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Autore: iacomary97    25/02/2013    1 recensioni
Conteggio Parole: 37000 Capitoli: 15 (+ epilogo)
Cosa succede quando Lassiter scopre la verita'? Cosa fara'? Questa storia si basa dopo la sesta stagione di Psych. NON CI SONO SPOILER DELLA 7 STAGIONE, sono solo mie speculazioni su cosa potrebbe succedere. Ho inserito anche altri personaggi della serie Lie To ME.
AVVERTIMENTO: E' SCRITTO IN POV
Genere: Angst, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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A/N: Mi sono accorta che ho superato le 30'000 parole :’)

Scusate per la grande assenza di nuovo. Enjoy.

 

Capitolo 15 – Lunghi viaggi, nuove amicizie e POKER

 

--- SHAWN POV ---

 

Ero ancora completamente addormentato, ma nonostante questo riconobbi il suono dei suoi passi pesanti…

 

Lassiter era uscito dal bar. Mentre osservavo il vistoso livido al polso notai che non era l’unico ad essere ora visibile. Dietro di lui vidi una persona tanto familiare quanto cara.

-Juliet?-

Era li… Dietro le sue spalle a guardarmi.

Mi venne incontro e mi abbracciò.

 

Era passato molto tempo dal nostro ultimo abbraccio ed ero felice, ma allo stesso tempo sorpreso e per questo ero immobile.

Perché è qui? Cosa succede? Da quanto è qui? Come mi ha trovato?

Mentre mi facevo queste domande, trovavo già la risposta.

 

La prima mi diede la forza di abbracciarla a mia volta.

La Chief Vick le aveva mentito ed era qui per assicurarsi che stavo bene. Fino a qui.

Per me.

La strinsi più forse e la sentii singhiozzare. La sua ansia e paura per me si stavano mostrando. La avvicinai e la strinsi forte.  Essendo al suo posto avrei provato lo stesso.

 

O forse anche peggio.

 

La spostai dal mio petto e con le mani se spostai i capelli dal viso.

-Ehi, ehi!  E’ tutto apposto.- Lei mi sorrise. –Dobbiamo chiarirci bene, devo aggiornarti. Sono successe così tante cose…e-

 

Qualcuno tossì.

-Ehm…- Mi girai verso Hornstock. –Non vorrei disturbare questo momento tra di voi. Ma… Shawn, sei tu che mi hai chiamato.-

-Eh si. Lo so…- Il mio sguardo non sapeva chi guardare…

Poi Gillian mi salvò. – Beh, Hornstock se davvero vuoi aiutare il tuo amico basta che vai in quella stanza li in fondo. Di che ti mando io e… se ti fa una domanda rispondi: Whiskey Rosa.-

Lui la guardò strana. –No, non esiste. E’ solo la nostra parola di sicurezza… non fare domande…-

Lui incominciò a camminare. Lei si voltò poi verso Juliet ancora confusa dalle sue parole.

-Ciao Juliet. Piacere di conoscerti. Io sono Gillian Foster.- Le mandò un sorriso contagioso. –Beh, porto via il detective così potete parlare tranquilli.- Più la guardavo e più i suoi atteggiamenti assomigliavano a quelli di una fangirl.

Mi girai verso di Lassiter che la guardò storta.

-Non intendo per nessuna ragione farmi riattaccare sulla sedia.- Si mosse per non farsi prendere.

Juliet si alterò un po’.  –Ehi aspetta! Perché l’hai attaccato?-

-Beh stiamo aiutando il tuo ragazzo. E’ stato lui a chiedere il nostro aiuto per incastrare Shawn.-

Questa volta verso Lassiter –INCASTRARLO?!-

Era chiaramente confusa.

–Quindi, non sei qui per trovare il serial… Non sei in pericolo?-

Il suo sguardo era su di me… paziente e stanco nello stesso tempo.

Avevo una certa paura a rispondere chiaramente quindi dissi –Non in pericolo di vita…-

 

Ci fu una piccola pausa.

-In che senso?-

 

Lassiter mi interruppe. –Te lo sei scordato? Lui è un falso sensitivo!-

Stavo per difendermi, ma mi superò Gillian –Per colpa tua!!-

-Certo per colpa mia!-

 

-Ehi ehi EHI!!- Juliet era irritata. –Volete spiegarmi cosa succede invece di accusarvi a vicenda?-

 

Lassiter si fece avanti… -Allora… erano molti giorni, che eri disattenta e ti ho dato dei giorni liberi. Con te, anzi anche prima Spencer era sparito. Pensavo quindi che avevate litigato e per questo ero molto contento… - Gli mandai una linguaccia.- Beh scusa… Nonostante questo, ho avuto molte difficoltà a lavorare con il tuo sostituto… un grande incapace peggio di lui.- Mi indicò con nonchala… non sha… beh senza voglia. –Fatto sta che non riuscivo a finire i casi e quindi mi sono ridotto addirittura a portargli il lavoro a casa. Ma l’ho sentito gridare dicendo che ti aveva detto che non era  un sensitivo e che lo avevi lasciato.-

Juliet a quell’affermazione mi lanciò un’occhiataccia. –Non è vero!-

Scrollai le spalle come risposta.

-Vabbè. Poi sono partito e sono arrivato qui, per trovare un modo per incastrarlo… anche se… poi in realtà mi si sono rivolti contro e mi hanno legato alla sedia. Che senso c’era non ho capito.-

-Beh, mio marito mi ha chiesto di farlo. Avresti rovinato l’interrogatorio.-

-In che modo?-

-Distraendolo forse?-

-Ehi, ehi!- Jules calmò di nuovo tutti. Fece una pausa. Poi si girò lentamente verso di Lassiter. Capii che stava incominciando a capire qualcosa…

-Non… non ne hai parlato con nessuno, vero?-

-Ehm…a parte Marlowe… no. Ma perché me lo chiedi?-

-Perché!?- Juliet era… non riuscivo a capire… era ancora avvolta da una montagna di emozioni. Era confusa. –Se si viene a sapere lui…-

A quel punto la presi a un braccio e la portai con me un po’ più  distante dai due.

-Juliet non ti preoccupare.-

-Come faccio a non esserlo?-

-Sono qui apposta per sistemare tutto.-

La guardai negli occhi… Capii che non potevo rimandare… Con un cenno dissi a Gillian che sarei andato a parlare con Jules nella stanza dove avevo fino a poco tempo fa, dormito.

La presi dalla manica.

-Vieni Jules. Dobbiamo parlare.- Incurvò un po’ le labbra verso l’alto e mi seguì.  

 

 

 

--- LIGHTMAN POV ---

 

-Non ci siamo! NON CI SIAMO!- Sbattei ancora l’ennesimo inutile foglio sul tavolo con esasperazione. Tutti avevano trovato modi infallibili per aiutare il ragazzo nella “riabilitazione” (così uno degli idioti aveva chiamato la procedura). Il problema era quando attuarli. Infatti se usati a caso sarebbero stati tutti disastrosi.

Cambiare il nome e il sottotitolo dell’agenzia era una cosa necessaria da fare ma farlo immediatamente era sospetto e… poteva creare domande. La stessa cosa con il chiedere finalmente una licenza da detective privato (Si, a quanto pare non si era mai messo in regola), ma prima doveva essere finalmente ufficializzato da tutti come un non-sensitivo. Si poteva far causa al detective (sarei stato dalla sua parte, per la maleducazione del detective Lassiter), ma non credo avrebbe denunciato il partner della sua fidanzata… Una persona aveva anche detto che poteva fingere di aver perso i suoi poteri, ma c’era il pericolo che nessuno poi lo avrebbe contattato, ma forse il problema più grande era proprio il suo. Era un narcisista accanito, e non credo avrebbe fatto finta di aver avuto i poteri quando tutto quello che lo ha portato qui sono state le continue litigate con il padre e continui ed estenuanti allenamenti. Stava anche per perdere la vita più volte e… neanche io avrei mentito sulle mie abilità.

Quindi mi rifiutavo io stesso a fargli una cosa del genere. Cosa fare?

Ormai era diventato un personaggio abbastanza pubblico in Santa Barbara. Era comparso molte volte sui giornali e la tv locale, e qualsiasi scandalo avrebbe rovinato lui, la sua famiglia e le persone da lui arrestate, molto probabilmente, liberate.

 

-Ehm… scusa?-

Dietro di me c’era un avvocato mai visto. Aveva la cravatta un po’ sporca di caffè, ma a parte quello era un tipo tutto perfettino, capelli gellati, smoking stirato…

-Esci!- Mi alzai in piedi per buttarlo fuori. Possibile che nessuno lo aveva visto entrare?

-Wiskey rosa…-

-Uh…- Gli tolsi le mani dalle spalle e mi ributtai sulla sedia… -Che vuoi?-

-Shawn mi ha chiamato. Sono un suo amico e… gli devo un favore… Mi dovete aggiornare però che non lo vedo da un po’.-

-E come ci dovresti aiutare?-

Mi guardò come se fosse ovvio. –Sono un avvocato.-

-Anche loro lo sono.-

-Ma evidentemente non sono abbastanza bravi per risolvere in problema.-

-EHI!- Tutti gli avvocati si sentirono offesi.

-Calmi voi!- Mi rigirai verso il tipo. –Grande risposta. Beh, eccoti tutto. Il fatto è questo: Lassiter lo vuole incastrare. Ma noi lo vogliamo aiutare.-

-Ehm… puoi spiegare meglio… è da… ehm… ben 7 anni che non lo sento.-

-Wow… beh.. allora: Shawn ha litigato con la ragazza, cacciato di casa va dall’amico e parla del perché. Lassiter lo sente e scopre che non è un sensitivo. Ci chiama, annoiato dagli altri casi, accetto il suo. Arriva in ufficio e lo interrogo. Devo incastrarlo per conto suo. Vediamo tutti il file di Shawn. Cambiamo idea, lo aiutiamo ma non sappiamo come. E ora entri in gioco tu. Eccoti le idee degli altri avvocati. … Vedi un po’.-

-Wow… non è un sensitivo.-

-Non lo sapevi?-

-Ho passato 7 anni dandolo per scontato… L’avrei potuto capire.-

Guardò un po’ il foglio e poi mi disse.

-Sei in buoni rapporti con l’FBI?-

-Ho lavorato spesso con loro ma ora… siamo in una pace neutrale ma mi devono qualche favore. Perché?-

-Ho ben due piani. Ma mi servirà il tuo aiuto per renderli effettivi.-

Guardò il gruppo ed esclamò –Mettiamoci al lavoro!-

 

 

 

--- JULIET POV ---

 

Ero dietro di Lassiter e lo vedevo. Era li. Proprio li.

Sano e salvo. Avrei voluto chiedere così tante cose ma non avevo la forza di farlo, volevo prenderlo a pugni per essere andato via in quel modo ma volevo anche baciarlo in quell’istante, anche davanti a tutti. Non riuscivo a muovermi ma volevo abbracciarlo, sentirlo vicino.

Non sentirlo più distante.

-Juliet?-

 

Lo abbracciai. Lo tenevo forte, stretto e misi la testa sul suo petto. Sentivo il suo cuore, battere e battere. Sentii il suo profumo, di ananas ovviamente. Era qui. Nel mio abbraccio. Al sicuro e non sotto le grinfie di qualche psicopatico.

Senza nemmeno accorgermene iniziai a singhiozzare e poi a piangere silenziosamente. Non ce la facevo più. Il nervosismo e l’ansia di perderlo era scoppiato tutto in quell’istante.

Finalmente lo sentii contraccambiare l’abbraccio.

 

Cercò di calmarmi con alcuni sussurri poi mi spostò dal suo petto e mi aggiustò i capelli.

-Ehi, ehi!  E’ tutto apposto.- Gli sorrisi. –Dobbiamo chiarirci bene, devo aggiornarti. Sono successe così tante cose…e-

 

Qualcuno tossì. Dopo aver parlato con Shawn, il tipo se ne andò in un ufficio, seguendo le direttive della bionda. A quanto pare l’avvocato era venuto per aiutarlo. La proprietaria (credo) dell‘ufficio poi si presentò, parlava veloce ed ero confusa ancora dalle notizie precedenti. Ma mentre cercava di portare via Carlton, lui saltò via dicendo che non lo avrebbe attaccato di nuovo.

–Ehi aspetta! Perché l’hai attaccato?- Era stata lei quindi… Che diavolo aveva fatto di male?!

-Beh stiamo aiutando il tuo ragazzo. E’ stato lui a chiedere il nostro aiuto per incastrare Shawn.-

Mi girai verso Carlton –INCASTRARLO?!-

A questo punto volevo una spiegazione…

 

Abbassai la voce e girai lo sguardo verso Shawn.

–Quindi, non sei qui per trovare il serial… Non sei in pericolo?-

Trattenni il respiro con la speranza che mi disse di no. Fa che è tutto ok, fa che non deve andare…

Lo guardai, in attesa di una risposta.

–Non in pericolo di vita…-

 

…grazie al cie- ehm… cosa?...

-In che senso?-

 

Carlton e Gillian continuarono ad urlarsi addosso.

-Ehi ehi EHI!! Volete spiegarmi cosa succede invece di accusarvi a vicenda?-

Carlton iniziò a spiegare. Inviai un occhiataccia a Shawn quando disse che ero stata io a lasciarlo. Per la scrollata di spalle capii che avevano tratto loro le conclusioni dato che Shawn non aveva specificato cosa era successo.

Mi distrassi ancora, e mi ritrovai poi a separare di nuovo i due.

-Ehi, ehi!-

Capii comunque che voleva incastrare Shawn. Non era per niente una buona cosa. Se si fosse saputo, tutte le persone che  erano state arrestate con l’aiuto dell’agenzia Psych, sarebbero state rilasciate e…

Lui sarebbe stato rovinato a vita.

Non avrei potuto più lavorare con lui, divertirmi durante un appostamento e rendere divertente anche il noioso lavoro di ufficio solo per vedermi sorridere.

Potrebbe anche essere arrestato e… finire in pericolo in prigione con molti assassini che lo vorrebbero morto.

Non potevo pensarci…

-Non… non ne hai parlato con nessuno, vero?-

-Ehm…a parte Marlowe… no. Ma perché me lo chiedi?-

-Perché?!- Lo avevano capito tutti tranne lui? Come faceva a non capire… -Se si viene a sapere lui…- Mi faceva male solo a pensarlo.

Mi sentii tirare ad un bracciò. Shawn mi spostò giusto davanti alla porta della stanza da cui era uscito.

-Juliet non ti preoccupare.-

-Come faccio a non esserlo?-

-Sono qui apposta per sistemare tutto.- Lo avevo capito… ma…

Mi guardò negli occhi. Cercai di dirgli che volevo stare solo un po’ con lui. Forse mi capì. Inviò un gesto a Gillian e prendendomi dalla manica mi incitò ad entrare.

-Vieni Jules. Dobbiamo parlare.- Gli sorrisi stancamente e lo seguii.

 

Mi fece entrare nella camera e lo riconobbi.

La coperta era tutta buttata ad un lato e al centro del divano erano ammucchiati dei cuscini. Aveva sempre questa abitudine di abbracciare o me o un cuscino. Sempre, a letto, sul divano, anche mentre giocava con dei bambini. Quella volta si era preso il raffreddore proprio perché sul cuscino doveva sedersi.

 

-Ma Jules, anche i cuscini hanno dei sentimenti.-

-Shawn, cosi ti ammali.-

-Meglio ammalarsi che far soffocare a morte tutti questi animal-cuscini.-

 

-Ahhhhh- Tutti i bambini si alzarono di colpo.

-Non prendetelo sul serio, sta scherzando.-

-Non sto scherzando. Ragazzini, avete mai visto Toy Story?-

-E' solo un film.- Disse il nerd del gruppo.

-Un fantastico film aggiungerei. Ma se... questo film dicesse la verità...-

Anche l'ultimo bambino che era un bel po' grassoccio si alzò.

Shawn si alzò in piedi soddisfatto. -Bene bambini.-

Poi si incominciò ad allarmare.

-Chi comprerebbe a dei bambini un animale così... Tu, riccio e con la maglietta rossa. Puoi anche risederti. Quel procione può recare solo danni se salvato.-

 

-Shawn, basta. Vogliamo continuare le indagini?-

 

Mi piaceva guardarlo con dei bambini. Era troppo dolce e divertente allo stesso tempo. Era divertente vederlo parlare di cartoni animati con loro. Io non li guardavo e mi diceva che ero troppo seria.

Corse al divano e sistemò un po’ tutto. -Vieni Jules.-

Mi fece sedere e lui incominciò a mordersi la guancia… cosa che faceva quando era nervoso. Evidentemente non sapeva se stare seduto o in piedi, e iniziò a camminare a cerchio davanti a me. A questo punto lo tirai a me facendolo cadere sul divano.

-Shawn… parla.-

-Non so…- Si guardava intorno… non sapeva dove guardare e non sapeva cosa dire.

-Shawn.-

-Ho sbagliato… ho sbagliato a fuggire in questo modo… e… mi dispiace. Però…- Tratteneva ogni parola, e parlava come se ogni parola potesse rovinare tutto. Di solito era l’opposto di questo Shawn, introverso, timido, impacciato, e soprattutto senza parole. Questa parte di lui l’avevo notata un paio di volte ma l’ho conosciuta quando ci eravamo messi insieme. Questa “versione” di Shawn era profonda e misteriosa, appariva solo nei momenti seri e quando mi doveva dire qualcosa di importante. Qualcosa mi disse che mi avrebbe fatto un discorso molto bello e lungo. Adoravo questa parte di lui perché era preziosa e rara da vedere e… Dopo il discorso in Canada sulla sua moto… il discorso al nostro ritiro amoroso sulla sua disponibilità… e anche quello che capii solo anni dopo sui pacchetti di cereali e i loro preziosi premi…

Come si faceva a non amarlo?

 

Gli presi le mani e lo rassicurai.

-Però… ci sono dei motivi per cui me se sono andato. In quei mesi ho pensato a qualunque idea o modo per non farti soffrire, per non avere conseguenze… Ho sempre voluto dirti la verità ma… per un motivo o per un altro… non potevo. Appena… appena ingaggiato non potevo dire la verità, mi avrebbero arrestato… più avanti andavo e più le responsabilità crescevano… Prima Gus… poi mio padre… Poi ho aperto l’agenzia e… sinceramente non mi era nemmeno passato per la testa… Poi sei entrata tu nella mia vita… Non ti potevo dire la verità. E’ vero. Siamo subito entrati in sintonia e anche diventati amici… ma non potevo rischiare Gus. Poi… poi ho davvero capito che eri importante per me ma… ho trovato Abygail.- La sua ex… ogni volta che la sentivo nominare mi ricordai di quell’intero anno a capire cosa provavo e quello che dovevo fare. Era stato un intero anno ambiguo tra di noi. La stessa sera in cui lui aveva invitato Abygail ad uscire io decisi di fare un passo avanti… Era inevitabile la conseguenza. Lui non poteva abbandonarla di nuovo quindi mi feci da parte io. –Come ho detto anche a lei… Al tempo del liceo, come poi negli anni successivi, non avevo mai avuto problemi con le donne, tranne con lei. Le chiesi di uscire e… mi nascosi dietro un albero, impaurito. Poi uscii con altre, sempre senza problemi. E… non ti sto dicendo questo per farti ingelosire.- Rise. –Ma per dirti che secondo me, se non fosse per principi e per rispetto, io quella sera… e anche la sera dopo… e la sera dopo… avrei scelto te. Credo che un'altra volta, quella sera mi sia nascosto dietro quell’albero per paura dei miei stessi sentimenti per te.–

-Shawn…-

-Jules io… ti amo e… sei la prima a cui lo dico. E l’unica a cui lo dirò. Non ho mai provato nulla simile a questo in tutta la mia vita.-

-Shawn…- Sorrisi… e lo baciai.

Era passionale, ma veloce. Volevo sentire cosa avrebbe detto dopo questo capolavoro.

-Ti sei di nuovo scostato dal punto.- Si mise a ridere e io lo seguii.

-Abitudine.- “Riavvolse il nastro” con la mano sulla tempia, prese fiato e continuò. –Ok. Eri diventata davvero importante per me e mi convinsi che non potevo continuare a mentirti, ma poi… hai detto qualcosa che non posso ancora scordare. “Tutto è al di sopra della legge.” Avevi arrestato tuo fratello. Tuo fratello… Quindi per paura mi nascosi di nuovo ad aspettare il momento. Il momento che arrivasse da solo. Ma dovevo cercare io quel momento. Non feci in tempo e… venne… venne lui.- Capii a chi si riferiva. Declan. –Ti ha portato via e… ho… ho capito di essere stato un codardo e di aver buttato nel cestino la mia fonte di felicità.-

Mi ricordai che mentre quella spia veniva arrestata… Shawn parlava con Gus della gelosia che provava per me. Del fatto che mi voleva felice, ma per essere felice anche lui, cosa che ovviamente voleva, allora dovevamo stare insieme. Quel momento aveva cambiato tutto.

-Poi sono venuto a salutarti prima della partenza e… tu…- Chiuse gli occhi e ricordò il momento. Sorrise.

-Mi sei saltata addosso.-

-Non ti sono saltata addosso.-

-Chi ha la memoria fotografica?-

Questa volta fu lui a prendermi le mani.

-Jules… quello che voglio dirti è che… Finalmente, dopo tanto tempo ho trovato finalmente la felicità stando con te e… Non volevo e… non voglio ritornare quello di prima… Non voglio lasciarti… e non ti lascerò mai. Ma non voglio nemmeno che succeda il contrario. Perdonami. E lasciami tornare a casa. Insieme.-

Le mie emozioni mi stavano assalendo. In senso buono ovviamente.

Come potevo non sciogliermi dopo una dichiarazione del genere?!

-Fallo per me almeno. Sai bene quanto mi fanno male gli abbandoni.-

Mi misi a ridere ricollegando gli avvenimenti precedenti. –L’ho imparato a duro prezzo due mesi fa(1)…-

-Ti ho fatto spaventare…-

-Potevi farti ammazzare!-

 

Lo abbracciai.

-Non ti lascerò.-

Vidi quant’era felice e quanto a mala pena tratteneva il “ballo vittorioso”. Credo anche che non lo facesse, perché Gus non era li, mi fece sorridere.

Era l’unico che riusciva a farmi ridere, poi commuovere, e poi morire dalle risate nel giro di 10 minuti.

-Quindi tutto apposto?-

-Tutto a posto.-

Mi baciò. Lo sentii ancora sorridere.

-Per quanto voglia rimanere attaccato a te, devo davvero andare. Chiamo Gus, sono giorni che non lo faccio e vado a vedere se hanno trovato una soluzione.-

-E che… che faccio…-

-Uhm… Non so… Riposati un po’. Si vede lontano un miglio che sei stanca.-

Non pensavo si vedessero così tanto le mie occhiaie…

 

Alla porta mi sorrise e si allontanò.

Mi distesi un po’ sul divano e mi avvolsi nella coperta in cui Shawn aveva, apparentemente dormito.

Poi presi uno dei cuscini più deformati e pensando che era Shawn ad averlo ridotto così, lo abbracciai a mia volta.

Stavo per stendermi quando qualcuno bussò alla porta.

Lassiter era entrato, pronto per parlarmi.

-Ciao, O’Hara.-

 

 

 

--- LIGHTMAN POV ---

 

Forse avevamo terminato. L’unico modo era prepararsi e essere pronti a qualsiasi possibile denuncia.

Si. Non potevamo fare altrimenti. Però avevamo creato un gran piano. Anzi 2, ma avrei dovuto aiutarlo Perché anche se non volevo non potevamo fare altrimenti.

Quello che mi rincuorava era che l’unico posto dove sarei potuto andare in vacanza, senza paura di finire ingaggiato in un caso, allora sarebbe stata proprio la California.

Non avrebbero più ingaggiato me, ma lui.

Da quando ho iniziato a stare con Gillian ho capito che le vacanze erano fantastiche e… che era fantastico passarli senza casi per la testa. Forse il problema era proprio questo.

L’unico modo per stare con lei era lavorarci insieme, e dato che preferivo stare con lei che stare in vacanza, preferivo allora lavorare…

Non andavo quasi mai in vacanza, e a pensarci le poche volte che le facevo Gillian era tra i membri del gruppo.

 

 

Comunque, dicevo. Eravamo arrivati a due soluzioni. Poteva scegliere.

Poteva continuare con la sua agenzia, collaborare con la polizia, scegliere i casi da fare, avere orari quasi-flessibili ed avere un modus operandi personalizzato. Non poteva però tenere una pistola, e non poteva sparare con essa, nemmeno per difesa (ma questo poteva dipendere da caso a caso), e in caso di pericolo non chiedere i rinforzi. Poi se qualcosa gli fosse successo, non poteva avere nessun tipo di indennizzo dato che è solo un consulente.

 

O poteva soddisfare il sogno di suo padre e anche il suo di quando era bambino, diventare un detective. Questo però implicava un corso avanzato all’accademia di polizia, non poter lavorare più con Gus e ne con Juliet. Per Shawn e le sue abilità si poteva comunque chiudere un occhio, evitando però i casi personali. Se una cosa del genere succedesse, lui sarebbe irrefrenabile ma sarebbe un pericolo per se stesso e gli altri. Non riuscivo a vederlo come poliziotto. Uno come lui, testardo, infantile, incosciente e impulsivo non poteva per niente essere oggettivo.

 

-Quindi… come cominciamo avvocato?-

-Beh, avendo eliminato tutte le soluzioni più semplici, ne è rimasta solo una con cui iniziare. Io stringerei un accordo con l’FBI e il sindaco.-

-FBI? Sindaco?-

-Beh pensa un po’, qual è l’unica cosa che permette di mentire nel mondo della polizia e dello spionaggio?-

-…-

-Avrai visto anche tu molti film nella tua vita.-

-Quando ero giovane. Poi ne ho visti solo per lavoro.-

-E un tipo tutto lavoro e niente divertimenti?-

-I divertimenti ci sono ma non sono la priorità.-

-Comunque so che ha capito. L’avrà fatta anche lei una esperienza del genere… una missione…-

 

 

--- LASSITER POV ---                                                             

 

La signora mi portò via un'altra volta. Ero sinceramente stancato di questo accanimento contro di me.

-Senti non c’è bisogno di trascinarmi avanti e indietro.-

Mentre, parlavo Shawn e Juliet entrarono insieme in una stanza chiudendo la porta.

-E non c’è bisogno di trattarlo in questo modo. Che ti ha fatto?-

-Non farmi tornare su questo discorso.- Ne avevo già parlato ma sembrava non capire. Non poteva capire.

-Lo faccio invece. Non so cosa successe nello specifico ma… Sono una psicologa. So come vanno le cose, e so quando le persone mentono… anche se a metà.-

Alzai lo sguardo verso di lei.

-A te da fastidio una cosa in particolare di Shawn. Sappiamo tutti come è, all’esterno. Ma tu lo conosci da più tempo quindi hai avuto modo di vederlo in azione. So che hai cambiato idea. Lo reputi un gran detective ora, anche se non lo ammetti.-

-E’ proprio questo il problema… voi psicologi andate a vedere sempre vari problemi, il carattere… L’unica cosa che mi ha dato sempre fastidio erano i ciarlatani, i falsi e i chiromanti. Io non credo nel sovrannaturale. Il fatto che tutti gli davano ragione per quello che diceva… Ho sempre pensato che avesse sempre fortuna… e mentre io ho sempre lavorato, duramente per ottenere quello che ho avuto… a lui bastava un solo indizio che aveva tutte le attenzioni e gli onori. Solo il fatto che un ventenne venisse in centrale a dirmi cosa dovevo o non dovevo fare era…-

 

-So e sai anche tu che non è così ma… Capisco.-

 

Sorrise.

-Cosa capisci?-

-Cal. Mio marito. La prima volta che ha lavorato con, mi sa che l’hai incontrata, Ria Torres. Beh lei è una di quelle che ha un dono, riesce a capire se la gente mente o nasconde qualcosa. Alcuni nascono di natura così. Intuito, o qualcosa di simile. All’inizio anche lui non riusciva a sopportarlo. Dopo 30 anni di ricerche è diventato quello che è, mentre lei nascendo con questo dono ha risparmiato molti anni. Non è infallibile e deve ancora imparare, ma ha un passo in più.-

-Ma non è che non riesco a sopportarlo. Non sono un egocentrico, quando vedo che sbaglio, lo accetto e imparo. Lo ammetto. All’inizio non ero molto sveglio. Se lo fossi stato avrei potuto anche arrestarlo anni prima di conoscerlo.(2) Ma da lui cosa posso imparare? Non posso diventare magicamente fortunato. E il suo modo di investigare è puramente casuale. Chi accuserebbe un tirannosauro di omicidio?!(3) Chi?-

-Deve essere sicuramente fortunato a non essere stato ucciso in questi sette anni, ma conosci davvero le sue abilità per giudicarlo?-

-Io… no. L’ho scoperto da poco ma… Se questo riuscirebbe a migliorare il mio lavoro… allora… vorrei conoscerle.-

 

-Immagino che hai cambiato idea.-

-Non è il fatto che ho cambiato idea… Volevo solo che venissi comparato ad un detective… non ad un…-

-Ok Ok.-

 

-Beh quindi cosa rimane da fare?-

Mi sentivo tanto stupido… Ero stato impulsivo e ora mi trovavo nella condizione di dover guidare fino a casa… Dalla capitale alla California…

-Beh qui mancano gli ultimi preparativi e saremo pronti per aiutarlo. Tu puoi anche andare a casa… Ma se vuoi bene alla tua partner- Era una minaccia?! –Allora attento con chi parli e cosa dici.-

-Beh allora vado a salutare Juliet e poi vado…- Spencer usci fuori proprio in quel momento. –E quella conversazione… non ho detto niente.-

 

Senza aspettare una risposta mi affacciai alla porta. Alla mia destra sentii Spencer parlare con Guster, degli ultimi episodi di The Mentalist che si era perso nelle settimane precedenti. Sembrava molto arrabbiato perché gli stava anticipando tutto. Ritornai a O’Hara, e fu li che mi notò.

Mi avvicinai. –Ciao, O’Hara.-

-Che avevi in testa?-

-Solo stanchezza. Ero stanco di dovermi sempre paragonare ad un ciarlatano. Volevo solo mostrare a tutti quello che era, un detective come me. Volevo solo un confronto a pari.-

Si mise a riflettere e poi rise. –A pari? Guarda che ora che abbiamo capito che NON ha aiuti dagli “spiriti” non ci facciamo una bella figura… Non so come pensi che sia pari questo ma… in tutto questo tempo era lui a non essere al nostro pari. E’ come se lo avessimo sottovalutato tutto questo tempo.-

 

Il ragionamento non faceva una piega. “Mi hai battuto anche stavolta Spencer” pensai.

-Beh io penso di andare… devo ritornare fino a casa con la macchina.-

Aveva gli occhi di fuori… -Sono 4000 kilometri!!- 

-Non posso certo lasciare la mia piccolina qui. Inizio ad andare.-

Si mise a ridere sul soprannome della mia auto per l'ennesima volta e uscii.

 

Shawn stava ancora litigando con Gus e gli riattaccò il telefono in faccia. Con due tazze di caffè, anche la bionda entrò nella stanza dove era ora seduta O’Hara.

 

 

--- SHAWN POV ---

 

-Dice il bugiardo…-

-Shawn sono serio, nella prima puntata c’è una rissa tra i federali e il CBI.-

-GUS… Gus, non essere Felipe.(4)-

-Chi diavolo è Felipe?-

-Un guastafeste proprio come te. Non voglio parlarti!-

-Così ti impari. Mi hai fatto preoccupare, sei sparito così senza dirmi niente. Sono il tuo migliore amico.-

-Vedrai quando torno.-

-… Shawn, non azzardarti a…-

 

Gli attaccai il telefono. Sapeva benissimo quanto tenevo a quella serie…

-Ehi Shawn!-

Mi girai. Da una porta sbucò Hornstock. –Ehi, vieni qui. Devi venire a scegliere.-

Scegliere? Incuriosito entrai nella stanza. Lì, trovai il mucchio di persone che avevano lavorato per me.

-Ehm, scegliere.-

Lieboy iniziò a spiegarmi tutto. Evidentemente il mio amico era riuscito a dare una grande svolta nella soluzione. Così bravo che ne trovò due.

-Per entrambi l’FBI ti manderà un contratto da firmare. Per poter… poter usufruire del loro aiuto dovrai accettare alcune condizioni…-

 

Contratti… uff… Parole e parole e parole e parole…

Noia.

Nota a me stesso: Ricordare di consegnare i contratti a Gus.

L’ultima volta avevo combinato un casino non leggendo quei noiosi contratti e avevamo dovuto risolvere

tre casi su quattro a gratis per un azienda privata.

Si era proprio arrabbiato…

 

-…quindi leggili bene d’accordo?-

-Certo…- Mi ero completamente perso una parte del discorso, ma una cosa era certa: dove erano i fascicoli? -E me li dai?-

 

-Te l’ho già detto. Arriveranno a breve. Intanto voglio sapere come hai fatto a guardare attraverso il vetro.-

- Ah ha… beh, mi spiace ma non te lo dico…-

 

Mi lanciò un sorriso, almeno credo, e poi guardò gli altri nella stanza.

- Grazie a tutti per il vostro contributo. Potete andare.-

 

Prima di andare anche lui, Hornstock mi diede il suo numero.

-Una di queste settimane dovrei passare in California. Mi piacerebbe lavorare con te di nuovo. Poi ti faccio sapere. Ciao.-

 

Appena se ne furono andati tutti, liberò il tavolo da tutte le cartacce e aprì un mobile. Prese una tovaglia verde e la poggiò sul tavolo, poi due bicchieri e un posacenere.

Si abbassò ancora di più, e da uno spazio segreto nel mobile fece uscire un set da poker, incluse di fiches.

-Oh.-

-Questo non me lo puoi negare.-

Posò lo scatolo sul tavolo e lo aprì disponendo velocemente sul tavolo e con agilità tutte le carte. Da uno spazio più nascosto ancora tirò fuori due sigari molto costosi.

-Sono dei sigari cubani?-

-Intenditore? Non ti ci facevo.-

-Infatti non fumo. Ma sono identici a quelli usati in Black Hawn Down.-

Rimise a posto quello che era destinato a me e richiuse lo spazio segreto.

-Quanto hai con te?-

-Scusa?-

-Quanto puntiamo.-

-Oh, io non scommetto.-

-Ah… ahahah vuoi scherzare? Hai paura di perdere, non sei così bravo dopotutto.-

-E’ una questione di principio, Lieboy.-

-Ti batterò in pochi minuti pivello. Non serve innervosirmi.-

Battermi in pochi minuti… è uno sbruffone.

-Qualcosa mi dice che non potrai vincere… Giocherò, ma ad una condizione: o si gioca per degli sneak, o per nulla. Giochiamo soltanto e vediamo chi vince.-

 

Ci pensò un po’.

 

-Ci sto.-

 

--- JULIET POV ---

 

Gillian Foster.  Si presentò e mi portò il caffè. Mi fece compagnia, e poi iniziammo a chiacchierare.

Del più e del meno, di quello che avevo provato, di cosa avevo fatto. Essendo una psicologa, si sarà incuriosita e ha incominciato a fare domande. Poi la cosa è diventata reciproca e abbiamo iniziato a conoscerci. Eravamo così diverse, con esperienze, età e abitudini diverse ma riuscivo a ritrovarmi a quello che mi diceva e così forse anche per lei.

Mi parlò di quando era stata quasi rapita, di come era rimasta spaventata e scioccata ma che sicuramente non era stato forte e grave come nel mio caso. Disse che lei era quasi stata rapita da uno psicopatico mentre io da un pazzo psicopatico.

Mi disse anche che viveva sempre con la paura del suo Cal di finire in casi pericolosi, e mi ci ritrovavo in tutto… perché almeno una volta alla settimana anche Shawn finiva sempre nei guai, o nei peggiori dei casi con una pistola puntata sulla tempia.

E’ pure vero che Shawn era testardo incosciente e impulsivo, ma mi faceva ridere (per non piangere) il fatto che forse è stato più in pericolo lui, che io anche essendo una poliziotta. Aveva un master con lode e bacio accademico per finire nei guai.

Parlammo anche di cose comuni, come il film o telefilm preferito, o come sport praticato.

Così diverse ma allo stesso tempo così uguali.

 

Mi ero sentita così in sintonia con lei che non mi ero accorta del passare del tempo.

-Diamine quanto è tardi!-

Gill guardò l’orologio. –Abbiamo passato due ore a parlare! Non parlavo così tanto con qualcuno da chissà quanto tempo. Mi ha fatto davvero piacere parlare con te.-

-Stesso per me.- Ci sorridemmo a vicenda. –Andiamo a scoprire cosa stanno combinando i due? Una massa di gente è uscita già due ore fa.-

 

Con calma ci dirigemmo verso l’ultima stanza in cui si erano fermati.

Sentimmo delle urla, tosse e dei rumori forti… non riuscivo a capire ma tutte e due iniziammo a correre verso la porta.

 

-Cal!-

Un muro di fumo ci avvolse e iniziai a tossire anche io.

-Dannazione Cal!-

Gillian corse verso le finestre e spostate le tende, le aprì.

-Ti ho sempre detto di non fumare sigari… e soprattutto non al chiuso.-

Il tavolo era pieno di fishes e carte da poker. Per come erano sistemate le fishes sul tavolo sembrava avessero appena iniziato ma le carte sparse dappertutto rivelavano tutt’altro.

Shawn era tutto sorridente e divertito, mentre… beh Lightman era tutt’altro.

Nervoso, sudato e frustrato… Si era tolto anche la cravatta.

-Dove hai preso i sigari e… come hai fatto a non far scattare l’allarme antincendio?-

Scrollò le spalle e ritornò a guardare le carte.

Rispose Shawn al posto suo –Con un telecomando.-

-E’ pericoloso!- disse lei.

 

-Cal!-

Finalmente prese parola.  –Per favore, ne parliamo dopo. Devo concentrarmi.-

-Sono due ore che giocate! Shawn e Juliet devono tornare all’albergo perché domani mattina tornano a casa!-

-Voi andate, Shawn sta con me.-

-Non hai capito. Anche noi andiamo.-

-Lasciamelo battere e poi andiamo. Anche se fosse non se ne può ancora andare. Prima deve firmare e darmi indietro il contratto.-

-Lo sai anche tu che non è un problema. Quando ha deciso, ci invia il file per posta.-

-Non mi hai battuto fino ad ora mi batti dopo?- Shawn rispose dopo aver tossito un altro po’. Non amava il fumo, nemmeno un po’.

-Smettila di fare lo sbruffone. Non mi hai battuto nemmeno tu.-

-Ma ho sempre vinto io.-

-Ma siamo in parità.-

-Tu hai detto che mi avresti battuto. Io ho solo detto che non avresti potuto battermi. Quindi avevo ragione io.-

Sbattè la mani sul tavolo. –Al diavolo tutto. Ma la prossima volta che ci vediamo, ti batto.-

-La prossima volta però si fa a modo mio, Lieboy.-

Dopo essersi stiracchiato mi passò vicino -Ti aspetto all’ingresso. Tieni i fascicoli e mettili nel labirinto.- e iniziò a cercare il giubbotto nella stanzetta.

Gill si avvicinò. –Labirinto?-

-Si, la mia borsa. Quando ci mette le sue cose non le trova più.-

-Se è per questo anche Cal.-

 

Stavano per iniziare i saluti. Lo sentivo.

Fu lei a rompere il ghiaccio.

-Beh, questo è l’indirizzo dell’ufficio e il mio indirizzo email. Per il contratto e anche per qualsiasi cosa sentiti libera di contattarmi. Anche solo per parlare sai.-

-Grazie. Beh semmai dovessi venire a Santa Barbara, vienici a trovare. Mi farebbe piacere.-

-Senz’altro per una vacanza.-

-E’ stato un piacere conoscerti.-

-Anche per me, Gillian.-

 

Ci abbracciammo e poi raggiunsi Shawn.

 

 

---------PSYCH-LIETOME-PSYCH-LIETOME-PSYCH-LIETOME-PSYCH-LIETOME---------

 

 

Stavamo camminando verso l’albergo, mano nella mano, quando mi viene in mente una cosa da chiedergli.

-Shawn ma…-

-Si?-

-Sapevi davvero che avreste fatto pari?-

-Certo…- Stava mentendo.

-Sul serio?-

-Forse un po’. Ok, no. Ero proprio fuori strada… Pensavo che era solo uno sbruffone. Ne ho battuti tanti così a 10 anni. Pensavo che l’avrei battuto. Quel che ho detto e il fatto che alla fine avevo ragione era solo fortuna.-

-Finalmente hai trovato qualcuno che ti da del filo da torcere. Era da tanto che non eri sfidato da qualcuno.-

-Non me lo nominare.-

-Non ho detto nulla.-

Poi mi fermai.

-Che c’è?-

-Camera mia o tua.-

-La mia ha il tetto singolo.-

-… prendiamo le tue cose e andiamo da me.

I nostri alberghi erano davvero uno di fronte all’altro.

 

Dopo 15 minuti prendiamo tutto e usciamo fuori. Ad un certo punto, Shawn si ferma.

 

Mi giro e vedo che è bloccato. Forse spaventato. No, peggio. E’ proprio terrorizzato.

-Juliet… sei pronta a correre?-

-Perché?-

-Una tipa a cui le ho rotto i trucchi ieri mi ha riconosciuto, e sta venendo qui.-

 

 

 

(1)=Non è uno spoiler, ma una mia speculazione su quello che succederà in Santabarbaratown 2 (7x01). Abbiamo visto tutti attraverso alcune puntate e i relativi flashback, ad esempio la 6x10, con la finta morte di Desperaux, di quanto la morte e l’abbandono (3x02 il divorzio tra i genitori) sia incisiva su di lui e abbia gravato sulla sua crescita. Nella 6x10 abbiamo visto che ancora non l’ha superata, quindi penso che la sparatoria del padre non la prenderà per nulla bene (a maggior ragione per il fatto che aveva appena fatto pace con il padre).

(2)=3x01 – The Ghost In You - La casa infestata  Flashback del 1995

(3)=2x02 - 65 Million Years Off - Il dinosauro assassino

(4)=6x09 – Neil Simon's Lover's Retreat - Un weekend da adulti Una delle ultime scene vede Shawn e Juliet volare su una mongolfiera insieme al “conducente” Felipe. Ad un certo punto i due si divertono a tirare salatini e crackers giù e lui li ferma. Shawn poi lo chiama “Party Pooper”, guastafeste appunto.

 

A/N: Lo so… il titolo non era un granché… e il finale non è aperto xD volevo solo finire con una scena comica. Spero vi sia piaciuta almeno.

Con questo capitolo ho voluto terminare con 6000 parole, precise precise.

Allora, chiuderò tutto con un Epilogo. E alla fine scriverò un riassunto di tutta la storia. Così quando pubblicherò il seguito chi non ha letto la storia potrà comunque leggere senza perdere tempo. Il sequel sarà incentrato equamente su tutte e due le coppie perché le coinvolgerà entrambe. Quindi non vi preoccupate xD Sapete benissimo a chi mi rivolgo…

   
 
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