24/02/2013
20 recensioni* immaginatevi un banner figo*
Never Lose Hope
Chiusi l’anta dell’armadio sbattendola con rabbia. Scesi le scale in fretta e mi diressi in cucina. Il rumore delle lancette dell’orologio appeso al muro rimbombavano nella mia testa. Sono in ritardo, pensai. Non era una novità, ormai tutti quelli che mi conoscono sanno che io e la puntualità siamo estremamente incompatibili, ma quel giorno era diverso. Non potevo e non volevo essere in ritardo. Era l’ultimo giorno di scuola e il pensiero che il giorno seguente sarei patita per Londra mi rendeva particolarmente entusiasta.
Diedi un ultimo sguardo al salotto, dopo essermi accertata che tutto fosse a posto e che non mi fossi dimenticata niente, uscii di casa dirigendomi alla fermata dell’autobus. Voltato l’angolo vidi il mezzo partire senza di me. Inizia a correre cercando di farmi notare dall’autista, il quale mi rivolse uno sguardo divertito dallo specchietto. Bastardo. Rallentai la mia corsa fino a camminare. Ormai non potevo farci niente, così mi diressi verso la scuola a piedi.
Arrivai giusto in tempo per sentire il suono della campanella. Corsi verso l’ingresso per non rischiare di rimanere chiusa fuori. I corridoi erano affollati, mi guardai intorno. Tutti con il sorriso stampato in faccia. Mi diressi verso l’aula di biologia ormai rassegnata al fatto che avrei dovuto trascorrere ancora 5 ore in quella maledetta scuola.
* * * *
Frugai nella borsa alla disperata ricerca delle chiavi di casa. Eccole qui, pensai. Un sorriso vittorioso comparve sul mio volto. Entrai lanciando la borsa sul divano e dirigendomi verso la cucina. Non avevo molta fame così presi solo una mela e mordendola salii le scale verso camera mia. Era arrivato il momento di preparare la valigia. Missione impossibile. Lanciai diversi vestiti in modo disordinato all’interno di essa, ma quando mi resi conto che in questo modo non sarei mai riuscita a chiuderla, dovetti svuotarla e ricominciare tutto da capo.Chiusi l’ultimo tratto di cerniera e tirai un sospiro di sollievo. Ce l’ho fatta, pensai. Mi distesi sul letto esausta e chiusi gli occhi. La vibrazione del mio cellulare mi fece tornare alla realtà. Sul display illuminato lampeggiava il nome di mia madre.
Da Mamma:
Scusa amore, ma domani non potrò accompagnarti all’aeroporto, devo lavorare. Buon Viaggio. Ti voglio bene. Mamma x
Digitai velocemente un messaggio di risposta ‘Non preoccuparti mamma, me la caverò, ti voglio bene anche io. Hope x’ Mi dispiaceva non poterla salutare prima di partire ma sapevo quanto fosse importante il lavoro per lei.
* * * *
Il suono della sveglia rimbombava nella mia testa. Nonostante questo il mio corpo sembrava non voler compiere il minimo sforzo per scendere da quel morbido e caldo letto. Dopo diversi tentativi falliti riuscii finalmente ad alzarmi e dirigermi nel bagno. Rimasi a guardarmi allo specchio con una faccia disgustata.Alta a mala pena 1,60 m, occhi verdi,tristi. Capelli castani quasi sempre raccolti in modo disordinato. Un tempo non ero così, pensai. I miei occhi brillavano di gioia ad ogni ora. I capelli sempre ben pettinati. Il sorriso non abbandonava mai il mio volto.
Ma un giorno la mia unica ragione di vita aveva deciso di andarsene. Si chiamava Harry..Harry Styles. Un ragazzo meraviglioso, una delle persone più importanti della mia vita. ‘Non ti lascerò mai sola, piccola.’ Me lo diceva sempre. Ma un giorno mi arrivò una lettera. Un stupida e inutile lettera.
‘Ciao Piccola,
Non sono bravo con le parole, ma devo dirti una cosa molto importante, come tu sai bene io ho la passione per il canto, ho sempre voluto fare un provino ma non ne ho mai avuto l’occasione. In questi giorni ciò pensato molto e ho capito che se rimango in questo piccolo paese dell’Inghilterra non riuscirò mai a realizzare il mio sogno, così ho deciso di andare a Londra per un provino. Non te l’ho detto di persona perchè sapevo che non mi avresti lasciato andare da solo. Ma non preoccuparti tornerò presto. Ti voglio bene.
Harry xx ‘
Non preoccuparti tornerò presto, diceva. E pure questa lettera me l’aveva spedita 2 anni prima e da allora non si era più fatto sentire. È diventato famoso. È entrato a far parte di una band i ‘One direction’ così si chiamavano. Probabilmente non si ricorda più di me, pensai. Nemmeno io mi ricorderei più di una stupida ragazzina come me.
* * * *
Scesi dal taxi ed entrai nell’enorme aeroporto. Questo viaggio ero un modo per ricominciare da capo la mia vita. Per riuscire a sorridere di nuovo. Almeno questo è ciò che speravo.HOLA C:
Eccomi qui con il primo capitolo di questa nuovissima FF.
Fatemi sapere se vi piace come inizio o se è meglio se cancello tutto e faccio finta che non sia mai successo niente ;)
In ogni caso grazie in anticipo a tutte quelle che leggeranno questa storia (sempre se qualcuno avrà voglia di leggerla)
Detto questo….mi dileguo. Ciaoooo *saluta con la manina*