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Autore: bik90    25/02/2013    4 recensioni
-Sei il mio ponte tra questi due mondi!-
Martina si fermò e un brivido la scosse. Eleonora non si lasciava mai andare a parole troppo dolci, quello che era riuscita a dire era già troppo per lei. Si voltò verso la diciottenne.
-Allora perché ti comporti così?- domandò con le lacrime agli occhi.
La bionda chinò il capo con aria colpevole.
-Non posso...- mormorò semplicemente.
Già, non poteva. Sarebbe stato troppo difficile per lei ammettere di tenere tantissimo a quella ragazza che le stava di fronte.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Quella mattina Davide non la smetteva di sventolare la lista degli invitati a casa di Eleonora davanti agli occhi di chiunque gli capitasse a tiro. Era sempre stato lui a farla, entrambi avevano gli stessi amici in comune e quindi alla ragazza poco importava. Esattamente come poco le importava se ci fosse un viso nuovo.
<< Attento che quel braccio te lo stacco a morsi >> gli disse dopo l’ennesima volta in cui gliela ebbe mostrata.
<< Mi piacerebbe avere tutte e due le braccia, sai? >>.
<< Allora piantala, sembri peggio di mio cugino quando gli regalarono la play al compleanno e lui ha sei anni >>.
<< Sono solo contento perché sappiamo entrambi che, ogni volta che andiamo a casa tua, restiamo a dormire lì e poi… >>.
Lasciò la frase in sospeso sapendo che Eleonora avesse compreso a cosa alludesse e subito dopo la vide alzarsi.
<< Ehi, che hai? >> domandò immediatamente seguendola.
<< Niente, Da >> mentì la diciottenne evitando di guardarlo negli occhi e uscendo dall’aula. La loro insegnante non era ancora arrivata e si iniziava a mormorare che forse non fosse presente << E’ solo… >> non sapeva nemmeno lei come descrivere quel malessere che provava e che non aveva mai sentito << …oggi pomeriggio ho gli allenamenti >>.
<< Oh, come mai? Di solito ti alleni di sabato solo nell’ultima settimana prima delle nazionali >>.
<< Angelo me l’ha letteralmente imposto, che palle! >>.
<< Sei sfigata, cara mia! >> rispose Davide ridendo e abbracciandola da dietro.
Respirò l’odore dei suoi capelli pensando a quella sera.
<< Ehi, frena Rocco >> si divincolò l’altra non appena avvertì quel qualcosa che non doveva esserci.
<< Scusa ma non sono io, è lui! >>.
Eleonora inarcò il sopracciglio guardandolo. Ma come diavolo faceva a non controllare i suoi istinti? E dire che non era più un bambino.
<< Quindi niente dentista? >> proseguì il ragazzo cercando di riacchiapparla ma inutilmente.
Per un solo attimo l’amica si domandò di cosa parlasse, prima di ricordarsi della bugia che aveva detto il giorno precedente.
<< Ah >> fece << No, niente dentista >>.
<< Piccioncini, state tubando nei corridoi? >> esclamò la professoressa di latino arrivando di corsa per il ritardo << Forza, in classe che ora interrogo >>.
<< Prof ancora con questa storia dei piccioncini? >> esclamò Eleonora ridendo << Io sono stata già interrogata! >>.
<< Tu sì, ma non so se Davide può dire lo stesso >> rispose la donna prima di chiudere la porta e far tacere il baccano che si era creato.
 
Assurdo. Si girava e rigirava l’iphone tra le mani senza sapere neanche lei dove sbattere la testa. In quel momento desiderava scagliarlo lontano e urlare per quel senso di frustrazione che provava e invece era costretta a rimanere seduta a fare finta di essere interessata a una noiosa spiegazione sulle stelle.
Cazzo, perché non fa qualcosa?, non smetteva di domandarsi mentre entrava e usciva da facebook, Possibile che voglia davvero smettere di parlarmi?
Eppure da quando erano amiche sul social network, non l’aveva cancellata e forse era proprio questo a snervarla di più. Il niente. Stare ad aspettare qualcosa che forse non sarebbe arrivato. Aveva fatto la sua parte, ora toccava a lei.
Stupida ragazzina. Fottiti allora, continuò infilando il cellulare nella tasca dei jeans convinta a non prenderlo più in mano.
E, invece, cinque minuti dopo era di nuovo al punto di partenza.
<< Ho visto che hai accettato l’amicizia di quella tipa >> disse Davide quando suonò la campanella dell’intervallo.
Eleonora annuì distrattamente facendo finta di stiracchiarsi.
<< Ehi ragazzi >> disse Lavinia avvicinandosi e evitando in questo modo che il ragazzo potesse approfondire la questione << Allora, Giacomo ha detto che ci pensa lui alla birra >>.
<< Non fatelo andare da solo, l’ultima volta ha fatto un casino >> rispose l’altra guardandosi intorno << Paolo! >> urlò non appena vide il compagno << Sei libero nel pomeriggio? >>.
L’amico annuì mentre smetteva di parlare col cugino per accostarsi al trio.
<< Puoi andare con Giacomo a comprare la birra? >>.
<< Certo, nessun problema. A che ora stasera? >>.
<< Intorno alle nove >> disse Eleonora << Io ho tennis fino alle sei più o meno. Datemi il tempo di tornare a casa, lavarmi, vestirmi e sarò pronta >>.
<< Okay, poi mi metto d’accordo con Giacomo per il pomeriggio >>.
Uscirono dall’aula e per precauzione la ragazza dai lunghi capelli dorati indossò la sciapa per evitare di raffreddarsi. Venerdì sera aveva preso un’altra aspirina e doveva evitare di prenderne ancora se voleva bere. E aveva tutta l’intenzione di farlo. Infilò entrambe le mani nelle tasche dei jeans e seguì Lavinia che stava parlando con Davide sulla spesa da fare.
<< La vuoi la scamorza ai ferri? >> le chiese il suo migliore amico.
<< Okay >> gli rispose senza particolare entusiasmo << Per la pancetta non mi considerate! E’ una cosa che mi fai proprio schifo! >>.
<< Infatti nessuno te l’ha chiesto! >>.
Improvvisamente Eleonora si sentì afferrare da due possenti braccia.
<< Giacomo! >> esclamò scalciando << Mettimi giù! >>.
<< Solo se dici che stasera posso rimanere anch’io a dormire da te >>.
<< Questo è un ricatto bello e buono! >> rispose fintamente offesa la ragazza dai capelli biondi << E se io non volessi? >>.
A quelle parole Giacomo prese a girare su se stesso tenendola ben salda per evitare di farla cadere.
<< Ti arrendi? >> le domandò senza smettere.
<< Okay, hai vinto! Hai vinto, restare a dormire anche tu ma adesso mettimi giù perché altrimenti t vomito addosso! >>.
Il ragazzo ubbidì e, non appena fu libera, l’amica iniziò a tempestarlo di pugni senza fargli male.
 
<< Forse dovrei… >>.
Simona la fulminò con una sola occhiata.
<< No >> rispose senza darle il tempo di concludere la frase << Ignorala >>.
Da quando Martina aveva scoperto che Eleonora alla fine aveva accettato la sua richiesta di amicizia su facebook non aveva fatto altro che stare sul suo profilo e sulle sue foto. Le piaceva ancora prima di scoprire il suo volto, ora era completamente cotta. Sospirò mentre poggiava il capo sulle mani e continuava ad osserva la più grande in compagnia dei suoi amici in cortile dalla finestra del corridoio. Quanto avrebbe voluto che ridesse in quel modo solo per lei!
<< Ma… >>.
<< Hai dimenticato come ti ha trattata ieri? >> la bloccò nuovamente l’amica << Non deve calpestarti! >>.
L’altra annuì con aria triste. Perché lei si sentiva in quel modo mentre Eleonora rideva e scherzava normalmente? Non le importava niente del rapporto che avevano costruito in quei mesi? Erano solo bugie, un passatempo? Quando pensava quelle cose, tremava di rabbia ma subito dopo ricordava le chiacchierate che avevano avuto e allora si ripeteva che non era possibile proprio in virtù del fatto che voleva che rimanesse nascosto. Lei però non voleva più né segreti né menzogne, le avevano già incasinato abbastanza la vita quando abitava a Genova. Ora desiderava solo la normalità, si accontentava anche di una semplice amicizia con la più grande piuttosto che una storia vissuta nella clandestinità.
Storia?, si ripeté subito dopo arrossendo improvvisamente, Quella non sa nemmeno cosa sia l’omosessualità! Figurati se ha mai pensato che io…
Avvampò per la seconda volta facendo scoppiare a ridere Simona che la stava guardando.
<< Calma i bollenti spiriti, Marty! >> rise portandosi una mano davanti alla bocca << Stai facendo pensieri poco puliti su Eleonora Domenghi? >> le sussurrò chinandosi verso il suo orecchio affinché nessuno la sentisse.
<< Ma…ma cosa…vai… >> balbettò l’altra imbarazzata.
Simona rise nuovamente.
<< Smettila di prendermi in giro! >> esclamò l’altra dandole una botta sulla spalla che la fece allontanare di pochi passi << Non ho dimenticato per chi invece hai una cotta tu! >>.
<< Shh, sei impazzita? >> rispose la ragazza facendole cenno di parlare piano << Magari mettiamo anche un bello striscione all’entrata del liceo! >>.
<< Ecco, allora vedi di sfottermi meno! >>.
Simona le fece la linguaccia e non si accorse che il gruppo di Eleonora era risalito. Anche Martina si voltò e incontrò lo sguardo della più grande. Fu quasi paralizzata dalla bellezza di quegli occhi, meravigliosi eppure freddi e distanti. Durò un solo attimo e subito dopo la diciottenne le passò davanti come se non esistesse riprendendo a scherzare con Davide.
<< Stasera andiamo sulla luna! >> urlò in preda ad una profonda euforia.
<< Scemo, smettila di urlare! >> lo rimproverò Eleonora voltandosi indietro per un attimo << Però hai ragione >> aggiunse con un sorriso quasi feroce << Stasera ci divertiremo >>.
<< Mi odia >> mormorò la più piccola rivolta all’amica.
<< Io non credo >> le rispose strizzandole l’occhio.
 
Era appena uscita dalla doccia quando citofonarono. Eleonora si avvolse in un asciugamano e andò ad aprire per poi tornare in bagno.
<< Si può? >> domandò Lavinia sulla soglia della porta prima di essere spinta da Davide.
<< Venite pure >> rispose la proprietaria di casa << Com’è andata la spesa? >>.
<< Bene, Davide è stato ubbidiente >> scherzò l’altra ragazza << Sicura che non ti abbiamo disturbato a venire prima? >>.
Eleonora scosse il capo mentre si guardava allo specchio.
<< No, tranquilla >> disse << Davide viene sempre prima a casa mia e poi scendiamo! >> fece l’occhiolino all’amico << Sei stato un bravo bambino? >>.
Davide rise gettandosi sul letto della bionda e osservando per pochi secondi il soffitto in silenzio. Lavinia gli si sedette accanto in modo composto.
<< Ti metti il vestito rosa? >> chiese il ragazzo vedendo Eleonora passargli davanti con ancora addosso l’asciugamano.
Aveva i capelli bagnati alzati da un mollettone e mandava una scia di profumo che lo deliziava. Lo riconobbe come l’ultimo di Chanel e si spostò leggermente per osservarla meglio. Se non ci fosse stata l’altra ragazza con loro, l’avrebbe presa immediatamente contro l’anta dell’armadio.
<< Non credo >> gli rispose l’interessata dopo aver aperto il primo cassetto e tirato fuori un completino intimo << Pensavo a qualcosa di più pesante >>.
<< Ma quello rosa è il mio preferito! >>.
<< Ha ragione Eleonora >> s’inserì la terza << Fa troppo freddo con quel fraffetto addosso >>.
<< A me piace! E poi dobbiamo stare dentro casa! >>.
Eleonora alzò gli occhi al cielo.
<< Okay, hai vinto >> proclamò andandolo a prendere e chiudendosi subito dopo nel bagno.
Passò un quarto d’ora prima che Davide si riaffacciasse.
<< A che punto sei? >> domandò col telecomando della wii in mano fintamente imbronciato per la noia << Ehi, mi piaci di più coi capelli lisci! >> aggiunse notando che l’amica li aveva ancora bagnati.
La ragazza gli fece la linguaccia.
<< E se volessi farli ricci? >>.
<< Non ti azzardare! >>.
L’altra rise.
<< Tranquillo, torna a giocare con Lavi >>.
Qualche minuto dopo rincasarono Fulvia, Serena e Ilaria.
<< Ciao Davide! >> esclamò la più piccola saltandogli addosso.
<< Pulce, lascialo stare! >> disse Eleonora.
<< Lasciala stare! >> ribatté il ragazzo ridendo << Ciao Fulvia, ciao Ila >>.
<< Salve signora Domenghi >> salutò Lavinia che aveva meno confidenza con la madre dell’amica.
<< Come va ragazzi? >> disse la donna per nulla sorpresa della presenza del riccio in casa << La scuola? >>.
<< Bene, grazie >> risposero insieme i due interpellati.
<< Mamma, per favore non iniziare! >> esclamò la figlia dall’altra parte cercando di essere il più veloce possibile.
<< Resti anche tu, Lavinia, a dormire con loro stanotte? >>.
<< Sì, la ringrazio per l’ospitalità >>.
Fulvia rise.
<< Non preoccuparti, sono contenta che l’appartamento sfitto che abbiamo serva a qualcosa. Preferisco sapere che siete lì invece che chissà dove per strada con tutti i pericoli che ci sono al giorno d’oggi >>.
Se sapessi quello che combiniamo, cara Fulvia, pensò Davide sorridendo e annuendo alla donna che le stava di fronte.
<< Sono pronta, sono pronta! >> urlò Eleonora catapultandosi verso di loro con la borsa in mano << Mi mancano solo le scarpe e il cappotto! >>.
<< Ti servono soldi? >> chiese la madre.
<< No mamma, abbiamo già fatto la spesa >> rispose la ragazza << La prossima volta >> allungò il collo verso la cucina << Claudia? >> domandò subito mentre indossava un paio di decolté.
<< E’ in giro, credo in pizzeria a quest’ora >>.
<< Dai Ele, sbrigati! >> esclamò Davide << Hai preparato il cambio per domani? >>.
L’amica gli indicò il borsone che usava per il tennis e il ragazzo si affrettò a prenderlo.
<< Pronta? >> chiese.
<< Sì >> rispose Eleonora << Ciao mamma! Ragazze fate le brave, ci vediamo domani >>.
Uscirono dalla villetta della ragazza ed entrarono in macchina di Davide.
<< Finito di fare la brava ragazza? >> disse il suo migliore amico in tono ironico guadagnandosi uno scappellotto.
Entrambe le ragazze risero mentre quella seduta davanti metteva lo stereo a tutto volume.
Impiegarono un quarto d’ora ad arrivare e scoprirono che sotto il palazzo, ad attenderli, c’erano già Paolo e Giacomo.
<< Qui si gela >> proclamò quello con gli occhi azzurri strofinandosi le mani << Su andiamo! >>.
L’appartamento sfitto di Eleonora non era eccessivamente grande ma molto carino e confortevole. Due camere da letto, un bagno, una cucina piccolina e un salone dove di solito si sistemavano. La proprietaria chiuse la porta alle sue spalle e, con l’arrivo di tutti gli amici, la festa ebbe inizio.
 
Si divertiva, ma non come le altre volte. Eppure era tutto come sempre. C’era la musica, birra a profusione, gli amici più o meno già ubriachi, qualche persona che non aveva mai visto. Stranamente sentiva che le mancava qualcosa e, anche se non l’avrebbe mai ammesso, sapeva perfettamente a chi dare la colpa. Martina. Non le aveva scritto nemmeno un messaggio, né su facebook né sulla posta del sito che di solito usavano. Nulla. Per questo tornava con la mente sempre a lei. Una parte di sé la odiava per quello che stava facendo, per come stava mantenendo il punto nei suoi confronti; mentre l’altra non desiderava altro che riavere le sue quotidiane chiacchierate. Sentiva di averne bisogno come l’aria che respirava ma era fermamente convinta che non le toccasse fare il primo passo. Aveva già accettato la richiesta di amicizia, non bastava forse? E allora perché non si muoveva a fare qualcosa? Che cosa stava aspettando? Per la frustrazione si passò una mano tra i capelli e sbuffò.
<< Problemi? >> chiese Mirko avvicinandosi a lei e porgendole una birra.
Eleonora si affrettò a scuotere il capo con un sorriso e accettò di buon grado la bottiglia.
<< Delle volte mi metto a pensare troppo >> scherzò lei mentre si guardava intorno.
Al tavolo del salone si era formato un gruppo di giocatori di poker e fumatori accaniti, Davide arrostiva la carne sul balcone con una birra in mano senza smettere per un attimo di chiacchierare, alcuni fumavano canne in cucina con l’erba che Edgardo aveva venduto loro prima di andarsene.
<< Fa male pensare troppo non lo sai? >> rise l’amico.
<< Come ti va, Mirko? >> chiese la ragazza dopo il primo sorso << L’officina? >>.
Il ragazzo le sorrise e finì di mangiare il suo panino prima di risponderle.
<< Bene, non mi lamento. Mio padre mi sta sempre col fiato sul collo >>.
Risero entrambi prima che si avvicinasse la sua fidanzata.
<< Ehi Monica >> disse Eleonora.
<< Hai una casa proprio carina >> disse l’altra << Hai tuoi non interessa affittarla? >>.
Una fitta dolorosa attraversò il cuore della proprietaria nel sentir fare un riferimento a entrambi i suoi genitori. Mirko la guardò comprendendo per un attimo il suo disagio e tossì per cercare di richiamare l’attenzione.
<< No >> rispose la ragazza cercando di riprendersi << Questo appartamento è un punto d’appoggio per la famiglia. Ho cugini che vivono al nord con le loro famiglie e quando scendono si fermano qui invece di andare a casa dei miei zii. È comodo >>.
Sorrise per far capire che era tutto a posto; dopotutto non era colpa sua, lei era nuova e non sapeva molte cose. Mirko aveva fatto bene a non raccontarle mai nulla senza il suo permesso. Era più grande di lei di due anni mentre la fidanzata frequentava il suo stesso liceo ma non la stessa classe. Erano carini insieme e lui pareva abbastanza preso. Monica era una bella diciottenne; alta, mora, occhi scuri e un sorriso gentile. Non la conosce benissimo ma formavano una bella coppia.
<< Vado a fumare >> aggiunse l’attimo dopo dileguandosi dalla massa e scendendo sulla strada.
Si sedette sul marciapiede e si accorse di stare tremando. Provò ad accendersi una sigaretta ma non ci riuscì.
<< Porca puttana! >> esclamò scagliando l’accendino lontano.
<< Serve una mano? >>.
Eleonora si voltò quasi di scatto trovandosi di fronte Diego.
<< Mi fai accedere? >> chiese.
Il ragazzo le si sedette accanto e glielo permise.
<< Bella serata, non trovi? >> domandò subito dopo alzando gli occhi verso le stelle.
L’amica annuì. Non c’era una nuvola all’orizzonte.
<< Nicole? >> domandò alludendo alla sua ragazza.
<< E’ dentro, l’ho lasciata che parlava con…Lavinia mi pare >>.
L’altra annuì per la seconda volta facendo un’ampia boccata.
<< Allora, siete contenti tu e Davide? >>.
<< Ovvio che sì, Davide non desiderava altro. Perché mi fai questa domanda? >>.
Diego si strinse nelle spalle.
<< Quando lascerò, sarete dei validi sostituti >> si limitò a rispondere.
<< Quando lascerai? >> ripeté Eleonora.
<< Queste gare mi hanno fatto guadagnare un discreto gruzzolo che voglio utilizzare per il mio futuro con Nicole. Sono stanco di raccontarle bugie. Dopo la laurea chiudo >>.
L’altra gli sorrise anche se non la stava guardando.
<< Sei davvero innamorato, eh Diego? >>.
Lui le diede una leggera spinta.
<< Scema! >> esclamò << Sono sei anni che stiamo insieme; se non è amore questo, allora cos’è? >>.
Eleonora non gli rispose sentendosi felice per l’amico. Era dell’idea che tutti si meritassero un angolo di felicità nel mondo, forse perfino lei. Chiuse gli occhi per un istante pensando a quello che in quei mesi si era creata e finì la sigaretta pestando subito dopo la cicca.
<< Di cosa parlate? >> chiese Davide che li aveva visti chiacchierare dalla finestra della cucina.
Si tolse la giacca mettendola sulle spalle della ragazza notando che con solo quel vestito stava morendo di freddo.
<< Niente di importante >> rispose lei alzandosi in piedi e accettando il pretzel che le aveva offerto l’altro.
Aveva immediatamente intuito una punta di gelosia che si celava dietro la domanda innocente che aveva posto e questo le diede un leggero fastidio.
<< La roba da mangiare è finita >>.
<< Meglio >> disse Eleonora << Odio quando dobbiamo portarci indietro qualcosa >>.
Diego rise e il momento successivo la loro attenzione fu attirata dalle urla di Giacomo fuori il balcone del salone.
<< Italiani! >> urlò alzando entrambe le mani come se stesse parlando a una folla << E’ il vostro duce che vi parla… >>.
Il trio scosse il capo scoppiando fragorosamente a ridere.
<< Quando da ubriaco ha queste manie megalomani è insopportabile >> affermò la ragazza << E’ meglio se rientriamo >>.
 
Dopo cena si era chiusa in camera sua per provare a scrivere un po’ ma non era riuscita a concentrarsi. Continuava a fissare lo schermo e le parole le apparivano prime di senso mentre la sua mente tornava sempre a quell’occhiata feroce che le aveva rivolto Eleonora. Le aveva detto che non voleva avere niente a che fare con lei anche se non era vero; il suo unico desiderio era che quella ragazza si comportasse normalmente. Cosa del tutto impossibile visto che non avrebbe mai rinunciato all’immagine che si era creata di sé davanti agli occhi di chiunque la conoscesse. Eppure Simona pareva convinta del contrario. Avrebbe voluto avere la sua certezza e il suo ottimismo. Dopo la storia di Genova, che l’aveva fatta scottare in modo terribile, voleva restare di più coi piedi ben saldo per terra.
Anche se sognare non costa nulla, pensò l’attimo dopo arrossendo.
Ancor prima di accorgersene finì per andare a vedere per l’ennesima volta le foto di Eleonora. Ormai le aveva imparate a memoria e la cosa che le dava fastidio era la costante presenza dell’amico. Come se fossero una cosa sola. Fu distolta dai suoi pensieri dall’arrivo nella stanza della madre.
<< Va tutto bene, Marty? >> le chiese la donna.
La ragazza si affrettò a ridurre tutte le schermate a icona e annuì guardandola con la coda dell’occhio.
<< Non ti andava di uscire stasera? >> continuò sedendosi sul suo letto.
La figlia scosse il capo. Nonostante Simona avesse insistito per farle conoscere alcuni suoi amici, lei non se l’era sentita e aveva preferito restare a casa.
<< Marty… >>.
<< Ho sentito Alice chiamarti >> la interruppe Martina in modo brusco riferendosi alla sorella di dodici anni.
Sua madre abbozzò un sorriso sapendo che non era vero.
<< Le cose non stanno andando male qui, non credi? Alice si è ambientata bene a scuola e anche papà ed io abbiamo… >>.
<< Certo, tutto okay mamma >>.
Questa volta la donna le prese il volto tra le mani per costringerla a guardarla negli occhi e le parve di perdersi in quel verde così intenso ma il suo sguardo era triste e malinconico. Ebbe una stretta al cuore nel comprendere quanto la sua bambina stesse soffrendo.
<< Marty, ascolta >> le disse cercando di essere gentile e ferma allo stesso modo << Tutto quello che stiamo facendo e abbiamo fatto, è solo per te, per darti la possibilità di vivere… >>.
<< Lo so, è la stessa cosa che avete detto prima di andare via da Genova >>.
La sua voce era priva di qualunque emozione, come se non le importasse nulla. Ed era vero, non le interessavano le motivazioni dei genitori, non voleva nemmeno più sentirle.
<< Ti vogliamo bene >>.
 Certo come no, avrebbe voluto risponderle la ragazza ma preferì restare in silenzio, E allora perché non mi accettate per quello che sono?
Aspettò di vederla uscire dalla camera prima di tornare a concentrarsi sullo schermo del computer.
 
<< Notte anche a voi >> disse Eleonora << Mi raccomando Diego, va piano >>.
Chiuse la porta a chiave e si voltò verso Davide. Erano gli ultimi ad essere andati via e la serata era finita. Guardò l’ora, erano quasi le cinque del mattino.
<< Domani mattina dobbiamo pulire tutto >> continuò osservando le macchie sul pavimento.
<< Come al solito >> le rispose il ragazzo.
Eleonora si avvicinò a Giacomo che si era addormentato vestito sul divano e gli tolse una bottiglia vuota dalle mani prima di coprirlo con un plaid che aveva preso dall’armadio.
<< Ma che brava mammina >> disse in tono giocoso l’altro accarezzandole il collo con le labbra da dietro.
<< Cretino, voglio solo evitare che domani mattina gli venga un accidenti per colpa mia >>.
Si recò nella cameretta dove Lavinia, con molta fatica, era riuscita a spogliarsi e infilarsi sotto le coperte prima di addormentarsi profondamente. Chiuse la finestra lasciata aperta e in quel momento notò nel letto superiore dei due a castello un altro ragazzo avvolto nelle lenzuola. Rise sottovoce per non svegliarli e socchiuse la porta uscendo.
<< Anche Paolo è rimasto a dormire qui >> proclamò mentre l’amico si toglieva la camicia.
Davide la guardò per un attimo con aria interrogativa prima di sbottare a ridere comprendendo.
<< Quindi siamo soli soletti >> affermò subito dopo afferrandola e gettandola sul letto matrimoniale nel quale dormivano solitamente.
Eleonora rise ma quando l’altro iniziò a baciale il collo con insistenza e a far scivolare una mano sotto il vestito, lo respinse.
<< Dai, Da >> gli disse << Andiamo a dormire, è tardi >>.
<< Che cosa? >> scattò Davide rimettendola giù << L’abbiamo sempre fatto >>.
<< Lo so ma…non mi va, tutto qui… >>.
<< Andiamo Ele >> riprese il ragazzo accarezzandole le labbra con l’indice << Che ti prende? Ha visto più capriole questo letto che i nostri >>.
<< Niente. Se devi sfogarti accendi il computer e guardati un porno >> sbottò l’amica  alzandosi in piedi.
<< Sai una cosa? Vaffanculo >>.
Davide finì di spogliarsi e se ne andò in cucina lasciandola sola nella camera da letto. Eleonora sospirò ricadendo sul materasso.
È tutta colpa tua ragazzina, pensò prima di infilare il pigiama che si era portata.
Raggiunse l’amico che si stava fumando una sigaretta appoggiato alla finestra. Lo abbracciò da dietro nascondendo il volto contro la sua schiena.
<< Sei arrabbiato? >> domandò con un filo di voce.
<< Non capisco che ti prende >> le rispose continuando a fissare il cielo.
Lei avrebbe voluto esporgli i suoi dubbi, si erano sempre detti tutti ma sapeva che non poteva. Aveva scoperto che era bello avere qualcosa solo per sé e non voleva rinunciarci.
<< Niente, Da >> disse << Sono solo…stanca… >>.
L’altro si limitò ad annuire gettando il mozzicone fuori e chiudendo le ante. Si diressero verso il letto e silenziosamente si stesero. Davide le diede le spalle coricandosi di lato dopo aver mormorato un saluto. Eleonora fissò il suo corpo in silenzio ascoltandolo respirare. Sapeva che non si era ancora addormentato e dopo un attimo di esitazione allungò una mano per toccarlo. Il ragazzo non si sottrasse ma non fece niente per contraccambiare. Lei allora iniziò ad accarezzarlo con più insistenza sotto la maglietta che indossava e lentamente scivolò verso di lui. Fu a quel punto che Davide si voltò verso di lei e la baciò.
<< Eccoti >> le sussurrò accarezzandole i capelli e lasciando che gli salisse sopra << Finalmente sei tornata >>.
La ragazza gli sorrise con aria complice mentre muoveva sempre più veloce il bacino sulla sua prominente erezione. Con le mani gli abbassò i pantaloncini che indossava e i boxer per avere campo libero ma l’attimo dopo la situazione si ribaltò e l’amico velocemente le sfilò il pigiama che indossava. Non avrebbe potuto attendere ancora. Le strinse il seno con entrambe le mani e la penetrò sopprimendo un gemito contro la sua spalla. Gliela morse incurante del segno che le avrebbe lasciato e spinse. Dopo essere venuto, si stese di lato ad Eleonora tornando a respirare normalmente. L’odore del suo corpo ancora lo invadeva e gli faceva girare la testa. La guardò. Nonostante fosse sudata e aveva il respiro rotto, era comunque bellissima. Ed era solo sua. Con un dito le sfiorò la pancia risalendo verso il seno sinistro e ne seguì il profilo sentendola rabbrividire.
<< Credi… >> iniziò la ragazza << Credi che ci innamoreremo mai? >>.
Davide sollevò la testa e la fissò con aria interrogativa.
<< Che intendi? >>.
L’altra parve rifletterci un attimo prima di rispondere.
<< Ci innamoreremo mai…di qualcuno? >>.
<< Cosa? Perché me lo domandi? >>.
Eleonora scosse il capo e abbozzò un sorriso.
<< Niente, è meglio se dormiamo >>.
 
 
  
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