Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: frabelieber96    23/02/2013    5 recensioni
 
Non ho mai pensato all'amore e al suo significato ma nonostante ciò vorrei accarezzarla e dirle che la amo perché forse, probabilmente, la amo davvero.
Vorrei dirle che si sbaglia, che possiamo cambiare le cose, ma è tutto inutile. Lei mi disprezza, disprezza ciò che sono, ciò che le ho fatto credere di essere. Disprezza la mia scommessa, il fatto che non creda nell'amore - pensa lei- , il fatto di non sapermi accontentare delle piccole cose. E mi disprezzo anche io, per aver avuto paura di amarla, per aver avuto paura di ammetterlo davanti a lei.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 Hola bella gente!
Devo dire una cosa importante....... SCUSATEMI, sono in super ritardo, so che due settimane senza aggiornare sono tantissime ma ho avuto diversi problemi e nonostante ci fosse il tempo per scrivere mancavano l'ispirazione e la concentrazione.
Detto ciò vi avviso che, diversamente da quello che avevo anticipato, il capitolo non è come lo avevo immaginato. In realtà questo capitolo era già stato scritto dieci giorni fa, poi però ho deciso di stravolgerlo completamente e riscriverlo quindi eccolo qui, ta daaaaaan :)
Vi ringrazio per ogni recensione lasciata e per tutti i complimenti, siete fantastiche.
Spero che il capitolo vi piaccia, prometto che il prossimo sarà qualcosa di sconvolgente quindi preparatevi, io vi ho avvisate.
Un besos a todos, vi amo
Francesca :3 :3




 
8.





Rebecca

 
Ho i minuti contati, e forse, è anche meglio così. Sfilo il cellulare dalla tasca posteriore dei jeans che indosso stamattina e digito velocemente il messaggio, dopodiché, suonata la campanella, mi dirigo in classe.
 

Justin
 
Stavo pensando a lei, stamattina, quando ho ricevuto il suo messaggio.
Ero in studio e ciò rende la cosa alquanto strana e preoccupante.
Non mi è mai capitato in vita mia, oltre che con mia mamma, la mia famiglia e Scooter, di pensare a qualcuno in entrambi i miei mondi. 
Mi spiego meglio; Da quando sono diventato famoso, al contrario di quanto pensa la gente, la mia vita non è cambiata, semplicemente, alla mia solita vita se ne aggiunta una nuova. Da quasi cinque anni io vivo due realtà diverse e se all'inizio era strano e inammissibile una cosa del genere ormai per me è abitudine. Tutti dovrebbero provare a vivere due vite. 
Il lunedì mattina mi sveglio e faccio lezione a casa, insieme al mio insegnante privato, pranzo con mia mamma e il pomeriggio gioco a football insieme ad alcuni amici. Qualche volta capita che la sera vado al cinema o a qualche festa, niente di strano, niente di esagerato, faccio tutto quello che fa un normale diciottenne. Il martedì mattina, invece, mi sveglio e mi imbarco su un jet privato e volo fino ad una capitale mondiale, faccio interviste e magari, se ne ho voglia, vengo invitato a giocare insieme al Manchester United nello stadio più famoso di inghilterra. La sera, invece, mi esibisco davanti a milioni di ragazze urlanti e con gli ormoni a mille e per concludere la serata mi diverto nei locali di stilisti famosi come quella volta a Milano in cui fui ospite di Dolce & Gabbana.
Può sembrare strano che io riesca a trovare un equilibrio tra le due vite ma la cosa ha sempre funzionato, il segreto era non mischiare le due realtà ed io, fino ad oggi, sono sempre riuscito a dividere la vita da superstar da quella di normale ragazzo.
Eppure stamattina pensavo a Rebecca, che fa parte della vita di ragazzo normale, in studio, luogo che appartiene alla vita da superstar. 
Non appena mi sono reso conto di ciò che stava accadendo ho avuto la conferma che le cose stavano degenerando.
Rebecca è diventata talmente importante per me che per lei non c'è più distinzione tra le due vite. Nessuno, tranne lei, era mai riuscito a conquistare sia il Justin famoso che quello riservato. 
E io, dopo la paura iniziale per la novità inaspettata, ne ero stato felice perché per la prima volta avevo realizzato di non dover più dividermi in due persone, nessuna delle quali rappresentava ciò che ero realmente, potevo tornare ad essere una sola persona e a vivere una sola vita perché avevo trovato la persona con cui affrontarla.
 
Dopo aver interrotto la registrazione della mia nuova canzone avevo letto il messaggio e la mia giornata era subito migliorata. Entusiasta della sua richiesta di vederci avevo subito provato a chiamarla ma lei non aveva risposto, probabilmente, vista l'ora, avevo considerato poi, era in classe. Così avevo risposto  di vederci per pranzo al nuovo ristorante giapponese e lei, qualche ora dopo, tramite un sms di risposta, mi aveva fatto intendere che ne era assolutamente felice.
 
 
Mi sono illuso, soltanto illuso.

Soltanto adesso, mentre Rebecca muove velocemente le due bacchette che tiene in mano afferrando pesce crudo e mentre io sto ancora cercando di capire come impugnare i due bastoncini di legno, mi rendo conto di aver fantasticato troppo sul primo messaggio ricevuto stamattina.
<< Dobbiamo riuscire a far cadere tra le braccia di Chaz la ragazza di cui lui è innamorato>> mi ha detto Rebecca qualche secondo fa annientando quel pizzico di speranza di poterla riconquistare che si era fatto spazio in me durante la mattinata.


Il resto del pranzo lo passo in silenzio, inforchettando pezzi di cibo asiatico con la forchetta che mi sono fatto portare dal cameriere dopo vari tentativi falliti di usare le bacchette, e ascoltando Rebecca raccontarmi l'esilarante lezione di qualche suo professore.
Quando sia il mio che il suo piatto vengono portati via, in attesa del dolce, Rebecca torna sull'argomento del giorno
<< Allora, qualche idea a proposito del piano "Fai innamorare la ragazza canadese del ragazzo canadese" ?>>
<< Il ragazzo canadese sarebbe Chaz, vero?! >>
<< Certo! tu non sei un vero canadese, i canadesi giocano a hockey e tu no… >>
<>
<< L' hockey e le porte di vetro non hanno niente in comune >>
<< Questo non è vero, il ghiaccio sembra una porta di vetro >>
<< Ok, mi arrendo. Tornando al nostro discorso, qualche idea? >>
<< Si, beh, questo fine settimana torno in Canada per qualche giorno, mi farò presentare la ragazza e una volta capito che tipo è troverò un modo per far si che si innamori di Chaz, stai tranquilla! >>
<< Vengo anche io! >> esclama subito lei, senza neanche riflettere prima di parlare
<< Si… nel senso, sempre che a te stia bene……. >> continua lei dopo essersi resa conto di ciò che aveva appena detto
<< Nessun problema per me >>
I nostri gelati fritti arrivano e Rebecca riprende a raccontarmi del suo professore, questa volta però non sono interessato ad ascoltarla…
 
Lei partirà per il Canada
insieme a me
Justin
ciò significa che ho ancora qualche speranza di riconquistarla
 
<< Hai già pensato al terzo ragazzo da presentarmi? >> chiede interrompendo i miei pensieri.
 
Non c'è da preoccuparsi, la conquisterò non appena la concorrenza verrà fatta fuori.
Terzo e quarto ragazzo, anche se ancora non so chi siete, preparatevi ad essere distrutti!
 
 
 
Rebecca

Sono passate cinque ore, per la precisione, le cinque ore peggiori di tutta la mia vita.
Appena saliti sull'aereo io e Justin ci siamo messi a litigare per il posto accanto al finestrino come fossimo due bambini dell'asilo,cosa che in realtà solo lui è. Per far si che la lite non degenerasse ho deciso di dargliela vinta. Gli ho ceduto il posto tanto ambito da entrambi a patto che mi lasciasse addormentare sulla sua spalla.
Dovete sapere che non faccio parte delle persone che appena chiudono gli occhi si addormentano. Mio papà, per esempio, basta che sia seduto e crolla in un sonno profondo, potrebbero esserci fuochi d'artificio, una guerra, un alluvione o qualsiasi altra cosa che lui dormirebbe tranquillamente.
Io invece, sfortunatamente, non ho preso da lui, riesco a prendere sonno solo se c'è silenzio e se trovo la posizione giusta.
La mia "posizione giusta " è un fattore molto limitante e in aereo riesco ad addormentarmi solo se qualcuno mi da il permesso di appoggiare la testa sulla sua spalla. Solitamente mi appoggio su Luke o sui miei compagni di classe quando vado in gita, questa volta l'unica mia scelta possibile è Justin.
Dopo aver stabilito che a lui tocca il sedile vicino al finestrino e a me la sua spalla ci sediamo e quindici minuti dopo arriva una signora che si siede accanto a me. Inizialmente sembra innocua ma ben presto mi accorgo che non è cosi.
Emana un fortissimo e fastidiosissimo odore di vaniglia  che mi fa venire il voltastomaco e il mal di testa, deve essersi spruzzata addosso il bocciettino intero. Vorrei tanto che fosse finita qui ma il bello deve ancora arrivare; per prima cosa si porta alle orecchie le cuffiette del suo ipod e inizia ad ascoltare la musica, più precisamente musica sud americana a tutto volume.
Io odio la musica sud americana, mi fa saltare i nervi.
Poi, dalla sua valigia, tira fuori due ferri e un gomitolo di lana e si mette a lavorare a maglia. Ogni due per tre il suo gomito destro finisce nelle mie costole sinistre, questa sarà almeno la sesta volta, e nemmeno una che mi abbia chiesto scusa.
E infine, quando penso che peggio di cosi non possa andare, abbandona la sua valigia nel piccolo spazio che c'è sotto il mio sedile, dove in realtà dovrei appoggiare io i piedi. Quando con molta calma faccio notare alla simpatica donna che la sua valigia mi impedisce di appoggiare i piedi a terra lei sbuffa e si gira dall'altra parte. Sto per mettermi ad urlare come una pazza furiosa, cosa che in questo momento sono, ma Justin, che se ne sta beato a guardare il panorama con le gambe stravaccate in avanti, mi mette una mano davanti alla bocca, afferra le mie gambe -che con un enorme sforzo di muscoli stavo tenendo sollevate per non rovinare la valigia della vecchia- cosa che per inciso si sarebbe meritata, e le appoggia sopra le sue. Il suo piano non è ancora finito, infatti prende il mio braccio destro e lo fa passare sotto il suo braccio sinistro, mi prende per mano e in ultimo mi fa appoggiare la testa nell'incavo del suo collo.
<< Ora che sei abbastanza comoda per dormire fallo anzicchè iniziare a litigare sull'aereo! >> il suo tono è severo ma anche divertito.
Sorrido, tanto per come siamo messi non può vedermi le labbra e poi sussurrando gli rispondo
<< Non avrei litigato con nessuno, avrei soltanto fatto sparire la valigia della signora e le avrei tagliato in minuscoli pezzi l'intero gomitolo di lana! >>
Justin scoppia a ridere e per evitare che il gomito della vecchia finisca per l'ottava volta nelle mie ossa avvicina il mio corpo al suo in modo da farmi rimanere sì appiccicata a lui, ma il più lontano possibile dell'incubo di vicina di seduta che mi ritrovo !
Cosi, con il corpo avvinghiato a quello di Justin e le mie gambe attorcigliate alle sue, mi addormento.

Il mio risveglio però è pacifico tanto quanto il mare in tempesta …
Un odiosa hostess, di quelle con la camicia perfettamente stirata e perfettamente inserita nella gonna della divisa perfettamente abbinata con il trucco che si è perfettamente spalmata sul viso, mi fa svegliare da Justin e, mentre a lui offre una tazza di caffè fumante, a me consegna un malloppo di fogli che devo leggere e compilare prima di atterrare.
Io, a differenza del biondino, sono cittadina americana e quindi per entrare in suolo canadese devo fare tutte queste pratiche pallose e noiose.
Sono a pagina 25, di 34, e mi hanno già chiesto tutto, dal nome della scuola a quello del mio gatto -che fortunatamente non ho, una cosa in meno da scrivere- da quante calorie al giorno assumo al numero di persone a cui faccio gli auguri di natale.
Inizio a pensare che prima di arrivare alla fine delle 13 pagine mi verrà una crisi d'identità.
Voglio dire, ci ho messo dieci minuti buoni per farmi venire in mente il nome del mio vicino di casa di quando avevo cinque anni, chissà a quante altre domande non saprò rispondere...
Alzo gli occhi dal foglio e con sguardo supplichevole chiedo a Justin se può completare lui le domande e accettare al posto mio i vincoli. Con una scrollata di spalle mi risponde che vorrebbe aiutarmi ma non può, la legge lo impedisce, e se ne ritorna a leggere la rivista di motori che stringe tra le mani.
Fanculo.
  
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