37)
Se San Francisco non va a San Diego, è San Diego ad andare a
San Francisco.
Ci
sono momenti in cui i
minuti scorrono lenti, anzi sembrano non scorrere.
È come se il tempo si
fosse fermato: la gente attorno a te cammina, le macchine passano e le
nuvole
si muovono in cielo, ma per te nulla di tutto questo ha senso.
Vivi in funzione di un
attimo che tarda a farsi vivo. Io – in questo momento
– vivo in funzione
dell’attimo in cui Mark svolterà il dannato angolo
della via e io potrò
saltargli al collo.
Il chiacchiericcio di Lars
e Tom non mi tange e nemmeno la musica punk – veloce e
rumorosa – che esce
dall’autoradio.
Lui di solito esce da
scuola alle quattro quindi dovrebbe arrivare a minuti, spero si sbrighi.
Quando sono sull’orlo
della pazzia una figura conosciuta svolta l’angolo tenendo lo
sguardo
ostinatamente puntato per terra: questi mesi hanno reso Mark
più magro, lo
hanno fatto vestire con abiti più larghi e hanno fatto
sbiadire il blu dei suoi
capelli in un biondo che vira al bianco.
Le mie gambe si muovono da
sole, senza nemmeno accettarsi che lui mi abbia riconosciuta o vista
gli corro
incontro.
Non deve avere fatto caso
a me perché quando gli salto al collo lui sobbalza stupito e
quasi spaventato
per poi alzare la testa subito. Lo stupore e la gioia che vedo farsi
largo nei
suoi occhi mi ricompensano di tutti i minuti di attesa snervante.
“Ruby!”
Io non gli rispondo e lo
bacio con violenza, attirandolo a me e affondando le mani nei suoi
capelli.
Sono un po’ ispidi e più
lunghi di quanto ricordassi.
Ci baciamo per diversi
minuti, sentire le sue mani avide sul mio corpo è un
toccasana, qualcosa in
grado di ridarmi vita, così come lo è toccare il
suo corpo, sentire la sua
lingua attorcigliata alla mia e annusare il suo odore.
Ci stacchiamo ansimanti e
senza fiato, giusto per guardarci negli occhi e sorridere nello stesso
momento.
“Mi sei mancato.”
“Anche tu. Non ho mai
tolto la tua mano di Fatima, lo sai?”
“Molto romantico, Hoppus.”
Una voce acuta ci
interrompe come ai vecchi tempi e vedo Mark sorridere e poi staccarsi
lentamente da me. Sempre sorridendo stritola Tom in un abbraccio spacca
costole
e poi gli batte un pugno sulla spalla.
“Mi sei mancato, scassa
cazzo!”
“Anche tu, coglione. Poway
non è più la stessa senza si te.”
Piano piano mi porto al
fianco di Mark, che mi attira a sé, tenendomi un braccio
dietro alla schiena.
“Siete belli così, quasi
quasi mi commuovo.”
“Oh, zitto DeLonge!”
“E così è questo il tuo
ragazzo, fiorellino. La sua faccia non mi è nuova.”
Mark squadra Lars per un
attimo – credo non gradisca il fatto che mi chiami
“fiorellino” – e poi
risponde.
“Nemmeno la tua, frequenti
la zona del porto, vero?
Io ogni tanto ci faccio
skate.”
“Sì, forse ti ho visto lì,
allora.
Io sono Lars, piacere.”
“Io Mark, piacere.”
Le presentazioni sono
fatte, forse data la stazza di Lars non ci scapperà la
rissa, anche perché Tom
si mette in mezzo.
“Ehi, Hoppus conosci un
posto dove si possa fare skate?
Ormai sei di casa qui.”
“Ma vaffanculo, casa mia è
a Poway.
Sì, comunque conosco un
posto, ma se aspetti cinque minuti dovrebbe arrivare anche Anne e
potremmo
andarci tutti insieme. Si è fermata a chiedere i compiti a
qualcuno della sua
classe.”
Tom annuisce soddisfatto,
ha un sorriso che gli va da un orecchio all’altro, non ho
ancora capito se è
per quello che progetta o è per aver ritrovato
temporaneamente il suo compagno
di malefatte.
Qualche minuto dopo anche
Anne svolta l’angolo e non appena ci vede lancia un urletto
acuto e salta in
braccio a DeLonge. Vuoi vedere che mia sorella ha una nuova e
più temibile
rivale?
Mark intercetta il mio
sguardo e mi stringe la mano.
“Gliel’ho chiesto, dice di
no.”
Il che significa che sì,
le piace Tom, ma non vuole ammetterlo. Non ancora. Forse Anne sta
considerando
che è suo amico da una vita e che è fidanzato e
che non vale la pena mettersi
in mezzo o forse sono io che mi faccio troppe pare. Credo
però di essere nel
giusto, starò a vedere e non dirò nulla a mia
sorella: per ora la
situazione non è preoccupante.
“Vabbeh, ragazzi che ci
fate qui?”
Tom esclama con fare
teatrale: “Per rapirvi!”
Lars e Anne ridono, solo
Mark capisce che fa sul serio e sul suo volto compare lo stesso sorriso
di Tom.
“Ehi.” Mi sussurra
all’orecchio: “Rapiscimi, portami nella tua cantina
e rendimi il tuo schiavo
sessuale!”
“Scemo!” sussurro dandogli
una gomitata scherzosa.
L’idea non è poi così
male, ma se mia madre lo scoprisse le sue urla si sentirebbero fino in
fondo
alla penisola della California.
“Conoscete un posto per
fare skate, vicino al porto magari, così riportiamo indietro
Lars.”
Mark annuisce e corre –
insieme ad Anne – in casa a prendere le tavole.
“Ehi Tom, quella è la tua
ragazza per caso?”
“Anne? La sorella di Mark?
La mia ragazza è la sua
gemella.”
Mi indica senza pudore,
Lars sorride: ho il sospetto che Anne si sia fatta un nuovo ammiratore,
il che
sarebbe perfetto.
Poco dopo siamo tutti nel
furgone: Tom, Anne e Lars davanti, io Mark dietro tra skate,
amplificatori e
chitarra.
“Vieni qui e non pensare
di sfuggirmi!”
Chi vuole sfuggirgli?
Vorrei dirglielo, ma lui
inizia a baciarmi con violenza, tanto che faccio quasi fatica stargli
dietro e
sono solo vagamente consapevole delle sue mani che si sono infilate
sotto il
mio maglione nero e cercano pelle da accarezzare.
“Sono mesi che voglio farlo!”
Ansima durante una pausa,
quella dedicata a levarmi il maglione e a togliersi la felpa militare.
Io sorrido e lo attiro a
me, baciandolo. Questa volta sento le mani, si sono infilate sotto la
maglietta
e mi accarezzano schiena e pancia, le mie invece gli accarezzano i
pettorali e
la sua ex morbida pancia.
“Ma sei dimagrito!”
“Anche tu, adesso posso
contarti le costole!”
Riprendiamo a baciarci, ma
è per poco. Qualcuno – Tom – apre poco
gentilmente il portellone e siamo
costretti a fermarci.
“Ah, l’astinenza!”
Commenta divertito,
osservando felpa e maglione a terra.
“Se volete salutare Lars
se ne sta andando.”
“A-arriviamo!”
Balbetto io, rossa come un
pomodoro, mentre raccolto il maglione. Mark – dietro di me
– fa un gesto poco
rassicurante a Tom, credo non volesse essere interrotto.
Salutiamo Lars, il quale
sembra molto interessato ad Anne, lei sembra colpita.
Ecco, chiodo scaccia
chiodo è la soluzione perfetta.
“è simpatico questo Lars.”
Mark mugugna qualcosa che
somiglia a un: “Devo farci una chiacchierata!” e
prende la sua tavola
sottobraccio.
I tre corrono verso il
parco da skate e mi lasciano da sola a osservarli: sono bravi e sono
belli. Mi
mancava vederli fare skate insieme.
Li guardo per un po’, poi
guardo il parco fino a che due mani si posano sui miei occhi.
“Mark.”
“Ciao, bella messicana.
Vorresti un gringo come me come fidanzato?”
“Non so, sei ricco? Sei
bravo a letto?”
“Sono il principe di sto
cazzo e sono bravissimo a letto.”
Io rido e mi godo il suo
abbraccio, fino a che non mi fa alzare. Senza dire nulla mi prende per
mano e
mi trascina verso quello che sembra un capanno utilizzato come custodia
da chi
cura il parco.
Chiude la porta a chiave
dietro di sé e poi mi ci schiaccia contro con tutto il suo
peso e inizia a
baciarmi come un disperato.
In un attimo mi toglie la
maglia, sorride compiaciuto tracciando con le dita il solco delle mie
costole e
poi si butta sul collo. Sono letteralmente travolta dal suo impeto, non
posso
fare altro che gemere e infilargli le mani nei capelli, mentre rovescio
la
testa all’indietro per facilitargli il lavoro.
“Mark, oh Mark!”
“Mi sei mancata! Dovevo
riprendere quel che Tom che ha interrotto!”
“Oh, il tuo fidanzato!”
Si stacca e mi guarda
senza capire. È in questo momento che mi sento la stupida
più grande del
pianeta, come ho fatto a pensare una cosa del genere?
“No, niente!”
“No, dimmi.”
“No, è che vedendo com’era
messo senza di te, sia io che Erin avevamo paura che aveste una storia
ehm
parallela.” Balbetto.
“Ma vi drogate?”
Chiede divertito.
Io non rispondo e lui mi
attira a sé e mi slaccia il reggiseno che cade a terra.
Lui gioca con i miei seni,
li accarezza, li stringe.
“Tom non li ha questi e
nemmeno qualcos’altro!”
Mormora mentre i impegnato
a baciarli. Ok, vuole farmi impazzire.
Sto trattenendo i gemiti,
non voglio che ci scoprano e lui non mi aiuta affatto.
“Mark…
Mark sei troppo vestito!”
Dico la prima cosa che mi
passa per la mente e strappandogli un ghigno di quelli che ti fanno
tremare le
gambe inizio a togliergli la maglietta.
Gli bacio il collo piano e
a lungo, sentendolo gemere compiaciuta. I giochi si fanno in due, caro
mio! Non
sei l’unico in drammatica astinenza!
Scendo sul petto e passo
l’indice sui pettorali e poi sempre più
giù, facendolo fremere. È troppo magro.
“Quando torni ti metto
all’ingrasso!”
Lui se la ride e si
slaccia i pantaloni, io lo imito subito. Subito dopo tocca
all’intimo e poi ci
siamo solo noi. I nostri corpi che si fondono, lui dentro di me e io
che vorrei
che questo momento durasse per sempre.
“Ti amo, ti amo, ti amo!”
Mi sussurra mentre mi
bacia le tempie e spinge piano.
“Ti amo anche io!”
Continua a spingere fino a
quando non arriva l’orgasmo, poi crolla su di me, sudato e
ansante.
Gli passo piano le dita
tra i capelli, sorridendo. Il luogo non è dei migliori, ma
noi non ce la siamo
cavata male.
“You and I
should get away for a while
I just wanna be alone
with your smile
Buy some candy and
cigarettes and we’ll get in my car
We’ll blast
the stereo and we’ll drive to Madagascar.
Because when
I’m with you there’s nothing I wouldn’t do
I just wanna be your
only one.”
Io trattengo le lacrime,
sentendolo canticchiare: sembra una cosa scritta da lui.
L’ha scritta per me?”
“è per me?”
Chiedo con una vocina
acuta che non mi appartiene.
“No, è per Maria Ferreira,
una piccola strega.”
Ride,mentre si rigira e mi
attira in un abbraccio. Sento il suo cuore battere, potrei morire qui.
“Bastardo traditore!”
Lui ride e mi bacia le
tempie, la sua risata mi è mancata un sacco: è
musica per le mie orecchie.
“Cosa ha in mente Tom?”
“Vuole rapirvi, non l’hai
sentito? Lo sai che lui non scherza su queste cose.”
C’è un attimo di silenzio.
“Mia madre ci ucciderà
dopo che l’avrà scoperto.”
Altra pausa.
“Ma io qui non riesco a
vivere e l’idea di Tom mi tenta e mi tenti anche
tu.”
Sorrido.
“Gli altri ci staranno
cercando.”
“Fa niente, capelli blu.
Rimaniamo così ancora un po’?”
Lui annuisce e mi stringe
a sé. Io traccio cerchi sul petto e sulla sua neo pancia
piatta e lui gioca con
i miei capelli. Penso gli piaccia usarli come antistress.
È bella questa pace tra di
noi, è bello stare con lui. Adesso l’idea di Tom
mi sembra assolutamente
perfetta e mi sembrano cavolate tutte le mie sensate obiezioni.
“Adesso è ora di andare,
purtroppo. Se davvero volete rapirci vi conviene farlo prima che mamma
o zia
arrivino a casa.”
“Giusto, anche se tua zia
si merita una sberla potente.”
Lui ride.
“Non ti sono piaciute le
sue affermazioni sui messicani?”
“Per niente e ho ODIATO il
fatto che ogni volta interrompesse le nostre telefonate.”
“Anche io. È una donna
odiosa e non ha perso occasione per insultare mio padre.”
Ci vestiamo lentamente
mentre parliamo, mi manca già.
Come diceva Tom? Dannata
astinenza? Beh, aveva ragione.
Usciamo dal capanno e
camminiamo verso il parco, gli altri due si saranno sicuramente accorti
della
nostra assenza.
Siamo infatti accolti da
cori, Tom soprattutto si ingegna sulla parte sconcia. È
rifiorito il ragazzo da
quando ha ritrovato il suo compagno di cazzate.
“Dai Tom, basta! Se
davvero volete rapirci vi conviene muovere il culo prima che tornino
mia madre
o mia zia.”
“Io avevo portato la
chitarra!”
“Ci fermeremo lungo la
strada, anche perché ho avuto un’idea abbozzata
per un testo.”
“Uhm, le scopate portano
sempre idee!”
“TOM!”
Lui se la ride e si
allontana sorridendo, seguito da noi.
Usciamo dal parco,
accompagnati dal sole che cala e ci infiliamo di nuovo nel furgone,
questa
volta siamo di fretta e ci teniamo di meno.
La casa è ancora vuota
quando ci arriviamo e non possiamo fare a meno di sentirci come dei
ladri
mentre entriamo. Io e Mark entriamo in camera sua e cominciamo
velocemente a mettere
della roba in una valigia, una volta finito lui prende basso e
amplificatori e
comincia a scendere.
Io do gli ultimi tocchi e
poi scendo trascinandomi dietro la valigia, Anne e Tom mi aspettano
all’entrata
e mi fanno cenno di muovermi.
Darmi una mano,no?
Una volta caricato tutto
nel furgone, ci saltiamo dentro e partiamo sgommando. Ce
l’abbiamo fatta!
“San Diego arriviamo!”
Urla Tom ai passanti dal
finestrino, facendoli spaventare.
“è matto!”
“Ormai mi conosci Anne.”
“Eh, già!”
Lei sorride.
“Ehi Anne, ma quel Lars ti
piace?”
Mark il fratello
superprottetivo non ce l’ha fatta a trattenersi ed
è esploso.
“Beh, è carino.”
“Magari ha la ragazza.”
“Magari è single.”
Puntualizza lei.
“Stiamo per tornare a San
Diego.”
“Torneremo ogni tanto a
San Francisco dalla mamma o dalla zia.”
Lui storce il naso.
“Spero di non
vedere quella grassona acida per tutto il
resto della mia vita.”
Lei alza gli occhi al
cielo.
“Su questo ti do ragione,
ma mi spieghi qual è il problema?”
“Lars non mi piace.”
“Perché ci ha provato con
Ruby?”
Il tono di Anne è
polemico, Mark taci finché sei in tempo. Quando una donna
usa quel tono è un
brutto segno.
“Perché ha fatto il
cretino con Ruby, poi con te e poi potrebbe farlo con
qualcun’altra.
È questo che vuoi?”
“Devo rinfrescarti la
memoria su com’eri prima di Ruby?”
Lui arrossisce e tace.
Oh Oh. Houston, abbiamo un
problema.
“Com’eri Mark?”
Intervengo con la mia voce
flautata tipica di quando sto evitando di esplodere.
“Oh, uno che saltava da
una vagina all’altra, come se avesse un cazzo a molla.
S’è fatto pure Emily.”
Mi incupisco parecchio.
Emily no, non con tutti i casini in cui mi ha messo!
“Spero che ti sia passata,
tesoro, perché altrimenti la tanto temuta maledizione ai
testicoli potrebbe
colpirti e comunque la saracinesca rimarrà chiusa per un
po’.”
Senza dire altro mi
rifugio nel fondo del furgone, seduta con le gambe raccolta tra
chitarra di Tom
e il basso di Mark. Dietro di me sento Tom che sgrida Anne per aver
esagerato e
Mark che mi chiama.
Non ho voglia di parlargli
– lo so che è stupido fare l’offesa per
cose successe prima che stessimo
insieme – ma all’improvviso tutti i dubbi sopiti
dall’inizio della nostra
storia sono tornati a galla.
Se davvero era così perché
ha scelto una nullità come me e non Emily?
Io non ho nulla di
speciale, Emily invece – anche se è una stronza
– è carina.
Sento qualcuno sedersi
accanto a me e passarmi un braccio intorno alle spalle, vorrei
allontanarmi, ma
lo spazio è talmente esiguo che non posso.
“Ruby, parlami. Cosa è
successo?”
Io sto zitta. Cosa posso
dirgli? Che nonostante tutte le volte che mi ha dimostrato che
è me che vuole
ho ancora paura di perderlo?
Che mi sento fragile ed
insicura se paragonata alle altre?
“è per quello che ha detto
Anne? Quello è il passato!
Le altre non mi
interessano, sei tu la mia ragazza e non voglio tradirti. Ti
amo.”
“Perché hai scelto una
nullità come me?
Perché non hai scelto Emily?”
Lui mi alza il mento e mi
costringe a guardarlo negli occhi.
“Perché tu mi piaci come
persona, non solo come aspetto fisico o tizia da scopare.
Mi interessi tu, come
Ruby, con tutti i tuoi tick, difetti, umorismo macabro, ma anche
infinita
dolcezza.
Ho voluto te perché sapevo
che eri diversa dalle altre e non mi sono mai pentito della mia
scelta.”
Io prendo fiato.
“Prendimi per una bambina
paurosa, ma ho paura di perderti. Ho paura di non meritarti e che un
giorno tu
te ne accorgerai.”
Lui mi attira a sé.
“Non succederà!”
Mi bacia appassionatamente
e quando ci stacchiamo io rimango comodamente tra le sua braccia.
Ci sto bene.
“Ehi, avete risolto?”
Urla Tom.
“Sì, perché?”
“Perché vorrei sentire
cosa ha scritto Mark!”
Mark ride e dà il suo ok.
Alla prima piazzola di
sosta ci fermiamo e il mio ragazzo e DeLonge tirano fuori basso e
chitarra.
Mark inizia a muovere le dita sulla chitarra del suo amico con un
po’ di
incertezza, fino a che non trova quello che cerca, poi intona i primi
versi.
Tom mi guarda e poi
annuisce.
“è bella, mi piace molto.
Complimenti MarkyMarky.”
Io, Anne e Mark arricciamo
il naso al soprannome che DeLonge gli ha affibbiato.
Che cretino, ma è
impossibile non volergli bene! Mi era mancato questo clima spensierato
e queste
cazzate a ripetizione sono un toccasana per la
mia naturale tetraggine.
Le cose stanno tornando al
loro posto, finalmente.
Poway, stiamo tornando!
Siamo al penultimo capitolo, spero che vi piaccia. Non temete, comuqnue, ci sarà un seguito a questa storia.
Ringrazio MatyOtaku, A_DeLonge182, LostinStereo e eve 182 per le recensioni.