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Autore: someonelikecris    24/02/2013    3 recensioni
Ecco perchè essere amici di Harry Styles non può essere che un bene, un suo sorriso, una volta vero, riesce a scaldare anche il cuore più freddo. E quando quel sorriso parla di Louis Tomlinson sarebbe capace di riaccendere la speranza anche nella persona più negativa della terra.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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F a t e
 


Si sa che la scalata al successo non è mai stata in discesa per nessuno; si sa anche che la maggior parte delle amicizie che nascono nello show business non sono altro che delle trovate pubblicitarie. E, in questo momento, vorrei davvero che la mia con Harry Styles lo fosse, e lo capisco immediatamente quando vedo i suoi occhi lucidi e le mani che non riescono a stare ferme mentre cerca di prendere alla larga il discorso al quale vuole arrivare da venti minuti buoni. Dopo le solite domande di cortesia tra noi scende un silenzio tombale scandito dal suo piede che sbatte a terra a interventi regolari e dai suoi denti che continuano a martoriare le labbra più rosse del solito. Quando si passa per la quinta volta una mano tra i riccioli scuri arrivo alla conclusione che sono stanco di vederlo lí a torturarsi.
"Harry, sputa il rospo" sentenzio con un ultimo sguardo disperato alla mia tazza di tea, ho paura di quello che la sua mente brillante sta per riservare al sottoscritto.
E so anche che tutto il motivo di quel nervosismo non puó che avere un nome: Louis Tomlinson.
Due pazzi: ecco quello che ho pensato di loro appena li ho conosciuti.
E' da pazzi poter anche solo pensare di cacciarsi in una storia come la loro ed uscirne vincitori, è da pazzi credere di poter riuscire a tenerla nascosta al mondo, come è da pazzi anche il fatto che ci stiano riuscendo.
Ed è per questo che quando guardo Harry non vedo un diciassettenne affamato di soldi ma vedo un ragazzo che è dovuto maturare troppo in fretta, disposto a fare di tutto pur di dar vita al suo sogno e rendere felici i suoi "fratelli".
E' da pazzi pensare a tutte le notti in cui l'ho ritrovato qui, a casa mia, bisognoso di un aiuto che, all'inizio, io non sapevo come dargli. E' stato molto più facile poi quando ho capito che, nelle sue notti peggiori, Harry Styles ha un solo semplice bisogno: essere ascoltato, essere compreso.
E se c'è un'altra cosa da pazzi è proprio il fatto che io adoro ascoltarlo, che ogni volta che lui lascia questa casa con il cuore un po' più leggero le mie mani corrono da sole al fodero della mia chitarra, come un automa afferro il solito quadernaccio e butto giù qualcosa.
Tutta l'ansia di cui si libera Harry dentro questa casa finisce nero su bianco, dove non può fargli di nuovo così tanto male. Harry Styles è un guerriero e tutto quello che vuole è sentirsi ripetere che tutto andrà bene e che diamine, sì, un giorno prima o poi le cose andranno esattamente come loro due vogliono, come loro due meritano.
Per questo quando "Louis è al V Festival" sussurra guardandosi i piedi non ho nemmeno bisogno di chiedergli cosa vuole che io faccia, annuisco e allontano definitivamente la mia tazza di tea ormai freddo.  I suoi occhi verdi guizzano nei miei più chiari di qualche tono e le sue guance avvampano.
"Sei l'unico di cui mi fido Ed, l'unico che potrebbe aiutarmi e so che chiedertelo adesso non è normale ma.."
"Quando mai c'è stato qualcosa di normale nella nostra amicizia?" chiedo ripensando alla prima volta che ho visto questo ammasso di ricci steso sul divano accanto al "mio".
"E' un sì?" mi chiede e riesco a vedere la scintilla nei suoi occhi verdi riprendere vita.
Scrollo le spalle e "E' un sì, ma temo di dover infrangere i tuoi sogni"
Lui mi guarda confuso e mi fa segno di continuare.
"Arriveremo quando il festival sarà praticamente finito" dico ovvio ma cominciando ad alzarmi.
Lui sorride e in quel momento realizzo di non aver pensato ad una cosa abbastanza ovvia: a Harry Styles del V festival non gliene può fregare di meno, tutto quello che vuole è il suo ragazzo, è una voglia malsana e spaventosa a tratti, mentre in altri sembra essere la cosa più luminosa e pura che io abbia mai visto o percepito. "Ok" dico ridendo "E' stata una cosa stupida da dire" ammetto.
Faccio un ultimo giro di casa afferrando il portafoglio e infilandomi una felpa nonostante sia il penultimo week end di Agosto di questo 2011. Quando ho afferrato ormai anche le chiavi di casa lo afferro per il cappuccio e ridendo lo incito ad alzarsi "Non avevi fretta?" gli chiedo prendendolo in giro. Lui sorride abbassando lo sguardo e "Come ci arriviamo?" mi chiede tranquillo.
Sento gli occhi spalancarsi e istintivamente mi porto una mano sulla fronte.
"Intanto usciamo!" dico facendogli strada lungo il pianerottolo.
Siamo tutti e due per le strade caotiche di Londra e il Sole sta quasi per tramontare.
"Fammi capire" comincio allacciandomi la felpa "Mi chiedi di accompagnarti e poi non sai come ci si arriva?"
"In realtà mentre venivo a casa tua avevo anche deciso che sarebbe stata una cattiva idea ma poi tu riesci a togliermi ogni parola di bocca e..."
"Ok, ok, ho capito" dico infilando le mani in tasca.
Senza un motivo preciso ho sempre avuto questo effetto su Harry. Molte volte lo aveva ammesso.
"Stare con te mi calma" mi aveva detto "Credimi, non lo capisco nemmeno io perchè riesco a parlare di tutto con te" aveva continuato scrollando le spalle.
Né io né lui avevamo bisogno di una risposta infondo. Stavamo bene insieme, cercare dei motivi sarebbe stato stupido. "E poi hai la stessa età di Louis" aveva aggiunto dopo un po'.
"E allora?" avevo chiesto curioso.
"Beh, magari, ragionate ne...no, scusami, è che ho questa tendenza a metterlo sempre in mezzo" aveva confessato mentre le sue guance andavano a fuoco.
Scuoto la testa al ricordo di quella confessione tanto imbarazzante quanto dolce.
"Louis mi ha detto che questo festival è nel South Staffordshire" dice calciando un sassolino con la sua converse bianca consumata.
"Il che vuol dire che due ore e mezzo di autobus non ce le leva nessuno, lo sai?" chiedo guardandolo.
"Grazie Ed" dice di getto "Non so se al posto tuo io avrei accettato questo stupido capriccio"
"Smettila" dico spintonandolo "Avresti fatto lo stesso per me" dico ovvio.
"Credi?" mi chiede sghignazzando. Io mi fermo un attimo e lo guardo male.
"Credo" dico "Hai un cuore di pastafrolla e stupidate come partire nel bel mezzo della sera per farsi settemila ore di pullmann sono il tuo forte"
"Potrei seriamente ritenermi offeso da questa sua affermazione, signor Sheeran"
"Ma come ogni volta non lo farà, signor Styles" dico continuando a prenderlo in giro.
Ride, di nuovo, mentre continuiamo a camminare.

E' dopo la seconda ora di pullmann che credo di poter davvero impazzire.
Harry è accanto a me e dal suo sguardo so che la pensa esattamente come me, tiene la fronte contro il finestrino e la sua gamba non è stata un attimo ferma.
"Louis sa che stai arivando?" sussurro.
Lo vedo sussultare, devo aver interrotto qualcosa di davvero impegnativo perchè vedo la sua espressione trasformarsi da corrucciata a più rilassata. "No, non lo sa, voglio fargli una sorpresa" conclude sbadigliando. Torna a guardare fuori dal finestrino e vedo il suo sguardo rabbuiarsi di nuovo. "Che succede Harry?" gli chiedo diretto, non mi sono mai piaciuti i giri di parole.
Lui mi guarda e lo vedo sollevare gli occhi al cielo, sa che in un modo o nell'altro mi dirà quello che non va, ci siamo già passati troppe volte, conosco i suoi gesti come purtroppo anche lui conosce i miei. "Pensavo solo che.." comincia.
"Ti ascolto" dico vedendolo incerto. Torna a guardare fuori dal finestrino "No, non voglio nemmeno pensarci" lo sento borbottare. Sospiro sapendo che non dovrò aspettare molto per sapere cosa gli passa per la testa. "Ho bisogno di nicotina, urgentemente" dico stiracchiandomi.
"Se te lo dico mi dirai che sono solo un paranoico" dice di getto.
Rido e scuoto la testa "Dai, fammi sentire cosa ti affligge" dico sedendomi più comodo.
Lui mi guarda male e prende un respiro "Non ti sembra stia andando fin troppo bene, Ed?"
"Parli di te e..." comincio "Louis?" chiedo a bassa voce avvicinandomi.
I ragazzi non hanno ancora un successo planetario ma sono conosciuti ormai, spifferare il loro segreto su un pullmann sarebbe una cosa troppo stupida da fare. Lui annuisce.
"Di che hai paura?" gli chiedo poggiando la schiena contro il finestrino sedendomi sul posto che si è appena liberato.
"Non lo so" dice scuotendo la testa "Ma mi sembra troppo facile...".
"Ok, non ti seguo" ammetto.
"E se in un modo o nell'altro trovassero una maniera per allontanarci??"
Scuoto la testa "Né tu né lui lo permettereste...e così sfascerebbero la band, Harry".
Lui sembra rifletterci un po', torna a poggiare la testa contro il finestrino e mi lascia di nuovo da solo in silenzio. "Ma la cosa ancora non ti convince" dico cominciando a prepararmi il drum che fumerò appena sceso. Stendo bene la cartina e tiro fuori il tabacco necessario.
Quando lo sto adagiando sul sottile strato di carta lui sospira. "Potrei aver fatto delle ricerche" ammette. Alzo lo sguardo e mi infilo il filtro tra le labbra stando attento a non bagnarlo.
"E?" chiedo interrogativo.
"Hai mai sentito parlare delle coperture, Ed?" e il suo sguardo è talmente serio che per un momento sento il sangue arrivarmi dritto al cervello. Come faccio a convincerlo che non accadrà nulla quando sono io il primo a non esserlo? Mi prendo un attimo, infilo delicatamente il filtro e comincio a rollare il drum con delicatezza, lecco la parte con la colla e la chiudo. In tutto questo tempo lui non ha distolto lo sguardo da me, mi aspetta fiducioso.
Aspetta con ansia che io, come al solito, gli dica che tutto andrà per il verso giusto.
Ma non posso farlo, non questa volta. "E potrei anche aver sentito Paul parlarne" ammette poggiando la schiena contro il finestrino opposto al mio.
Ed è in quel momento che per la prima volta da quando lo conosco, Harry mi ha levato le parole di bocca. "Quando l'hai sentito?" chiedo calmo battendo la sigaretta contro il quadrante del mio orologio per sistemare meglio il tabacco.
"Stamattina" ammette sottovoce. E la mia mente non ci mette più di tanto a ricollegare gli avvenimenti "E' per questo che stiamo scappando al V festival, Harry?" chiedo.
Lui sospira e si guarda le mani, le tortura "E se riuscissero a portarmelo via?".
Rido, rido della sciocchezza che ha appena detto perchè a quanto pare Harry non si è mai accorto degli sguardi che Louis riserva solo a lui. "Deliri" dico continuando a guardare la mia sigaretta.
Lui scuote la testa "No" dice "Non deliro per niente".
Infilo la sigaretta nel pacchetto e "Ehi" lo richiamo "Daranno una copertura a uno di voi due, ok? E questo cosa cambierà, Harry? Cosa credi che possa portarvi via?"
"La pazienza" risponde lui pronto, come se tutte queste domande se le fosse già poste.
"Cazzate" dico "Al massimo servirà a rafforzarvi".
"Ciò che non mi ha ucciso non mi ha mai rafforzato" asserisce a bassa voce.
Faccio finta di non aver colto la citazione, conosco Harry, ha bisogno di positività e quando ho scritto quella canzone non ricordavo neanche più cosa fosse.
"Harry" lo richiamo fermo "La negatività non ha mai aiutato nessuno, tieni a mente questo...e tieni a mente che grazie a Dio siamo arrivati" dico scattando in piedi.
Gli afferro un polso e lo tiro su "Beh" lo richiamo "Andiamo a cercarlo?" chiedo sorridendo.
Lui mi guarda incerto, ma poi sorride, anche solo il pensiero della presenza di Louis più vicina è riuscito a spazzare via le nuvole da quegli occhi.
"Weston Park" sussurra poi cominciando a camminare, accendo la mia sigaretta sperando di riuscire a stargli dietro.

Il parco è stracolmo di gente e nonostante siano le tre del mattino la musica continua a rimbombare da una parte all'altra e credo di non aver mai sentito un odore di canna più forte e diffuso.
Ovunque mi giro vedo gente che ride, che si diverte e persone che si rifugiano e si chiudono in tende scure illuminate da qualche fascio di luce lunare.
Guardo Harry e credo di non averlo mai visto più spiazzato. "Non lo troveremo mai!" dice urlando per farsi sentire.
Mi avvicino al suo orecchio e "Hai mangiato pane e pensieri positivi a colazione?" gli chiedo ridendo. Lui mi tira un pugno sulla spalla e non può fare a meno di ridacchiare, anche se cerca di nasconderlo. "Con chi è venuto?" gli chiedo.
"Stan!" urla di nuovo per farsi sentire "Te lo ricordi?"
"Vagamente!" dico accendendomi una sigaretta e guardandomi intorno "Dai, cominciamo a cercare"
Lui annuisce e comincia a girare tra le varie tende aumentando il passo, sempre di più, quasi mi sembra che il suo corpo venga attirato da quello di Louis quando lo vedo prendere le direzioni più strane. Ad un certo punto lo vedo infilare la testa in una tenda e uscirne scusandosi e ridendo "La gente è fuori" mi dice continuando a ridere.
"La gente eh" dico prendendolo in giro "Non puoi ficcare la testa in tende a caso, Harry!" e non riesco a non ridere della sua espressione mentre mi dice "Ma sto cercando Louis!" come se fosse una buona scusa per disturbare il sonno – o qualcosa di decisamente meno casto – della gente.
"Non voglio nemmeno sapere che hai visto" dico buttando la cicca a terra e buttando fuori l'ultima boccata di fumo.
"Hai ragione" mi dice ricominciando a sfrecciare da una parte all'altra "Non vuoi saperlo!".
Rido, e mentre lo faccio mi sembra di vedere una faccia conosciuta in mezzo alla folla.
Stringo gli occhi e li riapro. Quel volto mi sembra di averlo già visto da qualche parte, così stringo la manica della felpa di Harry e lo strattono. "Che c'è?" mi chiede.
"Quello è Stan?" chiedo indicandogli il ragazzo poco lontano da noi.
Vedo i suoi occhi spalancarsi e un sorriso farsi strada prepotente tra le sue fossette e quindi sì, quel ragazzo non può essere che Stan, l'amico storico di Louis.
Afferra una manica della mia felpa e correndo verso la loro tenda mi trascina "Non ci credo!" mi dice ridendo. E in quel momento sento il cuore leggero.
Ecco perchè essere amici di Harry Styles non può essere che un bene, un suo sorriso, una volta vero, riesce a scaldare anche il cuore più freddo. E quando quel sorriso parla di Louis Tomlinson sarebbe capace di riaccendere la speranza anche nella persona più negativa della terra.
E' questo il problema di questo ragazzo, in qualche modo aiutarlo crea dipendenza.
Arriviamo davanti ad uno Stan veramente poco lucido che non appena si accorge della presenza di Harry scatta in piedi e "Harry!" urla riconoscendolo e scoppiando a ridere.
Dalle sue pupille posso dire che all'alcool ha sicuramente preferito della roba naturale, dell'ottima roba naturale. Il ragazzo si tira su e lo abbraccia.
"Louis è in tenda" farfuglia "Credo stia...dormendo!" dice non molto sveglio nemmeno lui.
"Ti dispiace se.." Harry si avvicina alla tenda e Stan sembra arrivare ad una soluzione veramente ovvia solo dopo un po'. Scuoto la testa.
"Vi lascio la tenda" farfuglia Stan "Tutta per voi" ride "Potrete stare soli soletti, Harry" aggiunge.
Harry lo guarda non molto convinto mentre io sento le guance farmi quasi male per la risata che sto trattendendo. "Intendimi, Harry" dice indicando la tenda e scoppiando a ridere da solo per la battuta squallida.
A quel punto io e Harry ci guardiamo e sono sicuro che anche tra anni e anni rideremo tutti e due della mia espressione allibita che ho praticamente visto riprodotta sul suo viso.
Stan si allontana augurandoci la buonanotte.
"Abbiamo il pullmann alle sei e mezzo Harry, divertiti" dico sorridendogli mentre mi allontano.
"Ed!" mi richiama, mi giro "E tu?" mi chiede con un'espressione desolata.
Allora rido "Me ne sono andato di casa a sedici anni, un festival e tre ore da solo non mi spaventano, Harry" dico continuando a sorridere prima di salutarlo con la mano e sparire tra la gente. Esco dal parco e lascio che la miriade di pensieri che mi affollano la testa si scatenino.
Tiro fuori una sigaretta dal pacchetto e la accolgo tra le mie labbra gentilmente.
Nel momento in cui il tabacco prende fuoco e prende posto nei miei polmoni mi sembra di essere tornato indietro di anni. Quegli anni in cui gli unici concerti che facevo erano ascoltati da non più di dieci persone, il ricordo di come mio padre continuasse a dirmi che ce l'avrei fatta, che era destino.
Destino. Non avevo mai creduto al fato prima di tutto...questo.
Eppure c'è qualcosa nella mia vita di tutti i giorni che mi porta a credere in questa forza, prima di tutto il fatto che tra poche settimane pubblicherò il mio cd, plus.
E nel pensarlo un sorriso forte e vero mi investe le labbra costringendomi a prendere la sigaretta tra le dita. Ricordo ancora il momento in cui avevo accettato il fatto che non sarei mai diventato nessuno, mi si scalda il cuore al pensiero che per quanto quella consapevolezza si fosse instaurata nella mia testa la voglia di fare musica non aveva accennato a scendere ma era addirittura salita.
Fare musica per soldi non porta mai a niente di buono e sono contento di averlo sempre saputo.
Un altro esempio di come il destino sia una forza onnipresente sono Harry e Louis e la loro storia che sembra non conoscere confini di spazio o di tempo. Perchè questo sono, per questo la forza di combattere non potrà mai lasciarli, sono destinati ad essere e la vita continua a ripeterlo loro ogni santissimo giorno facendoli svegliare con la voglia di quelle labbra addosso, proprio come Harry mi ha detto tempo fa.
Scuoto la testa davanti all'idea che la vita potrebbe in effetti essere già scritta e che a noi non rimane che viverla, in ogni suo giorno, bello o brutto. Amando, odiando, soffrendo, facendo a pugni, ridendo fino a stare male, facendo tutto quanto con la passione che ti strappa il cuore a pezzi.
Sono talmente impegnato ad affogare nei miei pensieri che non mi accorgo di urtare una ragazza che, arrossendo, arriva a scusarsi per qualcosa di cui non ha colpa.
"Scusa, ero..distratta" sussurra portandosi un ciuffo di capelli mogano chiaro dietro l'orecchio.
"Tranquilla, colpa mia" dico sorridendole e per un attimo mi perdo nel suo sorriso timido.
La guardo andare via, è di questo che parlo, questo è il destino.
Era scritto che io la incontrassi, giusto?
Bisogna solo stare a vedere se questo destino vuole che io la incontri di nuovo, ma per adesso so che questa forza per me ha qualcosa di più grande tra le mani e spero con tutto il cuore che il destino, per una volta, quella buona, abbia buttato un buon occhio sulla mia musica.

Quando torno nel parco li trovo tutti e due fuori dalla tenda, le occhiaie profonde e scavate ma due sorrisi che farebbero concorrenza a qualsiasi persona nel giorno più felice della loro vita.
Non appena mi avvicino scattano in piedi tutti e due e in poco tempo Louis mi sta abbracciando e "Grazie Ed" sussurra al mio orecchio. Allontandomi sorrido e "Maledetto il giorno in cui ti ho incontrato Harry Styles" dico sorridendo rivolto al riccio. Ridono tutti e due, di pancia.
"Non ho chiuso occhio tutta la notte, spero ne sia valsa la pena" continuo sorridendo.
"Ne è valsa decisamente la pena" dice Louis ghignando.
Guardo Harry e lo vedo piantare lo sguardo a terra rosso in viso.
"E' stato veramente, veramente.." e vedo Louis cercare rapito l'aggettivo giusto.
"Lou" lo richiamo "Davvero, ti credo sulla parola" concludo facendoli ridere tutti e due.
Louis scuote la testa e "Davvero Ed, grazie" ripete "Non solo di averlo accompagnato".
E da questo capisco che Harry ha sganciato la bomba della copertura anche con lui, perchè lo vedo abbassare lo sguardo.
"Andrà tutto bene" dico di getto, e adesso ci credo, è destino, no?
Harry mi guarda e si illumina. E' incredibile, io non sono nessuno, ma ogni volta che pronuncio queste parole lui sorride, si rilassa.
"Lo spero davvero tanto Ed" dice Louis sorridendo prima di essere investito da uno sbadiglio.
"E' destino" dico battendogli una mano sulla spalla.
Sento i loro sguardi addosso e sorrido, ancora una volta.
E' destino, e sono pronto a metterci una mano sul fuoco.
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Buonasera!
L'ho pubblicata dato che stava ormai facendo la muffa nel computer e alla fine mi piace.
Questa qui è nata durante la serata di sclero OT3 con le mie piccis e quando entra in gioco Ed io vengo subito chiamata in causa.
Ero piena di dubbi mentre la scrivevo, entrare nella testa di quel ragazzo mi affascina e mi spaventa allo stesso tempo, ma credo di avercela fatta, lo spero, sgnifica un sacco per me! Come sempre grazie a voi, piccis e a tutti quelli che perderanno tempo a scrivermi qualcosina :*















 

  
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