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Autore: MrEvilside    24/02/2013    6 recensioni
Loki era seduto a terra, immobile, statuario. Non fosse stato per i capelli e il cappotto viola scuro che Frigga gli aveva comprato la settimana prima – e che lui indossava solo perché gliel’aveva preso la mamma, non perché gli piacessero i colori da femmina, come invece insinuava Fandral – avrebbe potuto confondersi con la neve senza alcuna difficoltà.
Per l'ottava Notte Bianca di @maridichallenge.
[ Inglourious Basterds!universe || IronFrost ]
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Loki, Thor, Tony Stark/Iron Man
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Damsel In Distress

 

Loki era seduto a terra, immobile, statuario. Non fosse stato per i capelli e il cappotto viola scuro che Frigga gli aveva comprato la settimana prima – e che lui indossava solo perché gliel’aveva preso la mamma, non perché gli piacessero i colori da femmina, come invece insinuava Fandral – avrebbe potuto confondersi con la neve senza alcuna difficoltà.

Tony tentò di stabilire quanti metri li separassero. Non più di cinque, secondo la sua creatività, ben più vivace della sua incapacità di valutare le distanze.

Cinque metri in cui avrebbe potuto rischiare la vita.

Provò a richiamare la sua attenzione con dei cenni, rimanendo appartato dietro il cespuglio che fungeva da rifugio, ma il ragazzino non sembrava accorgersene, perciò Tony si arrese e si preparò a correre.

«Ehi, dove vai…?» stava chiedendo Bruce, sorpreso, mentre lui si alzava in piedi e sfrecciava via, testa incassata tra le spalle e braccia sopra di essa nel tentativo di proteggersi da eventuali proiettili.

Fu con un certo compiacimento che raggiunse Loki senza essersi preso neppure una palla di neve – naturalmente ritenne che fosse stato merito della sua intelligenza, ma la verità era che gli altri erano troppo impegnati a farsi guerra da due cespugli posti l’uno di fronte all’altro per prestare attenzione a chi disertava.

«Che fai, principessa?» si informò con l’aria di un veterano di guerra, accovacciandosi sulle ginocchia sia per arrivare alla stessa altezza del suo interlocutore che per difendersi dai colpi.

Fu allora che si rese conto che Loki tremava e si sforzava di scacciare le lacrime.

E andò in panico.

Il ragazzino alzò gli occhi rossi su di lui, ma non osò parlare, per timore di tradirsi e scoppiare a piangere, ma Tony non ebbe bisogno di chiedere quando si accorse che Loki sembrava molto più grasso del solito e che frammenti candidi chiazzavano l’interno del suo colletto. «Chi è stato?» domandò, la voce all’improvviso più bassa e minacciosa.

Esisteva un’unica persona al mondo con il diritto di tormentare Loki e quella persona era Anthony Edward Stark, che per inciso era lui.

Il suo interlocutore si sfregò gli occhi fino a lasciarsi un segno rosso sulle guance e tirò su col naso. «Thor. Ha barato» mugugnò alla fine, con la mano ancora premuta a nascondergli lo sguardo.

Thor era uno dei migliori amici di Tony dacché avevano all’incirca tre anni, ma Tony voleva che Loki diventasse il suo fidanzato dacché avevano all’incirca due anni e mezzo. Tentennò, turbato, ma fu sufficiente un tremore più forte degli altri perché prendesse la sua decisione, si alzasse in piedi e si incamminasse a grandi passi minacciosi verso il cespuglio della squadra avversaria.

«Ehi!» chiamò, dopo aver raccolto una quantità di neve sufficiente a stendere anche il suo robusto amico. «Ehi, Barbie!»

Thor non esitò ad accogliere la provocazione, ma non tenne in conto le munizioni dell’altro.

Il dardo lo centrò con più forza di quanto Tony stesso si fosse prefigurato e Thor atterrò di schiena sulla neve con un gemito.

A Loki brillavano gli occhi mentre si sfilava la carta di cui aveva imbottito il cappotto e si avvicinava con tutt’altra andatura rispetto a quella di chi sia congelato fino alle ossa e umiliato dal fratello maggiore. Compiaciuto, si chinò, facendo perno sulle ginocchia con le mani, e strizzò l’occhio allo sconfitto disorientato. «Vittoria».

  
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