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Autore: Salice_    24/02/2013    7 recensioni
La storia parte dall'episodio 43 dell'anime, quando Mew Zakuro rivela alle sue compagne il motivo della presenza di Kisshu nella cattedrale. Lei dice a Mew Ichigo: "Ti ricordi quando hai detto che gli alieni possono provare dei sentimenti? Visto che era lì ho pensato di chiederglielo di persona."
Ma la vita, si sa, è imprevedibile e ha l'abitudine di giocare con i destini delle persone, allontanando, incrociando, spezzando i fili che legano i rapporti. In un mondo alle porte della guerra, cosa succederebbe se l'alieno dagli occhi dorati iniziasse a provare dei sentimenti per la Mew Lupo?
DAL CAPITOLO QUARTO:
“E tu perché sei favorevole a questa tregua?” si chiese mentalmente Zakuro. “Forse perché in fondo allo sguardo arrogante e strafottente di Kisshu mi è parso di leggere una muta supplica. So come ci si sente ad essere abbandonati da tutti, potendo contare soltanto sulle proprie forze. Non vorrei essere troppo caritatevole, ma qualcosa negli occhi di quel ragazzo mi dice di fidarmi. Anche il mio istinto di animale selvatico lo conferma, e quello non sbaglia mai.”
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kisshu Ikisatashi/Ghish, Un po' tutti, Zakuro Fujiwara/Pam
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Maschere e pioggia.'
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Volti e Maschere.

 - Credo di essermi innamorato di te. -
Gli occhi color zaffiro di Zakuro erano ancora immersi in quelli d’oro di Kisshu quando lei si liberò dolcemente dalla presa di lui; l’alieno la guardò dispiaciuto, non capendo il motivo che l’aveva spinta ad allontanarsi. Ora erano nuovamente uno di fronte all’altra, esistevano solo loro due; nessun rumore giungeva dall’esterno, nulla quella notte aveva la minima intenzione di disturbarli.
La voce ferma di Zakuro spezzò il silenzio.
- Come puoi essere innamorato di me? -
Kisshu si aspettava tutto, tranne che una domanda del genere. “A che gioco sta giocando?”
- Come sarebbe a dire? Mi sono innamorato di te, ti sembra così strano? – disse lui accennando un sorriso sarcastico.
La modella lo guardava ancora come se sentirgli pronunciare quelle parole le facesse del male; “Perché? Perché?” si chiedeva mentalmente.
Anche se le costava fatica, riprese la parola: - Non puoi essere innamorato. Non di me, almeno. –
Kisshu le si avvicinò, prendendo una mano affusolata della ragazza nella sua. – Perché dici questo? –
- Perché è la verità! – ringhiò Zakuro, scostando la mano dell’alieno. – Tu non puoi innamorarti di me. Non è giusto. -
- Come fai a dire se innamorarsi di una persona è giusto o sbagliato? – Kisshu stava cominciando a perdere la pazienza. – Come puoi fare finta di nulla? Anche tu provi lo stesso sentimento per me! –
Lo sguardo della ragazza si fece, se possibile, ancora più gelido. – No. –
- Come sarebbe a dire no?! – le abbaiò l’alieno, con gli occhi ridotti a due fessure e la mascella contratta dalla rabbia. – Smettila di mentirmi Zakuro! -
- No. Non sono innamorata di te. – fece ancora la modella, sempre con voce atona e sguardo impassibile.
Kisshu in quel momento non ci vide più: spinse in malo modo Zakuro contro la parete e le imprigionò i polsi con le mani, tenendoli alti sopra la testa di lei.
- Non puoi continuare a mentirmi! – le urlò contro, ormai in preda alla rabbia. – Come fai a dire di non provare nulla per me? Mi spiace, ma non sono stupido. Vedo come mi guardi, e nei tuoi occhi vedo riflesso me. Quando mi parli, è come se io sentissi costantemente sussurrare il mio nome. So che quando ti sfioro hai un brivido e non negarlo, perché è quello che succede anche a me. Ho imparato a leggere nei tuoi occhi impenetrabili, e in loro vedo che anche tu provi qualcosa per me! Non puoi negarlo, Zakuro! Il tuo cuore dice una cosa e la tua bocca un’altra: perché mi fai questo, dannazione?! -
Zakuro era rimasta sorpresa dallo scatto d’ira di Kisshu, ma cercò di non mostrarsi troppo turbata dalla cosa; gli scoccò uno sguardo aspro, prima di ringhiargli: - Lasciami andare. Subito. –
L’alieno, forse per il modo freddo e fermo con cui la modella aveva pronunciato quelle parole, obbedì. Lei si rimise diritta e si massaggiò i polsi, indolenziti dalla presa forte di Kisshu; dopodiché, sempre guardandolo nei suoi bellissimi occhi dorati, disse: - Ora vattene via. –
- Ma che cosa stai dicendo? -
- Vattene. Sei solo un illuso: come potevi credere che tra me e te potesse esserci qualcosa? –
Kisshu non credeva alle sue orecchie. “Perché mi stai facendo questo? Perché ti ostini a mentirmi?”
- Non prendermi in giro, so che tu ricambi i miei sentimenti. Altrimenti perché mi avresti chiesto di venire a vivere con te? Perché mai avresti abbassato le tue difese permettendomi di avvicinarti a te se tu non provassi veramente qualcosa per me? -
Zakuro distolse lo sguardo e abbassò il capo. – Perché mi fai pena. –
L’alieno rimase senza parole dopo questa frase; Zakuro sollevò nuovamente la testa e i lunghi capelli sembravano muoversi con lei in una danza furiosa. – Mi hai fatto pena quando ti ho trovato nel parco che spiavi Ichigo e Mark e mi hai fatto pena anche quando mi hai detto che eri stato bandito da Deep Blue e lasciato da solo. È questo che provo per te: pietà! – urlò la ragazza con rabbia.
Kisshu, inconsapevolmente, fece alcuni passi indietro; era come se quelle parole gli avessero aperto una voragine nel petto, mentre avvertiva tutto il resto del mondo dissolversi attorno a lui.
“Pena. Pietà.”
- Allora è così che stanno le cose. Bene. – mormorò Kisshu. – Me ne vado. Addio Zakuro. -
E, con queste parole, si smaterializzò, lasciando Zakuro da sola nella sua enorme casa vuota.
Non appena anche le più piccole increspature d’aria sparirono, la Mew Lupo cadde in ginocchio prendendosi la testa tra le mani.

- Perché lo hai fatto? Perché?! – gridò con rabbia al vuoto che la circondava. 

Erano ormai passati tre giorni da quando Kisshu se n’era andato da casa di Zakuro, e non si era nemmeno più presentato al Caffè; Ryan aveva provato più volte a contattarlo, ma niente, lui non rispondeva. Le ragazze Mew Mew e i due americani sospettavano che fosse accaduto qualcosa fra Zakuro e Kisshu, ma nessuno di loro aveva osato farne parola con la Mew Lupo; lei dal canto suo aveva continuato a fare finta di nulla, dicendo semplicemente che l’alieno se n’era andato.
Quel giorno, una volta terminate le pulizie, Zakuro salutò velocemente le compagne e abbandonò il locale. Le altre quattro a quel punto si sedettero attorno ad un tavolino e iniziarono a parlare.
- Qualcuna di voi ha idea di cosa stia succedendo? – domandò Purin alle ragazze.
Minto scosse la testa. – No. Magari quei due hanno litigato e Kisshu non vuole più farsi vedere: sai, non deve essere facile per Zakuro convivere con lui e sinceramente non capisco nemmeno perché lo abbia ospitato.-
Ryan, arrivato dal laboratorio, si intromise nel discorso: - Non sono affari vostri questi. L’unica cosa importante è che Kisshu non abbia ripensamenti sull’alleanza che ha stretto con noi. –
- Che vuoi dire? – domandò Retasu confusa.
- Vuol dire che io e Kyle temiamo che, qualsiasi cosa sia successa, possa spingere Kisshu a tornare dalla parte degli alieni. –
Retasu scosse la testa con convinzione, prendendo con audacia insolita la parola: - No Ryan, non penso che lui possa fare una cosa del genere: evidentemente in questo momento vuole stare da solo ma non ce lo vedo assolutamente a voltarci le spalle. So che prima era un nostro nemico, ma io mi fido di lui. –
- Anche io ho fiducia in Kisshu! Il fatto è che ora nella squadra manca un elemento forte e che ha molte informazioni sul nostro nemico! – esclamò convinta la Mew Scimmia.
Ichigo, stranamente, se ne stava in silenzio, riflettendo su quanto stava accadendo.
“E io che pensavo che Kisshu fosse innamorato di me. Invece durante la sua permanenza qua non mi ha né infastidita né niente, anzi; a sentir parlare le altre ragazze, sembra quasi che tra lui e Zakuro si sia instaurata una sorta di complicità.” La rossa odiò ammetterlo, ma si ritrovò a pensare che, tutto sommato, le attenzioni che le rivolgeva Kisshu un po’ le mancavano. Non per il fatto che lei provasse qualcosa per lui, assolutamente, lei era innamorata di Mark; più che altro si rese conto di non essere stata così importante per lui da essere indimenticabile. In quel momento avvertì la convinzione che, nel cuore di Kisshu, doveva aver fatto breccia un’altra persona, destabilizzandolo completamente.
Minto, nel mentre, continuava a parlare: - In ogni caso, con Zakuro come facciamo? È nostra amica e, anche se non lo dà a vedere, sono sicura che sia profondamente turbata dalla situazione. –
Kyle prese la parola. – Sappiamo tutti come è fatta la nostra Zakuro; lei è un tipo solitario, che preferisce risolvere le cose a modo suo. Sicuramente rifiuterebbe il nostro aiuto. –
Ryan in quel momento si voltò vero Ichigo e le disse: - Ichigo non è che mi daresti Masha? –
La ragazza lo guardò leggermente sorpresa. – Va bene, ma perché? –
- Perché deve fare dei controlli. – mentì il biondo.
Ichigo gli consegnò il piccolo robottino rosa e Ryan si allontanò mentre il resto del gruppo continuava a parlare. Egli però non si diresse in laboratorio: si gettò un’occhiata alle spalle e, sicuro di non essere visto, uscì dalla porta sul retro.
 
Kisshu si trovava seduto su uno scoglio a picco sul mare; da quella posizione poteva osservare l’orizzonte e il cielo che lentamente si tingeva di scuro, anticipando la notte, mentre le onde sotto di lui si infrangevano sugli scogli schizzando il suo viso con l’acqua salata. Indossava ancora il completo che portava alla festa; si era tutto sgualcito e il ragazzo aveva un’aria distrutta, anche se il suo aspetto fisico non era nulla in confronto a ciò che provava dentro. Guardando il mare, giocava con il cappello, rigirandoselo distrattamente fra le mani, fino a che, preda di un nuovo impeto di rabbia, non lo lanciò in mezzo alle onde scure con un urlo furioso. Lo vide essere trascinato via dalla corrente e lo paragonò stupidamente al suo cuore, in balia di sentimenti troppo più forti di lui.
“Ho sbagliato tutto. Pensavo di aver toccato il fondo innamorandomi di Ichigo, di una stupida ragazzina che non mi ricambiava; poi ho conosciuto Zakuro, e con lei è stata tutta un’altra storia. Lei è bellissima, su questo non ci piove, ma non è stato il suo fisico perfetto a colpirmi, no: sono state le sue parole, i suoi pensieri, i sentimenti che mi trasmettevano i suoi occhi quando mi perdevo a guardarli. Ho letto tante cose in quegli abissi color zaffiro: rabbia, rancore, frustrazione, odio. Si, in lei ho visto un insieme infinito di sentimenti negativi che albergano nel suo cuore, frutto di un passato troppo crudele e ingiusto; d’altro canto, in quella ragazza ho visto anche una dolcezza che non pensavo fosse in grado di possedere, una forza indescrivibile, che le ha permesso di rialzarsi dalle macerie della sua vita e di ricominciare. Ho visto la parte più nascosta di Zakuro, quella che per una vita ha celato alle altre persone, e mi sono innamorato anche di quella parte di lei.
Ero sicuro che i miei sentimenti fossero ricambiati, sicurissimo: ma allora perché mi ha scacciato? Perché si ostina a dirmi che non prova nulla per me? Io non ti credo Zakuro, no: so che anche tu sei innamorata di me.”
Kisshu era ancora immerso nei suoi pensieri, quando una voce alle sue spalle lo fece sussultare.
- Ti godi il crepuscolo? -
L’alieno si voltò, riconoscendo immediatamente quel tono di scherno: infatti, di fronte a lui, vide Ryan, che lo guardava con espressione sarcastica.
Il ragazzo dagli occhi dorati si voltò verso il biondo, domandando: - Come hai fatto a trovarmi? –
Ryan gli rivolse uno sguardo ironico; dopo un secondo, Masha saltò fuori dalla tasta del giubbotto del ragazzo, parlando con la sua vocina metallica. – Alieno! Alieno! –
- Dimenticavi che Masha è in grado di individuare voi alieni? -
- Ah già… Il giocattolino peloso di Ichigo… - disse distrattamente Kisshu voltandosi di nuovo a guardare il mare.
La voce dell’americano, però, lo raggiunse di nuovo.
- Hai intenzione di tornare dalla parte dei tuoi simili? -
Kisshu chiuse gli occhi, esasperato, e sempre senza voltarsi rispose: - Stai tranquillo Biondo, ho dato la mia parola. Continuerò le ricerche dell’Acqua Cristallo da solo. –
- Bada Kisshu: niente passi falsi. -
Dopo queste parole i due rimasero per un po’ in silenzio; l’alieno continuava a fissare la linea dell’orizzonte senza realmente vederla, mentre l’umano stava in piedi alle sue spalle, le mani sui fianchi e i bei capelli biondi scompigliati dalla brezza marina.
Dopo un po’ Kisshu sbottò: - Hai saputo ciò che ti interessava, cosa stai a fare ancora qua? –
- Non volevo dirti solo questo. – disse Ryan mestamente.
- Vai allora, ti ascolto. –
Inaspettatamente, Ryan si sedette di fianco all’alieno sugli scogli, lasciando una gamba penzolare giù, verso le acque scure. Kisshu lo guardò sorpreso e il biondo, mantenendo lo sguardo fisso sul cielo, nel quale stavano già comparendo le prime stelle, iniziò: - Non sono qui per farmi gli affari tuoi, che sia chiaro. Voglio solo che tu sappia che io conosco bene Zakuro, e che molte volte fa del male alle persone per evitare che ne venga fatto a lei. Sai come si dice qui sulla Terra, no? ‘La miglior difesa è l’attacco.’ –
Kisshu si voltò verso il ragazzo seduto di fianco a lui, serrando la mascella.
- E che cosa ti farebbe pensare che Zakuro centri qualcosa con me e con il motivo per cui me ne sono andato? -
- Oh, è molto semplice: è evidente che sei innamorato di lei. –
Kisshu ringhiò: - Ma che cosa stai dicendo!? –
- La verità. – fece Ryan buttando leggermente indietro la testa. – Si vede benissimo che provi qualcosa per lei, e deve essere anche qualcosa di forte; guardi Zakuro come non hai mai fatto nemmeno con Ichigo. Sai, devo ammettere che ti facevo molto più abile a mascherare i tuoi sentimenti! -
Kisshu si alzò dallo scoglio e fissò Ryan con astio. “Come ha fatto a capire tutto questo? Non pensavo fosse una cosa così evidente.”
Il biondo imitò l’alieno, alzandosi di conseguenza e battendogli una mano sulla spalla, per poi dire: - Riesco a comprendere Zakuro, in quanto io e lei siamo molto simili: diffidenti, freddi, distaccati. E molto bravi a nasconderci dietro ad una maschera. Ricorda questo dettaglio. –
- Non mi interessa sapere quanto simili siete; l’unica cosa importante è che lei non ricambia quello che provo io. – confessò Kisshu con rabbia. Non sapeva neanche perché si fosse trovato a fare quella rivelazione all’ideatore del Mew Project; lui, Kisshu Ikisatashi, soldato scelto, a parlare della ragazza della quale era innamorato.
Ryan accennò un sorriso. – Pensa quello che vuoi Kisshu. –
Dopodiché voltò le spalle all’alieno e si rimise sui suoi passi, pronto per tornarsene a casa. Kisshu lo guardò allontanarsi, mentre le parole che il biondo aveva appena pronunciato gli rimbombavano insistentemente nella testa.
 
Zakuro era in ginocchio nella grande chiesa in cui era solita recarsi per pregare. Dopo aver rivolto un pensiero al padre defunto si alzò, e si diresse verso la grossa vetrata colorata, dalla quale entravano prepotenti i raggi del sole del primo pomeriggio; erano ormai cinque giorni che nessuno aveva notizie di Kisshu. Sapeva che Ryan aveva provato più volte a contattarlo, ma senza successo; se n’era andato.
Alle ragazze, lei si era limitata a dire che Kisshu era andato via e loro non le chiesero ulteriori spiegazioni, anche se lei sapeva benissimo che si interrogavano sull’accaduto alle sue spalle. La sua mano si allungò per toccare la fredda vetrata e, inspiegabilmente, le tornò alla mente il giorno in cui era andata a cercare Kisshu e l’aveva trovato proprio lì, in quella chiesa, sospeso per aria a guardare i giochi di luce sul pavimento. Quella volta era stata incaricata da Ryan di trovarlo per parlargli della tregua e lei lo aveva fatto, così come aveva sempre seguito gli ordini del suo capo; in quel momento, invece, Zakuro non avrebbe voluto altro che vedere nuovamente il giovane alieno dallo sguardo dorato, ma non c’era verso di incontrarlo. La stava evitando, era evidente, e lei non riusciva a biasimarlo.
“Ha ragione lui: gli ho mentito. Sono stata crudele, ho cercato in tutti i modi di allontanarlo per salvaguardare me stessa dai sentimenti che mi sono accorta di provare per lui, il mio ex nemico. È stata una questione di egoismo da questo lato, lo ammetto, ma ora devo essere sincera, almeno con me stessa: l’ho fatto soprattutto per lui. Non voglio farlo soffrire, ed è per questo che ho fatto di tutto pur di nascondere i miei sentimenti, pur di non fargli capire che anche io mi sono perdutamente innamorata di lui.”
Sospirò, andandosi a sedere su una delle lunghe panche di legno, proprio come aveva fatto quella volta, terminata la conversazione con l’alieno.
“Posso mentire agli altri, ma non a me stessa: sono innamorata di lui. Kisshu mi ha confessato i suoi sentimenti, ha avuto il coraggio di esporsi, e io l’ho cacciato. E ora, dove mi trovo? In una chiesa vuota, a pregare un padre morto e rimpiangere il ragazzo che ha fatto breccia nel mio cuore. C’è una sola differenza però: mio padre è morto, e nessuna preghiera me lo riporterà indietro; Kisshu invece è vivo ed è qui in città, da qualche parte. Quando ero piccola, sono arrivata a casa tardi e non ho potuto impedire a mio padre di togliersi la vita; con Kisshu sono ancora in tempo per dirgli la verità.”
Dopo questi pensieri, Zakuro si alzò dalla panca e corse lungo la navata della chiesa, aprendo poi il pesante portone di quercia e fiondandosi fuori, correndo all’impazzata senza alcuna meta. Dopo qualche minuto si fermò per riprendere fiato e si guardò intorno per vedere dove si trovava: era nei pressi di un piccolo parco giochi. Lentamente, entrò e si sedette su di una panchina all’ombra delle fronde degli alberi, guardando le mamme giocare con i bambini poco lontano.

Ancora una volta, si ritrovava a dover trovare Kisshu senza avere la minima idea di dove cercarlo.
Zakuro rimase seduta su quella fredda panchina per un tempo che le parve interminabile, con lo sguardo perso nel vuoto; con lentezza estrema, si alzò e prese a camminare, addentrandosi sempre più all’interno del parco. Dopo un po’ di strada, arrivò in un punto in cui gli alberi crescevano rigogliosi, tanto da dar l’idea di trovarsi in una vera e propria foresta. La modella stava camminando sicura, guidata dal suo istinto di Lupo Grigio, che la stava portando ad isolarsi all’ombra delle fronde selvagge che la sovrastavano.
Poi, si sa, il destino non è altro che un burattinaio beffardo che ama prendersi gioco degli amanti; in quel momento, però, aveva deciso di far girare la fortuna dalla loro parte.
Infatti Zakuro, aguzzando la vista nell’ombra, riuscì a scorgere una figura raggomitolata ai piedi di un imponente albero.
- Kisshu… -
 
Ecco a voi un nuovo capitolo! Dedicato a tutti coloro che mi seguono sempre e che continuano a recensire la mia storia. Grazie per aver letto, fatemi sapere cosa ne pensate!
Salice_
   
 
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