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Autore: GoodGoneGirl    24/02/2013    4 recensioni
Gemma è una ragazza semplice, con una grande passione: i manga. E' ossessionata in particolare da DragonBall, che ritiene il miglior manga mai stato fatto. Il suo sogno è quello di conoscere il protagonista di questo manga, Goku, che lei ritiene il suo idolo, e tutti gli altri personaggi, anche se sa che è impossibile. Ma non sa che il destino ha in serbo una sorpresa per lei, un grande dono: la capacità di entrare in quel mondo disegnando! Questa sua nuova capacità stravolgerà la sua vita, e starà a lei decidere cosa fare, quando il suo mondo e quello di DragonBall entreranno in contatto.
Genere: Azione, Erotico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Goku/Vegeta, Goten/Trunks
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Il Genio del destino.

Schiva. Salta. Colpisci. Salta. Lievita.

Lo schema per aiutare Trunks ad allenarsi è più o meno questo. E' tutta la mattina che andiamo avanti così e ore, alle 17:30, inizio a essere stanca e a prendere un po troppi pugni.

Siamo sull'isola del Genio. Secondo Trunks, questo è il posto solato per allenarsi. E' tranquillo, silenzioso, non devi preoccuparti di danneggiare niente e non c'è nessuno a romperti le scatole... A parte il Genio, ovviamente, che non mi stacca gli occhi di dosso. Quel vecchio pervertito dovrebbe farsi una vita. D'improvviso qualcosa che si avvicina a velocità supersonica al mio viso, e sono scaraventata per terra.

“Gemma! Tutto bene?”, Trunks preoccupatissimo mi aiuta a rialzarmi. “Ti ho fatto male?”.

“No tranquillo, continuiamo pure”, sorrido. Mi tocco lo zigomo, e mi fa male. Tanto. E' gonfio, e probabilmente mi verrà anche un bel livido.

“Sei sicura? Non voglia che tu ti prenda dei pugni così forti nel viso”, dice accarezzandomi.

“Si. Sono solo un po stanca”.

“Allora fermiamoci un po”, mi prende la mano e mi accompagna dentro casa. Il Genio fa appena in tempo a staccarsi dalla finestra per venire ad aprirci la porta. Trunks mi da una pacca sul sedere.

“Prego signorina”, dice il Genio senza guardarmi in faccia. Mentre entro, con la coda dell'occhio vedo che allunga una mano verso il mio didietro, ma Trunks lo fulmina con gli occhi. Lo amo :33

“Avete finito di allenarvi?”, ci chiede poi il Genio, andando in cucina.

“No. Ci fermiamo un attimo”. Trunks si siede accanto a me, mi annusa i capelli e mi da tanti piccoli baci sul collo.

“Oh, ma come siamo dolciosi oggi”, dico sorridendo, mentre lui incolla le sue labbra sulle mie.

Il Genio torna nel piccolo salotto con due spremute in mano, guardandoci mentre ci baciamo. Credo che anche due mantidi religiose che si guardano gli farebbero pensare cose sconce.

Ci stacchiamo e prendiamo i bicchieri dalle mani del Genio, guardandolo con rimprovero.

“Continuate pure...”, ice poi sedendosi davanti a noi.

“Ti piacerebbe!”, gli risponde Trunks passandomi un braccio attorno le spalle. Mi piace quando Trunks fa così, ma fa sentire protetta e importante. E poi perchè riesce a far smettere a quel vecchio malato di fissarmi.

Trunks butta giù la spremuta in un colpo solo. Poi si alza e si stira le braccia verso l'alto. Mi porge una mano.

“Allora? Ricominciamo?”, mi chiede poi.

“Di già? Ma ci siamo fermati si e no 2 minuti!”. Su questa cosa era uguale a suo padre. Non si dava pace finchè non si faceva veramente male durante un allenamento. A quel punto forse smetteva, anche se era difficile.

“Hey Trunks senti....”, dice poi il Genio prendendo il suo bicchiere vuoto. “Non è che potresti farmi un favore?”.

“Dipende”, risponde Trunks incuriosito.

“Potresti andare in città a prendermi qualcosa da mangiare? Sennò stasera non mangio...”, dice poi sorridendo. Trunks si voltò preoccupato verso di me. Non gli piaceva che rimanessi sola con quel tipo. Gli sorrisi, facendogli capire che l'allenamento era servito anche a me, e che lo sapevo usare anche nella vita reale. Si abbassa ancora una volta verso il mio viso. Mi passa la lingua tra le labbra e mi da un bacio a stampo. Lo adoro quando mi provoca così.

“Va bene Genio, ma sta attento a quello fai”, gli disse poi facendogli cenno col capo verso di me. Prende la lista attaccata sul frigo e vola via, mentre mi sorride.

Il Genio si siede ancora davanti a me, guardandomi negli occhi sta volta. Rimaniamo in silenzio a fissarci senza dire nulla. Poi lui si sporge in avanti, appoggiando i gomiti sulle gambe.

“Dimmi Gemma, da dove vieni?” mi domanda serissimo.

“Da una città molto vicina a quella di Trunks”; dico sorridendo. La mia risposta sembra però non averlo soddisfatto, e piega la testa leggermente di lato a mo di domanda.

“Sul serio”. Oddio. Oddio oddio oddio. Panico. Forse il Genio... Forse.. Lui sa. No, non è possibile. Nah. Dal mio aspetto non si può sospettare niente..

Istintivamente mi guarda. Si sono ancora 'disegnata'. E allora come ha fatto?

Mi metto nella sua stessa posizione, senza tener conto dello scollo della maglia. Lo guardo negli occhi, che riesco ad intravedere leggermente dalle lenti scure dei suoi occhiali.

“Non so che cosa tu voglia sapere”, dico poi per vedere cosa risponde. Lui si alza, sempre guardandomi. Incrocia le mani dietro la schiena e cammina verso la finestra dandomi le spalle.

“Voglio sapere la vera città da cui provieni. So che non sei di qui... E che non sei come noi”. La sua voce è serissima, e mi incute un po di terrore.

“Come fai a essere certo che io non sia come voi?”, chiedo curiosa e spaventata.

“Oh! Piccola, provocante e sciocca ragazzina. Puoi ingannare Goku, Vegeta, Trunks. Ma non me. Conosco tutti gli stili di disegno dei manga esistenti, e il tuo non assomiglia a nessuno”.

“Vuol dire che sono speciale”, dico acida. Poi mi fulmino. Ha penna detto 'stili di disegno'? Questo tizio sa di essere un disegno? No, non è possibile. Sta mentendo.

“Si, sei speciale perchè sei umana”, dice poi voltandosi. Mi si blocca il respiro.

“Co-Come hai fatto a capire tutto?”, riesco a chiedere.

“Sapevi troppe cose per non conoscersi, e nonostante tu cercassi di nasconderlo, ci conoscevi benissimo”. Ci eravamo visti solo tre o quattro volte. Come aveva fatto a capire tutto in così pico tempo?

“Merda...”, sussurro.

“Esatto. Merda”, ripete lui. “Sai cosa vuol dire questo?”.

“Questo cosa scusa?”, mi si sta attorcigliando il cervello.

“Questo è il momento preciso in cui sei entrata nel nostro mondo per la prima volta! Innanzi tutto, spiegami come hai fatto”.

“Bhe, la prima volta è stata una cosa involontaria. Pensavo che fosse solo un sogno. Poi però ho iniziato a capire come funzionava questa sorta di super potere che ho e ho continuato a venire qui”. Sembra molto irritato.

“Non è un super potere, ma un dono. Sono pochissime le persone che lo possiedono. E sono tutte morte. Non credevo che esistesse ancora qualcuno che possedeva questo dono e in grado di padroneggiarlo”. A quanto pare, ne sa più di me sul mio super potere.

“Dimmi di più”. Ora la mia curiosità è alle stelle.

“No. Ti dico solo che se tu fossi stata una di quelle persone definite 'cattive' per noi sarebbe stato un bel guaio”. Fa una piccola pausa. Poi sbatte la punta del bastone a terra e chiede: “Posso sapere perchè hai continuato a venire qui?”.

“Per Goku. Lui è il mio idolo. Nel mio mondo voi non esistete, e con questo mio dono avrei potuto realizzare il mio sogno apparentemente impossibile di incontrarlo. E poi ho 'conosciuto' Trunks...”. I miei occhi, colmi di lacrime, sembrano addolcire un pochino il Genio. Sapere di non poterlo mai incontrare mi rendeva veramente triste. Ma ora che passavo con Lui e con tutti gli altri la maggior parte del mio tempo, ero felice.

“Se vengono definiti impossibili, un motivo c'è”, dice poi voltandosi verso la finestra.

“Credo che ognuno dovrebbe poter realizzare il proprio sogno, se ne ha la possibilità”, dico poi, liberando una lacrima.

“Ma è sbagliato! Non mi sembra un concetto così difficile da capire!”, dice poi, quasi urlando.

“Priamo o poi dovrai fare una scelta”, continua.

“In che senso una scelta?”.

“Dio Gemma! Ma mi capisci quando parlo o sei stupida? Una scelta è una scelta!”.

“Io non sono stupida, vecchio depravato! Vorrei solo che tu mi spiegazzi quello che dici, visto che non ci sto capendo niente!”. Per la prima volta nella mia volta, mi sentii veramente potente vedendo il Genio indietreggiare leggermente sotto la mia furia.

“Allora...”, sospira. “Per svariati motivi che ora non ti sto ad elencare, primo o poi ti verrà chiesto di scegliere tra le tue vite”.

“Ma io di vita ne ho una sola..”.

“Ti sbagli. Quando sei saltata qui per la prima volta hai iniziato una nuova vita”.

“Ah...”. Iniziavo a capire, ma non riuscivo a capire ancora la scelta.

“Ma non c'è motivo che io debba scegliere per forza, no?”. Mi fulmina con gli occhi.

“Ti ho appena detto che ce ne sarà bisogno! Dicevo... Dovrai quindi scegliere se vivere qui senza rimettere piede nel tuo mondo, o vivere nel tuo mondo senza più tornare qui”.

“Cosa? Dimmi che stai scherzando”.

“Non sto scherzando, Gemma. Purtroppo anche quando le persone che hanno questo don sono 'buone', alla fine devono soffrire”. Non, non so cosa pensare, davvero. Un momento fa stavo baciando il mio ragazzo e ora un vecchio mi dice che forse dovrò rinunciare a lui. In quel momento la porta si apre e entra Trunks con due buste di plastica in mano.

“Eccomi di ritorno!”, mi dice, dandomi un bacio a stampo. Io sono ancora un po intontita, ma cerco di sorridere. Il Genio è ancora serissimo.

“E' successo qualcosa?”, ci chiede poi.

“No no. Nulla”, dico io, cercando di sembrare il meno disperata possibile. Il Genio riassume la sua aria da svampito in meno di un secondo, prende le sue buste e le porta in cucina.

“Senti Gemma, si è fatto tardi. Che ne dici se torniamo a casa?”, chiede prendendomi per la mano.

“Grazie Trunks!”, urla il Genio dalla cucina.

“Di niente! Mi sembri un po pallida Gemma. Ti porto io in braccio”, dice tirandomi su.

“Noi andiamo Genio! Ciao!”. Mentre usciamo, il Genio si affaccia dalla cucina e mi guarda come per dire 'i'm watching you'.

Trunks inizia a volare, ma io sono ancora sconvolta. Mi lascio scappare un paio di lacrime che però non sfuggono al mio ragazzo.

“Hey. Tutto bene? Ti ha fatto qualcosa?”, chiede spaventato.

“No...”.

“E allora perchè piangi?”.

“...Ti Amo, Trunks”.  

   
 
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