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Autore: Teqvjla    24/02/2013    11 recensioni
Harry la guardava affascinato. Amava quel suo modo dolce di essere. Amava il suono melodioso della sua voce. Amava vederla fantasticare sul principe azzurro ad occhi aperti. Sperava tanto di diventare lui, un giorno, il suo principe azzurro. Amava avvolgere il suo fragile corpo fra le sue braccia per proteggerla. Amava la sua risata. Amava le sue labbra, che desiderava tanto baciare. Ma più di ogni altra cosa, Harry amava la sua innocenza. Jolie era così semplice, così spontanea nel fare le cose, così piccola per capire il mondo. Era innamorato di ogni suo piccolo gesto, di ogni pregio e di ogni difetto. E ogni volta si innamorava di più.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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~Innocence
 

 
 
11 agosto 2012
 
 
Jolie continuava a rigirarsi nel letto. Quella notte faceva caldo e non riusciva trovare la sistemazione giusta per riuscire ad addormentarsi, così dopo un po’, stufa di girare continuamente, si alzò per andare in cucina. Erano le due di notte. Anne, la sua nuova mamma stava dormendo, e credeva che anche Harry, il suo fratellone fosse nelle stesse condizioni. Si avvicinò alla porta della sua stanza a piedi nudi, abbassò la maniglia ed uscì.
Il corridoio era completamente buio, così stese le braccia davanti a sé, tastando ogni cosa che potesse intralciare il suo cammino. Camminava a piccoli passi, per non fare rumore. Scese le scale con la massima cautela, cercando di non cadere. Avvicinandosi, si rese conto che la luce della cucina era accesa, perciò doveva esserci qualcuno. Un po’ impaurita si avvicinò, scoprendo Harry intento a mangiarsi una ciotola di gelato. Tirò un sospiro di sollievo, vedendo il suo fratellone mangiarsi del gelato al cioccolato. Quest’ultimo, accorgendosi di essere osservato, sollevò lo sguardo, incontrando quello di Jolie.

-Ciao fratellone.- disse lei, restando ferma sulla soglia della cucina. Lui le sorrise calorosamente. Jolie si sentì mancare: quel ragazzo era proprio bello. Quegli occhi verde speranza che ogni volta che incontrava la facevano arrossire. Quelle fossette che apparivano ogni volta che sorrideva e gli davano un’aria da bambino spensierato. Quei riccioli che contornavano quel visetto tondo che aveva. Era davvero meraviglioso.

-Che fai sveglia a quest’ora?- chiese incuriosito ed al tempo stesso felice. Sì, felice. Ogni volta che vedeva quella ragazzina il cuore gli scoppiava nel petto. Era innamorato di quella piccola donna di quindici anni. Sapeva che era sbagliato, ma da quando Anne, sua madre, aveva deciso di adottarla, se ne era innamorato. Non un amore fraterno, un amore vero, di quello che senti per la persona con cui vorresti trascorrere la vita. Un amore non ricambiato. Sì, perché Jolie pensava che Harry fosse un bellissimo ragazzo, ma gli voleva bene solo come un fratello. Ed Harry questo lo sapeva, perciò ci stava male, ma era felice di godersi ogni piccolo momento con lei.

-Non riuscivo a prendere sonno.- rispose lei con un’alzata di spalle. Lui annuì, perdendosi nelle iridi della sorellina.

-E tu?- chiese poi Jolie distogliendolo dallo stato di trance. Lui sorrise ancora.

-Nemmeno io.- rispose semplicemente. -Vuoi un po’ di gelato?- chiese poi vedendo che Jolie non si era mossa dalla porta della cucina. A lei si illuminarono gli occhi e annuì energicamente alla proposta del fratello. Harry ridacchiò leggermente alla sua espressione, affascinato dal suo sorriso.

Ogni cosa di lei gli piaceva: i suoi occhi nocciola con quelle piccole pagliuzze verdi intorno alla pupilla, i suoi lunghi capelli dorati e morbidi come la seta, il suo sorriso che nascondeva ancora una bambina birichina e il suo corpo da quasi donna. Era bellissima, e per questo lui era super geloso di quando altri sguardi si posassero su di lei. Era sempre iperprotettivo nei suoi confronti, a scuola la teneva sempre sotto controllo, a casa anche, ogni volta che usciva le chiedeva dove andava e quando tornava le chiedeva di nuovo dove fosse andata, a fare che cosa e con chi. C’erano volte in cui la seguiva di nascosto. Ogni volta che la vedeva parlare con dei ragazzi si avvicinava trovando scuse inutili per allontanarla da questi. Secondo lui, l’unico ragazzo con cui poteva parlare era lui. Nessun altro doveva parlarle, avvicinarsi a lei, guardarla o addirittura pensarla. Era disposto ad uccidere chiunque si fosse avvicinato alla sua piccola amata sorellina. Jolie era di sua proprietà. Di nessun altro. Solo sua.

-Ecco a te.- le sorrise Harry posando una ciotola stracolma di gelato al cioccolato per Jolie. Lei si avvicinò, e si sedette sulla sedia accanto a quella di Harry. Si tuffò letteralmente sulla ciotola, divorando il suo contenuto. Harry la guardava affascinato.
Amava quel suo modo dolce di essere.
Amava il suono melodioso della sua voce.
Amava vederla fantasticare sul principe azzurro ad occhi aperti. Sperava tanto di diventare lui, un giorno, il suo principe azzurro.
Amava avvolgere il suo fragile corpo fra le sue braccia per proteggerla.
Amava la sua risata.
Amava le sue labbra, che desiderava tanto baciare.
Ma più di ogni altra cosa, Harry amava la sua innocenza. Jolie era così semplice, così spontanea nel fare le cose, così piccola per capire il mondo. Era innamorato di ogni suo piccolo gesto, di ogni pregio e di ogni difetto. E ogni volta si innamorava di più.
 
 
 


29 agosto 2012

 
-Harry mettimi giù!- continuava ad urlare Jolie. Erano andati al mare, per passare la giornata insieme ai migliori amici di Harry. Uno di questi, Liam, compiva gli anni quel giorno, perciò avevano deciso di passare una giornata fra sole, mare e spiaggia.

-No, tu ora vieni a fare un tuffo con me.- sorrise lui mentre teneva la sorella caricata sulle spalle, come un sacco di patate. Lei continuava a ridere e a colpire con piccoli pugni sulla schiena di Harry, il quale la teneva stretta per non farla cadere. Dopo essersi allontanati abbastanza dalla spiaggia, Harry lasciò andare la sorella.

-Ah, è fredda!- urlò ancora quando il riccio cominciò a schizzarla con l’acqua. Lei mise le braccia di fronte a sé per proteggersi, ma non serviva a nulla, così cominciarono una vera e propria guerra di schizzi.

-Ok. Ok, mi arrendo!- farfugliò Harry cercando di fermare Jolie che continuava a schizzarlo.

-Ho vinto, ho vinto!- cominciò canticchiare lei, facendo uno strano balletto. Harry si mise a ridere e poi le tese la mano. Lei si fermò e lo guardò interrogativa.

-Vieni.- disse Harry semplicemente.

-Dove?- chiese con un piccolo sorriso lei prendendogli la mano, che il riccio strinse saldamente. Lui distolse lo sguardo dai suoi occhi, guardò l’orizzonte facendo un cenno col capo e poi riportò lo sguardo su di lei.

-Là.- rispose il riccio sorridendo. Lei spalancò gli occhi, lanciò uno sguardo altrove, dove aveva guardato prima lui e poi lo guardò di nuovo.

-Stai scherzando, vero?- chiese un po’ spaventata. Lui scosse la testa e cominciò a trascinarla per il braccio.

-No, Harry, fermati! Non so nuotare!- cominciò a gridare lei puntando i piedi sulla sabbia e dimenandosi per tornare indietro. Ma Harry era più forte, perciò non mollò mai la presa. Continuava ad urlare inutilmente al fratello di lasciarla andare. L’acqua continuava a salire, ce l’aveva fino al collo. Lui continuava a tenerla saldamente per mano.

-Harry, basta, non tocco più il fondo!- urlò ancora con gli occhi che pizzicavano. Finalmente lui si fermò, si avvicinò a lei prendendola per i fianchi e sollevandola. Jolie allacciò le gambe al bacino del fratello, che a differenza sua, toccava ancora il fondo e l’acqua lo copriva fino a metà del petto. Avvolse le sue esili braccia intorno al collo del ragazzo, facendo scontrare i loro petti e stringendolo con quanta più forza avesse in corpo.

-Harry portami indietro, ti prego..- chiese lei disperatamente. Lui sorrise sul suo collo.

-Perché?- chiese con tono fintamente ingenuo, godendosi il calore che quella piccola ragazzina riuscisse a sprigionare.

-Ho paura.- ammise lei in un sussurro. Lui si staccò abbastanza da poter avere il suo viso a pochi centimetri di distanza, lo studiò e notò le sue guance rosse. Sentì il suo cuore battere all’impazzata, ebbe il presentimento che persino lei potesse sentirlo. Staccò un braccio col quale la stava sostenendo, e strinse maggiormente con l’altro tenendola fermamente. Le scostò alcune ciocche bagnate dal viso e le sfiorò le labbra, senza volerlo. Fu tentato di appropriarsi di quelle labbra rosee e sottili e dovette combattere chissà con quale forza contro quel desiderio immane.

-Non devi, sai che ci sono io qui con te.- rispose semplicemente, cercando di reprimere ancora quel desiderio che lo stava uccidendo dentro, ogni giorno. Lei annuì leggermente e affondò il viso nell’incavo del suo collo, stringendolo ancora.

-Mi fido di te fratellone.- sussurrò lei continuando a stringerlo. Lui si irrigidì, sentendo quello stupido nomignolo che lei gli aveva affidato. Lo odiava, ma doveva accettarlo. Non erano fratelli biologici, però sapeva quanto Anne tenesse a quella ragazzina. Non poteva fare questo a sua madre. Avrebbe sopportato ancora quella voglia di urlare al mondo che l’amava. Ma fino a quando ci sarebbe riuscito?
 
 
 
 
 
11 ottobre 2012
 
 
-Ciao bambina mia.- è la mamma quella che mi sta parlando. Riconosco la sua  voce, è lei.

-Mamma!- urlo andandole incontro per poterla abbracciare, dopo tanto tempo. Ma più mi avvicino, e più lei si allontana. Allungo le braccia per poterla toccare, ma non ci riesco. È sempre più lontana.

-Mamma!- comincio ad urlare disperatamente. Lei continua a sorridermi, e mi tende la mano. Allungo la mia, ma non riesco a raggiungerla. Una lacrima comincia a farsi spazio nel mio viso.

-Mamma ti prego, non andartene!- cerco di urlare, ma le parole escono in un sussurro. Lei continua a sorridere e lascia ricadere il braccio, prima teso nella mia direzione, sul fianco. No, non lasciarmi ancora!

-Mamma!- sorride salutandomi con la mano. No!

-Mamma!- si volta dandomi le spalle, cominciando a camminare via, lontana da me.

No, no, no!

-Mamma!- il buio s’impossessa di me.
 


 
-NO!-
Harry si svegliò di soprassalto, sentendo un urlo arrivare dalla camera affianco alla sua, quella di Jolie. Si scostò velocemente le coperte di dosso e scese dal letto come un fulmine, rischiando di cadere perché le coperte si erano aggrovigliate bloccandogli le caviglie. Uscì dalla sua stanza altrettanto velocemente, andando poi a spalancare la porta della stanza della biondina.

-Mamma, no, mamma!- farfugliava Jolie continuando a dimenarsi nel letto. Harry corse vicino a lei togliendole le coperte di dosso.

-Jolie, Jolie svegliati!- cominciò a chiamarla scuotendola leggermente. Lei balzò sul letto, mettendosi seduta, con gli occhi spalancati e pieni di lacrime. Harry la guardava preoccupato. Jolie, accorgendosi che il riccio continuava a guardarla senza muoversi si buttò fra le sue braccia, cominciando a singhiozzare. Lui non perse tempo, e la strinse fra le sue braccia, accarezzandole la schiena e sussurrandole frasi confortanti all’orecchio.

-Tranquilla, era solo un brutto incubo..- continuava a dire. Gli si spezzava il cuore a vedere la sua piccola in quelle condizioni, non l’aveva mai vista così, non sapeva davvero che cosa fare.

-No, no, io la odio! La odio perché mi ha lasciata da sola, non doveva andarsene! Me l’aveva promesso, mi aveva promesso che ci sarebbe stata sempre! È una bugiarda! La odio, la odio, la odio!- continuava a singhiozzare prendendo a pugni il petto di Harry. Lui continuava a stringerla, lasciando che si sfogasse facendo bagnare la sua maglietta di lacrime.
Continuava ad accarezzarle la schiena, su e giù. Piano cominciò a calmarsi, fino a smettere completamente. Harry si scostò un po’ da lei, e le asciugò col dorso della mano gli ultimi residui di lacrime che erano riamaste sul suo viso. Era tutta rossa. Lui le sorrise, cercando di infonderle coraggio.

-Aspetta un attimo qui, torno subito!- disse uscendo dalla stanza. Corse velocemente giù per le scale, e si precipitò in cucina. Prese dell’acqua e riempì una tazza, poi la mise nel microonde aspettando che si scaldasse. Quando sentì il rumore del “Bip” prese una bustina di the ai frutti di bosco, il preferito di Jolie, e la immerse nell’acqua. Aggiunse due zollette di zucchero e poi lo mise su un piattino, cominciando a salire le scale piano per non far rovesciare il the. Entrò per la seconda volta nella stanza della ragazza, porgendole la tazza di the fumante. Lei prese il cucchiaino, lo fece girare un paio di volte in senso orario per far sciogliere lo zucchero e poi lo avvicinò alle labbra.

-Attenta che scotta..- disse Harry con un filo di voce, catturato da ogni gesto che lei compiva.

Si poteva essere gelosi di una tazza? Perché Harry in quel momento lo era, vedendo le morbide labbra della piccola Jolie appoggiate al bordo della tazza mentre sorseggiava il suo the. Osservava ogni piccolo movimento che lei faceva, lo faceva sempre, si perdeva in quei piccoli gesti che potevano risultare banali. Quei gesti, quel viso, quel nome, erano tutto il suo mondo. Lei era il suo mondo. Lei era il suo punto di forza.

-Meglio?- chiese quando vide che Jolie aveva finito di bere. Lei gli rivolse un sorriso imbarazzato, mentre lui prendeva la sua tazza e la poggiava sul comodino.

-Molto meglio, grazie..- proferì lei annuendo. Si vedeva che si era rilassata, la sua voce adesso era calma, i suoi occhi avevano ripreso quello strano luccichio che avevano sempre. Lui le sorrise ancora.

-Scusami per averti svegliato..- disse lei abbassando lo sguardo imbarazzata. Lui ridacchiò silenziosamente.

-Tranquilla.. piuttosto, ti va di raccontarmi che cosa stavi sognando?- chiese spostandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Lei puntò i suoi occhi scuri in quelli chiari di lui, prese un respiro profondo e poi annuì leggermente.

-Stavo sognando mia mamma..-  cominciò a dire. Harry deglutì rumorosamente, e  annuì facendole intendere che la stava ascoltando. O almeno, ci stava provando, evitando di perdersi nel suo sguardo.

-Mi ha chiamata, mi ha fatta sorridere, in un momento ho pensato che fosse tornata, invece è andata via, di nuovo. Mi ha lasciata ancora.-  aggiunse in un sussurro. Harry prese la sua mano e la strinse forte, forte.

-Ti manca?- chiese continuando a stringerle la mano. “Che razza di domande fai, stupido!” si rimproverò mentalmente Harry.
Sapeva che sua madre era morta in un incidente aereo mentre era in viaggio per lavoro, quando lei aveva appena otto anni. Erano passati sette anni dalla sua morte, era rimasta rinchiusa in quel orfanotrofio per cinque anni, non avendo nessun parente che si potesse prendere cura di lei. Suo padre era scappato prima che lei nascesse, era troppo giovane per occuparsi di un’impresa così grande, "un figlio". Jolie non sorrideva più, era sempre triste. Pensava che mai nessuno l’avrebbe presa in custodia, era troppo grande.
Poi era arrivata Anne, che si era innamorata subito di quel faccino triste, e aveva fatto di tutto pur di ridarle una vita felice, o almeno di provarci. E Jolie aveva ripreso a sorridere, perché il sorriso di Anne le ricordava tanto quello della sua mamma, ed era di nuovo felice con lei. In più ora c’era anche Harry, il suo fratellone, il suo punto di riferimento maschile, quello che le era sempre mancato. Ora stava bene. Ma ogni tanto sua madre tornava a farle visita nei sogni, e lei perdeva il controllo. Niente sarebbe stato come prima.

-Sì.- rispose lei semplicemente abbassando ancora lo sguardo.

-Tu pensi che lei mi volesse bene, Harry?- chiese poco dopo, rialzando lo sguardo e issandolo a quello del ragazzo. Harry inarcò le sopracciglia, sorpreso da quella domanda inaspettata. Chi era lui per sapere se sua madre le volesse bene o meno? Nessuno, lui era solo un pezzo del suo presente, non conosceva abbastanza del suo passato per poter rispondere.

-Non lo so..- rispose sinceramente. Lei sorrise malinconica e scosse la testa.

-No, altrimenti non se ne sarebbe andata.- esordì lei con tono pacato.

-Ehy, è stato un incidente, non è stata colpa sua..- azzardò lui.

-Lei poteva scegliere se andare o no, e ha scelto di andare perciò è stata colpa sua!- sbottò rammaricata, staccando bruscamente il contatto che c’era fra la sua mano e quella di Harry. Era arrabbiata con sua madre, pensava che fosse una bugiarda. Le aveva promesso che sarebbe tornata presto, invece l’aveva lasciata. Per sempre.

Raccolse le ginocchia al petto e nascose la testa fra l'incavo che si era formato, dondolandosi avanti e indietro. Harry sentiva le lacrime agli occhi, per la prima volta non sapeva che fare con la sua piccola. Alzò un braccio titubante, per accarezzarla, ma poi lo ritrasse velocemente. “Forse, ha bisogno di stare un po’ da sola” si disse mentalmente, perciò si alzò dal letto ed uscì da quella stanza.
Rientrò nella sua e cominciò a maledirsi mentalmente. Lui voleva solo migliorare le cose, invece non aveva fatto altre che peggiorarle. Era un idiota. Si sdraiò sul suo letto, con le braccia piegate sotto la testa, e cominciò ad osservare il soffitto bianco sopra di lui.

“Sei un imbecille Styles, un completo imbecille!”

Mentre continuava a spararsi insulti a raffica, la porta della sua stanza venne aperta. Voltò la testa di lato e vide Jolie avvicinarsi al suo letto con passo incerto. Lui rimase sdraiato, senza muoversi, senza fiatare. Continuava a fissare Jolie vestita semplicemente con una sua vecchia maglietta rossa, che la copriva fino a metà coscia.
Si mise a sedere sul letto, mentre lei era in piedi di fronte a lui. Aveva gli occhi lucidi, sembrava fosse sul punto di piangere ancora.

-Mi dispiace..- sussurrò lei continuando a torturarsi le mani. Lui le sorrise e poi le fece un po’ di spazio nel letto, permettendole di sedersi. Harry la strinse fra le sue braccia, come faceva sempre, infondendole quel calore che proveniva dall’anima.

-Non devi scusarti, tranquilla.- le disse mentre le accarezzava i capelli. Lei si staccò da lui e poi le diede un bacio sulla guancia. Harry sentì le proprie guance andare in fiamme a contatto con le piccole, soffici labbra di Jolie. Si sentì in paradiso, grazie ad un innocente bacio sulla guancia.

-Grazie per starmi sempre vicino..- confessò lei guardando quelle iridi verde speranza.

-Non lo devi dire nemmeno per scherzo!- esclamò Harry prendendole il viso fra le mani e sorridendole radioso. Lei gli sorrise a sua volta, illuminando quel visetto di cui lui era innamorato.

-Dai, vai a letto, è tardi.- proferì lui spezzando la magia che si era creata in quel momento. Perché ogni momento con Jolie era magico, per Harry.

-Posso...dormire con..te?- chiese titubante lei facendo gli occhi da cucciola per convincere il fratello. Lui la fissò un attimo, decidendo sul da farsi. Desiderava tanto dormire insieme alla sua piccola. Annuì leggermente, pensando che fosse la cosa giusta. Lei gli sorrise ancora, e poi si sdraiarono, l’uno accanto all'altra. Lei appoggiò la testa sul suo braccio e lui la strinse con l’altro. Le lasciò un bacio sulla fronte e le sussurrò un “Dormi” prima di sorriderle ancora. Lei affondò l’indice nella piccola fossetta che si era formata sulla guancia del fratello, facendogli mancare il fiato. Sbadigliò assonnata e poi lo strinse a sé.

-Buonanotte, Harry..- disse prima di cadere in un sonno profondo. Lui rimase a contemplarla mentre dormiva tranquilla. C’erano volte in cui la spiava mentre dormiva, ma mai così da vicino. Si avvicinò al viso di Jolie, chiuse gli occhi e poi, appoggiò leggermente le labbra sulle sue. Un contatto di pochi secondi, che per lui erano durati infiniti. Riaprì gli occhi notando che lei sorrideva, come se stesse facendo un bel sogno, perché sapeva che non si era accorta minimamente di quel contatto che avevano appena avuto le loro labbra. Era felice, era riuscito a baciarla, ma lei non si era accorta di niente. Sorrise triste a quel pensiero.

“Riuscirò a farti mia, un giorno..”si disse prima di cadere in un sonno profondo cullato dai respiri e i battiti regolari della piccola Jolie al suo fianco.
 




25 dicembre 2012
 
 
-Ecco il mio regalo..- disse Harry porgendo una scatolina di velluto blu a Jolie. Era il giorno di natale, Harry aveva aspettato tanto quel momento, perché voleva far vedere la sua sorpresa alla sua piccola. Aveva speso tutti i suoi risparmi per quel regalo, ma ne era valsa la pena. Era nervoso, non sapeva se le sarebbe piaciuto o no, ci aveva pensato tanto prima di decidersi a comprarlo. A Jolie si illuminarono gli occhi alla vista del piccolo oggetto al interno della scatolina.

-Dio, Harry..- sussurrò meravigliata alzando lo sguardo sul fratello. Lui deglutì nervosamente.

-Ti piace?- chiese leggermente ansioso. Lei lanciò un urletto di gioia e poi gli saltò in braccio, sorprendendolo.

-Se mi piace? Lo amo! Grazie, grazie, grazie!!- continuava a ripetere riempiendo le guance di Harry di baci. Anne, che era seduta sul divano del salotto, sorrise alla vista dei suoi figli così felici. Pensava che Harry non avrebbe mai accettato Jolie, ma si era sbagliata. Suo figlio era cambiato da quando quella ragazzina era entrata nelle loro vite. Aveva smesso di tornare ubriaco il sabato sera, aveva smesso di fumare, era tornato il suo piccolo Harry, e non avrebbe mai ringraziato abbastanza quella biondina dagli occhi caramellati per questo. Erano una vera famiglia.

-Mi aiuti a metterla?- chiese Jolie euforica. Harry rise vedendo la sua espressione, e poi l’aiutò ad agganciare la collanina di oro bianco con una piccola “J” che pendeva da essa.

-Ecco fatto!- disse Harry quando ebbe finito.

-Mamma come mi sta?- chiese Jolie andandosi a sedere sul divano affianco ad Anne. Il cuore della donna fece i salti di gioia, come succedeva ogni volta che lei la chiamava “mamma”.

-Sei bellissima amore.- le disse sorridendole radiosa. Lei si buttò fra le sue braccia e la strinse.

-Ti voglio tanto bene, tantissimo bene!- le disse all’orecchio Jolie. Amava quella donna dagli occhi azzurri. L’avrebbe sempre amata per averla salvata da chissà quale destino.

-Anche io piccola mia, ti adoro..- le rispose Anne ricacciando indietro le lacrime di gioia che volevano uscire.

-Posso unirmi a voi?- chiese Harry facendo il labbruccio, avvicinandosi a loro.

-Vieni qui.- sorrise Anne staccando un braccio dall’abbraccio di Jolie per stringere il figlio maggiore. Lui le abbracciò strette entrambe, amava quelle due donne, erano la sua vita. E Anne non poteva chiedere di meglio, aveva i suoi figli vicini ed erano una famiglia felice. Ma non tutto quello che è bello dura per sempre.
 
 

 
27 febbraio 2013
 
 
Harry era seduto sul divano di casa sua. Era nervoso, continuava a passarsi le dita fra i capelli, ed era stanco. Erano le quattro del pomeriggio. Quel giorno era rimasto a casa perché si era preso la febbre, e Anne non gli aveva permesso di andare a scuola. Questo voleva dire che non aveva visto Jolie per tutta la giornata. Continuava a telefonarle, ma il suo telefono risultava spento. Stare lontano da lei era un suicidio. Non ci riusciva, non era nei suoi standard.
Lei avrebbe dovuto essere arrivata a casa già da due ore, ma niente, di Jolie non c’era traccia. Era preoccupato seriamente, la testa gli stava scoppiando e la febbre era ancora alta. Non riusciva nemmeno a mettersi in piedi. Quando sentì la serratura scattare, il cuore gli balzò in gola. Jolie entrò in casa tranquillamente, si tolse il giubbotto e lasciò le chiavi sul davanzale dell’ingresso. Si avviò verso il salotto, dove c’era un Harry furioso ad attenderla.

-Dove sei stata?- chiese il riccio arrabbiato, in piedi a pochi metri da lei. Chissà con quale forza era riuscito ad alzarsi. Jolie vide i suoi occhi rossi, e si sentì terribilmente in colpa. Si era dimenticata di Harry a casa con la febbre.

-Oddio, mi dispiace Harry, non volevo farti..- cercò di scusarsi lei prima che Harry la fermasse.

-Ti ho chiesto dove diavolo eri!- sbottò lui alzando il tono di voce, facendo tremare Jolie. Non l’aveva mai visto così arrabbiato, di solito era molto dolce con lei. Abbassò lo sguardo, mordendosi il labbro inferiore. Era mortificata.

-Stavo facendo un giro con le mie amiche..- disse tenendo ancora lo sguardo rivolto a terra.

-O certo, e mentre tu eri bellamente in giro, io ero qui a morire dalla paura perché tu non arrivavi!- cominciò il riccio con un sorriso ironico stampato sul volto. Jolie sentì gli occhi pieni di lacrime. Si sentiva molto in colpa per non aver pensato al fratello malato.

-Scusami Harry..- sussurrò alzando lo sguardo su quello del fratello. Harry scosse la testa, troppo velocemente, perché sentì una fitta fortissima. Si appoggiò con un braccio al divano, toccandosi la testa con l’altro. Stava sudando freddo. Jolie scattò andando vicino a lui, vedendo la sua reazione improvvisa. Gli tocco la fronte, ritraendo subito la mano.

-Ma tu scotti! Forza, vieni!- disse prendendolo per un braccio e trascinandolo su per le scale, portandolo in camera sua.

-Sdraiati.- gli disse facendolo accomodare nel letto.  Andò velocemente in bagno, prese un’aspirina e tornò nella camera del ragazzo. Gliela fece bere col bicchiere d’acqua che era sul suo comodino. Fece per voltarsi ed uscire dalla stanza, ma la mano di Harry che stringeva sul suo polso la bloccò.

-Non andartene..- sussurrò lui stringendo gli occhi, sentendo un’altra fitta.

-Harry, hai bisogno di riposarti, dai..- commentò vedendo le condizioni penose del ragazzo. Lui la guardò supplicante.

-No, io ho bisogno di te, sì, perché ti amo!- sbottò, continuando a stringere il polso della ragazza. Jolie si sentì mancare. Che diavolo stava blaterando?

-Harry, smettila, stai delirando..- disse, convinta del fatto che il riccio stesse dicendo cose senza senso a causa della febbre alta.

-No! Io ti amo davvero, e tu sei una stupida perché non te sei mai accorta!- aggiunse ancora strattonando con forza il braccio di Jolie, facendola cadere su di lui. Erano faccia a faccia, sul viso di Jolie c’era un’espressione confusa.
Che fosse vero quello che stava dicendo Harry? No, stava delirando, sì, delirando.

-Io ti amo, ti ho sempre amata, perché continui a rifiutarmi? Tu non mi ami?- chiese lui con gli occhi lucidi. Lei fissò in silenzio, non sapendo cosa dire.

-Harry, smettila..- sussurrò lei sulle sue labbra, facendo crescere la voglia del riccio di farla sua.

-No, dimmi che mi ami, ti prego, baciami, fammi tuo, non lasciarmi..- cominciò a dire Harry, mentre alcune lacrime scendevano dai suoi occhi bagnando il cuscino. Anche a Jolie stavano scendendo le lacrime, non sapeva cosa fare. Vedeva gli occhi di Harry colmi di lacrime, oltre che di sincerità.

Davvero Harry l’amava? Davvero era stata così stupida da non accorgersene?

Gli accarezzò le guance, asciugandogli le lacrime. Harry non resistette più, e si tuffò sulle sue labbra, baciandole disperatamente. Aveva bisogno di quel contatto, lo voleva con tutta l’anima. Jolie spalancò gli occhi sorpresa. Stava sbagliando ogni cosa. Non poteva lasciare che ciò accadesse, eppure, Harry le dava l’impressione che ne avesse davvero bisogno. Non voleva lasciarlo da solo, perciò si arrese a quel contatto. Si muoveva insicura, non sapeva come comportarsi. Quello era il suo primo bacio, e lo stava dando al suo fratellastro. Lui continuava a sorridere sulle sue labbra, godendosi quel momento. Stringeva le sue braccia intorno a lei, non volendola lasciare. Si sentiva bene, era quella la sua medicina. Jolie. Nient’altro sarebbe stato in grado di farlo sentire meglio.
Jolie si staccò da lui, a malincuore, cercando di riprendere l’aria che le mancava nei polmoni. Le era piaciuto quel contatto, le labbra di Harry sapevano di menta. Ma si sentiva in colpa per Anne. Non poteva farle questo. E non poteva far soffrire Harry, perché lei non l’amava.

-Ti amo..- le disse Harry continuano a stringerla e a sorriderle. Lei annuì e appoggiò la testa al suo petto, aspettando che il riccio si addormentasse, cosa che successe dopo che Harry le sussurrò l’ennesimo, forse il centesimo, “TI AMO”, prima di crollare.
 


 
19 maggio 2013
 

Mi dispiace Harry, ma io non ti amo..

Mi dispiace Harry, ma io non ti amo..

Mi dispiace Harry, ma io non ti amo..

Non ti amo..

Non ti amo..

NON TI AMO!
 
 
Quella frase continuava a risuonare nella testa di Harry come un mantra. Lo sapeva, lui lo sapeva. Jolie non l’amava. Era stato un completo idiota ad innamorarsi di quella ragazzina. Lasciarsi abbindolare da quegli occhi caramellati, non era da lui. Scoppiò a ridere per la sua idiozia.  Era ubriaco marcio, non ne poteva più. Da quando Jolie gli aveva detto quella frase, aveva smesso di essere se stesso. Tornava a casa ubriaco tutte le notti, aveva cominciato ad uscire con gente poco raccomandabile, si drogava. Voleva finire con tutto.
Che senso aveva vivere, se la sua unica ragione di vita l’aveva abbandonato?

-Vaffanculo Jolie, ti odio, mi hai rovinato la vita, ti odio!!- cominciò ad urlare in mezzo alla strada. Non sapeva che Jolie era dietro di lui.

-Che cosa avrei dovuto fare? Eh, Harry?- sbottò lei facendo girare il riccio per lo spavento.

-Ah, eccoti qui, che cosa vuoi eh? Vuoi continuare a rinfacciarmi che non mi ami? Che per te sono solo un fratello?- esplose lui pieno di rabbia, dopo averla vista.

-Sei uno sciocco Harry, ti stai rovinando la vita per niente!- farfugliò con le lacrime che scorrevano veloci sul suo viso.

-Tu non sei "NIENTE" per me. Sei tutto, sei la mia vita, e ti odio perché continuo ad amarti nonostante tu non mi accetti!- continuava a gridare arrabbiato. Lei cominciò ad avvicinarsi, finché non gli fu davanti. Gli prese il volto fra le mani, mentre le lacrime non si fermavano.

-Mi dispiace, Harry, mi dispiace, ma non posso mentirti dicendoti che ti amo, capiscilo, ti prego..- farfugliò scuotendo la testa.

-Io ti amo..- ripeté Harry per la millesima volta. Lei non disse niente, lo strinse solamente, voleva smettere di farlo soffrire.

-Che cosa vuoi Harry?- chiese lei, sapendo cosa avrebbe risposto lui.

-Voglio te.- rispose senza pensarci, guardandola dritta negli occhi. Lei sospirò, si avvicinò a lui chiudendo gli occhi, facendo scontrare le loro labbra. Neppure lei sapeva perché aveva compiuto quel gesto, forse lo voleva anche lei. Forse cominciava a sentire qualcosa per lui, ma non era ancora abbastanza.

-Che cos’era questo?- chiese lui quando si staccarono.

-Non lo so..- ammise chiudendo gli occhi per un istante.

-Andiamo a casa..- aggiunse prima che lui potesse aggiungere qualcosa. Lui la seguì, senza aggiungere niente. Aveva perso una guerra, una guerra contro il suo cuore. Era stanco, voleva morire. Il suo cuore era andato in pezzi. Sapere che lei non l’amasse.. era una cosa devastante. Non poteva continuare a vivere, ma doveva farcela. Si sarebbe innamorato di nuovo, pensò. Doveva essere forte. Non sapeva, però, che il suo cuore avrebbe vinto di nuovo quella guerra.


 
 
Lui non sapeva che sarebbe riuscito a conquistare il cuore di Jolie,  non sapeva che sarebbe riuscito a farla sua quel 10 giugno 2016, non sapeva che si sarebbe sposato con lei il 20 maggio 2021 e non sapeva che il 10 ottobre 2025 sarebbe nata sua figlia, la piccola Chelsea. La sua vita, era decisamente cambiata, e lui era felice, come non lo era mai stato. Aveva una figlia bellissima, ed una moglie che le aveva rubato il cuore, e che amava ogni giorno di più.
 
 
 
 
 
 
 
 
    
 
 
 
 
  
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