua dietro che si sta fiondando verso di noi come una mandria di tori imbufaliti… - Rispose mettendo le mani avanti.

 

Draco sbuffò.

Come al solito stava arrivando la Granger a rompere.

 

Abbandonò il suo caffelatte, mescolato così a lungo, che ormai era diventato freddo quanto la gelida tazzina che lo conteneva, e si voltò.

 

- Buongiorno, Granger… Noto che ci siamo svegliate di ottimo umore sta mattina. - Disse ironico.

 

- Non parlarmi con quell’aria di superiorità, stronzo! - Disse furibonda Hermione. Con una mano, si appoggiava alla panca, mentre con l’altra, stritolava la Gazzetta del Profeta.

 

Lei lo fulminava con lo sguardo, lui la guardava divertito.

 

- Taci, indegna. - Proferì Malfoy, senza curarsi minimamente di ciò che stava dicendo. Ormai, per lui era diventata un’abitudine chiamarla in questo modo.

 

- Fammi capire, Malfoy… Mi chiami indegna per dare aria alla bocca, o indegna come Marietta di stare con te? - Domandò inviperita.

 

Sembrava che si fosse studiata quella frase fin da prima del loro discorso, invece, l’aveva articolata sul momento, senza porsi eccessivi scrupoli.

 

- Diciamo un misto. – Disse il ragazzo per rispondere alla provocazione, poi, emise una bassa risata.

 

Hermione furibonda, vide Marietta entrare nella sala con il viso rigato dalle lacrime e gli occhi gonfi. Senza pensarci due volte, unicamente per sfogare la sua rabbia, e vendicare almeno leggermente Marietta, afferrò il suo bicchiere di succo di zucca, e scaraventò il suo contenuto sul viso, ora fradicio, di Draco Malfoy.

Draco assunse un’espressione indignata.

Tutti i Gryffindor ridevano di lui.

 

- Almeno adesso hai anche tu il volto bagnato, non solo Marietta! – Urlò Hermione, prima di lasciare la Sala Grande, in un insolito silenzio.

 

Mentre si allontanava, le pareva di aver udito un leggero tintinnio di rubini, e avrebbe scommesso che una decina di essi, che prima riposava tranquilla sul fondo della clessidra di Gryffindor, ora era risalita, nell'attesa di essere nuovamente guadagnata.

 

 

Draco Malfoy la osservò andarsene a grandi passi.

 

Blaise Zabini sfilò la sua bacchetta dal mantello e la puntò verso Malfoy.

 

Evanesco! -

 

Tutto il succo di zucca del bicchiere della Granger era stato eliminato, lasciando l’amico asciutto.

 

- Gliela farò pagare a quella sudicia Mezzosangue… - ringhiò Malfoy.

 

- Non essere impulsivo Draco. Dopotutto la Granger non ha tutti i torti. – Fece una pausa per vedere la reazione del compagno che lo stava ascoltando. – Da quel che ho capito dal tuo comportamento, vuoi portarti a letto tutte le ragazze del nostro anno, vero? -

 

- Ed è qui che ti sbagli. Mi rifiuto categoricamente di far perdere la verginità a Romilda Vane! - Disse con naturalezza Draco, come se stesse dicendo la cosa più normale, banale e semplice di sempre.

 

- Sei sicuro che sia del nostro anno? – Domandò Blaise.

 

- Non che la cosa m’interessi, ma è sempre meglio mettere in chiaro le cose. – Disse Draco, alzando leggermente la voce, quasi a sperare che Romilda lo sentisse, e si mettesse il cuore in pace.

 

- Comunque, Draco, che intenzioni hai con le ragazze del settimo anno? -

 

- Di mettermi con ognuna di loro per qualche giorno e, prima di mollarle, … - Non concluse la frase di proposito. Blaise aveva capito.

 

Sorseggiò il suo caffelatte freddo e assaggiò un biscotto al cioccolato.

 

- Fortunatamente mi manca una persona - Annunciò trionfante.

 

- Ovvero? –

 

- Hermione Granger. – Concluse con un sospiro rassegnato.

 

- Non vedo l’ora di sapere come farai… - Ridacchiò compiaciuto Blaise.

 

Malfoy si strozzò con il biscotto.

 

- Scordatelo. – Disse infine gelido.

 

 

 

? Ì ?

 

 

 

- Insomma Blaise, basta! – Gridò Draco, appena fuori dall’aula di Pozioni.

 

- Perché dovrei smetterla? Mi diverto a pensare che proverai a metterti con la Granger. – Blaise sospirò – Anche se per me ti darà buca. -

 

- Buca? A me? Non so se hai presente, ma io sono l’affascinante Draco Malfoy. Cadono tutte ai miei piedi! – Ridacchiò Draco.

 

- Non ti biasimo, sarai anche Draco Malfoy, ma qui stiamo parlando della Granger… Hermione Santa Granger. - Disse Blaise.

 

- Questo per me, è un futile dettaglio! – Proferì Draco, sistemandosi la tracolla, che rischiava pericolosamente una caduta, sulla spalla destra.

 

- Futile dettaglio? Lo sai che avrai un due di picche, cosa ti porta ad arrivare a tanto? – Annunciò Blaise, imitando l’amico, ma con l’unica differenza che si sistemò la tracolla sulla spalla sinistra.

 

- Lo faccio solamente per aumentare la mia autostima, insomma: è una scommessa con me stesso. –

 

Draco si grattò una spalla indolenzita, frutto di un duro allenamento di Quidditch della sera prima.

Quell’idiota di Tiger, sfrecciava come un bolide per tutto il campo, tentando di pavoneggiarsi con alcune studentesse del quarto anno di Ravenclaw, ottenendo solo un brutto scontro con il manico di Draco.

Entrambi erano caduti dalla scopa, ed erano piombati atterra. Fortunatamente non erano più in alto di un paio di metri, ma Draco aveva attutito male la caduta, atterrando sulla schiena, ed ora, sentiva qualche dolorino, in ricordo del pessimo incidente.

 

- Non so se hai capito, ma lei ti odia con tutta se stessa! -

 

- Infatti! Pensa a quanta gente rimarrebbe colpita dal fatto che sono riuscito a conquistare una ragazza che mi detesta! – rispose eccitato Draco.

 

Erano ormai all’uscita dei sotterranei, diretti all’aula di Trasfigurazione.

 

- Fai come vuoi, Draco, ma io non scommetterei nemmeno uno zellino sulla riuscita della tua impresa. -

 

- Vedremo… -

 

 

 

? Ì ? 

 

 

 

Quella sera a cena, la discussione tra Blaise Zaini e Draco Malfoy non si era ancora spenta.

 

- Lo capisci o no, che potrei conquistarla in due giorni? – Insisteva Draco.

 

- Ti ci vorrebbe minimo un mese e mezzo! – Blaise fece un’elegante risata – Ma cosa dico? Non ti basterebbe neanche tutto il resto della tua vita! -

 

Draco annoiato, mangiò l’uovo che aveva davanti e lo accompagnò con un abbondante sorso d’acqua fresca.

 

- Non credo proprio, Blaise! – Sbuffò Draco.

 

- Allora scommettiamo, Draco. Avanti, quanto mi dai se vinco? Io ti do cento galeoni - Disse gustando il suono delle ultime due parole pronunciate.

 

- Io te ne darei anche duecento, ma non ho intenzione di scommettere. - Disse Draco più tranquillo.

 

- Di solito si rifiuta quando si sa già di perdere, o sbaglio? – Blaise si stava assaporando quel momento fino in fondo: aveva Draco in pugno.

 

- Va bene. – Abboccò Draco – Ma se vinco io ti farò baciare quella brutta racchia della McGranitt. – Concluse con un sorrisino.

 

- Va bene. Tanto sono sicuro di vincere, mon ami. – rispose.

 

I due si strinsero forte la mano.

 

- Ora non puoi più tornare indietro, Blaise. -

 

- Ora non puoi più tornare indietro, Draco. -

 

- Quanto tempo mi dai? – chiese Malfoy.

 

- Non ce la farai mai in una settimana, quindi… -

 

Blaise non riuscì a finire la frase che subito Draco si alzò in piedi urlando.

 

- Una settimana, e staremo insieme, contento?! –

 

Malfoy, impettito si allontanò dal tavolo, e usci impetuosamente dalla sala.

 

Blaise si voltò verso Daphne Greengrass, che lo guardava ridendo.

 

- Sei una volpe, Blaise… - Gli disse divertita.

 

Blaise Zaini sfoderò uno dei suoi sorrisi più brillanti e rispose:

- Lo so, cara… Lo so… -

 

E intanto Hermione Granger uscì dalla Sala grande massaggiandosi le tempie.

 

- Evidentemente, mi toccherà consolare anche qualcun’altra… Oltre a Marietta ovviamente. – sospirò – Chissà chi è… -

 

 

 

 

 

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