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Autore: Fruitvodka    24/02/2013    1 recensioni
Un sorriso che le cambio la vita. Un sorriso che la salvò da se stessa.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era lì, seduta sull'erba, con la schiena poggiata ad un albero. Nel punto più isolato del Sant James Park. Londra. Quella città era parte di lei. L'amava sicuramente più di se stessa, non che ci volesse molto, in fondo...lei si odiava.
A partire da quegli sciatti capelli castani, lisci e senza vita fino alla sua carnagione diafana e ai suoi occhi di un anonimo marrone chiaro.
Odiava le sue gambe non magre. Il suo ventre, per niente piatto. La sua altezza, che la mettere in soggezione. La sua altezza, che inevitabilmente richiamava l'attenzione di tutti.
 Attenzione a cui sfuggiva il più possibile, attenzione che non voleva. 
Eccola lì, con le cuffie del cellulare nelle orecchie ad ascoltare "girl on fire" di Alicia Keys.
Stava pensando alla sua vita, al dolore che inconsciamente le veniva inflitto dal mondo intero. Dalle attenzioni che non voleva. Dai commenti poco carini che sentiva alle sue spalle. Da quella maledette bilancia, che nonostante i suoi sforzi, continuava a segnare lo stesso fottuto peso.
Aveva la nausea. Si faceva schifo. Mangiava e poi...non riusciva a far altro che provare ribrezzo per se stessa per aver toccato quel cibo, che le poteva solo fare male.
Aveva provato persino...una volta, in un momento di debolezza a vomitare, ma con scarso risultato.
Si odiava. Perché non riusciva a dimagrire.
Tutti le dicevano di farlo, l'ortopedico, la dietologa, parenti, a volte gli amici.
Adesso basta. Non avrebbe più toccato cibo. Lo doveva a se stessa. 
Non voleva più essere quella "grassa". Ora basta !, si era detta. 
E, questa volta era più che determinata a mantenere la sua promessa.
Questa volta si sarebbe risollevata. Si sarebbe allontanata da quel nemico, che la vinceva sempre, fin da piccola. Sta volta avrebbe vinto lei.
Doveva però tenere le sue intenzioni nascoste a Nicole, Sophia, ai suoi genitori.
Non avrebbero capito. 
Non si capacitava del fatto che i suoi occhi, fossero così asciutti. Non aveva mai pianto, mai. Eccezion fatta per quella volta. Quella volta che si era aperta con i suoi genitori. Alla fine aveva pianto tutto il pomeriggio abbracciata alla madre ed al padre che cercavano di rassicurarla.
Quella fu la prima e ultima volta che pianse. Non poteva permetterselo, non poteva farli soffrire ancora. Non più. Vederli piangere le aveva prosciugato gli occhi.
"Le persone ti vedono come ti vedi tu, se sorridi e ti senti bella ti vedranno anche gli altri così" 
E lei ci aveva provato, sorrideva sempre. Tutti sorrisi sinceri, perché non sapeva mentire, non era brava a fingere. Non era servito a nulla. 
Ormai si era stancata persino di sorridere
Sentì una lacrima solcare solitaria la sua guancia destra. Si meravigliava da sola di essere riuscita a cacciare almeno una lacrima. Così, avava deciso di non asciugarla, probabilmente sarebbe stata l'ultima a cui avrebbe permesso di uscire. 
Il tempo era completamente opposto al suo umore. Un sole sorridente torreggiava al centro del cielo chiaro e una leggera brezza primaverile rinfrescava i bambini che erano ancora nel parco a giocare, nonostante fosse mezzo giorno inoltrato.
Un pallone le arrivò vicino alla caviglia. Fece per prenderò e lanciarlo via, ma quando le sue mani toccarono il pallone, sfiorarono le mani di qualcun altro.
Alzò il viso, giusto per curiosità. Era curiosa di sapere a chi appartenessero quelle mani, così morbide.
Incontrò gli occhi verdi di un ragazzo dai capelli scompigliati, che forse sarebbero dovuti essere ricci, ma in realtà non avevano una forma vera e propria. Il ragazzo la fisso senza proferire parola.
Lei si riappoggiò al tronco dell'albero, si aspettava che il ragazzo andasse via e la lasciasse ai suoi pensieri. Ma, accadde in un secondo, non se ne accorse quasi, il giovane si sporse verso di lei è le asciugò la lacrima. 
Senza smettere di sorridere nemmeno per un istante le spiegò il suo gesto.
"Nessuna ragazza merita di piangere, specialmente una bella come te."
Quelle parole non l'avevano consolata per niente. In molti le avevano detto di essere bella, e poi erano andati subito dopo dietro a ragazze magre e belle abbandonandola. Preferiva la verità a quelle parole che erano solo bugie.
Non gli rispose semplicemente, si alzò per andarsene in un posto dove avrebbe ritrovato la tranquillità perduta.
Le fu impedito di scappare da una mano stretta sulla sua spalla cha la costrinse a voltarsi per ritrovar si stretta nella dolce morsa dello pseudo riccio.
Non si decideva a lasciarla. E lei si trovava bene tra quelle braccia. 
"Chi sei?" Gli aveva chiesto allora lei, con la faccia ancora poggiata al suo petto. Posizione che le permetteva di sentire il suo battito e il suo respiro caldo che la cullavano dolcemente.
"Da oggi, sarò la tua ombra" le aveva risposto lui più determinato che mai a non lasciarla andare. Lei l'aveva colpito come un raggio di sole nella tempesta, come ti colpisce un pallone in pieno viso. Aveva sentito un qualcosa allo stomaco appena l'aveva vista e il cuore aveva perso un battito non appena l'aveva sfiorata. Sarebbe stato la sua ombra. Doveva proteggerla. 
"Seriamente, chi sei ?" Gli aveva risposto lei. Stupefatta dalla precedente risposta.
"Sarò chiunque tu vorrai che io sia. Voglio solo...solo starti vicino. Non...non andare, restiamo così. Un altro po' . Mi piace...stringerti. Sono Harry."
"Cris" 
"È un piacere Cris."
"Il piacere è tutto mio" aveva risposto lei con una naturalezza che non la caratterizzava affatto, timida com'era.
"Vieni con me. Restiamo insieme. Non voglio lasciarti sola" 
"Non...non importa. Sto bene."aveva detto lei esitante. Non voleva la pietà di nessuno, tanto meno la sua.
Lui scosse la testa, e quando alzò il viso le sorrise.
"Non capisci, io ora senza di te non me ne vado, perché non riuscirei a far altro che pensarti e maledirmi per non averti portato con me. Ho bisogno che tu venga con me. Ne dipende la mia salute mentale. Impazzirei senza te." 
Le sorrise  ancora. Quel sorriso. Quel meraviglioso sorriso la salvò da quella solitudine a cui si era condannata da sola. La salvo da quella tristezza, la salvo da se stessa. Perché a lui non importava della taglia dei suoi jeans, della sua altezza, che però quasi era oscurata da quella di lui. Non gli importava che non fosse perfetta. Che i suoi capelli fossero lisci, anzi li amava. Non gli importava che la sua carnagione fosse così chiara, lui l'adorava, perché ad ogni bacio, poteva lasciare il suo marchio su quella carnagione bianchissima.
A lui non interessava che i suoi occhi fossero castani. Lui ci si perdeva ogni qual volta li guardava.
Non gli importava che le sue gambe non fossero perfettamente magre, gli piacevano così, facevano parte di lei.
Lui aveva imparato ad amarla  per quella che era, non per il suo aspetto esteriore, che in ogni caso trovava bello in modo disarmante.
E lei, lei lo aveva amato sin dal primo momento in cui si erano sfiorati nel parco.
Ora gli anni erano passati, erano anziani e raccontavano questa storia ai loro nipoti. Il loro amore era continuato. Aveva superato tutto ed era diventato indissolubile.
"Non è bello ciò che è bello ma ciò che piace"
"Ci sarà sempre una ragazza più bella di te, devi solo trovare l'uomo a cui non importa, solo allora sarà amore"
Non potevano esserci frasi più vere di quelle.
Lei era riuscita a trovare quell'uomo.
Lei sei tu. 
Lei sono io.
Lei potrebbe essere qualunque ragazza.
Lei, lei merita l'amore e lei lo troverà, perché l'amore delle favole esiste. Non ci si può aspettare di piacere a tutti, basta piacere alla persona giusta. Quella che ti fa innamorare con ogni sorriso, con ogni bacio. Quella che ti ama. Inutile andare dietro a qualcuno che non ti ama. Vuol dire che non ti merita.

 

Salve. Questa è la mia prima One-shot, spero che vi piaccia e che lasciate una recensione. Ringrazio in anticipi tutti quelli che leggono. Grazie. Marty.xx

 

 

  
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