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Autore: Aibaf    23/02/2013    3 recensioni
[Ziam]
Abbattuto. Arreso. Illuso. Insicuro. Perso. Innamorato. E’ esattamente così che si sente Liam, mentre conta i danni di quanto il suo cuore abbia distrutto durante la sua esplosione; e non è una sensazione piacevole, sentirsi mietuto, sentirsi abbandonato come una spiga secca al vento, mentre il suo corpo robusto e allenato diventa fragile, troppo fragile, mentre i suoi occhi diventano troppo deboli per cercare la figura appannata di Zayn, che è rimasto in silenzio a fissare quell’articolo di giornale, deglutendo appena quando scruta le innumerevoli foto del servizio. Liam si chiede se è sia giusto ridursi a questo modo, se è legale, e se ci sia qualcosa che possa salvarlo. Ma l’unica persona che potrebbe condurlo fuori dal baratro è l’unica che l’ha portato piano al ciglio del precipizio, abbracciandolo da dietro, sussurrandogli parole confortanti, per poi spingerlo nell’abisso senza risentimenti.
Zayn l’ha tradito. E quelle tre sillabe si infilano come pugnali nella pelle ogni volta che ci pensa.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Zayn Malik
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nothing’s real about Love

***

Niente è come me e te insieme.
Tutto è come te e me insieme.

 
«Liam, sono a casa!»
Zayn urla a squarciagola quelle quattro parole non appena infila le chiavi nella toppa, euforico di essere finalmente tra quelle mura che brama da quella mattina stessa; non riesce nemmeno a mettere a fuoco l’ingresso che sente subito una mano calda e curata premere sulla sua: sarà sicuramente Liam, che lo accoglie con un bacio focoso ogni volta che torna a casa, strattonandolo per i lembi del giubbotto e  quasi impedendogli di chiudere la porta d’ingresso alle sue spalle. Zayn sorride inconsciamente – perché qualunque cosa riguardi o gli rimandi la figura Liam non riesce a non sentirsi inspiegabilmente più sollevato- quando si accorge che un paio di occhi azzurri e penetranti lo stanno osservando e che la voce squillante di Louis gli sta chiedendo di lasciare la porta aperta. Lo sente poi urlare qualcosa su per le scale, rivolto a Liam- «…Se te la senti io e Niall siamo qui al centro commerciale, magari se ci fai uno squillo ci puoi raggiungere!»- e poi girarsi e fissarlo intensamente in volto, scrutandolo con uno sguardo che Zayn si arrischia ad associare al disprezzo.
«Ciao Boo» saluta cauto Zayn, scostandosi per lasciare l’ingresso libero, giocherellando distrattamente con il portachiavi di pezza che gli hanno regalato lo scorso Natale.
«Ciao Zayn. Gran bel giorno questo per fare gli stronzi, non trovi?» esordisce con il sarcasmo sciolto in gola e gli occhi ridotti a due fessure. Non aggiunge altro e non lascia tempo per una spiegazione: quando il moro si volta per chiedergli cosa sia successo, quegli spilli azzurri e ardenti già non lo stanno fissando più.
Zayn si libera della sciarpa di lana grossa e del cappotto, che getta distrattamente sul divano, mentre sale piano le scale e chiama a gran voce il nome del suo ragazzo, la preoccupazione che monta in lui ogni volta che i suoi piedi si sollevano per salire un nuovo scalino e ogni volta che, ad ogni suo urlo riceve un silenzio come risposta.
«Liam? Liam?» ripete, quasi come un mantra, mentre lascia che la sua mano scivoli sulla ringhiera di mogano. «Amore, sono a casa!»
Zayn intravede una porta aperta alla fine del disimpegno del piano superiore e ci si affaccia, scorgendo con un gemito di sollievo Liam, la sua solita felpa slentata che usa in casa con le maniche arrotolate fino ai gomiti e che gli ricade lenta sul fondoschiena che gli da le spalle, intento a sistemare la maglieria fresca di bucato su uno stendino che ha attaccato al termosifone, oramai diffidando del tempo inclemente londinese.
«Ehi» mormora piano, cingendogli la vita con le braccia ed insinuando le mani sotto la sua felpa, giocando appena con l’orlo allentato dell’elastico: prende a sfiorargli piano gli addominali compatti, mentre la testa si incastra nell’incavo della sua spalla e le sue narici si dilatano per inspirare appieno l’odore di Liam, quell’essenza così maschile ma al tempo stesso delicata che è capace di farlo impazzire nel giro di pochi istanti. Sorride appena.
Ma le sue labbra non fanno in tempo a raggiungere il collo dell’altro, le sue mani non riescono a donargli un’altra lieve carezza che Liam l’ha spinto indietro, forte e doloroso come non lo è mai stato, mentre si sporge in avanti per ripescare una maglietta aggrinzita dalla bacinella e sbatterla con vigore, prima di afferrare le mollette e infilzarla sul ferro filato con poca pietà, come se niente fosse mai stato.
Zayn lo vede piegare la testa ad un lato e pulirsi la porzione di pelle che delimita la mandibola con un lembo di felpa, esattamente dove le sue labbra l’hanno da poco sfiorato. Zayn sgrana gli occhi e per un attimo lascia che una fiammella d’ira venga accesa anche in lui: continua a ripetergli se ci sia qualcosa che non va, prima gentile, poi sempre più irritato, mentre Liam non fa altro che abbassarsi appena e raccogliere altra roba, il volto chino e nascosto dai suoi capelli ricci e voluminosi. Lo sta ignorando, e ciò non può che far male a Zayn, che si sente già andare in piccoli pezzi alla vista del suo ragazzo che non lo ha ancora salutato, accarezzato, concesso sorrisi dolci e occhiate languide che rischiano ogni volta di vedere il suo cuore strappato dal petto per la forza del suo battito.
Quando si avvicina ancora a lui, con gentilezza rinnovata, non può fare a meno di accarezzargli il volto col pollice con lentezza, sfiorando la pelle di Liam, candida e priva di qualsiasi accenno di barba.
«Ma vaffanculo, Zayn.»
Liam si pente di come la sua voce risulti incrinata, rotta, spezzata, mentre lui stesso combatte per non arrendersi al pianto: non vuole mostrarsi dispiaciuto. Solo rabbia. E’ solo alla rabbia che vuole dare spazio: allontana la mano con uno schiaffo secco sul dorso e «Mi spieghi che cazzo succede?»
«Che cazzo succede?» urla Liam avvilito ed incredulo davanti alla strafottenza dell’altro, girandosi per la prima volta e scrutandolo, le braccia lente lungo i fianchi, odiando la perfezione dei suoi capelli acconciati, la bellezza delle pieghe della sua camicia, il collo della T-shirt che spunta dal colletto semi-aperto. Ha il volto corrucciato e gli occhi strizzati nella speranza di non piangere, mentre le sue labbra e le sue mani tremano dalla paura. Tutto, dentro di sé è scosso dalla paura. Dalla paura di non fargliela pagare, dalla paura di essersi illuso, dalla paura di perderlo. «Succede questo Zayn» Liam afferra un giornale di gossip buttato in malo modo sul copriletto e glielo lancia, senza staccargli gli occhi di dosso.
«Succede che non riesci a stare lontano da questi cazzi di giornali per più di due settimane di fila, e quando c’è un nuovo articolo su di te non è mai per qualcosa di buono! Ti fa così schifo vivere una vita tranquilla? »
Abbattuto. Arreso. Illuso. Insicuro. Perso. Innamorato. E’ esattamente così che si sente Liam, mentre conta i danni di quanto il suo cuore abbia distrutto durante la sua esplosione; e non è una sensazione piacevole, sentirsi mietuto, sentirsi abbandonato come una spiga secca al vento, mentre il suo corpo robusto e allenato diventa fragile, troppo fragile, mentre i suoi occhi diventano troppo deboli per cercare la figura appannata di Zayn, che è rimasto in silenzio a fissare quell’articolo di giornale, deglutendo appena quando scruta le innumerevoli foto del servizio. Liam si chiede se è sia giusto ridursi a questo modo, se è legale, e se ci sia qualcosa che possa salvarlo. Ma l’unica persona che potrebbe condurlo fuori dal baratro è l’unica che l’ha portato piano al ciglio del precipizio, abbracciandolo da dietro, sussurrandogli parole confortanti, per poi spingerlo nell’abisso senza risentimenti.
Zayn l’ha tradito. E quelle tre sillabe si infilano come pugnali nella pelle ogni volta che ci pensa. L’ha tradito con una sgualdrina. Ha tradito lui e Perrie, la sua fidanzata ufficiale, e non se ne è fatto alcun problema: è tornato a casa e ha consumato la sua passione nei corpi di entrambi: con lei per mantenere vive le voci sparse dai manager, con lui per suggellare il loro sentimento d’amore o solo per togliersi un capriccio?
«Liam, ti prego, davvero, non è come cre…»
«Certo.» Il castano non si è nemmeno sforzato di tornare a raccattare magliette dalla bacinella per tenersi occupato: tutta la sua concentrazione è defluita al pensiero di riuscire a guardare Zayn senza provare l’irrefrenabile istinto di piangere, sbatterlo al muro, picchiarlo e poi baciarlo sino a perdere l’ossigeno dai polmoni. Le nocche sbiancano, mentre i pugni si serrano e le unghie affondano nella carne dei palmi delle mani. Non è come credi. Liam ha sperato quasi di sentirlo, per creare quell’effimero conforto, quella bolla di sapone di perdono degna di un telefilm, ma non appena quella frase è sfuggita dalle labbra sottili del suo ragazzo si è sentito forse ancora più deriso ed umiliato.
Rimane in silenzio, mentre gli occhi si stringono sempre di più e la vista gli si appanna di lacrime. Zayn riparte all’attacco con la voce cantilenante e piena di rimorso.
«Amore, dai, lo sai, lo sai che i manager mi hanno costretto, lo sai che ho occhi solo per te!» Il moro sorride debolmente mentre le guance gli si tingono di rosa: ha ancora qualche difficoltà, nonostante sia passato diverso tempo, a fare complimenti al suo ragazzo; Liam, del resto, è stato il primo a sussurrargli ti amo, e un po’ a Zayn è dispiaciuto. Gli è dispiaciuto non averlo detto per primo lui, sicuro, mentre lo stringeva tra le sue braccia prima di addormentarsi; gli è dispiaciuto non essere stato lui ad avergli afferrato la mano in pubblico e incrociato le dita tra le sue davanti a migliaia di persone; gli è dispiaciuto essere riuscito appena a soffiare un ‘ti amo anche io’, troppo sopraffatto dall’emozione per poter aggiungere l’altro. «Ehi, non fare così.»
Liam ha iniziato a piangere, abbattendo le sue difese e lasciando che le lacrime scavino solchi dolorosi sulla pelle delle sue gote: non ha nemmeno la forza necessaria di scostare la mano dell’altro, che con delicatezza ha iniziato ad accarezzargli il viso, asciugando freneticamente la pelle bagnata, intristendosi anche lui quando nuovi spilli luccicanti si formano agli angoli degli occhi del suo ragazzo.
Zayn fa sfiorare i loro nasi.
«Lo sai Liam, lo sai che giravano troppe voci tra me e te e su una nostra relazion..»
«Avresti potuto dirglielo.» Liam sgrana gli occhi e respinge il moro con una manata sul petto, forte e decisa: non vuole far scemare la sua rabbia di ragazzo tradito solo perché si trova in presenza di un grande ammaliatore. «Avresti potuto dirglielo, ai manager –dice, puntandogli il dito contro- che ti scopi Liam Payne quando nessuno ti può vedere. Avresti potuto avvisarli, no, che in realtà a me ci tieni. Avresti potuto chiedere di lasciare Perrie in santa pace, libera di vivere la sua fama senza subire le calunnie delle fan: avresti potuto annunciare a tutti che oh, dici di amarmi. Avresti dovuto dire alle tue fan che se ci prendiamo per mano non lo facciamo da amici. Se davvero hai occhi solo per me –gli fa il verso scettico, alzando gli occhi al cielo- allora avresti dovuto rifiutarti di fottere quella troietta da quattro soldi. Cosa è lei per te, Zayn?» Liam ferma di girargli attorno come un lupo, lo afferra per il colletto della t-shirt e lo trae a sé, in una morsa stretta e decisa che l’altro non è riuscito a sciogliere.«Cosa cazzo è per te?» urla, ad un palmo dal suo viso, il volto contorno dalla rabbia, tristezza, delusione, e dai singhiozzi che fanno sbavare il discorso. Il tremolio costante della sua mano lo rende patetico, più che minaccioso come vorrebbe. «Due tette ed un buco, ecco cosa dovrebbe essere. Eppure non ti sei nemmeno degnato di dirmi che i manager ti avevano detto di finire in prima pagina, nudo nel letto di un’ a-a-ltra» La mascella di Liam ha un fremito, mentre Zayn continua allibito a sostenere il suo sguardo.
«Quante bugie mi dici, Zayn?» continua, mentre la sua voce si fa più flebile a mano a mano che il numero dei singhiozzi aumenta, allentando appena la presa attorno al cotone della maglietta dell’altro. «Quante, quanti te ne scopi ogni volta che esci e io non sono con te? Che fai? Chi mi dice che non rimorchi qualcuno in discoteca e te lo fai succhiare nei bagni? Chi, Zayn? Chi mi garantisce che non sei un fottutissimo bugiardo, chi? Chi mi dice che mi sei rimasto fedele per tutto questo tempo, quando in realtà mi nascondi persino gli ordini dei manager?»
Se fossero stati in un’altra situazione, probabilmente, avrebbero riso entrambi della insolita e spropositata quantità di parolacce che Liam inserisce nei suoi discorsi: ma in realtà c’è poco da ridere e Zayn ad ogni parola si sente sempre più svuotato, sempre più perso, sempre più consapevole che è tutto un grande fraintendimento: ed ha paura, molto più di quanto la sua relativa calma e strafottenza lascino trapelare.
«Cosa?» oramai Liam ha preso ad urlare, straziato «C-cos’hanno loro più di m-me?» chiede, tendendo le braccia in avanti e colpendo il petto dell’altro con le mani chiuse a pugno: lo colpisce ripetutamente, all’altezza del cuore, una, due, tre volte, ma non riesce mai a calibrare le forze e alla fine si ritrova solo a picchiare debolmente contro la camicia dell’altro, affondando la testa nella stoffa della sua maglietta, con il corpo scosso dai singhiozzi e la voce che cantilenante ripete ‘cosa’ e ‘più di me’. Zayn lo stringe con forza, afferrandogli i polsi e portandogli dietro la schiena.
«Liam, adesso basta a dire cazzate.» lo ammonisce severo, guardandolo negli occhi, indugiando di tanto in tanto sulle labbra ben disegnate dell’altro. E poi lo afferra solo per il mento e lo bacia, con forza, premendo per un attimo le labbra contro le sue e staccandosi appena, dilatando le narici in maniera quasi animalesca per sentire ancora il profumo di Liam. Ha le mani sul viso dell’altro e dai polsi iniziano a colare le lacrime del minore, ma il moro lo avvicina con irruenza e si aggrappa di nuovo alle sue labbra, con disperazione, aspettativa, amore. Lo bacia come se le labbra di Liam fossero un’ancora di salvezza, perché alla fine sente che davvero può essere la sua unica via d’uscita per saper vivere meglio: il castano è rimasto inerme, con le braccia teste lungo i fianchi e i tremolii che non l’hanno ancora abbandonato: rimane ad occhi chiusi mentre Zayn gli sussurra, con la bocca premuta sull’orecchio «Amore, amore ascoltami. Te lo giuro, farò coming-out, te lo giuro. Lo diremo a tutti e le nostre fan saranno felici, e andremo a vivere ufficialmente insieme» Il castano annuisce impercettibilmente. «Saremo solo io e te, te lo prometto, e ci baceremo in pubblico e adotteremo una bambina e sare-»
«Cazzate» Liam si è ridestato dal torpore di quelle promesse infantili ed è  tornato a guardarlo deluso «Stiamo diventando come Harry e Louis. Nascosti da tutto, da tutti…. Boo me l’aveva detto, che era meglio non innamorarmi di uno come te. Di uno che non ha le palle di dichiararsi. »
Si passa una mano tra i capelli, scosso, e l’esclamazione, benché sussurrata, sovrasta tutti i ‘no, no no’ sussurrati dall’altro.
«Hai ventiquattr’ore per sparire da questa casa, Zayn.»
 

***

 

Niente è come me e te insieme.
Tutto è come te e me insieme.

 
L’ANGOLO DELLA PSEUDO AUTRICE.
EEEEEEEEEEEEEEh, viva i finali di cazzo!
Scusate, ma dovevo: ho letto un sacco di Os- seppur bellissime- Ziam in cui va sempre a finire che qualcuno si taglia/buca/suicida dopo essersi lasciato: quello che volevo cercare di trasmettere con questa OS è che ci sono molti modi diversi di provare il dolore, e non tutti precludono la violenza fisica.
Quindi boh, spero di avervi fatto stringere il cuore almeno un po’. Un pochetto? Vero? Vero che mi fate sapere che ne pensate? Anche per investirmi di brutte parole!
Tra parentesi questa Os è dedicata a tutte le ragazze che mi hanno seguita da quando ho iniziato a scrivere, a tutte quelle che hanno letto, recensito, inserito tra seguite/ricordate e preferite. A tutti quelli che hanno sprecato del tempo aprendo la mia pagina autore. Grazie.
Vi prometto che le prossima Ziam è porno, tanto per farmi perdonare.
Un bacio e buonanotte, visto l’orario,
Fabia.
   
 
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