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Autore: Eider    25/02/2013    1 recensioni
A cinque anni Allison si era trasferita e aveva incontrato Christopher, colui che sarebbe diventato il suo migliore amico.
A quindici anni Christopher l'aveva lasciata senza nessuna spiegazione, costringendola a dover sopportare Jeko.
Chris era l'unica cosa che li univa, fino a quando non era sparito nel nulla.
Ora Jeko e Allison erano inseparabili, forse troppo, e niente sembrava dover rovinare la loro amicizia, almeno fino a quando uno dei due non avrebbe aperto gli occhi.
E se lui fosse tornato?
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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The Cousin.
 
Mancavano cinque minuti al suono della sveglia, ed Allison era già sveglia e con il sorriso sulla labbra, neppure le due ore di tedesco sarebbero riuscite a toglierglielo.
Scalciò via le coperte rabbrividendo a contatto con l'aria fredda del mattino, prese i vestiti buttati sulla sedia e zampettò, non facendo rumore, verso il bagno.
Aprì la porta, soddisfatta per una volta di come le stessero i capelli, recuperò uno yoghurt al caffè dal frigo e si appoggiò al bancone, dove in poche cucchiaiate lo finì.
Uscì di casa un paio di minuti in anticipo, abbastanza minuti da permetterle di fermarsi al panificio, dove si comprò un brioches alla marmellata, non vedendo l'ora di assaporarla o meglio divorarla.
Vide Jeko giocare con un sassolino tra una boccata e l'altra, quando si accorse di lei fu troppo tardi, perché in pochi secondi gli fu addosso, stritolandolo nel suo abbraccio, ci mise qualche secondo a rendersene conto e a ricambiare portando le braccia intorno alla sua vita, stando attento a tenere ben lontano la sigaretta.
"Che ti prende Alli Kelly? Un giorno sembra che tu voglia morire e il giorno dopo sei la persona più felice al mondo."
Si staccò dal ragazzo scoppiando a ridere e scuotendo la testa, sotto il suo sguardo indagatore, prese una boccata di fumo e poi buttò a terra la sigaretta, si passò una mano tra i capelli, quel giorno senza capellino sexy, e tornò a guardarla.
"Hai il mar rosso?" domandò torturandosi i capelli e mordendosi il labbro, quando era concentrato tendeva a fare quelle due cose, finendo con un labbro sanguinante e i capelli che sembravano usciti da una nottata di sesso sfrenato.
Allison per risposta gli tirò uno schiaffo sul braccio coperto dal giubbotto pesante, che fortunatamente per il ragazzo attutì il dolore.
"Sono felice e basta."
"Questo lo vedo."
"Ah si, tanti auguri Alli!" continuò facendole spuntare sul volto un sorriso, l'attirò nuovamente in un abbraccio facendola dondolare sotto lo sguardo divertito di alcuni studenti.
Continuarono a discutere sulla sua sospetta felicità, quando si accorsero di essere in ritardo per la lezione, e a quanto sembrava dalla corsa delle gemelle, non erano gli unici.
Arrivarono in classe trafelati e con il fiatone e dopo essere stati ripresi dalla professoressa di matematica, andarono a sedersi, Jeko si sedette vicino Allison, infatti quella mattina Martina le aveva scritto di stare male e di non poter quindi andare a scuola scusandosi per non esserci nel giorno del suo compleanno, ovviamente lui si era subito offerto di farle compagnia.
Distratta dal suo temporaneo vicino di banco, passò le sei ore a ridere, venendo costantemente ripresa per il suo comportamento, ma poco le importava.
"Non ci credo."
"Devi!"
"Ma non è possibile!"
"Ti ho detto che li ho visti con i miei occhi."
"Non ti eri fatto una canna prima?"
"No! Parola di lupetto!"
"Ma tu no.." la mano di Jeko le si posò sulla bocca, impedendole di continuare a parlare.
"Alli, è un modo di dire, lo sai." le disse roteando gli occhi prima di toglierle la mano, che la ragazza aveva morso.
Jeko per vendicarsi le tirò un pizzicotto sul fianco, facendola scattare e mettere in guardia, quello era il suo punto debole.
"Jeko dai!" brontolò superando il cancello.
"Mi hai morso!" si fermarono e sentirono qualcuno urlargli contro per essersi bloccati all'improvviso.
"Era legittima difesa."
"Legittima difesa 'sto cazzo, ti piace mordere eh?" lo sguardo malizioso con cui lo disse, la fece scoppiare a ridere.
"Stronzo." ribatté la ragazza prima di girarsi ed incontrare due occhi celesti come i suoi.
Riportò lo sguardo su Jeko e di nuovo su quegli occhi, era davvero lui?
Senza pensarci due volte mollò lo zaino ai piedi di Jeko e corse verso lui, saltandogli in braccio, sotto lo sguardo di quasi tutta la scuola, ma quello era sicuramente l'ultimo dei suoi pensieri, ora che si trovava tra le braccia del suo Tommy.
"Sei qui, brutto idiota." sussurrò dandogli uno schiaffetto affettuoso e appoggiando la testa sulla sua spalla, sentendolo rinforzare la presa su di lei.
"Brutto direi proprio di no, dovresti vedere cosa dicono le ragazze di me, ma sto divagando. Per quanto riguarda idiota, possiamo parlarne. Auguri fiorellino." Alli scoppiò a ridere sulla sua spalla, facendola tremare, mentre Tom camminava in direzione di Jeko, che per tutto il tempo aveva osservato con un sorriso sincero, la ragazza mormorò poi un grazie accompagnato da un bacio sulla guancia ruvida.
"Staccati pulce, non sei una piuma." brontolò prendendola in giro, sapendo che lei non lo avrebbe preso sul serio, ma avrebbe comunque finto di offendersi.
Infatti la ragazza saltò a terra tirandogli poi un pugno al petto, Tom mostrò le sue pessime doti recitative con una smorfia di dolore, che fece scoppiare a ridere i due.
Quando Alli si trovò accanto Jeko si ricordò improvvisamente di doverli presentare, infatti Jeko aveva sentito parlare del cugino talmente tante di quelle volte che avrebbe potuto raccontare vita morte e miracoli di lui.
"Tommy questo è Jeko, Jeko lui è il mio famoso cugino." i due si strinsero la mano amichevolmente, seguiti dallo sguardo curioso di Allison.
"E così tu sei Tom, purtroppo devo dire che mi hanno parlato molto, fin troppo di te."
"Conoscendo Alli non avevo dubbi." si guardarono e scoppiarono a ridere, contagiando anche la ragazza che provò a trattenersi mordendosi il labbro.
Alli sbuffò ma poi sorrise vedendoli ridere e scherzare, proprio ciò che aveva sperato, si allungò verso Jeko lasciandogli un bacio sulla guancia e scompigliandogli i capelli, nella rara occasione in cui non indossava il suo capellino sexy.
"Ci vediamo domani, va bene?" Lui annuì accennando ad un saluto.
 
"I like your friend."
Alli sobbalzò sbilanciandosi, l'autista aveva preso in pieno un buco, idiota; si aggrappò con entrambe le mani al palo e posò lo sguardo sul cugino, tranquillamente seduto vicino ad una biondina, lo aveva quasi implorato per sedersi accanto a lei ed Alli sembrò aver visto un rivoletto di bava una volta iniziato a parlare in inglese.
"I'm really happy."
"I know."
Alli lanciò uno sguardo di sufficienza alla gallina che continuava ad origliare la loro conversazione, nonostante fosse certa della sua scarsa comprensione.
"E' la nostra fermata." Alli suonò il campanello ed aspettò che il bus si fermasse, una volta aperte le porte scese saltando, seguita dal cugino e lo sguardo della gallina.
In pochi minuti raggiunsero l'entrata del condominio.
"Vedo che non è cambiato niente." borbottò lui salendo le scale e guardandosi intorno.
"Solito strato di polvere, solito odore, solite impronte di cani.."
L'educato vicino di casa aprì la porta in quel momento, evitando di accennare ad un saluto, solita routine.
"Solito stronzo che non saluta. No, non è cambiato niente." Alli guardò Tommy scuotendo la testa, salendo l'ultimo scalino.
Tirò fuori le chiavi di casa, sapendo che non avrebbe trovato nessuno a casa, e aprì la porta correndo subito ad accendere il riscaldamento e dopo aver lanciato lo zaino per terra corse in bagno a svuotare la vescica, quello stronzo di economia non l'aveva lasciata andare in bagno, neppure dopo che la ragazza aveva detto che se la sarebbe fatta addosso, suonata l'ultima campanella si era pure permesso di dirle che se non se l'era fatta addosso non doveva essere così urgente, Alli lo aveva fulminato e voltandogli le spalle era sparita, seguita da Jeko che se la rideva.
Quando entrò in camera trovò Tommy vagare per la stanza alla ricerca di qualcosa.
"Che fai?" domandò togliendosi la sciarpa, il giubbotto e scalciando via le scarpe, per poi sedersi a peso morto sul letto, lui intanto si era inoltrato sotto il letto, uscendone con aria soddisfatta e con qualcosa in mano.
Quando la ragazza la riconobbe si irrigidì, erano anni che non la vedeva, Tom si accorse dell'espressione della ragazza e guardò accigliato quella scatola.
Era una scatola di medie dimensioni, fatta di legno, sul coperchio era scritto a mano, con un indelebile bianco il nome della ragazza, con una scrittura diversa.
"Posso?"
"Sì." rispose flebilmente non staccando gli occhi dalla scatola.
Una volta aperta, come prima cosa trovò bigliettini e braccialetti, scavando trovò un profumo e qualche giocattolo in miniatura, ed infine trovò un plico di foto, legate da un elastico rosso, quando si rese conto di chi fossero i soggetti alzò velocemente lo sguardo su Allison, che sorrideva timidamente.
"Non sono riuscita a sbarazzarmene." mormorò scrollando le spalle.
"Pensavi che nessuno l'avrebbe trovata?"
"Di certo nessuno si sarebbe messo a curiosare sotto il mio letto." rispose piccata, facendolo sorridere.
"Tousché."
"Cosa devo fare con te, piccola Alli?" la ragazza si strinse nelle spalle, poi scese dal letto e rimise tutto nella scatola richiudendola e spingendola in profondità, con il piede, sotto il letto.
"Nessuno ha visto niente, va bene?"
Tommy annuì, non del tutto convinto, si stiracchiò sbadigliando e chiudendo gli occhi per qualche attimo.
"Hai sonno?" chiese preoccupata, scompigliandogli i capelli dolcemente.
"Jetlag, ti va se dormiamo un po'?" Alli annuì entusiasta, tornando indietro nel tempo a quando da piccoli ogni scusa era buona per dormire insieme.
Tom si distese sul letto vedendo la cugina raggiungerlo e appoggiargli la testa sul petto, chiuse gli occhi, sentendo anche il respiro della ragazza rilassarsi.
 
Nel tardo pomeriggio Allison e Tom uscirono per incontrarsi con gli amici della ragazza, che in onore del suo compleanno avevano voluto incontrarsi prima della festa, che si sarebbe svolta di sabato, mancavano solo due giorni alla festa, e quattro giorni al ritorno a casa del cugino.
Non appena Martina e Aurora videro per la prima volta dal vivo, Tom, sbarrarono gli occhi e si immobilizzarono per qualche secondo, per poi scambiarsi un occhiata più che esplicita.
La prima a farsi sotto fu Martina, che sbattendo le ciglia e sorridendo in continuazione si presentò tentando di tirare fuori la sua voce "sexy", risultato che agli occhi degli amici e di Tom sembrò alquanto disastroso da farli scoppiare a ridere, compresa lei stessa, che con un scrollata di spalle mormorò qualcosa come "Io ci ho provato.".
Aurora invece sembrò attirare l'attenzione del biondino, stranamente non si fece notare più del solito, ma invece si comportò come faceva con i suoi amici, incuriosendo Tommy.
Si sedettero nel tavolo nascosto nell'angolo del bar, dove mai nessuno li avrebbe disturbati, ma dove capitava che il cameriere di turno non li notasse.
Allison continuò ad osservare gli amici con uno sguardo triste, sporgendo il labbro inferiore, si erano coalizzati contro di lei, rifiutandosi di darle i regali, non prima della festa, lei ovviamente aveva contestato dicendo che fosse quel giorno il suo compleanno, ma nessuno le aveva dato retta, aveva solamente ricevuto una pacca consolatoria da Jeko, seduto al suo fianco.
Allison incrociò le braccia al petto, offesa.
Jeko le sussurrò qualcosa all'orecchio che la fece sorridere, infatti guardando davanti a se, notò come il cugino non riuscisse a staccare gli occhi dall'amica e dalla sua maglietta scollata, mossa geniale Aurora.
Nonostante Tom fosse occupato, riuscì a notare lo sguardo di Jeko rivolto alla cugina, e di come i due si muovessero così a loro agio vicini, che Alli gli avesse nascosto qualcosa?
Si avvicinò all'orecchio di Aurora, sentendola rabbrividire leggermente, cosa che lo entusiasmò.
"Non è che quei due sono stati insieme?"
Aurora inizialmente non capì, ma dopo aver visto la direzione in cui puntava la testa del biondo si illuminò, un sorriso diabolico le affiorò sul viso, sorriso che notarono sia Tom che la sorella, mentre fortunatamente Jeko, Alli e Martina erano impegnati in una discussione sul comprare o non comprare una brioches alle cinque di pomeriggio.
"Loro hanno sempre negato, ma secondo noi qualcosa è successo l'estate della seconda, sono così da due anni ormai, inizialmente erano strani e tendevano ad evitarsi, ma dopo un po' di tempo erano ritornati più affiatati di prima." Tom annuì in silenzio, tornando con lo sguardo sui due soggetti in questione, continuavano a scherzare non smettendo di toccarsi, mai niente che li potesse etichettare come coppia, semplicemente schiaffetti affettuosi o tocchi veloci.
La teoria della bionda sembrò avere sempre più senso, tanto che iniziò ad ingelosirsi, nessuno poteva toccare la sua piccola Alli, così forte all'esterno, ma fragile all'interno.
 
"Non avete intenzione di dirmi cosa avete combinato per la festa, vero?"
I suoi amici si voltarono verso di lei nel sentire la sua voce, lanciandole un occhiata divertita, doveva aspettarselo, nessuno le avrebbe rivelato nulla, infondo erano i suoi diciotto no?
"Sogna tesoro, sogna." le rispose continuando a sorridere, Martina.
"Nessuno me lo potrà mai impedire." sentenziò Alli sbattendo il pugno sul tavolo, presa dal momento, spaventando tutti compresa se stessa, che qualche secondo dopo scoppiò a ridere.
"Ha dei seri problemi." borbottò Jeko, coprendosi la bocca con la mano e con l'altra ruotando l'indice vicino la testa.
"Ti ho sentito idiota." Alli gli tirò un pugno sul braccio, sentendolo sussultare ed imprecare, iniziandole subito a fare il solletico, come vendetta.
 
Uscirono dal bar salutandosi ed incamminandosi ognuno per la propria strada, Alli e Tom camminavano in silenzio da un paio di minuti, quando lui si fermò di colpo in mezzo al marciapiedi, bloccando con il braccio la ragazza.
"Ti devo chiedere una cosa."
Allison lo guardò negli occhi cercando di capire ciò che lo disturbava, iniziando a preoccuparsi.
"Dimmi."
"E' successo qualcosa tra te e Jacopo?" Allison rimase in silenzio, pensando alle parole giuste da dire.
"Che cosa te lo fa sembrare?"
"Il modo in cui vi comportate."
Alli sospirò, cambiando la traiettoria dello sguardo.
"Non è come sembra Tommy."
"Spiegamelo allora."
Lei annuì semplicemente e gli prese la mano trascinandolo lontano da li.
"Non qui."
Tom non capì, si limitò a seguirla verso un piccolo parchetto, nascosto dietro una casa, in quella distesa di verde c'era una sola panchina, vecchia e logora, dove loro si sedettero.
"Ti ho sempre detto che è come il fratello che non ho mai avuto no? E' così. Non è mai successo nulla, so cosa ti ha detto Aurora, ma è solo un malinteso. Era un brutto periodo, stavo male per Mattia, che mi aveva appena lasciata e stavo male per Chris, per non so quale motivo e avevo bisogno di un punto di vista maschile e lui era lì. Ci siamo semplicemente legati di più. Tommy non avevo nessuno, mi sentivo sola."
Alli abbozzò un sorriso, sentendo il braccio del cugino attirarla a se.
"Sai che così mi fai sentire in colpa per non esserci stato, lo sai vero?"
"Era quella l'idea."
Scoppiarono a ridere entrambi dopo essersi guardati. Tom le lasciò un bacio sui capelli, facendole promettere che dopo essere diventata finalmente maggiorenne sarebbe tornata a casa, nella sua vera casa, a Los Angeles.
 
Tornati a casa dovettero subire la furia di Leah, che si scatenò sul povero Thomas, non appena Allison aprì la porta di casa, la donna si fiondò sul nipote, stringendolo e baciandolo ripetutamente sulle guance.
Leah non aveva potuto accompagnare James, il marito, all'aeroporto per prendere Thomas, ed erano anni che non vedeva il suo nipotino, non dal vivo almeno.
"Sei cresciuto così tanto, honey!"
"I know, i know."
James osservò la scena scuotendo la testa, guardò verso la figlia, che sorrideva divertita da tutto ciò, nessuno sano di mente in quella famiglia.
"Scommetto che con il tuo bel faccino, fai strage di cuori." mormorò la donna allontanandosi di poco, ma tenendo comunque le mani sulle sue guance
"Beh.. non per vantarmi, ma sì." Tom le fece l'occhiolino facendola scoppiare a ridere.
"Always the same."
"Certe cose non cambiano mai, eh?" disse Allison attirando l'attenzione su se stessa.
"Hai proprio ragione tesoro." le rispose il padre, mettendole un braccio intorno le spalle, e continuando ad osservare la moglie chiacchierare con il ragazzo.
 
Allison tornò in camera già in pigiama, Tom già sotto le coperte le fece segno, con la mano, di sdraiarsi accanto a lui. Una volta sotto le coperte anche lei, sentì qualcosa di quadrato premerle sulla gamba, alzò lo sguardo verso il cugino, confusa.
Lui le sorrise allungandosi a recuperare quella cosa quadrata, che non appena Allison si trovò sotto gli occhi, capì fosse un album di foto.
"Siccome io sono il regalo dei tuoi, ho dovuto fartene uno. Diciamo che è anche da parte di Matty."
Allison aprì l'album trovando foto della vita di Tom e anche Matty, con qualche scritta accanto alle foto. Sfogliò le pagine, ritrovandosi a sorridere e ridere allo stesso tempo, per le parole scritte. I due fratelli se l'erano certamente data da fare in questi ultimi anni.
"So che non sei potuta esserci, così abbiamo pensato di farti un resoconto della nostra vita, e sì quelle che vedi sono tutte le foto delle mie ragazze, anche se penso che dovrebbe essere aggiornata." le fece l'occhiolino, ricevendo un calcio sulla gamba.
"Idiota." sussurrò continuando ad imprimersi tutte quelle foto nella mente, l'avrebbe sicuramente custodito con gelosia.
"Ti voglio bene Tommy."
"Anch'io pulce, anch'io."
 
Mancavano poche ore all'inizio della festa ed Allison non aveva la più pallida idea di cosa fare, non sapeva cosa indossare e non sapeva dove andare.
Le avevano tenuto nascosto tutto e questo la stava facendo impazzire.
Fortunatamente sentì le voci delle sue amiche, sovrastare quella del cugino.
Martina spalancò la porta vedendola davanti l'armadio, con un espressione sconsolata.
"Allora cosa abbiamo qua?" domandò Rebecca sedendosi sul letto.
"Non so cosa fare." borbottò Allison girandosi nella loro direzione, quando vide Aurora con una busta di cartone in mano.
Entrambe le sorrisero divertite, un sorriso che non portava a nulla di buono, Alli questo lo sapeva bene.


Di solito non sono così veloce a pubblicare, ma avevo il capitolo per metà già pronto, perciò eccolo qua.
Non so voi, ma io trovo Jeko così carino! Anche Tommy se è per questo lol.
Comunque il prossimo capitolo ci sarà la festa per i 18 e voi tutti dovrete subire tutte le mie strampalate idee, perché ho passato gli ultimi mesi a partecipare solo a feste dei 18, quindi mi potete capire, forse.
A presto bella gente, per ogni domanda, basta chiedere, io sono qua.
With love Ellie.
   
 
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