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Autore: gingerhead    25/02/2013    4 recensioni
«Ti odio.» ad Harry, quelle due parole, erano uscite spontanee e se ne stupì lui stesso. Nella sua vita, non aveva mai odiato nessuno, tantomeno il ragazzo che aveva di fronte. Perché, per Louis, provava tutt’altro che odio.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era la centesima volta che Louis puntava lo sguardo sulle lancette dell’orologio che aveva al polso: mezzanotte e mezza e nessuno, ancora, si era fatto vivo. Infastidito, si alzò dal divano, si sgranchì le gambe ed iniziò a vagare per la casa, cercando un modo per ingannare l’attesa.
È colpa tua, sei solo un coglione, Louis.
Lo aveva cacciato, aveva sbattuto la porta in faccia all’unica persona che fosse mai stata in grado di amarlo.
Louis sospirò: avrebbe voluto tornare indietro ed ingoiare le parole che gli aveva urlato contro, parole amare che sapevano di debolezza e fragilità, di paura e rassegnazione.
Questa volta, Louis ne era certo, non sarebbe stato perdonato. Sapeva di avere una grande influenza sul più piccolo, il quale non avrebbe permesso a nessuno di intromettersi tra loro, ma sapeva anche che l’ultima frase che Louis gli aveva rivolto sarebbe stata troppo per chiunque.
Senza nemmeno accorgersene, si ritrovò davanti alla porta della camera di Harry. Stette lì, fermo, quasi aspettandosi che, magicamente, si sarebbe aperta ed avrebbe trovato il più piccolo di fronte a lui, un sorriso timido stampato sul viso ed i riccioli che ricadevano disordinati sugli zigomi. I riccioli che tanto amava, gli stessi in cui Louis si perdeva ogni sera, quando lasciava che le proprie dita li arricciassero, se possibile, ancora di più. Mise una mano sulla fredda maniglia della porta ed entrò. 
Louis aveva sempre amato rifugiarsi lì. Quando Harry non c’era, il più grande vi trascorreva interi pomeriggi: si sedeva a gambe incrociate sul letto e leggeva i libri che erano sul comodino, riempiendoli di note a margine e cambiando, talvolta, i nomi dei protagonisti con i loro. Lasciò che il profumo che caratterizzava quella stanza, un misto di mandorle e vaniglia, lo avvolgesse. Gli sembrava impossibile, ma ogni volta che si trovava lì, tutti i problemi sparivano. Forse perché quello era l’unico posto dove lui ed il ricciolo potevano essere loro stessi, senza restrizioni. Si sistemò, come sempre, sul letto, ma notò immediatamente che sul comodino non c’era nessun libro, solo una piccola agenda. Spinto dalla curiosità, Louis si allungò verso di essa e la aprì. Lesse il proprio nome, ma non ne fu sorpreso, anche lui pasticciava qualsiasi cosa gli capitasse sottomano con il nome di Harry. Finché scorse rapidamente tutte le pagine dell’agenda. Louis.
Su ogni pagina. Nient’altro che il proprio nome. Intere pagine bianche che Harry aveva riempito riversando il proprio amore per il più grande. 
Sentì gli occhi riempirsi di lacrime. Mai aveva pensato che qualcuno avrebbe potuto amarlo. Non così, non quanto faceva Harry.
Altra occhiata all’orologio. L’una.
Si alzò dal letto e si avviò verso la libreria di Harry. Conosceva a memoria tutta la sua collezione, quindi sapeva esattamente che avrebbe trovato anche il libro che stava cercando. Ne afferrò uno dalla copertina rossa, prese una matita e sfogliò le pagine, sottolineando una riga in particolare. 
Non è mai notte quando vedo il tuo volto; perciò ora a me non sembra che sia notte, perché tu per me sei il mondo intero.
“Sogno di Una Notte di Mezza Estate”, uno dei libri preferiti di Harry. Louis sapeva quanto il piccolo avesse amato quella storia perché quando, di notte, sgattaiolava in camera sua, lo trovava addormentato con quel libro tra le mani.
Louis mandò al diavolo l’orgoglio, la paura di poter mandare a monte il proprio lavoro e quello degli altri componenti della band, sapeva che avrebbero capito.
È finita, non possiamo più permetterci questa cosa. Tornerai ad essere Styles, il mio compagno di band. Solo questo.
Si maledisse per avergli rivolto quelle parole, doveva andare a riprenderselo. A tutti i costi.
Agguantò il libro e corse giù per le scale, senza nemmeno preoccuparsi di chiudere la porta della camera di Harry.
Era già pronto ad uscire di casa, quando sentì la porta d’ingresso aprirsi. Di fronte a lui, il volto leggermente pallido, i capelli ancora più in disordine del solito, c’era Harry. Louis si immobilizzò. Tutto il coraggio che aveva raccolto qualche istante prima decidendo di andarlo a cercare, era svanito in un attimo. Era sicuro che il ricciolo non sarebbe più tornato o che, perlomeno, si sarebbe rifugiato tra le braccia di qualche nuovo, stupido, insignificante ragazzo. 
Louis sapeva che tutto ciò non sarebbe stato da Harry, ma non riusciva a respingere quella sensazione di paura data dal fatto che il più piccolo avrebbe potuto dimenticarlo con qualcun altro.
«Ti odio.» ad Harry, quelle due parole, erano uscite spontanee e se ne stupì lui stesso. Nella sua vita, non aveva mai odiato nessuno, tantomeno il ragazzo che aveva di fronte. Perché, per Louis, provava tutt’altro che odio.
Il più grande parve irrigidirsi: sapeva che Harry avesse tutti i motivi per odiarlo. Lo aveva cacciato, gli aveva detto che sarebbe stato più felice senza di lui, che forse, in fondo, stare con quella ragazza sarebbe stato meglio per entrambi. Ma aveva mentito. Poteva mentire a tutti, Harry compreso, ma non a sé stesso.
«Non volevo d-...» disse Louis, con un filo di voce, ma il più piccolo parve non ascoltarlo.
«Ti odio perché non guarderò mai nessuno come guardo te. Ti odio perché le mie labbra non baceranno altre che le tue.» aggiunse il ricciolo, la voce ancora più roca del solito.
«Harry…» incominciò Louis, lasciando che le lacrime gli scendessero libere sul viso. 
«Ti odio perché sei il mio posto.» lo interruppe. Tremante, Louis si avvicinò al più piccolo e gli porse il libro, aperto sulla pagina dove aveva sottolineato quella frase. Harry lo scrutò con aria interrogativa, ma prese il libro ed iniziò a leggere.
Il più grande guardò gli occhi di Harry scorrere velocemente quelle righe. «Non è mai notte quando vedo il tuo volto; perciò ora a me non sembra che sia notte, perché tu per me sei il mondo intero.» sussurrò.
Harry alzò lo sguardo sul ragazzo in lacrime di fronte a lui. Louis non aveva mai pianto di fronte a lui. Era sempre stato quello forte, tra i due, era lui che aveva la forza di sostenere entrambi. Ora, invece, il suo sguardo implorava perdono per lui.
«Combatteremo. Tu ed io. Insieme, Harry. Whether we’re together or apart, we can both remove the masks.»
Gli porse una mano ed attese la risposta di Harry.
«And admit we regret it from the start.» le loro mani si intrecciarono.



Spazio autrice.
 

Okay, oggi ero indecisa se pubblicare il nuovo capitolo della mia long larry oppure questa os, alla fine ho optato per quest'ultima. 
Ho scritto di getto, quindi non ho idea di come possa essere uscita fuori, l'ho riletta così tante volte che ormai le parole mi sembrano vuote cc Comunque, già il fatto che non sia morto nessuno, posso assicurarvi che è un grande passo in avanti per me, visto che in genere le mie storie sono stra drammatiche, haha. Vi andrebbe di farmi sapere cosa ne pensate lasciandomi una piccola recensione?
Vi lascio il link della mia long e smetto di annoiarvi ulteriormente! http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1632250
Un abbraccio. <3
  
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