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Autore: instamartys    25/02/2013    12 recensioni
Eileen George è di Manchester.
Liam Payne è di Miami.
I due ragazzi si conoscono su facebook e nasce una grande amicizia.
Cosa succederà quando Liam proporrà ad Eileen di andare a passare le vacanze a Miami?
Volete saperne di più? Beh, allora che aspettate a leggere?! c:
[accenni larry]
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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From Manchester to Miami with love.
Chapter 1.



Solita giornata, solita routine.
Ma fortunatamente tutto quello strazio sarebbe finito esattamente tra una settimana.
Il carcere, ovvero la scuola, sarebbe finita e io mi sarei goduta la mia estate nella mia amata Manchester.
In quel preciso istante ero in classe, fisicamente s’intende, ma mentalmente ero da tutta altra parte. Fissavo al di fuori della finestra il paesaggio quasi estivo che mi si presentava: il prato di un verde quasi accecante, alcuni scoiattoli che si rincorrevano sul prato, le persone che attraversavano la strada, e per ultima cosa, ma non meno importante, il sole splendeva forte e raggiante nel cielo. Quella giornata era caldissima per gli standard di una città inglese. Quasi tutti, infatti, indossavano magliettine leggere a mezzemaniche e bermuda. Passavo lo sguardo dal paesaggio fuori a quel maledetto orologio enorme appeso alla parte di fronte che non si sbrigava a far muovere quelle dannate lancette. Mancavano esattamente cinque minuti alla fine della lezione di sociologia, che stranamente, pur essendo una delle mie materie preferite, non ero stata ad ascoltare. Faceva troppo caldo per i miei gusti e mi sentivo stranamente debole e fiacca. La lancetta si mosse di un centimetro, adesso erano quattro i minuti che mi dividevano dall’adorata e tanto attesa pausa pranzo. La professoressa Cox era alla lavagna e ci stava disegnando uno schema e metteva a vanvera alcune frecce per collegare argomenti ad altri. Ogni tanto si fermava, si aggiustava gli occhiali e sospirava rumorosamente. Molto probabilmente anche lei era stanca di doversi alzare presto la mattina e star a parlare dello stesso argomento per circa cinque ore al giorno. Come biasimarla, per me era già tanto se in tutta la giornata parlassi in tutto due ore. Ero una ragazza di poche parole, come molte ce ne sono in giro, niente di particolare. Altro centimetro di orologio, un altro minuto era passato. Wow, ne mancavano solo tre. Improvvisamente mi sentii vibrare il cellulare nella tasca del jeans. Misi la mano alla tasca e controllavo con occhiate furtive la professoressa nel caso si fosse girata a guardarmi. Una notifica di twitter. Il mio idolo, nonché amore segreto, Ed Sheeran, stava facendo una twitcam. Ed io sfigata quale ero, ero a scuola e non potevo sbavare guardando quei meravigliosi occhi limpidi del mio Ed. Fottuta scuola! Riusciva anche a dividermi dal mio idolo. Fanculo!
Mi ritrovai ad imprecare mentalmente contro la scuola, la professoressa ed il tempo che non voleva passare quando improvvisamente e finalmente sentii lo squillo assordante della campanella che annunciava la fine dell’ora e l’inizio della pausa pranzo.
Mi alzai svogliatamente dalla sedia e mi trascinai fino alla porta.
“Signorina George..” mi sentii improvvisamente richiamare dalla professoressa.
Alzai gli occhi al cielo e mi costrinsi a girarmi verso di lei sorridendo.
“Si, professoressa Cox?”
“L’ho vista alquanto distratta oggi, ed è una cosa molto rara da parte sua. E’ successo qualcosa?” mi domandò
“No, assolutamente niente, professoressa. E’ solo che questa mattina mi sento un po’ fiacca e debole. Mi dispiace se le ho mancato di rispetto, le assicuro che non accadrà più.” Promisi.
“Ma no, non si preoccupi. La scuola è quasi finita, e a dire la verità mi sento stanca anch’io. Può andare signorina George, ci vediamo domani.” Mi sorrise bonaria.
“Arrivederci, professoressa Cox.” La salutai e uscii dalla classe.
Mi incamminai verso il mio armadietto per posare i libri, ed appoggiata ad esso c’era quella pazza bionda egocentrica della mia migliore amica: Stella Malone.
“Ehi, Eileen! Perché c’hai messo tanto?” Mi domandò
“Scusami Stella, la professoressa Cox mi ha fermata in classe.” Mi scusai.
“Cosa voleva?” Chiese con il viso crucciato.
La solita impicciona.
“Niente di che, mi ha visto distratta in classe e voleva spiegazioni.” Feci spallucce.
“Perché eri distratta?” Domandò. Ancora.
“Non avevo voglia di ascoltare la lezione, mi sento un po’ stanca oggi.” Le dissi e la vidi annuire.
Ci incamminammo vero la mensa e ci mettemmo in coda per prendere da mangiare. A dire la verità non avevo poi tutta questa fame, anzi avevo lo stomaco un po’ sottosopra. Alla fine presi un’anonima insalata con i pomodori ed una bottiglietta d’acqua. Ci andammo a sedere al nostro solito tavolo e cominciammo a consumare il pranzo.
“A te come è andata con storia?” Le chiesi e detti un sorso all’acqua.
“Mi sono offerta all’interrogazione per migliorare il voto. Prima avevo solo una A- e io non posso avere una A-, lo sai.” Mi spiegò velocemente.
“E come sei andata?”
“Una meritatissima A+ !” Disse ridendo ed io con lei. “Tu devi continuare qualche interrogazione?” Mi chiese e mise una forchettata di pasta in bocca.
“Ho tutte A in tutte le materie, potrei migliorare il mio voto in matematica visto che ho una B, ma non sono psicologicamente concentrata per poter studiare questa settimana. Vorrà dire che mi accontenterò della B.” Sospirai.
“Ehi, posso sempre aiutarti io in matematica. Me la cavo abbastanza bene!”
“Te la cavi abbastanza bene? Ma se hai anche lì una A+ !” Cominciai a ridere
“Beh, me la cavo molto bene! Sono una tipa modesta, lo sai.” Mi fece l’occhiolino ed io risi.
“Ok, accetto la tua proposta. Quando vieni a darmi ‘ripetizioni’ di matematica?” Le domandai facendo segno con le dita di virgolette alla parola ‘ripetizioni’.
“Oggi sono impegnata con il collegio scolastico, dobbiamo discutere della fiera che ci sarà sabato. Facciamo domani pomeriggio da me?” Mi propose.
“Perfetto!” Esclamai.

Finalmente anche la campanella dell’ultima ora cominciò a trillare.
Salutai il professore di economia uscendo e mi diressi a grosse falcate verso l’armadietto, non vedevo l’ora di uscire da quella maledetta struttura dai colori squallidi e spenti.
Posai frettolosamente i miei libri e mi diressi verso l’uscita ma improvvisamente sentii tirarmi per un braccio.
“Cosa fai, te ne vai senza nemmeno salutarmi?” Mi rimproverò la bionda.
“Scusami tesoro, ma sento l’esigenza di tornare a casa e farmi un pisolino!” Le dissi “Buona fortuna con il collegio scolastico, e divertiti!” Le diedi un bacio volante sulla guancia e mi diressi verso l’uscita.
“Oddio, sai che palle mi farò!” La sentii urlarmi dietro e ridacchiai.
Mi avviai verso la fermata del bus, inforcai i miei Ray-Ban e misi le cuffiette collegate al mio I-pod.
Sheeran a tutto volume. Era quello che mi ci voleva.
Dopo meno di cinque minuti il classico bus rosso inglese, che era invidiato da mezzo mondo, si fermò e ci salii sopra. Mi sedetti comodamente su una poltroncina e mi preparai mentalmente ai quindici minuti che dovevo passare lì dentro. Beh si, casa mia era un po’ distante dalla scuola. Ma non mi importava perché quella era una delle scuole migliori di Manchester e ci tenevo a frequentarla per uscirci poi con bel voto. Dopo volevo entrare a Cambridge, e quell’università selezionava solo tre alunni della mia scuola all’anno per la borsa di studio. Ed io volevo avere quella fottutissima borsa di studio.
Avevo lo sguardo basso, fissavo lo schermo del mio I-pod, e quando l’alzai mi ritrovai gli occhi di un ragazzo che mi fissavano.
Era Josh Devine, un ragazzo della mia scuola, e non me ne ero completamente accorta che avesse preso lo stesso bus. Era abbastanza carino, capelli castano scuro, occhi del medesimo colore. Una bellezza abbastanza nota, niente di particolarmente strabiliante, insomma. Ma era carino, ed era anche un bravo ragazzo. Faceva parte della squadra di nuoto, e ne era il capitano. Era lui che deteneva il record nello stile libero. E oltre a questo aveva un rendimento scolastico abbastanza alto. Non era il solito ragazzo muscoloso senza cervello, ecco. Un cervello ce l’aveva, e funzionava anche discretamente.
Abbassai immediatamente lo sguardo arrossendo.
Non ero abituata a stare al centro dell’attenzione di qualcuno.
Lui non sembrava essere minaccioso anzi, mi sorrideva. Ed improvvisamente, facendosi largo tra la folla del bus, mi raggiunse e mi rivolse un fantastico sorriso.
Sembrava voler attaccare bottone, quindi per educazione mi tolsi le cuffie per cominciare una conversazione.
“Ehi, Eileen!” Mi salutò.
“Ciao, Josh!” Gli sorrisi.
“Anche tu in viaggio per arrivare a casa?” Mi domandò.
“Eh già, ma tra cinque minuti sono arrivata.” Dissi controllando l’ora sull’I-pod. “Come va con il nuoto?” Gli domandai cortese.
“Alla grande, meravigliosamente!” e il suo sorriso si allargò “Hai sentito la notizia che sabato prossimo c’è la fiera?”
“Oh, si. Infatti Stella oggi si doveva riunire con il collegio studentesco per decidere alcune questioni. Sarà fantastico! Stella è brava a organizzare ogni genere di festa!” Mi esaltai.
“Già, Stella è bravissima in questo.” Concordò con me “Senti.. ci vai con qualcuno in particolare?” Mi domandò. Notai un velo di imbarazzo che non gli si addiceva per niente. Cioè, lui era Josh Devine, era il capitano della squadra di nuoto, era bello e simpatico, tutti lo adoravano.. perché si imbarazzava?!
“Ehm, pensavo di andare con Stella.. a meno che lei non ci debba andare con qualcun altro.” Gli risposi sincera.
“Beh, se non ci vai con Stella... ti andrebbe di venirci con me? Sempre se per te va bene, è chiaro, sempre se ti fa piacere.” Disse e le guance gli si colorarono leggermente di rosso e si mise le mani in tasca.
“Ma certo, perché no!? Mi farebbe davvero piacere andare alla fiera con te, Josh!” Gli dissi entusiasta.
Beh, lo ero davvero, cazzo! Un ragazzo carino e per bene mi aveva appena chiesto di uscire, come potevo non esserlo?!
“Wow, magnifico! Perfetto, mi fa piacere!” Disse allargando le braccia.
Sembrava sorpreso. Evidentemente si aspettava da parte mia un rifiuto.
Poi il bus si fermò, quella era la mia fermata.
“Scusami, Josh, ma devo scendere..” Dissi alzandomi per poter scendere
“Oh si, certo. La mia è la prossima. Allora, ciao.” Si avvicinò incerto a me e mi lasciò un bacio sulla guancia. Profumava, profumava di pulito.
“Ci vediamo domani, ciao.” Scesi dal bus, mi girai verso di esso e salutai Josh con la mano che era ancora lì, a guardarmi e mi sorrideva.
Mentre camminavo verso casa sorridevo come un ebete, senza un’alcuna ragione apparente.
Cazzo, sabato prossimo sarei andata alla fiera con Josh Devine! Non potevo ancora crederci.
Mi ritrovai in pochissimo tempo difronte casa mia. Presi le chiavi dalla borsa e aprii la porta.
“Salve, famiglia!” Urlai alla casa e buttai a terra la borsa pesante.
“Ciao tesoro, com’è andata a scuola?” Mi domandò mia madre che era appena spuntata dalla soglia della porta della cucina che stava asciugando con uno straccio un piatto.
“Come al solito.” Risposi e feci spallucce “Vuoi una mano?” Dissi riferendomi alle stoviglie da asciugare.
“No, non preoccuparti, questo era l’ultimo piatto.” Mi sorrise e rientrò in cucina.
Mi affacciai sulla soglia del salotto e notai mio fratello, come suo solito, steso sul grande divano a guardare la televisione con un enorme ciotola di pop-corn in mano.
“Ciao, fratello.” Lo salutai andandomi a sedere ai suoi piedi
“Ciao, Leen.” Mi salutò impassibile
“Ma possibile che sei a poltrire su questo divano dalla mattina alla sera?! Non ce l’hai un lavoro?” Lo rimproverai con fare scherzoso e rubai dalla ciotola una manciata di pop-corn.
“Ehi, sono i miei pop-corn, non toccarli!” Mi rimproverò per finta e mi diede uno schiaffetto sulla mano “E’ il mio giorno libero oggi.” Disse mentre masticava
“Quando si mangia non si parla, zuccone!” Lo rimproverai e rubai un’altra manciata di pop-corn.
Cavolo se mi piacevano quei cosi. “E poi dici sempre così. Anche ieri era il tuo giorno libero, e anche l’altro ieri e anche il giorno prima dell’altro ieri, e anche il giorno prima prima dell’altro ieri!” Dissi e cominciai a ridere.
“Vedo che sei di buon umore oggi. E’ successo qualcosa di bello?” Mi domandò.
Oh-oh, le cose non si mettevano per il verso giusto.
Se restavo un minuto di più in quella stanza quel mostro di fratello mi avrebbe estrapolato con l’inganno la bella notizia. E lui non doveva venire a sapere niente.
Non perché non volesse farmi uscire con i ragazzi, era dell’incolumità di Josh che mi importava.
“Nah, niente di che.” Dissi facendo spallucce “Ehm.. io vado a studiare, ciao.” Dissi alzandomi frettolosamente per poi andare in camera mia.
“Non sei mai stata così ansiosa di andare a studiare. Ripeto, è successo qualcosa di bello oggi?” Richiese
“No Max, ti ho detto che non è successo niente.” Sbuffai e cominciai a salire le scale velocemente per raggiungere la mia stanza e chiudermici dentro, a chiave.
Nemmeno il tempo di essere in cima alla rampa di scale che sentii dietro i passi rumorosi di Max. Attraversai di corsa il corridoio e mi fiondai in camera mia, mi girai per poter chiudere la porta ma il piede di Max bloccò la chiusura. Era troppo forte e muscoloso non sarei mai riuscita a chiudere quella maledetta porta. Mentre io mi sforzavo di scacciarlo via lui ovviamente se la stava ridendo come un matto.
“Sei un po’ deboluccia sorellina!” Mi schernì “Ti consiglierei di mangiare di più e di fare palestra.”
“Vaffanculo, bisonte di un fratello!” Imprecai e rinunciai al combattimento contro quella montagna di muscoli. “E poi il mio fisico è nella norma, non sono per niente deboluccia.” Gli dissi e mi andai a sedere sul letto sbuffando. Lui mi raggiunse immediatamente e si venne a sedere accanto a me.
“So che è successo qualcosa, non negarlo. E’ da quando sei entrata che hai stampato su quella faccia un sorriso da ebete!” Rise.
“Ehi, non ho un sorriso da ebete!” Esclamai e gli diedi un pugno forte sulla spalla. Peccato che il pugno era forte solo per me, questo non lo aveva minimamente scalfito.
“Mi hai fatto il solletico, lo sai questo, vero?!” Domandò ridendo forte.
“Si, lo so.” Affermai con finta rabbia e misi il broncio.
“Avanti, racconta.” Mi incitò.
No, no e no. Non volevo raccontargli niente, per una volta volevo tenermi le cose per me e non spifferargli niente. Già sapevo a cosa andavo incontro raccontandogli dell’invito di Josh. Per prima cosa lo avrebbe detto alla mamma, ma non era questa la mia preoccupazione principale. Poi mi avrebbe presa in giro con nomignoli stani che solo lui sapeva trovare a tempo indeterminato. E poi avrebbe fatto l’interrogatorio di terzo grado a Josh sabato pomeriggio quando sarebbe venuto a prendermi.
“Sicura di non volermi dire niente?” Mi domandò ed io annuii con il capo “Ne sei davvero sicura?” Mi chiese ancora ed io annuii nuovamente. “Ok, allora mi costringi a fare… questo!” Urlò e si avventò su di me facendomi cadere sul letto. Cominciò a farmi il solletico dappertutto. Sapeva che era il mio punto debole. Era proprio un bastardo!
“Max, smettila! Ti prego, smettila! Maximillian George, ti ho detto di smetterla!” Urlai mentre cercavo di divincolarmi dalla sua presa mortale.
“Allora dimmi cos’è successo.” Disse e si fermò
“Ok, fammi prima riprendere però.” Alzai le mani in segno di resa e feci lunghi respiri profondi visto che ero a corto di aria per il solletico. Mi sistemai per bene sul letto sedendomi a gambe incrociate. “Allora..” Cominciai col dire.
“Centra un ragazzo, vero?” Domandò col suo sorrisetto beffardo.
“Come fai a saperlo?” Domandai sorpresa.
Ma infondo non sarei dovuta esserlo visto che oramai mio fratello mi conosceva come le sue tasche.
“Perché hai il sorriso ebete di una che è stata appena invitata ad uscire da un bel nuotatore di nome Josh Devine sabato sera alla fiera della scuola.” Sorrise furbo. “Ho ragione, vero?” Domandò con aria vittoriosa. Io ero rimasta a bocca aperta, senza parole. Come diavolo faceva a sapere anche chi mi aveva invitata ad uscire?!
“Ma tu come.. come fai a saperlo? Mi hai messo una cimice nella borsa?!” Sclerai.
“No, è solo che ieri al negozio Josh stava parlando di te con un suo amico, non so chi fosse, e gli ha detto che aveva intenzione di invitarti alla fiera di sabato della scuola.” Fece spallucce.
“Perché non me l’hai detto prima, deficiente?! Almeno mi sarei preparata psicologicamente!” Lo rimproverai.
“Nah, volevo vederti sclerare.. proprio come stai facendo adesso!” Rise.
“Non prendermi in giro, stupido!” E lo colpii alla testa con uno schiaffo.
“Ehi signorina, le mani a posto.” Disse alzandosi dal letto “Sono contento per te, sorellina.” Mi disse dolce e mi diede un bacio sulla testa.
Mio fratello era una delle persone più importanti di tutta la mia vita. Lui c’era stato sia per me che per mia madre anche quando nostro padre ci aveva lasciati. No, non era morto. Se n’era vigliaccamente andato a convivere con un’altra donna, che in futuro aveva poi sposato, generando due gemelli, i miei fratellastri, che però non avevo mai visto e non ci tenevo a farlo. Avevo cinque anni quando tutto questo accadde, e fu davvero un duro colpo. Mia madre aveva sofferto tantissimo, ed anche Max, solo che non aveva mai voluto darlo a vedere. Ma io sapevo che anche lui ci stava male. Fino all’età di dieci anni ero stata obbligata a vederlo almeno una volta al mese, ed andare una settimana durante le vacanze di natale e quelle estive. Poi avevo scelto di non vederlo più, quella persona che era diventata non era più mio padre. Non lo sentivo da sette anni, e non avevo l’esigenza di farlo. Ogni mese ci arrivava solo l’assegno di mantenimento per me visto che ero ancora minorenne. Non che ne avessimo bisogno di quei soldi. Mamma faceva l’infermiera e riceveva un mensile abbastanza proficuo e Max lavorava in un negozio di scarpe ed anche lui aveva una buona paga, e nel frattempo era iscritto anche alla facoltà di lettere all’università. Non mi avevano fatto mancare mai niente. Comunque da quando papà se n’era andato Max aveva preso il suo posto e a me stava più che bene. Max per me era tutto. Lui era sempre stato il mio punto di riferimento e gli volevo davvero un bene immenso.
Mi alzai dal letto e corsi ad accendere il pc e collegarmi su facebook. Volevo raccontare tutto a…
“Cos’è, devi dirlo al tuo amico di chat?!” Mi prese in giro ridendo.
“Ehi, non offendermi Liam!” Mi offesi e gli rivolsi una linguaccia.
Liam. Chi era Liam?
Beh, partiamo dal principio.
Circa cinque mesi fa mi arrivò la sua richiesta di amicizia, avevamo degli amici in comune sparsi per tutto il mondo, e così l’accettai. Ci eravamo conosciuti, ed erano cinque mesi che chattavamo tutti i giorni raccontandoci le cose che ci accadevano, dalle più serie alle più divertenti. E così eravamo diventati amici, molto amici.
Piccolo particolare: viveva a Miami. E quindi c’era l’Oceano Atlantico che ci divideva. Ma non avevamo mai dato peso a questa cosa.
Era la persona di sesso maschile più dolce e sensibile che avessi mai conosciuto. Con lui riuscivo a confidarmi, a parlare e ad essere me stessa, sempre. Ed inoltre era bellissimo. Capelli castano chiaro, occhi color nocciola, nasino a patata e labbra meravigliose, e tutto questo contornato da un fisico niente male.
Mi piaceva Liam?
Beh, un pensierino ce l’avrei fatto se non fosse stato fidanzato con una ragazza riccia dal bel fisico, Danielle. Peccato per il viso però, aveva un naso enorme! Non ero gelosa, ero solamente obiettiva. E quella Danielle, di viso non era poi tutta questa bellezza.
Peccato non aver mai incrociato quegli occhi color nocciola, un vero peccato.
Oltre a sentirci tramite chat, dopo un po’ avevamo deciso di scambiare anche i numeri di cellulari, stabilendo però che non ci saremmo mai chiamati e che avremmo comunicato solo via sms.
Molto spesso mi era venuta la curiosità di ascoltare la sua voce, anche per un solo istante. Me la immaginavo dolce, profonda e calda.
Gli unici che ovviamente sapevano di Liam erano mio fratello Max e Stella.
Aprii il social network e in chat vidi subito che Liam Payne era online, e subito cominciai ad esaltarmi.



Eileen George:“Ehi,Liam!”
Liam Payne:“Ehi, ciao Eileen!”
Eileen George:“Come va?”
Liam Payne: “Tutto bene, e a te?”
Eileen George: “Bene, grazie. Non potrai mai credere chi mi ha invitato ad uscire questo sabato per la fiera della scuola!”
Liam Payne:”Oddio, chi ti ha invitata ad uscire?”
Eileen George:”Ti ho mai parlato di Josh Devine?”
Liam Payne:” Il nuotatore?”
Eileen George:”Si, esatto, proprio lui!”
Liam Payne:”Mi fa davvero piacere, Leen!”
Eileen George:”Già, anche a me. Allora, che ore sono lì?”
Liam Payne:”Sono scoccate adesso le 8:00, da te dovrebbero essere circa le 18:00, giusto?”
Eileen George:”Esatto! Tra un’ora ti tocca andare a scuola ed invece io sono qui a casa che devo ancora aprire i libri per studiare, che noia!”
Liam Payne:” Dai, non ti lamentare. E’ l’ultima settimana, sopravvivrai!”
Eileen George:”Si, ce la possiamo fare. Sei andato a fare jogging questa mattina?”
Liam Payne:” Ovvio, solita routine: sveglia alle 6:30, una corsa di circa un’oretta, torno a casa, mi faccio una doccia, mi connetto per parlare con te e dopo filo a scuola, come sempre.”
Eileen George:” Davvero ti connetti solo per parlare con me?”
Liam Payne:”Ma certo che si. Sai, ti voglio bene <3”
Eileen George:” Oh, Liam. Ti voglio bene anch’io <3”
Liam Payne:”Scusami Leen, ma adesso devo proprio andare, non voglio far tardi. Ci sentiamo per sms, non preoccuparti ;) baci <3”

Eileen George:”Non preoccuparti, Liam. Ci sentiamo, baci <3”


Salutai Liam e decisi di spegnere il computer.
Era inutile continuare a starci se Liam era andato via.
Stella era quasi sicuramente ancora in riunione con il consiglio scolastico, di studiare proprio non se ne parlava, di cominciare a sistemare la stanza neanche quindi l’unica soluzione era andare in salotto e giocare a Fifa con Max.
Beh, una bella partita con lui ci stava.
Adoravo vederlo ribollire di rabbia quando perdeva contro di me.





Saaalve directioners ! c:
eccomi qui con una nuova fanfiction, asdfghj.
è la seconda fanfiction sugli one direction che scrivo, l'altra l'ho lasciata perdere perchè mi è mancata l'ispirazione, però molto probabilmente la riprenderò, prima o poi.. lol
bene, per chi non mi conoscesse mi chiamo martina sono quasi diciottenne e vado al liceo socio-psico-pedagogico (vabbè ma tanto non frega a nessuno, lol.)
beh, che dirvi, questo è il primo capitolo e spero con tutto il mio cuore di aver acceso la vostra curiosità.
se fa cagare ditemelo che non la continuo nemmeno, lol.
non so quando riuscirò ad aggiornare per un prossimo capitolo perchè vorrei cercare di portarmi avanti con i capitoli così da non ritardare gli aggiornamenti (non ci riuscirò lo stesso, sono una ritardataria cronica nell'aggiornare, quindi rassegnatevi già da adesso, lol.)
che dite, recensite e mi fate sapere com'è questo capitolo? dai, che ci tengo tanto alla vostra opinione, asdfgh.
beh, alla prossima gente.
tanti baci;
martina <3

  
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