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Autore: Raella    23/02/2013    1 recensioni
Da quando ho realizzato che era finita davvero mi sento come se fossi un guscio vuoto. Non ho niente dentro di me. Parlo, studio, rido, scherzo, piango, ma dentro di me c’è il vuoto più totale, il nulla più assoluto.
Io, lui e il suo spropositato ego.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Now I know
that I can't make you stay
but where's your heart?

And I know
there's nothing I could say
to change that part.

 

Lui crede di essere forte. Lo crede così intensamente da essersi auto-convinto di potersi bastare. Ma non è così, non è così per niente, e ora mi pento – col senno di poi che mi contraddistingue – di non averglielo mai detto, in quel breve arco di tempo in cui ho potuto dire che era mio. Mio. Che grande cazzata. Lui non sarà mai di nessuno, perché non vuole nessuno accanto a sé. Crede di bastarsi da solo, ma no. Nessuno si basta da solo, lui meno di tutti. Erge una corazza attorno a sé, una corazza fatta del suo fascino disarmante, del suo bellissimo aspetto, del suo fisico atletico ottenuto a forza di enormi fatiche. Tu pensi che sia un certo tipo di persona quando lo conosci, credi che sia il classico “bello e stronzo”. Conoscendolo più approfonditamente poi cambi idea, inizi a pensare che no, lui è diverso, no, lui è speciale. Sapete cosa vi dico? Speciale sto grandissimo cazzo. E perdonate la scurrilità. Lui è proprio quello che sembra, e l’anima che nasconde – o forse non proprio – è così nera da offuscare perfino il suo aspetto, e, credetemi, ce ne vuole. E’ un uomo – perché così pretende di essere definito dall’altezza vertiginosa dei suoi viziatissimi diciotto anni – cattivo e spregevole. Credetemi, anche se io sono un po’ di parte. O meglio, credetemi, perché io sono un po’ di parte.
Ammetto che gran parte della colpa è stata mia. Io, la stupida che c’è cascata. Io, la fessa che s’è fatta fregare. Sento persone ferite quanto e più di me dire con voce sognante: “Se tornassi indietro ripeterei ogni cosa con lui/lei!”. Ma anche no. Ma. Anche. No. Ho detto più volte e lo ripeterò fino alla nausea che se potessi tornare indietro a quella sera in cui l’ho conosciuto lo massacrerei. E davvero, non sto scherzando. Io sono stata stupida, lo ammetto, una grandissima stupida, e se non l’ho ucciso quella sera è perché l’apparenza inganna. O forse no.
Forse – ed è un dubbio che mi assale solo ora, mesi dopo quanto successo – la colpa non è mia. Forse è un po’ come la storia degli stupri. Cos’è che causa le violenze? I vestiti attillati? Le gonne corte, i tacchi alti? L’alcool che bevo, le sigarette che fumo? O forse i violentatori? Credo – non molto fermamente purtroppo – che se lui non fosse un approfittatore a questo punto non dovrei pentirmi di essere così stupida quanto sono.
Sta di fatto che lui lo è. E di conseguenza io sono stupida. Perché me ne sono fidata.
 
Da quando ho realizzato che era finita davvero mi sento come se fossi un guscio vuoto. Non ho niente dentro di me. Parlo, studio, rido, scherzo, piango, ma dentro di me c’è il vuoto più totale, il nulla più assoluto.
Dicono che nessuno si salvi da solo e allora c’ho provato, per la prima volta nella mia (breve) vita. Mi sono fatta aiutare. Ho chiesto aiuto a chiunque, ma nessuno è stato ed è tutt’ora in grado di riempire questo mio vuoto.
Allora ho realizzato che era necessario che facessi una cosa. Salvarmi. Ed è questo che sto facendo – spesso inconsapevolmente – da mesi, ed è questo che farò ancora domani, e dopodomani e per molto tempo ancora.
Perché con lui io ho toccato il fondo. Anzi, sarebbe meglio dire che mi sono schiantata con violenza sul fondo.
Però.
Io mi salvo da sola.

  
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