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Autore: Tellie    24/02/2013    3 recensioni
San Valentino,data sul calendario 14 febbraio,è una festività a tutti gli effetti dal 496,il che fa dedurre che forse,sia qualcosa di importante:invece no,per me è una delle feste più inutili che possano esistere sulla faccia della terra.A che serve festeggiare il giorno degli innamorati?Tanto,se sono innamorati,non c'è bisogno che mi sbattano in faccia il loro amore un giorno in particolare,lo fanno tutti i giorni.
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«Che c'è?Ti da noia la parola 'sesso'?» domandai divertita.
«Ma n-no,certo c-che no» balbettò,insicuro.
«Oh si invece» ridacchiai di nascosto «Harry,ma sei vergine?»
«Che cosa!?» spalancò gli occhi «ma che cosa ti salta per la mente?!»
Okay,era vergine.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Why Saint Valentine exists?


Non era un bene camminare da sola e al freddo di mattina presto, ma non avevo altra scelta: mia madre era a lavoro, mio padre aveva preso una settimana di ferie dal lavoro per andarsene in vacanza in Italia con la sua nuova compagna, il mio migliore amico -nonché il mio coinquilino- si era già avviato verso scuola e mi aveva lasciato la colazione sul tavolo, perciò quella era l'unica soluzione.
Quando accesi il telefono, sotto l'orario -erano le 7 e 53, se non mi sarei data una mossa,  sarei arrivata in ritardo- notai la data di quel giorno.
'Oh no' imprecai, dentro la mia testa, ricacciando il telefono in tasca.
San Valentino, data sul calendario 14 febbraio, è una festività a tutti gli effetti dal 496,il che fa dedurre che forse, sia qualcosa di importante: invece no, per me è una delle feste più inutili che possano esistere sulla faccia della terra. A che serve festeggiare il giorno degli innamorati?
Tanto, se sono innamorati, non c'è bisogno che mi sbattano in faccia il loro amore un giorno in particolare, lo fanno tutti i giorni. Tutte quelle coppiette che si reputano innamorate, tutti quei cioccolatini, quei peluche, quei cuori, quel rosso - che poi, il rosso era anche il mio colore preferito.
In ogni angolo della scuola -e della città- persone che si sbaciucchiano, si abbracciano, si divorano le labbra a vicenda. Si scambiano sorrisetti pieni d'amore, bigliettini con ghirigori fioriti, cuoricini disegnati ogni dove, le iniziali della persona amata ovunque e su qualsiasi superficie sulla quale si può scrivere. Ogni volta che esprimevo la mia opinione, facevo passare tutto quello che era la festa per qualcosa di repellente ed estremamente stupido. Tutto ciò mi dava un voltastomaco assurdo.
O meglio, per spiegare in maniera più precisa, io e l'amore non eravamo compatibili, in nessun modo, ed è per questo che tutte le dimostrazioni di affetto oltre l'amicizia. Io ci avevo anche provato, a provare amore, con tutte le mie forze, perché volevo sapere come ci si sentiva a sentire le farfalle nello stomaco, ma ad avvicinarsi troppo al fuoco, si rischia di bruciarsi.
«Ma buongiorno!» trillò contento Louis, allargando le braccia.
«Vaffanculo Lou.» gli imprecai contro.
«Ma dai, ti ho anche lasciato la colazione, ed è questo il tuo ringraziamento nei miei confronti?» fece labbruccio.
«Una fottuta ciambella alla fragola a forma di cuore e i cioccolatini della medesima forma? Oh, grazie tante.» dissi sarcastica.
Gli riservai un'occhiataccia e andai verso il mio gruppo di amici, composto da quattro ragazze -più me- e quattro ragazzi, nessuno dei quali si poteva dire che non era un idiota.
«Sei di buon umore, vedo.» esordì Josh.
«Che ha combinato quest'anno?» domandò Rachel, frugando nello zaino.
«Ciambella alla fragola a forma di cuore e cioccolatini incartati in carta rossa a forma di cuore.» la informai, sbuffando.
«Louis, sei un coglione, lasciatelo dire.» commentò Shannon, scuotendo la testa.
«Ma dai, era un regalino semplice semplice, dato il giorno di oggi.» si difese lui.
«Proprio perché oggi è questo giorno» marcai le ultime due parole «che non si devono fare gesti azzardati nei miei confronti, altrimenti finisce male.»
«Un po' incazzata oggi, eh? Perché non ti fumi una sigaretta?» Zayn si passò una mano fra i capelli.
«Zayn, certe volte penso che tu mi conosca meglio di Louis» frugai nella tasca dell'Eastpack rosso ed estrassi un pacchetto di Winston blu da dieci «e pensa, che ti conosco solamente da due anni, mentre con Louis ci sono praticamente nata.» presi una sigaretta.
«Però, dato che siamo nati insieme, dovresti prevedere che ogni anno ti faccio i regali per San Valentino.» mi sfilò la sigaretta di mano, accendendola subito dopo.
«E tu dovresti prevedere ancor prima di farmi quelle stronzate, che mi incazzerei come una iena» ripresi possesso della sigaretta «cosa che accade tutti gli anni e che tu non ti decidi a piantarla.»
«Mmh, oggi è particolarmente dolce.» commentò sarcastico Josh.
«Louis, quoto Shannon: sei veramente un coglione.» aggiunse Andy.
«La vendetta di quest'anno?» Valerie prese un sorso dalla sua bottiglietta d'acqua.
«Per ora non ho idee, ma accetto suggerimenti.» feci un tiro.
«Ne ho uno io, ma te lo dico dopo, altrimenti Louis può evitare che accada.» Grace spiaccicò il mozzicone della sua sigaretta sullo schienale della panchina.
«Ma io lo so che Madison non mi farebbe mai nulla» Louis mi affiancò «mi vuole troppo bene per volermi far male.»
«Però posso posso fartela pagare.» gli rivolsi una smorfia.
 


Io e San Valentino non eravamo mai andati d'accordo, neanche per sbaglio. Io non piacevo a lui, e lui non piaceva a me, era un odio reciproco. Io lo odiavo perché esisteva, e lui esisteva per rinfacciarmi il fatto che il suo giorno era quello degli innamorati.
Ero abbastanza ostile all'amore, ne ero consapevole e me lo dicevano tutti, quasi desse loro fastidio. Dicevano cose tipo 'ma perché lo odi così tanto?', 'ma l'amore è una cosa meravigliosa', 'non capisco cosa ti ha fatto'. Ho le mie buone ragioni, che una volta all'anno ritornavano all'attacco per farmi male, sempre più male, sempre peggio.
Partivano dall'angolo più profondo del mio cuore e emergevano, senza il mio consenso, come a ricordarmi che loro c'erano e che non sarebbero scomparse né andate via, ormai si erano create la loro casa nel mio cuore.
Non potevo impedire che tornassero a galla, perché agivano indisturbate e ritornavano alla mente, facendomi inumidire gli occhi.
«Mad, ci sei?» Louis mi sventolò una mano davanti alla faccia.
Eravamo appena usciti dalla lezione di biologia, avevamo posato i libri negli armadietti ed eravamo scesi giù al piano terra per andare a prendere qualcosa alla macchinetta, e Louis aveva iniziato a parlare di qualcosa -di cui non avevo minimamente idea- durante le quattro rampe di scale che dovevamo fare.
«Sì, ci sono.» tossii.
«Ma non hai ascoltato ciò che ho detto, non è così?» si fermò in mezzo al corridoio, trattenendomi per un braccio.
«Touché.» ammisi, abbassando lo sguardo.
«Ci stai ancora pensando? Credevo ti fosse passata.» commentò.
«No è che sai, questo giorno fa talmente schifo che mi fa ricordare parecchio.» ammisi.
Eravamo arrivati al primo piano, il quale era quasi completamente vuoto. Nello scendere, mi scontrai contro un ragazzo, e data la mia ira perenne che mi accompagnava durante questo giorno, neanche mi preoccupai di chi fosse né di chiedere scusa, anche perché era colpa sua.
La gente dovrebbe stare attenta quando cammina.
«Scusami!?» sentii parlare qualcuno.
«Dici a me?» mi voltai.
«Vedi qualcun'altro, forse?» ironizzò quello.
«Sei la simpatia fatta persona, Horan.» gli rivolsi una smorfia.
Niall Horan era un essere con il quale speravo di non avere mai a che fare, neanche per sbaglio. Come San Valentino ,io non lo sopportavo e lui non sopportava me. Faceva parte della squadra di basket della scuola -credo fosse il capitano- insieme ai due polli che gli giravano sempre intorno, Liam Payne ed Harry Styles. Già loro due si facevano sopportare meglio rispetto a Niall Horan, ma il mio odio verso di loro era praticamente il solito che avevo nei confronti di quel biondo palesemente tinto.
«Me lo dicono in molte.» ammiccò.
«La mia era una frase sarcastica.» spostai tutto il peso su una gamba.
«Non sono così stupido, sai?» si appoggiò alla ringhiera della scala.
«Ma davvero? Non ci credo.» esclamai sorpresa.
«Sai, oggi sei davvero stronza.» disse.
«Faccio quel che posso.» mi guardai le unghie.
«Ah no scusa, tu sei sempre così, se non peggio.» sorrise bastardo.
«Insomma, che vuoi?» inclinai la testa di lato.
«Sai com'è, mi sei venuta addosso, gradirei delle scuse.» borbottò.
«Ma senti questo! Sei tu che sei venuto addosso a me, ma sarei stata gentile e non ti avrei rotto le palle.» mi passai una mano fra i capelli.
«Stronza, presuntuosa e anche stupida.. non credevo che una sola ragazza potesse essere così irritante.» aggiunse poi.
«Horan, che problema hai?» mi avvicinai alla sua figura.
«Sei tu quella che ha un problema con me, ragazzina.» si avvicinò a me.
«Ragazzina? Ma se festeggio il compleanno prima di te.» aggrottai la fronte.
«Sei comunque più bassa di me.» mi guardò negli occhi.
«Che centra l'altezza? Secondo me, anche essendo più bassa di te, riesco ad essere migliore di un finto biondo che si crede irresistibile.» mantenni fisso il contatto visivo.
«Ragazzina, io sono sicuro di essere irresistibile, nessuna sa resistermi.» mi sfiorò la guancia con due dita.
«Oh, certo, come no.» osservai il movimento delle sue dita.
«Scommettiamo?» sussurrò.
Non sapevo che fine avesse fatto Louis, o Liam Payne, o Harry Styles,s e fossero scappati o se avessero assistito alla discussione tifando per uno dei due, ma in quel momento c'eravamo solo io e Horan, il quale mi aveva ficcato la lingua in gola senza tanti complimenti.
Sentii mormorare un 'oh mio Dio' da parte di Louis, il che mi fece pensare che era ancora lì. Horan mi teneva stretta con una presa abbastanza forte, cosa che pensai non potesse fare con il suo fisichino, eppure è proprio vero che le apparenze ingannano. Mi aveva fatto appoggiare il fondoschiena alla ringhiera delle scale, e continuava il suo lavoro indisturbato.
«Solo perché mi hai divorato la bocca, non significa che sei irresistibile.» mi staccai da lui.
«No lo so, ma siccome Louis mi ha detto che baci bene e non stavi più zitta, mi sembrava la cosa più giusta da fare.» confessò, stringendosi nelle spalle e infilando le mani in tasca.
«Louis, giuro che oggi ti faccio fuori una volta per tutte.» sibilai, mandandolo a fanculo con lo sguardo.




 
so che questo prologo è lunghino,
è solo che non potevo fare altrimenti.
se siete arrivate fino a qua, veramente, vi ringrazio.
non voglio annoiarvi ancora, vi chiedo soltanto un favorino, semplice semplice.
se ho attirato la vostra attenzione, se vi va, fatemi sapere che cosa ne pensate, mi farete felice.
xx

contatto twitter: @xmarquezsmilee
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