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Autore: Layla    25/02/2013    3 recensioni
"Apro la porta e vorrei non averlo mai fatto, visto che ho una visione in primo piano del culo del suo ragazzo prima di scollegare del tutto il cervello e mettermi a urlare come una pazza.
"MA VOI SIETE DELLE BESTIE! STATE SCOPANDO SUL MIO LETTO! IO VI UCCIDO!!”
Sto per mettere in atto le mie minacce quando due braccia mi afferrano e, da come si capovolge il mondo, temo che mi carichino sulla schiena del loro proprietario.
Lancio un ultimo sguardo di fuoco a quella bastarda con cui condivido il dna – che ricambia con uno sguardo smarrito – e al tizio che se la stava scopando.

Finisco per identificarlo come Tom DeLonge, uno del nostro anno, a causa dei capelli platinati, del tatuaggio e degli svariati piercing.
[....]“Ah, Ruby Ruby! Dopo tuuuuuuutto il tuo tuonare contro i punk ti interessa uno di loro!”
“Erin vaffanculo!”
E dopo questo brillante scambio di opinioni lascio la stanza di mia sorella, per oggi l’ho sopportata abbastanza e mi ha dato fin troppe cose su cui pensare.
E no, a me non piace Mark.
Ma proprio no!"
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Mark Hoppus, Nuovo personaggio, Scott Raynor, Tom DeLonge
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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37) Se San Francisco non va a San Diego, è San Diego ad andare a San Francisco.

 

Ci sono momenti in cui i minuti scorrono lenti, anzi sembrano non scorrere.
È come se il tempo si fosse fermato: la gente attorno a te cammina, le macchine passano e le nuvole si muovono in cielo, ma per te nulla di tutto questo ha senso.
Vivi in funzione di un attimo che tarda a farsi vivo. Io – in questo momento – vivo in funzione dell’attimo in cui Mark svolterà il dannato angolo della via e io potrò saltargli al collo.
Il chiacchiericcio di Lars e Tom non mi tange e nemmeno la musica punk – veloce e rumorosa – che esce dall’autoradio.
Lui di solito esce da scuola alle quattro quindi dovrebbe arrivare a minuti, spero si sbrighi.
Quando sono sull’orlo della pazzia una figura conosciuta svolta l’angolo tenendo lo sguardo ostinatamente puntato per terra: questi mesi hanno reso Mark più magro, lo hanno fatto vestire con abiti più larghi e hanno fatto sbiadire il blu dei suoi capelli in un biondo che vira al bianco.
Le mie gambe si muovono da sole, senza nemmeno accettarsi che lui mi abbia riconosciuta o vista gli corro incontro.
Non deve avere fatto caso a me perché quando gli salto al collo lui sobbalza stupito e quasi spaventato per poi alzare la testa subito. Lo stupore e la gioia che vedo farsi largo nei suoi occhi mi ricompensano di tutti i minuti di attesa snervante.
“Ruby!”
Io non gli rispondo e lo bacio con violenza, attirandolo a me e affondando le mani nei suoi capelli.
Sono un po’ ispidi e più lunghi di quanto ricordassi.
Ci baciamo per diversi minuti, sentire le sue mani avide sul mio corpo è un toccasana, qualcosa in grado di ridarmi vita, così come lo è toccare il suo corpo, sentire la sua lingua attorcigliata alla mia e annusare il suo odore.
Ci stacchiamo ansimanti e senza fiato, giusto per guardarci negli occhi e sorridere nello stesso momento.
“Mi sei mancato.”
“Anche tu. Non ho mai tolto la tua mano di Fatima, lo sai?”
“Molto romantico, Hoppus.”
Una voce acuta ci interrompe come ai vecchi tempi e vedo Mark sorridere e poi staccarsi lentamente da me. Sempre sorridendo stritola Tom in un abbraccio spacca costole e poi gli batte un pugno sulla spalla.
“Mi sei mancato, scassa cazzo!”
“Anche tu, coglione. Poway non è più la stessa senza si te.”
Piano piano mi porto al fianco di Mark, che mi attira a sé, tenendomi un braccio dietro alla schiena.
“Siete belli così, quasi quasi mi commuovo.”
“Oh, zitto DeLonge!”
“E così è questo il tuo ragazzo, fiorellino. La sua faccia non mi è nuova.”
Mark squadra Lars per un attimo – credo non gradisca il fatto che mi chiami “fiorellino” – e poi risponde.
“Nemmeno la tua, frequenti la zona del porto, vero?
Io ogni tanto ci faccio skate.”
“Sì, forse ti ho visto lì, allora.
Io sono Lars, piacere.”
“Io Mark, piacere.”
Le presentazioni sono fatte, forse data la stazza di Lars non ci scapperà la rissa, anche perché Tom si mette in mezzo.
“Ehi, Hoppus conosci un posto dove si possa fare skate?
Ormai sei di casa qui.”
“Ma vaffanculo, casa mia è a Poway.
Sì, comunque conosco un posto, ma se aspetti cinque minuti dovrebbe arrivare anche Anne e potremmo andarci tutti insieme. Si è fermata a chiedere i compiti a qualcuno della sua classe.”
Tom annuisce soddisfatto, ha un sorriso che gli va da un orecchio all’altro, non ho ancora capito se è per quello che progetta o è per aver ritrovato temporaneamente il suo compagno di malefatte.
Qualche minuto dopo anche Anne svolta l’angolo e non appena ci vede lancia un urletto acuto e salta in braccio a DeLonge. Vuoi vedere che mia sorella ha una nuova e più temibile rivale?
Mark intercetta il mio sguardo e mi stringe la mano.
“Gliel’ho chiesto, dice di no.”
Il che significa che sì, le piace Tom, ma non vuole ammetterlo. Non ancora. Forse Anne sta considerando che è suo amico da una vita e che è fidanzato e che non vale la pena mettersi in mezzo o forse sono io che mi faccio troppe pare. Credo però di essere nel giusto, starò a vedere e non dirò nulla a mia sorella: per ora la situazione non è preoccupante.
“Vabbeh, ragazzi che ci fate qui?”
Tom esclama con fare teatrale: “Per rapirvi!”
Lars e Anne ridono, solo Mark capisce che fa sul serio e sul suo volto compare lo stesso sorriso di Tom.
“Ehi.” Mi sussurra all’orecchio: “Rapiscimi, portami nella tua cantina e rendimi il tuo schiavo sessuale!”
“Scemo!” sussurro dandogli una gomitata scherzosa.
L’idea non è poi così male, ma se mia madre lo scoprisse le sue urla si sentirebbero fino in fondo alla penisola della California.
“Conoscete un posto per fare skate, vicino al porto magari, così riportiamo indietro Lars.”
Mark annuisce e corre – insieme ad Anne – in casa a prendere le tavole.
“Ehi Tom, quella è la tua ragazza per caso?”
“Anne? La sorella di Mark?
La mia ragazza è la sua gemella.”
Mi indica senza pudore, Lars sorride: ho il sospetto che Anne si sia fatta un nuovo ammiratore, il che sarebbe perfetto.
Poco dopo siamo tutti nel furgone: Tom, Anne e Lars davanti, io Mark dietro tra skate, amplificatori e chitarra.
“Vieni qui e non pensare di sfuggirmi!”
Chi vuole sfuggirgli?
Vorrei dirglielo, ma lui inizia a baciarmi con violenza, tanto che faccio quasi fatica stargli dietro e sono solo vagamente consapevole delle sue mani che si sono infilate sotto il mio maglione nero e cercano pelle da accarezzare.
“Sono mesi che voglio farlo!”
Ansima durante una pausa, quella dedicata a levarmi il maglione e a togliersi la felpa militare.
Io sorrido e lo attiro a me, baciandolo. Questa volta sento le mani, si sono infilate sotto la maglietta e mi accarezzano schiena e pancia, le mie invece gli accarezzano i pettorali e la sua ex morbida pancia.
“Ma sei dimagrito!”
“Anche tu, adesso posso contarti le costole!”
Riprendiamo a baciarci, ma è per poco. Qualcuno – Tom – apre poco gentilmente il portellone e siamo costretti a fermarci.
“Ah, l’astinenza!”
Commenta divertito, osservando felpa e maglione a terra.
“Se volete salutare Lars se ne sta andando.”
“A-arriviamo!”
Balbetto io, rossa come un pomodoro, mentre raccolto il maglione. Mark – dietro di me – fa un gesto poco rassicurante a Tom, credo non volesse essere interrotto.
Salutiamo Lars, il quale sembra molto interessato ad Anne, lei sembra colpita.
Ecco, chiodo scaccia chiodo è la soluzione perfetta.
“è simpatico questo Lars.”
Mark mugugna qualcosa che somiglia a un: “Devo farci una chiacchierata!” e prende la sua tavola sottobraccio.
I tre corrono verso il parco da skate e mi lasciano da sola a osservarli: sono bravi e sono belli. Mi mancava vederli fare skate insieme.
Li guardo per un po’, poi guardo il parco fino a che due mani si posano sui miei occhi.
“Mark.”
“Ciao, bella messicana. Vorresti un gringo come me come fidanzato?”
“Non so, sei ricco? Sei bravo a letto?”
“Sono il principe di sto cazzo e sono bravissimo a letto.”
Io rido e mi godo il suo abbraccio, fino a che non mi fa alzare. Senza dire nulla mi prende per mano e mi trascina verso quello che sembra un capanno utilizzato come custodia da chi cura il parco.
Chiude la porta a chiave dietro di sé e poi mi ci schiaccia contro con tutto il suo peso e inizia a baciarmi come un disperato.
In un attimo mi toglie la maglia, sorride compiaciuto tracciando con le dita il solco delle mie costole e poi si butta sul collo. Sono letteralmente travolta dal suo impeto, non posso fare altro che gemere e infilargli le mani nei capelli, mentre rovescio la testa all’indietro per facilitargli il lavoro.
“Mark, oh Mark!”
“Mi sei mancata! Dovevo riprendere quel che Tom che ha interrotto!”
“Oh, il tuo fidanzato!”
Si stacca e mi guarda senza capire. È in questo momento che mi sento la stupida più grande del pianeta, come ho fatto a pensare una cosa del genere?
“No, niente!”
“No, dimmi.”
“No, è che vedendo com’era messo senza di te, sia io che Erin avevamo paura che aveste una storia ehm parallela.” Balbetto.
“Ma vi drogate?”
Chiede divertito.
Io non rispondo e lui mi attira a sé e mi slaccia il reggiseno che cade a terra.
Lui gioca con i miei seni, li accarezza, li stringe.
“Tom non li ha questi e nemmeno qualcos’altro!”
Mormora mentre i impegnato a baciarli. Ok, vuole farmi impazzire.
Sto trattenendo i gemiti, non voglio che ci scoprano e lui non mi aiuta affatto.
“Mark…
Mark sei troppo vestito!”
Dico la prima cosa che mi passa per la mente e strappandogli un ghigno di quelli che ti fanno tremare le gambe inizio a togliergli la maglietta.
Gli bacio il collo piano e a lungo, sentendolo gemere compiaciuta. I giochi si fanno in due, caro mio! Non sei l’unico in drammatica astinenza!
Scendo sul petto e passo l’indice sui pettorali e poi sempre più giù, facendolo fremere. È troppo magro.
“Quando torni ti metto all’ingrasso!”
Lui se la ride e si slaccia i pantaloni, io lo imito subito. Subito dopo tocca all’intimo e poi ci siamo solo noi. I nostri corpi che si fondono, lui dentro di me e io che vorrei che questo momento durasse per sempre.
“Ti amo, ti amo, ti amo!”
Mi sussurra mentre mi bacia le tempie e spinge piano.
“Ti amo anche io!”
Continua a spingere fino a quando non arriva l’orgasmo, poi crolla su di me, sudato e ansante.
Gli passo piano le dita tra i capelli, sorridendo. Il luogo non è dei migliori, ma noi non ce la siamo cavata male.
“You and I should get away for a while
I just wanna be alone with your smile
Buy some candy and cigarettes and we’ll get in my car
We’ll blast the stereo and we’ll drive to Madagascar.
Because when I’m with you there’s nothing I wouldn’t do
I just wanna be your only one.”
Io trattengo le lacrime, sentendolo canticchiare: sembra una cosa scritta da lui.
L’ha scritta per me?”
“è per me?”
Chiedo con una vocina acuta che non mi appartiene.
“No, è per Maria Ferreira, una piccola strega.”
Ride,mentre si rigira e mi attira in un abbraccio. Sento il suo cuore battere, potrei morire qui.
“Bastardo traditore!”
Lui ride e mi bacia le tempie, la sua risata mi è mancata un sacco: è musica per le mie orecchie.
“Cosa ha in mente Tom?”
“Vuole rapirvi, non l’hai sentito? Lo sai che lui non scherza su queste cose.”
C’è un attimo di silenzio.
“Mia madre ci ucciderà dopo che l’avrà scoperto.”
Altra pausa.
“Ma io qui non riesco a vivere e l’idea di Tom mi tenta e mi tenti anche tu.”
Sorrido.
“Gli altri ci staranno cercando.”
“Fa niente, capelli blu. Rimaniamo così ancora un po’?”
Lui annuisce e mi stringe a sé. Io traccio cerchi sul petto e sulla sua neo pancia piatta e lui gioca con i miei capelli. Penso gli piaccia usarli come antistress.
È bella questa pace tra di noi, è bello stare con lui. Adesso l’idea di Tom mi sembra assolutamente perfetta e mi sembrano cavolate tutte le mie sensate obiezioni.
“Adesso è ora di andare, purtroppo. Se davvero volete rapirci vi conviene farlo prima che mamma o zia arrivino a casa.”
“Giusto, anche se tua zia si merita una sberla potente.”
Lui ride.
“Non ti sono piaciute le sue affermazioni sui messicani?”
“Per niente e ho ODIATO il fatto che ogni volta interrompesse le nostre telefonate.”
“Anche io. È una donna odiosa e non ha perso occasione per insultare mio padre.”
Ci vestiamo lentamente mentre parliamo, mi manca già.
Come diceva Tom? Dannata astinenza? Beh, aveva ragione.
Usciamo dal capanno e camminiamo verso il parco, gli altri due si saranno sicuramente accorti della nostra assenza.
Siamo infatti accolti da cori, Tom soprattutto si ingegna sulla parte sconcia. È rifiorito il ragazzo da quando ha ritrovato il suo compagno di cazzate.
“Dai Tom, basta! Se davvero volete rapirci vi conviene muovere il culo prima che tornino mia madre o mia zia.”
“Io avevo portato la chitarra!”
“Ci fermeremo lungo la strada, anche perché ho avuto un’idea abbozzata per un testo.”
“Uhm, le scopate portano sempre idee!”
“TOM!”
Lui se la ride e si allontana sorridendo, seguito da noi.
Usciamo dal parco, accompagnati dal sole che cala e ci infiliamo di nuovo nel furgone, questa volta siamo di fretta e ci teniamo di meno.
La casa è ancora vuota quando ci arriviamo e non possiamo fare a meno di sentirci come dei ladri mentre entriamo. Io e Mark entriamo in camera sua e cominciamo velocemente a mettere della roba in una valigia, una volta finito lui prende basso e amplificatori e comincia a scendere.
Io do gli ultimi tocchi e poi scendo trascinandomi dietro la valigia, Anne e Tom mi aspettano all’entrata e mi fanno cenno di muovermi.
Darmi una mano,no?
Una volta caricato tutto nel furgone, ci saltiamo dentro e partiamo sgommando. Ce l’abbiamo fatta!
“San Diego arriviamo!”
Urla Tom ai passanti dal finestrino, facendoli spaventare.
“è matto!”
“Ormai mi conosci Anne.”
“Eh, già!”
Lei sorride.
“Ehi Anne, ma quel Lars ti piace?”
Mark il fratello superprottetivo non ce l’ha fatta a trattenersi ed è esploso.
“Beh, è carino.”
“Magari ha la ragazza.”
“Magari è single.”
Puntualizza lei.
“Stiamo per tornare a San Diego.”
“Torneremo ogni tanto a San Francisco dalla mamma o dalla zia.”
Lui storce il naso.
“Spero di  non vedere quella grassona acida per tutto il resto della mia vita.”
Lei alza gli occhi al cielo.
“Su questo ti do ragione, ma mi spieghi qual è il problema?”
“Lars non mi piace.”
“Perché ci ha provato con Ruby?”
Il tono di Anne è polemico, Mark taci finché sei in tempo. Quando una donna usa quel tono è un brutto segno.
“Perché ha fatto il cretino con Ruby, poi con te e poi potrebbe farlo con qualcun’altra.
È questo che vuoi?”
“Devo rinfrescarti la memoria su com’eri prima di Ruby?”
Lui arrossisce e tace.
Oh Oh. Houston, abbiamo un problema.
“Com’eri Mark?”
Intervengo con la mia voce flautata tipica di quando sto evitando di esplodere.
“Oh, uno che saltava da una vagina all’altra, come se avesse un cazzo a molla.
S’è fatto pure Emily.”
Mi incupisco parecchio. Emily no, non con tutti i casini in cui mi ha messo!
“Spero che ti sia passata, tesoro, perché altrimenti la tanto temuta maledizione ai testicoli potrebbe colpirti e comunque la saracinesca rimarrà chiusa per un po’.”
Senza dire altro mi rifugio nel fondo del furgone, seduta con le gambe raccolta tra chitarra di Tom e il basso di Mark. Dietro di me sento Tom che sgrida Anne per aver esagerato e Mark che mi chiama.
Non ho voglia di parlargli – lo so che è stupido fare l’offesa per cose successe prima che stessimo insieme – ma all’improvviso tutti i dubbi sopiti dall’inizio della nostra storia sono tornati a galla.
Se davvero era così perché ha scelto una nullità come me e non Emily?
Io non ho nulla di speciale, Emily invece – anche se è una stronza – è carina.
Sento qualcuno sedersi accanto a me e passarmi un braccio intorno alle spalle, vorrei allontanarmi, ma lo spazio è talmente esiguo che non posso.
“Ruby, parlami. Cosa è successo?”
Io sto zitta. Cosa posso dirgli? Che nonostante tutte le volte che mi ha dimostrato che è me che vuole ho ancora paura di perderlo?
Che mi sento fragile ed insicura se paragonata alle altre?
“è per quello che ha detto Anne? Quello è il passato!
Le altre non mi interessano, sei tu la mia ragazza e non voglio tradirti. Ti amo.”
“Perché hai scelto una nullità come me?
Perché non hai scelto Emily?”
Lui mi alza il mento e mi costringe a guardarlo negli occhi.
“Perché tu mi piaci come persona, non solo come aspetto fisico o tizia da scopare.
Mi interessi tu, come Ruby, con tutti i tuoi tick, difetti, umorismo macabro, ma anche infinita dolcezza.
Ho voluto te perché sapevo che eri diversa dalle altre e non mi sono mai pentito della mia scelta.”
Io prendo fiato.
“Prendimi per una bambina paurosa, ma ho paura di perderti. Ho paura di non meritarti e che un giorno tu te ne accorgerai.”
Lui mi attira a sé.
“Non succederà!”
Mi bacia appassionatamente e quando ci stacchiamo io rimango comodamente tra le sua braccia.
Ci sto bene.
“Ehi, avete risolto?”
Urla Tom.
“Sì, perché?”
“Perché vorrei sentire cosa ha scritto Mark!”
Mark ride e dà il suo ok.
Alla prima piazzola di sosta ci fermiamo e il mio ragazzo e DeLonge tirano fuori basso e chitarra. Mark inizia a muovere le dita sulla chitarra del suo amico con un po’ di incertezza, fino a che non trova quello che cerca, poi intona i primi versi.
Tom mi guarda e poi annuisce.
“è bella, mi piace molto. Complimenti MarkyMarky.”
Io, Anne e Mark arricciamo il naso al soprannome che DeLonge gli ha affibbiato.
Che cretino, ma è impossibile non volergli bene! Mi era mancato questo clima spensierato e queste cazzate a ripetizione sono un toccasana per la  mia naturale tetraggine.
Le cose stanno tornando al loro posto, finalmente.
Poway, stiamo tornando!

Amgolo di Layla.

Siamo al penultimo capitolo, spero che vi piaccia. Non temete, comuqnue, ci sarà un seguito a questa storia.
Ringrazio MatyOtaku, A_DeLonge182, LostinStereo e eve 182 per le recensioni.
   
 
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