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Autore: Notperfect    23/02/2013    5 recensioni
Un errore: una ragazza registrata come un ragazzo ad un'accademia a Los Angeles.
La ragazza: Jennifer Parker.
Il coinquilino irritante: Justin Bieber.
***
-Adesso l'accompagnerò nella sua stanza Parker-. Inizia a camminare ed io la seguo. -Il suo coinquilino è più grande di lei, spero non sia un problema-.
-No, certo che no!-.
Spero solamente che non sia brutto, che non puzzi, che non guardi porno, che non abbia poster di Megan Fox e che non scorreggi o russi durante la notte.
-Bene. È qui già da tre anni. Ci ha procurato un bel po' di problemi in questi anni, ma tutto sommato è un buon alunno. Si chiama Justin Bieber, le piacerà-.
Oh, lo spero.
***
Questo ragazzo mi manda nel pallone, davvero. Nel senso che mi riempie i coglioni e poi li fa scoppiare, per poi rigonfiarli come palloncini.
-Sei così irritante!-. Sbotto.
-Sei così sexy!-. Ribatte.
-Sei così...-. Cosa?
Ha detto che sono sexy? Io?
Jenny dal New Jersey? Davvero?
***
-...l'amore è per i deboli-.
-Allora io voglio essere un debole, Justin-.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Nice to meet you, Bieber

-Justin, questa è la tua nuova coinquilina-. Detto questo, la signora Anderson si dilegua chiudendo la porta alle mie spalle. 
Il ragazzo, Justin, è volto verso la finestra, strimpellando una chitarra e non si è girato verso di noi neanche quando la signora Anderson ha aperto bocca. 
È strano, davvero. 
O è solamente un gran maleducato. 
-Ehm, ciao-. Sussurro imbarazzata. 
Dopo pochi secondi si alza e si sfila la maglietta. 
Cosa? La maglietta? 
Oh. Mio. Dio. 
Quello è un essere umano o è frutto della mia fantasia? 
Altro che che Leonardo Di Caprio, è Zeus sceso in terra direttamente dall'antichità. 
Si volta verso di me, mostrandomi la sua tartaruga e i suoi bicipiti...e tricipidi e quatricipidi e quinticipidi e...
Oddio, non mi sono ancora presentata!
-Io sono Jennifer...ehm Jenny...no, Jen...insomma, be' Jennif...-. 
-Woah!-. Esclama divertito. -Calmati bimba! Respira, conta fino a dieci e parla-. 
-Se ti mettessi la maglietta, sarebbe d'aiuto-. Puntualizzo infastidita. 
Alza un sopracciglio sorridendo lievemente. 
-Oh, quindi è questo il tuo problema?-. Indica la sua...be' cos'è? Una tartaruga? O lo stomaco di una statua che rappresenta un eroe greco?
-No, n-non esattamente...-. 
La sua risata mi interrompe, iniziando a far accrescere in me la stizza nei suoi confronti. 
Lo guardo con fare superbo e superiore. Lui lo nota. 
-Cosa c'è, Jennifer, Jenny, Jen?-. Chiede divertito, enfatizzando i tre nomi. 
-Nulla-. Appoggio i due borsoni su quello che dovrebbe essere il mio letto, aprendoli. -Non era nei miei progetti andare d'accordo con il mio coinquilino, quindi mi sta bene questa situazione-. Dico, cerando di convincere più me stessa che lui. 
-Be', nella mia mente ti avevo immaginato come un ragazzo, ma mi stai bene anche tu-. Dice in tono di ripicca nei miei confronti, con un pizzico di menefreghismo. 
-Si, lo so. C'è stato un errore durante l'iscrizione e...-. 
-Non mi interessa la tua patetica storia-. Mi interrompe. -Sappi solamente che potresti avere dei...problemi-. Ride. 
-Che tipo di problema?-. 
-Del tipo sessuale-. 
-Cosa?-. Sobbalzo, attonita. 
Ride rumorosamente, mostrando la perfezione del suo sorriso.
Solo ora noto i suoi occhi così...profondi?
No, Jennifer, no! 
Sono di un banale marroncino, tendente al miele circondato da scaglie più scure e chiare che si alternano. 
Certo, occhi senza luminosità o espressione, certo. 
-Dico solamente che non mi interessa se adesso condividiamo una camera, io scopo quando voglio e con chi voglio-. 
-Be', a me non interessa-. 
-Dovrebbe-. 
-E perchè?-. 
-Potresti restare incinta-. Dice scherzando. 
Sgrano gli occhi, tirando le maniche della felpa verso il basso. 
Justin fa una smorfia strana, avvicinandosi. -Non penserai davvero che fossi serio?-. Domanda divertito. 
-N-no!-. 
-Insomma, io non andrei mai a letto con te...-. 
Sospiro. 
-...non senza un contraccettivo-. 
Irrigidisco la mascella, iniziando a mordermi il labbro inferiore. 
Nonostante sia così bello e sexy è dannatamente irritante. 
-Senti...-. Inizio prendendo coraggio e schiarendomi la voce. -...puoi almeno far finta di convivere pacificamente con me? Non mi interessa del rapporto che potremmo avere, possiamo anche evitarci continuamente e non rivolgerci la parola. Mi basta poter usare il bagno, dormire beatamente e guardare la tv quando trasmettono 'Al passo con le Kardashian'-. 
Ride ingentemente, sdraiandosi sul suo letto. 
Ha ancora il petto nudo e, alzando le braccia portandole dietro la nuca, posso scovare i suoi muscoli che quasi scoppiano. 
Oh, andiamo! Dio sa che ho un debole per i ragazzi palestrati. Ma vedo che non se ne importa minimamente della mia sanità mentale in quanto il mio coinquilino non è goffo, né brutto. È semplicemente...il contrario. 
-Cosa c'è da ridere?-. Domando.
-Tu-. 
-Non è divertente. Smettila. Non mi sembra di essere un pagliaccio o un fenomeno da circo-. 
Sta per dire qualcosa. So già cosa vuole dire. 
-Oh, non ci provare-. Lo ammonisco, indicandolo. 
Lui ride di nuovo, portandosi una mano sullo stomaco. 
-Sei irritante-. Commento. 
Si riprende, ricomponendosi. -Si, l'ho già sentito dire-. 
Rotolo gli occhi, sbuffando. 
-Woah!-. Urla. 
-Che c'è?-. 
-Non fare ciò che hai appena fatto, non roteare gli occhi o sbuffare-. 
-A me non interessa ciò che vuoi che faccia o meno-.
-Fai in modo che ti interessi, allora-. 
-Non rientra nei miei progetti-. 
-Fai in modo che ci entri-. 
-No!-. 
-Si!-. 
-No!-. 
Oh, per me potremmo andare avanti fino a tarda ora se ho una tartaruga del genere nella visuale. 
-Si!-. Esclamo. 
La mia esclamazione tende a diminuire quando lo vedo alzarsi e avvicinarsi al mio viso. 
Appoggia le mani sui miei fianchi, accarezzandoli. 
Oh.Mio.Dio. 
Aveva ragione quando ha detto che sarei rimasta incinta...con il suo sguardo.
-Facciamo che hai detto 'si' prima che lo dicessi io, okay?-. Sussurra. 
Ma cosa diavolo fa?
Forse lavora in un call center di gigolò. 
Rabbrividisco e penso che lui se ne sia accorto perchè ride sulla mia guancia, per poi allontanarsi. 
-Vaffanculo-. Sbotto, ritornando a disfare le valige. 
Ride, accendendo il suo iPod e portandosi le cuffie alle orecchie. 
Che idiota!
Un sexy idiota. 
 
 
Sono circa le sei del pomeriggio e ho appena finito di sistemare i miei indumenti nella parte di armadio che mi spetta. 
Mi volto verso Justin lo vedo respirare regolarmente con la bocca semi aperta. Dorme, che bello!
Mi soffermo sul suo petto nudo con gli occhi, salendo poi verso il viso. Ha dei lineamenti perfetti. Bocca carnosa, naso all'insù, occhi grandi. 
Il cellulare squilla. È mia madre. 
Maledizione, ho dimenticato di chiamarla! 
-Mamma!-. Rispondo pimpante al cellulare. 
-Santo Cielo, Jenny! Avevi detto che mi avresti chiamata! Sono stata in pensiero per te tutto il giorno. Ho pensato alle cose più impensabili-. 
-Ma sono qui, sana e salva. E poi di fatto non sono ancora passate ventiquattro ore-. 
-Già-. Sospira e penso che si sia finalmente calmata. -Allora, com'è la scuola?-. 
-È immensa. Ci sono molte stanze, aule...è fantastico qui!-. 
La sento ridacchiare e immagino le sue iridi verdi sorridere di gioia mentre le poche rughe, che le sono spuntate accanto agli occhi, si dilagano.
A quell'immagine sorrido, dirigendomi verso il bagno. 
Alle otto ci sarà la cena e vorrei darmi una sciacquata prima di conoscere i miei nuovi compagni. 
-E la tua coinquilina? Com'è?-. 
Già, la coinquilina. 
-Uhm, è...okay-. 
-Jenny?-. Cantilena. -So che c'è qualcosa che non va-. 
Chiudo la porta alle mie spalle, guardando la mia immagine riflessa nello specchio del bagno. 
-Riguarda la tua coinquilina?-. Aggiunge. 
-Ehm...si. È francese. Sai come sono i francesi: irritanti e vanitosi-.  Rispondo su due piedi con la sciocchezza più assurda che la mia mente potesse creare.
Ride.
-Be', vedrai che in tre mesi riuscirai ad instaurare un bel rapporto con lei-. 
-Lo spero. Ora devo andare, tra circa due ore ho la cena quindi devo prepararmi-. 
-Certo, sicuro-. 
-Mamma, non cercare di imitare il linguaggio di noi giovani-. 
-Noi?-. Ripete divertita. -Anche io lo sono. Io sono giovane, Jenny!-. 
-Certo, come vuoi-. 
La saluto, riattaccando. 
Do un grande sospiro e chiudo la porta a chiave. Accendo la doccia e inizio a spogliarmi mentre il vapore dell'acqua calda appanna lo specchio, oscurando la mia visuale. 
Entro in doccia ed esco qualche minuto più tardi. 
Indosso la biancheria e appendo l'accapodoio al gancio dietro la porta. 
Esco dal bagno dirigendomi verso l'armadio. Devo scegliere cosa indossare per la ce...
-Wow-. Una voce roca, impastata dal sonno arriva alle mie orecchie.
Sgrano gli occhi, il cuore perde un battito e trattengo il respiro. 
Per un minuto ho dimenticato di essere a Los Angeles in un accademia con un coinquilino di sesso opposto molto irritante. 
Mi blocco, girandomi verso di lui. 
-Chiudi gli occhi-. Gli intimo, puntandogli un dito contro. 
-Non se ne parla-. 
-Dannazione chiudi quei cazzo di occhi!-. 
-No!-. 
Infuriata, mi giro verso l'armadio e solo dopo mi rendo conto di avergli dato una chiara visuole del mio fondoschiena. Ma non mi interessa più di tanto. 
-Sei così irritante!-. Sbotto. 
-Sei così sexy!-. Ribatte. 
-Sei così...-. Cosa?
Ha detto che sono sexy? Io? 
Jenny dal New Jersey? Davvero? 
Non so se sia serio o meno, ma non badando ai miei pensieri mi chiudo nuovamente in bagno, sbattendo rumorosamente la porta. 
-Ehi, piccola, non arrabiarti-. Lo sento urlare dall'altro lato della porta. 
-Non chiamarmi così-. 
-Va bene, Jennifer Jenny Jen!-. Marca in tono umoristico gli ultimi tre nomi. 
Che odio! 
Esco dal bagno con indosso uno short e un maglioncino color corallo. Certo, i due capi sono molto contraddittori tra di loro ma in New Jersey è così che ci vestiamo. 
Lascio sciolti i capelli e passo del mascara sulle ciglia già  lunghe. 
Justin mi squadra da capo a piede e posso giurare di vederlo sorridere compiaciuto. 
Mi abbasso verso i cassetti dell'armadio, sistemando della biancheria intima che mi è sfuggita precedentemente. 
Lo sento alzarsi dal letto e stiracchiassi. Sento dei passi verso non so dove e dopo qualche secondo anche la sua voce. 
-Non sei niente male-. Dice. 
Mi blocco di colpo, smettendo di muovere le mani tra la biancheria. 
-L'ho già sentito dire-. Cerco quasi di imitare il suo modo di parlare con quella stupido accento del nord, ripetendo la frase detta da lui qualche ora fa.
Ride rumorosamente. -Be', questa me la meritavo-. 
Sorrido anche io, non facendoglielo notare. 
 Mi volto e lo vedo mentre inizia a togliersi i calzini e i pantaloni. 
Mi alzo in piedi, sedendomi sul letto, dando a vedere che non mi interessa minimamente del suo cor...di quel ben di Dio!
Mette la mano sui suoi boxer, ma io lo fermo. 
-N-non vorrai m-mica toglierti le mutande qui?-. Chiedo imbarazzata, confusa e meravigliata al tempo stesso. 
Alza gli occhi su di me, sorridendo maliziosamente. 
Abbassa di nuovo lo sguardo e si dirige verso il bagno. 
-No. So che sarà dura, ma per questo dovrai aspettare, piccola-.
 
 
Passo la serata cenando, in compagnia di Ashley, Emily e Allison, le ragazze incontrate questo pomeriggio e Rosalie, la coinquilina di Emily. 
Sono simpatiche e non fanno altro che chiedermi di Justin, il mio coinquilino irritante. 
-Oh, andiamo! È impossibile che non ne sei attratta!-. Esclama Allison e sembra sul punto di una crisi epilettica. 
-No, davvero! È odioso. È così convinto del suo ego che non fa caso a cosa succede attorno a lui. È il primo giorno in veste di sua coinquilina e già non ne posso più-.
Ridono e per poco non si strozzano. 
-Be', sei fortunata a condividere la stanza con un ragazzo-. Commenta Emily. 
-Soprattuto se si tratta di quel tipo, Justin-. Aggiunge Rosalie. -Ho sentito dire da alcune ragazze che sono qui da molto tempo, che è uno molto prestato ed esperto a...be' a letto!-. 
-Davvero?-. Chiede stupita la mora. 
-Esatto! E so anche che è molto scontroso e burbero e i genitori lo mandano qui solo per non subirlo l'intera estate-. 
-Ma ha diciotto anni-. Ribatto convinta e confusa al tempo stesso. 
-Be', la sua è una situazione familiare strana, allora-. 
Tutte ridiamo mentre Justin passa accanto al nostro tavolo seguito da una scia di altri tre ragazzi alti quanto lui e muscolosi quanto la sua metà. 
Lo guardo, i nostri sguardi si incrociano ed io mi sento sul punto di svenire. 
Cosa? No! 
Perchè dovrei svenire in sua presenza?!
Primo: svenire in pubblico sarebbe troppo imbarazzante. 
Secondo: lui non ha il potere di farmi perdere i sensi. 
...credo. 
Mi sorpassa, sfiorandomi di proposito la spalla e si siede ad un tavolo poco distante dal nostro. 
Abbasso lo sguardo sul mio piatto, trattenendo un sorriso. 
Perchè diavolo adesso mi vien da ridere? 
Los Angeles mi porta ad avere sbalzi d'umore strani e improvvisi. 
-Sbaglio o vi siete inviati sguardi di fuoco?-. Domanda Emily fintamente incosciente. 
Boccheggio, scoppiando a ridere seguita dalle altre. 
La mia risposta è decisamente positiva. 
 
Ritorno in camera dopo aver speso qualche parola con le ragazze e aver conosciuto dei ragazzi che frequentano quest'istituto da molto tempo. Penso si chiamassero Nick e Luke. Non ricordo. 
Per il corridoio del dormitorio, incontro dei ragazzi semi nudi, alcuni solo coperti da un'asciugamano.  
Metto una mano sopra gli occhi e sento i ragazzi sghignazzare. Che idioti. 
Be', essere l'unica ragazza in un dormitorio maschile che ospita circa quaranta stanze, non è così male se questo è il prezzo da pagare.
-Ehi, vuoi farti un giro nella mia camera?-. Domanda divertito un ragazzo in asciugamano. 
Arriccio il naso, facendolo ridere. 
Lo sorpasso trovandomi un'altra schiera di ragazzi, alcuni in boxer e altri in asciugamano. 
-Ragazzina, stai con noi stasera-. Ridono. 
Ma Vaffanculo. 
Ho per caso scritto 'ridete' sulla fronte come nei talk show al posto di 'applaudite'? 
Sto per rispondere a quella massa di capre quando mi sento tirare per un braccio, sentendomi trascinata di qualche passo. 
Mi volto e vedo Justin con sguardo un po' infuriato. Ha la mascella contratta e la bocca chiusa in una linea sottile. 
-Justin, c-cosa s-stai facendo?-. Balbetto confusa. 
Che idiota. 
Mi ignora, voltandosi verso quei ragazzi che guardano la scena non perdendosene un secondo. 
-Non dovete avvicinarvi a lei. E l'unica stanza che visiterà stasera sarà la mia dato che la condividiamo-. Urla. 
Si volta nuovamente e trascinandomi per lo stesso braccio mi porta in camera. 
-Justin cosa ti è preso?-. Chiedo confusa chiudendo la porta alle mie spalle. -Quei ragazzi non stavamo facendo niente di male e...-. 
-Risparmiami la ramanzina-. Mi interrompe brusco e poi ricordo le parole di Rosalie. 
-Non è una ramanzina-. 
-A me sembra di si-. 
-Be' ti sbagli. Sai com'è, sbagliare è umano!-. 
-Cosa stai insinuando?-. Domanda infastidito e compiaciuto al tempo stesso, togliendosi la maglietta. 
Dio mio, di nuovo loro: gli addominali. 
Tento di trattenermi e di regolarmi ma puntualmente il mio sguardo cade su quei muscoli scolpiti. 
-Stai dicendo che mi do delle arie?-. Chiede. 
Ingoio la saliva. -Si-. Annuisco, riuscendo a guardarlo negli occhi. 
Sorride, tirandomi la maglietta addosso. 
-Justin!-. Lo rimprovero. -Che diavolo fai!-. 
-Niente!-. Si butta sul letto con un salto teatrale, sprofondando tra le coperte. -È morbido!-. 
È solo la mia impressione, o sta cercando di cambiare discorso? 
-Provalo!-. Suggerisce con l'aria di un bambino al luna park. 
Lo guardo confusa e stranita. Cos'è questo atteggiamento?
-Oh andiamo!-. Esclama. -Lasciati andare!-. 
Lasciarsi andare è la cosa che mi riesce di meno. Ho sempre il controllo di tutto e di tutti. La mia camera e le mie cose sono sempre in ordine così come le cose da fare durante la giornata. Alcune volte mi scrivo dei bigliettini e in terza media ho cercato di avere un agenda ma richiedeva troppo tempo e impegno e ho lasciato perdere. Penso che quello sia stato il mio primo atto di trasgressione: lasciar perdere qualcosa che avevo iniziato. 
-Jennifer Jenny Jen!-. La voce di Justin mi porta alla realtà. -Sembri nello stesso stadio di quando Alice mise piede nel Paese delle Meraviglie per la prima volta!-. 
Scuoto la testa, riprendendomi. -Eh?-. 
-Chupa!-. 
Alzo un sopracciglio mentre lui inizia a ridere rumorosamente. 
-Non pensavo fossi così infantile-. 
-Non pensavo fossi così idiota-. 
-Da cosa prende spunto questa considerazione?-. 
-Non saprei. Da te e dai tuoi modi di fare da...idiota-. 
-Tu sei idiota!-. Ribatto convinta. 
-Non sono io quello che si è presentato con tre nomi-. 
Boccheggio, non sapendo cosa dire. 
Be', in effetti è vero. 
Questo pomeriggio ho decisamente fatto una brutta figura...da idiota, ecco. 
Lo ignoro, chiudendomi in bagno. Esco con indosso il pigiama. 
È un semplice pigiama il cui pantalone è largo a righe bianche e azzurre e la maglia è una canotta stretta azzurra, che richiama le strisce del pezzo di sotto. 
-Speravo ti cambiassi davanti a me-. Sospira.
-Non sei divertente-.
-Bel pigiama-. Commenta, squadrandomi, ignorando ciò che ho detto.
-Lo so-. 
-Woah!-. Ride. -Da dove viene tutta questa sicurezza?!-. 
-Dal New Jersey!-. 
-Prevedibile-. Attacca. 
-Squallido-. 
-Banale-. 
-Egocentrico-. 
-Lunatica-. 
-Vanitoso-. 
-Cosa? Egocentrico e vanitoso?Io? Davvero?-. Domanda scioccato. 
Annuisco, mettendomi sotto le coperte. 
Justin si chiude in bagno, indossando il suo pigiama che consiste in un boxer più grande del normale. 
Wow. 
-T-tu dormi così?-. Chiedo indicandolo, dosando le parole. 
Ride. -Ti da fastidio?-. Si sdraia portando le braccia alla nuca. -No, aspetta! Non rispondermi, non mi importerebbe una tua risposta perchè non cambierei il mio modo di dormire-. 
-Oh, ma a me non dispiace-. 
Si alza di sbotto, voltandosi verso di me. -Jennifer Jenny Jen! Hai appena detto ciò che ho appena sentito?-. 
Non riesco a trattenere una risata e imbarazzata mi volto dall'altro lato. -Buonanotte!-. Esclamo evidentemente irritata e divertita. 







  Forse è un po’ lungo come secondo capitolo, ma spero
che vi sia piaciuto. Sarei felice di sapere cosa ne pensate
di questo capitolo e della storia in generale.
Ho già l’intera storia pronta ed è piena di colpi di scena
e momenti molto romantici, imbarazzanti e tesi tra i due protagonisti,
Justin e Jennifer Jenny Jen!
Grazie a chi ha recensito il primo capitol e a chi ha messo questa
ff tra le seguite, le preferite o le ricordate. Grazie mille!
Aggiornerò non appena questo capitolo riceverà qualche recensione!
Un bacio, notperfect. <3 J


 

   
 
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