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Autore: _wayward    24/02/2013    1 recensioni
Incurante di loro e del mondo, la neve continua a cadere.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski , Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Autore: _wayward.
Titolo: Let it fall ~
Fandom: Teen Wolf.
Rating: Verde.
Genere: One–shot.
Personaggi/Pairing: Stiles/Derek, nominati un po' tutti.
Parole: ~1084.
Avvertimenti: pre–slash.
Disclaimer: Tutto © di Jeff Davis, non ci guadagno nulla ma potete pagarmi per smettere.
Note: Scritta sul prompt “neve” dei magici Faràs su COW–T3 #maridichallenge

Introduzione: Incurante di loro e del mondo, la neve continua a cadere.



~ Let it fall


Da quando l'interazione con lupi mannari è diventata una costante nella sua vita, Stiles è abituato a rassegnarsi perfino di fronte alle cose più strane.
È estate e la neve, candida e leggera, ricopre tutta Beacon Hills.
«Non nevica mai, in California» aveva detto suo padre quella mattina, prima di indossare il giaccone ed uscire a controllare che quella patina bianca fosse effettivamente, contro ogni logica possibile, neve.
Stiles aveva sorriso – ricordando che non dovrebbero esserci nemmeno lupi, in California.

«Che cosa sono le Neredi?» chiede Scott, rannicchiato sul divano di casa Hale e Peter alza gli occhi al cielo nel modo che Stiles ha imparato a riconoscere – ma non per questo a trovare meno inquietante –, prima di tornare a far scorrere il mouse sul bestiario.
«Nereidi» lo corregge Lydia. «È una figura femminile della mitologia greca ma secondo il bestiario degli Argent quando si arrabbia riesce a controllare le perturbazioni atmosferiche.»
«Davvero?» chiede Isaac dal suo angolo di fronte alla televisione.
Scott ridacchia e gli pianta una gomitata nel fianco. «Come Tempesta degli X–men!»
Derek si lascia scappare un sospiro alla risata dei due beta mentre Stiles, senza farsi vedere, scivola fuori dalla stanza.

***

Sono passati due anni da quando Scott è stato morso e Stiles è davvero abituato a tutte le stranezze che l'essere il migliore amico di un licantropo comporta.
Sono sopravvissuti ad uno zio impazzito, al kanima ed al suo padrone adolescente ossessionato da Allison e dalla fotografia; hanno sconfitto Gerard, superato quasi indenni la minaccia del branco degli alpha e perfino scacciato un gruppo di fatine isteriche dai boschi della riserva – Stiles le ricorda bene e no, non è stato affatto piacevole.
Ogni minaccia è stata debellata con successo, più o meno, anche se sono finiti in situazioni che definire pericolose sarebbe un eufemismo, e, perfino dopo due anni, Derek continua a minacciare di ucciderlo quando non obbedisce ai suoi ordini – e Stiles non lo biasima ma, davvero, non è nella sua natura aspettare chiuso nella sicurezza della propria stanza mentre i suoi amici rischiano di morire.

Hanno imparato ad essere un branco vero, a contare l'uno sull'altro, a donare fiducia anche a chi non avrebbero mai pensato.
Peter è sempre inquietante, Lydia continua ad essere la più intelligente del gruppo ma Scott non vede Allison da più di tre mesi e sta insegnando ad Isaac come giocare con la X–BOX; Erica ha lo stesso sorriso spaventoso della prima volta che l'ha vista ma Boyd ha smesso di sentirsi invisibile.
Derek, be', Derek continua a sbatterlo contro le pareti ed a intimargli di stare zitto ma Stiles ha scoperto che si crea una piccola fossetta vicino alle sue labbra, le rare volte in cui sorride – ma non ha ancora trovato il coraggio di ammettere a se stesso le capriole in cui si cimenta il suo cuore, quando per sbaglio le loro mani si sfiorano.

Per Scott non è un problema il fatto che, entro la fine dell'estate, dovrà andarsene da Beacon Hills per frequentare il college da lui scelto e Stiles non capisce come faccia a restare così tranquillo.
E' stato Peter a spiegargli che il legame fra i membri del branco è forte abbastanza da tenerli uniti anche nel momento in cui saranno lontani fisicamente. Ha sorriso, un ghigno che brillava nella penombra della stanza, chiedendogli se avesse ripensato alla sua offerta.
«Mio nipote non sarebbe contrario all'idea di darti un morso, sai.»
Stiles aveva ignorato deliberatamente il rossore sulle proprie guance. «Perché mai dovrei prenderlo in considerazione?»
«Perché anche tu te ne andrai» aveva risposto Peter. «E non ti resterà nulla a cui aggrapparti.»
Era uscito dalla stanza senza voltarsi indietro ma, sotto una maschera di impassibilità, Stiles stava tremando.

La consapevolezza del fatto che Peter avesse ragione gli era arrivata insieme alle prime lettere di ammissione al college. Suo padre aveva spedito i test che aveva completato senza nemmeno avvisarlo: tutte le università a cui aveva fatto domanda lo avevano accettato.
Ovviamente, non l'aveva fatto stare meglio.
Suo padre – ancora ignaro di tutte le avventure soprannaturali in cui si era cacciato negli ultimi anni – aveva sorriso contento, l'aveva abbracciato ed ordinato una pizza per festeggiare.
«Ora tocca a te scegliere la migliore» gli aveva detto con una pacca traboccante d'orgoglio sulla sua schiena.
Stiles aveva risposto con una battuta e poi aveva passato la notte a fissare il soffitto, domande sul futuro che gli vorticavano nella testa senza accennare a rallentare.
La scelta migliore, era solo riuscito a pensare, stava sotto le ceneri di una casa bruciata in mezzo alla foresta.
Nemmeno questo l'aveva fatto sentire meglio.

***

In tutto questo, soffici fiocchi di neve cadono sul suo naso.
Non è un pericolo mortale, la neve – Stiles cerca di ignorare la sua coscienza che gli suggerisce che forse la Nereide imbronciata che la sta controllando lo è, invece – e nemmeno la cosa più strana che abbia mai visto, eppure lui non riesce a smettere di osservarla.
Inizia a tremare, seduto sul portico con soltanto una felpa addosso, ma il bosco coperto di bianco attira il suo sguardo come nient'altro, prima di allora.
Si accorge della presenza di Derek dietro di lui solo quando una coperta viene lentamente posata sulle sue spalle.
Vorrebbe dire qualcosa, chiedere se Lydia ha già trovato una soluzione, se Erica e Boyd hanno già iniziato a pomiciare o anche solo parlare del tempo – piuttosto strano, no? – perché troppi giorni sono passati dall'ultima volta che lui e Derek sono stati soli: allora le lettere di ammissione dei college a cui aveva fatto domanda erano aperte sulla sua scrivani ed il silenzio era calato fra di loro così come gli occhi di entrambi, troppo impegnati a guardare il pavimento per poter sollevare lo sguardo. L'unico rumore, dopo una manciata di terribili secondi, era stato provocato dalle ante della finestra, quando Derek se n'era andato.
Quindi si, Stiles vorrebbe riempire l'aria fredda con parole inutili ma poi Derek si siede accanto a lui, poggia la testa sulla sua spalla, guardando l'orizzonte davanti a loro, e Stiles chiude la bocca.

Quasi si aspetta che tutto quello sparisca, evapori insieme al bianco prato sotto i suoi piedi – perché è questo ciò che succede, nella sua vita colma di stranezze e dubbi troppo grandi perché possano essere risolti. Derek si alzerà velocemente, sulla sua spalla solo il calore della sua presenza destinato a disperdersi a contatto con l'aria, tornerà in cucina e lui sarà solo, perso in oceano quieto di grigio dolore, ogni certezza lavata via dal tempo.
Ma niente di tutto questo succede.

Incurante di loro e del mondo, le neve continua a cadere.


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