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Autore: TwitchAndSpaz    10/09/2007    11 recensioni
Gli occhi di Neji Hyuuga non possono non notare le sottigliezze. O almeno, questo è quello che pensa Tenten. Una lunga, intensa one-shot dedicata a tutti i fan del Team Gai e della coppia NejixTen. Tradotta da Lyla.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Neji Hyuuga, Rock Lee, Tenten
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Naruto non mi appartiene…

Disclaimer: Naruto non mi appartiene…

Avvertimento: Un sacco di melassa e un po’ di Crack.

 

Brown Drug

Tradotta da Lyla per EFP

Link storia originale: http://www.fanfiction.net/s/3592884/1/Brown_Drug

 

Dov’è Tenten?, pensai irritato, aggrottando le sopracciglia mentre ero in attesa con il resto del Team Gai nei nostri soliti campi d’allenamento. Erano le dodici passate, ormai. Non era da Tenten essere in ritardo – infatti, non era mai stata in ritardo per un appuntamento in tutta la sua vita.

Perchè adesso sì?, mi chiesi, avvertendo una fitta di preoccupazione.

Forse dovevo andare a casa sua per vedere se c’era qualche problema…per non parlare del fatto che Tenten era la mia compagna di squadra…

"Gai-sensei! Neji-kun! Guardate, c’è la nostra Tenten!" gridò Lee con voce meravigliata e insieme intimorita.

Voltandomi, avvertii un pizzico di sollievo – allora sta bene – che si trasformò velocemente in stupore e in un confuso stordimento.

Quella è…che diavolo…?

Battei le palpebre, senza nemmeno riconoscere la mia compagna di squadra.

Tenten…?

Quella non è Tenten.

Mi rivolse un sorriso.

"Ciao a tutti, scusate per il ritardo!"

I miei occhi bianchi scivolarono verso il basso: vidi che i suoi soliti calzari ninja le adornavano i piedi, quindi il mio sguardo si posò su un paio di gambe nude, sulle quali una gonna corta verde scuro arrivava a metà coscia.

Potevo intravedere, al di sotto di essa, degli shorts neri e minuscoli. Infine, portava un top bianco in stile cinese e i capelli raccolti nelle due solite crocchie.

Guardai velocemente altrove.

All’improvviso, avevo caldo.

Non è assolutamente Tenten.

Cos’era successo ai suoi vecchi vestiti?

Non che importi qualcosa…

Ovviamente no.

"Tenten!" gridò Gai sorpreso, muovendosi in avanti e afferrandole la mano. I suoi occhi scintillavano di una gioia estrema. "Sono così orgoglioso nel vedere che sei sbocciata nel culmine della tua giovinezza! Sapevo che un glorioso giorno sarebbe successo e - ,"

Tenten si liberò bruscamente dalla stretta dell’esagerato sensei, il sorriso distorto.

"Grazie, Gai-sensei," lo interruppe, gli occhi castani che si restringevano pericolosamente sul jonin.

"Ma Tenten! Perchè - ," cominciò Lee, ma smise di parlare quando il suo sguardo si fissò su di lui.

"Avevo solo bisogno di un cambiamento, tutto qui," disse Tenten, facendo leggermente spallucce. "Ora andiamo ad allenarci, o cosa?"

"Bè, ti stavamo aspettando," dissi, fissandola inespressivo.

Tenten si voltò verso di me e mi abbagliò con un sorriso smagliante.

"Allora andiamo ad allenarci, ne?"

Corrugando la fronte, annuii lentamente.

Mi ci sarebbe voluto un po’, per abituarmici.

 

 

Le sessioni di allenamento erano una specie di tradizione, per il Team Gai.

Ogni lunedì, se nessuno era in missione, il Team Gai si ritrovava nei nostri vecchi campi di allenamento. Era soprattutto Tenten a chiedere un incontro ogni settimana, dal momento che eravamo tutti così occupati, in quei giorni.

Anche se è colpa mia, pensai.

Dovevo partecipare a missioni ANBU ogni settimana. Essendo un nuovo capitano, ero irremovimibile sulla mia decisione di essere assegnato a tutte le missioni di grado S per accertare la mia posizione.

Anche se avevo solo diciassette anni, ero senza dubbio capace di mantenere quel lavoro. Volevo provarlo.

Finito di allenarci, come sempre, Tenten afferrò la mano di Lee e la mia per trascinarci a mangiare da qualche parte. Avendoci fatto l’abitudine, non mi ribellai e le lasciai tenere la mia mano.

A Tenten piacciono questi piccoli gesti tra compagni di squadra, e Lee e io non ci siamo mai lamentati.

"Andiamo a mangiare ramen!" proclamò Lee con gioia.

Io sbuffai, "Vuoi andarci solo perchè hai sentito che il Team 7 è appena tornato a Konoha."

I suoi occhi neri si posarono imploranti su di me dal fianco di Tenten.

"Ti prego, Neji-kun! Non vedo Sakura-san da secoli! Se abbandono un fiore per troppo tempo, potrebbe dimenticarsi - ,"

"Non credo che ti dimenticherà mai, Lee," disse Tenten in parte seria, in parte scherzando.

"Davvero? Allora dobbiamo andare ad assicurarci che stia bene dopo la missione!" gridò Lee, scagliando un pugno in aria.

Si è inventato un’altra scusa. Feci roteare gli occhi. Quando capirà che Sakura sta frequentando l’Uchiha?

Era ovvio, con la strana tensione nell’aria quando si ritrovavano insieme. Anche se l’Uchiha era tornato al vilaggio solo da pochi mesi, sembrava che ci fosse sotto qualcosa, tra i due. Era solo Lee a non rendersene conto.

"Va bene, Lee. Andiamo," rispose Tenten tranquilla mentre Lee cominciava a trascinarci rapidamente per la strada principale di Konoha.

Infastidito, ero sul punto di fare un commento quando la mia attenzione fu distolta da morbide dita che si strofinavano contro le mie.

Abbassando gli occhi sulle nostre mani che si stringevano, notai che Tenten aveva allacciato le nostre dita, e me le stringeva piano.

Il mio cuore batteva in modo strano, mentre fissavo Tenten con sguardo confuso, la mia stretta che si indeboliva per un istante. Feci finta di non notare come la sua piccola mano trovasse perfettamente posto nella mia…

Ha la pelle davvero liscia, per essere una maestra d’armi…

Scacciai quel pensiero con la stessa rapidità con la quale era venuto.

Sono il suo compagno di squadra, quello che ha il comando.

Non è giusto.

In missione non è necessario distrarsi, e per giunta se si è membri della stessa quadra da anni; spesso ci mandano in missione insieme a causa del passato. Lavoriamo bene insieme, non devo distruggere tutto questo con complicazioni non necessarie.

Tenten mi rivolse un altro sorriso che mi fece rinforzare nuovamente la stretta.

Ma devo ammetterlo, è davvero una distrazione coi fiocchi…

 

 

Ecco il motivo per cui odio viaggiare nella Nebbia.

Alzai gli occhi verso il cielo grigio scuro, osservandolo mentre pesanti gocce di pioggia precipitavano giù verso di noi. Stando a quanto mi diceva l’istinto, il cattivo tempo sarebbe durato per almeno altri tre giorni. Che fortuna…

Al Team Gai era stata assegnata una missione di routine – catturare un criminale che era sfuggito ad un’unità ANBU tre settimane prima, e riportarlo indietro per interrogarlo sulla Nebbia. La parte difficile era il fatto che l’uomo era un esperto, nell’evitare la cattura. Quindi naturalmnte era stato affidato a noi.

Avevamo appena completato la missione e consegnato il criminale ai funzionari che ci aspettavano con il premio per la cattura, e adesso avevamo intrapreso il lungo viaggio di ritorno a Konoha. Sospirando, sentii i miei vestiti inzuppati aderirmi scomodamente al corpo. Lanciando un’occhiata ai miei compagni di squadra, stabilii che per quanto riguardava i vestiti, loro erano messi molto peggio.

Gai camminava davanti con Lee al suo fianco. Dopo averli guardati per un solo secondo, dovetti distogliere gli occhi e sforzarmi di non ridere.

E io che credevo che i MIEI vestiti fossero diventati un tutt’uno con il mio corpo…

Le tute verdi sembravano avere la tendenza a restringersi su certe parti che mi facevano desiderare di non essere dietro i due cloni…

Ugh.

Voltando la testa, concentrai la mia vista su Tenten, e guardai velocemente altrove anche stavolta, per tante diverse ragioni nello stesso tempo. Tenendo gli occhi fissi sul terreno, controllai l’impulso di voltarmi a guardarla di nuovo. Tenten non avrebbe dovuto indossare il top bianco in stile cinese, oggi. Rendeva tutto notevolmente più visibile.

All’improvviso, vidi almeno quindici kunai che si dirigevano rapidamente nella nostra direzione da tre chilometri alle nostre spalle. Avvertendo tutti dell’imminente attacco, mi preparai a mia volta attivando la mia abilità innata, saltando sull’albero che ci sovrastava e sul quale atterrarono i ninja che ci avevano lanciato addosso le armi.

Stringendo gli occhi sui tre ninja nemici, vestiti di nero con l’inequivocabile segno dei ninja traditori sul coprifronte, riuscii a sentire i suoni dei miei compagni che combattevano a loro volta dietro di me, tenendo d’occhio anche loro. Affrontando i miei avversari, resi inutili tutti i punti del chakra del primo ninja, e mi mossi verso il secondo, che riconobbe la mia posizione.

"Hyuuga," sputò malignamente, "conosco la tua specie…"

"Allora perchè sei ancora qui?" chiesi freddamente.

I suoi occhi neri brillarono d’ira mentre il ninja si muoveva velocemente sguainando la spada sulle sue spalle, facendo un affondo verso di me. Prevedendo il suo attacco, evitai il colpo, raggiungendo con sicurezza il suo punto cieco e sopprimendo il chakra del ninja. Dopo averlo colpito con un potente calcio alla tempia, sentii uno sgradevole ‘crack’ mentre il ninja precipitava dal ramo e raggiungeva il terreno, diciotto metri più in basso.

Dopo aver finito l’ultimo rimasto, saltai giù a mia volta, esaminando la situazione. C’era un mucchio di corpi disseminati qua e là, con Tenten in piedi al suo centro. Si voltò con un sorrisetto.

"Ho chiesto a uno di quelli che ho combattuto. Speravano che non avessimo già consegnato il loro amico," disse, facendo spallucce.

"Lenti e deboli," dissi in tono di derisione.

"Dove sono Lee e Gai?" chiesi, dal momento che non potevo vederli nemmeno con il byakugan.

"Sono corsi dietro al ninja che ha cercato di fuggire…" sospirò rigirandosi un kunai in mano. "Si eccitano sempre troppo. Spero che tornino indietro, così cerchiamo un posto dove passare la notte. Questa pioggia non accenna a smettere."

Con una smorfia leggera, guardai in alto verso il cielo grigio e le gocce di pioggia che cadevano pesantemente.

"Ehi, Neji," mi voltai verso di lei un’altra volta, notando che il suo sorriso sembrava ancora più splendente. "Potresti farmi un favore? Sono stata ferita accidentalmente – sai, kunai deviati…"

Mi avvicinai, osservandola senza scorgere ferite.

"E’ seria?"

Negò facendo un cenno con la mano come ad allontanare la mia domanda, "No, ma abbastanza da richiedere dei punti…lo farei io stessa, se potessi, ma…"

Mi limitai ad annuire, perfettamente consapevole di quanto pericolose potessero diventare delle ferite se non ci si occupava immediatamente di esse. C’erano sempre possibilità di infezioni e così via.

"Certo," dissi con calma.

Mi lanciò un altro brillante sorriso, prendendo del filo dalla sua borsa.

"Lo faremo bastare," disse, passandomi il filo e il kunai con cui stava giocando.

"Dov’è la ferita?" le chiesi, chiedendomi dove potesse trovarsi visto che Tenten non poteva occuparsene da sola.

Con mia grande sorpresa, si girò e…sollevò la gonna.

Che cosa sta-?

Battei le palpebre, la mente vuota per un attimo fino a quando non vidi la linea rosso scuro che le tagliava la coscia, raggiungendo l’inizio degli shorts. La mia gola si seccò in modo spiacevole. Allora era per quello che non poteva raggiungerla…

Doveva per forza trovarsi lì?

Ad un certo punto si chinò leggermente in avanti.

"Neji?" disse in tono interrogativo, come se si stesse chiedendo come mai ci stessi mettendo così tanto.

Dopo aver cercato di guadagnare tempo per alcuni attimi, alla fine mi misi in ginocchio; perfettamente consapevole di trovarmi faccia a faccia con il sedere di Tenten. Strinsi i denti, grato del fatto che Gai e Lee avevano deciso di scomparire.

Se mi avessero visto in quel momento…

Non avrei mai saputo come sarebbe finita.

Concentrai la mia attenzione sul taglio dietro la coscia di Tenten, rendendomi conto che era piuttosto profondo.

C’è bisogno di cucirla, non c’è modo di evitarlo.

Dannazione.

Era lunga al massimo cinque centimetri, ben evidente sulla pelle bianca della gamba.

"Neji?" sentii Tenten dire un’altra volta.

Alzai lo sguardo per vedere un paio di occhi castani e indagatori che brillavano divertiti. Assunsi un’espressione professionale. Era la mia compagna di squadra. Mi stavo occupando della salute di Tenten…e della sua coscia.

Dopo aver frugato nella mia borsa, estrassi una bottiglia d’acqua e un po’ di disinfettante. Anche se stava piovendo, dovevo assicurarmi che la ferita fosse pulita. Con un po’ di esitazione, versai l’acqua e il disinfettante sulla ferita, osservando le gocce che scivolavano lungo la gamba fino alla sua graziosa caviglia. Non mi ero accorto di quanto il mio battito cardiaco fosse aumentato di velocità in modo anormale.

Tenten è ferita.

Quando un compagno di squadra è ferito, bisogna occuparsi della ferita con tutta la propria abilità, anche se è in posto così imbarazzante…

Tornando a guardare la pelle vellutata, allungai le mani che, se osservate attentamente, sembravano tremanti. Cercando di concentrarmi, e perforai il primo lembo di pelle con il filo. Non volendo causare più disagio del necessario, dovetti afferrarle il ginocchio per maggiore equilibrio e precisione. Una parte di me notò come la pelle di Tenten fosse incredibilmente morbida…

Stringendo gli occhi e respingendo quei pensieri ridicoli, continuai ad allacciare la pelle con il filo. Tenten non emise un singolo gemito di dolore o di protesta per tutto il tempo. Ma la cosa non mi sorprese; Tenten era una kunoichi forte, che aveva affrontato molte situazioni difficili senza battere ciglio. Dopo tutto, faceva parte del Team Gai. Bisognava superare tanti avvenimenti strani e dolorosi, per poter sopravvivere.

Quasi meccanicamente, continuai a cucire insieme la pelle fino a quando non mi trovai a un passo dall’aver finito. Rinforzando inconsapevolmente la stretta sul suo ginocchio, mi costrinsi ad alzare gli occhi sul punto in cui terminava il taglio vicino ai suoi shorts neri. Shorts inzuppati dalla pioggia che si attaccavano alla sua pelle…senza lasciare niente all’immaginazione. Mi morsi l’interno della guancia, distogliendo i miei occhi che tutto vedevano con una fitta di risentimento.

Facciamola finita.

Emettendo un sospiro, ripresi il mio lavoro. Anche se io non sono un ninja medico, la cucitura era precisa e pulita. Con perfetto distacco, mi chinai ulteriormente in avanti per ispezionare nuovamente la ferita – nient’altro, quando Tenten mi richiamò ancora una volta.

"Hai quasi finito, Neji?" la domanda suonava innocente.

Borbottai in risposta, infilando l’ago attraverso la pelle fino a quando non raggiunsi la fine. Sentendomi sollevato, tagliai il filo con il kunai e feci un nodo, mettendo insieme la pelle in modo perfetto. Se era il caso, la ferita sarebbe stata ricontrollata dai medici una volta tornati a Konoha. Per ora, comunque, andava bene così. A disagio, rimossi le mani dalla gamba liscia di Tenten.

"Neji-kun! Cosa stai facendo alla nostra povera Tenten?!"

Con un sussulto, mi voltai velocemente per vedere Lee, adorno di un’espressione sconvolta e inorridita, e Gai, che sorrideva maliziosamente e in modo fastidioso. Mi alzai all’istante, rimproverandomi per non averli sentiti arrivare.

Mi ero distratto a quel punto…?

Dannazione.

Gai e Lee mi hanno visto…

Mi immaginai la scena: Tenten china in avanti che si girava verso di me che tenevo gli occhi al livello del suo sedere, che fissavo il suo -

Ma in ogni caso non c’era motivo di essere sulla difensiva. Era solo del trattamento medico…!

Non mi piaceva il modo in cui suonava, specialmente nella mia testa.

"Non ho fatto niente," stabilii freddamente, guardandoli di traverso.

Lee corse verso Tenten a gran velocità, "Che cosa ti ha fatto?" l’autoproclamata bestia verde di Konoha le afferrò il braccio in preda alla preoccupazione.

"Non hai sentito quello che ho appena detto?" ribattei, irritato.

"Uh? Neji non ha…" disse Tenten, inarcando un sopracciglio ben definito. Cercò inutilmente di scrollarsi di dosso il suo compagno di squadra.

"Non preoccuparti, Lee!" disse Gai con voce tonante e assordante. Sollevò il pollice con orgoglio, i denti che brillavano anche sotto la pesante pioggia.

"Il nostro caro Neji ha appena…ha appena…" sembrava quasi che stesse soffocando, gli occhi neri annebbiati. "Ha finalmente raggiunto il culmine della sua giovinezza! E’ sbocciato per la nostra Tenten! Pensavo che questo giorno non sarebbe mai, mai, mai arrivato, ma - ,"

"Smettila! Tenten era ferita, la stavo soltanto aiutando," risposi con rabbia, rifiutandomi di ascoltare il suo zuccheroso, disgustoso discorso.

"Tenten, Neji è sbocciato davvero per te?" chiese Lee, quasi speranzoso.

"Cos…" farfugliò lei in risposta, arrossendo.

"Ho detto di no!"

"Oh? E come l’hai aiutata, Neji?" chiese Gai divertito.

"Gai," dissi minacciosamente.

"Lui mi ha solo…" cominciò Tenten, superando l’imbarazzo, "aiutato con la ferita alla gamba. Non è stato molto difficile. Giusto, Neji?"

Guardai altrove, "Giusto."

Gai rise gioviale, "Forse sono stato un po’ precipitoso nel pensare che Neji fosse sbocciato nel culmine della sua giovinezza. Dovresti ringraziarlo per averti aiutato, Tenten!"

Tenten eseguì l’ordine come un membro veterano del Team Gai. Sorridendo leggermente, s’incamminò verso di me e mi fissò. Riuscivo a scorgere chiaramente la risata nei suoi occhi. Interruppi il suo sguardo pieno di calore per primo, incrociando le braccia.

"Grazie per avermi aiutato, Neji."

"Non c’è di che. Se abbiamo finito con queste sciocchezze, potremmo anche trovare un posto dove passare la notte. Ci ammaleremo tutti, all’aperto sotto la pioggia," dissi in tono autoritario, desiderando ardentemente che questo momento imbarazzante finisse presto e che non se ne parlasse mai più.

"Sono certo che se dovessi ferirmi in quel modo, Neji-kun, aiuteresti anche me!" disse Lee in tono serio, guardandomi e rivolgendomi un sorriso amichevole in attesa di una risposta. Tenten rise a voce alta.

Un’immagine orrida mi apparve nitida nella mente.

Lo fissai.

"Assolutamente no!"

 

 

A conti fatti, ad ammalarsi fu soltanto un membro del Team Gai: Tenten.

Trovammo alloggio in una locanda di terza categoria, dopo aver raggiunto un villaggio a nove chilometri dalla nostra posizione. La nostra fortuna si esaurì presto, comunque, perchè non appena vi arrivammo, Tenten apparve stranamente affaticata.

Il suo viso era di un rosso acceso, e sembrava stremata, nonostante si sforzasse di apparire in ottime condizioni.

Nella nostra stanza c’erano solo due letti, con un bagno adiacente. Gai aveva insistito perchè Tenten riposasse immediatamente su uno di essi, mettendo fine alle sue proteste con sguardo duro e irremovibile. Dopo aver ceduto, si raggomitolò su uno dei due letti e si addormentò velocemente.

"Partiremo domattina presto; la nostra andatura sarà decisa dalle condizioni di Tenten," sussurrò Gai, attento a non svegliarla.

Lee e io ci limitammo ad annuire in risposta. Gai ci lanciò lenzuola e cuscini che afferrammo con facilità.

"Buonanotte, ragazzi! Rivedrò i vostri giovani, luminosi volti domani mattina!"

"Hai intenzione di dormire sul letto?" borbottai.

"Neji-kun! Gai-sensei è il nostro sensei! Semplicemente deve farlo!" rispose Lee incoraggiante.

Non condividevo la sua indulgenza.

Ho appena trascorso un giorno intero all’aperto sotto la pioggia e adesso devo dormire su un pavimento ghiacciato?

Non credevo proprio.

"Gai, dovremmo metterci d’accordo in termini più equi," dissi con un pizzico di malignità nei miei occhi bianchi.

"Ah, Neji, Neji. Questa è una prova per vedere se siete entrambi capaci di sopravvivere in situazioni estreme. Vi ritroverete ad affrontare situazioni molto peggiori di questa in missione…sto solo facendo la mia parte come vostro affezionato sensei nel prepararvi al vostro futuro!"

"Grazie, Gai-sensei!"

"Stronzate."

Ho visto cose ben peggiori di questa, sono un capitano ANBU!

"Lee, istruisci il tuo compagno di squadra sugli esercizi di sopravvivenza e le condizioni che un ninja deve superare! Io mi prenderò il meritato riposo e sarò pronto per il viaggio di domani mattina! Dormite bene, Neji, Lee!"

"Hai, Gai-sensei!" rispose Lee con entusiasmo.

Gai saltò letteralmente sul letto prima che potessi dire qualsiasi altra cosa. Lo fissai minacciosamente, pensando che ora che era stato infettato dalla presenza di Gai non lo volevo più comunque.

Stupido, irritante, mezzo-scemo di un sensei…

Gettai con rabbia il lenzuolo che avevo sul pavimento il più lontano possibile dagli altri e mi sedetti, tirandomi addosso le coperte. Chiusi gli occhi, e grugnii infastidito quando Lee lasciò cadere il suo letto improvvisato proprio accanto al mio.

"Allora Neji," disse bisbigliando con insistenza, "il protocollo dei ninja dice che in queste circostanze bisogna agire così:"

Aprì gli occhi e lo fulminai con lo sguardo, "Stai zitto, Lee."

Serrai le palpebre e cercai per qualche ora di addormentarmi nonostante il russare di Gai e Lee, invano. Mi voltai dall’altra parte, usando la mia vista d’elite per controllare l’unico membro femminile della mia squadra.

Si sente meglio?

Riuscivo a vedere il rossore della febbre sul suo viso altrimenti pallido persino nell’oscurità della stanza.

Comunque insonne, mi alzai dal mio misero letto e mi mossi verso quello di Tenten. Con un breve attimo di esitazione, le tastai la fronte e mi sorpresi nel sentirla così calda.

Sta bruciando, pensai.

Dopo aver raggiunto il bagno, inzuppai un asciugamano di acqua fredda e glielo misi sulla fronte. Aggrottando le sopracciglia, continuai a osservare il suo sonno tormentato.

Fissai il suo volto addormentato per qualche minuto. Notai come le ciocche di capelli castani e ondulati si curvassero intorno al suo viso e quanto fosse bianca la sua pelle paragonata all’oscurità tutt’intorno.

Cos’altro dovrei fare?

Mi chiesi se fosse il caso di svegliare Gai. Ma cosa avrebbe potuto fare, lui?

"Nnn…"

Abbassai lo sguardo proprio quando gli occhi di Tenten stavano cominciando ad aprirsi.

"Neji?" mormorò con calma.

"…Ti senti meglio?" le chiesi, sempre aggrottando le sopracciglia.

"Starò bene entro domattina," rispose, le palpebre abbassate per metà, con evidente stanchezza. "Ti ringrazio di esserti preoccupato per me, Neji."

"Sei la mia compagna di squadra," risposi semplicemente.

Mi fissò in silenzio, quindi, "Lo so." Tenten si spostò in modo da lasciarmi un po’ di spazio nel letto. "Siediti."

Rimasi fermo per qualche attimo, ma alla fine, sotto il suo sguardo irremovibile, mi sedetti. Tenten tirò indietro le coperte e me le lanciò delicatamente in grembo. Chiedendomi a cosa stesse pensando, ricambiai la sua occhiata con evidente stupore mentre lei si limitava a scuotere la testa.

"Tranquillo, Neji."

La guardai battendo le palpebre.

Non essendo in vena di ribattere dopo la giornata seccante che avevo appena avuto il dispiacere di trascorrere, mi sistemai sul letto troppo piccolo per tutti e due, perfettamente consapevole del fatto che la testa di Tenten era vicinissima…

"Cerca di riaddormentarti," dissi a voce bassa, ridotta a poco più di un sussurro.

"’Notte, Neji," rispose in un soffio, gli occhi che le si chiudevano mentre scivolava nel sonno.

Mi sistemai nuovamente, decidendo che sarei rimasto nel caso che le condizioni di Tenten fossero peggiorate ulteriormente. Inoltre, ci sarebbero volute solo altre tre o quattro ore prima che il resto della squadra si svegliasse. Incrociai le braccia e abbassai le mie palpebre pesanti, riuscendo finalmente ad addormentarmi.

 

 

Aprii gli occhi e osservai l’ambiente intorno a me con occhi bianchi e calcolatori.

Per quanto tempo ho dormito? Due, tre ore?

Ero sul punto di sedermi quando avvertii qualcosa di caldo pesarmi sullo stomaco. Trasalendo, guardai in basso per vedere…

Tenten…?

La testa di Tenten mi riposava imperturbabile in grembo, proprio sulla gamba destra.

Com’è potuto…?!

Il suo cuscino era accanto a me, ma come era riuscita a muoversi nel sonno e…? Corrugando la fronte, respinsi l’impulso di muovermi e rimasi perfettamente immobile. Sentii il calore salirmi al volto, ma lo ignorai con determinazione.

Dopo qualche minuto, mi resi conto che Lee e Gai si sarebbero presto svegliati, e odiavo l’idea di farmi ritrovare in una posizione compromettente con Tenten. Battei delicatamente sulla sua spalla, non essendo abituato a un contatto fisico così ravvicinato.

"Tenten?" dissi, mentre i suoi occhi castani si aprivano ancora una volta.

"Eh…?" rispose in modo intelligibile.

"…Sei sul mio stomaco," dichiarai con calma.

I suoi occhi si spalancarono in un baleno, e si sedette così velocemente che le nostre teste quasi si scontrarono. Con un grugnito, si massaggiò la tempia, leggermente imbronciata. Mi alzai dal suo letto, ma le rimasi vicino. Il suo viso era ancora fin troppo pallido per i miei gusti…

"Heh, scusa Neji!" fremette, continuando a massaggiarsi la tempia.

"Come ti senti?" le chiesi.

"Um…" cominciò a disagio.

"Tenten! Come ti senti in questa splendida mattina?!" gridò Gai dal suo letto, sveglio e rumoroso come sempre.

Lo guardai torvo, quando vidi Tenten fremere di nuovo.

"Contieniti, Gai."

"Si sente meglio, il fiore della nostra squadra?" chiese Lee, comparendo ai piedi del letto di Tenten.

"Ehm, sto bene, ragazzi! Davvero! Dovremmo muoverci se vogliamo tornare a casa," tornò allegra, spingendo le gambe fuori dal letto. "Sarò pronta in due minuti…"

Fece per alzarsi in piedi, ma mentre tornava a sedersi, notai che le tremavano le gambe. Rise nervosamente, grattandosi dietro la testa.

"Bè…"

"Non è in grado di camminare", dissi calmo.

"Cosa? Sul serio Neji, sono - ,"

"Sono d’accordo con Neji, Tenten," la interruppe Gai in tono serio.

"Ma…"

"Non c’è problema, Tenten! Ho una cura perfetta per le malattie, l’ho usata nei miei giorni di giovinezza! L’ho creata io stesso! Basteranno solo pochi, semplici ingredienti e non sarai mai stata meglio!" dichiarò Gai nel solito modo teatrale.

"E’ una cosa magnifica, Gai-sensei!" rispose Lee, meravigliato.

"Davvero?" chiese Tenten con scetticismo.

"Sì! Adesso ti faccio riprendere con la cura!"

Cura? Davvero Tenten dovrebbe prendere qualcosa che ha fatto Gai?

Malgrado tutti i miei brutti presentimenti, la guardai mandar giù la sostanza liquida che il nostro ansioso maestro jonin le procurò qualche attimo più tardi.

 

 

Io Gai lo ammazzo.

Guardando di traverso il mio sensei che camminava saggiamente due passi davanti a me, mi caricai Tenten sulla schiena mentre lei rideva sottovoce. Si divertiva a tirare le ciocche dei miei lunghi capelli, e io misi il broncio in preda all’irritazione.

Quando tutto questo sarà finito, Gai è un uomo morto.

"Le ho dato un liquido forte," dice Gai. Da quando Lee ha mostrato la sua propensione alla tecnica dell’ubriaco, si è sempre portato dietro una bottiglia di alcol ‘nel caso che la situazione si facesse difficile’.

Riusciva a malapena a camminare, e sembrava pensare che ogni minima cosa fosse divertente.

Perchè diavolo aveva pensato che l’alcol fosse in grado di curarla?!!

Quindi dice, "Sembra che la nostra intera squadra tolleri l’alcol a malapena…"

Come ha osato includere anche me? Quel bastardo…

Si dimenò sulle mie spalle mentre la riposizionavo ancora una volta dietro di me. Rafforzando la stretta sulle sue cosce, imprecai silenziosamente per il suo cambio di vestiario. Mi costringeva a reggerla per le gambe nude, cosa che mi riportava alla mente l’incidente che era avvenuto solo ieri…

"Oh Neji-kun!" mi irrigidii al suffisso. "I tuoi capelli sono così belli! Come quelli di una bambola!" disse a voce alta, mentre mi voltavo a guardarla negli occhi castani dilatati.

"Cosa le è preso?" chiese Lee confuso, camminando al mio fianco.

Scossi la testa infastidito, "Chiedilo a Gai."

Tenten fece scivolare le dita tra i miei capelli fino a quando non raggiunse la base del mio collo. Mi irrigidii ulteriormente mentre lei strofinava le dita contro la pelle sensibile, ma forzai il mio sguardo in avanti.

Non guardarla. Non guardarla e basta.

In quel modo sarebbe stato più facile ignorare quel gesto – e quello che faceva in generale.

"Così morbidi e lucenti…" disse sognante.

"Tenten, vuoi che ti porti io, adesso?" le chiese Lee, felice di poter essere d’aiuto.

Lei si voltò a guardarlo con occhi velati di lacrime.

"Lee…i tuoi capelli…non sono belli."

Ferito, la bocca spalancata di fronte all’ubriaca Tenten, gli lanciai un’occhiata, "Porterò io Tenten per il resto del viaggio."

‘Hai," mormorò Lee con espressione abbattuta prima di andare a raggiungere Gai di corsa.

"Neji…siamo soli!" mi sussurrò lei con gioia nell’orecchio, e rimasi impalato al mio posto. Le sue gambe mi si strinsero ancora di più attorno alla vita. Lasciò uscire un’altra risatina, come se si stesse divertendo molto.

Ma quanto l’aveva fatta bere, Gai?!

"Tenten!" dissi in tono che speravo suonasse di comando.

"Neji…?" sussurrò giocosa ancora una volta nel mio orecchio. Rabbrividii in risposta. Non riuscivo a impedirmi di notare come ogni curva di aderisse con forza alla mia schiena…

"Neji! Se non ti muovi resterai indietro!" gridò Gai da lontano.

Continuai a camminare, mentre Tenten emetteva un singhiozzo che mi riscaldava la parte posteriore del collo.

"Neji non ascolta mai Tenten," dichiarò con voce triste e rassegnata.

"Sì che lo faccio," risposi automaticamente.

"Umpf. Se fosse vero, Neji l’avrebbe notato."

"Notato cosa?" chiesi inespressivo.

"Non te lo dico! Neji dovrebbe fare più attenzione…" sbadigliò, la sua stretta che si allentava. "Ugh, mi sento così confusa..."

Credo che gli effetti della roba che le ha dato Gai stiano svanendo. Grazie a Kami.

"Dormi, allora."

Mise la testa sonnolenta sulla mia spalla e si addormentò un’altra volta.

Spero che non ci siano effetti collaterali permanenti…e che non si ricordi niente; eviterà a Tenten dell’inutile imbarazzo.

 

 

Eravamo tornati a Konoha da una settimana.

Appena arrivati, portammo Tenten all’ospedale, e lì ci assicurarono che la nostra compagna di squadra aveva solo avuto la febbre.

Adesso stavo trascorrendo il mio tempo ad allenarmi nelle proprietà degli Hyuuga, grato del fatto di avere del tempo libero prima della prossima missione.

Percepivo tutto quello che mi stava intorno anche con gli occhi chiusi, e notai da quasi quattro chilometri di distanza il familiare chakra di Tenten che si avvicinava.

Quando ci separarono soltanto tre metri, aprii gli occhi in segno di saluto.

"Ehi Neji," disse, facendomi un cenno con la mano.

Battei le palpebre, senza reagire di fronte al suo nuovo abito.

Non era il fatto che stesse indossando uno yukata blu pallido a sorprendermi; l’anno prima l’avevo già vista in kimono in occasione della festa annuale della Foglia.

Ma era la prima volta che vedevo Tenten con i capelli sciolti.

Non indossava nemmeno il coprifronte.

I lunghi capelli castani le scivolavano sulle spalle fino alla vita, liberi dalle crocchie che li legavano di solito. Ciocche di capelli scuri quasi rossicci si muovevano nel vento mentre fissavo in silenzio la mia compagna di squadra.

Quando mi avvicinai, mi rivolse un sorriso brillante, ma pieno di esitazione.

Tenten è…è…

"Tenten," dissi, senza smettere di guardarla mentre si sedeva accanto a me sul terreno coperto di erba. "Qual è l’occasione?"

Il mio tono era apatico come al solito.

Lei scrollò le spalle. "Nessuna. Volevo solo dirti una cosa…" disse a stento, insicura.

"Che cosa?"

I suoi occhi marroni si abbassarono mentre lasciava uscire una debole risatina. "Giusto. Non posso credere di essere stata così stupida. Voglio dire, davvero, a cosa stavo pensando? A te, Neji Hyuuga?"

Senza capire cosa stesse dicendo, stavo per rispondere quando lei mi interruppe, "No, Neji. Ho bisogno di togliermi questo peso dallo stomaco, va bene?"

Si voltò per guardarmi negli occhi e mi prese la mano. Abbassai lo sguardo sulle nostre mani e la osservai calmo intrecciare le nostre dita insieme. Glielo lasciai fare, sapendo che non avrei cercato di fermarla.

"Provo qualcosa per te sin da quando siamo stati assegnati alla stessa squadra," disse Tenten all’improvviso stringendomi la mano.

Tutto quello che riuscii a fare fu fissarla sbalordito, aveva appena…?

Da quando siamo stati…

Così tanto tempo? Ora tutto aveva più senso.

Distolse lo sguardo.

"Tutto qui, ok? Urrgh! Non avrei mai dovuto ascoltare il consiglio di Ino e Sakura! Perchè ho permesso a Ino (la Yamanaka? Avrei dovuto immaginarlo…) di convincermi a comprare quel vestito nuovo?! Avrei dovuto saperlo, che stupida…" si interruppe, mormorando tra sè e sè.

Mi limitai a continuare a fissarla.

"Neji dovrebbe fare più attenzione…" aveva detto così, no? Quel giorno…

Tenten si voltò velocemente verso di me, prossima alle lacrime.

"Non dici niente?!"

Passando all’azione, le strinsi la mano per calmarla. I suoi occhi rimasero su di me con un pizzico di diffidenza e di speranza prossima ad esaurirsi. Mi avvicinai a lei, cercando di formare le parole che stavo pensando.

"Tenten…"

"No. Non sei un maestro nel linguaggio del corpo, nell’arte delle sottigliezze? Bè, in modo sottile, te lo stavo dicendo chiaramente, ma no…tu non l’hai notato," Tenten era partita alla carica, "Non hai notato niente, al di fuori del tuo mondo perfetto di missioni e ninjutsu!"

"Tenten…" risposi, ma sembrava che la sua tirata rabbiosa non fosse ancora finita.

"No, Neji – ora ti sto parlando e devi ascoltarmi, dannazione! Ho fatto del mio meglio per mettere in atto i loro consigli, anche fare cose che non sono da me, pur di chiarire i miei sentimenti! Mi stai dicendo che non hai preso in considerazione niente, in queste ultime settimane? Non è cambiato assolutamente niente. Niente per due occhi che vedono a 360°!" gli occhi le si riempirono di lacrime.

"Oh sì, ricordo quello che hai detto, sono "la tua compagna di squadra", giusto?"

Mi chinai in avanti e le sfiorai lievemente la fronte con le labbra. La sentii irrigidirsi all’istante, e il suo respiro rilassarsi. Incoraggiato, mi mossi verso la sua tempia e feci lo stesso, trattenendomi più a lungo.

Il cuore che mi rimbombava nelle orecchie, le baciai delicatamente la guancia e la morbida linea della mascella, muovendomi verso le labbra. Mi assicurai che i miei movimenti fossero lenti e precisi.

La baciai all’angolo della bocca, e mi fermai dove iniziavano le labbra rosee, così vicino che i nostri nasi si scontravano.

Il castano disorientato e pieno di calore incontrò un tempestoso bianco. I nostri respiri si fusero insieme, mentre lei sussurrava il mio nome implorante, con voce sommessa.

Chiusi la distanza, facendo scontrare le mie labbra con le sue. Mi avvicinai ancora di più, approfondendo il bacio mentre Tenten emetteva un delizioso suono di approvazione. Dopo quella che sembrò un’eternità durata troppo poco, ci separammo. Le presi tra le dita una ciocca di setosi capelli castani mossa dalla brezza leggera, attorcigliandola e tirandola delicatamente. Le sorrisi.

"Anche i tuoi capelli sono belli."

Fine.

A/N:

Qui finisce la one-shot Neji/Ten. Mi è sempre piaciuta questa coppia come sfondo in tutte le altre fics che ho letto e scritto, quindi volevo provare a trattarla come principale. Cosa ne pensate?

Per favore, commentate!

Twitch

NdTraduttrice:

Ciao a tutti!

Ho pensato di tradurre questa one-shot per tenermi in esercizio con l’inglese, e anche perchè so che questa coppia ha molto successo nel fandom di Naruto! J Fatemi sapere cosa ne pensate, invierò i vostri commenti all’autrice!

Lyla

  
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