Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: MorwenGwen    24/02/2013    44 recensioni
Dopo avermi riferito le sue ultime parole si portò la sigaretta alla bocca,ne assaporò ogni minima parte come se quella fosse la sua unica consolazione al momento;poi tossì,tossì così forte come se stesse per vomitare l'anima.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Chaz , Justin Bieber, Ryan Butler
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cigarette'
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(...)< E' crollato un pezzo di tetto! > urlò un barrista entrando nell'ala oramai muta.Un altro tonfo assordante accompagnato dal tremolio delle pareti,qualcuno cominciò ad urlare < Scherzano?? > domandò Justin sbiancato in volto, le persone si fecero immediatamente prendere dal panico e cominciarono a correre verso l'uscita peggiorando la situazione. Uno dopo l'altro i pezzi in legno del nuovo Crew cominciarono a crollare tagliando la strada a parecchie persone, mi ricordai di Chaz: magari mi stava cercando, magari era rimasto ferito, magari era bloccato ed era terrorizzato nel non trovarmi nella folla.
Mi allontanai in fretta dirigendomi verso il bancone in lontananza, < Elysabeth! > urlò Justin afferrandomi per il braccio: < Dobbiamo uscire! >
< No! Chaz mi starà cercando! >
dissi liberandomi e scansando le persone, la ragazza di prima si fermò traballando un attimo e mi osservò:
< Hey ragazzina > mi richiamò con quella voce di chi non ci capisce quasi un cazzo, mi voltai poco in vena di darle ascolto:
< Cosa?? >
< Il tuo ragazzo è già uscito, è stato il primo a darsela a gambe >
ridacchiò, corrugai la fronte < Come sai chi è il mio ragazzo? >
< Eri con lui vicino al bancone no? Beh diciamo che, visto il mio scarso equilibrio, non ho potuto ballare molto e sono dovuta tornare lì per sedermi, l'ho osservato tutta la sera sai... è figo >
un'altra risata insensata ed il sangue mi si ghiacciò nelle vene: se l'era data a gambe, non si era minimamente preoccupato di me. Justin questa volta mi prese la mano e mi tirò via a forza:
< Elysabeth penserai dopo a quel coglione, ora salvati il culo! > mi incitò alzando il passo e tirando spallate a chiunque si mettesse sulla nostra strada.

Da questo momento in poi leggete con in sottofondo Just One Last Time-anche a ripetizione dopo che sarà finita,ne vale la pena-  http://www.youtube.com/watch?v=xyqQ4iT4IeU

Sentì la presa di Justin farsi sempre più salda e stretta man mano che ci insediavamo nella calca di persone, le porte erano praticamente otturate da tutta la gente che ci si accalcava sopra, < C'è una trave di legno davanti alla porta! > urlò qualcuno, < Merda. > bisbigliò Justin  digrignando i denti e potetti notare le vene del suo collo pulsare ed evidenziarsi più del solito. Fece retromarcia e cambiammo entrambi strada; un ragazzo mi venne addosso staccandomi per un misero secondo da lui, Justin lo afferrò per il colletto: < Cosa cazzo pensi di fare?? Stai attento a dove vai > ringhiò lasciandolo ed il tipo scappò via triplamente impaurito; mi riprese per mano e continuammo ad andare contro corrente, < Justin qui ci vengono tutti contro,dove cazzo stiamo andando? > chiesi scansando l'ennesima ragazzina urlante < Alle scale d'emergenza, ci sarà meno gente e sono più sicure visto che le pareti là vicino teoricamente sono rinforzate con il metallo! > urlò per sovrastare l'ennesimo crollo della struttura, il cuore mi batteva forte, i pianti delle persone mi facevano voglia di urlare e buttarmi giù e le loro urla mi impanicavano. Il biondo mi fece avanzare stando alle mie spalle: < Vai avanti!Così ti posso tenere sottocontrollo > spiegò incitandomi ad avanzare ma io più minuta e meno forte di lui cominciai a farmi largo tra la gente con molta più fatica, che cazzo di serata;
la sua mano oramai sudata non aveva intenzione di lasciare la mia e mi accompagnava ad ogni avanzare, mi voltai nuovamente verso di lui sfinita: non  c'era nessuna scala d'emergenza danazione < El non piangere.. > disse notando i miei occhi lucidi ed il mio sguardo impaurito.
Una trave mi crollò davanti ed io arretrai urlando catapultandomi tra le braccia di Justin < Elysabeth stai bene?? > mi domandò accarezzandomi i capelli ma io non gli risposi troppo concentrata a sentire il suo cuore battere come un tamburo. Ripresi il cammino scavalcando la trave e ci ritrovammo in una seconda enorme stanza nella quale un altra cinquantina di persone cercavano una via d'uscita; un'enorme calca ci venne addosso intenta ad uscire da lì; la mia mano fu violentemene strappata da quella di Justin: < Justin! > urlai presa dal panico nel sentire la mia mano così fredda e vuota, nel sentirmi priva di appoggio, i suoi capelli chiari li riuscì a riconoscere in lontananza anche nella folla: < Elysabeth, cazzo fatemi passare! > urlava facendosi largo tra i ragazzi che lo trascinavano indietro da dove eravamo venuti, parte del soffitto crollò e, cosa peggiore, insieme anche 5 persone ,tre di loro si muovevano a stento, altre sotterrate dai cumuli di cemento e legno erano ancora immobili sul pavimento. Notai di essere in trappola, di non aver corso in tempo verso tutte le uscite ancora libere, altre 20 persone insieme a me cominciarono ad urlare e ad usare come ariete una sedia cercando invano di sfondare i muri (Muri che tra parentesi erano insonorizzati,cosa cazzo si stancavano a fare quindi? ) Mi guardai un attimo: il vestito era leggermente strappato e le gambe graffiate ed i tacchi oramai distrutti, ma dopotutto: CHE CAZZO ME NE FREGAVA?.
Un ragazzo cominciò a ridere istericamente attirando l'attenzione di tutta la ventina di persone presenti: non era molto stabile, ne fisicamente ne mentalmente e reggeva fiero una bottiglia di Vodka secca in mano < Se devo morire non sarò solo io! > uno vicino più confuso di me gli chiese: < Che cazzo intendi? > ma il ragazzo - molto molto probabilmente - ubriaco uscì un accendino < Che vuoi fare?? > domandò una ragazza impaurita che ora avanzava furiosa, il tipo diede fuoco al liquido buttandolo sulla trave crollata: < Preparo la nostra fine! > affermò ridendo, un'altra volta , due ragazzi lo afferrarono: < Noi ti ammazziamo! Spegnete il fottuto fuoco dannazione! > urlarono agli altri mentre cominciavano a sbatterlo e a tirargli dei tonfi pugni che non voletti neppure vedere;
mi apprestai a spegnere la fiamma ma la trave stava prendendo fuoco fin troppo velocemente < Uccidetelo prima che lo faccia io! > urlai nervosa non trovando nessuna maniera per spegnere l'enorme fiamma che oramai si stava diramando su tutto il legno < Questa merda di discoteca è fatta prevalentemente in legno, prenderà fuoco! > affermò una ragazza < Complimenti ci sei arrivata, cogliona >  le rispose un altro con molta acidità, non credo si conoscessero ma in quel momento qualsiasi insulto nei confronti degli altri era adeguato perchè erano un ammasso di caproni.
Mi allontanai immediatamente dalle travi e dalle tende che stavano prendendo fuoco coprendomi naso e bocca con una mano e tossendo:
< Qui finiamo tutti male >
< Maddai?? >
domandai ironica. Il fuoco cominciò ad infuocare qualsiasi pezzo di legnoo crollasse dal soffitto, mi sembrò di essere proiettata nei miei polmoni:pieni di fumo e con delle pareti malmesse.
La cosa vista da quella prospettiva mi stava facendo passare la voglia di fumarmi una sigaretta.

-Justin pov-

Cominciai a camminare avanti e indietro per il marciapiede affollato, ci avevano fatto evaquare appena spostata quella fottuta trave dalla porta principale.
Elysabeth era dentro, io ero fuori, lei era chissà dove in un palazzo che cadeva a pezzi ed io ero fuori al sicuro. Le cose non andavano bene.
Un pompiere corse verso il camion vicino al quale mi ero fermato: < Il palazzo ha preso fuoco!IL PALAZZO HA PRESO FUOCO! > Urlò richiamando l'attenzione dei colleghi che, sotto il mio sguardo shockato indossavano casco e giubbotto e srotolavano il tubo dell'acqua; corsi dietro di loro ascoltando i loro discorsi: < Chi è rimasto dentro?? >
< 20 persone signore,sono nell'ala dalla quale proviene il fuoco al primo piano ed è inaccessibile! >
< 20 persone bloccate?? >
< Si signore. >
Il mio ascolto fu interrotto dalla suoneria del mio cellulare,lo afferrai controvoglia:  Elysabeth; sgranai gli occhi,ma cosa...
< Elysabeth??? > le risposi preso dal panico, la linea era disturbata e non mi permetteva di ascoltare chiaramente la sua voce
< Ju-Justin... > mi richiamò tra i singhiozzi, stava piangendo?? < Che succede? Dove sei?? > domandai guardandomi intorno con la speranza che fosse riuscita ad uscire fuori < Nel palazzo, qui... qui sta prendendo tutto fuoco ed è tutto bloccato... > spiegò piangendo < Perchè mi hai chiamato?? E' successo qualcosa in particolare ?? > domanda stupida Justin,domanda stupida, dall'altra parte del telefono non udì immediatamente risposta:
< Volevo dirti che ti amo. > disse in un soffio.
Rimasi immobile, con il telefono stretto tra le mani ed il cuore a mille: probabilmente si aspettava una mia risposta o era semplicemente troppo occupata a salvarsi la vista piuttosto di pensare ad un coglione come me, perchè si, io ero un coglione: le avevo fatto del male, l'avevo ferita, le avevo reso la vita un inferno e l'avevo riconsegnata nelle mani del suo ex fidanzato - che, per giunta, se l'era data a gambe - eppure lei mi amava; mi amava nonostante il fatto che fossi un coglione, nonostante il fatto che fossi fidanzato - ma,sinceramente non me ne fotteva nulla di Cara - nonostante i miei cambiamenti improvvisi d'umore dati dalla coscienza sporca e dall'orgoglio in contrasto. Elysabeth mi amava, quelle parole erano un antidolorifico migliore delle sigarette.
La linea cadde dopo qualche secondo di silenzio e tornai immediatamente alla realtà; corsi verso il camion dei pompieri afferrando una giacca lasciata incustodita sul sedile e la indossai, un uomo mi bloccò: < Dove pensi di andare ragazzino?? >
< Dentro! C'è la mia ragazza! >
- sensazioni indescrivibili nella testa-
< Non se ne parla, il palazzo è inagibile e ci sono già i nostri dentro! >
< Forse non ha capito, mi ha chiamato, sta male, la mia ragazza sta male! >
-battiti del cuore accellerati-
< Stai buono e torna al posto tuo, è stata una brutta serata e stai delirando! > mi consiglio spingendomi amichevolmente verso le panchine, feci per assecondarlo poi, appena mi diede le spalle convinto di aver avuto la meglio scattai in avanti superandolo. Mi coprì la testa con il cappuccio aumentando il passo cercando di entrare nel palazzo il prima possibile e sperando di non avere ancora dietro quel cinquantenne del cazzo.

Entrato nel - oramai non più nominabile tale - palazzo la temperatura salì vorticosamente lasciandomi spiazzato e disorientandomi, dove l'avevo lasciata?
Dove ci eravamo divisi? Mi guardai intorno, osservando quanto distrutto dal crollo fosse il piano terra; sentì delle urla provenienti dal piano superiore e mi catapultai sulle scale cigolanti, incastrandomi di tanto in tanto la gamba in qualche asse di legno precaria.
Arrivato al primo piano mi accorsi di quanto il fuoco avesse cominciato a divorare il palazzo, era un forno.
Corsi verso la fine dove trovai 5 pompieri intenti a spegnere l'asse che bloccava l'entrata all'ala, un trentenne si voltò stanco verso di me non dandomi inizialmente peso, poi mi notò e mi guardò sgranando gli occhi: < Che ci fai qui ragazzino?? SCENDI, ORA! > Urlò senza smettere di dare il suo aiuto ai compagni, scossi la testa scappando a destra alla ricerca di qualche entrata, niente, 0 , nada.
Tornai dietro la figura di quegli uomini rimanendo impotente, ero solo un ragazzino che si sentiva invulnerabile con un giubbotto da pompiere addosso;
< State tutti bene?? > domandò uno dei colleghi nei confronti delle persone chiuse dall'altro lato, sentì una voce maschile rispondere:
< Manca l'aria, qui crollano piccoli pezzi per volta ed una ragazza è svenuta e non si decide a svegliarsi! > poi tossì così forte che pensai avesse vomitato l'anima; al suono delle parole"ragazza svenuta" immaginai Elysabeth, la mia Elysabeth priva di coscienza tra le fiamme e mi sentì male.
L'asse fu definitivamente spenta ed i residui - visto che la gran parte era stata bruciata- vennero rotti in poco tempo con un'ascia; i pompieri si fecero spazio tra le macerie per raggiungere i presenti e stessa cosa feci anche io: in modo goffo scavalcai quell'accumulo di legno e cenere cadendo all'interno della stanza come un idiota: faceva troppo caldo, cominciavo a non vederci più in modo nitido e la mia sudorazione stava salendo alle stelle.
Uno dei pompieri,un ventenne,prese in braccio una figura slanciata e dai lunghi capelli castani, cosciente , avvolta in un tubino nero < Fermo! > urlai chiudendomi nel giubbotto cercando di ripararmi dal calore, il ragazzo mi guardò confuso: < Cosa- >
< La lasci! >
Elysabeth mi guardò con le lacrime agli occhi, le guancie arrossate e gli occhi gonfi
< Che cosa diamine vuoi- >
< E' la mia ragazza la lasci cazzo! >
urlai tendendo le mani in avanti aspettando che me la cedesse ed anche se titubante l'uomo acconsentì ponendomela come se fosse fatta di porcellana < Non fare casini giovanotto. Non fare l'eroe, non vogliamo problemi. > mi disse prima di correre in aiuto dei colleghi.
Io non ero un eroe, era vero , non ero un pompiere e non ero un supereroe, ma ero innamorato.
Avanzai a carponi tra le macerie, evitando qualche piccola fiamma residua su dei piccoli pezzettini di legno, Elysabeth era distrutta e non mi aveva ancora rivolto la parola: sul viso portava segni di carbone ed alcuni tagli, decisi di continuare prendendola in braccio; allacciai le mie braccia sotto le sue ginocchia ed intorno alle sue spalle poi con forza la strinsi al mio corpo < Justin fammi scendere,ti stanchi > bisbigliò come una bambina assonnata ma cullata dai miei passi cominciò lentamente a chiudere gli occhi < El dormi,è solo un brutto sogno > dissi sperando che, per miracolo, mi credesse.
Arrivati alla cima delle scale feci per mettere lentamente un piede sul gradino ma questo crollò rumorosamente sotto il mio tocco e mi ritrassi di 4 o 5 passi:
< Ma che cazz... > velocemente la base delle scale crollò portandosi insieme l'intera scalinata e mostrandomi un vuoto, un burrone che portava direttamente al piano terra che stava andando in rovina. Girovagai per le camere vicine, meno calde; cominciai ad avere l'affanno: il peso di El cominciava a farsi sentire, il calore mi aveva dato alla testa, gli occhi mi lacrimavano a causa dei fumi e delle polveri nell'aria ed ero stremato a livello fisico e mentale, mi poggiai un secondo per terra tenendo la ragazza tra le mie braccia, le scostai i capelli dal viso osservandone i tratti: era bellissima, niente di più e niente di meno, non mi serviva più contemplarla per interi minuti perchè, oramai, i suoi tratti io li conoscevo minuziosamente.
Il soffitto crollò ancora portandosi insieme ammassi di cemento e legno in gran quantità < TUTTI VIA,IL PALAZZO NON REGGE PIU' > Sentì urlare dai pompieri e vidi, in lontananza, oltre la trave che copriva la mia vista e la mia figura agli occhi degli altri, un ammasso di persone correre verso la oramai inesistente scalinata, < Paul,tu che sei la giù di immediatamente agli altri di portarci una scalinata! > urlò un pompiere, ma certo, potevo chiedere aiuto ai pompieri presenti al piano terra porca puttana, quanto ero stupido, < Hey!Aiuto! > provai in modo impacciato, diciamo che non ero il tipo che urlava "aiuto"spesso, ecco; non ricevetti nessuna risposta, riprovai più forte e terrorizzato < AIUTATEMI > mi bloccai un attimo per tossire, coprendomi con la manica della giacca < AIUTATEMI! > ripetei più forte, nessuno sembrò udirmi, da quanto ne sapevo potevano essere già tutti scesi.
Mi rialzai prendendo più deciso Elysabeth in braccio che mi sembrava essere svenuta più che addormentata, me ne sarei preoccupato più in la perchè in quel momento la mia priorità era salvare la sua e la mia vita; cominciai a girare intorno, bloccato dalle travi che cominciavano a prendere fuoco, ero terrorizzato.
Sentì la figura di Elysabeth muoversi sopra di me, Dio grazie: < Justin.. > < Sh El,dormi > provai osservandomi intorno alla ricerca di un minimo spazio per scappare, probabilmente si ricordò della nsotra situazione e si tirò immediatamente in piedi: < Dove siamo? Siamo ancora dentro? Non ci hanno salvato?? > < Zitta Elysabeth cazzo! > urlai cercando di concentrarmi. Dopo qualche minuto passato in quella stanza che stava diventando sempre più impraticabile la sentì singhiozzare: < Non possiamo uscire,vero? > domandò coprendosi il viso con le mani, mentre le lacrime le rigavano il volto < Nonono cosa diamine te lo fa pensare? > domandai prendendole le mani cercando di confortarla e di non mandarla nel panico < El c'è una via d'uscita, giuro >
< Non è vero Justin,non è vero. >
il suo pianto diventò irrefrenabile e la sua voce rotta dai singhiozzi mi uccise dentro.

(Se avete interrotto l'ascolto di Just One Last time vi consiglio di rimetterla dall'inizio)

Decisi di salvarla, decisi che se era finita in quel locale, dopotutto - ma dopo dopo dopo dopo tutto, all'origine dei fatti- era colpa mia.
L'abbracciai, dando le spalle alla grande finestra, il suo viso affondò nel mio petto e le sue mani circondarono la mia vita cercando riparo al di sotto del mio giubbotto; le mie braccia circondarono il suo corpo il piu' possibile < Scusa El. > dissi arretrando lentamente verso la finestra < Di cosa? > domandò ad occhi chiusi < Di essere me. >
< Justin cosa st- >
< 1. >
contai prendendo un respiro profondo
< Justin io davvero non ti sto capendo!- > alzò il viso ma io la riposizionai immediatamente sul mio petto
< 2. >
< JUSTIN! >
< 3. >
così dicendo con un balzo saltai all'indietro, stringendo Elysabeth al mio corpo e sfondando la finestra.
La sensazione di vuoto mi provocò una serie di ricordi, era quello il famoso"riepilogo" prima di morire?


< Oh wow grazie,quanta carità > disse acida,< Sta zitta e mettitela.Non voglio sentire le tue stupide chiacchiere in questi giorni se ti dovessi ammalare o cose simili > la zittì; infilò la felpa ancora calda infilando anche le mani nelle maniche, si alzò da terra coprendosi la testa con il cappuccio,
< Con permesso io me ne vado. > disse incamminandomi verso la porta sotto il mio sguardo.

(capitolo1.)


< Bieber... > mi chiamò con voce roca e bassa, mi voltai sorpreso prima di ritrovarmi sporco dalla testa ai piedi di vernice verde, mi sorrise soddisfatta,
scivolò via da quella pozza verde e se ne scappò in camera prima che potessi staccarle la testa a morsi, e sappiamo bene tutti che sarei stato in grado di farlo
.

(Capitolo6.)

In quel momento la vidi una bambola nelle mie mani, una delicata bambola di porcellana: le misi l'intimo, agganciandole persino il gancetto del reggiseno cercando di non sbirciare,avevo già avuto e non mi sembrava corretto, le scostai i morbidi capelli dalla spalla e le alzai le braccia infilandole la felpa che mi ero portato e che mi ero tolto appena arrivato a teatro;
la misi in piedi mettendole i pantaloncini mentre lei, con un'espressione idiota ma assolutamente adorabile mi assecondava nei movimenti muovendo meccanicamente gambe e braccia,
le alzai il cappuccio sfregandole le mani sugli avambracci quasi a volerle infondere il mio calore.

(Capitolo9.)

Feci un passo avanti intento ad abbracciarla, a mettere a rischio la mia e la sua incolumità ma il suo sguardo si alzò improvvisamente posandosi spaventato su di me ed è lì che vidi tutto l'odio, il terrore, lo spavento, il disgusto che provava nei miei confronti;
frasi come "Bieber pretendi di sapere troppe cose" o "Non dovrai avvicinarti più a Warren" acquistarono immediatamente un senso.

(Capitolo14)


Bum.Un rumore sordo del mio corpo su qualcosa di più morbido di un marciapiede ma ugualmente duro per la mia povera schiena, la sensazione di avere tutte le ossa della schiena rotte e la voglia di farla finita al più presto, gli occhi serrati aspettando il seguito e poi... poi nulla, poi se la sarebbe vista chi, a differenza mia, non si era buttato dal primo piano.



Ommadò okay ora sembrerò una psicopatica ma mi viene quasi da piangere rileggendo il capitolo...eppure l'ho scritto io AHAHAHAH
grazie mille per le recensioni, davvero voi siete dei lettori meravigliosi che mi fanno venire, goni giorno di più, la voglia di scrivere.
Beh... niente,spero vi sia piaciuto, spero di avervi fatto piangere(lollino) e di avervi quindi trasmesso qualcosa.
Io amo Just One Last Time e mi sono ispirata molto al videoclip perchè lo ritrovo assolutamente fantastico ed,in qualche modo,
collegato anche alla trama di Cigarette, quindi mi è sembrato giusto farvelo leggere con in sottofondo quella anzone visto che io per prima ho scritto tutto questo ascoltandomela a ripetizione. Davvero grazie per tutto, posso giurarvi che Cigarette non vi abbandonerà per un bel po',è una promessa.
Con tantissimo amore, Mel.
Continuerò dopo 16 recensioni,love u babe.


 

   
 
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