Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: Seele    25/02/2013    13 recensioni
Le loro mani sono congiunte, le loro dita intrecciate, Zayn è certo di non essersi mai sentito così a suo agio.
Ha dei problemi, è vero, è un ragazzo asociale e disturbato, ma Niall è l'unico a trovarsi nella sua vita quasi come fosse solo un'altra parte di sé, come se fosse un suo braccio, una sua gamba, ma sopratutto il suo sorriso. Niall è entrato nel mondo di Zayn cantando una canzone dei Coldplay che non aveva mai sentito, l'ha portato in giro per negozi per un pomeriggio intero senza mai smettere di parlare, si è addormentato abbracciato a lui, l'ha baciato, ha ascoltato i suoi singhiozzi e asciugato le sue lacrime, ha fatto l'amore con lui ed è inevitabilmente diventato parte integrante della sua vita. Niall, ormai, possiede il suo cuore e l'ha riempito più della solitudine, più della timidezza o della paura. Ora Zayn non è più solo.

{Ziall}
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Niall Horan, Zayn Malik
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Mano nella mano, labbra sulle labbra, voce contro voce.



Zayn è un ragazzo problematico.

Zayn è un ragazzo fragile.

Zayn è un ragazzo disturbato.

Zayn ha sedici anni, sedici anni ancora incerti e nascosti negli occhi marroni che emanano calore, amore, che brillano d'una tenerezza assopita e nascosta dal nero della pupilla. La sua pelle è color cappuccino, non è nera, non è bianca, è un misto. Proprio come lui. Per metà pakistano, per metà britannico.

Ha ricevuto insulti per il suo accento strano, insulti per il colore della sua pelle, insulti per qualsiasi cosa. E così si è rifugiato nella solitudine.

Per questo, adesso Zayn è da solo, seduto su un muretto dietro la scuola, a guardare il sole tramontare; sa di piacere alle ragazze che lo fissano da lontano, qualcuna gli si è pure avvicinata e lui ha fatto come se non la vedesse, non è interessato a stare con loro. Non è interessato a stare con nessuno.

E quel pensiero, che nasce irrefrenabile nella sua testa, racchiude la sua intera vita: Zayn è solo. Sin dal momento in cui si sveglia fino a quello in cui va a dormire, la sua giornata è dominata dalla solitudine. A casa pranza da solo, i suoi non ci sono a quell'ora, a cena resta a tavola per il poco tempo necessario e poi fugge nella sua stanza dove si ritira anche per tutto il pomeriggio. Zayn non sta bene con le persone, Zayn sta bene soltanto con sé stesso. E, sempre rivolgendosi mentalmente a sé stesso, si dice che forse infondo è colpa di quella vocina instancabile nella sua testa, che non vuole avere nessuno accanto, visto che non riesce a smettere un attimo di parlare.

Zayn non è asociale, sta con gli altri il tempo necessario, giusto quanto basta per non essere escluso, per mantenere un minimo di rapporti con il mondo esterno alla sua mente. No, Zayn non è asociale, è peggio. Zayn ha il disturbo evitante della personalità.

Non è che Zayn odi la gente, è solo che si sente soffocare quando ci sta insieme. È stressante trascorrere del tempo in compagnia di qualcuno quando non smetti un attimo di controllare le sue reazioni, le sue espressioni, le sue emozioni, e le tue. Zayn lo sa bene. È devastante stare attento a ogni singola parola che dici, a ogni singola espressione che fai, a pesare ogni frase che ti viene rivolta per rispondere nel migliore dei modi, Zayn rabbrividisce al pensiero. Alle interrogazioni è nervoso e teso, la realtà della sua vita è moltiplicata in quel caso, è un doppio esame che gli viene rivolto. Ogni giorno della sua vita reprime le sue emozioni, pensando che gli altri le vedano come inappropriate o esagerate, parla poco, osserva tanto. Osserva, sì, e capisce cose che nessun altro sembra comprendere. Osserva senza dire una parola, ma se solo qualcuno sapesse ascoltare il suo silenzio, allora scoprirebbe che Zayn è tutt'altro che zitto.

Zayn parla, parla, parla fino allo sfinimento; solo che lo fa con sé stesso, così tanto che a fine giornata gli fa male la testa e se ne lamenta pensandoci quando è a letto. Così si addormenta continuando a chiacchierare con sé stesso, e non la smette nemmeno mentre dorme perché sogna.

Zayn ha degli hobby, focalizza su quelli il suo tempo. Ecco, il suo tempo è dedicato ad essi, è troppo importante e troppo poco per regalarlo agli altri.

Gli altri. Zayn li ha sempre chiamati così, ha sempre definito in quel modo le persone, la gente, chiunque avesse intorno. Ha degli amici, gli chiedono spesso se ha voglia di stare con loro, con il gruppo. E lui risponde puntualmente di no, salvo rarissimi casi; prima mentiva fingendo impegni, ora si è stufato anche di di inventare scuse.

Meno di un'ora prima i suoi amici avevano parlato di andare con loro a fare una passeggiata sul corso, e lui si era allontanato senza che nessuno se ne accorgesse. O meglio, qualcuno l'aveva notato, ma conoscendolo aveva capito che era meglio restare in silenzio.

E adesso è lì, tranquillo, con sé stesso davanti a quel sole che sparisce piano oltre la collina. La luce tenue e rosata del tramonto gli illumina dolcemente il volto, e i suoi occhi color ambra assorbono ognuno di quei piccoli raggi che vanno scomparendo.

Il sole, nella sua vita, non c'è mai stato. Il massimo che può aspettarsi è il tramonto, ed è anche tutto ciò di cui si accontenta.

Fino a questo giorno, perlomeno.

È seduto su quel muretto che potrebbe definire consumato, per tutte le volte che ci si siede sopra. L'unico, corto muretto sul retro della scuola, conosciuto da pochi; il solo luogo in cui è certo che nessuno verrebbe a cercarlo, il solo dove può starsene in pace senza attirare su di sé occhiate perplesse o sospettose. Zayn ci sta bene. Zayn sta bene in qualsiasi posto, purché sia solo.

Ed è così intento nella sua solitudine, così concentrato, che nemmeno si accorge di un ragazzo alle sue spalle finché non lo sente canticchiare piano, fra sé e sé.

Si volta, e quando incontra il suo sguardo lo sconosciuto ammutolisce. Zayn lo squadra, tentando di comprendere dalla sua posizione e dalla sua espressione cosa pensa: non sembra agitato, nemmeno sorpreso, ma al contempo pare non aspettarsi che lui facesse caso alla sua presenza. I capelli sono colorati di un biondiccio castano, Zayn pensa che probabilmente siano tinti, ma gli occhi azzurrissimi non tradiscono alcuna finzione. Sono profondi, chiari, tranquilli come il mare senza vento in un'assolata giornata d'estate.

"Viva la vida", dice calmo dopo qualche secondo di totale silenzio, senza nessun apparente senso logico, per poi iniziare a canticchiare un motivetto che Zayn non conosce. "Quella dei Coldplay."

Per qualche strano motivo, a Zayn scappa una risata senza che se ne accorga; e fra le labbra sottili del ragazzo si apre un sorriso splendente, che luccica ancora di più sui denti bianchi grazie all'apparecchio argentato che Zayn pensa gli stia bene. Sembra quasi che faccia un sospiro di sollievo, mentre gli porge la mano:

"Piacere, Niall."



Niall è un biondino assolutamente vivace, allegro, e sopratutto spensierato.

È tutto il pomeriggio che lo trascina in giro per la città, letteralmente ovunque: in un bar, in un negozio, in un parco o in una piazza. Non sta fermo un attimo né accenna a voler restare in silenzio, parla senza smettere neppure per riprendere fiato; parla incontrollatamente, ora dell'Irlanda -che Zayn aveva scoperto fosse il suo luogo di nascita- e ora dell'Inghilterra, ora di scuola e ora di play station, ma sopratutto di musica. A Zayn venne persino il dubbio che fosse il commesso di un qualche negozio di musica, per quanto ne sa. Sembra potrebbe parlarne per ore, e Zayn è certo che perfino l'ascolterebbe se lo facesse. Del resto, è tutto il pomeriggio che lo ascolta con più o meno attenzione; lui aveva detto poco o niente, ma a Niall non sembra pesare. E questa è probabilmente la cosa che Zayn apprezza di più in lui, più dei capelli biondi o degli occhi azzurri, della pelle chiara o delle labbra sottili, dell'accento irlandese che caratterizza la sua voce allegra.

In quel momento l'aveva seguito fino ad un negozio di dischi e lui si era entusiasmato come un bambino nel vedere i nuovi cd che le sue band preferite avevano inciso. Avrebbe forse potuto sembrargli noioso, se solo non avesse puntualmente canticchiato le canzoni in questioni facendolo sorridere.

"...quindi, in pratica ero estremamente concentrato a scegliere fra Queen e Pink Floyd. Beh, perché mi piacciono entrambi, ma poi ho deciso di prendere l'edizione platino del cd dei Blue. So che non c'entra niente e che non c'è nessunissimo filo logico che li lega, ma mi andava e così l'ho fatto."

Per la prima volta da quando l'ha conosciuto una settimana prima, Zayn alza un sopracciglio e gli rivolge un'intera frase, addirittura una domanda. "Ti butti sempre in questo modo a fare ciò che ti va, solo perché ne hai voglia?". Si stupisce di sé quando si rende conto di aver parlato, e subito inizia a controllare la sua reazione per scoprire cosa sente.

"Sì" risponde il biondino, con sincerità e naturalezza. "Mi sono avvicinato a te per lo stesso motivo."

Zayn sorride timidamente e, per la prima volta, è contento che qualcuno quel giorno abbia interrotto la sua pace.



Mentre Zayn è seduto sul letto del suo amico -strano a dirsi, ma lo considera già tale- a scorrere con lo sguardo i titoli dei manga nella libreria, perfettamente allineati per numero e autore, Niall sistema la sua stanza canticchiando una canzone deprimente dei Lonestar. Zayn sposta lo sguardo dai fumetti per puntarlo sul ragazzo; non è attento né distratto, ha come al solito quel qualcosa che Zayn non riesce a capire, non riesce ad analizzare la sua espressione; sembra così semplice e sincera, non lo convince. Gli sembra strano che quel ragazzo sia improvvisamente entrato nella sua vita e come prima cosa gli abbia parlato di una canzone dei Coldplay, che da allora l'abbia seguito ovunque andasse. Non è una presenza pesante o fastidiosa, anzi; Niall non ficca il naso nei suoi affari, si limita semplicemente a seguirlo o a parlargli delle prime stupide cose che gli vengono in mente.

Altre volte è lui a seguirlo, perché gli piace ascoltare quel fiume infinito di parole che sgorgano dalle sue labbra seguite a ruota dal suo accento irlandese. Niall non gli chiede cosa gli piace, come sta, chi frequenta. Non gli chiede nemmeno perché non parli, anche se è taciturno sembra non accorgersene nemmeno.

Zayn si chiedeva se avesse finalmente trovato qualcuno capace di ascoltare il suo silenzio.

"Ok, Zay, ho finito" annuncia il biondino sedendosi accanto a lui, a gambe incrociate sul letto, "che ne dici di giocare alla play?"

Senza attendere una risposta che comunque non sarebbe arrivata, Niall gli porge un controller e fa partire un gioco di gare automobilistiche. È strano come sembra conoscerlo da una vita, nonostante siano amici da meno di un mese – e Zayn abbia detto sì e no una decina di frasi in tutto.

Ed è ancora più strano che Zayn desideri davvero, sul serio che Niall sappia qualcosa di lui, ma si fa coraggio e cerca di prendere parola, quando l'amico lo anticipa.

"Il mio colore preferito è il verde" afferma tranquillamente, dal nulla. Non fa domande, ma Zayn spera per un attimo che invece gli chieda qual è il suo. Siccome non gli arriva nessuna domanda, decide di parlare di sua spontanea iniziativa.

"Da grande voglio diventare professore", dice un po' esitante, e subito si maledice per aver tirato fuori un argomento così stupido, in modo assurdo poi. Niall avrebbe potuto pensare qualsiasi cosa: in passato gli erano state rivolte frasi come "professore? Tu che non parli mai?" o "sì, come no, e quando apriresti bocca per spiegare?". Ma Niall è diverso, è diverso da chiunque altro, solleva di poco le palpebre in un'espressione sorpresa. "Oh, allora immagino che tu vada bene a scuola", osserva, e Zayn cerca di capire a cosa stia pensando. "Mi daresti una mano in arte? Non sono molto bravo", ridacchia, e Zayn si sente stranamente stupito. "Adoro disegnare", commenta, come se dirlo fosse una questione di vita o di morte. L'Irlandese gli sorride con quel suo sorriso semplice e spontaneo, non chiede maggiori dettagli, e Zayn ne è felice. Ha parlato tanto, troppo per i suoi standard, e ora si sente scoperto anche solo per quelle due frasi che ha detto, teme che Niall possa trovare il modo di farlo sentire a disagio per quelle rivelazioni che molti hanno preso in giro.

Eppure, quella paura sparisce subito quando Niall ricomincia a canticchiare una canzone dei Doors mentre impugna il controller e giocano insieme.



Zayn non ha mai parlato così tanto. Sul serio, è tutto il pomeriggio che spiega a Niall l'intero programma di storia dell'arte, commentando i quadri e rivelandogli perfino quali siano i suoi preferiti, per poi guardare Niall indicargli quelli che a lui piacciono di più. Niall che durante quelle ore non ha fatto altro che ascoltare la sua voce e pensare che sia piacevole, anche se parla poco di solito e quindi non la conosce bene, ma è un suono caldo e rilassante per le sue orecchie piene di musica sparata al massimo da auricolari e cd player. Se avesse potuto incidere un disco adesso, sicuramente avrebbe scelto la voce di Zayn come colonna sonora.

"...tutto chiaro?", gli domanda il ragazzo, rapendolo ai suoi pensieri. Niall ride, scuote la testa, intona un motivetto per scusarsi e, osservando il sorrisetto che come sempre spunta sulle labbra di Zayn quando canta, gli chiede di rispiegare l'ultimo artista. Zayn ricomincia con pazienza e coraggio, perché non è semplice soffermarsi sui quadri e dirgli la sua impressione, si sente messo a nudo da quelle pozze d'acqua azzurre. Il ragazzo dalla pelle chiara ride, sorride, sembra che niente possa scalfirlo e Zayn pensa che vorrebbe essere come lui, anche lui vorrebbe essere capace di dire tutto ciò che pensa come fa lui, senza temere il giudizio della gente.

E poi pensa che, innegabilmente, si sta un po' innamorando. Si sta un po' innamorando e gli sembra la cosa più normale del mondo, come se innamorarsi di quel biondino sia la cosa più scontata che gli sia mai capitata, come se fosse un qualcosa che già si aspettava accadesse. Per la prima, primissima volta nella sua vita smette di controllare le reazioni della persona che gli sta davanti, si concentra solo sulle labbra di Niall che si sfiorano piano mentre parla e gli ripete Monet, e si chiede quanto possano essere morbide, perché ne è sicuro: anche se sono sottili, sono piuttosto carnose e di certo sono soffici. Gli viene voglia di provare, di sfiorare quelle labbra, e vorrebbe davvero essere come lui: fare tutto quello che gli pare, solo perché ne ha voglia.

Ma poi abbassa appena lo sguardo, perché sa che non durerà. Zayn Malik non è tipo da affezionarsi alle persone, da innamorarsi, non ci sono presenze costanti nella sua vita a parte la sua famiglia. Niall Horan scomparirà come tutti gli altri, sarà lui stesso ad allontanarsi da quel biondino allegro, ne è sicuro.

Però adesso gli vuole bene, e vorrebbe dirgli almeno grazie. Grazie per essersi avvicinato a lui quel giorno, per avergli parlato ininterrottamente per ore quel pomeriggio mentre lo trascinava ovunque, per essergli sempre dietro quando si volta e rispettare il suo silenzio. Gli vorrebbe dire grazie per quella sua voce che adesso ripete, che di solito canta, che comunque sente sempre e a cui pensa anche quando va a dormire, riportando alla mente quell'accento irlandese prima di chiudere gli occhi fino al mattino seguente.

Così, "grazie" dice soltanto, quasi in un sussurro, come se non volesse farsi sentire sul serio. Ma Niall l'ha sentito, l'ha sentito eppure non dice nulla, nemmeno si ferma mentre ripete anche se sa benissimo che Zayn non lo sta più ascoltando. Gli rivolge un sorriso scintillante e argentato, e a Zayn basta come risposta.



Quando Niall l'ha invitato a dormire a casa sua, Zayn non aveva affatto pensato che sarebbe andata a finire in quel modo; entrambi stesi in un divano letto in cui comunque stavano stretti, due barrette di cioccolato bianco ormai finite e sostituite solo dalla carta sul pavimento, il computer di Niall accanto alla sua bottiglietta d'acqua quasi vuota e un braccio del ragazzo intorno alla sua vita.

Non è che gli dia fastidio, ma è la prima volta che Zayn è abbracciato da qualcuno in un letto. A dirla tutta, è la prima volta che Zayn viene abbracciato da qualcuno che conosce da poco più di due mesi, ed è la prima volta che un contatto così intimo gli fa piacere. Niall dorme tranquillamente, la fronte poggiata contro la sua spalla e le ginocchia piegate che gli sfiorano la gamba, quel braccio che senza che se l'aspettasse, improvvisamente, gli ha stretto con delicatezza il fianco circondandogli la vita. E, passato l'imbarazzo, Zayn è stato decisamente felice di quel gesto inconsapevole, dell'aria serena e tranquilla sul volto addormentato di Niall, dei suoi capelli ovviamente tinti biondi appena scompigliati che spuntano sul suo cuscino insieme a quella fronte su cui avrebbe volentieri posato un bacio. Il suo abbraccio, sempre che così possa essere definito, è un contatto intimo e dolce, che gli infonde uno strano calore, una particolare sensazione; si sente al sicuro. Perciò glielo sussurra di nuovo come un mese prima, un "grazie" detto in un soffio, perché anche se Niall sa così poco di lui adesso lo sta abbracciando e Zayn si sente più felice che mai.

Finalmente chiude gli occhi anche lui, e quel calore sui suoi fianchi e quel respiro lieve contro la sua spalla sembrano del tutto intenzionati a conciliargli il sonno.



Niall ne è sicuro al cento per cento; Zayn gli piace, ne è convinto quanto è certo di amare la musica o i cd in edizione speciale. Ma quello per Zayn è un amore diverso da quello che prova per le canzoni o per gli strumenti musicali, quello è qualcosa che addirittura lo supera, per quanto possa sembrargli strano pensarci. E, sia ben chiaro, Niall non è un tipo che pensa tanto. Quando decide una cosa la fa, senza starci troppo tempo a rimuginarci sopra. Così un giorno si è ritrovato a osservare da lontano gli occhi ambrati di Zayn -che gli aveva chiesto con tono appena timoroso di lasciarlo solo per un po'-, i suoi capelli folti e neri, la sua pelle color cappuccino e lo sguardo pensieroso e serio che rivolgeva a tutto ciò che lo circondava. Niall aveva sentito i battiti del suo cuore rallentare, perdersi, per poi prendere a inseguirsi furiosamente e a martellargli nel petto quasi volessero uscirgli dalla cassa toracica e farsi sentire direttamente da lui, nel suo orecchio, a cantargli un nuovo motivetto che di certo non conosceva. Ma, siccome Niall non poteva di certo fargli ascoltare il suo cuore, aveva preferito mostrargli come suonasse la chitarra.

Come al solito l'ha invitato a casa sua, ormai quella di ritrovarsi lì è diventata quasi un'abitudine. Senza dire niente si è seduto sul letto, accanto a lui -altra abitudine- e ha iniziato a suonare e a cantare. Zayn lo osserva rapito, attento, perché ha sempre desiderato imparare a suonare uno strumento musicale e non c'è mai riuscito.

Niall ha sorriso della sua espressione pensierosa, Zayn non si stava controllando come faceva usualmente e aveva lasciato inconsciamente che l'amico gli leggesse dentro. "Vuoi che ti suoni qualcosa?", domanda tranquillo. Zayn non ci pensa nemmeno. "I don't want to miss a thing" dice in fretta, come rincorrendo il suo pensiero per paura che gli sfugga. Non c'è bisogno di cantargli il motivetto o dirgli chi sia il cantante, Niall è un esperto di musica e ovviamente conosce anche quella canzone. Comincia a cantarla, ma inizialmente ammette di non ricordare bene tutte le parole; quando Zayn sente che la sua voce inizia a farsi insicura, gli viene spontaneo dischiudere le labbra e subito dopo accompagnare la sua voce, cantando sottovoce con lui.

Ha scelto quella canzone perché non vuole perdere quella cosa, non vuole perdere quel qualcuno. Non vuole perdere Niall, ormai sta diventando una presenza quasi necessaria nella sua vita, ha imparato a conoscerlo ed è certo che anche Niall abbia capito tante cose di lui, nonostante la barriera di silenzio che innalza di fronte a chiunque, lui compreso. Eppure, per un motivo o per un altro, ora un ragazzo disturbato e asociale come lui si trova a passare il tempo con un'irlandese amante della musica, sempre sorridente e che mangia un sacco senza ingrassare, è davvero un buco nero e Zayn si chiede come diavolo faccia, ha voglia di tirargli su la maglietta e vedere se è davvero magro come sembra nonostante tutte le schifezze che mangia una dopo l'altra. Beh, non solo per quello a dire la verità.

Non è sicuro che si possa definire amore vero e proprio, ma di certo prova per Niall qualcosa che va oltre l'affetto. Vorrebbe avvicinarlo a sé e assaggiare le sue labbra certamente soffici, inspirare il profumo di quei capelli biondo-castani e stringere in un abbraccio intimo e caldo quel corpo dalla pelle chiara, quelle spalle larghe. Ha voglia di accarezzare quei lineamenti del suo viso ancora da bambino e sentirsi un po' felice, anche solo per qualche ora, insieme a quel ragazzo che ha in breve tempo conquistato un posto così importante nella sua vita.

"Ne vuoi sentire un'altra?" gli sorride Niall. Zayn scuote la testa, poi una frase inaspettata gli scappa dalle labbra morbide. "Mi piace la tua voce", confessa senza accorgersene. E il sorriso di Niall è ancora lì, sulla bocca piegata all'insù che improvvisamente Zayn vede farsi più vicina, sempre più vicina alla propria, finché le loro labbra non si incontrano. Niall lo bacia piano, con delicatezza, e gli sembra più un soffio sulle labbra che un vero e proprio bacio. Ma è un contatto intimo e dolce, e gli fa così piacere che lo ricambia premendo leggermente sulla bocca del ragazzo, finalmente in grado di testare personalmente quelle labbra su cui si era domandato così tanto: sì, sono soffici come se le aspettava, sono sottili ma morbide, e non vorrebbe staccarsi più. Invece l'amico si allontana appena, ride piano, torna a concentrarsi sulla sua chitarra e inizia a intonare Paradise dei Coldplay. E siccome Zayn è felice, stupidamente felice, canta con lui ad alta voce e sorridendo come non ha mai fatto prima.



Niall è seduto a gambe incrociate sull'erba, un pacchetto di patatine al pomodoro al suo fianco sopra al libro di storia chiuso. Sa che fra poco avrà l'interrogazione, e ha chiesto l'aiuto di Zayn; in realtà era solo una scusa, tant'è che adesso il libro dalle pagine appena piegate giace sull'erba sotto al pacchetto di patatine che mangia avidamente. Zayn è seduto davanti a lui, con un libro di letteratura in mano e gli occhi sul testo, ma la mente altrove; Niall l'ha baciato qualche settimana prima, ma poi non ha più fatto nulla del genere. Ovviamente non ne hanno parlato e Zayn c'è rimasto un po' male, vorrebbe sapere cos'ha spinto l'amico a fare un gesto simile; ma, chiuso nel suo silenzio, si lascia torturare dai dubbi.

"Sai" esordisce infine alzando gli occhi dal libro, quasi sottovoce, "fra qualche giorno è il mio compleanno."

Niall fa un sorrisone, Zayn vede i suoi occhi illuminarsi. "Wow, complimenti!", si congratula quasi gli stesse parlando di splendidi voti in pagella. "E quanti anni compi?"

"Diciassette."

"Oh, io ne ho sedici."

Dal modo in cui lo dice sembra non essere intenzionato a continuare il discorso, ma Zayn insiste. "Quando sei nato?"

"Il tredici settembre, ad Ardleight" sorride. Probabilmente non si aspettava quella che sembra una conversazione vera e propria, non sa bene come continuarla. "Tu sei nato in qualche paese lontano, vero?"

Zayn sgrana leggermente gli occhi quando si accorge del tono di voce dell'amico; non è sprezzante, non è stupito, non è sospettoso e nemmeno timoroso, è semplicemente curioso. Curioso come gli occhi azzurri puntati su di lui, mentre si porta una nuova patatina alle labbra e il rumore del suo masticare accompagna il silenzio in cui Zayn sta riflettendo. Alla fine risponde, con una punta di timidezza nella voce e gli occhi che fa fatica a mantenere in quelli di Niall.

"No, sono nato a Bradfort", dice piano, ma si impone di continuare. "Sono cresciuto nel quartiere di East Bowling, si...si sta bene lì. Mia madre è inglese, mio padre pakistano. Ho tre sorelle, e le adoro", sorride, per poi abbassare leggermente lo sguardo in quella che sembra una confessione dolorosa. "Anche se non trascorro molto tempo con loro."

Niall sorride, ancora. Zayn sente la sua voce riempirsi di tenerezza quando apre di nuovo bocca per parlargli: "Sono sicuro che sei un bravo fratello maggiore, Zay. Ah, e comunque io ne ho uno, si chiama Greg!"

Dal modo in cui pronuncia il suo nome, Zayn intuisce che dev'essere molto affezionato a lui; prima che possa accorgersene, un pizzico d'invidia si fa spazio nella sua mente come al solito pensierosa.

"Non litigate mai?", domanda, e la curiosità vince la timidezza. Il sorriso di Niall si allarga ancora di più; è la loro prima, vera conversazione. Dopo più di due mesi, certo, ma gli va bene lo stesso.

"Oh, sì", ride, "spesso! L'ultima volta è stata ieri. Stavo mangiando la pizza e me ne ha chiesto un pezzo, ovviamente non gliel'ho dato e allora si è offeso."

Zayn ride per quell'ovviamente, del resto se lo aspettava. Niall lo guarda senza dire più nulla, le labbra ancora sollevate all'insù e la mano immobile nel pacchetto, che nemmeno sfiora le patatine; ed è là che Zayn punta lo sguardo, che per la prima volta decide di esporsi. Solleva gli occhi e poi, con indifferenza, chiede: "me ne dai una?"

Niall scoppia a ridere, il perché non lo sa nemmeno lui, ma la sua risata riempie il cuore di Zayn di coraggio e speranza e non di timidezza e incertezza come qualsiasi altra risata avrebbe fatto.

Quando poi Niall allunga il braccio verso di lui e gli porge il pacchetto, Zayn fa un sorriso completo, felice, sorpreso; il primo che rivolge, spontaneo e incontrollato, a Niall.



Zayn si sente felice e a disagio contemporaneamente; fino a un paio di ore prima era chiuso nella sua stanza a singhiozzare in silenzio, i suoi gli hanno fatto una sfuriata per il suo eterno isolarsi e quella mattina ha ricevuto nuovi insulti da quello che credeva un amico, è anche da qualche giorno che non vede Niall, si sente abbandonato e ovviamente cerca rifugio nella solitudine. Da quando quasi tre mesi prima quel biondino è entrato nella sua vita, si è attenuata; ora gli pesa, Dio solo sa quando preferirebbe essere fuori con lui ad ascoltare il suo accento irlandese piuttosto che in quella stanza vuota, in cui affoga tutto il suo dolore e lo nasconde al resto del mondo. Abita al quarto piano, si vede il mare e il cielo, ma non lo guarda perché gli ricorda gli occhi di Niall. Pensa che si sia stancato di avere intorno un tipo come lui, taciturno e forse troppo serio per stare con un ragazzo rumoroso e allegro come lui. Anche la sua pelle è troppo scura in confronto a quella dell'amico, i suoi occhi troppo marroni e i suoi capelli troppo neri nel paragonarli alle iridi azzurre del ragazzo, ai capelli castani. Forse non avrebbe mai dovuto incontrarlo, visto che la sua presenza è diventata così importante.

Proprio allora, mentre guarda la finestra aperta, gli viene in mente un'idea assolutamente folle; la scaccia appena in tempo per accorgersi di alcuni passi rumorosi e appena incerti, che è sicuro di non aver mai sentito pestare prima sul pavimento di casa sua. Non fa in tempo a voltarsi, che all'entrata della sua stanza vede Niall.

"Ehi!", gli sorride il ragazzo, a braccia aperte. "Il tuo irlandese preferito è venuto a farti visita."

È un attimo. Zayn non viene nemmeno sfiorato dalla sensazione di disagio che di solito avverte nell'avere amici a casa, visto che teme sempre che qualcosa possa non piacere loro, scansa anche qualsiasi timidezza, e gli rivolge un sorriso entusiasta prima di raggiungerlo in due uniche lunghe falcate e abbracciarlo come ha spesso desiderato fare. Stavolta il più sorpreso è Niall, mentre ricambia un po' scombussolato l'abbraccio; aveva aperto le braccia come a invitarlo, ma non si aspettava assolutamente che Zayn facesse una cosa simile. E invece ora è lì, sente le sue braccia stringergli le spalle, il suo corpo caldo a contatto con il proprio e una vicinanza a cui non è decisamente abituato. Zayn ride piano contro il suo orecchio, senza farlo apposta, con la sua voce profonda e calda e Niall pensa che sia il suono più bello del mondo, appena graffiante ma tanto dolce.

Gli cinge i fianchi con le braccia e chiude gli occhi contro la sua spalla, Zayn è più alto di lui di pochi centimetri e grazie a quella differenza può quasi poggiare la fronte su di essa. Sorride, prima che la frase di Zayn lo riempia di stupore.

"Mi mancavi", ammette arrossendo, anche se Niall non può vederlo. E, a sua volta, Zayn non può vedere i suoi occhi brillare di felicità nel sentirsi rivolgere quelle parole così importanti.



È un tardo pomeriggio a casa Malik; stavolta Zayn e Niall si sono ritrovati lì, è il giorno di san Valentino e con la scusa di non voler uscire il biondo ha sorpreso l'amico suonando alla porta di casa sua. Ovviamente Zayn l'ha fatto entrare, e Niall ha lanciato un'occhiata perplessa alla scatola di cioccolatini che stringeva nella mano. "Oh, questi", ride imbarazzato il ragazzo, seguendo il suo sguardo, "li ha lasciati qualcuno stamattina davanti alla porta, c'era solo un biglietto con scritto il mio nome."

Per un attimo spera di cogliere qualche segnale dal viso di Niall che sia stato lui, ma l'espressione del ragazzo è invece sospettosa, quasi imbronciata, ora ha un cipiglio appena infastidito che è sicuro di non aver mai visto prima su quel volto da bambino. Geloso? No, impossibile.

"Qualche ragazza" commenta infine facendo spallucce, senza accorgersi dello sguardo indagatore e attento che Zayn ha puntato su di lui. "A scuola ti mangiano con gli occhi, Zay."

Zayn arrossisce appena, si gira fra le mani il pacchetto, poi con un sorriso timido lo porge a Niall.

"Uhm, io...", mormora imbarazzato, "a me...oggi non ho voglia di cioccolato. Tu ne vuoi?"

Niall non riesce a non ridere come un idiota, forte, così forte che la sorella più piccola di Zayn si affaccia dalla sua stanza e squadra l'irlandese cercando di capire cosa ci faccia una persona così rumorosa e allegra con uno come suo fratello. Niall cerca a fatica di ricomporsi, mentre l'espressione di Zayn è illeggibile, ha paura di un rifiuto a quel regalo -perché è pur sempre un regalo di san Valentino, anche se accompagnato da una scusa decisamente poco credibile. Scruta l'amico in attesa, prima che finalmente questi si decida a prendere il pacchetto e gli promette che per sdebitarsi gli offrirà il prima possibile una bella cioccolata calda al bar della scuola.

Si dirigono in camera del ragazzo, e Niall focalizza subito la sua attenzione sulla psp accesa sul letto. "Ci stavo giocando" spiega Zayn, e Niall ride quando scopre che il gioco in questione è quello dei pokémon che gli ha regalato per il compleanno. "Oh, allora ti piace sul serio!", esclama divertito. "Credevo d'essere l'unico che si diverte a giocarci!"

"No, mi piace" confessa Zayn con un'aria un po' timorosa, sedendosi accanto a lui sul letto e osservandolo mentre controlla il suo pokèdex. "Il mio pokémon preferito è Oshawott. Lui è piuttosto carino, piuttosto tenero."

Si prende di coraggio e gli punta un dito contro la guancia, come a voler attirare la sua attenzione. "Tu sei Oshawott."

Di nuovo la risata di Niall si fa sentire e lo trascina a sorridere di rimando mentre sposta il dito. Niall è così, quando prova a dirgli qualcosa ride o sorride, non commenta, e Zayn pensa che in fin dei conti sia la cosa migliore. La cosa che non si aspetta è che tiri fuori la sua psp dal nulla e gli proponga di giocarci insieme dopo avergli schioccato un bacio leggero sulla bocca, tanto inaspettato quanto piacevole.

Mezz'ora dopo la testa del ragazzo è poggiata sulla sua spalla, e Zayn vede i capelli biondi dell'amico coprirgli la visuale della psp che ha in mano. Non che gli interessi molto, a dire la verità, perché sentire la guancia di Niall a contatto con la sua spalla gli infonde una sensazione indescrivibile, a cui non è assolutamente disposto a rinunciare. Niall ha aperto il pacchetto di cioccolatini che Zayn gli ha dato all'entrata di casa sua, ne porta uno alla bocca e lo lascia sciogliere sulla lingua mentre Zayn lotta contro qualcuno e intanto parla di qualcosa, finalmente ha preso l'abitudine di chiacchierare con lui senza trattenersi e Niall ne è davvero entusiasta. Per questo, dopo che lo vince in una gara e Zayn borbotta fra sé e sé, ride e alza di poco il viso sfiorandogli il collo con la punta del naso, per poi posare un bacio su quella morbida pelle color cappuccino. Zayn si sente quasi tremare, ma si ostina a ricacciare indietro quel brivido che sta per salirgli lungo la spina dorsale. Abbassa di poco il viso e stavolta Niall gli bacia la guancia, sa qual è il prossimo obiettivo, ma l'amico lo fa attendere ancora per qualche secondo mentre gli posa un bacio delicato sull'angolo esterno delle labbra; finalmente giunge sulla sua bocca, e rimane immobile a baciarlo.

È un bacio diverso dagli altri, è lungo, è dolce, e Zayn per istinto dischiude le labbra e gli bagna le sue con la lingua per chiedergli tacitamente di entrare. Niall non se lo fa ripetere due volte, e per Zayn è la pura estasi dei sensi; sulla lingua del ragazzo che sfiora la sua, in ogni centimetro della sua bocca che esplora in preda all'adorazione, sente sapore di cioccolato. Lo percepisce direttamente sulle papille gustative, è un sapore forte che quasi gli da alla testa, un po' amaro, e non ne è sicuro ma forse sa anche un po' di nocciola. Quando interrompe quel contatto così piacevole è solo per riprendere fiato, ma contrariamente alle sue previsioni e alle sue intenzioni, specialmente ai suoi desideri, Niall torna a poggiare la testa sulla sua spalla e mangia un altro cioccolatino.

Adesso, Zayn sa che il suo nuovo dolce preferito è quel cioccolato amaro e appena nocciolato; solo se sa anche un po' di Niall, però.



Alla fine è successo; Zayn si è privato di qualsiasi barriera dinanzi a sé, quando ha confessato a sua sorella di essere innamorato di un ragazzo e ha visto nei suoi occhi puro, sprezzante disgusto. Non se l'aspettava da lei, non da Doniya, che essendo più grande dovrebbe essere più matura e comprenderlo, e che invece non ha avuto la forza di rispondergli se non con uno sguardo colmo d'astio e disprezzo. "Asociale, disturbato", ha scandito lentamente, "e gay." Se n'è andata sbattendo la porta, lasciando Zayn solo con le sue lacrime.

Meno di dieci minuti dopo, quelle lacrime si sono fermate nel sentire il campanello alla porta. Sa chi è, c'è solo una persona che viene a trovarlo in quelle ore assurde del giorno, incredibilmente tardi o incredibilmente presto, la stessa che occupa il suo cuore e per la quale ha ricevuto quegli insulti persino da sua sorella maggiore. Quella minore apre invece la porta, e Zayn cerca di riprendere il controllo di sé dandosi una veloce occhiata allo specchio, asciugandosi gli occhi e traendo un bel respiro profondo.

"Ehi!", lo saluta Niall entrando nella stanza, con un sorrisone sul viso. Zayn si volta piano, stava fingendo di sistemare delle cose sulla scrivania. "Ehi" risponde a sua volta, con un piccolo sorriso tanto falso quanto triste sulle labbra, che nemmeno può essere paragonato a quello dell'amico, gli occhi del quale incontrano subito quelli arrossati e ancora lucidi del ragazzo.

E, immediatamente, comprende che qualcosa non va.

Si leva velocemente il giubbino verde per poggiarlo sul letto del ragazzo, posa lì anche una busta contenente il dvd che aveva portato da vedere, sotto lo sguardo confuso e sorpreso di Zayn davanti a quella reazione. Che abbia intuito qualcosa? D'improvviso rabbrividisce, non per il vento leggero però gelido di Febbraio che entra nella stanza dalla finestra socchiusa, ma per il timore che Niall abbia compreso i suoi sentimenti per lui e non li ricambi. Ma lui cosa può saperne? Forse sarebbe meglio se se ne andasse, se sparisse dalla sua vita per sempre, perché da quando c'è si sente un po' svuotato della sua solitudine, non capisce bene che gli prende, d'improvviso ha voglia di stare con qualcun altro a parte sé stesso e queste nuove sensazioni lo spaventano. Non ha mai dato importanza prima ai suoi sentimenti, alle sue cotte per qualcuno, le ha sempre vissute come passeggere e indolori, quasi con distacco. Con Niall è diverso, lo ha persino voluto dire a sua sorella, perché quel qualcosa che sente non riesce davvero a capirlo fino in fondo. Con Niall riesce a essere felice, a sorridere, Niall è l'unico che è stato capace di abbattere la sua timidezza e tutti i problemi legati alla sua personalità, accetta con un sorriso tutte le sue difficoltà nel parlargli o nell'aprirsi con lui, annuisce incoraggiante e comprensivo quando gli chiede di lasciarlo un po' da solo perché ne ha bisogno. Niall è perfetto, è la persona migliore che conosca, e vorrebbe portarlo con sé per tutta la vita.

Ed è per tutti questi motivi -più qualche battito di cuore mancato- che, quando Niall gli si avvicina e lo abbraccia con delicatezza, si abbandona subito a quell'abbraccio stringendolo invece a sé quasi con forza, perché Niall ha capito tutto il suo dolore. Ha capito e vuole assorbirlo, vuole racchiuderlo dentro sé e impedirgli di provarne altro.

Zayn lo sa, lo capisce, e quella sofferenza che ha dentro è diventata troppo pesante e opprimente perché possa continuare a nasconderla; si abbandona totalmente alle braccia di Niall, a quelle braccia che si accorge di quanto siano forti e capaci di sorreggere tutto il suo dolore, a quelle braccia che lo stringono con tenerezza mentre inizia a singhiozzare silenziosamente contro la sua pelle calda e morbida.

Il suo viso è affondato sulla sua spalla, e se solo non stesse cercando di frenare i sussulti Zayn penserebbe che è il posto migliore in cui sia mai stato; il più caldo, il più morbido, mentre le mani di Niall gli accarezzano piano i fianchi e le sue si fanno più strette intorno alla sua schiena.

Niall ascolta ogni suo singhiozzo, direttamente nell'orecchio, e anche se ne soffre non può non sorridere tristemente a quel momento di debolezza, in cui Zayn si è lasciato tutto alle spalle e si è fidato di lui. Gli posa un bacio fra i capelli mentre continua ad accarezzargli i fianchi, sa che sta iniziando a calmarsi e lo capisce dal modo progressivamente più lento e calmo in cui respira, e sente il soffio leggero del suo respiro caldo sulla spalla.

"Va tutto bene" gli sussurra delicato. "Non preoccuparti, è tutto a posto."

E Zayn non ricorda di aver mai, mai ascoltato un suono così rassicurante.



Quella bocca che aveva esplorato incuriosito e sorpreso circa due mesi prima, adesso ne conosce ogni singolo particolare alla perfezione; se ne rende conto quando, anche a occhi chiusi, gli sfiora le labbra con le proprie e poi introduce la lingua nella sua bocca sapendo già in che modo accarezzargli il palato e farlo ridere nel bacio per quella sensazione di solletico, sa già che Niall sarà il primo ad accarezzargli la lingua con la propria, ed è certo che quando il bacio sarà finito lui non esiterà a ricominciare. È quello che pensa mentre lo bacia e fa l'amore con lui, mentre Niall gli posa dei baci umidi e delicati sul collo, mentre Zayn gli accarezza il petto nudo e scende giù fino al ventre, fino al pube, poi oltre – e allora Niall inizia a gemere in un modo che lo fa decisamente andare fuori di testa, perché la sua voce gli è sempre piaciuta, quando parlava ma sopratutto quando cantava, adesso che è interrotta da sospiri di piacere pensa che sia il suono più bello che abbia mai udito. Niall lo attira a sé infilando una mano fra i suoi capelli, lo bacia e con irruenza entra nella sua bocca lasciando che le loro lingue si rincorrino ancora, prima di raggiungere l'apice del piacere accompagnato dall'ultima carezza marcata di Zayn.

Vorrebbe definirlo il suo ragazzo ma non può, a stento crede che siano migliori amici, figuriamoci amanti. Beh, di certo non è proprio da amici quello che stanno facendo, quello che si sono ritrovati a fare anche altre volte, quello che fanno sempre più spesso, ma a Niall basta sentire le labbra di Zayn sulle sue per sapere che si accontenta anche di quell'amicizia troppo strana.

Quando finalmente sono entrambi rilassati e appagati, stesi nel divano letto a casa di Niall che quella notte è vuota -i genitori sono andati a un matrimonio, suo fratello Greg ha comprato una casa per vivere da solo-, nudi sotto alle coperte calde e per niente a disagio, Niall poggia la bocca contro la sua spalla e rimane immobile, così, le labbra sulla sua pelle senza fare alcunché.

"Niall?", domanda piano Zayn, con una punta di incertezza nella voce.

"Sì?". La risposta è soffiata dalle sue labbra direttamente contro la sua pelle scoperta, e Zayn non riesce a controllare il brivido che gli sale lungo la schiena. Non riesce nemmeno a parlare, e Niall gli sfiora le dita con le sue in un gesto rassicurante. "Beh, forse non era niente di importante" dice infine senza allontanare la mano, dopo il lunghissimo silenzio di Zayn, "me lo dirai un'altra volta."

Ma Zayn incrocia le loro mani, stringe la presa perché ha davvero bisogno di lui in quel momento, perché vuole che lui sappia. "Niall", lo chiama deciso ma con tono morbido, timido, "io credo di essere innamorato di te."

La prima reazione di Niall non è certo quella che Zayn si aspetta; abbassa di poco il viso fino a sfiorare con la punta del naso la pelle che prima accarezzava con le labbra, allontanando la bocca dalla sua spalla e sbadigliando. In un primo momento Zayn viene assalito dal terrore che Niall sia solo un ragazzo dalle larghe vedute e che non prenda troppo sul serio quei baci e quelle carezze, che possa essere infastidito se non disgustato da quei sentimenti da parte di un ragazzo, ma il biondo scaccia via subito le sue paure quasi gli legga nel pensiero. "Meno male", ride sollevato, "credevo di essere l'unico, e invece ci sei cascato pure tu."

Sulle labbra di Zayn si apre un sorriso enorme, non ricorda di essere mai stato così felice prima di allora. Senza esitazione gli circonda un fianco con il braccio, gli posa un bacio leggero sulla guancia e poi sulla spalla, infine chiude gli occhi con le labbra che gli sfiorano la fronte e nel silenzio gli sussurra cose dolci che non ha mai detto a nessuno, che si è portato dietro per tutta la vita senza avere nessuno a cui dedicarle. Adesso, quel 'nessuno' ha assunto la forma di un ragazzo dai capelli castani, gli occhi assurdamente azzurri e un accento irlandese che lo fa tremare quando contro le sue labbra gli bisbiglia "ti amo".


Le loro mani sono congiunte, le loro dita intrecciate, Zayn è certo di non essersi mai sentito così a suo agio.

Ha dei problemi, è vero, è un ragazzo asociale e disturbato, ma Niall è l'unico a trovarsi nella sua vita quasi come fosse solo un'altra parte di sé, come se fosse un suo braccio, una sua gamba, ma sopratutto il suo sorriso. Niall è entrato nel mondo di Zayn cantando una canzone dei Coldplay che non aveva mai sentito, l'ha portato in giro per negozi per un pomeriggio intero senza mai smettere di parlare, si è addormentato abbracciato a lui, l'ha baciato, ha ascoltato i suoi singhiozzi e asciugato le sue lacrime, ha fatto l'amore con lui ed è inevitabilmente diventato parte integrante della sua vita. Niall, ormai, possiede il suo cuore e l'ha riempito più della solitudine, più della timidezza o della paura. Ora Zayn non è più solo.

Non è guarito, non del tutto e probabilmente nemmeno abbastanza, ma esce di più e anche solo il fatto di trascorrere tutto quel tempo con lui è di certo una buona cosa, un segno di miglioramento, ha cominciato a trascorrere di nuovo del tempo con i suoi amici e ha conosciuto quelli di Niall, sapendo di poter contare sul suo appoggio e che, in qualsiasi momento si sentirà a disagio, la sua mano prenderà la sua per incoraggiarlo. Purtroppo non è facile cambiare, sopratutto quando continua a controllare le reazioni proprie e altrui e sospira frustrato nella paura di non essere accettato, ma ci pensa Niall ad accarezzargli il palmo della mano congiunta alla sua per rassicurarlo. Niall è la medicina di Zayn. E Zayn è tutto ciò di cui Niall ha bisogno, anche con i suoi difetti, con le sue crisi e con la sua fobia sociale.

Niall conosce Zayn alla perfezione. Sa quant'è difficile per lui affrontare tutte quelle situazioni nuove, sa che lo fa solo per lui, perché vuole essere degno di stargli accanto e dimostrargli quanto nonostante il suo carattere tenga a lui, e lo ama incondizionatamente per questo. Zayn è la persona più fragile e forte che conosca, e per lui Niall è quella più dolce e coraggiosa, perché ha avuto il coraggio di innamorarsi di lui e persino di iniziare una relazione con lui che è un ragazzo disturbato e fragile. Zayn e Niall ringrazieranno sempre quel giorno d'essere arrivato, quel giorno che con le note di Viva la vida e con la luce rosata del tramonto li ha fatti incontrare. Anche se hanno caratteri completamente diversi e aspetti altrettanto differenti, voci e accenti distinti, origini dissimili, sono perfetti per stare insieme. Sono nati per appartenersi l'un l'altro.

E Zayn sussurra tutte queste frasi a bassa voce mentre bacia piano Niall, sfiora quelle sue labbra sottili e carnose come se fosse la prima volta, ma con una nuova sicurezza che solo il tempo gli ha fornito, con la certezza di essere sé stesso e d'essere, sopratutto, amato.

Zayn è un ragazzo problematico.

Zayn è un ragazzo fragile.

Zayn è un ragazzo disturbato.

Zayn ha diciassette anni, prima ne aveva sedici anni ancora incerti e nascosti negli occhi marroni che emanano calore, amore, che brillano d'una tenerezza assopita e nascosta dal nero della pupilla. La sua pelle è color cappuccino, non è nera, non è bianca, è un misto. Proprio come lui. Per metà pakistano, per metà britannico.

Ha ricevuto insulti per il suo accento strano, insulti per il colore della sua pelle, insulti per qualsiasi cosa. E così si è rifugiato nella solitudine.

Ma oggi, a distanza di mesi da quel giorno in cui era seduto da solo sul muretto della scuola e un ragazzo biondo gli si è avvicinato, Zayn può definirsi felice. Non riceve più insulti, solo baci e carezze e parole tenere bisbigliate all'orecchio, non gli importa più della sua pelle che sembra così scura in confronto a quella così chiara di Niall, gli importa solo di incontrare le sue labbra e sapere che lui è lì, è lì per lui, è lì e non lo abbandona. È lì perché ha squarciato le sue paure e buttato giù tutte le sue difese, divenendo lui stesso il suo scudo a tutte le difficoltà che incontra.

Mano nella mano, labbra sulle labbra, voce contro voce, Zayn sa che Niall è la cosa più bella che gli sia mai successa.



Angolo Autrice

Devo dire la verità, è la prima volta che qualcosa che scrivo mi soddisfa totalmente, forse perché in ogni parola di questa storia trovo me stessa. Ad essere sincera questa shot l'ho scritta proprio pensando a me, doveva essere un mio sfogo personale, poi ho deciso di inserirci Niall ed è diventata una Ziall romantica e sdolcinata. La verità è che la primissima parte di questa storia, prima che Niall entri in scena, è la mia storia. Mia perché, anche se non ne ho l'assoluta certezza, credo di avere tutti quei problemi che caratterizzano Zayn in questa OS. Ho il disturbo della personalità, la fobia sociale. È difficile conviverci, accettarla, perché non puoi farci niente. Sei tu l'ostacolo di te stessa, sei tu ad essere sbagliata, e non sei in grado di fare nulla se non accorgertene. È una consapevolezza che ti uccide dentro, che ti consuma, che brucia nel sangue ogni giorno di più.

Scusate questo piccolo grande sfogo, mi dispiace se la shot è troppo lunga, avevo pensato di dividerla in due parti ma alla fine ho mantenuto l'impostazione iniziale. Oh, e non so se l'avete notato, per il fatto dei pokémon ho praticamente riportato le reali frasi di Zayn, quando definisce Niall come il suo pokémon preferito.

Se vi va di leggerla ho scritto anche un'altra OS in questo fandom, è una Larry, qui c'è il link http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1593356&i=1 , e se volete, vi lascio anche il mio twitter: https://twitter.com/Without__Wings

Detto questo vi saluto, grazie per aver letto.

Tanti baci,

Seele.

  
Leggi le 13 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Seele