Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |      
Autore: LetShizueGo    25/02/2013    4 recensioni
Raccolta di One-Shot (AU) su pairing vari e un solo tema. L'imperdonabile.
1. The door is closed, so are your eyes. But now i see the sun "Doveva solo sperare e per una volta almeno, avere il coraggio di plasmare la propria vita." [SasukexHinata]
2. Online Sabato 09.03.2013
...
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Hinata/Sasuke
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Shizue's Corner!

Hoolaas! Eccomi tornata con una one-shot SasukexHinata (ovviamente ahahah)!
Ciutie a parte, questa è la prima di una raccolta (almeno così avrei in mente), di one shot AU sulle varie coppie (Het e non uu) che adoro (quale più, quale meno) tutte incentrate sul tema dell'imperdonabile, sul The Unforgiven e sì, tutto grazie ai Metallica se mi è preso 'sto piccio LOL.
Eh beh, vi lascio alla lettura e fatemi sapere il vostro parere con una recensione, soprattutto se avete da fare una o più critiche ahah Senza critica non si migliora ;)
Al prossimo aggiornamento,
Shizue!


The Unforgiven  ~ First [SasukexHinata]

 

 


Gli occhi onice della mora osservavano l'orizzonte dall'alto della collina, il sole stava tramontando lì fuori, un tramonto rosso, che illuminava piacevolmente il paesaggio. Si dice che gli occhi chiari siano pi sensibili e che la luce dia a questi più fastidio di chi ha gli occhi scuri. Sicuramente dava fastidio alla mora, che stringeva le palpebre per non distogliere lo sguardo da quello spettacolo che tanto aveva aspettato quel giorno.
Perchè il tramonto? Perchè aveva bisogno del coraggio di muovere oltre, sapeva che ormai quell'esperienza l'aveva cambiata per sempre e aveva provato a cancellare il passato ma era arrivata all'amara conclusione che il passato non può essere cancellato, che più la colpa è grande più greve è il peso delle sue conseguenze, da portare con sé giorno dopo giorno, fino a che l'anima ormai logora non si sarà divisa irrimediabilmente dal corpo. E lei aveva bisogno di cambiare il suo destino e dal tramonto doveva imparare che al calar dell'oscurità una nuova e fievole luce attendeva di sorgere, un nuovo giorno, forse migliore del precedente, chissà.
Doveva solo sperare e per una volta nella sua vita avere il coraggio di plasmare la propria vita. Proprio come quella volta, una notte di non molto tempo fa.

 

The door is closed, so are your eyes. But now i see the sun.


Hinata Hyuuga, sedici anni, voti perfetti, comportamento esemplare, poco socievole e estremamente timida.
Questo era il ritratto che le avevano dipinto su i compagni e gli insegnanti, ma la giovane Hinata non si sentiva solo quello, anzi, era convinta che nessuno la capisse fino in fondo, nessuno aveva mai tentato di andare oltre la superficie, tutti si limitavano a quella sintetica descrizione e al fatto che fosse la figlia di una delle famiglie più ricche del Giappone e con un bel titolo nobiliare sulle spalle. Era oppressa, su questo non c'erano dubbi. La guardia del corpo ogni volta che usciva di casa, la limousine che l'aspettava all'uscita da scuola, il padre che non c'era mai per lei, tutto questo messo insieme non l'aiutavano certo a trovare un motivo per cui sorridere. Lei voleva essere come i suoi compagni, persone normali che potessero uscire la sera e fare tardi, entrare in casa di nascosto e magari scordarsi di fare i compiti, sicuri che nonostante tutto quando un problema si presenteà alla porta, i genitori saranno pronti ad aiutarli e a supportarli, anche a sgridarli e metterli in punizione se necessario.
“Ehi, Hina-chan! Di nuovo pensierosa?”
Gli occhi chiari della Hyuuga non si illuminarono come si presuppone dovessero fare udendo la voce del suo ragazzo. Il biondo Uzumaki, lo specchio di tutto quello che Hinata avrebbe voluto essere e avere la guardava non molto preoccupato, col sorriso sulle labbra come sempre e le mani poggiate agli angoli del banco, mentre la sua ragazza aveva la testa china su un libro che sapeva benissimo non essere letto, soprattutto perchè Hinata odiava Romeo e Giulietta. Cosa aveva che non andasse lui ancora non l'aveva capito, era da giorni che la mora dagli occhi di pietra continuava a dire che andava tutto bene, quando era evidente non fosse così.
“Sto bene Naruto-kun,” rispose lei sorridendo una volta alzato il capo verso il giovane che la sovrastava e la guardava sorridendo, come il sole luminoso, che ti dava la sicurezza di non perderti nell'oscurità.
C'era un'altra persona in quella classe che, seduta su un banco e accerchiato da ragazzine isteriche, osservava la scena da lontano, immerso nei suoi criptici pensieri mentre la coppietta felice conversava e rideva senza pensieri. Ma a lui non era sfuggito nulla, neanche il fatto che la giovane mora era spenta.. non che gli altri giorni fosse allegra e spensierata, ma quel giorno lo era più delle altre volte. Mettiamola così.
Driiiin.
Il suono della campanella generò non poche facce buie, e qualcuno sbuffò un “che seccatura” ma alla fine era il riflesso di un pensiero comune. Naruto salutò la sua dolce Hina-chan con un bacio leggero che la fece arrossire e poi se ne andò via, diretto alla sua aula, lasciando l'imbarazzata Hyuuga con un sorriso timido sul volto, ma che subito scomparve mentre ripensava alla ricreazione. Ancora una volta avevano parlato solo di lui e dei suoi sogni, per lei non c'era stato tempo.

Ripose la divisa da tennista nell'armadietto e lo chiuse a chiave, si voltò verso l'uscita e si rese conto che era quasi ora del tramonto. Titubante aspettò davanti il suo armadietto torturandosi le mani che teneva dietro la schiena, lì fuori c'era sicuramente ad aspettare la macchina che il padre le aveva mandato, come ogni volta avrebbe attirato l'attenzione di tutti, e molti l'avrebbero invidiata e criticata ancora di più perchè volevano essere al suo posto.
“Ehi, Hyuuga, non vorrai mica far preoccupare paparino, o l'Hammer nera non è di tuo gradimento?” chiese Sasuke Uchiha raggiungendola agli armadietti con il keikogi in mano. Tirò fuori la chiave dalla borsa con l'aiuto dei denti e, buttato a terra giacca e pantaloni, con la cintura nera attorno al collo, aprì quel coso rumoroso e ci ficcò dentro tutta quella stoffa madida di sudore. L'indomani si sarebbe dovuto ricordare di portarsela dietro e lavarla!
“I-Io...” iniziò la mora balbettando, fissandosi i piedi senza neanche vederli. “... s-sono troppo... ehm... v-vistosa, ecco.”
“Cosa...?”
L'Uchiha alzò un sopracciglio, non aveva affatto capito quale problema avesse la mora, e neanche gli interessava alla fin dei conti, ma quel “vistosa” non aveva alcun significato, almeno non in quel contesto, almeno non per lui.
“I-Io...” iniziò a ripetere Hinata, rossa in volto, timida nel non guardare. Non sapeva perchè stesse parlando proprio con lui, non aveva mai avuto molto a che fare con il moro misterioso e sciupa-femmine, ma aveva bisogno di parlare, di dire quelle cose a qualcuno e forse Sasuke, con quella sua battutina crudele, le aveva dato l'input. Ma no Hinata, non piangere, si ripeteva nel sentire i suoi occhi umidi.
“I-Io... perchè non posso essere a-anonima? V-Voglio essere una ragazza normale..”
Inutile dire che questo sorprese non poco il ragazzo che l'aveva attaccata. Non aveva mai provato interesse per una persona che lui neanche considerava, non aveva mai pensato che per lei quello che aveva potesse essere un peso, si era sempre fermato a guardarla da lontano e pensava a lei come ad una mocciosa che aveva tutto e nonostante questo frignava sempre perchè voleva di più.
Oddio, forse lo era in effetti, una persona che ha tutto il desiderabile e che lo voleva buttare via. Ma se ne sarebbe preoccupato dopo.
Se c'era un difetto in quel ragazzo quello era sicuro l'egoismo. Faceva quello che voleva senza fregarsene delle conseguenze, non gli importava nulla degli altri, e fu proprio per capriccio che prese il polso della ragazza che si fissava i piedi e la trascinò con sé, correndo dalla parte opposta dell'uscita. Se qualcuno gli chiedesse perchè l'hai fatto, lui risponderebbe tutt'ora per capriccio.
Dal canto suo Hinata fu presa completamente alla sprovvista, non ebbe neanche tempo di fare domande che già si trovava a correre cercando di mantenere il passo di Sasuke, e voltandosi indietro vedeva ogni volta l'uscita sempre più lontana.
“S-Sasuke-kun! Do...ove...?” chiese tra un respiro e l'altro, ormai pesante per via del passo troppo veloce dell'esile moro. Lo osservava con i suoi occhi chiari, le dava le spalle, ma la sua sicurezza era tangibile, traspirava da ogni gesto, da ogni decisione, dalla sua corsa, dalla decisione con cui le teneva stretto il polso... Aveva sempre sbirciato quel suo compagno di classe di cui sapeva praticamente nulla, sempre così apatico e taciturno, con quegli occhi scuri a cui nulla sfuggiva, ma sempre freddi... inospitali. Tutto il contrario delle pozze azzurre del suo ragazzo, sempre accoglienti e gioiose. In quel momento paragonò Sasuke al buio, alla notte, così impenetrabile e così infinitamente bella. Ma lei amava la luce del giorno, serena e priva di sorprese, sicura. Alla fine dei conti durante il giorno non si brancola nel buio.
“Hai detto che vuoi essere una persona normale? Beh, chiamalo sequestro di persona.”
Aveva detto quelle parole non appena si era fermato e aveva spalancato la porta di sicurezza del secondo piano. Affacciava sulla zona ovest della città, esattamente la zona opposta da quella di villa Hyuuga.
“Wooow,” esclamò spalancando gli occhi e sorridendo come una bambina che vede per la prima volta la neve. Era meravigliosa. Per chilometri e chilometri si estendevano casette di uno, massimo due piani, tutte colorate diversamente, con i tetti di tutte le forme e dai comignoli usciva del fumo colorato che macchiava il paesaggio. E ancora oltre, dove la vista si perde... il mare, con la spiaggia dorata dal sole pomeridiano. Lei non aveva mai visto il mare, il padre era sempre troppo impegnato per portarla al mare e andare con le guardie del corpo.. be' non se ne parlava proprio, preferiva chiudersi in casa.
“Che bello, qui non ci sono grattacieli!” esclamò ancora, lasciando di stucco l'Uchiha.
“No, aspetta, non hai mai visto questa zona?” asserì seriamente scioccato dall'espressione e dall'entusiasmo della sua compagna di classe che, invece di prenderlo a schiaffi, o precipitarsi fuori a urlare a tutti di essere stata rapita da uno psicopatico, o qualsiasi altra cosa! Ma non quello, no decisamente non quello!
La Hyuuga scosse la testa in segno di diniego regalando al moro un sorriso sereno, per poi dirgli: “No, non mi è permesso di uscire dal mio quartiere senza scorta, quindi non esco. Non mi piace essere seguita da un bestione vestito di nero e una macchina altrettanto vistosa, mi fa sembrare diversa.”
Diversa. Forse quella ragazzina nascondeva più di quello che mostrava, forse voleva essere davvero normale, come tutti, e non era solo un capriccio della figlia di un miliardario mal voluto da mezzo Giappone.
“Vieni con me.”
Gli prese il polso ancora una volta e camminando la portò fuori dall'edificio.

Era ormai scesa la notte sul Giappone e i due ragazzi erano fermi davanti ad un'anonima porta di un'anonima casa di quartiere. La giovane Hyuuga rideva, con la giacca in una mano visto che era completamente fradicia.
“Abiti qui?” chiese innocentemente al suo accompagnatore, osservando la finestra senza fiori e il piccolissimo giardino ben tenuto.
“Sì, abito qui.”
Una volta entrati i due giovani si tolsero le scarpe e si divisero. Sasuke andò a cambiarsi mentre Hinata, sentendosi in obbligo con il moro Uchiha, si mise ai fornelli. Avrebbe preparato riso ai calamari e qualche onigiri, così da sdebitarsi del pomeriggio di normalità che lui le aveva regalato. Perchè però non lo sapeva, aveva soltanto capito che oltre la freddezza di quegli occhi anche uno come Sasuke Uchiha sapeva essere una piacevole compagnia.
Quando Sasuke scese, dopo essersi fatto un bel bagno chiarificatore trovò la tavola apparecchiata e le portate già al loro posto. Dietro il tavolo un' Hinata Hyuuga sorridente lo informava che era pronto, nonostante si notasse già.
“Sai..” iniziò d'un tratto la mora mentre girava e rigirava il riso con le bacchette, “sei la prima persona con cui riesco a parlare di questa cosa,” disse tutto d'un fiato, con le guance rosse e senza il coraggio di smuovere lo sguardo dal riso.
“In effetti queste sono cose da fidanzati,” osservò Sasuke con indifferenza, continuando a mangiare come se nulla fosse. Ma implicitamente aveva già capito che in fondo la ragazzina voleva solo mostrare la sua gratitudine. Ma le sue parole la fecero soltanto arrossire ulteriormente, così che il suo viso divenne color pomodoro.
“E'...è che si parla sempre di l-lui,” balbettò sottovoce, più a se stessa che a Sasuke, anzi, forse non voleva che lui sentisse, ma lui aveva sentito eccome, e fece quello che voleva fare già in spiaggia. La tirò verso di sé con decisione e con la stessa decisione la baciò, subito intensamente, senza delicatezza, ma con molta passione. Odiava ammetterlo ma in quel pomeriggio la spensieratezza, il sorriso, gli occhi brillanti e color della luna della Hyuuga avevano fatto breccia.
Lei inizialmente fece pressione per staccarsi ma il suo corpo non rispondeva, lei voleva quel bacio, un bacio che il suo Naruto non le aveva mai dato, proprio come le attenzioni che le aveva dedicato l'Uchiha in quel pomeriggio. Prestò si lasciò andare nelle sue braccia, schiuse le labbra rosee per lasciare che Sasuke si insinuasse e la coccolasse con quel suo fare deciso e carnale.
Lasciò a lui le danze e non perse tempo di accogliere l'invito. Subito la prese in braccio e la portò in camera sua, stendendola sul letto con accortezza, come se fosse così fragile da potersi rompere come il cristallo.
La giovane Hyuuga si risvegliò quando sentì le labbra del moro sul suo collo e la sua mano sui bottoni della camicietta della divisa.
“Aspetta!” urlò mettendosi di colpo a sedere e lasciando Sasuke interdetto e non poco scocciato. Che aveva ora la viziatella?
“I-Io...” ed era arrossita completamente, non si distingueva la sua faccia dal lenzuolo rosso del suo letto. No.. aspetta, questo vuol dire che... !
“Naruto non ha mai scopato con te?!”
Era esterrefatto, anche perchè stavano insieme ormai da sette o otto mesi! Scosso com'era non si era reso conto di aver usato un termine poco carino come “scopato”, come invece l'aveva notato Hinata, rabbuiatasi di colpo. Alla fine tutto quel pomeriggio... probabilmente era solo per questo che l'aveva fatto, per scoparla, come diceva lui, doveva immaginarselo.
“No, non l'ho mai fatto. Ora scusa, ma si è fatto tardi..”
Non finì neanche la frase, si era già alzata e aveva recuperato la giacca appesa al termosifone, cercava di evitare accuratamente lo sguardo dell'Uchiha mentre gli occhi le si erano inumiditi. Ma cosa le era preso? Aveva baciato una persona che non amava, una che non era il suo ragazzo, ma cosa le era saltato in testa? Dov'era finita Hinata? Chi era quella persona? No.. non poteva essere lei.
“Scusa.. non volevo. Solo stanotte, poi sparirò dalla tua vita.”
Quelle parole erano un dolce sussurro al suo orecchio, non si era accorta che l'aveva raggiunta e l'aveva abbracciata. Quel profumo, quelle braccia.. erano così rassicuranti, sentiva che si preoccupavano di lei nonostante lui sembrava non importarsi a lei, anzi quell'abbraccio delicato diceva altro. Anche quel bacio passionale privo di gentilezza faceva capire tutt'altro, sembra strano ma era proprio così, Sasuke Uchiha non era tipo da parlare, ma sapeva farsi capire...
“F-Farà male?” chiese con un filo di voce, stringendo gli occhi, liberando un paio di lacrime solitarie. Perchè lo stesse facendo lei non lo sapeva, però voleva davvero lasciarsi andare tra le sue braccia. Era una persona debole, troppo insicura per abbandonare quella sicurezza e quell'abbraccio. “Cosa?” chiese stupito Sasuke. Con quel “una notte” lui non intendeva fare sesso, cioè non pretendeva così tanto da una ragazza come lei, gli bastava un abbraccio o non so cosa, un po' d'affetto che Hinata sembrava riuscisse a dargli, incondizionatamente, attraverso stronzate come cucinare per sdebitarsi o ringraziare per la giornata trascorsa. Semplicemente voleva quella sua gentilezza velata dalle gote arrossite.
Hinatà ripetè la domanda e lui strinse l'abbraccio, affondando la testa nei capelli scuri della Hyuuga, assaporando ciò che avrebbe strappato al suo amico e rivale.
“Fidati di me e tutto andrà bene.”
La portò sul letto e i baci divennero pian piano di fuoco, le mani esperte di Sasuke slacciarono i vestiti della ragazza con una certa facilit, e lei, con le guance rosse -per una volta non per la timidezza, che aveva lasciato da parte- si era affidata ciecamente a quel giovane con cui non aveva avuto quasi nulla a che fare fino ad allora. Danzarono insieme una danza proibita di fuoco e fiamme, gemettero e respirarono a fatica per tutta la notte, accarezzati dal pallore lunare, eppure Sasuke la trattò come una principessa, delicatissimo e cortese, come Hinata meritava di essere trattata secondo lui.

A ripensarci successivamente Hinata si chiese se davvero perdere la verginità fosse stato doloroso, e se fosse sbagliato il non pentirsi di aver tradito il suo ragazzo e continuare a stare con lui come se nulla fosse, guardando Sasuke di nascosto durante l'ora di matematica.
Ma guardando ora al tramonto lei cercava soltanto il coraggio di cui aveva bisogno per abbandonare la luce a vantaggio della notte. Naruto era il passato, ma non era il presente. Questo ormai l'aveva capito fin troppo bene, lo aveva capito quel pomeriggio e i giorni successivi, quando scorgeva il moro che la guardava, o gli regalava un sorriso fuggevole, la sua teoria si rafforzava sempre più.
Avrebbe, ora, scambiato davvero il giorno con la notte?
In fondo giorno e notte, come la luce e le tenebre, sono nate per coesistere.
Speaks the words i wanna hear to make my demons run.

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: LetShizueGo