Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: writingthepainaway    24/02/2013    2 recensioni
Alicia è una semplice ragazza che vive a Manchester, nasconde tutto all'interno di se, crede di non essere magra e questo la porterà a complicazioni con tutti. Che accadrebbe se tutto ciò che nasconde venisse alla luce?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Louis prima se l’è presa perché riesce a stringere i miei polsi con una sola mano, ha detto che sono solo ossa ricoperte da pelle. Non è vero, si sbaglia. È lui ad avere le mani grandi. Io non sono magra. 
Harry e Liam non mi vengono più a chiamare quando vanno in palestra. Perché? Ne ho bisogno per essere perfetta, lo sanno…
Niall ultimamente mi offre sempre qualcosa quando mangia, non lo fa mai con nessuno. Io però rifiuto sempre, sono fiera di me per questo. Non ho bisogno del cibo.
Zayn e io parliamo molto più spesso del solito, mi trovo bene a parlare con lui, è un ottimo ascoltatore, ma ogni volta che gli dico di essere grassa lui lo nega. Perché mi contraddice negando l’evidenza? So di essere grassa, voglio dimagrire infatti. Voglio essere come quelle modelle che piacciono tanto a tutti, voglio essere invidiata e apprezzata, voglio stare bene, e questa  è la cosa migliore per farlo. I ragazzi invece non lo capiscono, non capiscono quanto mi faccia schifo, quanto mi senta a disagio in questo corpo troppo grosso. Sono i miei più cari amici, ci conosciamo da tantissimo, siamo praticamente cresciuti insieme. Ora, chi per continuare gli studi e chi per lavoro, condividiamo un appartamento qui a Manchester. Ci vogliamo molto bene, solo che li odio quando dicono che non ho bisogno di dimagrire, che non sono grassa, che sono bellissima. Sono tutte bugie. 
Non sono magra, e se non sono magra non sono nemmeno bella.
Apro l’acqua della doccia e mi spoglio, aspettando che si riscaldi l’acqua prima di entrare. Ne approfitto per pesarmi, è la settima volta che lo faccio in un giorno, non ne ho mai abbastanza. 
Peso 40.1 kg, non sono magra. 
Non vado bene così, devo essere perfetta. Mi fisso davanti allo specchio appannato leggermente dal vapore che ha riempito la stanza, passo una mano sulle costole che sono diventate molto evidenti. Che bello, si vedono anche le ossa del bacino. Più sono magra e più sono bella.
Sorrido, soddisfatta di me stessa, sto andando bene… Non ho mangiato ancora nulla, e non ho nemmeno vomitato. Vomiterò più tardi, altrimenti non sarò perfetta. Prima non sapevo nemmeno come fare, rimasi per un’ora a sputare sangue perché non riuscivo a vomitare, poi ho preso coraggio e ora mi viene più che naturale. Due dita in gola e via. È una sensazione liberatoria, mi libero da tutto lo schifo che ho dentro, da tutto il grasso. Guardo la mia figura un’ultima volta prima di aprire la tendina della doccia quando improvvisamente sento le gambe cedere. Ma che succede? Vedo tutto offuscato… ora nero… Ho paura, non capisco che succede, io sto bene. Non sono mai stata meglio finora. Aiuto. Penso a Louis e a quello che mi ha detto, continua a sbagliarsi, non capisce, sì…
 
 
Louis’ P.O.V.
Non capisco che abbia Alecia, crede davvero che noi non abbiamo notato che in questi cinque mesi sia dimagrita in una maniera esagerata? Siamo amici da tantissimo tempo, è ovvio che ci preoccupiamo l’uno dell’altro… Ne ho parlato con tutti i ragazzi, e anche loro sono d’accordo, vogliamo provare a sistemare la situazione. Ormai anche se le diamo davanti una mela la rifiuta e, se ne mangia anche solo un morso, corre subito in bagno. Credo, anzi, ormai ne sono sicuro, che lei vomiti quello che mangia. Spiegherebbe tutto. È fin troppo magra. Prima stavamo parlando e io stavo giocando con le sue mani ormai scheletriche, mi sono incazzato da morire nel vedere che in una sola mano riuscivo a stringere entrambi i suoi polsi, lei si è giustificata con un “Non è colpa mia se tu hai le mani grandi, Lou...” e se n’è andata in bagno. Sento l’acqua della doccia scrosciare, dev’essere lei… sospiro e prendo il portatile, iniziando a fare qualche ricerca su internet, magari avrei trovato qualche risposta. Ognuno di noi sta cercando di fare qualcosa per aiutarla e farle capire che così le cose non vanno per niente bene. Si vede grassa, ma non lo è, la sua figura è solo uno scheletro ormai, sottile, quasi come un foglio di carta. È magrissima, troppo magra. Non è quella magrezza che si può considerare bella, sexy. Le sue forme che mi piacevano così tanto sono scomparse, e con quelle anche i suoi sorrisi sinceri. I capelli color miele sono diventati meno lucenti, i suoi occhi da azzurri sono diventati grigi, spenti. E il suo viso ha i lineamenti ancor più marcati. Indossava sempre maglie strette che le facevano risaltare le curve, ora persino quelle le vanno larghe. E lei continua a dire di star bene, non è così. Lo sappiamo, lo abbiamo notato. Non so nemmeno che la spinga a fare questo, per essere amata e invidiata? Per essere perfetta? Ma lei lo è. Io la amo già da prima, da sempre, anche se non ho mai trovato il coraggio per dirglielo. E io sono quello che dice le cose in faccia a tutti, ma con lei è diverso, mi blocco ogni volta che nota che la fisso e mi chiede il perché. Balbetto, divento insicuro, ho paura che mi rifiuti. Ho mollato Hannah appena ho capito di non amarla più e di amare Alecia, lei invece ha avuto un ragazzo fino a qualche mese fa e più li vedevo assieme, più perdevo le speranze. Quando si sono lasciati è tornata a casa in lacrime, Harry le ha parlato, io non sono bravo in queste cose. Lui dice che come ho il coraggio di smerdare le persone ho anche quello di dirle che la amo. Facile per lui dirlo quando gli basta scuotere i suoi ricci ribelli per avere tutte le ragazze ai suoi piedi. Io invece non so mai come fare, ci ho messo una vita persino per dichiararmi ad Hannah. 
Dopo qualche ora di ricerca spengo il pc e lo poso sul tavolo, ho trovato solo cose che già sappiamo. Sento ancora scorrere l’acqua della doccia, è accesa da troppo tempo. Dovrei evitare di fare figure di merda e trovarmela davanti nuda, ma  è meglio che vada a controllare. E se si fosse sentita male? Mi alzo e apro cautamente la porta del bagno, non l’aveva nemmeno chiusa a chiave. Davanti a me vedo la sua figura accasciata a terra e corro subito a prenderla tra le mie braccia, ha gli occhi chiusi ed è pallidissima, le gambe lunghe sembrano sul serio due stecchini, si vedono tutte le ossa. La chiamo ma non reagisce. Velocemente mi tiro via la felpa e la copro con quella, le sta gigantesca. Scendo le scale con lei in braccio e la metto in macchina, per poi dirigermi il  più velocemente possibile in ospedale. Sono preoccupato, non voglio che se ne vada. Ho paura. I medici allarmati la fanno sdraiare su un lettino in una stanza per curarla. Un’infermiera mi porta nella sala d’attesa dicendomi di aspettare qui e di non preoccuparmi. Come posso non preoccuparmi? Alicia sta male! Darei la vita pur di farla star bene. Mi alzo e inizio a camminare avanti e indietro per la stanza, componendo un messaggio da mandare ad Harry, Liam, Niall e Zayn. “Al sta in ospedale. Venite subito.” Metto il cellulare in tasca continuando a fare avanti e indietro finchè una donna anziana non mi richiama dicendomi che le sto facendo venire il mal di testa:«Scusi…» dico solo e mi metto a sedere su quelle scomode sedie blu, fissando per terra, persino dalla voce si sentiva che ero preoccupato. Non appena sento le voci allarmate dei ragazzi mi alzo e gli vado incontro.  Cerco brevemente di spiegargli la situazione, Harry mi abbraccia e io ricambio piano. I medici non sono ancora venuti a chiamarmi, non ci hanno detto nulla per ora. E se tutto finisse male? No, non posso pensarci. Andrà tutto bene. Sono forte, devo esserlo per lei. Non se ne andrà, cambieremo le cose. Lo giuro. Mi siedo torturandomi le mani mentre gli altri cercano di tranquillizzarmi invano. Siamo tutti preoccupati. La amo, non posso perderla. Finalmente un medico esce dalla stanza da cui mi hanno portato fuori e mi chiama, avevo detto di essere suo fratello pur di restarle accanto. I ragazzi restano a parlare con il medico mentre io cammino piano avvicinandomi al lettino bianco, le hanno messo una flebo al braccio sinistro ed è collegata anche ad un macchinario che le misura il battito cardiaco. Dorme. Così ha detto il medico. Non indossa più la mia felpa rossa, ma uno di quei ridicoli camici a pois blu su sfondo celeste che danno in ospedale ai pazienti. La guardo e le accarezzo piano il viso spigoloso, gli zigomi sono evidentissimi e sembra più vecchia di qualche anno, per me resta bellissima, ma non è sana. Le labbra hanno perso colore, sembra spenta. E non deve essere così. Mi siedo su una sedia accanto a lei e le tocco piano con le dita la mano fredda e scheletrica, senza distogliere lo sguardo dal suo viso pallido e spento. Fa male vederla così. Non mi accorgo nemmeno della lacrima che cade sulla guancia destra, non piango spesso, sono forte. Voglio che stia bene, ma non so come fare. Magari… dovrebbe andare in terapia, così si ristabilirà prima. Quello che sta facendo è sbagliato. Ma non voglio nemmeno che creda che noi pensiamo che lei sia pazza, vogliamo aiutarla. Magari è meglio iniziare coi piccoli passi: le starò vicino. Ogni momento. 
Sono le 4 di notte, è tardissimo e io sono ancora qui davanti a lei, chissà se i ragazzi sono andati o sono ancora di là, saranno preoccupati anche loro, magari dovrei andare ad avvisarli. Non ho molta voglia di alzarmi, sono sfinito. Sbadiglio e chiudo gli occhi, tanto per riposarli un po’.
 
Alecia’s P.O.V.
Mi sveglio di soprassalto, sentivo di star cadendo. Il letto è duro e scomodo, non è sicuramente la mia stanza. Mi alzo a sedere piano, sento la testa pesante, porto una mano sulla fronte per massaggiarmela ma mi blocco non appena mi sento pungere il braccio, lo guardo. Perché ho un ago collegato a non so cosa infilzato nella mia pelle? Che è successo? Ero in bagno per lavarmi e poi non ho visto più nulla… mi guardo attorno, notando Louis seduto accanto a me, dorme, il suo viso sembra stanchissimo. Ha le occhiaie sotto agli occhi. Chissà perché sta qui… 
Mi guardo attorno, cercando di capire dove sono, la vista è ancora un po’ offuscata, credo di essere in ospedale. C’è una finestrella sulla porta da cui si vede che la luce è accesa, è appena passata un’infermiera. Fuori si sentono delle voci, credo di conoscerle, una voce leggermente roca sovrasta il silenzio nella stanza. Lo riconosco, è Harry. Gli altri devono sicuramente essere Liam, Niall e Zayn, più Louis che sta qui con me. Porto il mio sguardo su di lui, è così bello quando dorme. Credo di essermi innamorata di nuovo, dopo tutto questo tempo. Daniel mi ha fatto sentire una merda, no… Io sono una merda, è per questo che voglio essere magra. Così piacerò a tutti. E a Louis soprattutto. Hannah era così bella, non mi ha mai detto perché l’ha lasciata… Non capisco nemmeno perché mi abbia portato qui, sto bene. Però è così dolce… Allungo la mano verso il suo viso e lo accarezzo piano. La sua guancia destra è umida. Non ci credo. Louis non piange, lui è forte, lui affronta la vita con un sorriso, lui fa sorridere me. Louis è… perfetto. Non può piangere, e non accetto che pianga, nessuno deve far soffrire Louis, MAI. Continuo ad accarezzarlo, la luce che proviene da fuori fa sembrare le mia dita più magre. Le osservo e delicatamente le tiro via dal suo viso morbido fissandole davanti ai miei occhi, le tocco… sono dure. Sono magrissime. Ma no, io non sono magra. È la luce così. Accendo la luce sperando che Louis non si svegli e mi guardo le mani. Sono ossa. Non è possibile. Io non sono magra. Non lo so… guardo le mie gambe coperte dalle lenzuola, sembrano così fini. Le scopro e le guardo, sono finissime. No. Non sono io. Io non sono magra. Le tocco piano. Sono io. Che schifo, è un incubo questo. Non è vero che sono ossa ricoperte da pelle. Io non sono così. Io non sono magra. Faccio schifo, come sempre. Guardo Louis, è stato male a causa mia, perché si preoccupava per me, non riesco a crederci.
Inizio a singhiozzare violentemente mentre le lacrime cadono sul mio viso e bagnano la vestaglia che indosso. Che schifo. Io non voglio essere così. Io voglio stare bene. Non sto bene così. No. Ho di nuovo paura. 
Sento una mano poggiarsi sulla mia spalla, quella non è una spalla, è un osso e basta. Che schifo. Mi giro e guardo Louis che mi accarezza e mi guarda con i suoi occhi color ghiaccio, che però trasmettevano calore. Lo abbraccio in preda alle lacrime, sento la sua stretta che mi culla e mi accarezza mentre mi sussurra dolcemente di non piangere. «Mi dispiace!» dico solo affondando la testa nell’incavo tra il suo collo e la sua spalla. Lui era morbido, non spigoloso come me. Che ho fatto, mi sono rovinata da sola. «Non lo faccio più! Non lo faccio più!» dico ancora mentre lui mi accarezza. Sembro una bambina indifesa e spaventata. Ho così paura. E Louis che pensa di me? Mi calmo non appena lo sento intonare una canzone. Look After You dei The Fray, la sua band preferita. Ha una voce bellissima, non l’ho mai sentito cantare. Continua ad accarezzarmi, ma non gli faccio schifo? Quando nota che mi sono  calmata scioglie delicatamente la sua presa da me e mi alza lo sguardo, guardandomi negli occhi. No Louis, non mi lasciare, ti prego…
 
 
Louis’ P.O.V.
La guardo negli occhi tenendo tra il pollice e l’indice il suo mento, indeciso se farlo o no. È spaventata, il suo sguardo invoca aiuto e io voglio proteggerla perché per me è la cosa più cara che ho. La voglio proteggere dai pericoli, dalle cose cattive, dalle persone che la fanno stare male. E lo farò, Dio solo sa quanto io la ami. Voglio che torni a sorridere sinceramente, e l’aiuterò, ora che ha capito di aver sbagliato sarà persino più semplice. Mi avvicino cauto e poggio delicatamente le mie labbra sulle sue che erano schiuse e la bacio piano, ancora insicuro. Acquisto più sicurezza non appena la sento ricambiare e approfondisco il bacio per poi staccarmi accarezzandole ancora la guancia con il pollice. 
«Non… lasciarmi sola…» mi sussurra lei debolmente non appena mi stacco, guardandomi con gli occhi leggermente gonfi a causa delle lacrime. «Mai, piccola» rispondo io stringendo il mio corpo caldo al suo gelido.

 
Buonasera! Era da tantissimo che non pubblicavo e ieri mi è venuta l’ispirazione per questa OS. Il tema che ho affrontato mi ha colpito molto, spero di aver descritto un po’ le cose come stanno. Ho cercato di non essere troppo cruda, e boh niente, spero vi piaccia. Gradirei sapere che ne pensate. Grazie :)
Baci,
Chiara
PS: tra poco mi decido pure a pubblicare i capitoli della FF “I’ll be there to fix you in love” spero di non metterci troppo! :3
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: writingthepainaway