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Autore: Akane92    25/02/2013    9 recensioni
Una ragazza è di ritorno in città e sconvolgerà la vita del nostro caro Alpha.
Dal prologo:
" Due occhi grandi e verdi incrociarono il suo sguardo per qualche secondo. Un occhiata veloce che per il lupo fu fatale.
Qualcosa dentro di lui si mosse, all’improvviso. Non ebbe neanche il tempo di capire. I suoi battiti aumentarono, le sue mani tremavano, e i suoi occhi non potevano fare a meno di continuare a seguire quegli occhi magnetici. Strinse ancora più forte il volante della sua auto con i muscoli del corpo tutti tesi. Era una ragazza. Una ragazza dagli occhi verdi e i capelli rossi come il sangue. Sorrideva, mostrando i denti che per Derek in quel momento erano perfetti, insieme a tutto il resto. Era una strega, forse? "
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Derek Hale, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Confused

 

POV Derek

Quella ragazza mi sorprendeva sempre di più. La prima cosa che aveva fatto non appena si era svegliata era stata chiamare suo fratello per chiedere come stesse il suo cane, come se fosse la cosa più importante da sapere in quel momento. In effetti per lei lo era.
Dopo averle raccontato tutto quello che era successo la sera prima, facendola vergognare del fatto che si fosse ubriacata e avesse detto cose senza senso, mi chiese di casa mia e rimase sorpresa del fatto che non ci fosse l’elettricità.
All’improvviso si alzò dal mio letto, mettendosi di fronte a me, e guardandomi in modo deciso. << Derek, ora tu vieni a casa con me e ti faccio vedere cosa significa avere l’elettricità! >>
Mi aveva preso per un uomo delle caverne?  << Ricordo cosa significa avere l’elettricità >>
<< Bene. Ma tu e io abbiamo bisogno di una bella doccia calda e la faremo a casa mia! >>
Alzai le sopracciglia, sorpreso per quella frase talmente ambigua da farmi pensare a noi due sotto una doccia calda. Talmente ambigua da farmi pensare a lei, al suo corpo nudo, alla sua pelle morbida e profumata mentre si insapona sotto l’acqua calda e io che mi godo lo spettacolo. Cominciai a sentire qualcosa che non sentivo da tempo, una strana sensazione di calore e di eccitazione che dovevo assolutamente controllare, altrimenti sarebbe finita male. Probabilmente il mio sguardo stava parlando per me, visto che lei volle subito giustificarsi. << No, che hai capito! Non insieme! Oh, basta, vado a sotterrarmi! >> disse, cercando di allontanarsi da me. Le presi la mano, riportandola dov’era e guardandola divertito. << Non c’è bisogno. Avevo capito >>
Abbassò lo sguardo << Poi magari ti fai una bella dormita nel mio letto che al contrario di questo è caldo e non cigola, mentre io cucino a te e Stiles qualcosa di sano >>
L’idea mi allettava, ad essere sincero. Non dormivo in un letto decente da un po’, e non mangiavo qualcosa di sano da un tempo che mi sembrava indeterminabile, ma avevo altro a cui pensare. Tornai serio, cercando con tutte le forze di non farmi abbindolare. << In realtà, dovrei indagare su cosa è successo ieri >>
<< E devi farlo proprio oggi? >> ecco, proprio quello che temevo. I suoi occhi. I suoi bellissimi e magnetici occhi mi stavano letteralmente implorando di andare a casa sua e passare la giornata con lei. Quei maledetti occhi! << Solo per oggi >> mi arresi.
Sorrise, vittoriosa. << Sì! Oh, immagino tu non abbia neanche una lavatrice >> disse mentre guardava la mia maglietta.
<< Sono andato  in giro per la radura ieri sera >> mi giustificai.  
Lasciò la mia mano, purtroppo, andando verso il mio cassettone dove tenevo i vestiti.  << Quindi se dovessi aprire questo troverei tutti i tuoi vestiti puliti e stirati? >> mi chiese, con le mani già pronte ad aprire il primo cassetto.
Sbuffai, arrendendomi di nuovo. << No >>
<< Bene. Prendi un borsone e metti dentro tutta questa roba .. credo che dovrò fare due lavatrici >>
<< Non c’è bisogno >>
<< Oh, fidati, ce n’è proprio bisogno. Non vorrai ritrovarti con le pulci? >>
Era inutile cercare di averla vinta con una ragazza del genere. Mi alzai, facendo quello che mi aveva appena detto e riempiendo due borsoni con i miei vestiti. Ringraziai il cielo del fatto che mio zio non si trovasse in casa, visto che non avevo alcuna voglia che Hope lo conoscesse.
Quando arrivammo a casa sua, Hope fu travolta dal suo cane che sembrava non la vedesse da anni. Si buttò a terra con lui continuando ad accarezzarlo e ad abbracciarlo, facendomelo poi accarezzare. Questa volta non abbaiò neanche. Mi disse poi che potevo andare in camera sua mentre lei si faceva una doccia, prendendo i miei borsoni. Salii le scale, sentendo il respiro di Stiles che probabilmente stava dormendo e arrivai in camera sua. Il colore che dominava la stanza erano il verde, sembrava di essere in un prato. Al centro della camera c’era un letto singolo con due comodini, un armadio e un cassettone, uno specchio, un paio di librerie stracolme di libri e cd, una scrivania con un pc portatile, anche questa piena di libri e quaderni, mensole su mensole con peluche vari, ma soprattutto foto. Ce n’erano ovunque, sui comodini, sul cassettone, sulle mensole e anche attaccate ai muri qua e là. Ne vidi alcune, notando che molte erano di lei, Stiles e Scott fin da quando erano dei bambini, poi Hope e Lydia, Hope e Kopa, solo Kopa, e foto di famiglia. Notai che su ciascun comodino c’erano due foto: su quello di destra c’erano Hope e Stiles da bambini in una, e un cucciolo di dalmata, Kopa nell’altra; sul comodino di sinistra c’era lo sceriffo sorridente con in braccio due bambini piccolissimi e nell’altra una donna dai capelli rossi e gli occhi verdi che poteva essere la fotocopia di Hope. Probabilmente era sua madre, io non avevo neanche una foto di mia madre, almeno non una foto che non fosse bruciata … Mi concentrai su altro, spostando lo sguardo da quella foto al modellino della Torre Eiffel che si trovava sul cassettone e notai che qua e là per la stanza c’erano simboli o immagini di Parigi. Quella stanza mi fece conoscere meglio Hope.
Mi sdraiai sul suo letto, chiudendo gli occhi e cercando di riposare. Non riuscii ad addormentarmi, continuando a sentire gli spostamenti di Hope in tutta la casa, fin quando non la sentii arrivare in camera sua. Non aprii gli occhi, mentre sentivo che ormai si trovava accanto a me, il suo respiro si faceva più agitato. Aprii gli occhi solo quando sentii le sue dita sfiorarmi la guancia, e vidi Hope sussultare.
<< Hope? >>
<< Scusa! Avevi una ciglia sulla guancia! >> mentì lei, sapendo di mentire.
<< Ma davvero? >> sorrisi, sapendo perfettamente che non era così.
<< E poi non stavi dormendo? Mi hai spaventata! >>
<< Stavo solo riposando gli occhi >> le spiegai, continuando a guardarla mentre forse cercava di calmare i suoi battiti, inutilmente.  
<< Ah. Senti ti ho preso una maglietta di Stiles, è in bagno. Puoi andarti a fare la doccia, se vuoi. I pantaloni di mio fratello non credo ti vadano quindi dovrai aspettare che la lavatrice finisca e che la roba si asciughi! Vado a cucinare >> disse tutto d’un fiato, sparendo poi dalla mia vista. Mi fece sorridere, mentre andavo verso il bagno dove finalmente avrei potuto farmi una doccia calda. Il bagno era ancora caldo e lo specchio ancora appannato, Hope doveva aver finito da poco. Sentivo il suo odore, sentivo il suo profumo in quella piccola stanza. Anche quando entrai in doccia continuavo a sentirlo, sentivo l’odore della sua pelle profumata, sentivo l’odore dei suoi capelli appena lavati .. sotto l’acqua, mi ritrovai a pensare di nuovo a lei che poco prima era lì dentro, senza vestiti e tutta bagnata. Non potevo credere a quello che stava succedendo al mio corpo. Mi sentivo accaldato, e non era solo grazie al calore dell’acqua. Sentivo il mio respiro farsi più profondo, sentivo il mio cuore che ormai stava galoppando a cause del mio cervello che ormai non pensava ad altro che ad Hope. Quando mi accorsi di quello che stava accadendo, spalancai gli occhi. Stavo avendo un erezione, dovuta ad una ragazza. Non mi succedeva da una vita, non in quel modo almeno. Non mi succedeva da quando credevo di essere innamorato di una stronza che mi usò per bruciare viva la mia famiglia! Fu quel pensiero a farmi tornare coi piedi per terra, a farmi respirare affannosamente per la rabbia e non per l’eccitazione. Uscii dalla doccia e rimisi i miei pantaloni, indossando la maglietta nera e troppo stretta di Stiles. Quando uscii dal bagno sentii la sua voce e quella di sua sorella al piano di sotto, mentre preparavano da mangiare.
<< Come mai hai invitato Derek? >> chiese il ragazzino logorroico.
<< Mi dispiaceva lasciarlo solo in quella casa senza acqua calda e cibo >> ecco di nuovo l’uomo delle caverne.
<< E’ stato buono con te? No perché a me minaccia quasi sempre di morte! >>
<< Perché tu te le tiri le minacce >> dissi entrando in cucina, facendolo quasi spaventare.
<< Ciao, Derek >>
<< Stiles >>
<< Sedetevi >> ordinò Hope, mentre metteva dei piatti di pasta a tavola.
<< Tuo padre ti ha detto niente della ragazza? >> chiesi a Stiles, sperando in qualche novità.
<< No, ovviamente. Me ne parlerà quando tornerà, forse >>
<< Possiamo evitare di parlare di omicidi a tavola? Grazie. Buon appetito >> ci disse Hope, cominciando a mangiare. Guardai il piatto di pasta con le verdure, l’odore era invitante e anche l’aspetto, non vedevo un piatto così da troppo tempo.
<< Che c’è? Non ti piace la pasta? >> mi chiese Hope, preoccupata.
<< No, no, mi piace. Stavo solo pensando che non la mangiavo da un po’ .. >> da un bel po’.
<< E da quanto non mangiavi seduto davanti ad una tavola apparecchiata? >> mi chiese suo fratello, mangiando come se non mangiasse da secoli.
<< Da un po’ >>
<< Cosa mangi di solito? >> mi chiese invece Hope, mentre mettevo la prima forchettata in bocca. La ragazza sapeva anche cucinare bene.
<< Roba di fast food, cibo da asporto … >> o niente, magari.
<< Oh, quindi volevi diventare un licantropo obeso e diabetico? >> mi chiese il ragazzino che a breve si sarebbe ritrovato con una forchetta nel collo.
<< Stiles, mangia e sta’ zitto >> s’intromise Hope. La ringraziai con lo sguardo, mentre finivo il mio piatto di pasta.
Il pranzo fu ottimo e mi mise addosso un senso di pienezza e stanchezza insieme, tant’è che quando vidi Stiles sbadigliare, lo feci anche io. Hope ci disse che non aveva bisogno di una mano per mettere a posto, provai ad insistere ma mi rispose dicendomi che dovevo riposare visto che non l’avevo fatto. Andai di nuovo verso la sua camera, sdraiandomi sul letto, questa volta con tutta l’intenzione di addormentarmi. Sentii i passi di Hope e Kopa arrivare verso di me, ma questa volta lei si tenne a distanza. La guardai mentre mi dava le spalle seduta alla scrivania, mentre probabilmente cercava di fare i compiti.
<< Hai sonno? >> le chiesi, visto che stava sbadigliando sempre di più.
Lei si girò, ancora con la mano sulla bocca per coprire l’ultimo sbadiglio. << Un po’, ma io ho dormito stanotte, al contrario di qualcun altro che dovrebbe farlo ora >>
Le sorrisi, cominciando a pensare che era stata davvero gentile con me, alla fine per lei potevo essere un mezzo sconosciuto che aveva incasinato la vita del suo migliore amico e di suo fratello, non mi doveva nulla. Pensai che mentre lei mi aveva offerto una doccia calda, un letto comodo, dei vestiti puliti e un buon pasto, io le stavo praticamente impedendo di riposarsi sul  suo letto. Mi venne in mente che su quel letto potevamo benissimo starci entrambi, magari stringendoci un po’, così mi feci forza e glielo chiesi, sebbene la mia voce stesse quasi tremando.  << Vuoi venire qui? >>
Il suo sguardo cambiò, sorpreso e impaurito allo stesso tempo. << E’ un letto singolo >>
Questo lo sapevo anche io, perché doveva rendere tutto più difficile di quanto già lo fosse? Mi spostai verso il lato sinistro del letto, alzando un braccio verso il cuscino. << Ehm .. magari così va bene >>
<< Sei sicuro? >> il suo cuore stava andando più velocemente di sempre, non lo avevo mai sentito così … non che il mio fosse in condizioni migliori.  
<< E’ casa tua >> le dissi, sperando che la smettesse di continuare a mettermi in difficoltà.
Finalmente si alzò e venne a sedersi accanto a me. << Non ti darò fastidio? >>
<< Stanotte ho notato che non russi né ti muovi molto, quindi non penso >>
Abbassò lo sguardo, imbarazzata. << Va bene >> E facendo un lungo e profondo respiro si sdraiò accanto a me, o meglio si sdraiò sul bordo destro del letto, non mi sfiorava neanche.
Mi feci di nuovo coraggio. << Così cadrai. Vieni >> alzai di nuovo il braccio, mentre i miei muscoli erano più tesi che mai.
Fece come le avevo detto, appoggiando la sua testa sul mio petto, mentre io la cingevo col mio braccio cercando di non stringerla troppo e di non farle male. Il mio cuore stava volando, e sapevo che in quella posizione lei poteva sentirlo perfettamente.
<< Stai bene? >> mi chiese.
<< Sono solo … >> confuso! Dannatamente confuso e non riesco a capire come tu possa farmi stare così semplicemente guardandomi! << … niente. Dormi >>
Non mi chiese né mi disse altro. Vidi i suoi occhi chiudersi e sentii dopo un po’ il suo respiro e i suoi battiti farsi più regolari. Quando fui sicuro che si fosse addormentata, riuscii a rilassarmi del tutto anche io. Mi sorpresi ad accarezzarle i capelli morbidi e profumati, addormentandomi anche io e dormendo sereno come non accadeva da anni.
 
Quando mi svegliai, lei non era più accanto a me. Aprii gli occhi e la vidi seduta al bordo del letto, mentre si metteva le scarpe, e notai anche che ormai era sera. Mi misi a sedere, e il mio movimento la fece girare verso di me.
<< Buongiorno bell’addormentato! >> mi sorrise, mentre si alzava in piedi.
<< Che fai? >> le chiesi, con la voce ancora assonnata.
<< Porto la cena a mio padre, è ancora in centrale, poverino >> mi spiegò, mentre andava di qua e di là riempiendo la sua borsa. << Poi vado da Lydia >>
<< Da sola? >>
<< Con Kopa! >> mi rispose, sorridendo.
<< Perché da Lydia? >>
<< Mi ha mandato un messaggio, vuole che vado da lei a raccontarle tutto >>
<< Ti accompagno >> le dissi, alzandomi anche io.
Alzò gli occhi al cielo. << Non c’è bisogno. Voglio fare una passeggiata >>
<< Ti accompagno >> dissi di nuovo, sperando che non obbiettasse ancora.
Si mise di fronte a me, con le braccia conserte. << Derek, non ho due anni, posso andare in giro da sola >>
<< Quante altre volte dovrò ripeterti che ti accompagno? >>
<< Nessuna, visto che ci vado da sola >>
<< Tanto devo comunque andare a casa >>
<< No, non ci vai >>
La guardai confuso. << No? >>
<< Resta qui e cena con mio fratello, è da solo >>
<< Mi prendi in giro, vero? >>
Mi prese una mano, implorandomi con lo sguardo. << Ti prego >> mi stava di nuovo facendo rimbambire.
Quegli occhi, quei maledetti occhi! << Va bene. Ma dopo vado a casa >>
<< Grazie! >> mi sorrise, non lasciando la mia mano e tirandomi verso le scale.
Mi condusse in cucina, dove c’era già suo fratello che metteva dentro dei barattoli di plastica della carne appena cucinata. << Vuoi portargli altro? >>
<< No, ha detto che vuole restare leggero >> disse lei, mentre si metteva in borsa la cena per suo padre. << Tu dividi la carne che è rimasta con Derek, mangia qui con te >>
<< Cosa?! >> Stiles spalancò la bocca e le braccia, enfatizzando anche troppo.
<< Fidati, neanche io sono contento >> gli dissi, mentre tornavo a guardare Hope.
<< Oh, ma insomma! Almeno vi fate un po’ di compagnia. Quindi zitti! Derek, ho messo i tuoi vestiti fuori ad asciugare, prima di andartene magari vedi se qualcuno è asciutto, ok? >>
Annuii << Grazie >>
Lei mi sorrise, andando verso il fratello << Stiles, fa’ il bravo, ok? >>
<< Mi hai preso un cane? >> lei lo guardò severa, senza dirgli nulla. << Farò il bravo, ma dovresti dirlo anche a lui >> disse, indicandomi.
<< Farai il bravo, Derek? >>
<< Tenterò >> sorrisi, guardando Stiles che invece cominciava ad avere paura.
<< Hai visto? Mi minaccia! >>
<< Non ti ha detto nulla >> disse, baciandogli la guancia. << A dopo >>
Venne verso di me, e alzandosi sulle punte dei piedi riuscii ad arrivare alla mia guancia, baciandola e lasciandomi quasi senza fiato. << Ci vediamo >> mi disse, sorridendomi. Mi limitai ad annuire, mentre la vedevo uscire di casa con Kopa.
<< Bene. Vuoi restare lì e continuare a pensare a mia sorella o magari mi dai una mano ad apparecchiare? >>
Mi voltai verso Stiles, guardandolo serio. << Più parli, più rischi >>
<< Sto zitto >>
E stranamente, lo fece. Almeno fino a quando non terminò di mangiare e decise di dare di nuova aria alla bocca.
<< Quindi … da quant’è che sei innamorato di Hope? >>
Per poco quel ragazzino non mi fece strozzare, dovetti bere un sorso d’acqua per riprendermi.
<< Non sono innamorato di Hope >>
<< Quanto vorrei sentire il tuo cuore che mente >> continuò lui, poggiando la testa sulle mani.
Strinsi i pugni. << Sta’ zitto >>
<< Oh, avanti! Smettila. Ti vedo, sai. Vedo come la guardi, sai chi mi ricordi? Scott! Scott ed Allison. Smettila di guardarmi così! Non mi fai paura … più o meno. E comunque, ho visto come ci sei rimasto quando ti ha dato quel bacio, ho visto anche come avete dormito >>
Maledetto ragazzino troppo curioso e logorroico, lo ammazzerei. << Sta’ zitto, te lo ripeto per l’ultima volta e poi tua sorella si ritroverà figlia unica >>
Mi indicò, sorridendo << Lo vedi! Continui a nominarla! >>
Cercai con tutte le mie forze di evitare di dare ascolto al mio istinto di saltargli addosso e farlo a pezzi.
<< Senti, puoi anche non chiamarlo amore se vuoi, se la parola ti sembra troppo grossa o troppo piccola per mettere fine a tutte quelle resistenze che attanagliano il tuo corpo, ma sai, l’amore va oltre i corpi >>
Non era come diceva lui, non era assolutamente come diceva lui .. o si?
<< Ora ti stai chiedendo se ho ragione o meno. Sai credo di aver letto da qualche parte che quando ti soffermi a pensare se ami o meno una persona, hai già la risposta >>
Non ce la facevo più. Mi mossi verso di lui e lo presi dal collo della sua maglietta, avvicinando il suo viso al suo.
<< Non sono affari tuoi >>
<< E’ mia sorella, è un affare anche mio! >>
<< Vuoi che ti taglio la gola? >>
<< Voglio solo che tu la tratti bene e che non la faccia soffrire, tutto qui! >>
Allentai la presa, pensando alle parole che mi aveva appena detto. << Non lo farò perché non è come dici tu >>
<< Sì, come no. Voglio solo questo, e magari anche che mi lasci andare >>
Lasciai la sua maglietta, continuando a guardarlo arrabbiato. Quel ragazzo aveva la capacità di farmi diventare una belva. << Non riaprire mai più l’argomento e non dirle nulla di questa conservazione >>
<< Va bene, e tu trattala bene >>
<< Va bene. Ora sparecchia >> gli dissi, alzandomi e andando a vedere se qualcuno dei miei vestiti fosse asciutto, mentre continuavano a rimbombarmi in testa le parole di Stiles … “ Quando ti soffermi a pensare se ami o meno una persona, hai già la risposta. “ 







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Ciao a tutti! :)
Avrei tanto voluto finire di scrivere e pubblicare ieri il capitolo, ma per me è stata una giornata orribile e se l'avessi fatto anche il capitolo non sarebbe venuto un granchè! Comunque, spero che vi piaccia ^^ fatemelo sapere, io non penso sia dei migliori xD
Grazie ancore per tutte le vostre bellissime recensioni, ieri sono state le uniche cose positive :) **
A presto! <3


  
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