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Autore: VeraNora    24/02/2013    3 recensioni
Sono un'appassionata di The Vampire Diaries, una devota fan di Damon ed ultimamente una sostenitrice del Delena. A me piace leggere più che scrivere però non mi nego il diletto. In questa storia voglio mostrare quello che penso sia avvenuto off screen, tutti quei momenti che non ci sono mai stati mostrati ma che abbiamo immaginato tutti, in un modo o nell'altro. Questo è quello che ho immaginato io, questo è quello che ho 'visto' nella mia testa.
Genere: Fluff, Romantico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert | Coppie: Damon/Elena
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Dopo la notte passata finalmente insieme Damon ed Elena si preparano in silenzio a partire per chissà dove alla ricerca della cura. Damon non si fidava di Shane, ma era l’unico a sapere dove andare, lo sceriffo Forbes lo aveva rilasciato per farlo partire con loro.
Li avrebbe condotti su un’isola, aveva detto. Elena cercava di non pensarci troppo, ma l’agitazione era tanta. La possibilità di tornare ad essere umana, la possibilità di avere la sua vita indietro, mentre pensava a queste cose qualcuno bussò alla porta della camera di Damon
«Hey… siete pronti? Gli altri ci aspettano di sotto»
Disse Jeremy con gli occhi ancora pesanti di sonno, Damon annuì e scesero.
Nel salotto di casa Salvatore c’erano quasi tutti: Stefan, Rebekah, Bonnie e Shane
«Sarà meglio che tu non ci abbia presi in giro professore, o potrebbe essere stato il tuo ultimo scherzo»
Disse Damon avvicinandosi
«Ancora minacce… vedo che certe cose non cambiano, una certezza!»
Rispose spiritato Shane
«Hai detto bene, una certezza… come le tasse e la morte… almeno per voi miseri mortali»
Rispose Damon, pentendosi subito di aver pronunciato quelle parole, in fondo tutti stavano andando alla ricerca di una cura all’immortalità, anche lui. Qualcosa nello strano sorriso di Shane lo inquietò, come se avesse appena scoperto un punto debole, ma la sua preoccupazione era Elena, si voltò a cercarla per vedere come aveva reagito lei, ma la ragazza era distratta a parlare con Bonnie e Jeremy. Si sentì sollevato.
Il gruppo partì, la direzione era un’isola della Nuova Scotia, l’avrebbero raggiunta sui gommoni. Stefan, Rebekah, Bonnie e Jeremy salirono sul primo gommone, Shane, Elena e Damon sull’altro
«Sarà il caso di fare un viaggio soli con lui?»
Chiese Elena al vampiro
«Tieni vicini gli amici ed ancor più vicino i nemici, giusto?»
Rispose lui
«Adesso Shane è un nostro nemico?»
Ribatté lei
«Elena, non mi fido di lui, lo voglio solo tenere sotto controllo»
E le accarezzò il viso sorridendo, cercando di nascondere dei pensieri oscuri.
Elena si spinse la guancia sulla mano di Damon quasi a voler imprimere la sensazione del suo tocco sulla pelle. Dal momento in cui la cura era diventata una possibilità iniziò a covare il timore che Damon non la volesse. Fremeva dalla voglia di chiederglielo, ma temeva si sarebbe chiuso a riccio e lei non voleva fargli pressione alcuna. Aveva ormai capito che la paura del vampiro era che, una volta tornata umana, i suoi sentimenti per lui sarebbero cambiati. Lei era certa che questo non sarebbe accaduto, ma se gli avesse chiesto di prendere la cura, lui avrebbe potuto prendere anche quella richiesta come qualcosa dettata dal sire bond. Notò nello sguardo di Damon qualcosa e si incupì, lui, accorgendosene, accantonò i suoi problemi e cercò di apparire sereno.
Salirono sui gommoni e partirono. Shane si posizionò alla guida, mentre Damon si sedette in fondo, Elena si posizionò tra le sue gambe, poggiando la testa sul ginocchio destro del vampiro. A lui venne istintivo accarezzarle i capelli e lei chiuse gli occhi godendosi quel contatto tanto agognato.
Ma Damon tornò ai suoi pensieri oscuri e ringraziò il cielo che Elena non potesse osservargli il volto: una maschera di tensione e sospetto.
Cosa diavolo stai combinando?”
la solita voce, fastidiosa e troppe volte profetica
in che guaio ti stai cacciando? Non la senti la puzza di bruciato? Una cura! Una cura per cosa? E tu la prenderai? Se dovesse davvero esistere, la prenderai o aspetterai di sapere se la tua ragazza ti ama davvero? Avanti, amico, pensaci bene! Lo sai benissimo che non avrai niente. Lei tornerà umana, si renderà conto di quel che ha fatto e tu resterai per l’eternità l’illuso numero uno! In che guaio ti sei cacciato?”
Damon era logorato da quella voce, quando un’altra, più rara, si mise a fare da contrappunto
Smettila! La cura è per lei! Lui la ama, e lei vuole tornare umana!
Vuole? Davvero? Glielo ha mai chiesto o si è solo incaponito a spezzare il sire bond?
Cosa c’entra il sire bond adesso? Non è solo quello
Andiamo! Non prendetevi in giro! È solo quello! Non può vivere senza sapere se quell’amore è reale o solo una bugia dettata dal suo sangue nelle sue vene, non può morire macerato da questo dubbio!”
Ed anche fosse? Quale sarebbe il problema? Se anche lui volesse sapere solo la verità, non se la merita?”
Ah! Questa è bella! Meritarsi la verità? Lui non merita niente, lo sa, men che meno la verità
Cosa ne sai tu di quel che merita lui?
Ne so abbastanza per dire che per uno che ha passato metà della sua esistenza a fingersi qualcuno che non è, agendo di conseguenza pur di mantenere la facciata, non si merita nessuna verità
Damon stava impazzendo. Tutti quei pensieri che gli vorticavano in testa, tutte quelle voci che bisticciavano tra di loro, avrebbe voluto mettere tutto a tacere, e basta, poi Elena sollevò la testo e si girò a guardarlo, lui se ne accorse appena in tempo e cercò di assumere un’espressione normale, lei gli sorrise
«Va tutto bene?»
Gli chiese, Damon annuì
«Lo sai che non mi piace l’acqua»
Rispose lui
«E nemmeno il nostro capitano…»
Aggiunse. Elena guardò Shane, poi si sollevò piano e si sedette accanto a Damon prendendogli la mano e poggiando la testa sulla sua spalla
«È la nostra sola possibilità di arrivare a quella cura, poi lo consegneremo alla polizia, ci libereremo di lui… per ora ne abbiamo bisogno »
«Lo so, lo so… ma comunque lo terrò d’occhio»
Disse lui
«Sei preoccupato?»
«Per cosa in particolare?»
Elena scrollò le spalle
«In generale»
«Io sono sempre preoccupato, Elena… è quando non lo sono che succedono i peggiori casini»
Disse lui cercando, per la seconda volta in una sola mattinata, di rimangiarsi le ultime parole, ma la ragazza non sembrò impensierirsi, anzi, sorrise
«Non puoi avere sempre tutto sotto controllo, Damon… a volte le cose succedono e basta»
Damon le strinse la mano ed accostò la sua testa a quella di lei, appoggiata alla sua spalla
«E tu? Sei preoccupata?»
Elena ci pensò su un attimo e poi disse
«Sono terrorizzata, infastidita, ansiosa… ma non preoccupata…»
«Suppongo il fastidio sia dovuto ad una sventola bionda che viaggia sull’altro gommone, eh?»
Disse Damon scherzosamente, Elena sbuffò
«Non riesco ancora a credere che sia qui…»
«Hey…»
La interruppe lui
«Ricorda, siamo un team. Dobbiamo restare uniti, almeno finché non troviamo la cura, dopo, come io mi libererò di quel pazzo tu non dovrai più preoccuparti di lei»
Elena annuì e gli lasciò la mano per aggrapparsi al suo braccio, poi sospirò
«Manca poco!»
Urlò Shane senza girarsi, ed Elena inghiottì la domanda che stava per fare a Damon.
Pochi minuti dopo il professore spense il motore e si prepararono a sbarcare.
L’ora della verità si avvicinava.
   
 
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