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Autore: VeraNora    25/02/2013    4 recensioni
Sono un'appassionata di The Vampire Diaries, una devota fan di Damon ed ultimamente una sostenitrice del Delena. A me piace leggere più che scrivere però non mi nego il diletto. In questa storia voglio mostrare quello che penso sia avvenuto off screen, tutti quei momenti che non ci sono mai stati mostrati ma che abbiamo immaginato tutti, in un modo o nell'altro. Questo è quello che ho immaginato io, questo è quello che ho 'visto' nella mia testa.
Genere: Fluff, Romantico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert | Coppie: Damon/Elena
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Shane, Bonnie e Jeremy erano spariti e di Damon nessuna traccia
Non può essersene andato, non mi avrebbe mai lasciata qui… deve essergli successo qualcosa
Pensò Elena mentre camminava nervosamente di fronte alla baita.
Stefan e Rebekah tornarono dal breve giro di perlustrazione fatto
«Allora?»
Chiese ansiosa
«Nessuna traccia di Shane o di Bonnie…»
Disse Stefan
«E Damon? Niente anche di lui?»
Chiese sempre più preoccupata. Stefan abbassò lo sguardo e Rebekah fece una faccia strana
«Cosa? Che avete scoperto?»
Sefan aspettò ancora qualche istante e poi disse
«Ci sono dei segni di lotta… crediamo qualcuno lo abbia aggredito e…»
Elena tentò di non farsi sopraffare dal terrore
«E? Cosa? Stefan!»
Rebekah intervenne
«Calmati! Pensiamo qualcuno lo abbia rapito…»
Elena cercò di restare calma, iniziò a dirsi che non poteva essergli successo niente, in fondo era Damon!
«Che facciamo? Voglio dire, non possiamo andarcene e non sappiamo da dove iniziare a cercare»
Chiese ai due vampiri, l’originale rispose
«Dobbiamo provare a contattare qualcuno a Mystic Falls»
«E come? Hai sentito che ha detto Shane, non prendono i cellulari»
Disse Stefan
«Ed ancora ci fidiamo di quello che dice Shane?»
Rispose stizzita Rebekah
«Ha ragione lei, Stefan. Proviamo a tornare sulla spiaggia, magari lì c’è più linea…»
Fece Elena prendendo lo zaino
«Elena, aspetta!»
Cercò di fermarla Stefan
«No, Stefan! Non abbiamo tempo! Mio fratello è sparito insieme alla mia migliore amica, rapiti da quel pazzo che abbiamo seguito come degli idioti, e Damon è stato preso da chissà chi…»
«Magari è con loro»
Azzardò Stefan cercando di farla calmare
«Lo voglio sperare, Stefan! Se sapessi che è li a proteggerli sarei un po’ più calma… ma non so niente e la nostra unica possibilità è raggiungere telefonicamente Caroline»
Disse lei nel suo tono più calmo
«Caroline?»
Chiese il vampiro, ma Elena schizzò via, verso la spiaggia, con la velocità da vampiro.
Una serie infinita di pensieri le ribollivano in testa: Jeremy, Bonnie, la cura, Damon.
Non riusciva a dare priorità a nessuno in particolare, ma la paura di non sapere che fine avesse fatto Jeremy  le gelava il sangue. Si ritrovò a desiderare che Damon fosse con lui. Nonostante le parole di fuoco che le aveva detto, sentiva che non le pensava seriamente, almeno non tutte
Ed io so quale parte è reale
Pensò amaramente «Quello non sono io, Elena, quello è Stefan. Un tempo mi mancava essere umano… ora non riesco ad immaginare niente di più miserabile al mondo»
No, non lo pensa davvero… non può pensare che essere un umano sia così orribile… perché questo vorrebbe dire che troverebbe me orribile
Quest’idea la stava logorando dentro dall’istante in cui quelle parole uscirono dalla bocca dell’uomo che amava, che era sicura di amare… ma che non le credeva. Ora, a due passi dalla cura, lui la stava allontanando
Sì, lo ha detto perché voleva allontanarmi… è tipico di Damon… non lo pensava sul serio!
Cercò di rassicurarsi
E se invece diceva sul serio? Questo cosa significherebbe? Davvero mi farebbe tornare umana per lasciarmi, incapace di amare un essere così miserabile?
La paura iniziò ad attanagliarla, frenò la sua corsa e sentì il suo corpo tremare, tirò un pugno contro un albero abbattendolo. Guardò l’arbusto crollare e si fissò la mano, le ferite si rimarginarono in fretta e per una frazione di secondo provò un brivido strano, un brivido che aveva già sentito alla festa di halloween, quando andò con Damon per imparare a nutrirsi. Già allora quella sensazione di libertà e potenza la spaventò. Tornata a casa crollò piangendo tra le braccia di Stefan dicendogli che non poteva sopportare di sentirsi in quel modo, ma non fu n grado di spiegare ‘come’.
Ed ora, di nuovo, quella sensazione. Non ne era spaventata, ma si impedì di pensarci oltre, non era il momento. Riprese a correre verso la spiaggia ma ancora le parole di Damon tornarono a farle compagnia
«Quello non sono io, quello è Stefan»
E come una scintilla nel buio, la mente di Elena si illuminò, trovando un senso alle quelle parole.
Come aveva fatto a non capire? Come aveva potuto dubitare?
Damon era spaventato, temeva la cura, ne avevano anche parlato, lui temeva che una volta tornata umana, una volta spezzato il sire bond, lei avrebbe smesso d’amarlo. E quelle parole, quel dichiararsi diverso da Stefan… come aveva fatto a non capire?
Elena gli aveva proposto una vita normale, una vita che aveva più volte detto di voler condividere con Stefan. Come aveva potuto essere tanto stupida? Come aveva potuto non capire che in quel modo stava solo alimentando le paure di Damon?
Con quella proposta, fatta col cuore in mano, aveva spinto Damon a pensare che quel che lei cercava era una replica di Stefan. Si arrabbiò ancora di più con sé stessa, avrebbe solo voluto trovarlo e chiarire, dirgli che non aveva capito il senso. Ma il vampiro era sparito, erano tutti spariti.
E di nuovo le preoccupazioni iniziarono a vorticarle in testa senza sosta, senza pace.
Arrivò alla spiaggia, sulla sabbia c’erano orme confuse, qualcun altro doveva essere arrivato dopo di loro.
Si voltò a cercare Stefan e Rebekah, ma i due ancora non si vedevano, sperò si sbrigassero, intanto tirò fuori il cellulare e cominciò a cercare un punto in cui prendesse la linea.
Dopo qualche istante arrivarono anche i due ritardatari proprio quando sul led del cellulare comparve una tacca
«Prende! In questo punto prende!»
Urlò ai due che si avvicinarono in fretta, compose il numero di Caroline e la chiamò aggiornandola su quanto accaduto
«Dimmi che non stai dicendo sul serio»
Disse l’amica che si trovava nel suo salotto, insieme ad un Klaus prigioniero della magia di Bonnie
«Vorrei fosse così…»
Rispose Elena.
   
 
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