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Autore: mynny    24/02/2013    1 recensioni
La pioggia scorreva incessante su Venezia, coprendo di uno strato di nebbia l’aria scura, tutta la città taceva, si sentiva solo in lontananza, l’eco della processione in onore del Doge, tenuta in piazza San Marco, dove gli schiavi della colonia di Candia, avevano appena finito di ricoprire il terreno con la famosa pietra d’Istria.
Nel silenzio riecheggiava solo un rumore di passi, due paia di piedi che correvano all’unisono, veloci e silenziosi, come ladri che si celano nell’ombra.
Poi, un rumore. Di colpo,un rumore assordante,come di ferraglia,inseguiva le due ombre e grida di rabbia riempivano l’aria.
Poi,silenzio.
La corsa frenetica si arrestò, e un urlo squarciò l’aria.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 La pioggia scorreva incessante su Venezia, coprendo di uno strato di nebbia l’aria scura, tutta la città taceva, si sentiva solo in lontananza, l’eco della processione in onore del Doge, tenuta in piazza San Marco, dove gli schiavi della colonia di Candia, avevano appena finito di ricoprire il terreno con la famosa pietra d’Istria.
Nel  silenzio riecheggiava solo un rumore di passi, due paia di piedi che correvano all’unisono, veloci e silenziosi, come ladri che si celano nell’ombra.
Poi, un rumore. Di colpo,un rumore assordante,come di ferraglia,inseguiva le due ombre e grida di rabbia riempivano l’aria.
Poi,silenzio.
La corsa frenetica si arrestò, e un urlo squarciò l’aria.
 
 
Stava per svenire, se solo ripensava a cosa aveva fatto gli si gelava il sangue, avevano tentato il tutto per tutto fuggendo dalla processione e ora correvano a perdi fiato tra le viuzze di Venezia inseguiti dalle guardie.
La paura e la gioia si mescolavano creando un turbinio di emozioni, la pioggia gli bagnava il viso e il cuore batteva cosi forte che sembrava stesse per scoppiare, l’unica cosa che lo manteneva lucido era il battito dei piedi del compagno che risuonavano sull’asfalto bagnato proprio dietro di lui, scandendo il tempo come un orologio accelerato.
Tap, tap, tap, un rumore ritmico e frenetico che riusciva a calmarlo e a rallentare la corsa frenetica del suo cuore,era la sicurezza di non essere solo e la speranza di poter arrivare fino in fondo a quella pazzia.
I due schiavi continuarono a correre fino ai pressi di un ponte, si calarono dalla sponda fino a raggiungere il sotto-passaggio e li si fermarono mentre i loro inseguitori proseguivano dritto imprecando.
I due si guardarono negli occhi e sorrisero per lo scampato pericolo, ma sapevano entrambi che non potevano restare sotto quel ponte e che dovevano rimettersi in marcia.
Iniziarono a strisciare contro la parete del ponte e la riva del canale,fino a giungere a una scaletta che percorsero il più veloce possibile raggiungendo la strada, si presero per mano e continuarono a correre acquattandosi contro i muri delle case, cercando di confondersi nella notte.
In lontananza si sentiva ancora il rumore di ferraglia delle guardie che li inseguivano e le loro imprecazioni risuonavano forti nell’oscurità.
Poi uno sparo attraversò l’aria e i due ragazzi si fermarono di colpo.
Il resto successe così in fretta…
Si voltò verso il compagno che era caduto in ginocchio e lo vide accasciarsi al suolo, subito si abbassò per guardarlo, lo avevano colpito alla schiena e il proiettile era arrivato ad un soffio dal cuore. Il sangue scorreva copioso mescolandosi con il rosso della sua casacca, creando una macchia scura che piano, piano si allargava invadendo il suo petto.
Serrò gli occhi che si stavano riempiendo di lacrime senza riuscire a incrociare il suo sguardo, lo teneva fisso sul suo petto che si alzava e si abbassava velocemente.
Non poteva perderlo.
Lui gli prese il mento tra le dita e gli alzò la testa guardandolo negli occhi, nel suo sguardo non vi era ombra di paura, solo amore.
Avvicinò il viso al sua, colmando la distanza che li separava e lo coinvolse in un bacio dolce e caldo.
Tutto si fermò.
Le guardie erano un ricordo lontano, esistevano solo loro due, per quel momento infinito, ma così breve da far male.
Quando si separarono lo guardò fisso negl’occhi, gli sorrise,per infondergli coraggio e con le ultime forze rimaste sillabò una sola parola : “fuggi”, poi i suoi occhi si spensero.
Un urlo disperato squarciò l’aria,  mentre il rumore di ferraglia diventava sempre più assordante.
Strinse per l’ultima volta la mano fredda del compagno e incominciò a correre come non aveva mai fatto, ora l’unica cosa a cui poteva aggrapparsi era la disperazione, le lacrime gli rigavano il volto e si univano alla pioggia che continuava a battere incessante sul suo capo, crudele e insensibile.
Varcò le porte della città,senza voltarsi indietro, e corse fino a non poterne più, fino a che non cadde sulle ginocchia scoppiando in un pianto disperato, con una sola certezza…
Era solo.  
 
  
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